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Tensioni Iran-USA (Israele) e il rischio nucleare.
Negli ultimi giorni la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei ha messo l’esercito in massima allerta dopo le minacce lanciate da Trump.
Teheran avverte che un attacco avrà conseguenze gravissime, ma allo stesso tempo apre a mediazioni come quella proposta dall’Oman per evitare lo scontro diretto.
Tuttavia le accuse reciproche tra Iran Arabia Saudita e Stati Uniti continuano ad alimentare tensioni nella regione.
Il vertice d’emergenza alla Mecca convocato da Re Salman ha visto l’Arabia Saudita accusare l’Iran di destabilizzare il Golfo dagli attacchi alle petroliere alle ingerenze nello Yemen. L’Iran ribatte che si tratta di accuse infondate, parte di una campagna orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele per isolare Teheran.
Intanto l’ONU conferma che l’Iran rispetta i limiti nucleari imposti dall’accordo del 2015 ma le scorte di uranio crescono e il dubbio sulla bomba atomica iraniana torna a pesare sulle menti di tutti.
La Francia con Macron in prima linea prova a salvare l’accordo nucleare del 2015 e a frenare l’escalation ma Trump ha già chiarito che nessuno deve parlare per gli Stati Uniti. Parigi si ritrova in una posizione difficile alleata agli americani ma critica sulle sanzioni che colpiscono l’Iran.
L’Iran dal canto suo dichiara che non parlerà finché le sanzioni non saranno revocate. La situazione è un groviglio di interessi contrapposti dove ogni mossa sembra portare verso un punto di non ritorno.
Se l’Iran dovesse entrare in possesso di un’arma nucleare cambierebbe radicalmente gli equilibri di potere nella regione. Israele e Arabia Saudita non accetterebbero mai una simile prospettiva perché significherebbe perdere il monopolio della forza nel Golfo.
Gli Stati Uniti con le loro basi in Qatar e le portaerei nello Stretto di Hormuz vogliono impedire a Teheran di controllare il flusso di petrolio globale mentre l’Europa teme una nuova guerra ma è divisa e impotente senza l’appoggio degli USA. In questo scenario il nucleare non è solo una questione tecnologica ma un simbolo di supremazia geopolitica.
Le politiche espansionistiche e di controllo degli Stati Uniti e di Israele hanno modellato il Medio Oriente negli ultimi decenni. Gli interessi economici legati al petrolio le alleanze strategiche e la volontà di contenere l’influenza iraniana hanno spesso portato a interventi militari o a pressioni diplomatiche.
Ma fino a che punto queste politiche hanno contribuito alla stabilità della regione? Oppure hanno semplicemente alimentato un ciclo infinito di violenza e tensioni?
Trump gioca la carta della “massima pressione” ma l’Iran non cede…
Riuscirà l’Europa a trovare una via d’uscita o il Golfo è destinato a esplodere trascinando il mondo in un conflitto con conseguenze imprevedibili? È davvero possibile una soluzione diplomatica o siamo condannati a un nuovo ciclo di violenza?
Forse la risposta sta nel comprendere che la pace non può essere imposta dall’esterno ma deve nascere da un dialogo sincero tra le parti coinvolte. Tuttavia finché gli interessi nazionali continueranno a prevalere sul bene comune sarà difficile immaginare un futuro diverso per questa regione così tormentata.
Trump e il suo piano per la "Striscia di Gaza": Controllo, acquisto e nessun ritorno, sia per i Palestinesi che per gli ostaggi Israeliani?
Il Presidente è tornato al centro dell’attenzione con dichiarazioni che lasciano poco spazio all’interpretazione: nel suo piano per Gaza non è previsto alcun diritto al ritorno per i palestinesi nelle loro abitazioni, ormai rase al suolo…
Ed allora il giornalista di Fox New, Bret Baier, durante un’intervista ha voluto chiedere al presidente: nel suo piano per Gaza, si ha come l’impressione che per i palestinesi non vi sia alcun diritto di ritornare nelle proprie abitazioni, peraltro totalmente distrutte, è corretto?
“Non ne avrebbero… ma solo perché, grazie a me, avranno alloggi molto migliori”!!!
“Presidente – ha incalzato il giornalista – può spiegare meglio il concetto? Trump: semplice, costruire un posto permanente per loro, prospettando un piano che preveda una nuova sistemazione per i palestinesi, senza concedere però loro il ritorno nei territori originari”.
Questa visione si inserisce in un progetto più ampio che, secondo le sue dichiarazioni, mira all’acquisto e al controllo di Gaza, ponendo le basi per una gestione alternativa della Striscia, con la possibilità di cedere alcune aree ad altri Paesi del Medio Oriente per favorire la ricostruzione e il reinsediamento dei palestinesi.
Come prevedibile, le reazioni non si sono fatte attendere…
L’alto dirigente di Hamas, Khalil al-Hayya ha dichiarato che i progetti degli Stati Uniti e soprattutto del presidente americano Donald Trump, riguardo la Striscia di Gaza, sono “spacciati”: “Li faremo crollare come abbiamo fatto crollare i progetti prima di loro”, ha affermato durante una commemorazione del 46° anniversario della rivoluzione iraniana a Teheran.
Nel frattempo Hamas sospende il rilascio degli ostagg e le famiglie degli ostaggi israeliani prigionieri stamani stanno bloccando l’autostrada che da Tel Aviv porta a Gerusalemme per chiedere al primo ministro, Benjamin Netanyahu, di non mettere a repentaglio l’accordo per la loro liberazione: “Abbandonare gli ostaggi è un crimine di guerra”; le famiglie inoltre degli ostaggi hanno domandato al primo ministro Israeliano, di spedire a Doha una squadra di negoziatori che “abbia il pieno mandato di trattare la seconda fase, che portera’ alla liberazione di tutti gli ostaggi in un’unica soluzione“.
Certo, le parole di Trump stanno suscitando forte scalpore ed acceso il dibattito sulla questione palestinese, lasciando aperte molte domande: si tratta di una reale strategia politica o di una semplice provocazione? E quali potrebbero essere le conseguenze di un piano simile per la regione mediorientale?
La situazione resta quindi incerta, ma una cosa è chiara: Gaza continua a essere terreno di scontro non solo sul campo, ma anche nei giochi di potere della politica internazionale, dove interessi strategici e visioni contrastanti si intrecciano senza condurre ahimè ad una soluzione definitiva!
Dalla teoria alla realtà: il laser HELIOS e il mistero sulla morte di Raisi…
Eppure, dopo alcune iniziative militari da parte di alcuni Stati, ecco che ora anche il Pentagono ha reso pubblica l’immagine del nuovo sistema d’arma laser HELIOS, integrato sul cacciatorpediniere USS Preble (DDG-88) della classe Arleigh Burke, appartenente al cd. Flight IIA.
Cosa dire, quanto sembrava fantasioso è ora installato a bordo di una nave militare con l’acronimo “High Energy Laser with Integrated Optical Dazzler and Surveillance”, un sistema sviluppato dalla Lockheed Martin, impiegabile per la difesa aerea, la ricognizione e l’accecamento dei sensori da parte delle unità di superficie della US Navy.
Non è stato specificato quando sia stata scattata l’immagine diffusa dal Pentagono, estrapolata da un video girato a bordo di un’altra unità della US Navy, tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il USS Preble potrebbe potrebbe non esser l’unica nave della Marina degli Stati Uniti ad essere equipaggiata con questo sistema d’arma laser, ma forse anche altri strumenti, ad esempio droni ad alta quota, potrebbero esser già stati equipaggiati per colpire obbiettivi a terra o in volo…
Inoltre, sempre nell’ambito del progetto “HELCAP” – High Energy Laser Counter Anti-Ship Cruise Missile (ASCM) – è previsto lo sviluppo di un sistema laser da ben 300 kW di potenza che dovrà assicurare alle unità di superficie della US Navy la difesa da missili antinave da crociera.
Ma c’è di più… a dispetto di quanto si possa credere, si è già dato il via a nuove armi laser, vedasi ad esempio i nuovi sistemi laser denominati
– Weapon System Demonstrator (LWSD) Mk 2 Mod 0 ,150 kW , èUSS Portland (LPD-27) della classe *SanSant’Antonio .
– Optical Dazzler Interdictor Navy (ODIN) èottocacciatoredi Arleigh Burke .
– HELCAP (High Energy Laser Counter Anti-Ship Cruise Missile – ASCM), di ben 300 kW ,
Cosa dire, quanto accaduto all’ex presidente Iraniano Raisi, mi conferma ancor più come l’ipotesi formulata allora dal sottoscritto, abbia in se poco di fantasioso; viceversa conferma come le notizie che vengono solitamente riportate dai media, raccontano soltanto una parte della realtà, perché la verità come sempre accade, è quasi sempre diversa!!!!
Ed allora: esiste un legame tra queste nuove armi laser e il caso Raisi??? Chissà… forse un giorno sapremo la verita!
Hassad è scappato ma la tragedia siriana resta inalterata con oltre 50.000 sfollati ed una crisi umanitaria inasprita dai conflitti.
Infatti secondo l’ONU, sono oltre 50.000 le persone che erano state costrette ad abbandonare le proprie case e che adesso, in queste ore, stanno provando a rientrare…
Difatti va ricordato come prima della fuga del suo leader, le forze governative siriane, supportate dalla Russia, stavano ancora conducendo raid contro i ribelli filo-turchi, gli stessi che ora stanno per prendere il potere…
Dall’altro canto i raid israeliani e gli scontri tra gruppi rivali filo-turchi e filo-iraniani avevano non poco complicano uno scenario di per se frammentato e drammatico.
Questa ulteriore escalation ha portato peraltro ad una crisi umanitaria gravissima!!!
Migliaia di famiglie, tra cui donne e bambini, sono senza cibo, medicine e rifugi sicuri. Gli stessi sfollati vivono in condizioni estreme: molti sono ammassati in campi improvvisati, privi di servizi essenziali o ancora intrappolati in zone di conflitto attivo e con il giungere dell’inverno e quindi del freddo aumentano esponenzialmente le sofferenze di chi ha già perso tutto.
Zone come Hama, Aleppo e la valle dell’Eufrate, già devastate dalla guerra, continuano ancora oggi ad essere bersaglio di bombardamenti, accentuando il dolore e il senso di abbandono di una popolazione già martoriata.
La Siria si sa… è un mosaico di interessi regionali e internazionali. La presenza infatti della Russia (e aggiungerei anche degli Stati Uniti) riflette la volontà di entrambe le potenze di mantenere un’influenza strategica nella regione, un elemento che rischia di acuire le tensioni globali tra Mosca e Washington.
A ciò si aggiungono gli attacchi israeliani contro le infrastrutture legate all’Iran, alimentando il timore che il conflitto siriano possa ancora trasformarsi in un campo di battaglia per uno scontro più ampio tra i due Paesi…
Ripeto… la crisi siriana è soprattutto un dramma umano prima di essere una sfida geopolitica di portata globale!!!
Gli sfollamenti di massa richiedono ora una risposta umanitaria immediata e incisiva e non bastano i soli aiuti internazionali.
Serve un impegno politico internazionale preciso per far ripartire uno Stato distrutto che, come abbiamo visto in questi lunghi anni, si alimenta principalmente di interessi stranieri, mentre è tempo che si restituisca a quel suo popolo una nuova e soprattutto definitiva, speranza di democrazia!!!
Rimuovete immediatamente Biden da quella poltrona, prima che ci trascini in una terza guerra mondiale!
Ha difatti autorizzato l’uso di missili americani contro obiettivi all’interno della Russia, ma non solo, dal suo govero è stata annunciata la fornitura di mine antiuomo all’Ucraina, dichiarando semplicemente che quest’ultimi hanno bisogno di strumenti che servano a rallentare gli invasori: “ce le hanno chieste e penso che sia una buona idea” ed ecco quindi l’invio di nuove armi all’Ucraina per un totale di 275 milioni di dollari.
Da quanto sopra non posso che pensare che tutta questa situazione rifletta un contesto già deciso… dove ogni decisione sembra contribuire ad intensificare le tensioni, con potenziali rischi a lungo termine…
Ad esempio, l’aumento del supporto militare occidentale all’Ucraina, in particolare con l’invio di armi e munizioni avanzate, rappresenta di fatto un’escalation che mette sotto pressione tutte le parti coinvolte, specialmente l’impiego di armamenti come le mine antiuomo, il cui uso – come sappiamo – è fortemente condannato a livello internazionale proprio per l’impatto devastante che determina sui civili, anche a distanza di anni dal conflitto.
Una questione, questa delle mine molto dibattuta e, come riportato in questi giorni, ha già causato un numero considerevole di vittime civili e militari…
Peraltro sia l’Onu che le organizzazioni per i diritti umani hanno espresso molta preoccupazione per l’impiego di queste armi, sottolineando come il loro uso renda difficile la ricostruzione post-bellica e minacci la sicurezza delle comunità civili anche dopo la fine delle ostilità.
Va detto inoltre che la posizione di Biden mostra un cambio di strategia rispetto al passato, pur sapendo che sia gli Stati Uniti che la Russia non aderiscono al Trattato di Ottawa, che come sappiamo proibisce l’uso delle mine antiuomo.
Quindi, il recente invio di missili Atacms e Storm Shadow, qualora confermato, evidenzierebbe una partecipazione diretta nel conflitto da parte dell’Occidente, complicando ulteriormente la possibilità di una risoluzione pacifica.
E dire che gli alleati europei, come il Regno Unito e la Francia, si stanno muovendosi con cautela, se pur la pressione sembra aumentare su tutti i fronti, con un continuo aggiornamento delle risorse militari e una posizione che non sembra puntare alla de-escalation.
Certo, per quanto difficile sia ora il dialogo tra Ucraina e Russia ritengo sia essenziale sedersi ad un tavolo per trovare una qualche forma di negoziazione, come quella avvenuta in passato (ad esempio i negoziati di Minsk), gli stessi che potrebbero servire da modello di base, anche se con nuovi e importanti adattamenti.
L’importante comunque è limitare le azioni di un Presidente 82′ enne che, come abbiamo visto in questi mesi, non ci sta più con la testa, con il rischio che ogni sua azione potrebbe ahimè ritorcersi anche contro noi tutti!!!
Trump potrebbe anche contribuire a porre fine al conflitto in Ucraina, ma una soluzione non si realizzerà prima del 2026!
In molti si chiedono se riuscirà a mantenere le promesse della campagna elettorale, riuscendo a convincere l’amico Putin a sospendere la guerra in Ucraina.
Tuttavia, in queste riflessioni, si dimentica un elemento cruciale: gli Stati Uniti, per il governo di Mosca, rappresentano ancora una nazione ostile, direttamente coinvolta nel conflitto contro la Russia. Per questo motivo, non basta un cambio di Presidente per stravolgere gli obiettivi militari già stabiliti. Sospendere le operazioni significherebbe, infatti, abbandonare lo scopo iniziale di questa guerra e tradire le promesse fatte al Presidente ucraino Zelens’kyj.
Abbandonare ora il popolo ucraino in guerra e rinunciare al sostegno internazionale precedentemente offerto potrebbe compromettere del tutto la politica di Zelens’kyj. Tale “dietrofront” isolerebbe l’Ucraina e potrebbe portare al potere un nuovo leader, forse più incline a compromessi con la Russia, che pur di ottenere rapidamente la pace, potrebbe concedere le concessioni territoriali richieste, abbandonando definitivamente le aspirazioni di una modernizzazione dell’alleanza e della sicurezza europea.
In effetti, quanto è stato fatto finora ha rappresentato una provocazione che ha eroso la fiducia con l’ex partner russo, da cui — ricordiamo — dipendiamo ancora per gas e petrolio.
L’eventualità di impedire l’ingresso dell’Ucraina nella NATO rappresenterebbe una minaccia non solo perché non porterebbe alla fine del conflitto, ma rischierebbe di allargarlo, coinvolgendo anche i paesi confinanti. Non va dimenticato, inoltre, che verso la fine della Guerra Fredda, l’Unione Sovietica ricevette più volte rassicurazioni da Stati Uniti e Germania, in particolare che la NATO non si sarebbe mai estesa oltre i confini della Germania riunificata.
Come sappiamo, però, quella promessa non fu rispettata: dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, quasi tutti i paesi ex-comunisti aderirono alla NATO, spingendo i confini dell’Alleanza fino alla Russia, che percepì questa espansione come una grave umiliazione.
Negli anni, paesi come Albania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria sono entrati nella NATO. Di recente, anche Finlandia e Svezia hanno presentato la propria candidatura, rinunciando alla neutralità; l’Ucraina stessa, già nel 2008, aveva avviato il processo di adesione.
In questo scenario, sperare che Trump possa “miracolosamente” risolvere la situazione appare irrealistico. Un cambiamento potrebbe essere possibile solo tramite concessioni territoriali e politiche significative per la sicurezza della Russia, compresa la revoca delle sanzioni internazionali. Solo con un’apertura economica — inclusa la ripresa delle importazioni ed esportazioni di beni essenziali, dai prodotti agricoli agli industriali — si potrebbe intravedere una via di uscita diplomatica..
Come previsto: Israele attacca l’Iran!!!
Ed in questo stallo ecco che Israele, come apertamente dichiarato, ha iniziato a colpire le strutture di produzione dei missili in Iran, una circostanza che tutti attendevano, sia la comunità internazionale che anche quella Repubblica islamica…
Quindi l’attacco non è certamente una sorpresa, si tratta ora di vedere se l’Iran risponderà o meno a questo affronto e soprattutto quali suoi alleati scenderanno in suo soccorso, mi riferisco in particolare alla Cina (primo importatore di petrolio da quel paese) e alla Russia (che ha tutto l’interessa di ampliare quel conflitto in medio oriente per distrarre la comunità internazionale dal conflitto in corso in Ucraina).
E quindi: cosa farà l’Iran? Risponderà all’attacco di Israele? Rischierà che Israele distrugga tutti i suoi impianti di produzione nucleare, facendo ritornare indietro di trent’anni i programmi bellici per la produzione di una testata nucleare?
L’Iran è stato informato da Israele che se risponderà all’attacco ricevuto, sarà investita da un’ondata di attacchi sul suo territorio e se fosse vero che l’attacco compiuto (senza intercettazioni…) ha portato alla distruzione di basi militari, sistemi di difesa aerea e missilistica, già… senza che alcun veicolo israeliano venisse abbattuto (forse due militari israeliani sono rimasti uccisi…), ritengo sia meglio rivedere certe ambizioni velleitarie, che potrebbero dimostrarsi superiori alle reali capacità di realizzarle.
Ovviamente dal mondo intero si chiede di fermare una possibile escalation, in particolare gli USA per nome del suo portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Sean Savett, ha esortato l’Iran a smettere di attaccare Israele per interrompere il ciclo di violenza: “Esortiamo l’Iran a cessare i suoi attacchi contro Israele in modo che questo ciclo di combattimenti possa concludersi senza ulteriore escalation”.
C’è solo un modo per terminare questo conflitto ed è quello di creare un nuovo stato Palestinese smilitarizzato e un territorio a nord d’Israele nel Libano meridionale, controllato e protetto dalle forze internazionali dell’UNIFIL che non permetta ad alcun gruppo armato di crescere e destabilizzare quell’area, ed in questo proprio l’Iran, potrà diventare “ago della bilancia“, affinché tutti possano convivere in pace…
Certo… una situazione più facile a dirsi che a mettersi in pratica!!!
Vedremo difatti in questi mesi cosa accadrà…
Né Biden e neppure gli alleati potranno fermare la guerra in medio oriente!!!
Sono tutte cazz…. quelle che ci vengono raccontate nei Tg nazionali ed internazionali!!!
Lo sanno bene i Capi di Stato e di governo di tutti i Paesi del mondo che questa guerra si concluderà solo dopo che Israele avrà espulso dalla striscia di Gaza tutti i palestinesi, ma non solo, proverà a includere in maniera permanente quei territori del Libano a sud del fiume Litani!!!
Parliamo di un’area – quest’ultima – da cui negli anni e soprattutto negli ultimi mesi il gruppo armato degli Hezbollah ha preso di mira inviando missili nel nord di Israele, ma non solo, dal governo di Netanyahu si è affermato che il gruppo militare aveva trasformato i villaggi libanesi in basi militari, sì… adiacenti alla “Linea blu“ occupata dalle forze “UNIFIL” (inviate dall’ONU per il mantenimento della pace in Libano), da cui poter sferrare i loro attacchi contro le comunità settentrionali di Israele”.
Prevedo sin d’ora come tra qualche anno sarà questa la situazione geografica di quell’area e poco o nulla potranno fare paesi come Usa, Germania, Gran Bretagna, Francia e ancor meno noi dell’Italia che contiamo come nazione – se pur ritengo ottimo l’impegno profuso dal nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani – quanto il due di coppe, quando la briscola è a bastoni!!!
Difatti, non si tratta più di riportare a casa quei poveri ostaggi israeliani, essi ormai fanno parte di quel cosiddetto “danno collaterale” che bisogna pagare per raggiungere ahimè i propri scopi e cioè poter inglobare in maniera radicale quei territori posti al confine con lo Stato d’Israele, per evitare una volta per tutte nuove ripercussioni militari.
Vedrete, le popolazioni civili espulse da quei territori che a breve verranno definitivamente occupati dall’esercito israeliano, saranno costrette a fuggire dalle loro case per cercare rifugio all’esterno, sapendo di dover iniziare a vivere in una condizione di emergenza certamente catastrofica!!!
Ovviamente – come sempre accade in questi casi – i sistemi di protezione se pur fragili ed incerti proveranno certamente ad assistere i rifugiati, se pur come già visto, l’impatto sulle comunità ospitanti non risulterà per nulla facile da gestire e soprattutto i finanziamenti della risposta umanitaria non terranno il passo con le esigenze di tutte quelle migliaia di profughi.
La verità è che da gran parte del mondo interno si preferisce “lavarsi la coscienza” (non solo per quanto sta accadendo in quell’area…) inviando a tutte quelle popolazioni disperate, cibo, vestiario, medicinali e quant’altro possa loro necessitare, l’importante (per tutti…) è non dover affrontare in maniera diretta il problema!!!
Difatti posso aggiungere che nell’affermare quanto sopra, non faccio riferimento ai soli paesi occidentali, bensì prendo di mira quei paesi arabi ricchi, che finora hanno preferito sostenere un costo economico (quello militare richiesto da gruppi come Hamas, Hezbollah, Huthi ed anche dall’Iran…) che dover rischiare di rimanere implicati in conflitti dei quale finora si è scelto di restare fuori!!!
Come ho scritto all’inizio del post: tutto il resto sono cazz…!!!
E’ riproposto in maniera integrale su youtube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=iKsiWY2nr5Y e vi è una scena iniziale che riguarda un funerale che rispecchia un periodo non poi così distante…
Vi consiglio di vederlo…
La Germania si prepara al "IV Reich!".
Alcuni sostenitori delle teorie del complotto vedono ora in questa nuova ascesa dell’ultradestra AFD un possibile ritorno a quella ideologia di estrema destra che ha avuto la propria massima diffusione in Europa, nella prima metà del XX secolo e si caratterizzo per una visione nazionalista del socialismo radicale, populista, statalista, collettivista, razzista e totalitaria…
D’altronde non bisogna dimenticare come esistono vari scritti al riguardo che hanno per l’appunto, studiato le azioni e le politiche che potrebbero un giorno far avverare questa distopia…
D’altronde anche da noi – a causa delle notizie di cronaca che ogni giorno ci vengono riportate dai Tg a modello di propaganda – si sta iniziando a manifestare un sentimento di antisemitismo verso tutto ciò che è diverso, in particolare nei confronti degli extracomunitari ed anche verso il popolo israeliano, a causa della guerra in corso contro Hamas e di conseguenza verso il popolo Palestinese i quella “Striscia di Gaza”.
Analoga circostanza è accaduta la settimana scorsa in Gran Bretagna, ma potrei continuare con quanto dichiarato negli Usa da uno dei contendenti durante un comizio organizzato per le elezioni presidenziali oppure quanto accaduto in Francia dove tutti i partiti si sono uniti per non rischiare una schiacciante vittoria della Marine Le Pen!!!
Ma d’altronde ditemi, il fatto che sia nuovamente la Germania ha dare spunto a quel ritorno al potere, a quella forma di nazismo, perché dovrebbe meravigliarci??? Essa ha perduto due guerre mondiali ed è ancora quì in Europa a rappresentare lo Stato predominante nell’Unione Europea, tanto che la loro politica nazionalista è stata definita dagli euroscettici come la “Politica del Quarto Reich“!!!
E quindi, mentre i partiti di governo subiscono una pesante sconfitta, ecco che incredibilmente l’ultradestra tedesca AFD ottiene una vittoria schiacciante nelle elezioni regionali in Turingia, ed è testa a testa in Sassonia!!!
“Siamo pronti ad assumere la responsabilità di Governo” è quanto ha dichiarato il leader dell’ultradestra Björn Höcke, ed avrebbe intenzione di invitare tutti gli altri partiti a dei colloqui per la formazione di un esecutivo regionale, d’altronde ha spiegato: È buona tradizione che il partito più forte inviti gli altri ai colloqui dopo una elezione!!!
Peraltro, chi accusa l’UE di complotti mondiali (contrariamente di debolezza e/o fragilità interna), trova ora nei movimenti euroscettici non un odio contro quell’entità, ma uno scetticismo nei suoi confronti, già… una diffidenza nei riguardi delle politiche economiche, dell’immigrazione e nelle relazioni interculturali…
Difatti, è partendo dall’osservazione di quelle sterili e indecise politiche compiute, sia europee che nazionali, che si sta permettendo ora, a tutti quei movimenti di ultradestra, di crescere, generare, senza dover continuare a subire questa democrazia vista come una forza destabilizzante, perché pone il potere nelle mani delle minoranze etniche, le stesse che tendono a indebolire ancor più l’Europa e quindi – di conseguenza – gli Stati nazionali!!!
Il linguaggio di oggi è similare a quello a suo tempo riportato nel “Mein Kampf” di Adolf Hitler, infatti: «Se la nostra classe intellettuale non avesse ricevuto un’educazione così raffinata, e avesse imparato la boxe, si sarebbe impedito ai lenoni, ai disertori e a una tale gentaglia di fare una rivoluzione in Germania. Poiché la rivoluzione fu vittoriosa non per gli atti arditi, forti, coraggiosi di quelli che la facevano, ma per la vile, commiserevole indecisione di quelli che dirigevano lo Stato, e ne avevano la responsabilità.»
Il problema fondamentale è che la storia non riecse a insegnare nulla, anzi i fatti dimostrano come essa si ripeta in maniera costante, già… ma a nessuno interessa comprenderla, in particolare i nostri giovani… che preferiscono farsi – diversamente dallo studiare e/o approfondire quanto finora accaduto – condizionare da tutti questi incompetenti e impreparati politici, presi ormai a modello di quei loro idoli, sì… ignoranti “influencer”!!!
Alì Kamenei, fossi al suo posto ci penserei due volte ad attaccare Israele!!!
Per fortuna che c’è il nuovo Presidente iraniano Masoud Pezeshkian a convincere l’ayatollah Ali Khamenei (85 anni) a rinviare l’attacco contro Israele.
Comprendo perfettamente quali motivi spingano l’attuale leader supremo a voler rispondere all’uccisione dello scorso luglio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ma il rischio che si potrebbe correre con un nuovo attacco, è simile a quello che condotto al conflitto in corso nella “Striscia di Gaza”.
Già… aver creduto in una azione folle, in quell’attacco violento programmato dai miliziani di Hamas che -come abbiamo assistito- ha portato ai numerosi sequestri di civili; sì… hanno pensato senza aver previsto anticipatamente quali esiti avrebbe condotto quell’errata operazione militare, la stessa (ne sono fortemente convinto) che era già prevista e segnalata dall’intelligence istaeliana al governo, che infatti ha atteso che si compiesse quell’attacco, affinchè si potesse giungere al progetto previsto e cioè di liberare tutti i territori israeliani dalla presenza araba!!!
Ed ora sto ascoltando in Tv di come l’ayatollah Khamenei ,vorrebbe rispondere contro Israele con una rappresaglia , dimenticando o chissà… non tenendo conto di quanto Israele e soprattutto gli Usa, stanno progettando un conflitto contro quel Paese…
Ed ora egli vorrebbe promuovere questo “auspicato” desiderio dei suoi avversari, convinto che attraverso i suoi missili e droni, potrà dare inizio ad un conflitto anti-sionista che dovrebbe espandersi a macchia d’olio…
Beh, penso che non appena quella rappresaglia inizierà, in sei giorni – già come quanto accaduto nel 1967 – l’Iran si ritroverà con tutte le proprie strutture militari distrutte, con gli impianti nucleari colpiti in maniera decisa (se pur quest’ultimi siano stati posti in questi ultimi anni ancor più sottoterra, proprio per evitare di restare colpiti dai raid missilistici…) e tutto ciò porterà non solo ad una disfatta politico e internazionale, ma anche al rischio di una caduta del regime…
D’altronde questa personale analisi rappresenta quanto di fatto vuole tutto il Medio Oriente e cioè contenere l’egemonia iraniana; non va dimenticato come lo stesso Netanyahu, dopo l’incontro con i rappresentanti di Egitto e Giordania, aveva annunciato che la minaccia strategica iraniana costituisce il principale problema nella regione, portando, per la prima volta dalla fondazione di Israele, ad un’intesa arabo-israeliana.
Quanto sopra inoltre riflette un’altra intesa, quella tra israeliani e americani, dal momento che anche dagli Usa viene espresso come la sconfitta dell’Iran sia la sua priorità assoluta nella regione e difatti, la maggior parte dei paesi arabi ad oggi, non hanno ancora chiarito la propria posizione nel conflitto tra Iran e Israele!!!
Difatti, le possibilità degli arabi variano tra neutralità, alleanza con Israele, e coesistenza con Iran e Israele…
Ora, sebbene ciascuna di queste posizioni danneggino gli interessi dei paesi arabi, sembrerebbe però che i loro governanti non abbiano molta scelta, d’altronde il rischio sarebbe quello di rimanere coinvolti dal conflitto, senza aver la certezza di prevedere quali conseguenze negative si potrebbero ahimè determinare.
Sono quindi questi i motivi che mi spingono a suggerire all’Ayatollah Kamenei ed anche al Presidente Pezeshkian di pensarci bene, già… più e più volte, prima di attaccare Israele, sì… per non doversene pentire!!!
Accordo di pace mediante il trattato di Abramo??? Non credo sia la giusta soluzione…
Fermiamo la guerra in Ucraina!!! Kiev deve restare slegata sia dalla NATO che dall’OTSC!!!
QUESTA GUERRA DEVE FINIRE!!!
Basta continuare con propagande e pericoli d’invasione per l’Europa, per il nostro Paese, d’altrinde la maggior parte di noi sa bene che quelle affermazioni non possiedono alcun fondamento!!!
Viceversa, bisogna avere il coraggio di dire la verità, iniziando ad esempio ricordando perché si è giunti a questo grave conflitto!!!
Raccontare cioè in maniera serena – senza essere di parte – quanto è realmente accaduto in questi vent’anni di tensione, cioè da quando nel lontano 1985, Michail Gorbaciov, segretario del Partito comunista sovietico, avviò una serie di riforme (la glasnost e la perestroika), con l’intento di rinnovare il sistema economico e soprattutto le istituzioni politiche dell’URSS.
Come sappiamo le sue riforme però non produssero i risultati sperati, anzi contribuirono a indebolire il governo stesso e le sue decisioni ebbero importanti conseguenze nei Paesi dell’Europa orientale che in pochi anni, decisero di abbandonare il comunismo per ritornare alla democrazia.
E difatti negli anni seguenti, a partire dal 1991 e con la fine del comunismo, le tensioni tra Occidente e Russia iniziarono ad ascendere; difatti da quell’anno la Nato e in particolare gli Usa, approfittando del momento di debolezza politica e soprattutto della fragilità economica interna per alimentare la guerra civile del 1993 e soprattutto la bancarotta del 1998/99!!!
Ma non solo, abbiamo visto cosa è accaduto in Siria, un conflitto descritto come una guerra per procura, dove al governo siriano è stato contrapposto un governo delle forze ribelli, che avevano come riferimento politico la “Coalizione Nazionale Siriana”; un sostegno militare, logistico e diplomatico ricevuto da altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti d’America, la Gran Bretagna, la Francia e i più importanti Stati sunniti del Medio Oriente, tra cui Qatar, Arabia Saudita e Turchia.
L’appoggio di queste nazioni ai ribelli siriani è stato considerato un illecito internazionale nei confronti della Siria stessa, tra l’altro quando la Nato decise di bombardare la Siria, sapeva bene che la Russia (paese amico) non fosse nelle condizioni di reagire.
Abbiamo visto quindi come negli anni seguenti la Nato abbia di fatto umiliato la Russia facendo in modo di far passare alcuni di quei suoi paesi alleati con il “Patto di Varsavia” sotto il controllo dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato), mi riferisco a Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia ed ex Germania dell’est.
Ed ancora, nel 2004 altre sette nazioni entrarono a far parte della NATO: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia e nel 2009 entrarono anche Albania e Croazia ed a seguire nel 2017 il Montenegro e nel 2020 la Macedonia del Nord.
E per ultime, il 4 aprile del 2023 la Finlandia è entrata ufficialmente nella NATO come 31° membro di questa organizzazione e a seguire l’11 Marzo del 2024 e a seguire la Svezia, anch’essa ufficialmente diventata 32° membro dell’organizzazione.
Da quanto sopra si comprende come in questi anni la Nato, abbia determinato di fatto una vera e propria egemonia con l’espansione dei propri confini, una contrapposizione di forze certamente sbilanciata a scapito certamente di quell’ex repubblica comunista…
E quindi oltre a a quanto sopra esposto, si è progettato di inglobare all’interno della coalizione anche lo Stato dell”Ucraina e questo ha determinato la guerra a cui stiamo assistendo, un conflitto che va sempre più ampliandosi, coinvolgendo alcuni paesi europei, come il nostro Paese, che la guerra non vogliono!!!
D’altronde, pensare di vincere una guerra contro la Russia è pura follia, anche perché quest’ultimo se dovesse avvertire il solo rischio d’invasione dei propri confini, potrebbe usare a sua difesa tutte le migliaia di testate nucleari a disposizione, non solo per difendere il proprio territorio, ma per distruggere l’altra parte del mondo!!!
Quindi finiamola di sottostare alle prevaricazioni della Nato o dovrei dire di quei paesi come USA, Gran Bretagna, Francia e Germania, perché impensabile annientare la Russia, d’altronde la storia ci già ha insegnato come, da Napoleone a Hitler, nessuno ci sia mai riuscito!!!
Pensare quindi di difendere l’Ucraina con il solo scopo di farla entrare nella Nato non è corretto, peraltro abbiamo capito quale sia il vero scopo della Nato è cioè quello di porre al confine con la Russia le loro basi militari e soprattutto le testate nucleari!!!
Vogliamo far finire la guerra??? Basta semplicemente che l’Ucraina si dichiari neutrale e rifiuti l’ingresso nella Nato!!!
Soltanto così la Russia potrà prendere in esame un’eventuale tregua, rilasciando così una gran parte dei territori attualmente occupati, non tutti ovviamente, anche perché sappiamo come alcune di quei territori erano da sempre composti da cittadini di prevalenza russa e quindi quest’ultimi non potranno far parte dell’accordo di pace!!!
Sento stamani che l’Ucraina è in grave difficoltà??? Ed allora è il Presidente Zelensky che per primo deve fare il passo verso la pace!!! Già… invece di restare ostaggio delle politiche governative anti Putin e continuare a fare appelli per ricevere missili e/o armamenti militari, egli deve iniziare a pensare che è venuto il tempo di trattare una pace e trovare così una rapida soluzione.
A pace raggiunta tutti i paesi del mondo interverranno per aiutare, sostenere e ricostruire questo Stato, oggi completamente distrutto, ma ancora capace di risollevarsi e proseguire in maniera indipendente dalle scelte altrui, altrimenti il rischio per la sua nazione è quello di vederla sparire e forse non soltanto essa!!!
Prepariamoci ad una inflazione e stagnazione dei mercati!!!
Ecco perché ritengo che a breve, tutti gli stati, potranno ritrovarsi con un periodo buio di “stagflazione“!!!
In economia, con il termine stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione).
In pratica, inflazione e stagnazione economica decretano una crescita zero del Prodotto interno lordo (Pil), con evidenti conseguenze anche sul debito pubblico del Paese.
Difatti, basti osservare i recenti dati economici riportati negli Usa per comprendere come l’inflazione non stia in questi mesi rallentando, ed il rischio nel breve periodo, potrebbe determinare un declivio pericoloso, già… verso la stagflazione, cui seguirebbe un periodo prolungato d’alta inflazione!!!
Questa visione negativa è certamente in contrasto con molte le attuali previsioni di mercato che hanno – contrariamente al sottoscritto – pronosticato in maniera ottimisticamente come l’inflazione negli Usa si starebbe gradualmente diminuendo, portando così l’economia a crescere…
Ma se si osserva quanto realmente sta accadendo in quella nazione (e di come quindi ciò potrebbe riflettersi da noi in Europa), scopriamo come i i livelli dei prezzi negli Stati Uniti stiano sempre più aumentando a cui si è accompagnata un crescente disoccupazione, che sta determinando una debole crescita economica!!!
Potremmo paragonare l’attuale contesto attuale con quello degli anni 70′, una stagflazione che potrebbe ripetersi e che potrebbe quindi spingere gli investitori a deviare quei loro capitali dalle azioni agli asset a reddito fisso, per ottenere rendimenti più elevati.
Difatti il rischio è che fattori come i deficit fiscali, l’incremento della spesa pubblica, l’incerta evoluzione politica interna, gli elevati tassi d’interesse, la crisi energetica, l’involuzioni commerciali e soprattutto le tensioni geopolitiche, aggraveranno certamente i rischi in quel paese verso l’inflazione!!!
Prepariamo quindi, perché dopo aver superato la crisi pandemica, quanto potrebbe giungere entro l’anno, potrebbe di fatto destabilizzare tutta l’economia mondiale, creando una crisi economica e finanziaria con conseguenze devastanti, ad iniziarsi dalla perdita di potere d’acquisto, dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà di accesso ai finanziamenti!!!
Non è che la tomba di Gesù è stata trovata e appositamente non rivelata???
Partiamo dall’inizio…
Sono secoli che in quelle terre si scava – in particolare da quando la popolazione ebraica, dopo la seconda guerra mondiale, ha deciso di far ritorno e stabilirsi definitivamente in quella regione che, secondo il Tanakh e la Bibbia, fu promessa da Dio ai discendenti di Abramo – il tutto per realizzare nuove costruzioni ed infrastrutture, necessarie dopo il 1948, anno di fondazione dello Stato d’Israele…
Come dicevo, in questi decenni, sono stati ritrovati, durante i lavori di scavo, migliaia e migliaia di urne/ossario, quasi tutte tumulate in maniera simile, difatti – come pochi di voi certamente sapranno, durante il periodo in cui visse Gesù, all’incirca 2000 anni fa, la sepoltura veniva eseguita in due fasi ben contraddistinte e compiuto nel corso di un anno…
Difatti, il defunto che era da poco venuto a mancare veniva innanzitutto trasportato in un locale per essere lavato, quindi veniva unto e cosparso di olii e fragranze per poi essere quindi avvolto in un lenzuolo funebre; il corpo quindi veniva portato e deposto all’interno di una nicchia scavata nella roccia, il cosiddetto “loculus“, affinché il corpo iniziasse ad essiccarsi e decomporsi…
Dopo circa un anno, i familiari accompagnati dagli addetti all’inumazione, ritornavano in quel luogo per riaprire il sepolcro e raccogliere i resti delle ossa, i quali venivano deposti all’interno di un’urna di pietra, su cui abitualmente di lato, veniva inciso il nome del defunto e nel caso in cui l’urna fosse già stata utilizzata in precedenza per altri defunti, si aggiungeva semplicemente il nome a quelli già presenti…
Questa quindi era la tipologia di ossario utilizzata nei pressi di Gerusalemme ai tempi di Gesù e difatti tutte le urne riportare alla luce a seguito di lavori di archeologia o edili, evidenziano tutti la stessa similitudine; le ossa infine dopo il ritrovamento, vengono a sua volta raccolte per essere consegnate alla comunità ortodossa ebraica, la quale s’incarica di seppellirle nuovamente…
Ora come tutti sappiamo, Gesù fu posto disteso in un sepolcro avvolto in un sudario, poi leggendo i vangeli “ufficiali” è stato evidenziato di come all’interno di quella tomba il corpo non fosse più presente e quindi s’iniziò a parlare (non certo subito) di “resurrezione” – circostanza di cui parlerò in maniera più dettagliata nei miei prossimi post – e comunque, di questa particolare circostanza siamo tutti d’accordo, d’altronde il corpo non fu mai ritrovato!!!
E così passano gli anni, i secoli si sovrappongono l’un l’altro e la religione cristiana cresce, si diffonde nel mondo conosciuto, diventa religione di stato per i romani e via discorrendo fino ad arrivare ai giorni nostri; con essa si sviluppa la sua chiesa e i suoi dogmi divengono parte integrante di quell’insegnamento…
Tutto potrebbe continuerebbe in maniera idilliaca fintanto che le cose restassero immutate, ma ecco che improvvisamente qualcosa è accaduto!!!
Siamo intorno all’anno duemila e durante dei lavori di scavo archeologici è emerso che una delle tombe sulle quali si stava operando, era stata da poche ore depredata, sicuramente da qualche tombarolo; mi permetto di ricordare che in Israele esiste una task forse armata per vigilare e proteggere le opere dell’antichità e l’eventuale profanazione di un millenario sepolcro viene condannato come crimine e punito da leggi severe.
Comunque… la tomba non era stata del tutto profanata, ma solo il livello più in alto presentava qualche danno; pian piano quindi che passano le ore e in presenza delle autorità israeliane, gli archeologi intervenuti procedettero nei lavori all’interno di quel sito funebre per comprendere in maniera più dettagliata quanto ci fosse sottoterra per scoprire di lì a poco di come quella tomba risultasse posta su più livelli, precisamente erano presenti tre camere sovrapposte e dove al livello più profondo, vi era una nicchia scavata nella roccia con dei resti umani…
Ora, riprendendo quanto sopra anticipato, in questa circostanza qualcosa immediatamente stupisce gli archeologi, sì perché non vi è alcun contenitore contenente ossa, sì… questa volta all’interno di quel “loculos” non si presenta la consueta urna (solitamente rettangolare lunga 50cm e alta 30cm, sufficiente per contenere la lunghezza di un femore e l’altezza di un teschio…), no questa volta in tutta la sua lunghezza vi è uno scheletro intero, ancora avvolto nel suo sudario!!!
E’ il primo e unico caso di inumazione diversa da tutti gli altri, ovviamente per fugare ogni dubbio fu deciso di datare quelle ossa con il test del “carbonio-14“, l’unico in grado scientificamente di poter confermare i dubbi che ormai iniziavano a circolare anche tra gli addetti ai lavori e difatti pochi giorni dopo, un campione di quel sudario era in viaggio per gli Usa, presso uno dei più importanti laboratori mondiali di spettrometria, (parliamo della stessa struttura che esaminò la “Sacra Sindone”, datandola nel periodo medievale tra il 1200 e il 1300…).
Finalmente, dopo alcuni giorni arrivò la telefonata, cui segui a mezzo fax una relazione nella quale veniva riportato che il tessuto in questione oggetto d’analisi (la cui provenienza non era stata al laboratorio appositamente rivelata…) apparteneva alla prima metà del I secolo, confermando quindi di essere dello periodo in cui era vissuto Gesù…
Gli scienziati quindi, dopo aver appreso le datazione di quel sudario, oggi conosciuto con il nome di “Akeldamà”, si dedicarono all’individuo avvolto su quel telo, scoprendo come egli fosse un uomo di età adulta e probabilmente di origine aristocratica…
Facendo quindi riferimento alla sepoltura descritta nel “Nuovo Testamento“, dove è stato riportato che il corpo di Gesù fu lavato, cosparso di olii e aromi, avvolto in un sudario composto da due pezze di lino e deposto in una tomba scavata nella roccia all’esterno delle mura vecchie della città di Gerusalemme, si osservò che anche l’uomo del sudario ora ritrovato coincidesse perfettamente a quella descrizione: già era vissuto e morto nello stesso periodo e chissà se come membro aristocratico poteva esser stato testimone degli eventi che condussero agli ultimi giorni del Nazzareno…
Ed allora, mancava un ultimo tassello per risolvere l’enigma e cioè scoprire se il corpo ritrovato fosse quello del Cristo oppure no e l’unico modo per riuscirci era effettuare da quelle ossa un test geneticodel Dna!!!
Vi starete chiedendo: con chi??? Semplice con un suo diretto familiare…
CONTINUA
Mar rosso a rischio chiusura: un piano per liberare lo stretto di "Bab el-Mandeb" …
Ha una larghezza complessiva di circa 30 km e separa lo Yemen (Ras Menheli) da Gibuti (Ras Siyyan) e rappresenta un punto nevralgico per lanciare raid contro le navi mercantili e militari…
Sono già 24 gli attacchi compiuti dagli Houthi contro le navi che stanno provando ad attraversare quel tratto del Mar Rosso e se continua così, l’escalation verso un conflitto armato nei confronti di Yemen e Iran è cosa certa…
Difatti, dopo gli USA anche una fonte interna del governo inglese ha riferito al Times che l’esercito del Regno Unito si sta preparando ad una serie di attacchi aerei contro le postazioni dei ribelli yemeniti, in coordinamento Stati Uniti e altri Paesi europei.
Da quanto si è appreso il piano prevede il lancio di missili gli contro obiettivi in mare e nei territori controllati dalle milizie filo-iraniane da parte della Raf o del cacciatorpediniere Hms Diamond che già a dicembre ha dimostrato le proprie capacità, avendo abbattuto alcuni droni dei ribelli.
Prima di autorizzare l’operazione il governo britannico rilascerà una dichiarazione congiunta con Washington per intimare ai terroristi yemeniti di fermare quei loro attacchi e per non dover affrontare la forza militare congiunta in corso di preparazione…
D’altronde va ricordato come otto delle venti navi finora attaccate dai ribelli battevano bandiera del Regno Unito e avevano tra l’equipaggio cittadini britannici ed è il motivo per cui qualcosa in quello stretto dovrà essere posto in campo…
Nessuno ovviamente vuol dar via ad una nuova guerra, gli stessi Houthi puntano con la loro strategia a consolidare ed aumentare il loro favore da parte delle popolazioni arabe, facendo leva in particolare su quanto sta accadendo in Palestina, puntando contemporaneamente a ritagliarsi un ruolo quale membro di un’asse di resistenza, sostenuto celatamente dall’Iran.
Quest’ultima infatti ha inviato in quelle aree antistanti lo Yemen il proprio cacciatorpediniere Alborz, il che potrebbe presagire a un ulteriore aumento della tensione già di suo abbastanza alta….
Ho già anticipato in questi mesi il rischio che il Mar Rosso potesse diventare a tutti gli effetti un nuovo fronte per Israele e per gli uomini di Hamas, che troverebbero ora nello Yemen e in quei loro sodali combattenti degli Houthi, nuove energie da utilizzare contro Israele e gli Usa…
Se qualcuno pensava ad una pace prossima, può lasciar perdere… il 2024 sarà un anno difficile e sicuramente la storia – ahimè – lo ricorderà alle future generazioni…
A rischio un nuovo conflitto, mentre la pressione della Comunità internazionale non si sta minimamente concretizzando!!!
Qualcuno sperava in un intervento armato da parte dell’alleanza araba, altri dopo l’attacco compiuto dalle forze militari di Hamas auspicano in un ritiro israeliano; ma quanto andrà ad accadere su quei territori non lascia dubbi…
Credo infatti – a differenza di quanto in molti raccontano – che Israele non lascerà più quella striscia di Gaza, anzi vedrete, proverà a raderla al suolo…
Viceversa, le energie strategiche di Hamas, andranno con il passar del tempo scemando, poiché inizieranno a venir meno quei fondi che finora l’hanno sostenuta, sia internazionali che arabi…
Difatti, l’unico Stato che evidenzia avere ancora interessi affinché il conflitto prosegui è quello iraniano, ben sapendo quest’ultimo quale rischio potrebbe innescare è cioè quello di dare il via ad un conflitto mondiale, una condizione che già da anni proprio gli Usa, dopo Afghanistan e Iraq dimostrano voler iniziare, in particolare per abbattere quel suo governo in carica…
Ed infine non dimentichiamo la comunità internazionale, che evidenzia quanto poco impatto abbia nel mettere in difficoltà le parti in causa, in particolare il governo israeliano che al contrario, dimostra di voler andare per la propria strada senza alcun tentennamento!!!
Ho letto un passaggio riportato sul web di un professore (Goodman) israeliano durante una sua lezione: “Stiamo derubando un’altra nazione della sua libertà, e questo non è etico, non è ebraico e non è eppure sionista, perché il sionismo nasce dal principio dell’autodeterminazione dei popoli. L’Occupazione non è solo sbagliata e antidemocratica, prosegue, ma alla lunga finirà per diventare una minaccia strategica. Cosa succede se andiamo avanti con lo status quo nella Cisgiordania? Che con ogni probabilità l’Anp collasserà, e tre milioni di palestinesi saranno assorbiti in Israele e diventeremo uno Stato binazionale, già… uno Stato con due popolazioni ostili è di per sé pericoloso e c ricorda Libano e Bosnia come esempi di un esperimento finito male”.
Certo, quanto sopra è realmente difficile da compiersi eppure lo stesso Goodman aveva proposto un più equo “status quo”, da realizzarsi in otto punti:
- garantire ai palestinesi libertà di movimento all’interno dell’Anp, costruendo strade che permettano di bypassare le aree a maggioranza ebraica, e dunque i checkpoint.
- ampliare l’area A, quella dove i palestinesi hanno maggiore autonomia.
- facilitare il movimento dei palestinesi verso l’estero.
- facilitare l’ingresso in Israele per ragioni di lavoro.
- allocare terreni dell’area C, quella a maggiore controllo israeliano, ad attività commerciali palestinesi.
- nessuna espansione degli insediamenti, al di fuori dei grandi blocchi già a maggioranza ebraica.
- Sette: favorire il commercio internazionale.
- fine della gestione israeliana delle imposte palestinesi.
D’altro canto, ridurre l’occupazione è necessario non solo per renderla più tollerabile ma, soprattutto, per mantenerla reversibile…
Ovviamente il pensiero di Goodman non teneva conto di quanto ora accaduto con l’attacco di Hamas e delle dirette conseguenze che quell’azione ha di fatto provocato, difatti, quanto poteva a suo tempo rappresentare un’apertura a una nuova forma di pluralismo e tolleranza, oggi quell’opportunità, è stata allontanata definitivamente…
Quindi in attesa del 2024 – pur auspicando in cuor mio la fine del conflitto – non mi aspetto in tempi celeri che quanto sopra potrà accadere; l’unica speranza ora è che quanto si sta verificando non porti ad estendersi, altrimenti le ripercussioni sulle popolazioni e sui territori saranno gravissime, non solo per quei soli paesi ostili, ma ritengo, anche per molti paesi nel mondo…
Un pensiero: cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza e di sopraffazione, la peggiore delle quali è proprio la guerra!!!
C’è timore che il conflitto si allarghi? Ma la paura prevale…
Ora, molti di quei paesi arabi – da sempre ostili ad Israele – potrebbero pensare in maniera errata che il loro “nemico numero 1″ possa trovarsi in una condizione di estrema fragilità e che forse sarebbe il caso di sostenere Hamas e quindi attaccarla…
Credo che questo pensiero, potrebbe rappresentare per loro, il più grande errore… perchè si ritroverebbe a dover subire situazioni ancora più nefaste, vedasi quelle dell’ultima volta con la guerra dei sei giorni…
E difatti, osservando quanto sta accadendo, scopriamo come Paesi come Giordania, Egitto, Libano, ed anche ciò che resta della Siria, stanno in questo momento riflettendo in maniera ponderata sui rischi che un’eventuale entrata in guerra potrebbe rappresentare…
Anche paesi come l’Iran si tengono alla larga, si vede dalla loro prima dichiarazione nella qual hanno smentito le frasi di sostegno ad hamas… ma anche altri paesi, attuali grandi fornitori di petrolio, si stanno muovendo con estrema cautela, provando a stringere inediti rapporti e dando forma a collaborazioni diplomatiche nuove…
Abbiamo letto della storica telefonata storica, tra il principe saudita Mohammed bin Salman e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, i Xue più potenti rappresentanti del mondo sciita e del mondo sunnita, un accordo voluto fortemente dalla Cina, per un nuovo medio oriente più stabile e meno conflittuale…
I due Paesi, fautori di un percorso di normalizzazione che ha riscontrato e riscontra tuttora numerose difficoltà – dovute alle profonde discrepanze presenti tra i due mondi religiosi che Iran e Arabia si portano dietro, ma anche alle visioni differenti sulla politica regionale – ora sembrano aver trovato un importante punto di incontro, un obiettivo comune: la protezione della causa palestinese. Nella chiamata di 45 minuti bin Salman e Raisi hanno parlato della “necessità di porre fine ai crimini di guerra contro la Palestina“. I due paesi, Iran e Arabia Saudita, proveranno ora a garantire i diritti dei palestinesi, ma soprattutto cercheranno di fermare l’aggressione e gli attacchi di Israele e quindi dell’odiato regime sionista…
Vedrete… mai dichiarandolo apertamente, ma sostenendo finanziariamente quei gruppi come Hamas, Hezbollah e OLP o chiunque abbia necessità dal punto di vista logistico e militare, per combattere Israele in quei territori occupati, ma forse non solo in quelli…
Il conflitto sta per espandersi e credo che in pochi potranno limitarlo, non certo in tempi brevi e soprattutto, non prima che una grossa fetta di quei territori, un tempo occupati dai palestinesi, verranno annessi definitivamente ad Israele…
Ed infine, se qualcuno pensa che Israele possa essere un giorno sottomessa, dimentica che essi – anche se non è mai stato dichiarato ufficialmente dal governo di Tel Aviv – sono in possesso delle testate nucleari, se ne stimano almeno un centinaio e quindi ditemi, chi mai oggi potrebbe pensare realmente ad un attacco definitivo???
Certo, ora la guerra si protrarra per un bel po’ di anni, a noi tutti sembrerà qualcosa che non ci appartiene, lontano, ma non sarà così, verremo vivceversa coinvolti in pieno!!! Già… prepariamoci ad un lungo e arduo periodo di crisi!!!
USA: Il premier è un partner autorevole e il suo contributo importante per Italia e Ue"
Le parole sono state riportate dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, nel giorno in cui proprio il presidente Biden era giunto a Gedda, in Arabia Saudita, con l’obiettivo di ripristinare le relazioni con il principe ereditario e governatore di fatto, Mohammed bin Salman (MbS) e ottenere il suo aiuto per abbassare i prezzi del petrolio (dopo i mesi di silenzio a causa del crudele assassinio del giornalista Jamal Khashoggi proprio nel consolato saudita di Istanbul); già… quanta ipocrisia dobbiamo osservare per un po’ di barili di greggio in più…
Sono seguite anche le parole pronunciate dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: “Con la guerra contro l’Ucraina che imperversa nel nostro Continente, l’aumento del costo della vita e la ripresa post Covid solo ai blocchi di partenza, abbiamo bisogno di stabilità politica in Europa. L’Italia è uno Stato membro importante e fondatore. Abbiamo bisogno che mantenga il suo ruolo di leadership all’interno dell’Unione europea, soprattutto in questi tempi difficili”.
Ecco, in questo momento (se pur non dimentico quanto compiuto in quegli anni sotto il profilo illecito…) come non ricordare quel 10 ottobre del 1985, quando un altro presidente del Consiglio, Bettino Craxi, seppe dire di no agli americani: una decisione che non fu digerita e che portò alla fine politica di quel leader.
Sì… quella fu l’unica notte in cui l’Italia ebbe la forza di contrapporsi agli Usa!!!
Fine legislatura??? Speriamo…
L’hanno definito il governo di unità nazionale, ma a poco più di un anno da quel 17 febbraio 2021 – quando il presidente del Consiglio si è presentato in Parlamento per chiedere la fiducia di Camera e Senato – sono parecchie le promesse che l’ex presidente della Bce non ha mantenuto!!!
Ecco perché sapere che (forse) stiamo giungendo alla fine della legislatura, a differenze di quanto pensano molti miei pavidi connazionali, beh… il sottoscritto auspica in un repentino cambiamento, anche se comprendo quanto poche siano le soluzioni alternative…
D’altronde sappiamo bene come la politica sia qualcosa di vomitevole, in particolare sono proprio quei soggetti eletti a rappresentare il peggio per questo paese e non mi riferisco ad un partito in particolare o ad una coalizione di centro, sinistra o destra, perché per quanto mi riguarda sembrano essere tutti eguali, in particolare nel mettere in pratica quei loro comportamenti indecorosi!!!
Ed allora, dopo aver gettato al vento miliardi e miliardi di euro in elargizioni più o meno inutili e certamente costose, ma soprattutto queste non hanno minimante funzionato come misure di sostegno e ancor meno come ausilio all”inserimento di quel modo lavorativo che per molti resta ancora un’utopia!!!
Ma d’altronde ad un ex banchiere cosa può interessare, è stato posto lì da quei suoi amici del “Club” e da un “sistema” internazionale diretto in primis dagli Usa, il quale “consiglia” da sempre i nostri premier sulle politiche interne da adottarsi, ma soprattutto sulle decisioni estere, in particolare sugli interventi da mettere in atto senza che il Paese possa decidere se accettarle o meno, vedasi ad esempio quanto sta accadendo nel conflitto in corso…
Ed allora è meglio che egli se ne torni a casa, già… a differenza di quanto ancora gli è stato accordato dal nostro Presidente Mattarella, anche lì… unica scelta per un nazione incapace di individuare idonei referenti per ricoprire quel ruolo così importante.
Analizziamo quindi i problemi che questo “governo” non ha saputo affrontare.
Innanzitutto la pandemia, vedrete verso fine anno i numeri di contagio saranno nuovamente spropositati e chissà forse torneremo in lock-down…
Quindi il taglio dell’Irpef: promesse fatte e mai mantenute, sì per correttezza va detto che qualcosa è stato fatto attraverso la legge di Bilancio 2021, ma si è visto come ridurre da cinque a quattro il numero delle aliquote dell’imposta, modificando quindi il sistema delle detrazioni fiscali, ha permesso sì di ridurre la base di reddito su cui è calcolata l’imposta, ma il problema è che coloro che avranno i maggiori benefici da quel taglio, saranno proprio le fasce di reddito medio-alte, quelle cioè con redditi tra 42 mila e 54 mila euro lordi e quindi proprio coloro che potrebbero farne a meno….
Ma d’altronde ad effettuare la proposta di revisione dell’Irpef sono stati proprio i partiti di maggioranza, che previo un accordo, hanno deciso su quelle modifiche all’Irpef e questi ne sono i diretti risultati!!!
Non parliamo poi della gestione migranti e dei numeri che non sono stati più resi pubblici sugli sbarchi effettuati nelle nostre coste, a cui vanno sommati quanti stanno giungendo in questo momento dall’Ucraina e dagli Stati limitrofi, :a ricordato come tutti i tentativi di riforma del regolamento di Dublino non hanno raggiunto alcun risultato sperato.
Potrei continuare ancora con altri fallimenti, in particolare quello del settore lavorativo o anche sui mancati investimenti esteri, la sanità è al collasso, la ricerca è ferma, il contrasto all’illegalità è del tutto inesistente, i progetti e le realizzazione soprattutto di opere per le energie rinnovabili non sono mai iniziate, a cui seguono gli appalti in corso fortemente in ritardo o sospesi, prezzi delle materie prime e delle forniture di olii e carburanti alle stelle e via discorrendo…
Ora finalmente la maggioranza di quella cosiddetta “unità nazionale” sta per crollare e chi sta provando ancora a sostenere quel governo “fantoccio” andrà a breve a scomparire con esso…
Ho letto che Draghi ha ringraziato i suoi ministri: “Dobbiamo essere orgogliosi per il lavoro svolto“!!!
Minch…. ci vuole coraggio a pronunciare queste parole, ma d’altronde sono le stesse che ormai sento costantemente ripetersi, in particolare perché evidenziano il fallimento della politica e di quelle mancate azioni messe in campo…
Certo ora si proverà a confermare la fiducia e siccome nella politica ciascuno di quei soggetti proverà a salvaguardarsi la propria poltrona e di conseguenza i benefit immeritatamente incassati, purtroppo credo che dovremmo subire ancora per altri mesi questa ridicola condizione, ma d’altronde ditemi, guardandovi intorno, cosa vi è di serio in questo Paese???
Quell’amico di "cosa nostra"…
Pian piano emergono nuove notizie…
Ho letto in questi giorni un articolo nel quale l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, alcuni mesi prima che gli fosse consegnato un avviso di garanzia per concorso esterno da parte della Procura di Palermo, era stato considerato in un rapporto negli USA: “amico di cosa nostra”!!!
Il documento riservato è del 19 giugno del 1992 ed era stato inviato dal Dipartimento di Stato americano ai diplomatici dei Paesi della Nato, alla Casa Bianca, alla CIA ed anche alla “FBI”…
In quel documento si analizzava come l’assassinio di Falcone, avesse di fatto allontanato definitivamente la possibilità al premier della Dc di diventare Presidente della Repubblica, proprio per via dei rapporti che il capo del governo intratteneva con alcune figure sospettate di essere in odore di mafia e ciò porto quindi come conseguenza all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla Presidenza della Repubblica al posto suo.
Il rapporto è citato anche in un libro di Andrea Spiri “The end, 1992-1994. La fine della prima Repubblica negli archivi segreti americani”, ma d’altronde l’omicidio di Salvo Lima aveva ben evidenziato quali collegamenti vi fossero tra cosa nostra e gli uomini di governo.
Da quanto sopra si possono intuire quali motivi abbiano condotto a quell’assassinio, è risulta evidente come il piano fosse stato perfettamente elaborato, in particolare grazie alle garanzie ricevute da parte di taluni soggetti che avrebbero assicurato che l’uccisione di quel uomo così vicino ad Andreotti, non avrebbe comportato disordini o problemi a quell’organizzazione criminale, ma viceversa, grazie proprio a quell’azione, si poteva prospettare un rivoluzionario cambiamento di uomini e partiti in quel palazzo di governo…
Il nuovo movimento politico, avrebbero concesso a quell’associazione importanti rassicurazione di crescita nel territorio e viceversa quest’ultima avrebbe garantito una diretta protezione…
Già… stava per insediarsi un nuova forza politica che godendo della presente reazione della società civile e dimostrando di voler abbattere quella politica nazionale dimostratasi corrotta e che stava per sgretolarsi, iniziava da quella situazione a trarne giovamento per la scalata al governo nazionale e per limitare qualsivoglia operazione di controllo da parte delle forse dell’ordine, che difatti negli anni successivi si sono dimostrate alquanto blande!!!
Viceversa, il nuovo connubio istauratosi andò sempre più fortificandosi e grazie a nuove leggi e soprattutto ai voti che negli anni andarono sempre più incrementandosi, spostandosi da quell’ex partito democristiano a questa nuova realtà.
Ha detto bene ieri in un post il Presidente Claudio Fava: “noi abbiamo bisogno di verità, se non ci interroghiamo sulla nostra storia e sulle verità che mancano rimarremo sempre un paese dimezzato, una democrazia sospesa”.
E se quanto sta accadendo in Ucraina fosse stato accuratamente predisposto: un video del 2014 preannunciava già allora quanto sta ora accadendo!!!
Ho ricevuto stasera dal mio caro amico Livio un post su whatsapp, in allegato un video certamente sconvolgente realizzato dalla propaganda russa ed è datato: 2014.
Si parla della richiesta (interna alla.russia) di una azione per fermare le.morti nel Donbass…
Viene ora spontaneo chiedersi: dove sono stati i nostri giornalisti in questi otto anni?
Hanno discusso di tutto tranne di quei civili che secondo i russi venivano uccisi…
Nel video vi sono anche Obama e Poroshemko e si riporta di come gli Usa avessero bisogno di una guerra mondiale in quanto la loro fosse in crisi in quanto la loro economia presenta un debito di circa 17 trilioni (ora sembrano essere aumentati all’incirca a 28…) e soprattutto di un cattivo da incolpare di quel fallimento finanziario…
Viceversa si esorta la Russia a non entrare in guerra perchè avrebbe tutto da perdere; invita inoltre a non accusare Putin d’aver scaricato le regioni del sudest, tra cui il Donbass, ma chiedersi se sia veramente il caso di cadere nella trappola perfettamente organizzata…
Lascio a Voi qualsivoglia giudizio sul video… ritengo d’altronde che oggi l’unica cosa che può interessare tutti noi è che si giunga presto alla fine del conflitto e che ciascuno dei paesi oggi in competizione – e non mi riferisco alla Russia o all’Ucraina – cerchi di non innalzare ulteriormente i toni già abbastanza caldi e che ciascuno di quei Presidenti si dedichi viceversa a trovare celermente una soluzione per giungere finalmente ad una tregua…
Chissà, il vaccino sarà forse l’unica soluzione contro il "covid-19", ma qualcosa mi dice che non è così impeccabile…
Sapete bene come il sottoscritto non sia un “No-Vax” anzi tutt’altro, visto che da tempo ho effettuato la terza dose e pur avendo affidato la mia speranza a quel vaccino, non ho mai nutrito una grande fiducia sui suo reali benefici, anzi in talune circostanze, l’impressione ricevuta è che proprio quel vaccino sia stato causa di talune problematiche gravi che hanno condotto a ricoveri urgenti nei reparti ospedalieri intensivi e ahime anche a numerosi decessi …
Tra l’altro vorrei aggiungere come proprio in questi giorni, l’aumento dei contagi dimostra che il vaccino non sia per nulla perfetto in quanto, se pur ci è stato più volte ripetuto come esso limiti in maniera considerevole la gravità del virus, di contro non impedisce a quest’ultimo di diffondersi ed aggravare anche quanti credevano – grazie alle dosi di vaccino effettuate – di essere finalmente immuni…
Ed allora, nella speranza che quanto andrò di seguito a riportare non faccia scoraggiare o ancor peggio intimorire coloro che come il sottoscritto hanno voluto in questi anni affidarsi ai vaccini, certamente la lettera che segue lascierà a molti di voi inquetanti interrogativi, per come ha fatto con il sottoscritto, proprio perché i dati esaminati da quegli informatori scientifici, prendono spunto da dati certi, poiché fanno riferimento a precisi controlli medici a cui i militari USA sono da sempre sottoposti.
La lettera inizia così:
Il 24 gennaio 2022, ho tenuto una tavola rotonda con medici ed esperti medici di fama mondiale che hanno condiviso le loro prospettive sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino COVID-19 e sulla risposta generale alla pandemia. A quella tavola rotonda, ho sentito la testimonianza di Thomas Renz, un avvocato che rappresenta tre informatori del Dipartimento della Difesa (DoD), che ha rivelato informazioni riguardo a un drammatico aumento delle diagnosi mediche tra il personale militare. La preoccupazione è che questi aumenti possano essere correlati ai vaccini COVID-19 che i nostri militari e donne sono stati obbligati a prendere.
Sulla base dei dati del Defense Medical Epidemiology Database (DMED), Renz ha riferito che questi informatori hanno riscontrato un aumento significativo delle diagnosi registrate su DMED per aborti spontanei, cancro e molte altre condizioni mediche nel 2021 rispetto a una media di cinque anni dal 2016-2020 . Ad esempio, alla tavola rotonda Renz ha affermato che le diagnosi registrate per problemi neurologici sono aumentate di 10 volte da una media quinquennale di 82.000 a 863.000 nel 2021.
Ci sono stati anche aumenti delle diagnosi registrate nel 2021 per le seguenti condizioni mediche:
Ipertensione: aumento del 2.181%.
Malattie del sistema nervoso: aumento del 1.048%.
Neoplasie maligne dell’esofago: aumento dell’894%.
Sclerosi multipla: aumento del 680%.
Neoplasie maligne degli organi digestivi: aumento del 624%.
Sindrome di Guillan-Barre: aumento del 551%.
Aumento del cancro al seno-4870
Demielinizzante – Aumento del 487%.
Tumori maligni della tiroide e di altre ghiandole endocrine: aumento del 474%.
Infertilità femminile -472% Aumento
Embolia polmonare: aumento del 468%.
Emicrania: aumento del 452%.
Aumento della disfunzione ovarica-437%
Cancro ai testicoli aumento del 369%.
Aumento della tachicardia del 302%.
Renz mi ha anche informato che alcuni dati DMED che mostravano diagnosi registrate di miocardite erano stati rimossi dal database.
A seguito dell’accusa che i dati DMED fossero stati falsificati, il 24 gennaio ti ho immediatamente scritto chiedendoti di conservare tutti i documenti riferiti, relativi o segnalati a DMED.” Non ho ancora sentito se hai ottemperato a questa richiesta.
Alla tavola rotonda, Renz ha rivelato i nomi dei coraggiosi informatori che hanno scoperto queste informazioni in DMED: Drs. Samuel Sigoloff, Peter Chambers e Theresa Long. Qualsiasi azione di ritorsione intrapresa nei confronti di queste persone non sarà tollerata e sarà immediatamente indagata.
Al fine di comprendere meglio cosa, in caso di consapevolezza, il DoD ha sulle lesioni da vaccino COVID-19 ai membri del servizio, chiedo di fornire le seguenti informazioni:
1. Il Dob è a conoscenza dell’aumento delle diagnosi registrate di aborti spontanei, cancro o altre condizioni mediche in DMED nel 2021 rispetto a una media quinquennale dal 2016 al 2020? In tal caso, spiegare quali azioni ha intrapreso DoD per indagare sulla causa principale dell’aumento di queste diagnosi.
2. Le diagnosi registrate di miocardite in DMED sono state rimosse dal database da gennaio 2021 a dicembre 2021? In tal caso, spiega perché e quando queste informazioni sono state rimosse e identifica chi le ha rimosse.
Si prega di fornire queste informazioni il prima possibile e non oltre il 15 febbraio 2022.
Grazie per la Vostra attenzione.
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Lettera del senatore Johnson al Segretario della Difesa.
Sembra ieri eppure sono passati 29 anni da quella giorno tragico di Capaci e ad oggi i veri protagonisti di quella strage, non sono mai emersi!!!
Eppure ci si dovrebbe preoccupare di un periodo così tragico come quello che stiamo vivendo e non mi riferisco al covid-19… no, parlo della crisi drammatica della “magistratura” che ha evidenziato sia nel caso Palamara che per quanto concerne i corvi al Csm, di come anch’essa, baluardo di giustizia e legalità, sia stata colpita da una drammatica e devastante crisi morale!!!
Infatti, che fine ha fatto quell’agenda rossa o quei file spariti dal notebook personale che conteneva gli appunti del giudice Falcone necessari guarda caso per difendersi dalle accuse formulate da quel Csm…???
Un portatile acceso mentre si trovava in un locale posto sotto sequestro e con i sigilli del Ministero della Giustizia, ma tutti noi sappiamo bene che fine abbiano fatto quei nostri eroi dell’Antimafia…
Sì vedrete, domani saranno nuovamente tutti lì a ricordarli: prima a Palermo e poi chissà a Capaci…
Condivido quanto detto dal ministro della Giustizia Marta Cartabia, ricordando la figura di Falcone: “Ha insegnato che nella lotta alla mafia non basta perseguire il singolo reato; bisogna agire su tutte le articolazioni su cui si radica il potere della mafia. Quelle sociali, quelle economiche. Quelle che oltrepassano i confini nazionali”.
Ma un nuova figura si era candidata a Presidente degli Usa, George Bush, che di lì a poco diverrà uno degli uomini più potenti del mondo, appoggiato tra l’altro da quelle industrie degli armamenti che per il sostegno finanziario dato alla sua elezione, chiedevano ora quel ritorno d’investimento attraverso nuovi conflitti mondiali, che come abbiamo avuto modo di vedere, ci sono stati e sono durati parecchi anni!!!
Ecco perché la politica estera del presidente Andreotti andava alterata, perché avrebbe di fatto compromesso quell’imperialismo americano: egli quindi, insieme a quel suo partito “Democrazia cristiana” andava bloccato!!!
Ma quelli erano semplici pecorai!!! Brusca non aveva mai preso un telecomando in vita sua, non sapeva neppure come usarlo, gli hanno fatto credere che avesse realmente premuto quel pulsante, ma sono stati altri – ben più professionisti – a farlo!!!
Ecco a cosa è servito l’ausilio dell’FBI, per dare il l’etichetta di origine a quella strage, attraverso immaginate un po’… cicche di sigaretta lasciate appositamente in quella collinetta, poi ritrovate e analizzate (mi chiedo… mentre che c’erano, perché non lasciavano quei pecorai anche il loro documento d’identità sotto qualche pietra) ma per favore…
Mentre, della vera organizzazione non se ne saprà più nulla!!!
Già di tutti coloro che hanno realizzato lo studio e la dinamica di quell’attentato, di come si sia saputo anticipatamente di quel piano di volo coperto da Segreto di Stato e quindi di quegli apparati dello Stato deviato che hanno avvisato da Roma del suo arrivo a Palermo; ed ancora, della consegna e della predisposizione della dinamite sotto quel tratto stradale, della scelta del luogo e del momento ideale su quando compiere quell’attentato, tutte circostanze studiate in maniera precisa e dettagliata da altri, quegli stessi soggetti che in questi trent’anni non sono mai emersi!!!
Il resto si è soltanto prestato a recitare una comparsa, la stessa che ogni anno ci viene ahimè a noi tutti… riproposta!!!
USA: assalto al potere!!! A rischio la democrazia, ma non solo di quel paese…
Quanto accaduto ieri al Campidoglio è qualcosa di preoccupante, non per l’assalto in se al Campidoglio e neppure per l’aver tentato di bloccare la certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali, occupando di fatto Camera e Senato, e provocando una sospensione temporanea del Congresso degli Stati Uniti…
No… ciò che è successo ieri mette in crisi il concetto stesso di democrazia che si è dimostrata “debole” e facilmente influenzabile…
Si è provato – nel paese più democratico del mondo – a compiere un golpe, a modificare un risultato certo attraverso l’innalzamento di toni denigratori e una politica fatta d’accuse e sospetti, per voce – ecco la cosa assurda – del proprio Presidente, perché vorrei ricordare che ancora oggi, Donald Trump, è il Presidente degli Stati Uniti d’America!!!
Per la prima volta in quel paese, un leader del partito repubblicano, ha accusato direttamente per brogli elettorali il proprio antagonista conservatore… incitando altresì i propri elettori a ribellarsi, sì… a scendere per le strade e far valere i diritti di quella – a suo dire – negata democrazia…
Un malcontento “populista” che ha provocato nella capitale quelle azioni violente che abbiamo visto ieri in Tv, per alimentare una protesta che ha di fatto danneggiato l’immagine idilliaca di democrazia che ora è stata posta agli occhi del mondo in profondo disagio…
Certo, dopo quanto accaduto, già… dopo aver contato i morti ed i feriti, il presidente Trump ha esortato i manifestanti a suo sostegno a rimanere pacifici e a ritornare a casa…
Ma ormai quanto è stato realizzato dimostra come le democrazie occidentali – non soltanto quella americana – siano fortemente a rischio, in quanto mostrano di essere facilmente manovrabili, grazie in particolare ai social media, che più di tutti, riescono a condizionare – attraverso i loro post – i cittadini…
Una particolare attenzione va posta nei confronti di quei cittadini suprematisti di destra, che più di altri oggi rappresentano per gli Usa una forte minaccia interna (vedasi quanto riportato nei rapporti del Dipartimento per la sicurezza nazionale) e le cui azioni, in questi anni di presidenza Trump, hanno istillato quel seme di violenza, in particolare nei ceti meno ambienti, che trovano per l’appunto, in questo tipo di occasioni dimostrative, motivi per far valere tutte le proprie ragioni di disagio…
Ecco perché non bisogna credere che quanto accaduto in quel paese venga visto ora da altre nazioni ora in maniera superficiale, perché gli Usa hanno da sempre dimostrato come nel corso della storia, sono stati tra i precursori di eventi importanti e quindi ciascun paese oggi – anche il nostro – deve osservare quanto appena accaduto lì con molta attenzione, affinché quei fatti non abbia a ripetersi oltre oceano e quindi anche da noi!!!
Oltre 60 paesi e 130 società di telecomunicazioni sembra abbiano abbandonato il 5G cinese…
Sembra che gli Usa stiano facendo pressioni per costringere altri paesi a non aderire alla cosiddetta rete del 5G per mancanza di sicurezza nei protocolli…
Viceversa dalla Cina affermano che che i fatti dimostrano come le aziende cinesi hanno sempre mantenuto un ottimo record di sicurezza della rete.
Huawei ad esempio negli ultimi 30 anni ha costruito più di 1.500 reti in più di 170 paesi del mondo, fornendo servizi a 228 aziende e più di 3 miliardi di persone in tutto il mondo.
Già… non è successo nulla di grave… nessun incidente di sicurezza sulla rete simile ad esempio a quanto accaduto con “Snowden” o “WikiLeaks”!!!
Ed ancora, non si sono verificati comportamenti di monitoraggio a modello “Prism Gate”, “Formula Organization” e “Echelon System”…
Secondo un funzionario cinese, la cosiddetta “rete pulita” inventata dagli Usa è falsa… perché dietro prevede qualcosa di celato… infatti, il vero scopo è quello di sopprimere le società non statunitensi che hanno guadagnato un vantaggio, in modo da mantenere il monopolio degli interessi privati degli Stati Uniti e l’egemonia tecnologica.
La Cina si aspetta quindi che la maggior parte dei paesi riconoscerà a breve l’unica verità tale da poter così sostenere non solo una posizione oggettiva ed equa, ma di formulare anche un giudizio indipendente…
La guerra degli “0 – 1” è cominciata”!!!
La partita giocata sullo stretto di Hormuz se non bloccata, porterà a breve ad una escalation incontrollabile!!!
Il rischio è rappresentato da una escalation militare incontrollabile e la situazione nel Golfo Persico sta diventando di giorno in giorno sempre più pericolosa…
Il rischio è che la tensione attualmente in corso potrebbe costringere l’Iran a bloccare quello Stretto di Hormuz, con barriere artificiali, navi relitto fatte affondare appositamente, mine navali, ecc… tutti espedienti per evitare di garantire l’approvvigionamento energetico di greggio nel mondo…
Prima che sia troppo tardi… l’ONU deve intervenire, senza farsi influenzare dagli Usa e Regno Unito, ma operando in maniera neutra per risolvere il problema in maniera celere, prima che si dia inizio (per come molti desiderano, in particolare i produttori di armi pesanti “major weapons”, potenti fabbricanti di aerei, navi, sottomarini, carri armati e sistemi missilistici, che vorrebbero alleggerire quei loro colmi depositi…) ad una nuova escalation militare!!! Mentre gli Usa festeggiano lo sbarco sulla Luna, la Cina prepara il suo primo insediamento!!!
Ora la prossima missione cinese denominata “Change 5″ è prevista per il 2020 ed ha l’obiettivo di raccogliere campioni di roccia lunare e suolo, per rimandarlo sulla Terra con un veicolo spaziale…
Ovviamente per quanto sopra gli Stati Uniti non staranno a guardare, anzi, stanno pianificando il ritorno per istituire anch’essi una presenza permanente sulla superficie della Luna e da lì spiccare il volo con il primo equipaggio umano, su Marte.Gli USA sotto attacco cibernetico…

Sono tre giorni che New York subisce un’improvvisa interruzione di corrente, lasciando interi settori della città senza luce…
Sono più di 70.000 gli utenti lasciati al buio a cui vanno sommate moltissime attività commerciali e imprese…
In tanti sono scesi per strada per comprendere cosa fosse accaduto, peraltro in molti ricordavano un’analoga circostanza accaduta 42 anni prima, quando per l’appunto un blackout lasciò nel 1977 la città al buio per quasi 25 ore, causando una perdita economica di ben 30 milioni di dollari…
Ovviamente nessuno ne vuole parlare, in particolare le istituzioni che non sanno spiegarsi il motivo di questa interruzione, intanto l’area di Manhattan a New York è stata oscurata ed ha interessato 30 isolati tra cui alcuni noti, come quelli di Times Square e Broadway.
Edison Associates, che è la società che fornisce servizi di elettricità a New York, ha affermato che qualcosa ha bloccato il trasporto di energia, il portavoce comunque alle domande è rimasto sul vago…
D’altronde immaginatevi una metropoli con decine di milioni di abitanti che all’improvviso vedono mancarsi la luce: grattacieli senza ascensori con persone intrappolate, palazzi completamente al buio, semafori spenti, ingorghi che provocano incidenti stradali, le linee della metropolitana fuori servizio, automobilisti intrappolati nelle proprie auto, i vigili del fuoco che non hanno potuto soccorrere quanti avevano chiamato in cerca del loro aiuto…
In molti hanno iniziato a scattare foto e video su quanto stava accadendo, anche se la maggior parte non è riuscito ad ad inviarle in diretta; successivamente appena sono state pubblicate nei social, incuriosiva osservare come la maggior parte degli schermi elettronici di Times Square fossero completamente neri.
Quanti sono riusciti a uscire dalla metropolitana vicino a Central Park, l’hanno fatto usando le torce dei cellulari, ma per trovare l’uscita c’è voluta quasi un’ora…
Sono stati annullati tutti i concerti ed alcuni come quello al Madison Square Garden Stadium è stato sospeso, con tutti gli spettatori al suo interno!!!
Oltre a quanto sopra, vanno considerate tutte le persone che in preda al panico (credendo che si trattasse di un attentato), hanno provato a scappare dalle proprie abitazioni, ma purtroppo molti di loro, correndo nel buio, hanno riportato degli infortuni, tanto da esser stati successivamente trasportati presso gli ospedali…
Inoltre, durante questo blackout, molti “sciacalli” hanno approfittato per poter eseguire furti e rapine e sono difatti migliaia le denunce presentate dai cittadini presso le forze di polizia… tanto che è stato predisposto un ulteriore numero di poliziotti e di guardie nazionali per mantenere l’ordine pubblico…
Ovviamente nessuno pronuncia quella spregevole parola chiamata “terrorismo” e sono in molti, infatti, ad aver dichiarato che l’interruzione di corrente è stata dovuta a problemi tecnici: si parla di un trasformatore in fiamme che ha causato il blackout!!!
La verità è che gli Usa sono probabilmente sotto attacco “cibernetico” da parte di quegli Stati che vogliono condizionare l’opinione pubblica, facendo in modo che quel loro Presidente (Trump) venga al più presto dimesso…
Tra quei paesi c’è sicuramente la Cina, l’Iran, la Corea del Nord, la Russia e molti paesi musulmani, a cui vanno sommati quelli dell’america latina…
Gli hacker hanno iniziato a fare le prove puntando prima i social, tra tutti Facebook (con quel lancio della criptovaluta “libra”…), poi Whatsapp, quindi alcuni fa… Twitter ed ora, con il blocco provvisorio delle centrali elettriche!!!
La guerra è iniziata e vedrete come a breve, la risposta a quell’attacco non mancherà di arrivare!!!
Per scoprirlo… semplice, come dicono solitamente le spie nei film… “basterà seguire la luce”, ma forse in questo caso è più giusto dire il “buio”, sì… il prossimo blackout di una grande città metropolitana!!!
Sono certo che a breve avremo conferma su quanto è realmente accaduto…


















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