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Dopo 24 anni gli restituiscono il patrimonio confiscato!!!

Diceva il magistrato Piecamillo Davigo: “Chi di giustizia ferisce di giustizia perisce”. 

Aggiungerei, sempre che si ha fortuna, perché il più delle volte il rischio – considerati i lunghi tempi che la giustizia raggiunge per tutte le fasi processuali – è quello di non riuscire a vedere la fine, in quanto ahimè si è passati ad altra vita…

Per fortuna non è il caso di Antonio Giordano, un imprenditore di Misilmeri edile che ha visto riottenere dai giudici la revoca della confisca definitiva dei beni, dopo la revisione del processo e l’assoluzione dall’accusa di mafia!!!

Certo un risultato ottenuto (grazie all’assistenza dell’avvocato Baldassare Lauria) dopo 24 anni di azioni legali che sono iniziate nel lontano anno 2000…

Difatti, tutto iniziò con un arresto per associazione mafiosa, per poi venir condannato a cinque anni di reclusione, ma non solo, nel 2011 i giudici della sezione misure di prevenzione disponevano il sequestro delle imprese e dei beni immobiliari del valore di una decina di milioni di euro, provvedimento che dopo poco tempo divenne definitivo.

Ora dopo 24 anni, la Corte d’Appello presieduta da Gabriella Di Marco, ha stabilito che i beni possono essere restituiti all’imprenditore, ritenendo il venir meno dei requisiti legali avevano giustificato la confisca. Si tratta di una decisione che supera la consolidata giurisprudenza conservativa dello stesso tribunale palermitano – spiega il legale di Giordano – In materia di prevenzione l’appartenenza mafiosa (che giustifica la confisca) è sempre stata ritenuta una nozione diversa dalla partecipazione all’associazione mafiosa (che diversamente integra il reato di cui all’articolo 416 bis), cosicché l’eventuale assoluzione non ha mai determinato alcuna interferenza sul giudicato di prevenzione. Attiveremo adesso le azioni risarcitorie per il recupero del patrimonio perduto e dell’ingente danno patito dal Giordano».

Bisogna ricordare che l’imprenditore si era sempre protestato innocente ed aveva lottato per dimostrare che l’intercettazione (con un presunto mafioso) non lo riguardava e che l’interlocutore indicato dagli inquirenti non era lui…

E difatti, la persona interessata aveva poi confessato di essere l’interlocutore del presunto capomafia e difatti, la stessa perizia fonica (prodotta dalla difesa) aveva escluso che la voce (che si confrontava con il boss) potesse essere riconducibile a quella dell’imprenditore Antonino Giordano. 

Ed ecco quindi che finalmente si è giunti a quest’ultima sentenza che lo ha visto finalmente scagionato dalle accuse, ed ora ha aggiunto l’Avv. Lauria – a seguito dell’assoluzione di revisione – sono venute meno le ragioni che avevano giustificato il giudizio di pericolosità sociale, evidenziandosi che gli accertati rapporti personali non andavano al di là della mera contiguità, del tutto irrilevante…

Certamente quanto sopra rappresenta una vicenda preoccupante, sì… per le modalità con cui si è giunti a quelle condanne e cioè attraverso una semplice e direi banale intercettazione telefonica, soprattutto a causa di una voce somigliante…

Ora, nel leggere quanto sopra pensavo ai rischi che oggi potrebbero verificarsi, sì… proprio a ciascuno di noi, a causa ad esempio dell’utilizzo di software che sfruttano l’IA( Intelligenza Artificiale ) capace non solo di riprodurre testi interi con la voce femminile e/o maschile – vedasi ad esempio il link – https://www.naturalreaders.com/ – ma ahimè di poter clonare una qualsiasi voce e riprodurla in maniera perfettamente eguale a quella di chiunque si voglia copiare, basta semplicemente scaricare un software come quello offerto da  https://elevenlabs.io/ da cui se volete, potete osservare (in questo link su “Youtube”) il suo diretto funzionamento: https://www.youtube.com/watch?v=z4QPcjsJKu8.

Cave??? C'è ancora molto da scavare!!!

Questa mattina ho acquistato l’inedito del magazine “S” ed ho scoperto come al suo interno vi sia un post interessante realizzato da Antonio Giordano intitolato: “Il tesoro nero dell’Etna“!
Sono particolarmente sorpreso che questo mensile abbia voluto toccare un argomento considerato da molti “off-limits”, in particolare nella nostra regione…
Ricordo infatti come alcuni anni fa, esplorando su “google” la parola cave, estrazione, frantumazione, conglomerati, inerti, ecc… venivano evidenziate una serie di informazioni generiche a modello “wikipedia”…
Si trattavano difatti quegli argomenti come un semplice dizionario enciclopedico, spiegando ciascuna parola attraverso descrizioni tecnico/scientifiche e facendo riferimento a specifiche di natura chimico-fisica, a possibili legami di aggregati, a metodologie operative di estrazione, logistiche e di produzione, senza mai evidenziare o approfondire quel mondo “lavico” o “calcareo”, in particolare nel voler analizzare il rispetto delle normative vigenti previste che poi si ripercuotono nell’ambiente, nel sociale, nell’ottemperanza dei contratti di lavoro o sulla messa in sicurezza, procedure che si sono rilevate essere ai controlli… illegali!!!
Tutto è stato incredibilmente “celato“, come se quel business milionario non esistesse, in particolare mancavano talune notizie perfettamente occultate dai media siciliani, come se di quella realtà non si dovesse parlare… o meglio, come se quel settore non esistesse, anche perché distante, galattico, già… un microcosmo legato a un mondo “alieno“!!!
E difatti riporta bene il giornalista Giordano quando scrive che sono in molti a definire quel mondo la “Luna“: “perché all’improvviso vegetazione e case scompaiono per lasciare il posto a roccia vulcanica… sembra di essere su un altro pianeta”…
Già soprattutto quando si prova ad esaminare in “profondità” quel “pianeta”, sì… azzardando a scoprire cosa si nasconde sotto lo strato di quella polvere nera!!!
Difatti… osservando dall’esterno quel sistema produttivo (sempreché si ha la fortuna d’individuarlo quel sito – agli occhi di molti addetti ancora “oscuro” – sì… infatti, volendo restare all’interno di in quel mondo cosmico, potremmo paragonare esso…  ad un “buco nero”, difficile da identificare…), si ha come l’impressione che vi sia un qualcosa di “sommerso” che non viene appositamente portato alla luce, già proprio come quella terra vegetale presente, ma sottostante e al buio…
Leggendo peraltro l’articolo si resta basiti e si comprendono i motivi per cui in molti preferiscono non toccare l’argomento per non subire ripercussioni, a differenza di altri che stranamente utilizzano “enigmatiche” giustificazioni a circostanze e situazioni, che definire “gravissime” sarebbe ancora qualcosa di riduttivo, eppure attraverso quei concetti elusivi, si riesce ancora una volta – in modo velato – a proteggere quel sistema ed ogni suo comportamento illegale…

La verità è che a tutti va bene così… e quando dico tutti, non mi riferisco ai soli imprenditori “prenditori”, ma anche a tutti coloro che con questa roccia magmatica (e non solo…) sopravvivono bene… anzi di più, magnificamente bene!!!
Qualcosa sta cambiando è vero, ma quanto si è andato in quest’ultimo anno intaccando attraverso le forze dell’ordine – in particolare dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (N.O.E.) – rappresenta ahimè ancora lo strato superficiale…
Già, perché potremmo paragonare quella cava ad un frutto, ed oggi le inchieste effettuate e i relativi sequestri, hanno dimostrato come si è intaccato solo lo strato esterno della “buccia”…
Infatti, la parte più interessante di quel frutto è rappresentato dalla parte nascosta, è quella più interna la porzione “succosa” o per meglio dire quella più redditizia, perché garantisce in maniera illecita, sicuri vantaggi  economici e finanziari…
Resta ancora molto da scoprire dietro quel mondo delle cave… ed è il motivo per cui ancora oggi, vi è molto da scavare… ma come vado solitamente ripetendo, se non s’inizia ad affrontare il problema, non si potrà mai giungere ad una sua definitiva soluzione…
E quindi… l’importante è aver iniziato!!!