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Carichi pendenti e casellari: l’altra faccia del successo in Sicilia!

Dott. Costanzo, buonasera.

Ho letto ieri sera il suo interessante articolo e ho deciso di scriverle per condividere una riflessione che, credo, possa ampliare il dibattito. Lei tocca un tema cruciale: il problema di questa terra non è più soltanto quello di denunciare, ma quello di far giungere le denunce nelle mani giuste, ammesso che ne esistano ancora di realmente affidabili.

Chi, come me, vive questa terra, percepisce ogni giorno il peso di un sistema che, lungi dal favorire la trasparenza e la legalità, sembra voler avvolgere tutto in una cortina di inefficienza e indifferenza. 

La White list, che dovrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose nelle imprese, rischia paradossalmente di includere chi di quell’odore non si è mai liberato. E non è solo la Prefettura a destare preoccupazione: anche la Procura, spesso, sembra restare in silenzio, lasciando che i nodi si stringano sempre di più attorno a una cittadinanza già sfiduciata.

Ma c’è un punto ancor più dolente: la percezione diffusa che, ormai, in pochi siano rimasti disposti a combattere. Quanti cittadini, davvero, sono pronti a fare la propria parte? Quanti, al contrario, scelgono la via più comoda: quella dell’indifferenza, o peggio, della complicità con un sistema corrotto e corruttivo?

Le attuali normative, anziché incentivare la denuncia, spesso agiscono come un muro scoraggiante.

Burocrazia interminabile, tempi infiniti per ottenere una giustizia che, troppo spesso, arriva tardi – ammesso che arrivi – e una società che sembra non saper distinguere più tra vittima e colpevole: tutto questo porta molti a ritrarsi, a desistere, a lasciar perdere.

Mi verrebbe da dire che in Sicilia, i carichi pendenti e i casellari giudiziari “positivi”, fanno curriculum!!!

A questo si aggiunge una desolante constatazione: troppi preferiscono non vedere, girarsi dall’altra parte, accettare quel compromesso che, seppur piccolo, contribuisce ad alimentare un sistema marcio. Il senso civico si svuota e il cittadino, che dovrebbe essere il pilastro della società, si trasforma in un ingranaggio di un meccanismo corrotto.

La domanda, allora, è una sola: possiamo ancora parlare di una speranza di riscatto per questa terra? Esistono ancora quelle “mani giuste” a cui affidare le nostre denunce? La risposta, forse, è sepolta nel coraggio di pochi che, nonostante tutto, continuano a combattere.

Questo è un richiamo, non solo a chi ha il potere di agire nelle istituzioni, ma a tutti noi: cittadini, professionisti, genitori. 

Recuperare il senso del dovere, ricostruire la fiducia, e soprattutto scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta – anche quando sembra non servire a nulla. Perché solo così possiamo sperare di riaccendere una scintilla in un contesto che sembra aver spento ogni luce.

Lettera firmata

RISPOSTA:
Gentile lettore, la ringrazio di cuore per il suo intervento. Le sue parole, lucide e incisive, non solo arricchiscono il dibattito, ma evidenziano con forza quei nodi critici che troppo spesso rimangono in ombra.

Condivido pienamente la sua analisi: il problema non è più solo denunciare, ma far sì che le denunce arrivino nelle mani giuste, in un contesto dove la sfiducia nelle istituzioni sembra aver scavato un solco sempre più profondo. La sua osservazione sulla White list e sulla latitanza della giustizia è un promemoria doloroso ma necessario: le norme, anziché proteggere, talvolta scoraggiano chi avrebbe il coraggio di esporsi.

Le sue riflessioni sull’indifferenza e sul senso civico sono un richiamo che dovremmo fare nostro ogni giorno. 

Non possiamo più permettere che l’abitudine al compromesso e la rassegnazione prendano il sopravvento.

Mi auguro che voci come la sua possano continuare a farsi sentire e, in qualche modo, ispirare altri a non arrendersi, perché solo con il contributo di cittadini come lei, come me, determinati e disposti a fare la propria parte, che possiamo sperare in un futuro diverso per questa terra.

Quindi, grazie ancora per aver condiviso nel mio blog questo suo pensiero.

Mi permetta di riprendere una sua frase che mi ha particolarmente colpito, quella sul “riaccendere una scintilla“. Da sempre, una riflessione accompagna il mio percorso di vita: chi, nel corso della sua vita, è riuscito ad accendere anche solo una luce, nell’ora più buia di qualcun altro, non è vissuto invano.

Concludo salutandola, con l’auspicio di ricevere presto altri suoi preziosi contributi.

Nicola Costanzo

A Catania cresce l’ombra delle aziende in “odor di mafia”: l’estorsione regna, la denuncia manca!!!

Il fenomeno delle aziende controllate dalla mafia è una realtà sempre più preoccupante nella nostra Sicilia, e in particolare a Catania. Un territorio dove il crimine organizzato non si limita più alle attività illecite tradizionali, ma penetra sempre più profondamente nel tessuto economico legale.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi dell’associazione artigiani e piccole imprese, il volume d’affari annuo delle mafie italiane si attesta attorno ai 40 miliardi di euro. Una cifra impressionante che collocherebbe l’industria del crimine al quarto posto in una ipotetica classifica nazionale, subito dopo colossi come Eni (93,7 miliardi), Enel (92,9 miliardi) e il Gestore dei servizi energetici (55,1 miliardi). Eppure, tale stima è ritenuta sottostimata, poiché non include i proventi derivanti dall’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.

Le attività criminali tradizionali, come il narcotraffico, il traffico di armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, l’usura e la prostituzione, continuano a generare profitti ingenti. A queste si aggiungono le infiltrazioni negli appalti pubblici e la gestione opaca delle aziende. 

In Sicilia, oltre 13.000 attività sono considerate a rischio di infiltrazione mafiosa. La situazione è allarmante: secondo recenti analisi, ben il 99% delle imprese locali risulterebbe in qualche modo controllato o condizionato dalle organizzazioni criminali. Chi non si adegua a questo sistema raramente riesce a operare, soprattutto nel settore pubblico o nei grandi appalti, spesso gestiti da “General contractor” legati a società del Nord Italia, ma comunque sotto l’egida mafiosa.

Controlli inefficaci e il fallimento della legalità formale.

Il sistema di controlli, incluso quello delle Prefetture (White list) si rivela inefficace. Basta analizzare le liste delle imprese coinvolte per scoprire come molte di queste, o i loro reali proprietari, abbiano alle spalle procedimenti penali o condanne. Nonostante ciò, queste aziende continuano a operare indisturbate, protette da una rete di connivenze e inefficienze. Si sottoscrivono Protocolli di legalità, si firmano accordi, ma tutto questo rimane sulla carta.

Nel frattempo, sotto gli occhi di tutti, prosperano sistemi fraudolenti resi possibili dalla complicità di funzionari pubblici disonesti. Questi, in cambio di mazzette, chiudono un occhio o facilitano pratiche illecite, garantendo così la perpetuazione del sistema mafioso.

Lavoro nero e violazione delle norme: l’altra faccia del problema.

Un altro aspetto cruciale è il dilagare del lavoro nero e delle pratiche irregolari. Nei cantieri e nelle aziende mancano spesso le minime condizioni di sicurezza, e i processi di qualità e rispetto per l’ambiente vengono sistematicamente ignorati. Tutto questo avviene con la tacita accettazione di una società ormai assuefatta alla corruzione e alla complicità diffusa.

La corruzione: il vero cancro della Sicilia.

Viviamo in una terra contaminata dalla corruzione sistemica, dove molti preferiscono chiudere entrambi gli occhi pur di ottenere un tornaconto personale: una raccomandazione, un posto di lavoro per un familiare, un favore da parte del politico di turno. 

In questo contesto, i valori della legalità e della dignità vengono calpestati, e chi cerca di denunciare o far emergere le verità scomode – come il sottoscritto – si ritrova ahimè isolato, criticato e persino intimidito (senza però ottenere alcun risultato concreto…).

La battaglia per la legalità deve continuare!!!

La situazione è complessa, ma non possiamo rassegnarci. La lotta contro l’illegalità passa anche attraverso la denuncia, la sensibilizzazione e la costruzione di una coscienza collettiva che non tolleri più compromessi. Solo con un impegno condiviso e coraggioso potremo sperare di cambiare davvero le cose.

Catania, come tutta la Sicilia, merita di essere liberata da questa piaga, ma sta a noi cittadini, ognuno nel proprio ruolo, fare la differenza e non cedere mai alla paura e ancor meno all’indifferenza generale.

Incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati.

Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso… 

E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr,  la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…

Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro abbia rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta determinando nelle varie “famiglie” una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia a cui fa riferimento, senza più mettersi di traverso o intralciare il business delle altre famiglie presenti nelle altre aree… 

In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra le parti, ma tutti comandano in egual maniera all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa di collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…

Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzati per pagare i costi della manovalanza e delle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province a cui fanno parte le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare le “dure” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni più “soft”, già… con  l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi negli appalti …

Non si tratta quindi epr come accadeva un tempo di imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza per quelle note Società monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo, sono realizzate a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata mafiosa nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti, ed allora ecco che si sono bypassati quei controlli del territorio con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’so indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione indiretta di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili a effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, hanno preferito rinuciare a quei lavori…

D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri numerosi appalti pubblici negli Enti Locali, sì… attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’l’infiltrazione, come ad esempio cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi d’infedeli funzionari pubblici e di tecnici: ove  nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…

Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso e le attività più significative e redditizie restano di fatto in mano alla criminalità ache se poi quest’ultime sono formalmente intestate o per meglio dire vengono gestite dalle solite “teste di legno” soggetti che agli occhi delle Prefetture risultano “puliti”; ma parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra” al fine d’infettare non solo il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a propri investimenti derivati dal riciclaggio di denaro…

Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor si sequestri, cambiano celermente riferimenti e a volte proprietà, affinchè quei programmati interventi, si dimostrano alla fine del tutto inutili!!!..

Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati… 

Ci sarà pure un modo per far si chè non si giunga sempre dopo anni (e aggiungerei tanti "danni"…) ai provvedimenti di sequestro e/o confisca???

Già… leggo costantemente (come peraltro ciascuno di voi…) delle indagini compiute dalle varie “Direzioni Investigativa Antimafia” e dei provvedimenti emessi dai vari Tribunali con i quali vengono disposti sequestri e/o confisce di patrimoni mobiliari e immobiliari a gruppi societari operanti nei più svariati settori imprenditoriali, ma ciò che non riesco a comprendere perché bisogna attendere anni e anni, quando basterebbe attendere la presentazione del primo bilancio nel quale viene evidenziata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria di quella Società con riferimento all’intero esercizio…  

Comprendere cioè in quali modi, taluni “anonimi” personaggi siano riusciti in pochi anni – senza evidenziare di possedere alcuna propria capacità talentuosa ad esempio a modello “Elon Musk” o anco più, non avendo alcun legame diretto con famiglie importanti e soprattutto ricchissime come ad esempio quella dei “Rothschild” –a diventare così milionari…

Viene spontaneo chiedersi, quali fattori hanno quindi determinato che questi individui siano riusciti ad arricchirsi? 

Certo può essere che la sorte abbia avuto un ruolo importante, già… più grande di quanto ci si aspettava, ad esempio si potrebbe aver vinto al superenalotto e invece di trasferirsi a Montecarlo e/o ai caraibi, preferibilmente nelle Antille Francesi per vivere in maniera lussuosa e agiata, si sia preferito sfruttare quel fortuna economica per investirla nella propria regione (con tutte le problematiche presenti che ben conosciamo…) oppure per far sì che si possa compiere qualcosa di caritatevole per i propri concittadini,  rendere così quel luogo di nascita, non solo migliore ma anche più giusto…

Ed allora perché attendere anni per scoprire quali intrecci siano stati compiuti per realizzate quelle attività (gestite solitamente dai propri familiari…) utilizzate come osserviamo nei settori esposti a maggior rischio di infiltrazione mafiosa – tanto da dover richiedere per poter operare quale requisito obbligatorio (attinente alla moralità dell’impresa) l’iscrizione in quella ben nota “white list“!!!

Ed allora permettetemi di riepologare; i clan delle organizzazione che comandano su una determinata regione e/o su un particolare territorio sono a conoscenza di tutti, si conoscono da sempre gli esponenti storici (e aggiungerei quanti loro “contrapposti”), i familiari, i parenti, gli affini, ma anche i nomi degli imprenditori affiliati, delle loro “teste di legno” che come si sa… si son prestati a quei rapporti fiduciari di collaborazione, ma si conoscono anche i professionisti esterni, già… gli stessi che in più una occasione si sono offerti in consulenze, solitamente per dare una mano allo svolgimento di quei traffici illeciti…

Ma la lista potrebbe continuare, già… inserendo una serie di soggetti che in maniera disgiunta e in quel precario equilibrio tra legalità e illegalità, opera (quando ufficialmente ingaggiati…) a far sì che quei loro clienti non vengano – causa accertamenti e/ ispezioni – danneggiati!!! 

Ed allora, senza volermi sostituire a molti miei amici – esperti contabili – posso dire comuque di possedere una minima conoscenza delle attuali normative fiscali e tributarie, tali da intuire ad una prima lettura dei bilanci societari (cui si sommano naturalmente i movimenti bancari e gestionali) a quali situazioni critiche essi sono carenti, mi riferisco a tutte quelle circostanze che vanno oltre l’ambito corretto della fiscalità e della gestione finanziaria…

Tra l’altro a conferma di quanto sopra, permettetemi di riallacciarmi ad una mio ultimo esposto presentato dopo un’attenta verifica gestionale, economica e patrimoniale, compiuta in un periodo di oltre tre anni; quest’ultimo ha difatti condotto gli investigatori della PG di Messina (di cui non posso che eloggiarne la professionalità…) a confermare quanto da me relazionato e soprattutto le indagini condotte hanno portato al rinvio a giudizio di quell’Amministratore, di cui a breve si attende l’ufficialità della sentenza!!! 

Comunque, tralasciando queste mie personali critiche, già… come ripeto spesso, l’importante – in un modo o in un altro – è giungere sempre ad una definzione della giustizia, sì… senza lasciare che tutto procedi per come in molti viceversa vorrebbero!!!

I controlli in Sicilia vengono compiutì a chi è in regola, viceversa chi non lo è, continua tranquillamente a operare nella totale illegalità!!!

E si… perché da quegli uffici istituzionali attendono sempre che ci sia qualcuno che si presenti a denunciare, altrimenti loro – da quelle comode sedie ben rfrigerate – non si muovono minimamente!!!

Mi dispiace, ma le cose vanno dette per come sono, senza alcuna ipocrisia, perché so bene come in questa regione, in particolare nel territorio della mia provincia che meglio di altri conosco alla perfezione, i controlli vengono svolti in modo saltuario e il più delle volte perché richiesti da coloro che pagano, sì… proprio da  quei “prenditori” (poichè certamente “imprenditori” non possono esser definiti, in quanto molti di essi sono eguali alla foto pubblicata…) che mensilmente alimentano la criminalità organizzata affinchè non si abbia – in quel loro settore – una leale concorrenza!!!

Ed allora ecco una serie di soggetti “venduti” che si offrono per quelle occasioni, già…non per svolgere il proprio incarico in maniera professionale e soprattutto leale, no… per offrirsi personalmente a compiere quei controlli dove non servono, dove si ha già una presenza di legalità e trasparenza, una sede di lavoro che prova a restare slegata da coercizioni e/o prevaricazioni, dove si preferisce subire per non piegarsi, e via discorrendo…

Eppure, quei dirigenti, quei funzionari, quegli uomini delle istituzioni ed anche ahimè alcuni uomini delle forze dell’ordine, cosa fanno, vanno lì – sì… dove “gentilmente” richiesto… per  controllare, mentre viceversa, dove dovrebbero esser indirizzare quelle (corrette) ispezioni, ecco che “inspiegabilmente” proprio questi soggetti si girano dall’altro lato e non vedono ( o dovre dire non vogliono vedere, già… siamo in presenza dell’elefante nella stanza…) quanto evidente a chiunque, sì… anche a noi cittadini!!!

Ma se provate a chiedete loro, beh… risponderanno sempre nella stessa maniera: ah… ma non sapevamo, nessuno ci aveva informato, ma perché non ci avete avvisato prima???

Ma per favore, anche i muli che passano da quell’area sanno cosa sta accadendo e questi soggetti, incaricati pubblici (in quanto da noi tutti retribuiti) dello Stato, dicono di non sapere…

La verità è che pensano di prendere per il culo, già…dimenticano quanto semplice possa esser sputtanare ciascuno di loro; già… lo si può fare innanzitutto pubblicamente, denunciandone il loro nome e cognome, la funzione e l’incarico che avrebbe dovuto svolgere all’interno di quel settore, il tutto accompagnato con un video su “Tik Tok“, seguito ovviamente da un esposto in Procura e chissà, anche a qualche associazione di legalità!!!

Perchè soltanto così si può levare questo letamaio dalla nostra terra, perchè i primi che debbono esser colpiti non sono i soliti criminali o i cosiddetti mafiosi, no… viceversa sono quei soggetti collusi – infidi e schifosi – che debbono essere evidenziati, in quanto mensilmente foraggiati da questi ultimi!!!

E’ dire che si sa tutto, ci sono le intercettazioni che dimostrano quanto sopra, eppure non si è in grado di eliminare questo marciume che fa sì che le imprese illegali operino attraverso una procedra di “white list” ridicola, viceversa, chi fa di tutto per seguire correttamente i principi di legalità, si ritrova incredibilmente “uomini dello stato” (con la “u” e la “s” minuscola – per come d’altronde sono loro come individui….) che fanno di tutto per provare ad ostacolarli!!!

Ecco perché mi permetto di consigliare alcuni di quei Responsabili e/o Dirigernti (ancora leali) di darsi una mossa, poiché a breve alcuni nomi di quei loro sottoposti  – per come mi è stato anticipato dai miei lettori – potrebbero finire a giorni sulle pagine di “Tik Tok“, con ripercussioni certamente negative nei confronti di quegli uffici da loro diretti che riceverebbeo giudizi da parte dell’opinione pubblica non certo degni di nota!!!

Infiltrazioni mafiose e imprenditoria, camminano a doppio binario!!!

Sì… L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti pubblici, in particolare nel settore ferroviario che risulta essere in questo periodo, a causa dei miliardi di euro destinati per i lavori di ammodernamento delle sue infrastrutture, tra quelli presi maggiormente di mira… 
Si certo, si prova a contrastare quella penetrazione malavitosa attrraverso tutta una una serie di controlli, a iniziarsi dal protocollo di legalità, che però di fatto, come si dice “trova il tempo che trova“, infatti, basterebbe osservare con quanta superficialità vengono concesse dalle Prefetture a talune imprese, certamente “affiliate”, quell’iscrizione alla “Withe List” per poter operare negli appalti pubblici!!!
E difatti, tutte le attività maggiormente al rischio di infiltrazione mafiose, sono proprio quelle che, in questo preciso momento in cui scrivo, sono fortemente controllate dalla mafia:

Mi riferisco in particolare alle seguenti tipologie: 
 – estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
– confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
– noli a freddo di macchinari;
– fornitura di ferro lavorato;
– noli a caldo;
– autotrasporti per conto di terzi;
– guardiania dei cantieri;
– servizi funerari e cimiteriali;
– ristorazione, gestione delle mense e catering;
– servizi ambientali, comprese le attività di raccolta, di trasporto nazionale e transfrontaliero, anche per conto di terzi, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.

E difatti basterebbe a quegli apparati istituzionali di controllo – invece di restare seduti in quei loro comodi uffici e fermarsi a quell’abituale verifica cartacea dei documenti richiesti –  recarsi in una di queste sede operative per accertare realmente quanto puntualmente accade in quei luoghi.

Già… perché vorrei ricordare che per essere iscritti nell’elenco della “white list”, le imprese devono semplicemente presentare un’apposita istanza alla Prefettura di appartenenza, ossia ove l’impresa ha la propria sede legale ed allegare quindi una dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio ed alcune autocertificazioni rese da ciascun soggetto di cui all’art. 85 del D.lgs. 159/2011, nonché ai familiari conviventi e quindi fatto quanto sopra, si attende la comunicazione delle Prefettura…
Que “Protocollo di Legalità” avrebbe un senso se realmente si vigilasse su quegli appalti pubblici, già… nel pieno rispetto del diritto, ma posso assicurarvi che non è così, perché il livello di efficacia di quell’attività di prevenzione ai fini antimafia, resta per questa terra – secondo il sottoscritto – inconcludente, perché chi doveva infiltrasi (e le modalità per farlo sono talmente banali che anche un bambino resterebbe sorpreso…) è riuscito finora a farlo, grazie alla presentazione di scartoffie amministrative, perché poi a nessuno interessa andar oltre, forse perché debbo credere con quel sistema illegale si trae successivamente un qualche personale beneficio…
D’altronde ditemi, quante sono le denunce presentate dai legali rappresentanti d’imprese che operano in quegli appalti, che hanno di fatto segnalato alle Prefetture eventuali tentativi di condizionamento criminale??? 
Sono certo d’indovinare la risposta e credo anche voi, a dimostrazione quindi che quanto previsto dalla normativa vigente in verifica, monitoraggio, controlli e prevenzione d’interferenze illecite a scopo corruttivo (non solo per l’affidatario ma anche che per tutte le imprese che compongono la filiera) sono di solitamente inutili!!!
Ma d’altronde chi dovrebbe contrastare quel sistema criminale???
Forse state pensando a chi viene foraggiato dallo stesso??? Mi riferisco a quanti per la propria campagna elettorale fanno scambio di voto oppure a chi per ottenere a fine mese una mazzetta si gira dall’altro lato, ed ancora c’è chi per favorire quel sistema, richiede (cortesemente) a quegli imprenditori “affiliati” un posto di lavoro, si… per un proprio familiare, d’altronde: senza quella personale “raccomandazione”, dove dovrebbero andare tutti questi individui inservibili e professionalmente incompetenti???
E difatti, provate a collegarvi in taluni siti web di note società che stanno operando in questi anni nella nostra provincia di Catania, non sto qui a farvi l’elenco, ma potrei tranquillamente farlo… d’altronde le conosco tutte, una per una, consorzi con una bella grafica e con al loro interno un pagina denominata “LAVORA CON NOI”!!! 
Provate a cliccarla, l’ultimo aggiornamento del sito riporta l’anno 2019, sì… vi prendono per il culo e se inviate la vostra candidatura nessuno risponde, perché quei posti sono già assegnati ai familiari di quanti sono legati a “doppio binario” con quel sistema illegale: politici, dirigenti, funzionari, addetti agli uffici pubblici e ahimè, anche soggetti delle forze dell’ordine!!!

Basti d’altronde fare una semplice verifica per accertare in pochi minuti quanto sopra riportato, l’importante è proteggere quel sistema che fa in modo che tutti indistintamente (nel corso di quei lavori) svolgano il proprio compito, affinchè non insorgano mai problemi, ma specialmente quando quest’ultimi dovessero emergere, ecco che ciascuno di loro dovrà immediatamente scattare e fare in modo che tutto venga risolto in mariena celere e soprattutto in modo celato!!!  

L’ombra della guardiania: un mondo sommerso che sopravvive grazie ad un inefficace controllo istituzionale!

Ho letto ieri un articolo interessante https://livesicilia.it/catania-etna-guardiania-inchiesta/ sui segni di vernice e le modalità di guardiania in alcuni comuni del mia città etnea…

Ingegnosi quei segni di vernice “spray” colorati apposti davanti alcune proprietà affinché venisse identificata (a chi di dovere…) l’attività di guardiania di alcuni terreni e immobili ricadenti in quell’area “protetta”!!!

La guardiania in generale costituisce da sempre un grave problema, in quanto risulta difficile dimostrarne l’effettiva attuazione, anche perché non sempre vi è la presenza in luogo di quei soggetti incaricati, che viceversa operano stando a distanza, ma controllando l’area anche attraverso nuovi e sofisticati metodi tecnologici…  

Ma ciò che più mi ha stupito in questi lunghi anni d’esperienza, non è tanto la guardiania sopra riportata, che naturalmente come dicevo sopra certamente costituisce un grave problema, ma quest’ultima in fondo non possiede quel carattere di ufficialità richiesto viceversa in altri ambiti, in particolare nel pubblico, mi riferisco a tutte quelle società che operano economicamente negli appalti e che devono obbligatoriamente – ai fini di mantenere la validità dell’iscrizione nelle “white list” – inoltrare un’apposita comunicazione alla prefettura competente (art. 5, comma 1)!!!

Ecco forse è tutto qui il problema, difatti, già… se la Prefettura non attendesse di verificare a campione quelle condizioni richieste (o quelle di permanenza dell’impresa già iscritta nell’elenco), forse si renderebbe conto come il più delle volte quell’obbligo è stato disatteso!!!

Ma d’altronde perché far ciò, già… se tutto andasse secondo le regole il nostro sarebbe un Paese perfetto, ma comprenderete come nei casi in cui fosse accertata l’insussistenza di quelle condizioni richieste, si dovrebbe immediatamente disporre – nel rispetto di quanto stabilito dell’art. 10/bis della legge 241/90 – la cancellazione dall’elenco, dandone comunicazione non solo all’impresa, ma anche al Committente affidatario di quegli appalti e sì… perché ciò che nessuno dice, è che proprio questi ultimi dovrebbero effettuare quei necessari controlli, mentre viceversa con le loro azioni dimostrano di fottersene, chissà… forse chissà debbo pensare che sono altrettanto collusi con quel sistema clientelare che preferisce proteggere invece che evidenziare i problemi…

Già… qualcuno di quei referenti dimentica che l’iscrizione nella cosiddetta “white list” non sia una semplice dichiarazione del caz…, ma essa è equipollente ad una informazione antimafia liberatoria, in particolare nello svolgimento di quelle attività per le quali essa è stata disposta!!!

Infatti l’iscrizione in quell’elenco costituisce la modalità obbligatoria attraverso la quale viene acquisita la documentazione antimafia nei confronti delle imprese che operano nei settori più permeabili alle organizzazioni criminali ed è soggetta alle seguenti condizioni: assenza di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs. 6 settembre 2011, n. 159 (Codice Antimafia); assenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa di cui all’art. 84, comma 3, del Codice Antimafia.

Ecco, sono questi i motivi per cui il servizio di guardiania non può essere erogato da soggetti che non sono in possesso della prescritta licenza (ai sensi dell’art. 134 T.U.L.P.S.); viceversa per tutti quei soggetti non censiti nella Banca dati nazionali unica o inseriti nell’Elenco dei richiedenti l’iscrizione nella “white list”, si osserva l’obbligo di consultazione disposto dall’articolo 92 commi 2 e 3 del Codice antimafia, dal quale decorrono i termini alla cui scadenza la stazione appaltante sarà legittimata a procedere alla conclusione e/o approvazione degli strumenti contrattuali, fatte salve le clausole di legge previste in caso di successivo diniego all’iscrizione…

Draghi rivolge le sue attenzioni al SUD, la politica s’interessa con convegni al SUD, quante cazzate… la verità è che si stanno preparando per le prossime elezioni e per dar alle imprese del Nord i soldi del PNRR!!!

Il 5 maggio 2021 è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea dal titolo “Italia domani” dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali.

Sono decine e decine di miliardi, poco più di 82 miliardi dei 206 miliardi per opere “territorializzabili” del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che saranno destinati al Sud. 

Ora ditemi, con tutti quei miliardi a disposizione la politica poteva stare a guardare???

Ma per favore… sono anni che questo nostro Mezzogiorno viene sfruttato, prima per le sue risorse, poi per aver favorito le imprese del nord (meglio conosciute come “General contractor”), ed ora pensate forse che non staranno pensando a come riprendersi i fondi concessi dall’Unione Europea destinati al Sud???

Il destino del nostro Mezzogiorno resterà sempre lo stesso e mi sono rotto di sentire sempre le stesse cazzate, in particolare quelle di voler colmare il divario storico che ha reso ricco solo una parte del paese, per l’appunto il NORD!!!

Peraltro ora ci si mette anche il nostro Presidente Draghi – che di sfaceli ne sta compiendo uno dietro l’altro (speriamo tra l’altro solo che qualcuno lo fermi da quei suoi celati propositi “militari”, che vorrebbero condurci ad uno scontro economico/finanziario contro Putin e la Russia…) che ora punta a soddisfare i bisogni di quei suoi amici banchieri e industriali del Nord, sfruttando le risorse messe in campo dal Pnrr ed annunciando – quasi fosse una novità – la grave questione meridionale…

Egli parla di sfida, di drammatica arretratezza, di insufficienza di professionalità delle pubbliche amministrazioni del Sud, di quella sua burocrazia e soprattutto di far far fronte agli adempimenti che le procedure europee del Pnrr impongono quale condizione per impegnare i fondi del Recovery, minacciando il rischio che quelle somme, se non utilizzate, dovranno essere restituite a Bruxelles!!!

E la nostra politica cosa fa??? Nulla… i nostri attuali referenti stanno lì ad ascoltare come imbambolati o dovrei dire come dei cagnolini, scodinzolando la coda dinnanzi a quel loro nuovo padrone, d’altronde per loro l’importante è riuscire a  raccogliere qualche briciola gettata!!!

Ci raccontano che la nostra burocrazia è impreparata ad affrontare questa sfida, che abbiamo bisogno di nuove figure professionali e di imprese capaci di risollevare lo Sviluppo del Mezzogiorno, perché quelle che abbiamo sono totalmente inadatte e soprattutto legate quasi tutte alla criminalità organizzata…

Non so perché, ma dopo tutte queste dichiarazioni, mi aspetto a breve un considerevole inasprimento della magistratura attraverso azioni giudiziarie nei confronti di parecchie imprese, attraverso provvedimenti interdittivi, sequestri e confische, perché l’ordine che a breve il Governo nazionale emanerà sarà quello di fare “epurazione“, una totale pulizia che consenta di  bloccare le più importanti imprese meridionali per far appaltare così le opere alle imprese amiche del Nord, sottomettendo quelle del Sud…  

Vedrete, da un lato i miliardi giungeranno, ma per i meridionali questi saranno soltanto un miraggio, perché a beneficiarne saranno altri, al Sud, come dicevo sopra, resteranno soltanto le briciole, qualche subappalto a prezzo stracciato e vedrete come alla fine, la maggior parte delle nostre imprese a seguito di quei lavori si ritroveranno fallite o fuori da quegli appalti a seguito di procedimenti legali, che è d’altronde quanto già sta accadendo in parecchi di quei lavori in corso e di cui nessuno parla!!! 

Ai nostro politici e/o sindacati conviene questo silenzio, d’altronde quanto verrà compiuto servirà a farli stare buoni, verrà loro concesso d’inserire in quei lavori un po’ di familiari, parenti e amici raccomandati, che poi si sa, faranno comodo successivamente quando verranno richiamati a quel voto i obbedienza, già… al momento delle elezioni!!!

Analoga situazione per le associazioni criminali, esse attraverso quegli appalti proveranno ad infiltrarsi con quelle proprie imprese pseudo “cristalline”, attraverso l’estrazione e la fornitura di materiali inerti, il confezionamento, la fornitura e il trasporto di calcestruzzo e di bitume, ed ancora, noli a freddo e/o a caldo di macchinari o attrezzature, fornitura di ferro lavorato e tutti quei servizi ambientali comprese le attività di raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi, ad esempio vedasi gli autotrasporti per conto di terzi e per concludere la guardiania dei cantieri, tutte attività che sappiamo essere maggiormente esposte a rischio di infiltrazioni mafiosa ma che vengono “verificate” attraverso una irrisoria iscrizione alla White List, solitamente bypassata attraverso disarmanti modalità (che ho più volte spiegato in molti miei precedenti post…)!!!       

Vedrete la politica di governo nazionale e le imprese del Nord stanno puntando al nostro mercato interno, in quanto trovano ora nel Sud un loro utile punto di riferimento, sì… una condizione estremamente funzionale, perché garantisce – per come sopra riportato – reciproca soddisfazione a tutte le componenti sociali del paese…

Poveri noi… si perché vedrete, alla fine, sempre poveri rimarremo!!!

Ho come l’impressione che vi sia qualcosa d’anomalo in talune aggiudicazioni!!!

Già… come ho riportato nel mio titolo, basti osservare l’alta frequenza con cui alcune imprese si aggiudicano gli appalti!!!

Partiamo dall’inizio… 

Questo è un periodo professionale alquanto particolare, sia per quanto sta accadendo a causa dell’emergenza sanitaria, che mi ha portato ad occuparmi oltre che di contabilità lavori e sicurezza sui luoghi di lavoro, anche all’analisi delle aggiudicazioni in particolari catg. di lavori pubblici da realizzarsi nella nostra regione e ciò che vado scoprendo è veramente assurdo…

Certo, mi dispiace dover notare talune circostanza assurde, tra l’altro, così palesemente evidenziate che mi meraviglio che non siano attenzionate da chi dovrebbe farlo!!!

Già, perché non bisogna essere presidenti di una qualche Autorità di anticorruzione od un suo diretto funzionario per comprendere come in taluni Enti, le procedure messe in atto, nello specifico le loro aggiudicazioni, non siano propriamente chiare, come la casualità con cui alcune imprese, a differenza di altre, si aggiudicano quei lavori…

Mi riferisco in particolare a quella loro ciclicità, sì… a quell’alta probabilità con cui costantemente queste imprese a differenza di altre, da sole, in ATI, oppure celate dietro il paravento di un consorzio stabile, gareggiano a quegli appalti,  ma non solo, si aggiudicano i lavori quasi fossero favoriti baciati dalla dea bendata…

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una semplice coincidenza o che la fortuna centri poco e che non bisogna dar credito a situazioni ambigue ove queste non esistono…

Sì… quanto sopra è vero, ma per chi non lo sapesse, nel solo triennio 2016-2019 sono stati evidenziati in quegli enti pubblici, ben 61 episodi di corruzione e mancano ancora i dati ufficiali dell’anno appena trascorso…

Peraltro, indovinate un po’: la nostra regione è la prima in episodi di corruzione con 28 casi!!!

Certo il 2020 (a causa del Covid-19) ha fortemente limitato il settore dei lavori pubblici e di conseguenza anche quei fenomeni di corruzione che attraverso esso si esplicano, comunque dai dati analizzati emerge che il settore più a rischio si conferma essere quello legato ai lavori dell’Allegato I, per le attività di cui all’articolo 3, comma 7…

Costruzioni in genere, la demolizione di edifici e di altre strutture, lo sgombero dei cantieri edili, il movimento terra attraverso scavo, riporto, spianamento e raspatura dei cantieri edili, scavo di trincee, rimozione di roccia, abbattimento con esplosivo, ecc. ed ancora, rimozione dei materiali di sterro ed altri lavori di sistemazione di terreni, preparazione di aree di cava per siti minerari, seguono drenaggio di cantieri edili e di terreni agricoli (o forestali), tutti settori che come comprenderete rappresentano soltanto una parte di quei settori a rischio, tra cui, alcuni di essi inseriti in quelle attività imprenditoriali considerate a più a rischio per quanto riguarda le infiltrazioni di carattere mafioso e di conseguenza obbligati a presentare domanda di iscrizione alla Prefettura competente, per esser quindi inserite presso l’elenco prefettizio (white-list) e poter esercitare così la propria attività…

Ma d’altronde si sa… la “sezione F” è parecchio ampia visto che comprende i lavori generali di costruzione di edifici e di ingegneria civile, come ponti (inclusi quelli per autostrade sopraelevate), viadotti, gallerie e sottopassaggi, condotte, linee di comunicazione ed elettriche per grandi distanze e urbane ed anche il montaggio e l’installazione in loco di opere prefabbricate….

Va aggiunto inoltre che a quel comparto è legato anche il ciclo dei rifiuti (raccolta, trasporto, gestione, conferimento in discarica) che ha fatto emergere ben 33 casi (il 22% del totale…)!!!

Poi come noto – causa emergenza sanitaria – è stato sottoposto a verifica tutto il comparto sanitario, dagli appalti per le forniture di farmaci, alle apparecchiature mediche e strumenti medicali, per finire con i servizi di lava-nolo e pulizia…

Va detto altresì che le vicende corruttive, oltre a quelle compiute negli appalti di cui sopra, hanno visto anche il coinvolgimento in quelle in cui gli importi sono di gran lunga inferiori, in quanto fanno riferimento a quei cosiddetti affidamenti diretti, dove l’esecutore viene scelto “discrezionalmente” ( è bellissima questa parola, sì… in particolare da noi) dall’amministrazione…

Per cui se andiamo ad analizzare ciò che avviene nelle aggiudicazioni, possiamo concludere dicendo che, accade spesso come si registra una strategia diversificata a seconda del valore dell’appalto: ad esempio, per quelli di importo particolarmente elevato, prevalgono i meccanismi di turnazione fra le aziende con veri e propri cartelli (resi evidenti anche dai ribassi minimi rispetto alla base d’asta, molto al di sotto della media); per le commesse di minore entità si assiste invece al coinvolgimento e al condizionamento dei livelli bassi dell’amministrazione (ad es. il direttore dei lavori) per intervenire anche solo a livello di svolgimento dell’attività appaltata…

A seguire quindi possiamo osservare dall’analisi compiuta di come, a seconda la tipologia degli appalti, segue una specifica correlazione dei soggetti coinvolti, in primis i Comuni o per  meglio dire alcuni suoi referenti, che ottengono attraverso queste aggiudicazioni o anche durante l’esecuzione degli stessi, delle contropartite… 

Sì… in denaro, assunzioni di familiari e/o parenti, prestazioni professionali, regalie e quant’altro, mentre viceversa, le imprese (singole o in società partecipate), possono – grazie a quella (acquistata) disponibilità – alterare la qualità e la quantità delle forniture previste, chiedere varianti, ed anche, espletare in maniera insufficiente la sicurezza prevista…

Già… basterebbe semplicemente modificare o per meglio dire “blindare” tutte quelle procedure cartacee, verificando – viceversa – le reali capacità tecniche/organizzative/personali di quelle imprese, per scoprire, innanzitutto, quasi fosse una caccia al tesoro, quelle loro sedi legali, per poi comprendere in maniera esplicita, di come queste imprese non siano in grado neppure di riparare la tapparella dell’abitazione di mia nonna!!!

White list: Ricordo male o tra i settori a rischio d’infiltrazioni mafiose vi è anche il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti???

Ho l’impressione di ripetermi… ma d’altronde se le circostanza si reiterano in maniera così costante qualche dubbio è spontaneo che sorga, come peraltro pensare “malignamente” che il tipo di procedura fin qui adottata dagli organi di controllo, non adempia perfettamente alla prevenzione per cui – dai legislatori – era stata concepita… 
Certo… mi dispiace dover manifestare questa presumibile “falla“, ma d’altronde i fatti di questi mesi e quanto occorso ancora oggi, dimostrano ahimè quanto sopra e forse è meglio che qualcuno inizi a prendere i necessari provvedimenti!!!  

E sì… perché l’impressione che se ne ricava, parlo da semplice cittadino – ovviamente potrei anche entrare nei meriti in qualità di tecnico, ma è meglio in questa sede che lasci perdere – è quella di dover evidenziare da un lato l’iscrizione alla White List, che permette a talune imprese di velocizzare il rilascio di provvedimenti per gli appalti pubblici, forniture di beni e servizi, finanziamenti e autorizzazione inizio attività, sottesi alla richiesta della comunicazione e informazione antimafia, ma dall’altro, sembra  che ottenuta quella necessaria autorizzazione, non si concretizzarsi nei fatti quanto si sperava, forse perché nessuno di quei funzionari, addetti ai controlli, si adoperi successivamente nel verificare se nel corso degli anni, quei requisiti antimafia rilasciati siano rimasti inalterati o validi… parlo ovviamente sotto l’aspetto pratico (le carte si sa… possono essere state “preparate” sin dalla presentazione per lo scopo voluto e rimanere così inalterate negli anni…), in particolare è fondamentale comprendere se le condizioni di quei luoghi, continuino a preservare quella necessaria idoneità, per cui proprio a suo tempo, era stata rilasciata l’autorizzazione…
D’altronde ricordiamo che trattasi d’interventi particolari, visto che queste imprese, operano in settori esposti ai gravi rischi di infiltrazione mafiosa!!!
Il fatto quindi che soltanto a fine dodicesimo mese si dovrà richiedere il rinnovo dell’iscrizione… non esonera certamente chi durante l’anno, è addetto a quei controlli!!!
Ora qualcuno verrà a dirmi, ma i controlli vengono effettuati!!!
Ed allora vorrei spiegato com’è possibile che in pochi giorni, due tra le più grosse società di operanti nel campo del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, siano finite sotto la lente dell’autorità giudiziaria!!!
Comunque toccando la notizia in maniera marginale – d’altronde come ripeto spesso potete ricercare in altri siti web più specializzati le notizia di cronaca e di conseguenza i relativi provvedimenti messi in atto dalle Procure e dalle forze dell’ordine, i nomi degli arrestati e i reati contestati – ciò che m’interessa evidenziare è quel giro di mazzette che come si vede, coinvolgono sempre dirigenti pubblici, i quali ovviamente vengono corrotti da quei soliti “prenditori”!!!
Tutti sanno come la criminalità organizzata di stampo mafioso abbia per quel cosiddetto “ciclo dei rifiuti” un interesse particolare… d’altronde sono anni che se ne parla, sin dal lontano sversamento di liquami nella terra dei fuochi,  ed oggi, siamo ancora qui a parlar “dell’acqua calda“!!!
Cosa aggiungere… per fortuna che vi è ancora la “giustizia”, essa rappresenta ormai l’ultimo nostro baluardo, vero e proprio asilo morale e santuario di questa nostra società infetta: vederla circondata d’immondizia è per me motivo d’indignazione che si rinnova ogni istante!!! 

Expo… in odor di mafia!!!

Ad oggi, le imprese escluse dai lavori dell’Expo, per infiltrazioni criminali, sono ben 68!!!
La prefettura di Milano ha disposto le cosiddette “interdittive” avendo verificato ben 368 aziende…
Quindi se si prova a fare due conti…, vedrete che quelle che non possedevano i requisiti di legalità sono più del 10% sul totale… e cioè che che le infiltrazioni mafiose hanno coinvolto circa una ditta sulle 9 tra quelle impegnate nei lavori dell’Esposizione Universale di Milano. 
Società che erano già state ammesse nelle cosiddette “white list”, ma che successivamente sono state escluse… in particolare, per aver utilizzato mezzi d’opera non in regola poiché utilizzavano targhe clonate. 
Il sistema prevedeva, l’utilizzo di subappaltare i lavori a società poco “limpide” che per ingannare i controlli, utilizzavano targhe clonate (preventivamente autorizzate ) in automezzi diversi da quelli verificati…
Un altro caso ha visto l’allontanamento di una società amministrata dalla moglie, il cui marito era stato sottoposto ad interdizione per traffico internazionale di droga; la società è stata espulsa dai lavori, in quanto si è dimostrato che i movimenti economici, servivano per il mantenimento del familiare e delle spese legali necessarie…
Da un’ulteriore controllo, si è scoperto che un’altra impresa di Crotone, utilizzava esclusivamente personale originario della cittadina calabrese, che di fatto non costituisce di per se un problema… se non fosse che dagli accertamenti è emerso che, molti di essi erano pregiudicati o ancora peggio, legati ad associazioni malavitose…
Stessa situazione si è poi ripetuta per molte aziende a conduzione familiare, amministrate da prestanomi o parenti incensurati…
E’ dire che il nostro paese, aveva convinto gli investitori stranieri, a puntare su quest’investimento… dichiarando che l’evento, sarebbe stato “mafia free“… 
Non vorrei comunque, che proprio questo modo “delicato” d’intendere la mafia è cioè in quel modo del tutto “libero”, ha permesso che quanto oggi scoperto, derivi proprio da quel modo “inconsistente” di fare i controlli… e che consente ad ogni occasione, certi cosiddetti “imprenditori”, di continuare ad operare in quelle grandi opere, permettendo – grazie ad uno Stato disimpegnato – di utilizzare quei soldi pubblici, che vanno non solo a ripulire, ma soprattutto a saziare, le casse di tutte quelle associazioni criminali, che di fatto, sin dall’inizio si volevano ( a parole ) contrastare!!!