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Grazie Capitano, mio Capitano!!!

Se pensiamo ad un ufficiale che incarna lo spirito della lotta alla mafia… senza togliere meriti a nessuno, in particolare proprio a quanti hanno sacrificato la loro vita, il primo nome che mi viene in mente si chiama Sergio De Caprio, ufficiale dei carabinieri e noto all’opinione pubblica come “Capitano Ultimo“…
Fu il suo nucleo scelto dell’Arma che nel 1993 riusci dopo ventiquattro anni di latitanza, ad arrestare il boss Totò Riina… il “Capo” di cosa nostra, che grazie alle protezioni istituzionali/politiche e soprattutto mafiose, riusci a comandare quest’isola per mezzo secolo…
Ora, se pur riconosco che le modalità coercitive di quella associazione criminale siano andate in questi anni affievolendo, pensare che quei soggetti “affiliati” siano diventati improvvisamente “virtuosi”, la ritengo una vera e propria follia e certamente mi sembrerebbe alquanto imprudente da parte dello Stato, abbassare la soglia di pericolo…
D’altronde si sa… la mafia non perdona e come ho più volte scritto, possiede una memoria a lungo termine e non dimentica certamente quegli uomini che hanno saputo infliggerle un grave smacco…

E’ logico che con queste premesse, Sergio de Caprio, non può vivere sonni tranquilli… anzi tutt’altro!!!
Non si comprende quindi, come sia stato possibile che – nel giorno dell’anniversario dell’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’autista Domenico Russo – all’ex Capitano (ora Colonnello) Sergio Di Caprio, venga revocato il diritto all’uso dell’auto blindata…
Incredibile, anche ai por… hanno dato in questi anni l’auto blindata, senza che nessuno di loro la meritasse, ma soprattutto senza aver mai ricevuto la benché minima minaccia e ad uno, uno dei pochi a cui non andrebbe mai tolta – anche solo per ciò che è stato capace di fare a differenza di molti – gli viene di fatto negata!!!

Certo… m’immagino cosa avrà pensato e quanta amarezza ci sarà in cuor suo sapendo d’aver dedicato la propria vita per questo paese, il nostro, che non premia chi merita, ma anzi viceversa li calpesta…
Intervistato l’ex Capitano ha commentato: “Sono un soldato, non ho il diritto di entrare nel merito di questa decisione”, aggiungendo, “chiaramente la vicenda legata alla mia sicurezza riguardava ciò che alcuni collaboratori di giustizia, tra cui La Barbera, spiegavano sul killer Bagarella, che in un’occasione aveva offerto un miliardo di lire a chi avesse fornito indicazioni su di me”, concludendo “se questa è la decisione la rispetto“!!!
A sentire queste notizie, si resta senza parole… ma d’altronde coloro che oggi tolgono ad egli quell’auto blindata, sono gli stessi che permettono a Messina Denaro di continuare a vivere in maniera indisturbata e quindi cosa dire, forse è giusto così…
D’altronde da noi si sa, vi è un certa predisposizione a lasciare sole le persone che combattono la criminalità, l’elenco è lunghissimo ed in quella lista non vi sono soltanto magistrati o militari, ma anche molti cittadini, che si sono voluti ribellare…

Persone perbene che credono nella giustizia, che non si fanno piegare dal sistema, ma che lottano contro tutto il marcio presente, anche all’interno di quegli uffici istituzionali, soggetti che fanno di tutto affinché le prevaricazioni vengano debellate, siano quest’ultime commesse da quella associazione criminale o se compiute da una lunga schiera di soggetti che a modo loro, si vorrebbero ergere a paladini della legalità… senza aver mai presentato una formale denuncia!!!
Ma “Ultimo” non sarà mai solo, perché con lui ci siamo Noi…
Colonnello De Caprio, quanto da Lei compiuto non sarà mai legato ad un solo istante o per meglio ad un “attimo fuggente“, ma resterà per sempre “eterno”: Grazie Capitano, mio Capitano!!!

In ricordo del giudice Cesare Terranova…

Oggi, 25 settembre, voglio ricordare il giudice Cesare Terranova ed il maresciallo (suo collaboratore), Lenin Mancuso, uccisi dalla mafia 37 anni fa, precisamente il 25 settembre del 1979.

Sono gli anni dell’avvento dei “corleonesi” di Luciano Liggio, un periodo che inizia alla fine degli anni 50′ per concludersi con l’arresto nel 93′ del capo dei capi, Totò Riina…  
Il giudice Cesare Terranova si dedico in quegli anni a tutta una serie d’indagini di omicidi per mafia tra cui il sindaco Salvo Lima…
Le sue indagini portarono al processo dell’allora capo dei corleonesi, ma il processo si concluse con un nulla di fatto, in quanto nel 1968, gli imputati vennero assolti da parte del Tribunale di Catanzaro, per insufficienza di prove… 
A quella decisione seguì il ricorso e portò alla condanna all’ergastolo di Liggio ed alla latitanza di Riina, Provenzano e Bagarella…
Egli fu il primo ad intuire che in Sicilia vi fosse una “commissione mafiosa”, ma purtroppo molto di quel suo contrasto fu reso inutile da alcuni giudici dei tribunali, come quelli di Bari che assolsero nel 1969, quasi tutti gli imputati di mafia tra cui….Totò Riina!!!
Il giudice Terranova non aveva paura, ma soprattutto non possedeva  mezze misure ed è per questo motivi che venne ammazzato… 
Fu lasciato solo,  sia dalle forze politiche e istituzionali che nei fatti, limitarono, mezzi e forze in campo, in quella lotta…
Comprese presto quindi che non era più possibile continuare in quella maniera e decise di tornare a fare il magistrato, provando a collegare la sua attività giudiziaria con quella del Parlamento, proponendo nuove idee e metodi… 
Per quanto sopra… la mafia, decise di ucciderlo…. 

Dopo più di vent’anni (nel 2000), per quell’omicidio sono stati condannati come mandanti :Salvatore Riina, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Francesco Madonia, Pippo Calò, Nenè Geraci, Michele Greco come esecutori materiali, Leoluca Bagarella, Vincenzo Puccio, Pippo Gambino, Ciccio Madonia. 
Nel 2004, la Corte di Cassazione ha confermato gli ergastoli per Totò Riina, Michele Greco, Nenè Geraci e Francesco Madonia!!!
Oggi c’è stata in Via De Amicis, la cerimonia di commemorazione dell’omicidio dove ha partecipato anche il sindaco Leoluca Orlando e il questore Guido Longo…
Certo, rileggendo a distanza quelle carte processuali viene da chiedersi: ma se i Tribunali di Catanzaro e Bari non avessero ribaltato il lavoro del giudice Terranova… che si è potuto dimostrare negli anni seguenti essere, non solo corretto  ma soprattutto esatto, forse la storia di questa terra sarebbe andata diversamente e quel giudice avrebbe potuto trascorrere un po più del suo tempo con i propri cari!!!
Per cui, i veri assassini da condannare… non erano soltanto quelli di cui sopra, ma anche quei cosiddetti “giudici” che con quelle vergognose assoluzioni, hanno permesso che dei criminali potessero continuare ad operare in modo indisturbata e diventando essi stessi partecipi a quelle collusioni… e a quegli ASSASSINI!!!