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Se le soluzioni ci sono, ma manca la volontà di applicarle, allora il problema non è la sicurezza: ma la politica!

Negli ultimi tre anni, per motivi di lavoro, ho vissuto in Toscana e posso assicurare che, a differenza della mia Sicilia, i controlli – seppur non massicci – erano comunque una presenza costante. 

Già… ho attraversato quotidianamente quel territorio, in lungo e in largo, partendo da Poggibonsi in direzione Siena oppure attraversando Certaldo per raggiungere Empoli e oltre, spingendomi verso l’interno delle colline del Chianti, per passare dinanzi a Volterra e giungere a Cecina, ma non solo, l’Isola d’Elba, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto e altri ancora… 

Quello che più mi colpiva era la presenza costante delle forze dell’ordine: posti di blocco ovunque, pattuglie della Guardia di Finanza, della Polizia Stradale, dei Carabinieri, e nelle città, le auto della Polizia Municipale.

Ammetto che non conosco le modalità con cui vengono organizzati i turni o in quali modi vengono decise le zone da presidiare, ma so bene che l’imprevedibilità è il maggiore ostacolo per chi deve garantire la sicurezza, ma qualcosa mi sfugge… 

Sì… una domanda sorge spontanea: perché in quelle zone, con una conformazione urbana e geografica non dissimile dal resto d’Italia – e con un flusso di persone e veicoli persino minore – i controlli sono così frequenti, mentre in Sicilia, dove la criminalità organizzata è una minaccia concreta e quotidiana, tutto sembra esser lasciato al caso?

Nella mia regione, ad esempio, servirebbe un presidio molto più rigoroso, strategie mirate e un controllo capillare per bilanciare i numerosi fattori di rischio presenti. Eppure, le istituzioni vorrebbero far credere che tutto vada per il meglio…

Ma allora, se il problema è la carenza di organico, perché non impiegare l’esercito? Ditemi, a cosa servono tutti quei militari fermi davanti a quegli uffici istituzionali o impegnati in continue parate sterili, quando potrebbero essere dispiegati in operazioni di controllo del territorio?

Potrebbero ad esempio presidiare gli accessi alle città più critiche – Palermo, Catania, Messina – con un sistema di “cinturazione” e verifiche obbligatorie, formati per affrontare situazioni ad alto rischio e pronti a intervenire rapidamente dove necessario.

Sarebbe uno strumento potente, se usato con serietà. Invece, nella presunzione di avere tutto sotto controllo, alla fine non si controlla nulla! 

Panta rei e ruit hora”: tutto scorre, e il tempo fugge

Intanto, la Sicilia continua a soffrire, e le sue ferite restano aperte…

Ora, a distanza di tempo, il Sindaco di Catania ripropone la stessa idea, chiedendo l’intervento dell’esercito per contrastare la criminalità. Segno che certe esigenze, se ignorate, prima o poi tornano a galla…

Peccato che, nel frattempo, si sia perso altro tempo prezioso.

In Sicilia, ma non solo, c’è bisogno dell’esercito nelle strade!!!

Sono stato in questi ultimi tre anni  per motivi di lavoro in Toscana e posso assicurarvi che a differenza nostra, parlo della mia regione (Sicilia), i controlli – se pur esigui – erano comunque presenti…

Come dicevo, il sottoscritto ha avuto modo in questi anni di attraversare quotidianamente quel territorio che da Poggibonsi passava per Certaldo/Castelfiorentino e che mi ha portato in molti comuni della provincia di Empoli, ma non solo, attraversavo le colline del chianti per giungere a Cecina, l’Isola D’elba, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto etc… ed una circostanza più di altre suscitava la mia attenzione e cioè la presenza costante in qualsivoglia strada delle forze dell’ordine… 

Posti di blocco ovunque, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Carabinieri e nelle citta auto della Polizia municipale…

Ora, non conosco quali modalità caratterizzano i turni di servizio, chi decide dove quelle pattuglie debbano andare o sostare e sono altresì consapevole che una delle maggiori incognite per quegli operatori sia costituita dall’imprevedibilità e quindi nel non poter stabilire a priori quale sia la migliore strategia e quali azioni quindi porre in essere per rendere più efficaci quelle normali procedure di controllo…

Ma ciò che mi chiedo, perché in tutti quei luoghi sopra riportati, parlo di una collocazione geografica ed urbanistica simile a quasi tutte le altre regioni del nostro paese – permettetemi di precisare che nel caso specifico l’impressione ricevuta in questi anni è che essa presenti una minore concentrazione di flussi di persone e quindi di veicoli, tale da non dover imporre una così massiccia presenza di forze dell’ordine – viceversa, nella mia regione, quei maggiori controlli potrebbero bilanciare una presente criticità e quindi dei fattori di rischio accertati che potrebbero determinare gravi problemi.

Già… mi ripeto, ma quanto sopra lo vedrei per l’appunto più indicato per la mia terra, dove certamente vanno adottate  procedure d’intervento mirate, atte a tener sotto controllo tutti quei fattori determinanti che possono risultare favorevoli al contrasto di quelle abituali attività legate alla criminalità organizzata… 

D’altronde la minaccia reale e soprattutto le modalità con cui essa si presenta, senza dimenticare il numero elevato di persone coinvolte, dovrebbe spingere il Viminale ad attuare un serio controllo del nostro territorio – se non si sa come fare, mi rendo sin d’ora a disposizione – che determini in modo appropriato quel livello di criticità e che attui in maniera corretta quelle modalità di accertamento… 

Sicuramente oggi qualcun potrebbe obiettare che molto dipenda dall’esiguo numero di operatori delle forze dell’ordine nella nostra regione, non so rispondere poiché non conosco i numeri reali, ma certamente comprendo e condiviso l’impegno profuso nell’intervenire ogni giorno non solo nella gestione di quei controlli stradali,  ma anche quando chiamati per eventi d’alta criticità. 

Ma se il problema reale fosse questo, ecco affermarsi l’idea di mettere in campo l’esercito, d’altronde mi chiedo, a cosa servono tutti quei militari posti a controllo di quegli uffici istituzionali o per quelle sterili parate, sì… non sarebbe meglio destinare quelle pattuglie al controllo del territorio, ad esempio per meglio verificare il traffico veicolare in entrata e in uscita dalla nostra regione, ma anche nelle città più importanti, come ad esempio Palermo, Catania e Messina, attuando ad esempio una forma di “cinturazione”, con obbligo di controlli agli accessi d’ingresso…

Ovviamente quei militari dovranno riceve una formazione professionale specifica e svolgere un addestramento particolareggiato che simuli tutti i possibili scenari operativi durante quei controlli preventivi, a persone e/o veicoli sospetti, per essere dislocati in modo da soddisfare l’esigenza di opporre un reale contrasto a quei fenomeni criminali d’alto profilo, costituendo altresì una forza di intervento rapida capace di muoversi su tutto la regione, per dare pronta risposta ad ogni situazione che richieda il rafforzamento del presidio del territorio in occasione di eventi che turbino o possano turbare l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Quindi, nel reiterare quei controlli, ritengo che queste unità operative militari, potrebbero – se posti in campo in maniera seria – costituire uno strumento formidabile cui far ricorso per garantire non solo l’ordine, ma soprattutto la sicurezza pubblica in un territorio che da sempre soffre e che dimostra  di non aver superato le gravi difficoltà, ahimè ancora oggi, fortemente presenti!!!

Si perché nella presunzione arrogante di controllare gli eventi alla fine non si controlla niente: Panta rei e ruit hora, ecco le sole implacabili leggi della vita!!!

Catania: dopo due anni di assenza scopro come i lavori a suo tempo iniziati, sono rimasti inalterati!!!

Sono passati oltre due anni da quando mi sono recato per lavoro in Toscana ma incomprensibilmente, tutte le volte che faccio ritorno per brevi periodi, mi accorgo – mi dispiace dover aggiungere che ho come la sensazione di essere il solo ad osservare quanto sto per scrivere, già… tra oltre un milione di miei conterranei nella sola provincia di Catania – che i lavori pubblici a suo tempo assegnati ed iniziati, sono ancora lì, già… incompiuti!!!        

So bene – appartenendo da oltre trent’anni a quello specifico settore – di come può accadere che nel corso dell’esecuzione del contratto d’appalto il committente richieda all’appaltatore variazioni sul progetto in corso e quindi, per questi giustificati motivi, quel termine di consegna previsto e la conseguente penale per l’eventuale ritardo venga meno, proprio per effetto del mutamento dell’originario programma lavori, determinando così lo slittamento del nuovo termine dei lavori…

Ma allora mi chiedo: può essere mai che tutti i lavori subiscano queste modifiche oppure debbo pensare che vi sia un accordo bonario, tra chi esegue i lavori e chi dovrebbe di fatto controllarli, che fa si che tutto proceda senza alcun rispetto delle normative vigenti???  

Tra l’altro vorrei ricordare che solo nei casi in cui l’appalto è stato aggiudicato con l’offerta tecnica migliorativa, è prevista che una delle condizioni previste può essere modificata, come ad esempio il caso specifico, essendo il cronoprogramma (presentato dai concorrenti unitamente all’offerta) uno degli elementi variabili in relazione all’oggetto del contratto; difatti, in questo particolare caso, i concorrenti elaborano il progetto ed offrono altri elementi variabili, tra i quali per l’appunto il tempo di esecuzione.

Ed allora – non volendo in questa sede verificare se anche i nuovi termini di ultimazione siano stati nel frattempo rispettati –  mi chiedo, ma per tutti gli altri appalti, quel termine di ultimazione stabilito dagli atti di gara, è stato di fatto rispettato oppure subisce incomprensibili proroghe ingiustificate??? 

Certo, tutti sappiamo come il programma esecutivo può divergere dal cronoprogramma, ma quest’ultimo deve essere conforme al termine di ultimazione contrattuale, permettendo così al direttore dei lavori di effettuare controlli puntuali circa eventuali ritardi da parte dell’appaltatore stesso…

Tralasciando quindi eventuali contestazioni su aspetti tecnici insorti tra il direttore dei lavori e l’appaltatore -dissensi che come sappiamo la disciplina assegna al responsabile del procedimento, il quale, dopo aver sentito le ragioni di entrambi, assume le sue deliberazioni circa la corretta impostazione del programma esecutivo dei lavori e alla cui decisione, l’appaltatore dovrà uniformarsi (salvo il suo diritto di iscrivere riserva nel registro di contabilità) – quali altri motivazioni conducono a quei ritardi???

Viene spontaneo chiedersi: tutti i lavori che da oltre due anni vedo ancora in esecuzione, sono stati di fatto (tutti) prolungati a seguito di provvedimenti autorizzativi oppure debbo pensare che sono stati sospesi per motivi vari che naturalmente sconosco, oppure, ancor peggio, che questi risultano essere in ritardo e ahimè nessuno ne conosce ad oggi i reali termini di quel loro completamento???

Già… ma c’è qualcuno che sta controllando quanto sta accadendo in quegli appalti oppure debbo credere che tutto prosegua con quell’abituale atteggiamento “siciliano” di chi si mostra ironicamente distaccato e/o quantomeno indifferente a ciò che gli sta intorno, in particolare se trattasi degli incarichi a suo tempo ricevuti??? 

E sì perché nel frattempo, mentre da noi resta tutto così… immutato, con lavori mai portati a completamento – gli stessi tra l’altro che hanno determinato in questi lunghi anni profondi disagi ai miei conterranei – sì… ecco che in altre realtà si vola!!! 

Difatti, posso confermare che a differenza di quella nostra invariata metodologia, ho potuto assistere -vivendo in Toscana – di come nello stesso periodo 2020-2023, molte opere pubbliche in appalto, siano state portare a completamento, vedasi ad esempio: la SS1 “Aurelia”, i lavori tra Donoratico e S. Vincenzo (LI), il raccordo autostradale Siena-Firenze, è stata nello stesso periodo inaugurata la variante SR429 da Empoli a Castelfiorentino (giunta in prossimità di Certaldo), il raddoppio della ferrovia con l’apertura della galleria di Serravalle, un’ulteriore intervento di completamento nei lavori di ripristino della ferrovia Siena-Grosseto e quella di Porrettana e potrei ancora proseguire con una lista lunghissima…   

Sì… perché mentre nei nostri appalti si alimentano costantemente dei problemi, determinando così ritardi ingiustificati e lievitazione di costi, in altre realtà come quella sopra descritta, si cerca di risolverli i problemi, soprattutto facendo in modo che quest’ultimi, quando insorgono, non causino gravi ritardi, nei termini previsti di consegna!!!

Cosa dire: due modi opposti non solo d’affrontare i problemi, ma soprattutto nel provare a risolverli!!!

Permettetemi di aggiungere: “e non mi riferisco al solo mondo degli appalti”!!! 

Makè Gelato: da Certaldo a Palermo parte la sfida…

Si chiama “Sherbeth” e rappresenta il più grande Festival Internazionale del Gelato Artigianale, una sfida tra maestri del gelato che dal 27 al 29 Ottobre, daranno spettacolo della loro bravura a Palermo in Piazza Castelnuovo… 

I Maestri del gelato si sfideranno durante il “Sherbeth Festival” al concorso Francesco Procopio Cutò.

A decretare il vincitore del premio per il miglior gelato artigianale, sarà una giuria tecnica composta da:

Presidente – Stefano Predieri, Responsabile CNR IBIMET Bologna

Presidente Onorario – Vincenzo Lenci, Maestro Gelatiere

Michele Fino, professore Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo 

Paolo Marchi, Giornalista Identità Golose

Alberto Lupini, Direttore Italia a Tavola

Maria Rosaria Bruno, Fine Dining Lovers

Danielle Mitzman, Giornalista BBC

Non conosco i partecipanti o meglio ne conosco soltanto uno, Marco battaglia ed è quello per cui faccio il tifo…

Non sa che stasera faccio questo post, ma frequento la sua gelateria da oltre cinque mesi…

Si trova a Certaldo in Piazza Boccaccio, è posta quasi sotto casa, il nome??? Makè Gelato… e debbo dire che non vi è nome più azzeccato!!!

Sono poche le gelaterie che nella mia vita mi hanno entusiasmato, sì… si tratta di qualcosa di unico, indescrivibile, perché da loro – sì perché Marco ha un socio di cui ora non ricordo il nome – si prova qualcosa di particolare, non si tratta di semplice gelato, no… è qualcosa in più, quel senso di meraviglia, già che attraverso il gusto apre tutti i sensi…

Da Makè Gelato, non si gusta un semplice gelato, si va detto… vi sono pure i classici gusti, ma la differenza si nota subito, perché da loro si fa tutto artigianalmente, niente prodotti artificiali e cioè niente di quello che la maggior parte usa…

Poi… se passate ai loro gusti unici, allora sì che rimarrete senza parole!!!

“Cipolla carammellata”, “Gelato di viola”, “Caramello al sale” e poi il mio preferito “Malaga” con all’interno rum, sono solo alcuni nomi, ma non saprei come descriverli, sono talmente buoni che almeno una volta al giorno (a volte anche più di una volta…) mi ritrovo seduto lì dinnanzi a gustarli…

 Ah… naturalmente un plauso va fatta anche alle loro collaboratrici, sempre gentili e cortesi, disponibili a farci assaggiare i loro nuovi gusti che poi vengono completati – in particolare quando realizzati per i bimbi – con tutta una serie di dolciumi sopra…

Marco, so bene che ci saranno concorrenti agguerriti e sicuramente altrettanto bravi e mi dispiace non poter essere lì ad assaggiare tutti quei meravigliosi gelati…

Mi fa piacere che nella mia terra si promuovono iniziative così interessanti e spero che queste potranno ripetersi anche nei prossimi anni, non solo per integrare profumi e ingredienti di regioni diverse, ma per unire sotto un’unica parola “gelato”, le differenze che purtroppo ancora esistono tra nord e sud…

Per fortuna che qui a Certaldo siamo come a casa e poi, dinnanzi a qualsivoglia problema che dovesse presentarsi, ci basterà recarci in piazza, prendersi un gelato ed ecco che alla fine, si ritorna nuovamente amici…

Marco, non so se riuscirai a vincere, come si dice “l’importante è partecipare“, ma sappi sin d’ora, che – comunque finisca – per me la tua gelateria resta la migliore fino ad oggi conosciuta…

Cosa aggiungere: In bocca al lupo… e un abbraccio forte per la mia adorata Palermo!!! 

Castelfiorentino: una cittadina che ingiustamente non merita di ricevere questo clamore mediatico…

Ho avuto modo in questi anni di conoscere questo bellissimo borgo toscano, non solo per le sue sue ville o per i suoi castelli disseminati in quel suo territorio, dimore storiche di un passato glorioso di famiglie nobili, no… a seguito del mio incarico professionale, conosco perfettamente ciascuno spazio, via, piazza, etc.. di quel luogo.  

Non solo, trovandomi ad operare su quei pubblici passaggi, ho avuto modo di conoscere parecchie attività commerciali e di conseguenza i suoi titolari, cittadini, che in più di un’occasione si sono dimostrati cortesi, in particolare proprio con gli operatori presenti durante l’esecuzione dei lavori, offrendo loro acqua o caffe…

Come dicevo, frequento la cittadina non solo di giorno ma a volte anche la sera, in particolare durante le giornate estive mi sono ritrovato a cenare in uno dei tanti locali posti nella piazza principale, ed è in quelle circostanze che ho potuto costatare come i suoi residenti abbiano evidenziato – per esperienza posso dire: certamente più di altri – quel senso di amorevolezza, rispetto e soprattutto inclinazione nell’aiutare il prossimo, parlo di chi è in difficoltà, non a parole, ma con fatti concreti, vedasi per l’appunto l’ospitalità rivolta nei confronti dei più deboli…

Già… posso affermare senza alcun dubbio che i cittadini di Castelfiorentino sono per la maggior parte persone perbene, d’altronde si osservi quanto compiuto nei confronti di centinaia e centinaia di migranti, non solo nel concedere loro assistenza, ma soprattutto garantendo a ciascuno di essi e quindi alle loro famiglie, sicurezza e lavoro, lo stesso che permette oggi ai loro figli, un futuro sereno e dignitoso… 

Ecco perché di tutto avrei voluto scrivere su quella cittadina e sui suoi abitanti che ahimè, proprio in queste ore, sono balzati nelle cronache per vicende che poco o nulla centrano con quel loro essere, ma che purtroppo subiscono – come ormai consuetudine in questo nostro Paese – queste tragiche notizie, che trovano terreno fertile per dare risalto a livello mediatico, dimenticando altre considerazioni che viceversa avrebbero potuto essere ben rappresentate…

Mi dispiace quindi leggere in queste ore il nome di questa cittadina che involontariamente viene legato a una vicenda efferata…
Già… la morte di una donna, vittima di un uomo incapace di accettare la fine di un rapporto e che non ha  voluto acconsentire a quella sua compagna, di proseguire la propria esistenza senza quella “forzata” compagnia…

L’ennesimo femminicidio che dimostra il fallimento di uno Stato e delle sue istituzioni che per l’appunto non ha saputo dettare e quindi obbligare al rispetto di quelle regole dl civile convivenza…

Ma non solo, parte di colpe vanno ricercate nei rapporti familiari, nelle scuole, in quel loro mancato insegnamento nel rispetto degli altri, come scrivevo ieri, viviamo nel paese dei balocchi, dove ciascuno fa come gli pare, perché l’idea che ormai in molti si sono fatti è che nessuno in questo paese paghi mai per le conseguenze di quanto erroneamente compiuto!!!

Oggi piangiamo l’ennesima vittima di femminicidio, sì… in attesa della prossima, che vedrete – con questo stato di fatto – non tarderà ad arrivare!!! 

Nel frattempo tutti noi ci saremo dimenticati di Klodiana, viceversa ricorderemo per molto tempo – a causa dei media e dei social del web – di questa cittadina di Castelfiorentino, che resterà macchiata per lungo tempo – già… come per molti altro luoghi, in cui sono accadute vicende delittuose come questa – pur sapendo ciascuno di noi, di come essa e i suoi cittadini, non abbiano alcuna responsabilità…

Incredibile!!! Può essere mai che nessuno lo abbia riconosciuto???

E’ dire che in una delle foto che avevo realizzato in un mio post egli è somigliante almeno al 90% http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/10/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html eppure nessuno incredibilmente è stato in grado di riconoscerlo…

Il sottoscritto tra l’altro, nella foto principale pubblicata allora in formato “gif”, creata appositamente quasi a voler paragonare questa immagine bruciata nel fuoco con la cosiddetta “punciuta” compiuta dagli affiliati di cosa nostra, aveva eliminato da quella foto gli occhiali, proprio per far si che il viso fosse più chiaro e leggibile, in quanto l’effetto movimento provocato dal fuoco, rendeva a mio parere poco riconoscibile la fisionomia del latitante… 

Ma incredibilmente così non è stato, eppure era facile riconoscerlo, non era cambiato di molto, era semplicemente invecchiato, ma chiunque – bastava restare un po’ più attenti e avere quel coraggio che evidentemente è mancato – l’avrebbe potuto riconoscerlo e quindi denunciarlo, anche in forma anonima!!!

Difatti, nell’immaginare quel latitante  il sottoscritto aveva realizzato varie ricostruzioni, tutte ipotetiche ma in fondo poco si sono distaccate da questo soggetto ora arrestato…

Basti rivedere ad esempio un altro link http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/gli-investigatori-stanno-cercando.html da cui si evidenziava una certa somiglianza con le foto appena pubblicate in queste ore dall’Arma dei Carabinieri…

Ma poi mi viene spontaneo chiedere: arriva un nuovo soggetto in un paesino siciliano, prende un’abitazione in affitto, evidenzia di essere autonomo, recita in quel circondario l’immagine di un pensionato qualsiasi, ma se lo si osserva con attenzione si comprende come non dimostra di avere un età così avanzata, ed allora se non un pensionato significa che è una persona certamente benestante e perché si è trasferito lì???

Peraltro osservandolo ancor più con attenzione, chiunque avrebbe notato che vestiva elegante e che sicuramente durante le uscite settimanali si cambiava spesso, forse anche troppo visto il quartiere in cui viveva, inoltre un occhio attento, avrebbe riconosciuto l’orologio al polso e soprattutto un qualsiasi vicino (di quelli cosiddetti “cuttighiari“) avrebbe compreso che egli non svolgeva alcuna vita mondana, nessuna frequentazioni, mai alcuno che lo cercava e ancor meno visite, neppure di notte… 

Ed infine, come può essere che nessun controllo in quel paese è stato eseguito da parte delle forze dell’ordine, eppure sarebbe stato spontaneo verificare chi fosse questo cosiddetto geometra” appena trasferitosi in quel paese e soprattutto per quale motivo, visto che non svolgeva di fatto alcuna professione???

Lo dico perché il sottoscritto, in qualità di collega (del boss) – almeno per quanto riportato in quel documento d’identità – ogni qualvolta che si è trasferito per lavoro e quindi preso domicilio in una località italiana, in particolare nel nord del paese, ultima questa in Toscana, è stato sottoposto ad accertamenti, in primiss dalla Polizia Municipale e successivamente dai Carabinieri…  

E allora mi chiedo, perché questi controlli non sono stati mai effettuati in quella sua residenza??? 

Non è che forse si sapeva chi risiedeva in quella abitazione e come ho scritto in un mio post (nel quale è possibile osservare altre ricostruzioni del visohttp://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/03/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html si è preferito soprassedere proprio poiché a nessuno interessava prenderlo???

Oggi difatti il rischio più grande, lo sta affrontando chi in questi questi anni lo ha protetto; già… se egli decidesse di parlare con i magistrati e raccontare quanto sa o ancor più, se barattasse quei documenti in suo possesso, per ottenere quella desiderata (e protetta) libertà, ecco che sarebbero molte le teste che vedremmo cadere!!!

Non credo comunque a quest’ultima ipotesi (anche se in cuor mio spero profondamente che ciò avvenga…), come d’altronde mi sento di aggiungere che, se egli decidesse di ravvedersi e collaborare, difficilmente vedrete (dall’alto di quei poteri collusi) glielo permetteranno!!!