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Mentre da noi si parla da anni del "Ponte sullo stretto", in Romania un’impresa italiana ha inaugurato il ponte di Braila!!!
Se alcuni anni fa mi avessero detto che i politici in Romania fossero più competenti dei nostri, credetemi… non avrei avuto alcun dubbio, d’altronde non ci voleva una grande intelligenza per comprenderne l’evidenza…
Ma che poi quei governanti, fossero – dopo anni vissuti sotto un regime dittatoriale d’ispirazione comunista e di conseguenza costretti a convivere con metodologie coercitive e soprattutto con inquadramenti professionali che lasciavano poca libertà alla creazione o alla promozione di quelle eccellenze personali, beh… se questi di oggi, sono ora i figli di quei politici, hanno dimostrato di averne fatta strada… non solo per aver dimostrato di essere più validi dei nostri ( ma come riportavo sopra, per quello bastava poco…) , ma certamente nell’esser più celeri nel saper comprendere cosa fossa bene realizzare per il proprio paese e cosa no!!!
E quindi, mentre da noi si discute e si continua a discutere su un ponte da oltre trent’anni, in altri paesi le stesse imprese italiane che qui vengono limitate in quelle loro capacità infrastrutturale, realizzano nel mondo, opere ingegneristiche tra le più importanti…
Un esempio è il ponte sul Danubio “Braila”, inaugurato pochi giorni fa: rappresenta il secondo ponte sospeso più lungo d’Europa ha testimonianza di quanto dicevo sopra e cioè che l’eccellenza italiana nel campo delle infrastrutture viene premiata ovunque!!!
Il progetto tra l’altro è stato finanziato dall’Unione Europea con un investimento di 363 milioni di euro provenienti dalla politica di coesione ed è stato realizzato da “Webuild” in joint venture…
Il ponte tecnologicamente avanzato, presenta un sistema di monitoraggio strutturale che controlla in maniera costante le condizioni strutturali dell’opera, attraverso l’installazione di una rete di distribuzione di sensori che permette di raccogliere dati in tempo reale le cui informazioni sono necessarie per il mantenimento dell’integrità strutturale…
Con questo sistema di monitoraggio è possibile infatti rilevare anomalie e danni e quindi effettuare una stima della durata dei componenti strutturali principali e di quegli elementi sottoposti a criticità.
Cosa dire… lo scorso anno avevo scritto: “Presidente Meloni, affidi a “Webuild” la realizzazione del Ponte sullo stretto: forse finalmente l’opera verrà realizzata!!!” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/11/presidente-meloni-affidi-webuild-la.html ed ora vorrei chiedere nuovamente a quel nostro presidente del Governo: perché invece di perdere tempo in chiacchere sterili, non si comincia a fare finalmente sul serio???
Ma – conoscendo bene i miei connazionali al governo – sono certo di poter affermare che passeranno altre 3 legislature, prima di poter vedere forse qualcosa realizzarsi e la circostanza peggiore non è soltanto quella di dover sentire nei prossimi 15/20 anni ancora cazz…, in particolare su questo nostro ponte sullo stretto, ma anche vedere affrontare temi e argomenti così banali, con i quali ogni giorno siamo costretti a convivere!!!
Raddoppio ferroviario Bicocca-Catenanuova sotto attacco: Incendiati nella notte due escavatori della Società "TS" !!!
Comprenderete quindi come a quel tavolo così importante, sono in molti a voler stare seduti…
Il cantiere, in corso dal 2018, prevede un tratto da Catania Bicocca-Catenanuova e di pochi giorni l’annuncio che fino al primo trimestre del 2025 i treni fermeranno a Dittaino e da lì, proseguiranno con i bus.
Tra l’altro va detto che qualcuno, tra i docenti Universitario di Trasporti e Infrastrutture, aveva a suo tempo definito l’opera in corso “una finta alta velocità”, poiché per percorrere quel tratto ferroviario, poco meno di 200 km, s’impiegheranno all’incirca 2 ore, quando viceversa in altri percorsi analoghi nazionali, per percorrere gli stessi chilometri, s’impiega meno di un’ora!!!
Si dovrebbe aprire anche una discussione sui fondi per la copertura finanziaria, oggi sostituiti da quelli più noti “Eu”, meglio conosciuti come “Fondi PNRR”, con tutte le ripercussioni che quella loro gestione comporta: basti rileggersi tutti i post che in questi mesi ho scritto su di essi…
Comunque, parliamo dei fatti gravi accaduti in queste ore e cioè dell’incendio doloso effettuato nei confronti della società “TS”, un’impresa che negli ultimi anni sta realizzando grossi interventi nella regione, tra cui per l’appunto una parte in subappalto del cantiere in oggetto, ma non solo, ho saputo che la stessa, si sta diversificando, attraverso l’apertura di nuove attività, precisamente nelle località di Sigonella, Enna e Castel di Iudica…
Indubbiamente da inizio anno, qualcosa in questa nostra regione sta accadendo, vedasi le nuova recrudescenze compiute per le strade in particolare in quei quartieri periferici, che alimentano i numeri già impietosi che hanno in questi anni evidenziato, come sia la criminalità a farla da padrona; difatti, secondo il crime index, Catania risulta essere la città siciliana più pericolosa!!!
Se poi a questo stato di cose si somma la criminalità organizzata che di fatto impedisce a quelle esigue imprese “serie” ( perché credetemi… quelle “legali” e non quindi affiliate, in questo preciso momento si contano sulle punta delle dita…) di poter continuare la propria attività in questa loro terra, ecco vorrei chiedervi: a cosa serve restare qui, quando in qualunque altro posto si può vivere sereni, ma soprattutto si potrà riservare un futuro migliore ai propri discendenti???
Ponte sullo stretto di Messina: i cinesi lo realizzerebbero subito, ma qualcuno viceversa preferirebbe metterci le mani…
“Abbiamo l’esperienza e le competenze giuste per realizzare l’opera”!!!
Con queste parole, Pei Minshan, deputy della società GM, terzo big mondiale in campo di costruzione di Ponti, ha deciso di scendere in campo!!!
Una società con un portfolio importante, attualmente impegnata nella costruzione del ponte sul mare da 54,7 chilometri per collegare Hong Kong e Macao.
La China Communications Construction Company (CCCC) è una società nata dalla fusione di China Harbor Engineering Company (CHEC) e China Road and Bridge Corporation (CRBC) con le gru di ZPMC e dopo il periodo del “Covid-19” ha ripreso pienamente la propria attività, in particolare con la realizzazione di ponti…
Un opera che abbiamo interesse di realizzare, utilizzando i più recenti standard tecnologici e di progettazione e costruzione, ma non solo, anche di sicurezza ed ambientali, speriamo quindi di poter utilizzare la nostra tecnologia già collaudata nella costruzione di altri ponti simili per contribuire a promuovere lo sviluppo economico e l’integrazione tra il Sud e il Nord dell’Italia.
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Certo, ciascuno di noi, un po’ forse per nazionalismo, vorremmo vedere l’opera realizzata da una nostra grande impresa, ad esempio come “WeBuild”, ma bisogna fare in modo che la sua realizzazione non duri più di quanto necessario – la progettazione esecutiva è prevista in 8 mesi, mentre il tempo necessario per la costruzione del ponte sarà di poco più di 6 anni – perché altrimenti ci ritroveremo con l’ennesima opera incompiuta di questo Paese, in un territorio che presenta già di suo, rischi idrogeologici e sismici…
Va altresì ricordato come altre opere – ancora fatiscenti o fortemente in ritardo – dovranno essere portate a compimento, mi riferisco a quelle di collegamento e di potenziamento della rete stradale e ferroviaria sui versanti siciliani e calabresi, cui vanno sommati gli innumerevoli interventi di riqualifica di quei territori…
Certo, il volano di crescita economica previsto a seguito della costruzione del ponte rappresenta qualcosa di importante, non solo per la mano d’opera coinvolta, ma anche per l’intero indotto, ma ciò non deve diventare – per come abitualmente accade bel nostro paese – motivo di baratto per le forze nostre forze politiche o per quei suoi referenti…
No… ciò che è importante è il benessere dell’Italia, senza i soliti sprechi, ruberie, favori, scambi di voto, speculazioni e tutto lo schifo che in queste circostanze si mette in atto, meccanismi illegali e criminalità organizzata che si sarà già messa in moto per non farsi scappare l’occasione d’oro, a cui va sommato il contributo dato dalla maggior parte dei miei corregionali, gli stessi d’altronde che continuano a favorire quel sistema illegale e che fanno finta di non saper quanto accade nel loro territorio…
Sono certo che se il ponte sullo stretto venisse iniziato dai cinesi, tra qualche anno sicuramente potremmo anche percorrerlo!!! Viceversa, se per come accade la nostra politica inizierà a discuterne, vedrete… il sottoscritto sarà passato a miglior vita e molti di coloro che oggi sono seduti lì a parlarne, saranno ancora lì ( se non loro, forse i loro figli…) a valutarne l’eventuale sua realizzazione!!!
Presidente Meloni, affidi a "Webuild" la realizzazione del Ponte sullo stretto: forse finalmente l’opera verrà realizzata!!!
Credo che sia giunto il tempo di finirla con le promesse, le critiche o le ironie compiute quotidianamente al “Ponte sullo stretto”…
Oggi, abbiamo la fortuna di avere una società capace di realizzare quell’infrastruttura, d’altronde parliamo della stessa impresa che sta compiendo attualmente un opera colossale in Romania, sì… il Ponte di Braila sul Danubio!!!
Due cavi portanti ancorati a una torre alta 180 metri su ciascuna sponda e formati da oltre 18.000 fili d’acciaio intrecciati, per un peso totale di 6.775 tonnellate e una lunghezza cumulata di circa 38.000 chilometri (quasi un giro completo attorno alla Terra).
Perché va detto, al tempo finora perduto per la sua mancata realizzazione, vanno sommati tutti gli introiti economici che sarebbero derivati dal pagamento dei pedaggi…
Ed ancora, come non ricordare gli appalti in corso dell’alta velocita e quindi la possibilità di effettuare il collegamento tra l’isola e la penisola in maniera celere su rotaie, un collegamento quest’ultimo che ormai rappresenta un servizio dimenticato, che impiega mediamente 2 ore e un quarto per effettuare quell’attraversata…
Presidente Meloni, nessuno di noi siciliani ritiene che la mobilità rappresenti – attraverso l’opera – la nostra prioritaria esigenza, no… mi creda, non si tratta di risparmiare l”ora di viaggio, a noi, ai turisti che giungono ogni giorno nell’isola o persino al trasporto di merci, no… la maggior parte di noi siciliani continuerà ad utilizzare le navi o ancor più gli aerei per spostarsi, ma è – e Lei – attraverso il partito che rappresenta – dovrebbe comprenderlo più di chiunque altro – quel senso profondo di distacco che da sempre abbiamo, già… quella mancata condizione di “continuità territoriale” che ci fa comprendere come la Sicilia (e noi siciliani…) non sia di fatto ancorata al resto del paese e ancor meno all’Europa!!!
WE Build: assolto Pietro Salini, ma restano le condanne per altri 7 imputati…
Naturalmente quanto viene proclamato nelle aule dei Tribunali (quando i giudici non vengono “comprati”, perché ahimè anche questo accade in questo nostro fragile Paese…), non può essere dibattuto, se non nuovamente nelle opportune sedi d’appello e cassazione…
Certo, leggere quotidianamente di come molti appalti vengano costantemente truccati, lascia molti di noi interdetti e amareggiati, in particolare quanti come il sottoscritto credono ancora in quei principi di legalità e correttezza morale, cui la maggior parte ormai dei cittadini da tempo non crede più…
Ed ecco quindi dover scoprire nuovamente come due pubblici ministeri, Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, abbiano chiesto la condanna per 27 imputati con l’accusa grave che molte delle gare aggiudicatesi erano state truccate…
Alla fine il processo per le presunte tangenti per la realizzazione del Terzo Valico, il raddoppio ferroviario tra la Liguria e Milano si è concluso con sette condanne e circa venti assoluzioni!!!
Tra le assoluzioni vi è anche quella dell’amministratore delegato di “WeBuild” Pietro Salini, per il quale erano stati chiesti 3 anni e cinque mesi per turbativa d’asta, mentre i giudici hanno condannato ad un anno e tre mesi l’imprenditore figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato – che è stato assolto – per turbativa d’asta e corruzione.
Dicono i legali degli accusati: “Dopo sette anni dalle prime misure cautelari, più di un anno di intercettazioni e tutte le gare d’appalto da rifare, la giustizia in cui non abbiamo smesso di confidare è riuscita a ristabilire la verità dei fatti, confermando l’insussistenza delle accuse e l’innocenza del mio assistito; la sentenza assolve tutti i dirigenti di Cociv e l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini da tutte le imputazioni per l’esecuzione delle gare ad evidenza pubblica. Condanna viceversa un ex dirigente e tre dipendenti per aver favorito alcune imprese, un fatto isolato, riconducibile ad interesse personale, contrario a quello del Consorzio, quanto alla condanna per corruzione dell’ingegnere imprenditore di cui sopra, rappresentano condotte estranee all’attività del Consorzio Cociv”.
Certo, se si pensa che ci sono voluti ben sei anni, da quando nel 2016 partirono i primi arresti che facevano riferimento a fatti accaduti nel lontano 2013 e che analizzavano il sistema con cui venivano smistati gli appalti da parte del general contractor – individuato dallo Stato per la realizzazione dell’opera di un valore superiore ai 6 miliardi e nei quali va ricordato come in quattro abbiano patteggiato le pene, non si può certo nascondere che nulla di grave sia in ogni caso accaduto…
Ovviamente, non dobbiamo meravigliarci, perché questa è la realtà dei fatti nel nostro Paese, con appalti che vengono abitualmente indirizzati ad imprese amiche, attraverso l’uso di meccanismi fuorvianti talmente semplici che ancora oggi mi sorprendo nel costatare come tutto ciò possa avvenire, tra l’altro sotto gli occhi di chi dovrebbe vigilare, ma che di fatto appartiene a quella “dannata” filiera che da tempo ahimè foraggia quel sistema illegale che vede la maggior parte di quei funzionari ormai corrotti e soprattutto compromessi da non poterne più uscire!!!
Ma come dobbiamo andare avanti quando nulla cambia e tutto resta così abietto e riprovevole…
Il consorzio "WeBuild-Fincantieri-Fincosit-Sidra" si ritira dalla gara per la nuova Diga foranea del porto di Genova!!!
Sembra secondo indiscrezioni che stanno circolando nell’ambiente portuale genovese, che anche l’altra cordata (consorzio Eteria Gavio-Caltagirone, Rcm e Acciona) sarebbe orientata a non presentare offerte per la realizzazione dell’infrastruttura, appalto che vale circa 930 milioni di euro.
Con una lettera inviata al presidente dell’Autorità di sistema portuale nonché commissario straordinario per la realizzazione della nuova diga foranea, Paolo Emilio Signorini, il consorzio “WeBuild-Fincantieri-Fincosit-Sidra” comunica di ritirarsi dalla gara, spiegando che non vi sono le condizioni idonee per presentare un’offerta secondo quanto richiesto nei termini previsti.
Come avevo scritto in un mio precedente post, http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/06/le-forniture-sono-alle-stelle-e-le.html, il problema è da ricercarsi negli aumenti delle forniture delle materie prime e degli olii/carburati saliti – a causa della guerra in corso – alle stelle!!!
Lo stesso Presidente nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio, aveva riportato che l’importo a base di gara era sottostimato rispetto ai costi per l’esecuzione dei lavori, ma non solo, l’aumento delle materie prime e i tempi stretti per la costruzione avrebbe determinato che la procedura di gara andasse deserta…
Ecco quindi che le due cordate si sono sfilate, spiegando (ciascuna di esse) come non vi fossero le condizioni per presentare un’offerta secondo i termini di gara e quindi che necessitava rivedere le condizioni e i prezzi.
D’altronde non bisogna mai dimenticare come a pagare le conseguenze di quegli extra-costi e penali sui ritardi dei lavori, siano proprio le centinaia di imprese in subappalto che andranno di fatto ad eseguire l’opera, ricordiamolo… con i propri capitali, le proprie risorse umane e i propri mezzi d’opera!!!
Peccato che poi di questi ultimi non si parli mai, in particolare quando proprio a causa di una apposta firma contrattuale con questi importanti General contractor o con le loro sottoposte “affidatarie”, si ritrovano ahimè indebitati fino al colo e costretti a chiudere i propri battenti.
Ma questa è un altra storia che andrebbe certamente denunciata nelle opportune sedi!!!
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