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Enzo Tortora: "Solo tre categorie di persone (ho scoperto) non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati".

Quante lettere dal carcere… 
Sono quarantaquattro gli scritti di Tortora alla propria compagna Francesca Scopelliti e in molte di quelle lettere, il presentatore esprime tutta la propria delusione per questo paese così ingrato e cinico, sempre alla ricerca di nuovi capri espiatori sui quali poter gettare fango… 

Riportava: “sto pensando di chiedere il cambio di cittadinanza, questo Paese non è più il mio”…
Ed ancora, non ha risparmiato i media ed i propri colleghi che gli hanno girato le spalle ( hanno preferito farsela alla larga… pur di non restare coinvolti): “Non parlatemi della Rai, della stampa, del giornalismo italiano… è pura merda…“.
Come dargli torto… sono passati quasi trent’anni dalla sua scomparsa, da quel lontano 18 maggio del 1988 ed oggi, cosa è cambiato nella giustizia, in quei principi morali, in quelle virtù consistenti nel dare a ciascuno il dovuto e nel giudicare sempre e tutti… con equità???
Ma perché cambiarlo questo sistema, quando si sa, fa comodo a molti… 
A chi ruba ed evade, a chi sfrutta sessualmente minori, a chi corrompe con mazzette, a chi quelle tangenti le pretende, a tutti quei politici, funzionari, dirigenti e uomini delle istituzioni corrotti, a quei presidenti d’associazioni note, che poi… di volta in volta, vengono indagati…
Questo sistema è una manna per tanti, già, perché con qualche discreto “azzeccagarbugli” se ne può uscire con una semplice sanzione o al limite qualche condanna senza alcun giorno in carcere…
Mentre di contro, le persone innocenti finiscono in carcere senza alcuna colpa!!! 
E’ il caso di Enzo Tortora o del “ragazzo della giudecca” Carmelo Zappulla, anch’egli finito erroneamente in una cella, per poi scoprire con una nuova sentenza, li ha giudicati estranei a quelle vicende, per non  aver commesso il fatto!!!
In quelle lettere si legge tutto il disagio di un uomo che perde all’improvviso la propria libertà e si trova costretto a vivere in condizioni mostruose all’interno di un penitenziario: siamo in sette in pochi metri e chissà perché si dice che siamo “al fresco” quando io in questa cella muoio di caldo e soprattutto non vi è alcuna privacy… anche quando sono al cesso, da un buco apposito è consentito loro vedermi…”
Hanno avuto il coraggio di definirlo “camorrista”!!! 
Era il 23 giugno 1983 quando l’hanno arrestato con tanto di televisioni e giornalisti a seguito… e fino a gennaio dell’anno consecutivo, fu costretto a rimanere in cella, quando alla maggioranza di quegli abituali delinquenti di cui sopra… è stato permesso di rimanere in casa propria, in quella cosiddetta (e aggiungerei lussuosa…) “libertà vigilata”…
Ma ad Enzo… no, lui lo si doveva umiliare “fino al midollo” ed in parte ci sono pure riusciti…
E’ grave quando scrive: “non hanno niente in mano” è una lotta impari di questa farsa del tutto italiana, “fra me innocente e l’accusa, impegnatissima a dimostrare il contrario… una farsa che purtroppo durerà troppo a lungo…”.
In quelle lettere non vi è soltanto rabbia… ma anche sofferenza fisica per l’ingiustizia subita da parte della nostra “giustizia” italiana… e proprio in quelle parole che Tortora esprime la sua massima accusa: “Solo tre categorie di persone (ho scoperto) non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati”.
Ed ancora quando parla del periodo estivo in cui tutto viene sospeso… già, quando consiglia alla sua Francesca d’andare in vacanza, per come era in uso nei palazzi di giustizia (interminabile periodo feriale che iniziava dai primi di luglio e si protraeva fino a metà settembre): “La giustizia è al mare, noi nella merda”.
Mi hanno rovesciato di tutto, mi hanno messo alla gogna, quasi fossi veramente un malfattore…”; un vero peccato che non ci si potesse rivolgere a quell’oracolo… tanto conosciuto come “bocca della verità”… lì almeno avrebbe potuto inserire la propria mano e riacquistare immediatamente la propria libertà… e non per come poi accaduto, gettato lì… in quella cella, in attesa di una “giustizia” (mai celere) che alla fine ha dato quale responso (aggiungerei era l’unico possibile…) quello che Enzo Tortora fosse totalmente innocente!!!
Sì… ma per quella colpa (ed anche per molte altre…) nessuno ha mai pagato!!!
Dopotutto è come dicevo sopra: la giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano impuniti e liberi… 

Edoardo Bennato e l’Italia che non c’è…

C’era una volta un’isola… oggi è tutta la nazione a non esserci…
Rappresenta ancora oggi una delle più belle canzoni scritte dal nostro cantautore… 
Quel ritornello in cui dice: son d’accordo con voi, non esiste una terra, dove non ci son santi né eroi… e se non ci son ladri, se non c’è mai la guerra, forse è proprio l’isola che non c’è… che non c’è!!! 
Edoardo Bennato è sempre stato precursore dei tempi, di quel malessere della sua generazione che è lo stesso di quello che stanno vivendo oggi i nostri giovani…
Ascoltare le sue canzoni, quella voglia di cantare e di volare… gli hanno permesso di dire sempre quello che gli andava… 
Diceva in una sua canzone: non potrò mai diventare direttore generale delle poste o delle ferrovie, non potrò mai far carriera nel giornale della sera, anche perché finirei in galera. Mai nessuno mi darà il suo voto per parlare o per decidere del suo futuro. Nella mia categoria tutta gente poco seria, di cui non ci si può fidare.
Come  quando parlando di Bagnoli scriveva: c‘è folla tutte le sere nei cinema… un sogno che è in bianco e nero ma tra poco sarà a colori… 
Già, quella stessa Bagnoli che dopo aver inquinato e ucciso… dovrà essere bonificata!!!
Il Premier Renzi in questi giorni ha dichiarato: eliminiamo il più grande scandalo ambientale, bonificando 230 ettari e rimuovendo due milioni di metri cubi tra colmata e mare di rifiuti lasciati per anni in condizioni atroci… sarà la più grande opera di recupero ambientale della storia italiana!!!
Certo allora le sue parole sembravano canzonette, ma con il tempo abbiamo scoperto come di banale ci fosse poco, anzi tutt’altro… esprimevano quel malessere di un paese che non voleva ascoltare!!!
Quanti gatti e la volpe abbiamo contato in questi anni o quanti comandanti ci hanno imposto le loro regole… tutti quei Capitani uncino che si sono succeduti… ed ora scopriamo come le sue disamine avevano colpito giusto…
Dopo anni di silenzio esce finalmente il suo nuovo album… dal titolo inequivocabile… “Pronti a salpare”!!!
Certo verso cosa e dove è difficile da dirsi… “non c’è niente di scontato… tutto è ancora da scontare”  ed ancora “conta il rischio di condanne… condannati a rischiare… pronti a salpare…”.
La canzone che da il titolo all’album e attualissima, come i migranti che stanno giungendo da quelle rotte irregolari… che cercano si salvarsi da quel loro inferno, prima che sia troppo tardi… perché è da lì… da quell’inferno che stanno tentando di scappare con i loro familiari…
Quella via della speranza… dove non ci si può più disperare… destinati a navigare in alto mare… 
E se i tempi son cambiati… resta il tempo da cambiare… bisogna assumersi tutti le responsabilità di quanto sta avvenendo in quelle nazioni colpite dai conflitti armati o da guerre civili, provare ad assistere quanti stanno peggio di noi, salvare loro… per salvare noi stessi…
Nel suo video si ripercorrono in bianco e nero le immagini di quando eravamo noi “italiani” a salpare verso il nuovo mondo… ed ora che apparteniamo a quel mondo “privilegiato” abbiamo scordato…
Ed ancora, come non ricordare il brano “Il capo dei briganti” con quel video che riprendeva i cortei religiosi di Casal del Principe… immagini dell’anonima del peccato… terra di frontiera e di nessuno… santuario dei dannati, miseria che aizza i diavoli… inchini e contro-inchini tra frastuoni generali di sdegno e silenzio di carri armati… 
L’Italia dei pirati… covo dei ladri, dove ci sono tutti… e chi non si arruola finisce in fondo al mare!!
L’Italia delle inchieste e della calunnia, che è come un venticello… un’arietta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente e dolcemente, incomincia a sussurrar… segreti e bugie, parole di malelingue che si alternano sottovoce, sibilando vanno scorrendo e ronzando nelle orecchie della gente…
S’introduce silenziosamente e destramente per colpire sia gli onesti che i puri di cuore…
Un ricordo intimo per gli amici Mia Martini e Renzo Tortora… 
Concludendo, per quanti vivono la loro vita… in malafede, sempre a caccia delle streghe, dico No… non è una cosa seria, e così è se vi pare, ma lasciatemi sfogare, non mettetemi alle strette, o con quanto fiato in gola griderò, non c’è paura, ma che politica, che cultura, sono solo canzonette, non mettetemi alle strette, sono so.., sono so.., sono solo canzonette!!!