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L'ex boss "fantasma" e deceduto…

Luigi Ciotti: “La sua morte non cancella responsabilità‘”. Con sè porta segreti, tesori nascosti, verità mai rivelate…

Matteo Messina Denaro è morto poco prima delle 2, nella nottata tra domenica 24 e lunedì 25 settembre all’ospedale dell’Aquila. Era stato arrestato il 16 gennaio 2023 ,dopo trent’anni di latitanza. Era considerato uno degli eredi dei corleonesi, l’ala dura di Cosa nostra che prese il sopravvento nella guerra di mafia degli anni Ottanta e che lanciò la sfida allo Stato con la strategia stragista del 1992 e 1993, ma  Matteo Messina Denaro, sconfitto nella notte da un tumore al colon, aveva poco in comune con lo stile di vita di Totò Riina e Bernardo Provenzano, se non gli ergastoli e la ferocia assassina. Nel supercarcere de L’Aquila, dove è stato interrogato più volte dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, ha ricordato che se non fosse stato per il tumore al colon non sarebbe stato catturato ma soprattutto ha sempre ribadito “con voi parlo, ma non collaborerò mai”. Il boss 61enne nel 2020 era stato colpito dal cancro al colon: la malattia lo aveva costretto a prendere dei rischi rispetto a una latitanza perfetta durata quasi trent’anni.. Il boss di Castelvetrano ha rifiutato cerimonie religiose e sarà sepolto nella tomba di famiglia dove già riposa il padre, morto da latitante.

“Oggi che lui se n’è andato, di fronte alla morte ciascuno si ferma, ma la morte non può’ cancellare le responsabilità di quella violenza, di quei crimini, di quelle centinaia di persone che sono state spazzate via”.

La mafia e la corruzione costituiscono emergenze serie e sempre attuali, in Italia. I cittadini ne sono consapevoli (come emerge dalla Terza edizione della ricerca di Libera curata da Demos sulla percezione dei cittadini della corruzione e delle mafie)

Nonostante l’arresto di Matteo Messina Denaro, gli italiani, pur riconoscendo l’importanza di tale passaggio, non lo ritengono “decisivo” nella lotta alle mafie: l’80% degli intervistati pensa, infatti, che “la mafia in Italia è forte come prima“. Difatti, solo il 12% pensa che “l’arresto del boss abbia indebolito il sistema mafioso”.

Le parole di Don Ciotti dopo il suo arresto: “La sua latitanza ne nasconde altre“!!!

Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi. La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere. 

La lotta alla mafia non si arresta con la morte di Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto. 

Il denaro non è stato soltanto una parte del suo cognome, ma uno strumento del suo potere invisibile e intatto. 

Libera e Lavialibera, la rivista dell’associazione, hanno provato a fare i conti in tasca a Matteo Messina Denaro che ha basato la sua leadership non soltanto sulla violenza, ma soprattutto sui soldi e sui rapporti con politica e massoneria, un tesoro stimato al 2020 ad oltre 4 miliardi di euro in una provincia, quella di Trapani, dove la media dei redditi pro capite è tra le più basse d’Italia. Parliamo di aziende, conti correnti, beni mobili e immobili sequestrati e confiscati in seguito alle attività investigative grazie a prestanomi, gregari, imprenditori, persone a vario titolo riconducibili all’ex boss…

Nel portafoglio della “società” di MMD il settore più “redditizio” sono stati gli impianti eolici, circa 1,5 miliardi sequestrati, altri 1,5 miliardi per i villaggi vacanze e i 700 milioni confiscati nel 2013 nella grande distribuzione, 500 milioni contabilizzati nel settore dell’edilizia e costruzione. Altri 4 miliardi di euro rappresentano parte del suo ingente capitale economico cresciuto anno dopo anno, grazie alla sua rete di fiancheggiatori fidati e soprattutto alla rete di protezione di gente che conta nel mondo della politica e della massoneria. Un capitale conosciuto che rappresenta solo un minima parte di quello “occulto” nascosto in libri contabili e investimenti in giro per Italia e all’estero grazie alla complessa e articolata catena di figure che in questi anni gli hanno consentito di gestire investimenti e operazioni di riciclaggio, individuando sempre nuovi settori economici nei quali muoversi.

"U Succu"… è stato arrestato!!!

Dopo trent’anni di latitanza è stato arrestato (finalmente…) stamani dai carabinieri del Ros, il capo di cosa nostra, Matteo Messina Denaro !!!

La cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido è quanto si è appreso da fonti qualificate.

Sembra da quanto si è appreso che il boss al momento dell’arresto fosse all’interno di una clinica privata di Palermo per sottoporsi ad alcune terapie mediche (questo è quanto ha riportato il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto).

Avevo preannunciato proprio alcuni giorni fa ad alcuni amici che quest’anno l’avrebbero preso e non  è stata una sorpresa scoprire che durante l’arresto, fosse proprio nella sua Palermo; già… erano in tanti a dire che vivesse lontano dalla sua terra, sì… dalla sua Sicilia, ma il sottoscritto viceversa in un post nel 2018 http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/03/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html aveva riportato: “qualcuno dichiara addirittura che egli abbia abbandonato il proprio territorio, una circostanza che da sempre ho ritenuto impossibile, poiché costituirebbe un fatto insolito per quella metodologia criminale e soprattutto perché farebbe decadere immediatamente quel capomafia da quel suo trono. Già… non bisogna mai dimenticare, che sono in molti, tra i suoi affiliati, a voler aspirare a quel comando e come ho riportato in un mio precedente post: “Il pastore sta sempre vicino alle sue greggi, si allontana ogni tanto per salire sul monte alla ricerca di un nuovo pascolo, ma lascia i suoi cani a guardia di quelle pecore e in ogni caso, seppur lontano, egli da lassù. le controlla e le osserva, affinché nessuna di esse scappi e soprattutto per evitare che tra quei suoi cani, qualcuno trasgredisca al compito assegnato!!!”.

Si chiude finalmente una pagina e chissà se ora finalmente potranno emergere tutte quelle verità scomode che in questi trent’anni sono state celate e in particolare da chi è stato “coperto” in questa sua lunga latitanza… … 

Certo, sarà difficile che egli tradisca quel sistema con cui ha convissuto per tutta la vita, ma sperare in un piccolo e modesto cambiamento “morale”, non costa nulla…   

Gli investigatori stanno cercando Matteo Messina Denaro: Sì… ma solo per avvisarlo sulle indagini in corso!!!

Non si contano più gli anni da quando si è dato inizio al programma di cattura del più importante latitante di “cosanostra”
Ogni tanto sentiamo notizie nei Tg in cui si è prossimi alla sua cattura ed altre volte in cui ci viene raccontato che egli è defunto da parecchi anni…
Poi c’è la volta in cui qualche pentito ci rivela che è vivo e vegeto, ed altre volte in cui ci viene proposto il nome del nuovo boss che ha preso il suo posto…
Una cosa è certa… la confusione è totale!!!
Anzi… ho come il sospetto che forse quanto accade viene appositamente compiuto… affinché tutto resti inalterato!!!
D’altronde diceva Arthur Schnitzler: “L’ordine è qualcosa di artificioso… il naturale è il caos”!!!
Come dargli torto, ogni qualvolta che sembra si stia giungendo al suo arresto, ecco dissolversi tutto, in primiss egli.. che sembra svanire come un fantasma, già, è come se venisse puntualmente informato da qualcuno…
Pensate che quanto appena detto sia un sospetto??? 
No, ora non più… ne abbiamo avuto la certezza, infatti, con questa pesante accusa la Procura della Repubblica di Palermo ha fatto scattare le manette ad un ufficiale della Dia di Caltanissetta, ad un carabiniere in servizio a Castelvetrano e non solo, insieme a loro è stato arrestato anche l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, in passato in contatto epistolare con il boss latitante. 
Sembra che dalle indagini i due militari, di cui uno in servizio presso la direzione investigativa antimafia di Caltanissetta e l’altro un appuntato presso la compagnia di Castelvetrano, siano accusati di rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatico e favoreggiamento… 
Ora finalmente, si comprendono meglio i motivi per cui uno dei boss più ricercati al mondo e forse l’unico ancora rimasto che conosce i segreti delle più importanti stragi di mafia, sia ancora latitante.
Come riportavo sopra è finito in manette anche l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino., detto “Svetonio”, un soprannome sembra attribuitogli proprio dal boss latitante Matteo Messina Denaro, all’epoca in cui lo stesso, per incarico del Sisde (del generale Mario Mori), intrattenne una corrispondenza con il capo mafia latitante, qualcuno racconta all’insaputa di quest’ultimo, sperando in una sua resa. 
Circostanza inconsueta quella adottata dal boss che, una volta scoperto l’inganno  o per meglio dire il doppio gioco, non l’abbia punito… 
Comunque, questa operazione ha definitivamente confermato quelle collusioni che da sempre chiunque di noi – semplici cittadini – avevamo sospettato e cioè che al servizio del boss, vi fossero alcuni di quegli investigatori, che sulla “carta”, erano impegnati nella sua cattura…
Cosa aggiungere… 
Ho l’impressione che nessuno abbia realmente interesse a prendere quel boss, forse perché egli garantisce con la sua presenza, quell’equilibrio interno necessario a quell’associazione criminale, che viceversa, senza la sua supervisione, sarebbe sicuramente a rischio e darebbe il via a una serie di guerre fratricide già viste… non solo in Sicilia ma in tutto il territorio nazionale, ed è proprio ciò che lo Stato non vuole e quindi, buona latitanza…

Che fine ha fatto il boss Matteo Messina Denaro???

Si stringe davvero il cerchio delle forze dell’ordine intorno al ricercato numero uno d’Italia???
L’uomo ritenuto da tutti al vertice di Cosa Nostra dopo gli arresti eccellenti di Totò Riina e Bernardo Provenzano è prossimo alla cattura??? 
No… non credo sia corretto pensare che il cerchio si stia stringendo o che si sia a un passo dalla cattura, questo è quanto i media ci vogliono fare credere, d’altronde dopo tutti questi anni di latitanza e i numerosi arresti di familiari e fiancheggiatori, è presumibile da pare di tutti pensare che si sia… ad uno sbocco delle indagini.
Ma Matteo Messina Denaro ha dimostrato essere totalmente diverso dai suoi ex colleghi del passato, si a lungo latitanti (ma era tutt’altro periodo, tanto che nessuno di fatto li cercava…), ma alla fine arrestati, concludendo quelle proprie esistenze prima al carcere duro e poi al camposanto…
Ma egli a differenza loro è guardingo, non si fida di nessuno, sta molto attento… in particolare ai dettagli che vengono evidenziati ogni qualvolta dalle indagini compiute dalle forze dell’ordine… 
E’ logico quindi pensare che egli controlli tutto e tutti… e che abbia talpe ovunque, anche all’interno di quegli uffici istituzionali…
Difatti, sono certo che dalle parole espresse dai magistrati -durante le conferenze stampa- comprenda gli errori compiuti e fa in modo che quest’ultimi non abbiano a ripetersi…
I suoi uomini più fidati… sono sicuramente all’oscuro dei suoi spostamenti, poiché egli, se vuole sopravvivere, non si deve fidare di nessuno, ed è il motivo principale per cui le indagini per la sua localizzazione risultano particolarmente difficili se non impossibili!!! 
E dire che egli secondo i pentiti, mantiene i contatti con il territorio e allo stesso tempo si dimostra mobile…
Questa mattina la Direzione investigativa antimafia di Trapani (Dia) ha eseguito l’ennesima ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un imprenditore edile di Castelvetrano, ritenuto “uomo di fiducia” del boss latitante, con l’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso…
Nell’ambito della stessa operazione è stato disposto anche un provvedimento di sequestro preventivo di due società che si occupano del  commercio di conglomerati cementizi, movimento terra e costruzione generale di edifici… 
Secondo le indagini, l’uomo avrebbe sfruttato il suo forte rapporto privilegiato con il boss, per potersi aggiudicare le forniture di alcune commesse nel settore delle costruzioni edili e del calcestruzzo…
Un sistema che permetteva ai consociati mafiosi più vicini al latitante, l’individuazione e l’eliminazione dal mercato di tutte le altre imprese concorrenti, lasciando così quegli appalti, direttamente elle imprese mafiose, che potevano provvedevano e approvvigionare ed i cui, una parte di quei proventi, sono servii a finanziare quell’organizzazione criminale e mafiosa del boss di Castelvetrano..
Per chi non mi avesse letto in precedenza, alcuni mesi fa… avevo riportato in un mio post, una convinzione e cioè che boss di cosa nostra, fosse in Sicilia e non si fosse allontanato minimamente da quel suo paese….
Oggi, contrariamente a quella previsione, ho la convinzione che il boss non sia più in Italia, ma che diriga tutto dall’estero!!! 
Provo quindi a fare una previsione: Se fossi io al suo posto, dove mi trasferirei per essere sicuro di non essere,come si dice…  agguantato??? 
Spagna (Costa del Sol o Tenerife…) e ancor più, Repubblica Dominicana e Colombia, mi sembrano delle collocazioni, perfettamente adeguate all’occorrenza!!!
Il giorno che dovesse essere arrestato… vedremo di quanto mi ero sbagliato.   

Matteo Messina Denaro: Il cerchio si stringe??? Non credo affatto!!!

Finalmente qualcosa si sta muovendo…
Dopo quasi 25 anni di latitanza, si è compreso che forse è giunto il momento d’arrestare quel capo dei capi, l’ultimo boss di Cosa nostra: Matteo Messina Denaro.
Ed allora, con la speranza di porre fine a quella lunga latitanza e di effettuare finalmente quell’arresto, gli organi di polizia hanno messo in pratica ciò che viene definita un’operazione di “recisione” nell’ambito dei suoi legami familiari…
Ecco quindi perché stamani sono state eseguite una serie di provvedimenti di fermo, nei confronti di ben 22 presunti affiliati a famiglie mafiose  di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna…
Le accuse a vario titolo nei confronti di quegli indagati sono come al solito, associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi, danneggiamento e soprattutto intestazione fittizia di beni…
Certamente, colpire i beni patrimoniali, rappresenta come sappiamo un bel passo avanti verso quella lotta, anche se abbiamo visto negli anni di come, l’enorme patrimonio accantonato è stato reinvestito in altre nazioni e rappresenta oggi per quell’associazione criminale, un pozzo senza fine, al quale fare ricorso, soprattutto nei momenti di difficoltà come questi… 
Il “boss” d’altronde ha dimostrato negli anni di essere sicuramente non solo scaltro, ma soprattutto prudente… non fidandosi di nessuno ed utilizzando per le proprie direttive, i cosiddetti “pizzini”, quei foglietti di carta scritti di suo pugno, con i quali fare prevenire le disposizioni a tutti i suoi affiliati. 
Peraltro, a poco sono serviti in questi anni i pedinamenti, le intercettazioni, gli appostamenti, in particolare in quell’arduo territorio di Castelvetrano, ed anche questi ultimi arresti di propri familiari, saranno stati già da egli previsti e a cui avrà predisposto – nel caso fossero sopraggiunti – nuove direttive verso altri suoi fedelissimi…
D’altronde, se dalle intercettazioni dei suoi seguici, egli viene considerato a tutti gli effetti come fosse “Padre Pio”, si comprende quanto difficilmente egli potrà essere tradito da quel ristretto gruppo di componenti… 
Il messaggio che passa è che il “boss” mafioso compie i “miracoli” a differenza dello Stato che non li sa fare!!!
Egli si presta ad aiutare chi ha bisogno, trova un’occupazione a quanti si rivolgono ad egli, partecipa ad eventuali difficoltà economiche familiari, protegge ed assiste da possibili soprusi ed infine, segue le vicende di ciascuna famiglia, quasi fosse un patriarca…
Permettetemi una considerazione provocatoria, ma se ci fate caso… quel suo modo di agire, rappresenta in maniera pratica, quanto purtroppo non viene compiuto dal nostro Stato o meglio da quei suoi “corrotti” e il più delle volte inconcludenti “governanti”!!!
Ecco perché inspiegabilmente, i cittadini venerano quel boss, ma soprattutto ritengono vitale quel sistema mafioso/clientelare, perché quella sua costante presenza, garantisce di fatto, i reali bisogni di cui si ha necessità e a cui questo nostro Stato purtroppo non riesce a dare soluzioni!!!
D’altronde, basti rileggere il post pubblicato ieri, intitolato “Se la mafia viene considerata più forte dello Stato… la colpa è principalmente delle Istituzioni!!!”: http://nicola-costanzo.blogspot.it/2018/04/se-la-mafia-viene-considerata-piu-forte.html dove si comprende il perché questo boss, Matteo Messina Denaro, venga considerato dai molti suoi concittadini, quasi un parente acquisito, da proteggere ad ogni costo!!!
Un legame quindi, non solo vissuto in ambito familiare, ma bensì intrinseco con quella popolazione, in quanto garante per molti di essi – se pur attraverso metodologie e/o attività, considerate di fatto illecite – di quel necessario benessere individuale e sociale…
Fintanto quindi che sarà questa la realtà di quei territori degradati e soprattutto “abbandonati” dalle Istituzioni, serviranno a poco – se non a nulla –  il numero d’arresti portati avanti dalle nostre forze dell’ordine nei confronti di parenti, amici e conoscenti vari… 
Perché vedrete… ci sara sempre qualcuno disposto in quel particolare contesto a proteggere e anche a ospitare in casa propria, quest’ultimo considerato “santo”!!!