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A cosa serve ricorrere in maniera urgente all’ex art. 700 cpc, quando poi all’interno dei Tribunali i magistrati competenti non emettono i procedimenti nei tempi previsti???
Ricordo che si procede per “urgenza” quando (la legge) richiede che vi sia la necessità di una tutela immediata del diritto, tutela che altrimenti verrebbe irrimediabilmente frustrata qualora si procedesse per le vie ordinarie e si attendessero i tempi di una sentenza ordinaria, in altre parole vi deve essere un pericolo imminente di un pregiudizio che minacci irreparabilmente il diritto!!!
Ecco, questa seconda condizione, in gergo tecnico chiamata “fumus boni iuris”, ossia l’apparenza (simile al fumo) di un valido diritto, si potrebbe definire più facilmente “verosimiglianza del diritto”, ed è ciò che infatti i cittadini non riescono a capire, già… sui motivi di quei ritardi, sapendo il più delle volte che non si tratta di carte senza alcun fondamento, ma che esse completano le indagini effettuate dagli organi di polizia, dalle cui verifiche è stato permesso di anticipare e predispone l’instaurazione di un processo penale, nel quale la persona indagata è risultata rinviata a giudizio!!!
Certa che se questa è la nostra giustizia a cui i cittadini si affidano…
Ci mancava solo la riforma "Cartabia"!!!
Già… per ingannarci ci hanno raccontato che grazie alla riforma del ministro Cartabia si velocizzerà di molto i processi in Italia, ma la verità è che questa legge si presta perfettamente affinché le persone oneste si stanchino d’inseguire una giustizia inefficace, la stessa che ha dimostrato in molti processi di non essere stata equa, ed ora, offre alla maggior parte degli indagati, una possiamo dire “forma d’immunità”, in particolare favorisce coloro che possono permettersi una protezione extra (ad esempio un sostegno da quel gruppo di fratellanza “massonico”) grazie d un avvocato di grido…
Quindi alla fine a pagare saranno sempre i più deboli, mentre tutti quei disonesti politici, imprenditori, mafiosi, ladri, etc… vedranno allontanare da se una possibile condanna, ecco quindi il motivo per cui la maggior parte di quei soggetti o quanto lo sono in maniera celata, si sono dichiarati fortemente entusiasti, già… nel aver contribuito all’approvazione di questa riforma!!!
D’altronde cosa ci si poteva aspettare da un Paese dove ila maggior parte pensa che sia sciocco non delinquere e/o arraffare il più possibile e d’altronde, se l’esempio viene dato proprio da quanti ci governano, come si può sperare di migliorare quella mancata cultura di legalità???
Certo, ora grazie a questa riforma non vi sarà più alcuna sicurezza, tutti gli esposti presentati, le denunce formalizzate dovranno essere nuovamente confermate, comprenderete come saranno in molti a lasciar perder, a non voler insistere con altro tempo e con una giustizia che si dimostra spesso inefficiente o ancor peggio collusa…
La maggior parte di quei cittadini coraggiosi preferirà ora dedicarsi ad altro e così tutti quei delinquenti di cui si è dimostrata la vena opportunistica, eviteranno grazie a questa riforma le ripercussioni personali e di conseguenza la spade di Damocle giunta quasi sul collo.
Hanno avuto pure il coraggio di chiamarla legge “spazza-corrotti”, una vera stranezza considerato che la sensazione avvertita è proprio quella contraria e cioè che sia stata fatta proprio per proteggere quei corrotti!!!
Ed allora con la scusa di evitare tempi indeterminati e lunghi processi, si è fatto in modo che la maggior parte di questi venissero di fatto cancellati e quindi estinti, come si dice: alla faccia della legalità!!!
C’erano sicuramente altri modi per far sì che i processi durassero di meno, ma loro hanno scelto la strada più breve o per dire, quella più comoda, quanto difatti realizzato, garantirà a chi se lo potrà permettere di non perdere mai un processo.
Denunciate, sì… denunciate, tanto alla fine passerete da vittime a colpevoli, mentre quest’ultimi, potranno cavarsela senza neanche pagare alcun risarcimento!!!
I processi vedrete ora dureranno (forse…) meno, ma certamente saranno meno giusti di quanto già non lo siano, basti osservare molte delle molte sentenze espresse in questi anni…
Tuttavia, ho il forte timore che nel nostro paese, con l’applicazione di questa riforma, possano accadere dei fatti gravi come quelli accaduti negli Stati Uniti, dove per l’appunto molti cittadini hanno preferito farsi giustizia da se, pensando – così facendo – di evitare processi interminabili o pareri di giudici discordanti nei vari gradi di giudizio…
Comprendere tutti che se il percorso attualmente avviato è questo, penso che sia grave e irresponsabile non prevederne oggi i possibili rischi, in particolare l’eventuali decisione arbitrarie da parte di molti, di far a meno dell’unica giustizia esistente e di procedere senza di essa, compiendo azioni che potrebbero di fatto, determinare gravi conseguenze facilmente intuibili!!!
Diceva Platone: Il capolavoro dell’ingiustizia??? E’ di sembrare giusto senza esserlo!!!
C’è tra voi qualcuno capace di spiegarmi a cosa serve indicare i tempi d’esecuzione dei lavori, quando poi nessuna impresa li rispetta???
Sappiamo bene come la regola prevede per gli appalti dei lavori pubblici un termine contrattuale di ultimazione non definito (art. 1457 del cod.civ.), se pur va detto, questa sua mancata condizione non è del tutto corretta, in quanto l’opera da realizzarsi – anche se tardivamente ultimata – mantiene sempre la propria utilità.
Difatti, ciò trova conferma nelle disposizioni legislative che per l’appunto consentono alle imprese – per motivi evidenti o di forza maggiore – di poter sospendere i lavori o stabilire eventuali nuovi termini suppletivi, per l’ultimazione di quell’opera.
Ora, volendo analizzare molti di quegli appalti in corso nella mia regione, in particolare nella mia provincia di Catania, scopriamo come quel termine di esecuzione – stimato e determinato dal Responsabile del Procedimento in sede di predisposizione degli atti – sia stato, nella maggior parte degli appalti traslato ed allora viene spontaneo chiedersi, se quel tempo previsto e a suo tempo ritenuto congruo, fosse di fatto errato oppure se per motivi che nulla hanno a che fare con ragioni di forza maggiore, si sia voluto in concreto agevolare quell’impresa che evidenzia di fatto, di non essere nelle perfette condizioni di eseguire quei lavori aggiudicati o sub appaltati, nei termini previsti!!!
Ecco, su questo punto, in base alla mia trentennale esperienza potrei già rispondervi, ma questa volta desidero coinvolgere ciascuno di voi e porre quindi questo quesito, analizzando in maniera serena quale sia il vostro giudizio, senza che questo debba trasformarsi in quel classico pregiudizio o in una valutazione che posa risultare di parte…
Naturalmente da quella vostra riflessione va eliminata quella condizioni di estrema rilevanza che può determinare un prolungamento dei tempi contrattuali e mi riferisco all’impreviste condizioni meteo “sfavorevoli” che comportano nel programma dei lavori uno slittamento a causa della minor produttività causata da quei giorni di maltempo, in quella zona d’intervento…
Quindi togliendo quelle sospensione legittima che esula dalla ordinarietà, vorrei sapere da parte Vs. se ritenere che vi siano altri motivi, chissà forse appositamente “celati”, che conducono quei nostri appalti a non essere realizzati nei termini previsti o ancor peggio a non essere completati del tutto, lasciando spesso quelle opere incompiute!!!
Potete pubblicare il vostro commento in fondo al post o inviarmi una mail che verrà pubblicata – se ritenuta valida e non offensiva – direttamente in questo mio omonimo blog – sia se autografata che in maniera anonima, in particolare è gradita l’indicazione di eventuali opere – di cui si ha realmente coscienza – che in questi anni sono rimaste manchevoli o del tutto incompiute!!!
Cave e miniere ( VI Parte ): tempi delle istruttorie
E’ stato rilevato dalle Associazioni di categoria che nel caso di istanze presentate ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii., si verifica spesso che l’istruttoria si concluda con la determinazione di assoggettare a VIA il progetto di cava, dopo un tempo medio di attesa di oltre 15 mesi, in palese violazione dei termini previsti dalla normativa e che per arrivare alla conclusione della successiva procedura di PAUR sia necessario un ulteriore dispendio di tempo di oltre due anni.
La conseguenza è che gli esercenti di cava in attesa di rinnovo dell’autorizzazione sono costretti a sospendere l’attività estrattiva per alcuni anni, col serio rischio di perdere le commesse di fornitura già acquisite e, quindi, di chiudere la propria attività.
Sull’argomento è stato ha replicato che la non trattazione di tutti i fattori ambientali, nei progetti, comporta un assoggettamento diretto a VIA delle istanze di procedura di verifica ambientale, precisando che la CTS non è pagata sul numero di pratiche, e che il rimando a VIA comporta un aggravio del carico di lavoro per la stessa CTS.
Su quest’ultima affermazione i tecnici delle associazioni di categoria hanno fatto osservare che la CTS è, invece, giustamente, retribuita per ogni parere reso e che il rimando a VIA di un’istanza comporta una nuova procedura di VIA e quindi l’emissione di ulteriori pareri retribuiti secondo le modalità indicate nel D.A. n. 311/GAB del 31/12/20 “determinazione dei compensi per i componenti della CTS a decorrere dall’anno 2021”.
Inoltre, nel corso dell’incontro del 02/03/21 è stato chiesto alla CTS di pronunciarsi sull’ordine cronologico di istruttoria applicato alle istanze, visto che in qualche caso è stato da essi verificato che taluni procedimenti sono stati conclusi nei tempi di Legge, mentre in altri casi si assiste ad una violazione dei termini perentori previsti dalla Legge.
La risposta ricevuta dai tecnici delle associazioni di categorie è stata alquanto sorprendente; a suo avviso, la CTS è dotata di gruppi più veloci rispetto ad altri, motivo per cui qualche pratica riesce ad avere il parere in tempi molto più rapidi rispetto a tante altre, ammettendo che non vi è un rigido rispetto dell’ordine cronologico.
Le Associazioni di categoria hanno potuto constatare, previa consultazione dei pareri pubblicati sul sito regionale dell’ARTA, che mediamente per le procedure ex art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. il parere della CTS arriva non prima di 15 mesi.
Tuttavia va segnalato qualche raro emblematico caso di procedimento ex art. 19 che ha ricevuto parere favorevole, non rimandato a VIA, in meno di 5 mesi, sebbene l’istanza sia pervenuta successivamente a tante altre rimaste ancora inevase!!
Anche su questa evidenza il CTS non ha accettato alcun confronto…
A parere dei tecnici delle associazioni di categoria, sarebbe opportuno che l’assegnazione delle pratiche avvenisse nel rigoroso rispetto dell’ordine di entrata delle istanze e che i gruppi valutativi fossero composti in maniera omogenea, in modo tale da evitare distonie nei tempi e nelle modalità di espletamento delle pratiche.
Infine, in occasione del secondo e terzo incontro i Componenti della CTS hanno accolto la proposta di redigere una check list di riferimento per i proponenti dei progetti di cava, al fine di uniformare il contenuto e la completezza degli studi ambientali dei progetti.
La check list redatta dalla CTS, pervenuta poi alle associazioni di categoria, per mezzo email, è stata oggetto di discussione nel terzo incontro svoltasi in data 16/04/21.
Sulla natura di questo documento la CTS ha manifestato qualche perplessità anche con riferimento al campo di applicazione della stessa check list, precisando che questa non può avere una funzione di indirizzo ai fini della “completezza della documentazione”, ma deve essere utilizzata solo per definire gli elementi necessari che permettano una valutazione ambientale appropriata sui contenuti dell’istanza, al fine di evitare errori e incomprensioni, rimarcando più volte che la check list non può essere predisposta dalla CTS, ma è un documento che deve essere ufficializzato dall’Amministrazione.
Sempre nell’ultima riunione, è stato reso noto che l’Assessorato Territorio ed Ambiente, nell’intento di velocizzare i procedimenti istruttori, ha programmato di inserire nella CTS altri 30 professionisti a supporto degli attuali componenti, accogliendo le varie richieste dell’associazioni imprenditoriali che da tempo sollecitano l’Amministrazione Regionale a potenziare l’organo tecnico del servizio 1 VIA-VAS.
Tale decisione è stata molto apprezzata dalle rappresentanti delle Associazioni di categoria e ci si augura che, nel più breve tempo possibile, la CTS possa essere operativa in pieno organico, nonostante le perplessità manifestate dalla CTS secondo la quale “non è automatico il raddoppio della produttività con il raddoppio dei componenti”!!!
CONTINUA…
Ricorrere sempre e in ogni caso in… Appello!!!
Ecco cosa può accadere… quando non c’è giustizia!!!
Di Lello… il marito della vittima (Roberta Smargiassi) aveva atteso i tempi della magistratura… ma avendo compreso quanto questi ahimè fossero lenti e soprattutto macchinosi, ha deciso di tirar dritto e farsi giustizia da se…
In quella pagina si era sfogato dichiarando: “Dov’è la giustizia? Mi rispondo, forse non esiste! Non dimentichiamolo, lottiamo perché non ci sia più un’altra Roberta“. Aveva creato per l’appunto una pagina social dedicata alla moglie, con la quale aveva ottenuto migliaia di visualizzazioni e adesioni… ma nel contempo la giustizia marciava troppo lenta, ed egli di conseguenza, ha iniziato a pensare di farsi giustizia da se…
Ha sparato tre colpi di pistola a distanza ravvicinata all’uscita di un bar, contro l’assassino di sua moglie…
Una tragedia nella tragedia con un finale imprevedibile che sembra raffigurare la sceneggiatura di un romanzo; difatti, dopo aver sparato, l’omicida si è recato nella tomba della moglie e vi ha lasciato sopra l’arma… ha quindi chiamato il proprio legale e si è consegnato presso le forze dell’ordine!.jpeg)
























