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Che tempo che fa??? Finalmente sereno con innocue velature…

Sono state cancellate le ultime tre puntate del programma di RAI3 “Che tempo che fa” presentato da Fabio Fazio…
E quindi con tre settimane in anticipo l’appuntamento del lunedì sera chiuderà e debbo dire che a differenza di analoghe circostanze, questa volta non provo alcuna angoscia o disperazione…. 
Sarà che al sottoscritto non piace assistere a quei comportamenti “inquadrati” dove la maggior parte delle persone cerca di farsi piacer,e… ed è quello che gli ospiti di quella trasmissione hanno sempre provato a fare… 
Credo che non ci sia cosa peggiore di voler apparire simpatici solo per mero opportunismo e quindi, dover assistere ad un programma nel quale le battute sono perfettamente eseguite a modello copione, dove immediatamente seguono sorrisi ipocriti e con un pubblico presente che applaude a comando…ditemi come può piacere un programma del genere, se non si conformati con esso???
Ancor di più, ciò che da più fastidio è il voler prendere di mira qualcuno che non presente o che si vuole far apparire a tutti i costi ridicolo, un politico ad esempio, contrario a quella linea editoriale e/o politica, un personaggio scomodo a qualcuno…   
Ho letto che il presentatore denominato (da qualche parte…) “l’uomo da 3 milioni di euro”, ha ringraziato tutti i suoi collaboratori ed ha ricordato i buoni risultati d’ascolto del programma… 
Potrei scommettere però che in questi anni, quelle migliaia di spettatori non sono minimamente aumentati, anzi… sono rimasti eguali, e si perché la fetta di share comprendeva solo una parte di spettatori, quelli che erano fortemente allineati a quell’indirizzo ideologico… 
Il sottoscritto viceversa odia fortemente ciò che viene rappresentato con una tessera, un colore, una posizione, perché ciascuno di essi ha un grave difetto, quello di non essere liberi, non sanno ribellarsi e accettano sempre in maniera impassibile quanto avviene attorno a loro…
Non so dirvi se il presentatore sia finito nel mirino del governo giallo verde o di qualche suo esponente, ma mi trovo perfettamente concorde con quanto detto dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini (seppur non essendo il sottoscritto leghista…) quando ha ribadito la sua decisione di non accettare l’invito del conduttore alla trasmissione “Che tempo che fa” spiegando: “Ci andrò quando si sarà tagliato lo stipendio“!!!
Un paese che ha bisogno di cambiare deve iniziare a farlo da tutte quelle situazioni dove sono gli italiani a pagare… e la RAI è una di queste, visto che il suo canone ci viene imposto nella bolletta!!!
Cosa dire, vorrei concludere con una frase espressa dal presentatore, ma che mi permetto di modificare leggermente e cioè: “confido che non ci sia un’occasione nella prossima stagione“!!!
Posso assicurare che senza di egli possiamo fare a meno… sì… anche di sapere che tempo che fa, d’altronde lo sappiamo già: “sarà sereno con innocue velature”!!! 

Povero…Vittorio: Un flop che non sorprende!

La trasmissione realizzata e condotta da Vittorio Sgarbi è stata un flop. Gli ascolti? Non hanno superato l’8,3% di share, circa due milioni di spettatori – meno della metà di quanto Rai1 registra normalmente in prima serata. 
Ora, non voglio soffermarmi troppo sulle percentuali, anche perché siamo abituati a vedere risultati assurdi per programmi demenziali tipo Grande Fratello o L’Isola dei Famosi. 
Ma c’è qualcosa che va oltre i numeri: c’è un atteggiamento, una pretesa arrogante di certi personaggi – spesso raccomandati – di poter usare la televisione pubblica come palcoscenico personale.
Come se la Rai fosse una loro proprietà, un teatro privato dove potersi pavoneggiare da “prime donne”, esibire un sapere autoreferenziale e far credere che solo pochi eletti abbiano accesso alla verità. Ma la realtà è un’altra: quel programma è morto, eppure lui no. È come un cieco che continua a illudersi di vederci ancora.
Questo è un momento di profonda trasformazione, di risveglio collettivo. I cittadini sono stanchi di questi stereotipi, di essere continuamente giudicati, consigliati, educati da chi sta in alto e crede di doverci dire cosa pensare, cosa guardare, come vivere. Di tuttologi e opinionisti stipendiati ce ne siamo rotti le scatole. Forse è arrivato il momento di lasciarli stare a casa loro, a fare i loro programmi culturali per parenti stretti e amici del cuore.
E poi, quel finale… quel brindisi augurale nella casa del Premier Silvio Berlusconi. Sul serio? Brindare insieme a chi ormai porta quasi sfiga? Magari era meglio non fare l’augurio… Ma soprattutto: perché non occuparsi dei problemi veri del Paese, invece di perdere tempo con queste cazzate?
Gli italiani di personaggi come Sgarbi, di politici sempre pronti a farsi bello schermo, di giornalisti pagati per tacere, di una televisione piegata ai poteri forti… ne hanno abbastanza. Ne vogliono stare lontani. Perché questa non è informazione, né cultura: è propaganda camuffata da dibattito, gossip travestito da approfondimento.
Mi chiedo allora: chi pagherà per questo contratto? Il Sig. Sgarbi sostiene: “Sono io l’autore, sono io il responsabile” , e aggiunge che l’unica prestazione che lo ha lasciato insoddisfatto è stata… la sua. Beh, se davvero ci crede, magari potrebbe rinunciare al compenso pattuito. Dopotutto, se non sei contento del lavoro che hai fatto, forse non meriti di essere pagato per intero. Io gli concederei solo la prima puntata. Vedremo se il vile denaro non lo tradirà.
Perché il servizio pubblico, quello vero, deve tornare a essere tale. Deve ospitare giornalisti liberi, indipendenti, bipartisan, non raccomandati dell’ultimo minuto messi lì tanto per riempire uno schermo. Deve tornare a fare dibattito, inchiesta, approfondimento. Provare a imitare Annozero , Ballarò , Report – programmi nati dalla voglia di raccontare il reale – è già difficile. Farne delle copie sbilenche, fatte solo per attaccare o scandalizzare, è semplicemente indegno.
Certuni sembrano nati per fare ciò che a Catania chiamiamo “u curtighiu” : quel pettegolezzo continuo, quel taglio e cucito di fatti, persone ed eventi, che nasce nei cortili, tra panni stesi e caffè appena fatto. Quel luogo dove si sparla, si commenta, si giudica senza conoscere. Oggi, purtroppo, quelle dinamiche sono finite in TV. E noi, di questo gossip mascherato da cultura, siamo stanchi.