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C’era un tempo in cui le "porcherie"… si potevano fare!!!

La frase di sopra… fa parte di una serie di dialoghi intercettati dai carabinieri finiti nel rapporto conclusivo dei militari e parte integrante dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza nel Veneto…
A diffondere la notizia è stato il “Mattino di Padova”, ma la circostanza assurda è che a pronunciarla sarebbe stata l’ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa, in un dialogo con l’allora vice prefetto vicario di Padova, Pasquale Aversa, delegato di occuparsi dell’accoglienza dei migranti…
È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare” e se pur l’ex prefetto non risulta indagata, quelle frasi e le indagini condotte su alcune cooperative sociali che grazie all’accoglienza dei migranti, hanno visto aumentare il proprio fatturato in maniera esponenziale, fanno sorgere qualche dubbio su quegli eventuali controlli…  
Tra l’altro, proprio in una intercettazione, si rimarca a quei funzionari prefettizi la necessità di £far quadrare i conti”… 
Come dicevo sopra, l’ex prefetto non risulta attualmente indagata e da alcuni mesi si trova a Roma con l’incarico di vice capo di gabinetto del ministero dell’interno; viceversa risultano indagati una funzionaria della Prefettura (attualmente trasferita a Bologna) e lo stesso vice prefetto, insieme ai capi di alcuni cooperative…
In un’altra conversazione pubblicata dal quotidiano, si faceva riferimento ad un problema di sovraffollamento e alle pressioni da Roma per alleggerirlo di alcune decine di unità; difatti lo stesso ex. prefetto avrebbe detto al suo vice: “Anche se dobbiamo fare schifezze Pasqua’… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare Pasqua’… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che…”.
Certo ora l’ex prefetto si dice amareggiata, in quanto secondo lei, sarebbero state estrapolate e pubblicate delle frasi completamente decontestualizzate… ribadendo inoltre di essere assolutamente certa della correttezza dei suoi comportamenti: “Quelle frasi fanno parte di un carteggio di centinaia di pagine ampiamente esaminato dall’autorità giudiziaria”…  
Da questa inchiesta emerge un quadro vergognoso e cioè quello di un governo di centrosinistra che da un lato negava l’emergenza sbarchi e dall’altro scaricava quel problema dei migranti sui prefetti, costringendo i prefetti a spostare i clandestini da un Comune all’altro, per non irritare quei sindaci del Pd, i ministri in visita o quei loro presidenti dell’Anci…
Quando alcuni giorni fa parlavo di “ipocrisia” nella vicenda dei migranti, facevo riferimento proprio a quanto è emerso ora da quelle intercettazioni… e posso soltanto aggiungere che mi dispiace dover scoprire per l’ennesima volta, di aver avuto ragione!!!  

Scissione nella "Lega": Una parte degli attivisti si distaccano da Matteo Salvini per far crescere il "Grande Nord"!!!

Un’altro post… questa volta da parte di un quotidiano online del Lombardo/Veneto “Indipendenza Nuova”, riprende quanto in questi giorni avevo scritto: “Scoppia il caso dei militanti storici declassati da Salvini… La base ora è lui”!!!
Declassati da ‘militanti’ a ‘soci sostenitori’ perché il loro contributo alla vita politica della Lega era ormai considerato marginale e non più attivo come un tempo. 
Ma tra i vecchi attivisti del Carroccio che hanno mal digerito la svolta nazionalista voluta dal segretario Matteo Salvini (a partire dalla scomparsa della parola ‘Nord’ dal simbolo) c’è chi parla di “sostituzione della base storica con gente che di leghista non ha nulla”. 
A dicembre, mentre il leader del Carroccio svelava il logo della nuova Lega, molti dei vecchi militanti hanno ricevuto una raccomandata dal partito che annunciava il loro declassamento a ‘socio sostenitore’. 
Tra questi Bianca Rocchi, militante milanese con 25 anni di militanza alle spalle, l’ottantasettenne Loredano Tavazzi e il settantasettenne Giacinto Sbrizzi (militanti rispettivamente da 20 e 15 anni). 
A rendere nota la loro storia, con due post su Facebook, è Davide Boni, ex presidente del consiglio regionale lombardo e oggi semplice militante del Carroccio. Parlando con l’Adnkronos Boni si sfoga così: “Capisco che i militanti anziani non siano più attivissimi, ma parliamo di gente che negli anni scorsi c’è sempre stata, che ha 20 anni di militanza alle spalle e si è vista “declassata”… 
Questa è una cosa che mi ferisce nell’essere. 
Certe decisioni vengono prese a cuor leggero senza conoscere le storie. 
Le persone sono carne e sangue, non numeri. Uno che ha la moglie a casa con l’Alzheimer non puoi aspettartelo tutti i giorni ai gazebo…
Queste persone, prosegue Boni, “avendo una storia ultra-ventennale nel partito, condividono le istanze originarie della Lega, dall’indipendenza della Padania al federalismo più spinto. 
Non hanno cambiato idea, sono semplicemente rimaste legate a quell’idea iniziale… 
Per Matteo Brigandì, ex parlamentare leghista e già avvocato di Umberto Bossi “stanno cercando di fare terra bruciata attorno al “Senatùr”: lo candidano perché è evidente che raccoglie un certo tipo di consenso, ma questo consenso non è condiviso dall’attuale dirigenza”. 
Gianantonio Bevilacqua invece ha presieduto una delle sezioni milanesi più colpite dai declassamenti, quella di Milano Ovest (commissariata peraltro due mesi fa): “9 persone della mia sezione sono state colpite dal provvedimento – racconta all’Adnkronos -. 
Si tratta di anziani militanti in età avanzata, spesso in condizioni di salute precaria e che giocoforza non possono militare”. I declassamenti sono disciplinati dall’articolo 13 del regolamento della Lega varato nel 2015. 
L’organo territoriale di livello più basso può, nel mese di novembre, inviare all’organo competente di livello immediatamente superiore, ad esclusione della sezione di circoscrizione, la proposta di declassamento del socio ordinario militante a socio sostenitore. 
L’organo competente deve deliberare entro il successivo 31 dicembre pena la decadenza della richiesta”, si legge nel regolamento. 
I soci sostenitori, recita invece lo statuto, “non vantano diritti di elettorato attivo e passivo all’interno della Lega Nord e della Nazione di riferimento per competenza territoriale, né hanno il dovere di partecipare alla vita attiva di queste”.