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Essere o non essere…

Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. 
Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte. 
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l’ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già avvolti dal groviglio mortale che ci trattiene: è la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti… 
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell’uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? 
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d’altri che non conosciamo? 
Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l’incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. 
E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso e dell’azione perdono anche il nome…
Già… qual’è la vera nobiltà: l’imperturbabilità dell’animo o il coraggio di lottare per la giustizia? 
Qual è la vera forza: la sopportazione o la capacità di abbattere gli ingiusti? 
Qual è il vero traguardo: la pace o la vittoria?
Oppure… decidere di rimanere in balia del dubbio, tra l’essere e il non essere, tra la vita e la morte, tra l’azione e l’immobilità: ma questa è l’unica scelta che non ho mai condiviso, perché fa di noi uomini per l’appunto… l’esser “vigliacchi”!!!

C’è "giovanni"… e Giovanni…

Il bello del web è che permette di essere costantemente collegati con il mondo intero…
In pochi minuti le informazioni viaggiano sulla rete e la diffusione del messaggio avviene in un secondo e soprattutto, il contenuto pubblicato, dà il via, ad una ampia partecipazione di pubblico collegato…
A tutti è data la possibilità di scrivere e non vi sono imposti limiti culturali…
Chiunque può scrivere e dire ciò che pensa, senza preoccuparsi di ciò che scrive, anche perché il commento pubblicato può essere realizzato in forma anonima…
Certamente, quest’ultima diffusione, non può considerarsi come qualcosa di eticamente corretto e soprattutto dietro un messaggio celato sotto falso nome (o protetto da una email non corrispondente), c’è la rappresentazione precisa di qualcosa di deplorevole…
Ma ormai… è così che va, e in molti, incoraggiati dall’anonimato, decidono di partecipare mediante “nickname” fasulli –in fin dei conti, quanto da loro fatto, rappresenta di fatto la loro personalità…- per poter criticare o offendere coloro che non avendo nulla da nascondere… riescono a manifestarsi con il proprio, nome e cognome…

Ma purtroppo, ancora oggi, sono in molti on line che tentano (a loro modo…) di dare il proprio contributo, ma quando poi si tratta di esporsi con le proprie generalità, ecco che, in maniera del tutto vigliacca, disconoscono e rifiutano di rivendicare quanto pubblicato…
Tirano la pietra e nascondono la mano… fanno sempre così, manifestano espressamente quella loro mediocrità, sperando che siano gli altri ad esporsi, per poi loro successivamente, goderne i benefici…
Ed allora, ecco il perché in molti si mettono a commentare le notizie pubblicate… e poi successivamente negano, di averle dette!!!
Sono persone “miserabili”, capaci di vivere sotto pseudo nomi fantastici, che non appartengono a questa realtà… perché si trovano a vivere una vita senza alcuna dignità… senza alcuna capacità morale anche di firmare un commento, con il loro appellativo…

Qualcuno, per voler giustificare il proprio anonimato, risponde che c’è il rischio di essere querelati per “diffamazione”; ovviamente sono tutte cazzate, fintanto che si resta nei limiti di non cadere in frasi volgari o in commenti che ravvisano il reato di cui sopra, oggi possiamo stare tranquilli, che quel rischio non esiste…
Da quanto sopra quindi, si comprende come il reale motivo, per il quale si continua ad utilizzare un nickname, è perché si vuole esprimere giudizi offensivi o diffamatori, che per l’appunto, metterebbero l’autore a rischio di una querela (vorrei comunque ricordare a quei “mediocri” autori anonimi, che è sempre possibile -a seguito di una denuncia alla polizia postale- risalire al nome dell’autore della diffamazione, per cui, il rischio di una querela è sempre possibile… io per esempio sto valutando se farla ad un commentatore anonimo “giovanni”di Live Sicilia Catania…).
Come dice il mio titolo, <C’è “giovanni” e “Giovanni”>, domani farò in modo di non perdere il mio tempo a scrivere su personaggi “anonimi”, ma mi dedicherò a ricordare qualcuno -con quel nome- di veramente importate…
Si dice che… il mestiere di scrivere senza firma frutta magari denaro, ma non onore. Poiché negli attacchi il signor “Anonimo” è senz’altro il signor “Mascalzone”, e si può scommettere cento contro uno, che chi non vuol dire il suo nome… ha di solito intenzione di truffare il pubblico.

Buoni a nulla…

Già come vogliamo chiamarli se non… buoni a nulla!!!

Non servono a niente, inutili, per se e per la collettività, rappresentano perfettamente quel modello – del tutto italiano – che cerca con la propria inutilità di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo!!!
Mi sembra di vedere quel programma pre-serale presentato su Rai 1, l’Eredità, dove non va avanti chi è più preparato… ma chi non sa un cazzo…, ed invece di uscire subito dal gioco… non avendo risposto correttamente alle proprie domande, per uno “ambiguo” meccanismo fuorviante, demanda ad altri la propria incapacità… ed il più delle volte, aiutato dalla fortuna, si ritrova a salire fino al gradino più alto del gioco ed a vincere pure…
Questi rappresentano perfettamente i cosiddetti buoni a nulla, gente che non si assume la benché minima responsabilità, persone che non mettono mai un dito nell’acqua calda per non bruciarsi… anzi evitano che ciò possa accadere… guai a rimanere inguaiati in situazioni dove viene messo a repentaglio il cosiddetto “quieto vivere”, queste sono pecore anonime che pascolano in città, messe sempre lì in fila che attendono il loro turno…
Sono rassegnati al loro destino… e non fanno nulla per cambiarlo, rimangono lì attendendo che il “cane pastore” di turno possa spingerli di qua o di là…. e loro come semplici automi senza nome, si fanno indirizzare senza batter ciglio!!! 
Non pensate che il loro atteggiamento derivi dal sentirsi rassegnati o abbiano rinunciato ai loro sogni… quest’ultimi non li hanno mai avuti… perché non hanno mai combattuto per trasformarli in realtà!!!
Certo a volte la vita è proprio stronza… si fa tanto per realizzare i propri desideri, si cerca…, spinti da quella propria capacità e chissà forse anche ispirazione, di ambire a qualcosa d’importante e purtroppo, per cause esterne alla propria volontà, quanto anelato non viene a concretizzarsi… e il più delle volte si perde tutto e si deve ricominciare d’accapo…
Non bisogna imputarsi colpe… alla fine almeno ci si è provato… resteranno sempre quei momenti nei quali si realizzato quanto si voleva… il resto viene da se,,,
Ma qui adesso parlavo di incompetenti, d’inadatti portaborse e inservienti di fiducia, che si, propongono e concedono, il più delle volte, al migliore offerente… vendendosi ai soliti “predatori” analfabeti, prepotenti e della peggiore specie, che attraverso proprio grazie a questi uomini ruffiani, possono, con modi scortesi e maleducati, continuare ad esistere…
Giochi di compromessi che trovano motivo d’esistere, per poter scambiarsi posizioni e ruoli immeritati, nei quali sono stati posizionati per poter proseguire ad alimentare quel sistema, fatto di collusioni e di combine…
Un continuo comportamento in quella propria specialità, rappresentata nel saper manifestare l’arte di arruffianarsi il prossimo, e di mettere in mostra quella propria autorevolezza – aggiungerei vigliaccamente – solo e soltanto con quelli più deboli…
Sono ovunque… intorno a noi… e sono in molti, tanti, che, senza saperlo o ancor peggio, senza volerlo ammettere, continuano quotidianamente ad appartenere, a quello stesso gruppo!!!