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Ratzinger e le Sue verità nascoste…

A differenza di quanto abbiamo sentito in televisione da parte del diretto interessato, sembra che ci sia stato un complotto per convincere alle dimissioni Benedetto XVI… Certamente a contribuire ad alimentare i misteri intorno alla abdicazione del Papa, ci sono stati in questi anni, tutta una serie di scandali che hanno amplificato il coinvolgimento del Vaticano e del suo maggiore esponente…
Dalla Pedofilia con gli abusi sessuali sui minori da parte di sacerdoti cattolici Irlandesi e degli Stati Uniti, a quelle frasi dichiarate all’Università di Ratisbona che tanta collera avevano provocato nel mondo islamico, alle accuse che hanno colpito la Banca Vaticana dello IOR sul mancato rispetto delle norme antiriciclaggio, allo scandalo Vatileaks con quei documenti segreti  trafugati nella sua stanza dal proprio maggiordomo ( per ordine diretto di chi…??? non si saprà mai…) e poi come ben sappiamo pubblicati… 
Un periodo certamente travagliato, dove è rimasto coinvolto, sia per quei conflitti che nel mondo si sono accesi ed anche per quegli intrighi di palazzo, a cui non ha saputo dare risposte…, le stesse risposte che in molti si aspettavano, sulle unioni di fatto e/o matrimonio tra omosessuali e sull’uso del preservativo nella lotta all’Aids…
Anche quel voler trasmettere tramite Twitter il proprio messaggio, risultato che da un lato è stato un successo visto il numero di utenti follower raggiunto, che ha superato i 2,5 milioni in poche ore, ma se analizziamo i twitt inviati, possiamo costatare come alle migliaia di richieste… non si è saputo dare data una risposta, in particolare su tutti quei problemi, che quotidianamente investono proprio il nostro paese, quali: anti-politica, legalità, corruzione, massoneria, criminalità, scandali finanziari, malaffare, gossip, disonestà, malcostume, dissolutezza, immoralità… e via discorrendo, che non vengono mai affrontati in maniera decisa…, ma schivati, proprio per voler rimandare e sfuggire a quelle proprie responsabilità…, che poi se analizziamo bene, è ciò che da sempre fa storicamente la Santa Sede, con i propri silenzi… 
Ed ecco uscire da un cilindro, un rapporto segreto, che coinvolge personalmente Ratzinger, il suo staff, la stessa Chiesa…
Già qualche anno fa, il Fatto Quotidiano dava notizia di un documento riservato, in cui si parlava della morte dello stesso Papa, ipotizzando un delitto premeditato, da svolgersi entro dodici mesi… ed inoltre vi erano rivelazioni su interessi politici che condizionavano anche le scelte degli stessi cattolici alle prossime elezioni…
Inoltre, se analizziamo lo stesso pontificato, sono in molti a riconoscere che in questi anni è venuta a mancare una vera e propria pianificazione, una direzione su quali programmi adottare, in un mondo che va sempre più evolvendosi e dove un miliardo di cattolici, attende risposte pratiche e non più spirituali…
Un uomo ricattabile, che viene esiliato dalla sua stessa congregazione, ed a cui non è permesso di trascorrere gli ultimi anni di vita, nel proprio paese natio, con i suoi familiari e concittadini, quella terra che lo ha visto nascere, ma a cui non è più permesso di rientrare!!!
Già come Mosè…, resterà in questa terrà promessa, ad osservare dal suo balcone questa città a cui da giovane sperava di giungere, ma che per Lui straniero sembrava così lontana…
Ma in quel altrui deciso castigo, ora dovrà restare segretato,  abbandonato in quel profondo silenzio degli innocenti, controllato a vista e servito da monache di clausura con cui non potrà dialogare, tenuto a bada da un servizio di sicurezza, che oltre che proteggerlo, farà in modo di sorvegliarlo affiché nulla possa mai trapelare fuori da quelle mura!!!
Povero Ratzinger…, transitato da leader del mondo ad ignorato e dimenticato da tutti!!!

50 sfumature… per pregare!!!

Decine e decine di milioni di copie vendute, per una trilogia di romanzi erotici, redatti dal 2011, dalla scrittrice inglese E.L. James… con lo pseudonimo di Erika Leonard… 
Il primo prendeva il nome di Cinquanta sfumature di grigio, seguite dal nero e quindi dal rosso…
In Italia è diventato popolare soltanto quest’anno… mentre negli Stati Uniti e Gran Bretagna è già un best seller, avendo raggiunto le decine di milioni di copie vendute, in tutto il mondo…
Il romanzo è principalmente caratterizzato, da descrizioni di scene molto esplicite, dove erotismo e pratiche sessuali di carattere sadomaso, hanno una forte predominanza su tutto il romanzo e dove la psicologia viene annullata man mano che le circostanze ambientali diventano sempre più intense e dove le paure si manifestano quando i ricordi di negative esperienze passate, vengono nuovamente riportate alla luce…
Ed allora, ecco che il proprietario di un Hotel inglese, Jonathan Denby, forse innamorato chissà di questi libri, ha deciso di sostituire la Bibbia presente nelle camere, con questo romanzo…, considerando questo, un nuovo  messaggio di ospitalità, dal momento che la Bibbia potrebbe venire vista, da parte di alcuni clienti non praticanti o di altre religioni, come selettiva o discriminante…  
Ed allora, meglio un romanzo erotico, che chissà possa anche sviluppare ai propri clienti, nuove tendenze erotiche, durante la permanenza presso il proprio albergo…
Ora le critiche sono giunte da tutto il paese e non solo… invitandolo a togliere questo romanzo ed a rimettere la Bibbia, al contrario di quanto da lui stesso ha dichiarato, nell’aver ricevuto apprezzamenti online molto favorevoli…
Dove sta la verità non sta a me dirlo, certamente la lettura di entrambi, in momenti diversi della mia vita, non ha portato a dissetare questa mia sete di ricerca, di verità, di cultura…
Ma bensì, mi hanno fatto riflettere, su quanto ognuna di esse, fosse rispettivamente così lontana da ogni mia esigenza…, in particolare quella di saper accettare o voler rinunciare, un qualcosa, che per molti, possa essere importante, mentre per il sottoscritto ha rappresenta soltanto, un passaggio transitorio, in questa mia semplice vita…

BILDERMBERG GROUP

70 personalità provenienti da 12 paesi parteciparono alla prima riunione del Gruppo. Si trattava di un seminario di tre giorni, 29-31 maggio 1954, in prossimità di Arnhem (Olanda). Gli ospiti furono divisi in due alberghi nelle vicinanze, ma i dibattiti si tennero in quello principale, diede il nome al gruppo.
Per diversi anni, s’è diffusa l’idea che il gruppo Bilderberg sia un governo mondiale in embrione. Avendo avuto accesso agli archivi di questo club molto segreto, Thierry Meyssan dimostra che questa descrizione è un diversivo usato per mascherare la vera identità e funzione del Gruppo: il Bilderberg è una creazione della NATO. Mira a convincere i leader e attraverso di loro, a manipolare l’opinione pubblica, per farla aderire ai concetti e alle azioni dell’Alleanza Atlantica. Ogni anno, dal 1954, un centinaio delle personalità più eminenti dell’Europa occidentale e del Nord America s’incontrano, a porte chiuse e sotto un’altissima protezione, in seno al Gruppo Bilderberg.

Il loro seminario dura tre giorni e nulla traspare sulle loro discussioni. Dalla disgregazione dell’Unione Sovietica, i giornalisti sono interessati a questa organizzazione elitaria e segreta. Alcuni autori vi hanno visto un governo mondiale embrionale e gli attribuiscono … … le principali decisioni politiche, culturali, economiche e militari della seconda metà del ventesimo secolo. Una interpretazione sostenuta da Fidel Castro, ma nulla lo conferma né lo smentisce. Per sapere cosa è o non è il Gruppo Bilderberg, ho cercato documenti e testimoni. Ho avuto accesso a tutti i suoi dati del periodo 1954-1966 e a numerosi altri elementi, e ho potuto chiacchierare con uno dei suoi ex-ospiti, che conosco da molto tempo. Nessun giornalista, fino ad oggi, e certamente non gli autori di successo che ha reso popolari gli stereotipi presenti, hanno avuto accesso ai documenti interni del Bilderberg. Ecco cosa ho scoperto e capito.

Il primo incontro

Gli inviti, carta intestata del Palazzo Soestdijk, erano sibillini: “Apprezzerei sinceramente la vostra presenza alla conferenza internazionale, senza carattere ufficiale, che si terrà in Olanda a fine maggio. Questa conferenza vuole esplorare una serie di questioni di grande importanza per la civiltà occidentale, e si propone di stimolare la comprensione reciproca e la buona volontà attraverso un libero scambio di opinioni”. Erano firmati dal principe consorte dei Paesi Bassi, Bernhard zur Lippe-Biesterfeld, e accompagnati da alcune pagine d’informazione amministrativa sul trasporto e l’alloggio. Al massimo, si apprende che i delegati arrivarono dagli Stati Uniti e da 11 paesi dell’Europa occidentale, e 6 sessioni di 3 ore ciascuna furono previste.

Dato il passato nazista del principe Bernhard (che aveva servito nella cavalleria delle SS fino al suo matrimonio nel 1937, con la Principessa Juliana) e nel contesto del maccartismo, è chiaro che le “questioni di grande importanza per la civiltà occidentale” ruotavano intorno alla lotta contro il comunismo.
Una volta lì, l’impressione degli ospiti fu temperata dai due presidenti: l’imprenditore statunitense John S. Coleman e l’uscente ministro belga degli affari esteri Paul van Zeeland. Il primo era un attivista del libero scambio, il secondo un sostenitore della Comunità europea di difesa (CED) [1].
Infine, si scorgeva all’estremità della tribuna Joseph Retinger, eminenza grigia degli inglesi. Tutto ciò suggerisce che le monarchie olandesi e britannica promossero questo incontro per sostenere la difesa europea e il modello economico capitalistico del libero mercato, contro l’anti-americanismo che i comunisti e i gollisti promuovevano.

Tuttavia, le apparenze ingannano. Non si trattava do fare una campagna per la CED, ma di mobilitare le élite per la Guerra Fredda.
SAR il Principe Bernhard fu scelto per convocare questa conferenza, perché il suo status di principe consorte gli dava un carattere ufficioso, senza essere ufficiale.
Nascondeva lo sponsor: un’organizzazione intergovernativa che si propone di manipolare i governi di alcuni dei suoi Stati membri.
John S. Coleman non era nemmeno il presidente della Camera di Commercio degli Stati Uniti, ma creò il comitato “Comitato cittadino per una politica nazionale del commercio” (Citizen’s Committee for a National Trade Policy – CCNTP). Secondo lui, il libero scambio assoluto, vale a dire, la rinuncia a tutti i dazi doganali, avrebbe consentito ai paesi alleati degli Stati Uniti di aumentare la loro ricchezza e finanziare la Comunità europea di difesa (vale a dire, riarmare la Germania e integrare il suo potente potenziale militare nella NATO).
Tuttavia, i documenti in nostro possesso dimostrano che il CCNTP di cittadino aveva solo il nome. Questa in realtà era una iniziativa di Charles D. Jackson, il consigliere per la guerra psicologica della Casa Bianca. L’operazione era pilotata a monte da William J. Donovan, l’ex comandante dell’OSS (i servizi segreti degli Stati Uniti durante la guerra), ora responsabile della costruzione del ramo statunitense del nuovo servizio segreto della NATO, Gladio.

Paul van Zeeland non era solo il promotore della Comunità europea di difesa, ma anche un politico di grande esperienza. Alla Liberazione, ha presieduto la Lega indipendente per la cooperazione europea (LICE) il cui obiettivo era creare una unione doganale e monetaria. Questa organizzazione fu creata dal già citato Joseph Retinger.
In particolare Retinger, che fungeva da segretario della conferenza Bilderberg, servì durante la guerra nel servizio segreto inglese (OES), del generale Colin Gubbins. Avventuriero polacco, Retinger si trovò consulente del governo di Sikorski in esilio nel Regno Unito. A Londra, ha ospitato il microcosmo dei governi in esilio, creando quindi il miglior indirizzario dell’Europa libera.
Il suo amico Sir Gubbins aveva ufficialmente lasciato il servizio e il SOE era stato sciolto. Ora dirigeva una piccola azienda di tappeti e tessili, che serviva da “copertura”. Infatti, accanto al suo omologo Donovan, fu responsabile della creazione della filiale inglese di Gladio. Ha partecipato a tutte le riunioni preparatorie della Conferenza del Bilderberg e fu presente tra gli ospiti, seduto accanto a Charles D. Jackson.

All’insaputa dei partecipanti, furono dunque i servizi segreti della NATO ad essere il potente ospite. Bernhard, Coleman e Van Zeeland furono dei paraventi.
Non dispiaccia ai giornalisti fantasiosi che hanno creduto di discernere nel Bilderberg la volontà di creare un governo mondiale segreto, questo club è uno strumento della lobby influente della NATO che promuove i propri interessi. E’ molto più grave e pericoloso, perché è la NATO che mira ad essere un governo mondiale segreto, garantendosi la perennità dello status quo internazionale e dell’influenza degli Stati Uniti.
D’altronde, la sicurezza di ciascuna riunione successiva non sarà fornita dalla polizia del paese ospitante, ma dai soldati dell’Alleanza.
Tra i dieci relatori iscritti, vi furono due ex primi ministri (Guy Mollet, Francia, Alcide de Gasperi, Italia), tre funzionari del Piano Marshall, il falco della Guerra Fredda (Paul H. Nitze) e soprattutto un finanziere molto potente (David Rockefeller).
Secondo i documenti preparatori, una ventina di partecipanti ne era già a conoscenza. Sapevano più o meno in dettaglio, chi sono i burattinai e hanno redatto in anticipare il loro intervento. I più piccoli dettagli furono adattati e non vi fu alcun elemento di improvvisazione. Invece, gli altri cinquanta partecipanti non sapevano nulla di ciò che stava accadendo. Furono scelti per influenzare i governi e l’opinione pubblica dei loro rispettivi paesi. Il seminario fu organizzato per convincerli e spingerli a impegnarsi a diffondere il messaggio che si voleva diffondere.

Gli interventi non affrontavano i grandi problemi internazionali, ma analizzavano la strategia ideologica assunta dai sovietici e spiegavano come doveva essere contrastata nel “mondo libero”.
I primi interventi valutavano la minaccia comunista. I “comunisti coscienti” sono individui che intendono mettere le loro patria al servizio dell’Unione Sovietica per imporre un mondo collettivista. Dovevano essere combattuti. Ma questa lotta era difficile, perché questi “comunisti coscienti” in Europa erano incorporati nella massa degli elettori comunisti che non sapevano nulla circa i loro piani malvagi, e li seguono nella speranza di migliori condizioni sociali.
Gradualmente, la retorica si induriva. Il “mondo libero” deve affrontare il “complotto comunista mondiale”, non solo in generale, ma anche rispondendo alle domande specifiche sugli investimenti statunitensi in Europa o sulla decolonizzazione.

Infine, gli oratori giunsero al problema principale -i sovietici, assicuravano, stanno sfruttando a loro profitto: per motivi culturali e storici, i leader politici del “mondo libero” che usavano argomenti diversi negli Stati Uniti e in Europa, argomenti che a volte si contraddicevano-. Il caso più emblematico era quello delle purghe organizzata dal senatore McCarthy negli Stati Uniti. Erano essenziali per salvare la democrazia, ma il metodo scelto era percepito in Europa come una forma di totalitarismo.
Il messaggio finale era che nessuna trattativa diplomatica, nessun compromesso, era possibile con i “Rossi”. Si doveva evitare ad ogni costo che i comunisti svolgessero un ruolo in Europa occidentale, ma ci voleva astuzia: se non si potevano arrestare e fucilare, bisognava neutralizzarli con discrezione, senza che i loro elettori se ne rendessero conto. In breve, l’ideologia che si sviluppò era quella della NATO e di Gladio. Non è mai stato detto che si sarebbero truccate le elezioni, ne che sarebbero stati uccisi i tiepidi, ma tutti i partecipanti convennero che per salvare il “mondo libero” si doveva mettere la libertà tra parentesi.
Sebbene la proposta della Comunità europea di difesa (CED) fosse venuta meno dopo tre mesi, sotto i colpi dei deputati comunisti e degli “estremisti nazionalisti” (vale a dire, gollisti) del Parlamento francese, la conferenza fu considerata un successo. Nonostante le apparenze, non era destinato a sostenere la creazione della CED o qualsiasi altra misura politica specifica, ma a diffondere un’ideologia della classe dominante, e quindi attraverso di essa, nella società. Oggettivamente, gli europei occidentali erano sempre meno consapevoli della libertà di cui erano privati ed erano sempre più consapevoli delle libertà di cui erano stati privati i popoli dell’Est.
Il Bilderberg diventa una organizzazione. 
Una seconda conferenza si svolse in Francia, il 18-20 marzo 1955. A Barbizon. A poco a poco l’idea che queste conferenze fossero annuale e che bisognassero di una segreteria permanente s’impose. Il principe Bernhard si ritira quando fu colto in flagrante per i suoi traffici d’influenza (scandalo Lockheed). Cedette la presidenza all’ex Primo Ministro britannico Alec Douglas Home (1977-1980), all’ex cancelliere tedesco e presidente Walter Scheel (1981-1985), all’ex governatore della Banca d’Inghilterra Eric Roll (1986-89), all’ex Segretario generale della NATO Peter Carrington (1990-1998), e infine, all’ex vice presidente della Commissione europea, Etienne Davignon (dal 1999).
Per molti anni il presidente del gruppo Bilderberg era assistito da due segretari generali, uno per l’Europa e il Canada (Stati vassalli) e uno per gli Stati Uniti (il sovrano), tuttavia, non vi è un segretario generale dal 1999.
Da un anno all’altro, i dibattiti furono altamente ridondanti, poiché gli ospiti cambiavano. C’era sempre un nucleo duro che preparava il seminario in anticipo e ai nuovi arrivati era inculcata la retorica atlantista del momento.
Attualmente, i seminari annuali riuniscono oltre 120 partecipanti, di cui sempre un terzo costituisce ancora il nucleo duro. Sono stati selezionati dall’Alleanza in base all’importanza delle loro relazioni e alla loro capacità di influenzare, a prescindere dalle loro funzioni nella società. Pertanto, restano i membri del nucleo quando cambiano lavoro.
Ecco l’elenco esatto di questo zoccolo duro, $compresi i membri del Consiglio di Amministrazione, che servono da paraventi per gli ospiti, e dei soci meni visibili, per non spaventare i nuovi arrivati.
Consiglio di Amministrazione
Josef Ackermann, banchiere svizzero, capo della Deutsche Bank, Vice-Presidente del Forum di Davos.
Roger C. Altman, banchiere statunitense, consulente della campagna elettorale di John Kerry e Hillary Clinton, direttore della banca di investimenti Evercore Partners Inc.
Francisco Pinto Balsemão, ex primo ministro socialista del Portogallo (1981-83), presidente e fondatore del più grande gruppo televisivo portoghese SIC. (T)
Franco Bernabè, banchiere italiano, l’attuale capo di Telecom Italia (T)
Henri de Castries, CEO dell’assicuratore francese AXA.
Juan Luis Cebrián, direttore del gruppo stampa e media spagnolo Prisa.
W. Edmund Clark, banchiere canadese, AD del Toronto-Dominion Bank Financial Group.
Kenneth Clarke, ex vice presidente del British American Tobacco (1998-2007), Guardasigilli e ministro della Giustizia britannico, vicepresidente del Movimento europeo del Regno Unito.
George A. David , amministratore delegato della Coca-Cola.
Étienne Davignon, uomo d’affari belga, ex vicepresidente della commissione europea (1981-1985), attuale vice-presidente di Suez-Tractebel.

Anders Eldrup, amministratore delegato della compagnia petrolifera e del gas danese DONG Energy.

Thomas Enders, direttore di Airbus.
Victor Halberstadt, professore di Economia presso l’Università olandese di Leida, è consigliere di diverse società come Goldman Sachs o Daimler-Chrysler.
James A. Johnson, finanziere degli Stati Uniti, è stato uno dei principali responsabili del Partito Democratico e uno degli architetti della nomina di Barack Obama. E’ il vice-presidente della banca di investimento Perseus.
John Kerr of Kinlochard, già ambasciatore britannico a Washington, è il vice presidente del Royal gruppo petrolifero olandese Royal Dutch Shell (T)
Klaus Kleinfeld, CEO tedesco del colosso statunitense dell’alluminio, Alcoa.
Mustafa V. Koç, amministratore delegato di Koç Holding, la prima azienda turca.
Marie-Josée Drouin-Kravis , editorialista economica della stampa e della radiotelevisione canadese. Ricercatrice guerrafondaia presso l’Hudson Institute. E’ la terza moglie di Henry Kravis.
Jessica T. Mathews, ex direttrice degli Affari Globali al Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Attuale direttrice della Fondazione Carnegie.
Thierry de Montbrial , economista, direttore e fondatore dell’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali (IFRI) e della World Policy Conference.
Mario Monti, economista italiano, ex commissario europeo per la Concorrenza (1999-2005), co-fondatore del Gruppo Spinelli per il federalismo europeo.
Egil Myklebust ex presidente del padronato norvegese direttore della Scandinavian Airlines System (SAS).
Matthias Nass, vicedirettore del giornale tedesco Die Zeit.
Jorma Ollila, uomo d’affari finlandese, ex CEO di Nokia, presidente attuale del gruppo petrolifero Royal Dutch Shell.

Richard N. Perle, ex presidente del Consiglio consultivo della Difesa al Pentagono, è un leader chiave degli straussiani (discepoli di Leo Strauss) e come tale, una delle maggiori figure del neo-conservatorismo.

Heather Reisman, donna d’affari canadese, amministratrice delegata del Gruppo Editoriale Indigo-Chapters.
Rudolf Scholten, ex ministro delle Finanze austriaco, Governatore della Banca Centrale. 
Peter D. Sutherland, ex commissario europeo irlandese per la concorrenza, poi direttore generale dell’Organizazione Mondiale del Commercio. Ex direttore di BP. Attuale presidente di Goldman Sachs International. Ex presidente della sezione europea della Commissione Trilaterale, e Vice-Presidente della Tavola Rotonda Europea degli industriali, ora presidente onorario del Movimento europeo in Irlanda.
J. Martin Taylor, ex parlamentare britannico, amministratore delegato del gigante chimico e agroalimentare Syngenta.
Peter A. Thiel, imprenditore degli Stati Uniti, amministratore delegato di PayPal, presidente della Clarium Capital Management e a tal titolo, azionista di Facebook.
Daniel L. Vasella, CEO del gruppo farmaceutico svizzero Novartis.

Jacob Wallenberg, banchiere svedese, è amministratore di molte società transnazionali.

Membri occulti del nucleo duro
Carl Bildt ex primo ministro liberale della Svezia (1991-94), ex inviato speciale dell’Unione europea e dell’ONU nei Balcani (1995-97, 1999-2001), attuale ministro degli affari esteri svedese. (T)
Oscar Bronner CEO del quotidiano austriaco Der Standard.
Timothy C. Collins finanziere degli Stati Uniti, direttore del fondo di investimento Ripplewood. (T)
John Elkann amministratore delegato del gruppo italiano Fiat Auto (il nonno Gianni Agnelli è stato per quarant’anni uno dei leader del Gruppo Bilderberg. Ha ereditato il patrimonio di famiglia dopo la morte per cancro del nonno Giovanni Agnelli e la prematura scomparsa dello zio Edoardo. Tuttavia, fonti della polizia sono convinte che Edoardo sia stato assassinato dopo essersi convertito all’Islam sciita, in modo che la ricchezza andasse al ramo ebraico della famiglia).
Martin S. Feldstein ex consigliere economico di Ronald Reagan (1982-84), e attuale consigliere economico di Barack Obama. E’ stato anche consigliere di George W. Bush per l’intelligence estera. E’ docente ad Harvard. (T)

Henry A. Kissinger ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di stato degli USA, figura centrale del complesso militare-industriale statunitense, attuale presidente della società di consulenza Kissinger Associates.

Henry R. Kravis finanziere degli Stati Uniti che gestisce i fondi d’investimento KKR. Si tratta di uno dei più importanti collettore di fondi per il partito repubblicano.
Neelie Kroes ex ministro liberale dei Trasporti olandese, commissario europeo per la concorrenza e attuale commissario alla società digitale.
Bernardine Léon Gross diplomatico spagnolo, Segretario Generale della Presidenza del governo socialista di Jose Luis Zapatero.
Frank McKenna ex membro della Commissione di sorveglianza dei servizid’intelligence del Canada, ambasciatore del Canada a Washington (2005-06), Vice-Presidente della Toronto-Dominion Bank.
Beatrice dei Paesi Bassi Regina d’Olanda. È la figlia del principe Bernhard.
George Osborne ministro delle Finanze britannico. Questo neo-conservatore è visto come un euroscettico. Si deve capire che è contrario alla partecipazione del Regno Unito all’Unione europea, ma che è un sostenitore dell’organizzazione del continente in seno all’Unione.
Robert S. Prichard economista canadese, direttore del gruppo stampa e audiovisivo Torstar.
David Rockefeller il patriarca di una lunga serie di finanzieri. E’ il membro più anziano del nucleo duro dei Bilderbergers. E’ anche presidente della Commissione Trilaterale, un’organizzazione simile che incorpora dei partecipanti asiatici.
James D. Wolfensohn finanziere australiano che ha preso la cittadinanza statunitense per diventare Presidente della Banca Mondiale (1995-2005), ora direttore della società di consulenza Wolfensohn & Co.
Robert B. Zoellick diplomatico statunitense, ex delegato al commercio degli Stati Uniti(2001-05), attuale presidente della Banca Mondiale.
I Bilderbergers non sono vincolati alle aziende o alle istituzioni in cui lavorano. Tuttavia, è interessante osservare la diversità dei loro settori di attività.
La lobby della più potente organizzazione militare del mondo
Negli ultimi anni, il numero di argomenti discussi, in occasione di seminari annuali, è aumentato in base all’attualità internazionale. Ma questo non ci dice nulla, perché queste discussioni non hanno alcuno obiettivo in sè, sono solo scuse per inviare messaggi. Purtroppo, non abbiamo accesso ai documenti preparatori più recenti e possiamo solo fare congetture circa le parole d’ordine che la NATO cerca di diffondere attraverso questi opinion leader.
La reputazione del Gruppo Bilderberg ha portato alcuni autori ad attribuirgli la capacità di fare nomine. E’ stupido ed oscura i veri burattinai che sono in seno all’Alleanza atlantica.
Ad esempio, è stato riferito che durante le ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Barack Obama e Hillary Clinton sono andati per un giorno, il 6 giugno 2008, a negoziare di nascosto la fine della loro rivalità. In realtà sono andati al seminario annuale del Gruppo Bilderberg, a Chantilly (Virginia, USA). Ma il giorno dopo, la signora Clinton ha annunciato il suo ritiro dalla corsa. Alcuni autori hanno concluso che la decisione fu presa durante la riunione del Bilderberg. Questo non è logico, dal momento che la decisione era certo da tre giorni, dato il numero di voti al senatore Obama nel Comitato delle nomination del Partito democratico.
Secondo la nostra fonte, qualcos’altro è successo. Barack Obama e Hillary Clinton hanno concluso di nascosto un accordo finanziario e politico. Il senatore Obama ha salvato i fondi della sua rivale e gli ha offerto una posizione nella sua amministrazione (Clinton ha negato la vice-presidenza e ha scelto il Dipartimento di Stato), in cambio del suo sostegno attivo durante la campagna contro il candidato repubblicano. Poi, i due leader sono stati introdotti da James A. Johnson alla conferenza del Bilderberg, dove i partecipanti hanno assicurato che avrebbero lavorato insieme. Già da molto tempo, Barack Obama era il candidato della NATO. Obama e la sua famiglia hanno sempre lavorato per la CIA e il Pentagono [3].
Inoltre, il finanziamento iniziale della sua campagna fu forniti dalla Corona d’Inghilterra attraverso l’uomo d’affari Nadhmi Auchi. Nel presentare il senatore nero al Bilderberg, l’Alleanza atlantica organizzava a livello internazionale le pubbliche relazioni del futuro presidente degli Stati Uniti.
Allo stesso modo, è stato segnalato che il Gruppo Bilderberg ha tenuto un pranzo improvvisato, al di fuori del seminario, il 14 novembre 2009 presso il Castello di Val Duchesse, di proprietà del re del Belgio. L’ex primo ministro del Belgio Herman Van Rompuy vi aveva pronunciato un discorso. E, cinque giorni dopo, fu eletto presidente del Consiglio europeo. Anche in questo caso, alcuni autori hanno torto nel concludere che il gruppo Bilderberg sia stato il “kingmaker”.
In realtà, il presidente dell’Unione europea non poteva essere scelto al di fuori degli ambienti NATO, come ricorderete, l’Unione europea è cresciuta dalle clausole segrete del Piano Marshall. E questa scelta dovrebbe essere approvata dagli Stati membri. Questo tipo di decisione richiede lunghi negoziati e non si prende in una cena tra amici.
Sempre secondo la nostra fonte, il Presidente del Gruppo Bilderberg, Etienne Davignon, ha convocato questa cena speciale per presentare van Rompuy ai suoi agenti d’influenza. La cosa era tanto più necessaria, poiché era la prima personalità ad occupare la nuova carica di presidente dell’Unione ad essere totalmente sconosciuta al di fuori del proprio paese.
Durante il pasto, il signor Van Rompuy ha delineato il suo programma per la creazione di una tassa europea per finanziare direttamente le istituzioni dell’Unione, senza passare per gli Stati membri. Non è rimasto ai Bilderbergers che proclamare ovunque potessero, che conoscono Herman von Rompuy e testimoniano le sue qualità di presiedere l’Unione.
La realtà del gruppo Bilderberg è meno romantica di quanto alcuni autori di successo hanno immaginato. Lo spiegamento incredibile di forze militari per garantirne la sicurezza non è tanto destinata unicamente alla protezione, ma a impressionare coloro che vi partecipano. Non mostra il proprio potere, ma dimostra che l’unico potere reale in Occidente è la NATO. Liberi di sostenerla e d’essere sostenuti da essa, o combatterla ed essere schiacciati inesorabilmente.
Inoltre, sebbene il Gruppo Bilderberg abbia sviluppato, al suo debutto, una retorica anti-comunista, non era rivolta contro l’URSS e che non è rivolta oggi contro la Russia. Ne consegue che la strategia della Alleanza non è un patto contro Mosca, ma la difesa -e forse l’estensione- della zona di influenza di Washington. Alla sua creazione, la NATO aveva sperato di integrare l’Unione Sovietica, che sarebbe equivalso a un impegno di Mosca a non contestare la divisione del mondo nelle Conferenze di Postdam e di Jalta. Recentemente l’Alleanza ha accolto il presidente Dmitrij Medvedev al vertice di Lisbona e ha proposto che la Russia vi aderisse. Non si tratterebbe di una sottomissione, ma del riconoscimento del Nuovo Ordine Mondiale, in cui tutta l’Europa centrale e orientale è caduta nell’orbita degli Stati Uniti. Un’adesione della Russia sarebbe, in qualche modo, un trattato di pace: Mosca ammetterebbe la sconfitta nella guerra fredda e la nuova divisione del mondo.
In questo caso, il gruppo Bilderberg inviterebbe personalità russa nelle sue riunioni annuali. Non chiederebbe loro d’influenzare l’opinione pubblica in Russia per americanizzarla, ma per convincerla a rinunciare ai sogni di grandezza del passato.
Fonte : “Quel che non sapete del Gruppo Bilderberg”, di Thierry Meyssan,Rete Voltaire, 10 aprile 2011, www.voltairenet.org/a169373

Sicilia, Sardegna e Campania in vendita…

Stronzate se ne sentono tante in giro, ma quella espressa dal nostro europarlamentare Sig. Borghezio le supera tutte…
Invitato presso Klaus Condicio, un talk show di Klaus Davi,  su Youtube dichiara che:  ” fossi al posto del premier Monti – spiega – venderei la Sicilia agli Usa o a qualche pool di miliardari russi o americani “…

L’idea è che, essendo questi territori in mano alla mafia ed alla camorra ed essendo questi saldamente radicate nel territorio sono difficile da estirpare, ed una soluzione potrebbe essere che Monti la venda a uno stato estero o a qualche miliardario visto che lo Stato non riesce ad eliminare una volta e per sempre questo malaffare…

Aggiunge che purtroppo, nonostante i numerosissimi Siciliani e Campani onesti, non c’è speranza…
L’idea, nata nell’immediato dopoguerra,  purtroppo ( e lo dico da Siciliano… ) non si è concretizzata, perché  state certi che volentieri avremmo preferito essere il 51° Stato USA che appartenere ad uno Stato che oggi mette al suo parlamento elementi come Lei…

Comunque vede a differenza Sua, gli altri Stati ci prenderebbero subito, per tutte le ricchezze che il nostro territorio possiede, naturali e culturali… mentre la cosiddetta Padania…, quella non la vuole nessuno perché non ha niente da dare, ne sotto il profilo naturale ed ancor di più sotto quello culturale…
E poi, riprendendo le sue argomentazioni e secondo quanto accaduto di recente, sembra che quella con più possibilità di essere cacciata via dal resto dell’Italia sia proprio la Padania, dal momento che ormai conta più ladri che persone perbene…

Altro che territori completamente improduttivi, noi siamo quelli che stiamo tenendo in piedi l’Italia, veda soltanto quanto petrolio portiamo per fare funzionare le vostre imprese…, certamente saremmo molto più alleggeriti senza questa palla al piede chiamata Nord…
Abbiamo visto infatti come avete gestito la vostra cassa… ed ora stanno tutti scendendo dal carroccio…ma stia tranquillo che ora che i finanziamenti stanno terminando, ora che la Padania ladrona è stata scoperta, adesso che il Sig. Maroni comincerà le pulizie…, vedrà che resterete in pochi!!!

Vede mentre Dio legava quella vostra terra allo stivale… a noi invece a permesso di poter fare, ( come ormai è di moda dire da voi ultimamente…),  ” un passo indietro…” e difatti ancora oggi, dalla nostra posizione,  subiamo purtroppo ancora la vostra puzza… 

Spread

Tutti in questi giorni a parlare di Spread…
Esso rappresenta la differenza tra il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un titolo ( ASK ) e il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel titolo ( BID ), rappresenta quindi l’unita di misura della liquidità del mercato…
Ora in Italia, ci siamo convinti che il problema principale era legato alle strategie politiche attuate in questi anni dal Sig. Berlusconi, ed oggi con l’arrivo di Monti siamo altrettanto convinti che il problema sia finito…
La verità è che siamo così portati a guardare dentro casa nostra che dimentichiamo quanto accade fuori, non vogliamo osservare in maniera obbiettiva i cambiamenti che nel corso di questi ultimi anni hanno colpito i paesi, come gli Stati Uniti, il Sud America, gli ex paesi comunisti, il nord Africa, il medio oriente, fino a giungere a India, Cina e Giappone… 
Esiste un sistema, che ha deciso di invertire l’ordine mondiale e per fare questo non sta usando le armi, la violenza, nessuna coercizione ma tutto avviene in maniera sottile, attraverso la distruzione del sistema economico e bancario… e di una moneta l’Euro…
E’ come un virus, si sta diffondendo in tutti i mercati, le borse crollano e si arriva così ad una recessione, tutti i nostri grandi economisti, vogliono illuderci con la storiella che il problema colpisce soltanto le economie deboli, Grecia, Portogallo, ma la verità è che noi ci siamo dentro già da un po… ma lo stesso vale anche per la Francia e vedrete che tra un po’ colpirà anche la Germania…
Hanno voglia di ridere… sia il presidente francese Nicolas Sarkozy che la cancelliera tedesca Angela Merkel; hanno voluto farci credere che si trattava soltanto di un nostro problema mentre invece comincia a mostrasi che è anche un loro problema…
Anche i titoli di Paesi come Austria, Finlandia e Olanda cominciano a subire l’onda dello Tzunami…
La crisi mondiale ha un unico scopo… distruggerci!!! Renderci tutti poveri ed il problema vedrete che non si risolverà, con nuove politiche ispirate alla parsimonia e al sacrificio, al controllo delle spese oppure nell’abbassare o ancor meglio togliere tutti quei privilegi cui una parte del nostro sistema ha goduto…
Queste manovre sono state studiate a tavolino e qualcuno nel frattempo si sta arricchendo in maniera spropositata… è ovvio che Berlusconi abbia lasciato… spera che qualcuno gli risolva il problema, spera di risollevare le sorti delle sue società oggi fortemente in perdite azionarie, per milioni e milioni euro….
Perché è ovvio che quanto sta succedendo colpisce in primiss, le banche ed i grossi gruppi imprenditoriali e Berlusconi, purtroppo per lui, questa volta c’è dentro fino al collo …
Capire quindi chi possa avere fortemente interesse che ciò avvenga diventa fondamentale:
forse la Cina, che espande la propria egemonia, i propri tentacoli, intervenendo e comprando titoli con la scusa di darci una mano… ???
Oppure i paesi Arabi, che utilizzano il potere economico oggi in loro possesso, per impadronirsi degli Stati Europei avendo capito che, ci sarà un tempo nel quale il petrolio andrà ad esaurirsi e/o verrà sostituito da nuove energie alternative…
L’Iran ed i paesi limitrofi, soprattutto quelli di ispirazione estremista, utilizzano quanto in loro possesso per realizzare una crisi mondiale…
Credere che entro breve tempo ci sarà un cambiamento di rotta è una pura illusione, per almeno sei mesi la situazione continuerà ad essere altalenante e nessun paese saprà porre rimedio…
Ogni Stato cerca di salvarsi come può e nel tentare di salvare il proprio debito pubblico, si diventa incuranti dei problemi altrui…; questo terremoto porterà a dilatarsi dall’Europa fino in America ed al Giappone…
Solo restando coesi, riportando ognuno a pareggio i propri conti pubblici,  cosa molto difficile, soprattutto se in Italia non si prendono posizioni dure contro quel sistema politico, che finora ci ha governato… portandoci oggi ad un fallimento totale!!! 
Speriamo di non ritrovarci tra un po anche fuori dall’Europa…    
  

Attacco all’Iran…

Si sembrerà strano, ma esiste già un programma di preparazione al conflitto con l’Iran da parte di Israele il cui nome in codice è « Spartan 08». Nel tratto di mare, a sud est dell’isola di Creta, dal 28 maggio al 18 giugno, l’aviazione israeliana ha simulato un attacco. Con oltre cento caccia F16 e F15 e con l’ausilio di aerei per il rifornimento in volo, hanno condotto una missione di 1.500 chilometri, circa la stessa distanza che divide lo Stato ebraico dall’Iran e precisamente agli impianti nucleari…;
Durante la missione sono state sganciate bombe, realizzati trasporti di militari con elicotteri di supporto, prevedendo il recupero dei piloti abbattuti in eventuale «territorio ostile», inoltre sono state effettuate manovre con portaerei ed incrociatori e non dimentichiamoci dei cinque sottomarini armati con missili nucleari che potrebbero facilmente raggiungere gli obiettivi iraniani, direttamente dal golfo persico.
Con questa azione di forza, Israele ha voluto rimarcare che non resterà a guardare, la politica del presidente Iraniano Ahmadinejad, ma se continuerà alla proliferazione con l’energia nucleare, Israele, se la comunità mondiale non darà segni d’intervento, se i ripetuti tentativi negoziali falliranno, Israele è pronta a scatenare una rappresaglia distruggendo gli impianti realizzati e quelli in corso di realizzazione…
Gli iraniani sono convinti che qualcosa si stà preparando, infatti il presidente Iraniano promette ritorsioni pesanti e l’ayatollah Ahmad Khatami minaccia conseguenze « terribili ». Ovviamente l’Iran si sta preparando ad un possibile attacco, della difesa contraerea, acquistando batterie missilistiche Russe ed inoltre si stanno potenziando i radar, visto che proprio questi hanno dimostrato la propria vulnerabilità grazie a tecniche di elettronica che li rendono inutili.
Per giustificare ovviamente questo attacco Israele ed anche gli Stati Uniti considerano un “ Iran armato di nucleare “ una grave minaccia per la sicurezza del mondo…
Bisogna sempre ricordare comunque l’esperienza appena passata, con l’attacco in Iraq; come venne strumentalizzata l’opinione pubblica sulla necessità di un’invasione, alla ricerca delle cosiddette armi di distruzione di massa, che alla fine, non sono mai state trovate…
Ovviamente un attacco terrestre non sarà contemplato fra i possibili scenari, sia per l’esperienze fatte in questi anni in Iraq e in Afganistan, che per la conformazione del territorio e quindi l’attacco aereo con missili via mare e bombardamenti con jet si profila essere l’unico scenario possibile.
Certamente un attacco aereo non sarà accettato dalle Nazioni Unite ed incontrerebbe un’opposizione da parte della comunità internazionale, in particolare da Russia e Cina e dai paesi arabi, che saranno costretti a prendere posizione contro chi attacca una nazione islamica.
Lo scenario che si sta sviluppando intorno all’area medio orientale e del golfo persico è di un continuo rafforzamento militare, anche le difese degli stati limitrofi si stanno adottando contro eventuali rappresaglie dell’Iran, non dimentichiamoci che molti di questi presentano basi militari americane, ed è da escludersi un’eventuale lancio di missili nucleari contro Israele da parte dell’Iran anche perché Israele, con più di 300 testate nucleari ad alta tecnologia, distruggerebbe totalmente l’Iran.
Ancora forse i tempi non sono pronti, in quanto l’Iran è indietro nel programma di realizzazione di armi nucleari, ma bisogna cominciare a prepararsi, perché entro i prossimi due/tre anni, questa, sarà pronta a realizzare la prima testata nucleare ed ovviamente gli Israeliani non lo potranno permettere.
L’unica soluzione reale per bloccare il programma nucleare iraniano è la via diplomatica. L’Iran si è appellato infatti per l’istituzione di una zona franca di produzione di armi nucleari per il Medio Oriente, con l’adozione della quale tutte le nazioni della regione sarebbero chiamate a rinunciare alle proprie armi nucleari ed aprire i loro programmi a restrittive ispezioni internazionali
Certo un attacco militare non frenerà il programma nucleare iraniano, anzi motiverà il governo iraniano, forte dell’appoggio popolare incrementato in reazione all’aggressione straniera contro la propria nazione, a raddoppiare i propri sforzi.
Lo scenario che si aprirà condizionerà certamente l’economia mondiale, con gravi ripercussioni su tutti i settori dalla vita quotidiana, dalle ripercussioni politiche, alimentari, energetiche ( l’Iran proverà a bloccare lo stretto di Hormuz. Nel braccio di mare che chiude il Golfo Persico, tra Iran e Oman, passa il 20% di tutto il petrolio estratto nel mondo), e non dimentichiamoci anche di quelle religiose.