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Bilanci gonfiati e occultamento dello stato di progressivo dissesto…

Ravenna: la guardia di finanza su delega della Procura ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 7 milioni di euro nei confronti degli ex amministratori (presidente e vice-presidente del Consiglio di amministrazione) nonché soci di una società di rilievo nazionale…

L’azienda SPA, società concessionaria della gestione di numerosi punti di ristoro anche lungo arterie autostradali e all’interno di strutture sanitarie pubbliche e finita in concordato nel 2022.

Il sequestro eseguito ora, si inserisce in un’ampia indagine di polizia giudiziaria avviata dalla Gdf a seguito dell’ammissione della società al concordato preventivo in continuità e dei conseguenti esposti presentati dall’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bologna…

Difatti, nel corso delle indagini, i finanzieri hanno esaminato le varie poste dei bilanci della società svolgendo quindi dei riscontri documentali ed assumendo informazioni da alcuni testimoni, tra cui diversi ex dipendenti e  fornitori della società. 

Sulla base di quegli approfondimenti è emerso che gli ex-amministratori avevano reiteratamente gonfiato, tra il 2015 e il 2020, i bilanci di esercizio, “indicando rimanenze di magazzino fino a 10 volte superiori a quelle realmente esistenti e modificando, con vere e proprie alterazioni materiali, i contratti con importanti fornitori al fine di contabilizzare crediti commerciali in realtà fittizi!!!

Le indagini ancora in corso, hanno permesso di individuare una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale e crediti inesistenti per milioni di euro e sulla base delle condotte illecite contestate, le Fiamme Gialle ravennati hanno proceduto anche a quantificare in oltre sette milioni di euro il profitto personale ottenuto dagli indagati sia, in qualità di soci di riferimento, in termini di risparmio per non aver dovuto ripianare le importanti perdite d’esercizio che senza i falsi si sarebbero concretizzate e sia, in qualità di amministratori, al fine di prolungare artificiosamente la vita dell’impresa e continuando nel contempo di usufruire d’importanti stipendi e benefit aziendali… 

L’autorità giudiziaria di Ravenna ha quindi emesso un provvedimento di sequestro preventivo in via d’urgenza, la cui esecuzione ha permesso il sequestro di quattro unità abitative, di cui due villini e due appartamenti, un deposito ed una quota parte di oltre 100 terreni agricoli. 

"FORZA SICILIA: il nuovo partito dei "Leccaculi"!!!

Penso che sia necessario chiarire un concetto…
Continuare ad insistere per come si è fatto finora… non produrrà nulla di buono!!!
I partiti che avete in questi  anni sostenuti, hanno prodotto quanto finora si ha modo di costatare…
I suoi uomini, sempre più collusi con quel sistema clientelare e mafioso, sono stati difatti in grado, di far diffondere sempre più, illegalità e corruzione, ponendosi, con quella loro inadeguatezza, a tutta una serie di riforme, che non hanno mai contrastato ne la nota associazione criminale che gli uomini che, direttamente e/o indirettamente affiliati o associati…
Voi li vedete pubblicamente manifestare, parlare di legalità, ma se guardiamo i dati di questa nostra isola, notiamo come la stessa, risulti per traffici illeciti, ai primi posti nel mondo…

Allora mi chiedo…  quale sarebbe questa legalità di cui tanto si parla??? 

Non è che forse da un lato si cerca con le parole di contrastarla, mentre con i fatti , vi è un’intero gruppo che basa ogni propria attività… su quelle azioni illegali???

E quali vantaggi ottengono tutti questi nostri politici… dai semplici consiglieri ai deputati regionali o nazionali, da questa disastrosa condizione morale ed economica???
Credo che il motivo perché nulla cambi o perché tutto resti per l’appunto così com’è, dipenda dal fatto che, questo sistema “vizioso”, conceda a quegli uomini di aumentare il loro potere, di tenere monitorata i cittadini, di collegare ciascuno di essi a quei partiti politici, ponendo quei suoi uomini verso posizioni influenti, affinché possano definire quelle strategie necessarie per ingrassare il sistema, ricambiare i favori ricevuti, proteggendo gli “amici degli amici”, contrastando quanti avversi alla loro causa o forse troppo inclini alla legittimità del diritto, ed infine, provvedendo con l’avvisare tempestivamente quei loro referenti, su eventuali indagini delle forze dell’ordine e coprendo ogni loro azioni illegali, con i loro perversi meccanismi…

Ecco i motivi per cui si è andati negli anni sempre più a peggiorare… non solo per colpa della mafia che con i suoi uomini cerca di controllare e condizionare il territorio, bensì con quei politici e amministratori (protettori di quell’associazione a delinquere…) che, pur di non mettersi mai in cattiva luce o per non perdere le proprie poltrone istituzionali o amministrative, si adoperano a protezione di quell’associazione, sottomettendosi di fatto con i loro modi a “leccaculo” di quel sistema corruttivo e criminale…

Così facendo si è riusciti a corromperlo, imbrogliando la gente loro vicina, dando l’impressione di contrastare quel circuito infetto, ma in realtà… vi hanno soltanto preso in giro!!!

Questo è ciò che maggiormente da fastidio…
Quella interpretazione della legalità ipocrita è basata su ciò che interessa loro, negoziandola a seconda delle circostanze e utilizzando quel proprio potere, sempre a scapito di taluni, nei confronti di altri…
Ed allora non comprendo perché non costituiscono tutti insieme appassionatamente un nuovo partito… quello dei “leccaculi”, d’altronde per loro – soggetti senza alcuna personalità – è perfetto…  si potranno riunire e condividere in quell’unico calderone, quelle loro banali esistenze fatte di favori, raccomandazioni e clientelismi!!!
Ciascuno di essi potrà dare il proprio contributo, non solo personale, ma anche familiare… peraltro, come escludere tutti quegli appoggi dati nel corso degli anni a coloro che, prima di loro, si sono riusciti ad insediare “leccando” in quel sistema cortigiano…
Forza Sicilia” vi suggerisco anche il nome di questo nuovo movimento politico!!!
E’ aperto a tutti, da quanti sono stati votati nei partiti di sinistra, a coloro che da sempre sono legati alla cosiddetta destra, a cui vanno sommati, le forze di quell’ex centro democristiano, suddivisi ora, in piccoli partitini…
Infine a tutti questi sopra, potranno aggiungersi i restanti lacchè, suddivisi questi tra pisciabrori, quaquaraquà, leccaculi, ecc…
Ovviamente per quanto concerne il mantenimento di questo nuovo partito, si potrà richiedere una sottoscrizione a tutti gli iscritti oppure si potrà puntare su eventuali donazioni…
In tal senso, prima fra tutte, la Società per azioni “MAFIA SPA“, si è già offerta di finanziare questa brillante iniziativa politica, con l’auspicio di poter costruire – insieme a quegli abituali referenti – un futuro felice, radioso e pieno di grandi e soprattutto proficue soddisfazioni!!!

Si cambia: basta con società "confiscate"… si passa finalmente alla "legalizzazione"!!!

Sono anni che vado riportato come, il sistema di prevenzione giudiziaria non abbia dato in fondo, quei frutti sperati…
In particolare ho ritenuto che a fare fallire il sistema dell’amministrazione controllata, siano stati proprio alcuni suoi uomini… che di fatto, sono venuti meno a quanto avrebbero dovuto compiere…

Ed allora forse oggi, avendo compreso quegli errori del passato, si sta iniziando a cambiare rotta, adottando finalmente un nuova metodologia, certamente più efficace…
Molto di questo merito ritengo, sia da attribuire per la prima volta a livello nazionale, proprio alla nostra Procura etnea…
E’ il caso della società Tecnis Spa, una grande realtà della nostra città, a cui il Tribunale di prevenzione di Catania, ha accolto per l’appunto la richiesta della Procura, disponendo la restituzione della società e dei beni della società, ai suoi proprietari, gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco…
La nuova procedura prevede difatti che, la stessa viene “legalizzata”, limitando ogni operazione nei prossimi tre anni, per valori superiore ai 250 mila euro, i quali dovranno essere comunicati direttamente alla Questura e alla Guardia di Finanza…
Correttamente infatti i due Pm, Antonino Fanara e Agata Santonocito (gli stessi che negli ultimi anni sono stati interessati nel seguire i maggiori provvedimenti di sequestro e confisca nel nostra provincia), sono giunti alla conclusione che ad essere pericolosi, non sarebbero stati i due imprenditori, ma le loro aziende, molto desiderabili dalla mafia, a causa di tutti quegli appalti aggiudicati, nel corso degli anni…
Certamente il provvedimento di commissariamento prefettizio adottato a suo tempo per questa società, a differenza dei classici interdittivi compiuti con il sequestro delle quote societarie e la nomina degli amministratori giudiziari (che, come abbiamo potuto vedere in alcuni casi in questi anni, non sono stati perfettamente adeguati a quel loro incarico…), ha permesso alla “Tecnis Spa” di poter proseguire nelle attività, senza perdere così gli appalti in corso, ma soprattutto, salvaguardando tutti quei dipendenti e le loro famiglie che, grazie proprio a quel lavoro sopravvivono!!!
Ed è proprio questo il primo impegno che lo Stato deve saper fare per contrastare la criminalità organizzata: dare certezza di continuità, non soltanto lavorativa, ma soprattutto sociale, permettendo a chiunque di comprendere che è proprio grazie alle istituzioni e alle sue procedure legittime, che si può cercare tutti, di vivere in modo dignitoso, ma soprattutto onesto!!!

La mafia è ancora forte… purtroppo!!!

A dirlo non sono io… ma il Presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario…
Già… pur volendo considerare le notevoli azioni contrasto effettuate dal punto di vista logistico/finanziario e le numerose inchieste che hanno condotto ad arresti e condanne, secondo quella relazione “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti“.
Bisogna d’altronde aggiungere, come il lavoro svolto dalla magistratura, abbia subito in questi ultimi tempi forti rallentamenti a causa dei vigorosi attacchi subiti, sia per le pressioni politiche ricevute che per quelle legislative, che ne hanno di fatto condizionato l’efficienza e l’efficacia, 
Ora da qualche mese sembra esserci stato un cambio di rotta, con nuove iniziative in materia di giustizia, ma soprattutto, con la sostituzione di alcuni uomini e donne di quell’apparato…
Nel contempo, l’organizzazione mafiosa ha beneficiato di quel contrasto a livello istituzionale e di quella debolezza dimostrata dallo Stato, influenzando negativamente i cittadini (in particolare le vittime di quei soprusi), affinché si convincessero di quanto erroneo fosse quella azione di denuncia o comunque di collaborazione con le forze dell’ordine… 
Ecco quindi il motivo per cui ancora oggi, la maggior parte delle attività commerciali o delle imprese, restano sottomesse all’imposizione del pizzo o al pagamento di una quota sugli utili d’impresa…
Ancor peggio, molte di esse, garantiscono con le loro società a “cosa nostra”, d’infiltrarsi in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, espandendo le proprie attività criminali non solo in Italia ma anche all’estero, reinvestimento così… una parte di quei proventi illeciti.
Certamente le azioni fin qui condotte, affiancate alle misure di prevenzione attraverso i provvedimenti di sequestro e confische,  hanno da un lato condotto al ripristino della legalità e di quel libero mercato concorrenziale… ma di contro, ha evidenziato delle grosse lacune nella sua gestione, attraverso amministratori giudiziari collusi e magistrati purtroppo compiacenti…
Certamente se i procedimenti penali finiti nelle aule di giustizia, sono ancora in aumento, si comprende come ancora tanto va compiuto, soprattutto per quanto riguarda alcuni reati, tra cui quelli ambientali, in materia di violazioni edilizie e urbanistiche e soprattutto quelli legati all’abusivismo…
A quanto sopra, vanno ovviamente sommate tutte quelle corruzioni e collusioni quotidiane, connesse in particolare alla gestione della cosa pubblica, dove si evidenzia un desolante quadro d’illegalità diffusa “tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni che nell’impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la pubblica amministrazione e nella fruizione, spesso indebita e fraudolenta, di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture”…
Per cui, pur sapendo che la lotta alla mafia è ancora lunga, non bisogna mai abbassare la guardia e ciascuno di noi tutti, deve cercare di fare il proprio dovere, affinché non si torni a ripetere, quanto soltanto pochi anni fa, uno studente su due a Palermo esprimeva e cioè, che “la mafia è più forte dello Stato”!!!

Un albergo che non doveva esserci…

Per fortuna vi sono dei superstiti…
Sono in dieci, tra questi sono stati estratti dalle macerie e dal ghiaccio, quattro bimbi…
In questo momento il nostro pensiero dovrebbe andare esclusivamente a quei ragazzi, a quelle coppie, ai familiari in trepida attesa, a quanti tra le forze dell’ordine, protezione civile e volontari, stanno cercando di trovare altre persone vive, ma io ho molta difficoltà ad accettarlo…
In questi due giorni ho sentito dare la colpa del disastro al terremoto e alla slavina, ma nessuno ha voluto accennare al vero problema: quel Hotel di Rigopiano non doveva starci lì…!!!
Mi dispiace dover toccare sempre e continuamente la stessa storia, ma leggendo quanto di seguito, comprenderete meglio questa mia “incazzatura”…
Di cosa parliamo…??? Di quegli abituali abusi edilizi, dei soliti progetti non autorizzati e poi sanati e via discorrendo… fino alle morti di questi giorni!!!
Un casolare rurale, un’area fino ad allora adibita a pascolo del bestiame, inserita in un’area naturalistica protetta. che all’improvviso si trasforma in Resort… un lussuoso Hotel con tanto di SPA a 1.200 metri di quota…
Una vicenda iniziata ben otto anni fa, quando il procuratore di Pescara, Gennaro Varone, aveva ipotizzato un passaggio di denaro e di posti di lavoro (fateci caso… alla fine sono sempre quelli che girano,,,) in cambio di un voto favorevole per sanare quell’occupazione abusiva del suolo pubblico e chissà quanti altri privilegi e omaggi saranno stati concessi negli anni a quei soggetti e ai loro familiari… 
Una storia infinita, conclusasi a novembre 2016, con l’assoluzione di tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”!!!
Sì… il fatto non sussiste, i morti invece sì e sono lì per colpa loro!!!
Per quel processo finirono indagati (ex): sindaci, assessori, consiglieri comunali ed alcuni imprenditori…
Ed allora, come ormai consuetudine di questo paese, c’è l’usuale denaro che gira… quelle evidenziate corruzione, i regolari finanziamenti ai partiti e le assunzioni per i soliti amici e familiari, ecc… ma come ha detto la sentenza: IL FATTO NON SUSSISTE!!!

Il clan "Saguto" & Co"….

L’hanno ribattezzato il “Clan Saguto” e fa riferimento all’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, in cui è stata indagata per l’appunto, il giudice Silvana Saguto, insieme ad alcuni suoi familiari e collaboratori…

Tra i reati contestati vi sono, corruzione, induzione e abuso d’ufficio, ed è per difendersi dai sopracitati reati, che ha deciso di lasciare provvisoriamente la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. 
Il suo posto verrà coperto dal giudice Mario Fontana.
A confermare la notizia è stato direttamente il Presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, che “ha preso atto della disponibilità della dottoressa Saguto ad essere destinata ad altra sezione del Tribunale”…
Quanta delicatezza… ma soprattutto bisogna ringraziare la gentilezza della Dott.ssa, nell’aver dato la sua piena disponibilità a recarsi presso un’altra sezione…
Ma scusate, viene spontaneo chiedersi: ma nel caso in cui questa disponibilità non fosse stata da Lei concessa, cosa sarebbe accaduto???
Sarebbe rimasta all’interno di quel Tribunale continuando a ricoprire quel proprio incarico???
La determinazione con la quale lo stesso Presidente cita le motivazioni, non sono per nulla rassicuranti, mi riferisco a quella corretta procedura giudiziaria e quanto riferisce che si “intende tempestivamente garantire in continuità e piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa”, credo che in ogni caso, quella procedura a garanzia di tutti ed in particolare dell’opinione pubblica, sarebbe dovuto essere applicata, l’indomani stesso del ricevimento di quell’avviso di garanzia, che la vedeva per l’appunto indagata dalla procura di Caltanissetta… e non aspettare quasi un anno, per avere conferma, della sua piena “disponibilità“…
Dopotutto si parla di un giro d’affidamenti di beni sequestrati, ad alcuni professionisti (sono indagati oltre che il padre ed il figlio del giudice, anche il marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, titolare di uno studio a cui erano affidate la gestione di diverse aziende confiscate)… per quasi 1 milione di euro….
È questa infatti la somma che il Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo (su disposizione della procura di Caltanissetta), ha sequestrato all’ex presidente della sezione misura di prevenzione del capoluogo siciliano e agli amministratori giudiziari a lei vicini…
La Guardia di Finanza che guida il Nucleo di Polizia Tributaria, ha scoperto come queste somme fossero state celate all’interno di un labirinto di conti correnti, quote societarie e beni immobili. 
Certamente la vicenda andrebbe spostata presso un altro Tribunale, perché quello di Palermo, oggi, non garantisce quell’equo giudizio di imparzialità, lo si vede anche, dai continui ribaltamenti e revoche che in questi mesi si sono avvicendati…
D’altronde come vado da sempre ripetendo, quanti sono coloro che possono ritenersi estranei e non ricattabili all’interno di quel palazzo???
Pensate realmente che quel giudice, con l’influenza che aveva all’interno del Tribunale, non sia stato in grado di agevolare alcune richieste dei suoi colleghi, e che ora, forse per quelle concessioni ricevute, stanno “tremando” e sperando di non dover subire anch’essi la stessa sorta, da quelle eventuali sue spontanee dichiarazioni???
Non va dimenticato che ad oggi l’inchiesta, ha portato già all’allontanamento di due magistrati ed ora, al trasferimento della stessa Saguto, attualmente sotto procedimento disciplinare per volere del ministro della Giustizia, che alcuni giorni fa, ne aveva elencato gli illeciti al procuratore generale di Cassazione e al Csm…
Io resto comunque dell’idea, che quanto accaduto a Palermo è già avvenuto anche in altre realtà… e se si avrà la possibilità di indagare in maniera più approfondita, si scoprirà come la vicenda “Saguto” sia soltanto la punta di un iceberg di quel sistema collusivo e corruttivo, mi riferisco alle restanti sezione di “Misure di Prevenzione” dei vari Tribunali della nostra isola… (proprio perché la nostra regione… possiede la maggior parte dei beni sottoposti a sequestro e confisca del nostro Paese…), dalle quali si potrà scoprire, come sono pochi, coloro che, possono permettersi in questo preciso momento, di scagliare una pietra verso l’attuale giudice “indagato” del Tribunale di Palermo…

La verità è una sola: la mafia esiste perché esistono i siciliani!

Non sono io a dirlo… 
Ma è una frase riportata nella copertina posteriore di un bel libro… intitolato “Tutto a posto” scritto da Alfio Caruso…
Ogni qualvolta che qualcuno si permette di affermare che la “mafia” sia di fatto connaturata con la società civile o con quella mentalità collusiva, ecco che viene immediatamente ricoperto di insulti da tutti quei “vespri” che si scoprono all’improvviso come difensori di quell’onore offeso siciliano… 
Ecco quindi le solite frasi fatte: “la mafia non esiste… è soltanto la solita porcata creata per danneggiare noi poveri cittadini del Sud”…
Ma forse la verità va ricercata da un’altra parte, senza esagerare con i pregiudizi, ma impegnandosi sempre a rispettare l’autenticità dei fatti…
La Sicilia e quindi i siciliani… storicamente hanno purtroppo sofferto sulla propria pelle, quella mancata presenza dello Stato o meglio di uno Stato “forte” e quindi, quello stato di cose, ha permesso di sviluppare una totale sfiducia nei suoi confronti e permettendo di conseguenza a quella associazione criminale, di modificare nei cittadini quella propria mentalità, secondo la quale, grazia alla mafia si può tirare avanti…
Pian piano quella mentalità “contorta” si è andata diffondendo e i cittadini, si sono ritrovati “inquadrati” a quel modo perverso, “rispettoso e rispettabile” verso chi poteva concedere loro, quanto si andava chiedendo…
Ecco è grazie proprio a quella “assenza”… che si è favorito un fenomeno, quello mafioso, che ha iniziato a dimostrare la propria forza – non solo economicamente e finanziariamente – ma anche attraverso quelle modalità ben conosciute sia d’aggressività che di violenza, consentendo così d’ampliare in tutti, quel concetto di “omertà”…
Ma andando nel concreto: perché i siciliani credono d’aver bisogno – quasi fosse una fede… della mafia???
Ma se è vero che questo sentimento congenito possa aver condizionato i nostri anziani e chissà forse anche i nostri genitori, adesso, in questo preciso momento, un periodo nel quale i nostri giovani si ritrovano moralmente liberi e certamente distanti da quelle mentalità ristrette… a cosa è dovuta quella ricercata vocazione nei riguardi di quei personaggi??? 
E’ una loro scelta oppure una decisione dei propri familiari che da sempre, perseguono quel malcostume???    
Dopotutto, analizzando i fatti… come potremmo dargli torto, la mafia è ovunque, in tutti i settori: si è infiltrata nelle PA, si aggiudica quasi tutti gli appalti… producendo di conseguenza opportunità di lavoro (tutti voti che al momento opportuno verranno ovviamente barattati all’amico politico…), permette ai professionisti di accumulare parcelle, un vero e proprio sistema manageriale “integrato” che fa in modo – a chi appartiene a quel sodalizio- di ricevere vantaggi o certamente privilegi…
Una volta si bruciavano santini e si facevano giuramenti vari e chi tradiva “a famigghia” rischiava di essere investito dai colpi di una “lupara”…
Ma oggi la mafia ha cambiato metodo… ha progredito diventando una “S.P.A.” non solo finanziaria ma è riuscita a mettere i propri artigli nella politica, per comandare non solo nella nostra regione, ma anche dalla nostra capitale… essendo stata capace in questi anni, di trasferire i propri uomini nelle due camere istituzionali… o c’è qualcuno tra i lettori che si è già dimenticato i nominativi di quanti sono stati e lo sono tutt’ora, indagati per associazione mafiosa???
Le elezioni in Sicilia, ieri come oggi, sono sempre state manipolate e la mafia ha potuto eleggere in Parlamento quei suoi rappresentanti…
Già… un problema del tutto nostro… quello della “memoria”; si è inclini a dimenticare presto quegli uomini ed in particolare, quelle loro spregevoli azioni… 
Ecco quindi il perché oggi, la stra-maggioranza dei miei conterranei, ricorre a quei mafiosi, siano essi politici, che uomini istituzionali, imprenditori o benefattori… è una intera comunità che si presta a diffondere quel mal costume, che si sottomette a quel sistema per protezione ed anche per sottomissione… perché in fondo il messaggio che deve passare è quello che la legge viene rispettata soltanto da “cu è fissa” mentre “cu è spacchiusi” può permettersi di violarla!!!
Agli altri… a tutti gli altri, non resta che soccombere e farsi sopraffare da quei prepotenti… 
Il titolo sopra riportato è ovvio da fastidio a molti, ai tanti uomini e donne oneste che nel loro piccolo e con le loro piccole azioni, tentano di contrastarla quella mafia… ma fintanto che i siciliani, non saranno in grado di distinguere ciò che costituisce il proprio interesse personale da quello pubblico, diventerà difficile credere che si potrà veder crescere quel sentimento d’amore per questa propria terra… e tutto continuerà a rimanere per com’è!!!

I beni restituiti ai Sig.ri Basilotta…

Se ci fosse ancora mio padre mi direbbe… “te l’avevo detto“!!!

Ora dopo quasi sei anni trascorsi tra sequestro e confisca, i beni ritornano nuovamente nelle mani dell’imprenditore (defunto) Vincenzo Basilotta…
Fino a pochi giorni fa avevo espresso una valutazione sulla disuguaglianza di trattamento tra la società In.Co.Ter Spa e la Tecnis Spa (due pesi e due misure) ed in questi anni ho più volte denunciato la mancata capacità operativa di quelle società sequestrate e confiscate, che di fatto sono state accompagnate alla chiusura definitiva…
Quindi a sei anni di distanza quanto aveva espresso il Presidente della quarta sezione del Tar di Catania, Biagio Campanella, sulla sospensione del provvedimento della prefettura etnea (che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla In.Co.Ter Spa), trova ora la sua giusta collocazione…

Per cui, la seconda Corte d’appello di Catania, accogliendo la richiesta dei legali, ha “revocato il decreto del Tribunale” emesso nel 2012 e ha “ordinato la restituzione di tutti i beni agli aventi diritto”…

Nel provvedimento i giudici rilevano che l’imprenditore: “era oggetto di una vera e propria richiesta estorsiva” da parte di Cosa nostra e che “non si può ritenersi raggiunta la prova dell’appartenenza o del concorso esterno” alla mafia, e quindi “non sussiste il presupposto necessario per la confisca di prevenzione”.
Mi chiedo, come mai ci si è messo tutto questo tempo???
Ormai gli appalti sono andati… i dipendenti pure… tutto il resto è passato… ed è strano che proprio quando forse la società si accingeva alla chiusura definitiva… vengono restituite nuovamente ai soci le quote…
Non è che forse lo Stato, avendo compreso il completo fallimento del proprio operato, abbia deciso –proprio come Ponzio Pilato– di lavarsene le mani, restituendo così nuovamente i problemi agli ex soci..???
Ambigua circostanza si ripete forse anche per quanto dal sottoscritto denunciato sul quotidiano on-line “LiveSicilia” sulla questione dei blocchi dei c/c da parte di Riscossione, situazione questa di fatto illegittima in quanto non teneva conto di tutta una serie di fattori fondamentali quali per esempio:
1) che il blocco ha di fatto sospeso in questi mesi l’operatività della società;
2) che la società non ha mai avuto notificato l’atto di pignoramento da parte della società di riscossione;
3) che sulle cartelle oggetto di pignoramento sono stati proposti ricorsi ai competenti organi tributari;
4) che in alcuni casi era stato ottenuto lo sgravio da parte dell’Agenzia dell’Entrate;
5) che a causa di ciò i dipendenti non percepiscono lo stipendio da quasi sette mesi;
6) che la società è sottoposta a confisca;
Ecco forse avendo compreso che quel blocco non poteva essere attuato ( per come è stato fatto…) e soprattutto che per tutta una serie di motivazioni -di cui ormai sono stanco di ripetere- (e che se interessati… potrete rileggere nei post scritti in tutti questi anni… quasi fino alla nausea) ed ancora, avendo rivalutato la posizione a suo tempo intrapresa quale errata, ecco che adesso si decide di tornare sui propri passi…
Ma ciò che è fatto è fatto… indietro per com’era non si può più tornare!!!
Come diceva Max Stirner: lo Stato chiama legge la propria violenza, ma chiama crimine quella dell’individuo!!!

Tecnis Spa (e non sola…) verso la deriva!!!

Quando sento certe notizie… non so cosa pensare…
Mi sembra a volte di ascoltare… degli alieni!!! 
Sono difatti come quegli esseri… “distanti”, in particolare dalla realtà, come se affrontassero per la prima volta queste situazioni… o che quanto stia accadendo… non sia mai avvenuto!!!
Scusate ma l’esperienza sviluppata in questi anni… (il sottoscritto è giunti a sei…) non è servita a nulla???  
Ma dove sono stati in questo periodo quei cosiddetti “professionisti” dei beni confiscati… boh???
Sì… sono gli stessi uomini e donne… che ad oggi non hanno ben compreso come bisognava modificarlo totalmente questo sistema e soprattutto la sua gestione???
O forse debbo credere che quanto si è realizzato, costituiva di fatto, l’indirizzo che sin dall’inizio si era voluto impostare ed era così che doveva andare…
E quindi, se questo era il procedimento “fallimentare” che ci si era prefissati… colpiamole tutte queste società!!!
Anzi… permettetemi di aggiungere, iniziamo proprio da quella nella quale opero… la In.Co.Ter. Spa…. dopotutto ho assistito personalmente con quali metodi coercitivi le sono stati strappati gli appalti… per poi affidarli negli anni seguenti ad altre società che (a seguito nuove inchieste) si sono dimostrate essere legate a quel noto perverso sistema criminale!!!
Ma dopotutto abbiamo visto come chi avrebbe dovuto eseguire i controlli… si sia dimostrato inadeguato!!!
Potrei fare se richiesto un elenco (ce l’ho già pronto…) su alcune società che hanno operato per conto di noti “General Contractor” (i quali avevano previ rigorosi controlli provveduto ad affidare loro una parte di quei lavori, in affidamento o subappalto), per poi scoprire come queste, siano state a loro volta espulse, proprio per non aver rispettato i protocolli di legalità controfirmati…
Inoltre, mi piace osservare il sostegno dato da certe associazioni sindacali o di legalità, che sperimentano nuovi “stratagemmi” affinché si possa giungere a salvaguardare il personale presente (cosa che poi di fatto non avviene mai… anzi quest’ultimo con il passar del tempo viene gradualmente licenziato…) ed i beni societari… quasi sempre si punta su quelli immobiliari, per poterli così riutilizzare successivamente per propri fini!!!
Leggere quindi (alcuni giorni fa) di come le banche, abbiano chiuso i propri rubinetti, come se questa fosse una notizia da ultim’ora, mi fa intuire d’essere sempre più solo… tra alieni!!!
Ma lo sanno anche i bambini che – senza alcuna garanzia personale – le banche non scuciono neanche 1000 euro… ed oggi qualcuno vorrebbe farci credere che la Tecnis morirà a causa della assenza di liquidità… ma per favore…
Neanche se andassero ognuno di loro in banca… gli verrà mai concesso un benché minimo affidamento, se non garantiranno con la propria retribuzione… sempre che questa comunque non sia legata ad una impresa “sequestrata o confiscata”: già, nel sopraddetto caso (è sicuro…) non vi prestano neppure un euro!!!
Non si vuol comprendere come, per rimettere in moto una società entrata ( per così dire…) nel “circolo della legalità”, bisogna avere innanzitutto il coraggio di realizzarle quelle necessarie riforme strutturali!!!
Proprio in tal senso, (avendo vissuto personalmente questa esperienza…) avevo trasmesso alcune mie considerazioni in una nota all’Agenzia dei Beni Confiscati, su eventuali procedure da compiere, affinché si potesse permettere a queste “specifiche” società, di proseguire non solo negli appalti, ma nel garantire quei propri livelli occupazionali…
Niente di quanto ho scritto è stato mai realizzato… nessuno mi ha contattato… nemmeno il Commissario S. Ruperto (al quale ho offerto a mezzo pec gratuitamente la mia disponibilità), il nulla assoluto e difatti i metodi finora applicati, hanno dimostrato la loro completa inadeguatezza, evidenziando altresì, non solouna completa paralisi del sistema “gestione beni confiscati”…  ma bensì la presunzione di pubblicare appelli!!!
A suo tempo ho scritto come la Tecnis S.p.a. con queste metodologie sarebbe andata a scemare… difatti, restando inalterato il sistema, vedrete anche voi, come per questa realtà imprenditoriale non ci sarà alcuna possibilità di proseguo!!! 
Tra qualche anno… si vedrà chi aveva avuto ragione… e chissà perché (pur augurando a me stesso di essere in torto…) mi sento già tra quelli!!!
Il resto (come diceva Edoardo Bennato in una sua canzone) è solo fantasia… e serve per prendere (e forse perdere…) tempo!!!
Si chiede alle banche di tenere aperte linee di credito… senza rilasciare alcuna garanzia… ma da quando in qua… le banche sono divenute Onlus???
Ho sentito infine che l’esposizione debitoria di circa 70 milioni e stata ridotta a poco più di un decimo… 
Ma, questo è quanto ci dicono (o meglio ci vogliono raccontare…); non credo proprio che in così breve tempo si possano colmare perdite milionarie, soprattutto senza aver nel contempo operato!!!
Per concludere… quelle considerazioni riportate mi sembrano fantascientifiche, da attribuirsi più a sceneggiature da effetti speciali… che a vere e proprie analisi rappresentative con dati certi…
Ma qui da noi si sa… sono tutti esperti in “fact-cheking”!!!
Non per nulla nel nostro paese viene compilata una speciale classifica su chi -nel corso dell’anno- le abbia “sparate più grosse” e a quanto ho sentito dire… la lista dei partecipanti è molto lunga!!!

Tornato… per la gente!!!

Il 17 Marzo nel mio post avevo scritto che sarei rimasto a guardare gli eventi…
Riprendo così un articolo di pochi giorni fa:
Già, in questi giorni purtroppo, mi sono dovuto allontanare dal mio blog per concentrarmi su problemi personali e quindi, pur leggendo ed osservando quanto stava accadendo… non ho potuto esprimere quanto pensavo e quindi ho affidato al cellulare gli appunti presi… 
Riprendendo quindi da dove avevo lasciato e cioè su quanto avevo comunicavo all’ex Presidente di Riscossione Sicilia, Avv.  Fiumefreddo: “ora credo che Lei sia giunto ad un bivio: denunciare pubblicamente tutti i nomi di coloro che dal suo lavoro stavano avendo un qualche danno d’immagine ( e soprattutto finanziario…), pur sapendo che così facendo verrà allontanato definitivamente da quei palazzi, oppure soprassedere… e sperare nuovamente di rientrarci… io staro qui ( ma credo che saremo in molti… ) ad osservare gli eventi”… quegli stessi eventi che ora confermano come Egli… sia nuovamente rientrato nel palazzo!!!
Ed allora comincerei con quanto ha dichiarato dopo la nomina: “questa non è una mia vittoria, ma una vittoria della gente onesta”. 
Ed allora ne approfitto subito per chiederLe (premetto sin d’ora che in questi giorni formalizzerò ufficialmente tale richiesta a mezzo Pec a direzioneprovincialect@pec.riscossionesicilia.it) come debbo rispondere a quanti in questi giorni mi stanno esprimendo il proprio disagio…
Mi riferisco ai molti dipendenti dell’impresa IN.CO.TER. S.P.A. che a causa del provvedimento di pignoramento dei c/c della società (realizzato appunto dalla società: Riscossione Sicilia Spa) si ritrovano oggi a non poter percepire quanto loro dovuto e di contro, ricevono richieste esattoriali dalla stessa agenzia, per pagamenti dovuti attraverso quelle ben note “cartelle verdi”…
Allora, mi rivolgo a Lei, per nome e conto di tutta quella “gente onesta”, che oggi chiedono i propri diritti e nel contempo vorrebbero mantenere i propri doveri…
Sono tutte persone che sopravvivono grazie al proprio lavoro!!!
Poche migliaia di euro che servono a mantenere la famiglia in modo dignitoso, senza sprechi o divertimenti… perché tolti i costi diretti, d’affitto, d’utenze, di tutte quelle spese necessarie per il mantenimento dei propri familiari… ecco, ciò che resta è il niente… anzi solo qualche nuovo debito, quello appunto richiesto dall’agenzia di riscossione (senza voler entrare nei meriti della legittimità delle richieste…)!
Leggo quindi con piacere che è nuovamente rientrato… sì… con “maggiori poteri” ed allora spero che per un momento venga rivista la posizione della nostra società che ricordo essere “CONFISCATA” (ho la netta sensazione che ormai di questa situazione non glie ne fotte più niente a nessuno…) e che si permetta alla stessa di svincolare tutte le somme attualmente bloccate, per poterle destinare ai lavoratori ( che rappresentano dopotutto proprio quella “gente onesta” a cui Lei si riferisce… non solo, aggiungerei irreprensibile e soprattutto incorruttibile… proprio perché “non collusa“, rappresentante di quell’immagine di correttezza morale a cui in molti vorrebbero immedesimarsi e che nei fatti dimostrano concretamente essere distanti…
Per cui, su quest’ultimo punto, se c’è qualcuno dei cosiddetti “paladini” della legalità che si vuole “pubblicamente” confrontare… il sottoscritto è in ogni momento disponibile!!!
Preg.mo Avv. Fiumefreddo, nel ritornare “più forte di prima”, provi a mettere in campo quel “grande coraggio” espressole dal Presidente Crocetta…
Perché le vittorie per essere concrete devono manifestarsi con i fatti… in caso contrario… restano delle vittorie di “pirro”… 
Quindi, quanto chiedo oggi a nome della Società (anche se dovrebbe essere qualcun altro a farlo… ma la vita è così… come quando si era alle elementari, le caramelle andavano sempre a chi stava buono e a braccia conserte…) è quanto Lei ha già dichiarato… e cioè di voler fare il Suo dovere, come prima… senza sconti a nessuno e rispettando tutti!!!
E noi questo Le chiediamo di rispettarci… proprio per quel senso di rispetto e di eguaglianza a cui Lei tanto s’ispira!!!

IN.CO.TER SPA – TECNIS SPA: DUE PESI E DUE MISURE

Tutti gli uomini sono uguali dinanzi alla legge, ma alcuni uomini sono più uguali di altri…
Qualche giorno fa ho letto dell’ammissione al decreto legislativo 159/2011 per la società TECNIS S.P.A. che consente alla stessa, di mettersi al riparo da possibili richieste di crediti vantati da terzi; una sorta di tutela a protezione che resterà in vigore per tutto il mandato del commissario Dott. Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione.
Una “meravigliosa” notizia, che permette alla società di poter continuare a operare in quegli appalti già aggiudicati e in corso di definizione!
Inoltre, la stessa Tecnis Spa, potrà ora rivolgersi a tutte quelle Stazioni appaltanti da cui ancora oggi, vanta crediti riguardanti Stati d’Avanzamento lavori (SAL) già realizzati e finora mai corrisposti.
Questa procedura permetterà così alla società Tecnis Spa, di avere quella necessaria liquidità per affrontare tutti i pagamenti correnti e quelli scaduti, tra cui in particolare gli stipendi dei dipendenti…
E ancora, grazie alla revoca dell’interdittiva antimafia appena giunta, si potranno firmare i contratti già aggiudicati e che a causa proprio del provvedimento si stavano per perdere…
E’ stato riportato inoltre che: “vista la nota del 25 febbraio 2016, con la quale l’amministratore giudiziario della  Tecnis, della Artemis e della Cogip Holding ha chiesto la revoca dei provvedimenti interdittiva antimafia adottati nei confronti delle citate imprese, considerato l’avvenuto sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Catania che alla luce di quanto previsto dal comma 5, dell’art. 95 del decreto legislativo n. 159/2011, il prefetto, anche sulla documentata richiesta dell’interessato, aggiorna l’esito dell’informazione al venir meno delle circostanze rilevanti ai fini dell’accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa“.
Ancora un altro “meraviglioso” annuncio!!!
Ed infine, la Prefettura dopo aver interpellato l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso parere favorevole sulla revoca dichiarando: “dato atto che con nota del 2 marzo 2016 1’Autorità Nazionale Anticorruzione, opportunamente interessata da questa Prefettura, ha comunicato di condividere la valutazione circa l’opportunità di procedere all’aggiornamento dell’informazione antimafia ai sensi dell’art. 91, comma 5 del D. Lgs. 159/2011, tenuto conto dell’’assenza di preclusioni ai fini della normativa antimafia a carico dell’Amministratore giudiziario e del fatto che la sua attività è sottoposta al controllo del Tribunale… ” venir meno degli elementi di controindicazione ai fini antimafia“.

In conclusione cioè il prefetto ha revocato l’interdittiva antimafia “informando che nei confronti di Tecnis non sussistono, allo stato, le cause di decadenza, sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs n.159/2011 né elementi utili a dimostrare la sussistenza d’infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa”; revoca che riguarda anche le società Artemis e Cogip Holding”.

Tale revoca permetterà così alla società Tecnis di rientrare nella White-List e di poter definire gli appalti che si erano già aggiudicati e soprattutto potrà partecipare ad altri bandi.
Terza e ultima “meravigliosa” comunicazione!!!
Quindi rileggendo queste notizie “MERAVIGLIOSE” mi sono chiesto se quanto fin qui dalle istituzioni determinato, sia il giusto indirizzo a quelle eque procedure di giudizio e d’uniformità sotto il profilo legislativo, sia per quanto concerne l’uguaglianza di trattamento e soprattutto per garantire quella condizione legittima e fondamentale, che deve far sì di garantire la libera concorrenza…
Ora, comprendo il disagio emotivo per una vicenda che crea grosse ripercussioni nell’economia di una provincia già in forte crisi, come d’altronde intuisco la difficoltà a prendere provvedimenti che causerebbero non solo la perdita di appalti aggiudicati, ma soprattutto, il licenziamento di migliaia di dipendenti, che nulla hanno a che fare, con le vicende giudiziarie…
Per cui, ben vengano soluzioni di “argine” come quella finora concretizzata, ciò che però mi lascia perplesso è valutare come siano stati usati, due pesi e due misure, per vicende che potrei definirle eguali, anzi identiche, ma a cui purtroppo sono stati usati parametri d’intervento direi opposti…
Infatti, mentre per la Tecnis Spa si è pensato di salvaguardare gli appalti e i dipendenti e dove si evince come lo Stato si stia impegnando con tutte le forze istituzionali (attraverso l’operato del commissario) di portare avanti quelle commesse in corso e quelle ancora da definire (contribuendo così a far rientrare celermente questa impresa nell’ambito della legalità), di contro, alla società IN.CO.TER S.P.A. (ex Fratelli Basilotta S.P.A.) questa eguale considerazione non è stata applicata… anzi tutt’altro…
Infatti, in quei periodi sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti che l’hanno, di fatto, “spogliata” di tutti gli appalti “milionari”… che di conseguenza, sono state affidate ad altre imprese, le stesse che poi negli anni abbiamo scoperto essere – grazie alle inchieste delle varie procure – legate a quel noto mondo criminale, che si credeva (erroneamente) – proprio attraverso i provvedimenti giudiziari decisi contro la In.Co.Ter Spa – di contrastare…
Difatti, se pur oggi ritengo ragionevole e doveroso limitare i danni che causerebbero la perdita di quegli appalti e l’eventuale speculazione da parte di terzi (in particolare per limitare pressioni di pseudo fornitori), purtroppo, con i provvedimenti adottati da parte dello Stato nei confronti della società IN.CO.TER, a “scottarsi” – in quel calderone d’olio bollente – sono stati principalmente quelle centinaia di dipendenti che operavano all’interno del “Gruppo Basilotta“ e tutti coloro (centinaia) – che in veste di collaboratori orbitavano intorno a quell’indotto, quali subappaltatori, fornitori, impiantisti, consulenti e professionisti (amministrativi, legali, tecnici, ecc…), officine, concessionarie, ecc…
Soggetti, che hanno avuto quale unica colpa quella di aver operato per una società su cui è intervenuto un provvedimento giudiziario e di cui ancora oggi, alcuni di loro, devono ricevere le loro spettanze; mi duole aggiungere che tra essi, ci sono alcuni che stanno combattendo per la propria vita a causa di gravi problemi di salute e quel denaro servirebbe loro, principalmente per pagarsi le cure mediche attualmente in atto…
Ora sembrerà assurdo, ma dover pensare che la differenza delle procedure adottate, siano totalmente opposte a quelle a suo tempo realizzate, mi fa pensare che forse qualcosa a suo tempo non abbia funzionato… o che forse, avendo compreso gli errori commessi nel passato, si stia oggi cambiando metodologia, utilizzando una procedura diversa…
Non bisogna infatti, dimenticare, che come la “IN.CO.TER SPA” c’è ne sono altrettante nelle medesime condizioni, ed è un vero peccato che a differenza di quanto finalmente adesso si sta applicando in “salvaguardia” per la Tecnis, non sia stato eseguito in precedenza anche per tutte quelle società, anch’esse allora titolari di contratti con commesse per milioni di euro e con crediti certi ed esigibili verso terzi, per altrettante centinaia d migliaia di euro…
Non so comprendere se si sia trattato di scelte inadeguate, procedure burocratiche o se forse… condizionate (tutto sommato, a dover pensare che quegli appalti facevano gola un po’ a tutti, non credo di fare peccato…), ma certamente qualcosa non ha funzionato e come se non bastasse, vanno inoltre sommate le inadeguatezze di coloro che in quegli anni, sono stati nominati per la gestione, tutela e conservazione: società “interdette”, che pian piano… sono andate definitivamente scomparendo!
Tanto per riassumere giorno 04 giugno 2010  è stato sequestrato il 50% delle quote della IN.CO.TER S.P.A. in applicazione di una misura preventiva antimafia.
Di lì a pochi mesi, il Presidente della quarta sezione del Tar Catania, Biagio Campanella, aveva sospeso il provvedimento della prefettura etnea… che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla società In.Co.Ter. S.p.a., chiesto per la gara d’appalto aggiudicata per l’ammodernamento della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta.
Secondo il giudice (che aveva emesso un decreto d’urgenza): il sequestro preventivo del 50% delle azioni In.Co.Ter e l’amministrazione unica affidata all’Arch. Guglielmo Messina “garantivano sufficientemente circa il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”.
Nel decreto si spiegava come fosse “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato» e si poneva l’accento che «il mancato rilascio dell’informativa antimafia avrebbe comportato per l’impresa ricorrente la risoluzione del contratto d’appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
La cosa che da sempre mi è sembrata alquanto strana –per non dire assurda– è che, durante questo periodo, sia giunto inizialmente il provvedimento interdittiva (bloccando, di fatto, l’azienda che si era nel frattempo premurata a organizzarsi con l’acquisto di macchinari, attrezzature, campi base, trasferimento dei propri dipendenti, assunzione di nuovo personale e quant’altro per iniziare gli appalti…) e solo successivamente è giunto il provvedimento di sequestro da parte del Tribunale di Catania, circostanza quest’ultima totalmente opposta a quella adesso realizzata per la Tecnis Spa.
Si tenga inoltre conto che in quel periodo l’IN.CO.TER S.P.A. stava completando:
– Centro Commerciale Porte di Catania 
– Centro Commerciale Sicilia Village Outlett – Agira
– Lavori stradali per la fornitura e posa di conglomerati bituminosi
– Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP.  31 e 15 e nella SR 25 – Provincia di Ragusa  
Mentre erano in fase di contrattualizzazione e di definizione i seguenti appalti:
– C.M.C. –  SS 640 Agrigento – Caltanissetta
– INTERPORTO di Catania in ATI
– Parco Eolico in Provincia di Messina
– SIS S.C.P.A. – Raddoppio Ferroviario in Palermo
– IRAQ – Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair
– CO.ME.R. S.P.A. – Fornitura di conglomerati bituminosi e nolo di attrezzature;
– Comune di San Giovanni La Punta – Opere di Urbanizzazione Primaria nell’Area P.I.P.
– Provincia di Caltanissetta – Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della S.P.10.
– Comune di Solarino – Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale
Purtroppo però, molti di quei contratti (e direi “stranamente” i più rilevanti…) sono andati perduti…
Altresì, quanto fosse doveroso garantire in, continuità aziendale e la tutela dei lavoratori (ndr: nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato…), ha dimostrato come l’intervento richiesto sia risultato vano, in quanto ha estromesso di fatto la società da quegli appalti (gli stessi che successivamente sono stati affidati ad altre Società… che il tempo ha dimostrato essere state “inquisite”) e soprattutto, non ha garantito al personale precedentemente licenziato di poter rientrare, ha escluso di fatto la possibilità a procedere a nuove assunzioni e quale epilogo finale, ha dato il via ai licenziamenti di quanti erano ancora in forza…

Malgrado ciò, voglio sperare che quanto a suo tempo compiuto –a danno dei dipendenti dell’IN.COTER e di tutto il “Gruppo”– sia da attribuirsi a procedimenti sommari o compiuti in modo precipitoso, escludendo da parte mia sin d’ora l’ipotesi, che quanto “malauguratamente” svolto, non sia stata una conseguenza implicita di quella prassi, consuetudine tanto diffusa di questa nostra regione…

Ed è per questa ragione che mi trovo (dopo quanto finora sopportato) ancora qui… perché ritengo (come diceva il Giudice Falcone) che occorre sempre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità!

Riscossione Sicilia un fallimento totale… ma tanto c’è chi paga… i soliti idioti!!!

Si sono dimessi i due consiglieri di amministrazione di Riscossione Sicilia S.p.a. (Maria Filippa Palagonia ed Eustachio Cilea) e così secondo lo statuto della società, decade anche il terzo consigliere, il presidente Antonio Fiumefreddo…
Una società quella di “Riscossione Sicilia” che nel corso di questi anni è stata puntualmente ricapitalizzata delle perdite…
Ed anche ieri, se pur non è ancora arrivato il sì definitivo alla finanziaria, all’Ars hanno pensato bene di salvarla… con un manovrina finanziaria di circa 13 milioni e 900 mila euro, dopotutto… non sono soldi loro… ma vogliamo mettere… vista l’opulenza finanziaria nella quale versa l’Ars… si può permettere di gettare al vento questi denari… tanto alla fine si sa… che ci sono i “soliti idioti” che pagheranno per tutti!!! 
Qualcuno spingeva per il passaggio di competenze a Equitalia… considerato che, mentre “Riscossione Sicilia” dimostrava la propria inadeguatezza (e aggiungerei incapacità…) nel aver saputo realizzare perdite per circa 18 milioni di euro… Equitalia di contro, ha conseguito utili – nello stesso periodo – per oltre 21 milioni!!!
Inoltre… è proprio per quanto sta accadendo alla nostra società (e quindi parlo per cognizione di causa…) dove, osservando le metodologie finora adottate dall’agenzia di riscossione, che qualche dubbio mi viene…
Già… si promuovono a vanvera principi di legalità, si discutono procedure d’interconnessione tra gli apparati dello Stato in particolare per colpire il malaffare… e cosa fa questa agenzia (anch’essa dello Stato…) blocca tutti i conti della nostra società… attenzione da premettere che quest’ultima è “confiscata” (sottoposta ad amministrazione giudiziaria da parte del Tribunale di Catania) ed ora, per debiti inerenti a periodi legati alle “calende greche” e dove di fatto sono in atto procedure di ricorso, ecco che a quest’ultima, vengano bloccati tutti i conti, in modo tale che la stessa… non possa più operare, neppure in quella sua semplice gestione ordinaria… 
E’ una follia completa… da denunciare non solo all’opinione pubblica facendo emergere quanto sta accadendo ( situazione che come potete vedere sto già compiendo… ), ma soprattutto sarebbe il caso di evidenziare i nominativi di quanti (diciamo…) in modo professionale, hanno permesso che tali procedure venissero avviate!!!
La cosa assurda è che nel loro sito web (riscossionesicilia.it) si riporta: è una Società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate nella Regione Sicilia, ed ancora, l’esperienza maturata nel corso di anni di attività, prestata al servizio degli Enti locali creditori e dei contribuenti, ha permesso di conseguire significativi risultati tanto in termini di recupero della morosità quanto di miglioramento dei servizi all’utenza… si l’abbiamo visto!!!
Poi ovviamente si entra nel merito dei servizi e strumenti telematici… (posti a loro dire…) tra gli obiettivi primari, peccato che essi stessi non si accorgano che le procedure fin qui realizzate… non vanno applicate per quelle società che attualmente si trovano sotto amministrazione controllata e per di più in liquidazione…
Vorrei quindi sapere… da un lato si cerca “correttamente” di salvaguardare i dipendenti di Riscossione Sicilia… ma nel contempo, si fa in modo che altri dipendenti di società confiscate, non possano correttamente percepire il loro stipendio da mesi!!!
Solo in Italia, pardon… solo in Sicilia… ( in questa terra del caz… ) possono accadere situazioni assurde come questa!!!
Gente incompetente che per di più pretende di rimanere seduta in quelle poltrone direttive, senza aver mai dimostrato nel corso della loro esperienza professionale, alcuna capacità propria… ma al contrario, dimostrando sempre e ovunque fallimenti, in tutte quelle situazioni nelle quali ci si è confrontati… e potrei farvene un elenco.
Riscossione Sicilia è una vergogna per la nostra isola, per la dignità di quei restanti siciliani onesti, una società che è stata amministrata in modo imbarazzante e fallimentare e certamente non all’altezza del proprio ruolo!!!
Dice bene il deputato Margherita La Rocca Ruvolo: dopo due anni ci ritroviamo a discutere sempre degli stessi argomenti e il mio timore è che l’anno prossimo saremo ancora qui a discutere degli stessi argomenti…. il parlamento deve essere chiaro sulle strategie da portare avanti; la politica del risparmio va fatta, ma non può gravare soltanto sulle spalle di lavoratori e contribuenti”.
La verità sconfortante è che questi “carrozzoni” clientelari, servono esclusivamente a sistemare “gli amici degli amici” ed i loro parenti… un sistema ancor più peggiore e collusivo, di quello allora adottato dalla famiglia Salvo e cioè quando erano i privati a svolgere i servizi di riscossione…
Non si può pensare di salvare questo ente di riscossione solo per compiacere il gradimento di un qualche presidente – abbiamo visto infatti in questi anni… quale fine abbiano fatto questi “onesti” Presidenti della Regione Sicilia – sapendo già oggi… il governo in carica, d’aver presentato alla finanziaria, un emendamento per risollevare le sorti per un default ormai prossimo a 11 milioni e 900 mila euro per il 2016 e con 23 milioni di debiti previsti per il 2018!!!
Chiudiamola definitivamente questa società, dopotutto abbiamo visto cosa ha saputo fare… creare inutilmente ancora più debiti!!!
Un mio professore all’Università mi diceva: bisogna accettare il principio che un debito pubblico è una maledizione pubblica… e sapere sempre che c’è… chi fa debiti per necessità, chi per leggerezza, chi per vizio… ma solo il primo, di solito è quello che li paga per tutti!!!

Tecnis: viene ritirato il certificato antimafia

Desideravo riprendere un commento pubblicato su Live Sicilia, in quanto fa riferimento ad una azienda che il sottoscritto conosce benissimo, visto che a tutt’oggi ne fa parte, in qualità di Direttore tecnico e di Rspp…
facciamofintadiniente 16-11-2015 – 15:28:47
Lo detto e lo ripeto l’ultima volta, poi si diventa noiosi, il film e già visto ed il finale assicurato.
Per non mensionare tutte le ditte precedenti, l’elenco e troppo lungo, ricordiamo la più recente, La Incoter SPA dei F.lli Basilotta, con lo sgambetto del certificato, adesso la Tecnis senza certificato non può più ne operare ne gareggiare a nuovi appalti, la magistratura con questo ennesimo piccolo sforzo, distruggerà l’ultima Impresa Edile Siciliana. Arriveranno i commissari, che di Edilizia e di gare, “senza nulla togliere a i pregi personali che possono avere” non ne capiscono un tubo, per coprire le spese correnti cominciano a svendere quello che ce di svendibile in azienda e nel giro di 1 max 2 anni ditta spolpata e tutti licenziati.
Cosi da qui a qualche anno tutte le opere che ci sono da fare in Sicilia, le faranno solamente cooperative ed aziende pulite del nord.
La colpa delle Imprese Siciliane e quella di Ambire in alto, fino a quando si parla di imprese con max 20 dipendenti ” ca si fanu i ratteddi” nessuno le disturba, quando qualche Imprenditore Siciliano con le palle, in una terra arida e complessa come la Sicilia, riesce ad emergere ed a togliere campo alle concorrenti del Nord, ecco le strategie mettersi in atto e il gioco e fatto.
A pagare sempre e solo noi popolo inetto Siciliano, ma cu nicci porta a fari si cosi, contadini dobbiamo rimanere, e si operai ca restunu a casa, pazienza lu governu anticchia di disoccupazioni cia duna e campunu, pinsamu a saluti, poi li pulintuna ni diciunu ca campamu e spaddi soi, e facemiccillu diri, e la virità!!
Auguri Sicilia……………..

Premesso che alla società Tecnis S.p.a. è stato ritirato il certificato antimafia (preso atto della revoca, ancora oggi però non se ne conoscono le reali motivazioni che l’hanno determinato…), ora, con riferimento ai lavori appaltati, molti non sanno che alcuni di quei lavori, erano stati a suo tempo, affidati e/o aggiudicati proprio alla In.Co.Ter S.p.a., e che, a causa del provvedimento interdittivo sopraggiunto (seguito dal ritiro del certificato antimafia) ed avendo la stessa, sin dalla fase di gara firmato con le varie stazioni appaltanti, quei previsti protocolli di legalità (condizione obbligatoria e coerente con l’obiettivo del contrasto da eventuali tentativi di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore gli appalti), ecco che in quella occasione… quegli stessi appalti, le furono revocati…
A cominciare dal 3° tratto “Grotta Rossa-svincolo Canicatti” per l’ammodernamento della SS640 Agrigento-Caltanissetta, per seguire quindi con l’Interporto di Catania, ed ancora, il Parco eolico in provincia di Messina ed il completamento dei lavori nel Centro Outlet Village di Agira…
Circa 100 Milioni di euro di lavori andati in fumo… o meglio, consegnati ad altre imprese… per scoprire come, solo pochi anni dopo, alcune di quelle imprese, furono allontanate (non so dirvi se fosse intervenuto un’eventuale revoca del nulla osta antimafia) comunque, come si dice… oltre il danno, la beffa!!!
L’In.Co.Ter S.p.a. in ogni modo, se pur tra mille difficoltà, ha saputo reagire…
L’ingresso dell’amministrazione giudiziaria ha permesso comunque una certa continuità aziendale, attraverso l’aggiudicazione di lavori per milioni di euro quali:
– S.I.S. S.C.P.A.: Raddoppio Ferroviario in Palermo;
– IRAQ: Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair;
– CO.MER. S.P.A.: Fornitura di Conglomerati Bituminosi e noli;
– GESTIONE IMMOBILIARE S.R.L.: Realizzazione di un capannone prefabbricato da adibire ad uffici per autonoleggio;
– PROVINCIA DI RAGUSA: Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP. 31-15 e S.R. 25;
– PROVINCIA DI CALTANISSETTA: Manutenzione straordinaria e messa in sicurezza Sp233 e SP 253 ex RT Mussomeli-Caltanissetta
– COMUNE DI SOLARINO: Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale;
– COMUNE DI SAN GIOVANNI LA PUNTA: Opere di Urbanizzazione Primaria nell’area P.I.P.;

Inoltre,
si potrebbe dire alla Toto Salvaggio “increddibbile”… nel periodo di confisca (tra Ottobre 2012 e Novembre 2012) è stato revocato per “errore”  il nulla osta antimafia, precisando che allora la società amministrata era di fatto… rappresentata dallo Stato: difatti, presentava un socio di maggioranza (custode giudiziario nominato dal tribunale), un collegio sindacale totalmente rinnovato per il 100%, un nuovo amministratore (giudiziario) e per finire un Direttore Tecnico ( il sottoscritto ) che ad oggi, presenta un casellario giudiziario “limpido”, quanto l’acqua che scorreva nel fiume Giordano, ai tempi del Battista!!!
La tematica è che, la gestione di queste società sequestrate/confiscate è totalmente diversa da qualsivoglia conduzione, poiché entrano in gioco delle nuove limitazioni, parametri di esposizioni diverse dal classico management nel quale l’imprenditore assume in se tutte le problematiche e ne copre ovviamente i rischi… con proprie garanzie.

L’impresa è quindi chiamata a “ridefinire” il proprio organigramma, le proprie metodologie secondo logiche più strettamente “giuridiche” dove molte di quelle decisioni, debbono essere autorizzate, anche in quei casi rientranti nella gestione ordinaria, quale la definizione di contratti, produzione, vendite, la ricerca di eventuali mercati di sbocco, la disponibilità finanziaria, l’accesso a risorse di finanza (senza personali garanzie), tutte condizioni necessarie per la continuità aziendale…
L’impresa, con questa trasformazione perde di fatto, le sue originali peculiarità, in particolare quel valore intrinseco dato da quei legami interpersonali, da quella capacità di networking dove i rapporti inter-organizzativi sono basati principalmente sulla fiducia…
Inoltre, l’impresa confiscata viene vista ora da tutti, come fosse “malata” e dove, il solo intervento del nominato amministratore, non basta ovviamente a mantenere quel sistema relazionale con fornitori, clienti, istituti di credito, pubbliche amministrazioni, ecc…  nel quale l’azienda era inserita…
La gestione tecnico/amministrativa, richiede non solo competenze professionali, che di per se possono essere trovate all’interno della stessa azienda… ma il sostegno dello Stato, di quelle politiche finanziarie/sociali – non assistenziali – che garantiscono all’impresa quella capacità di proseguire e di sviluppare nuovi progetti innovativi, tenendo conto, non solo della salvaguardia dei posti di lavoro, ma soprattutto dei benefici che tale gestione potrà dare a tutta la comunità…

Oggi purtroppo la Tecnis è entrata in un tunnel di difficile soluzione o meglio le soluzioni ci sarebbero… basterebbe applicarle!!!
Il problema infatti, non è rappresentato ne dalle perdite degli appalti… (questi dopotutto verranno affidati ad altre imprese) e neppure dalle ripercussioni occupazionali (la cui continuità potrebbe essere garantita dalle imprese aggiudicatarie… è già successo alcuni anni fa con le imprese dei Cavalieri), il fondamentale problema è che attraverso queste procedure, le nostre imprese non avranno mai modo di crescere e resteranno sempre ad un livello nazionale inferiore… da subappaltatori… o come direbbe l’amico di sopra… “semplici cottimisti”.    
Quindi evitiamo di far finta di non sapere cosa accadrà a questa bella realtà…a quelle risorse umane, alle loro famiglie, a quegli appalti, a quei beni strumentali tra cui macchinari e attrezzature, al patrimonio immobiliare, ma soprattutto ai suoi imprenditori, ora messi alla gogna da tutti… da quanti ne invidiavano le capacità e da coloro, tra colleghi e/o amici, che sotto l’apparente dispiacere per quanto accaduto, sperano ora, che da quella incresciosa situazione, potranno avvantaggiarsene… dopotutto è proprio nel carattere di pochi uomini, saper onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna…
Già… non facciamo finta di niente… perché lo sappiamo sin d’ora tutti… come andrà a finire!!!

Quel "Centro Commerciale" incompiuto di San Gregorio…

Dopo quasi 8 anni, mi è stato chiesto dall’Amministratore della società per la quale opero, di verificare un appalto di movimenti terra, realizzato nel lontano 2007/08…

Trattasi, di un progetto di proprietà della società Virco Spa, per la realizzazione di un centro commerciale, a cui (se non ricordo male), sembrava  essere interessata “Carrefour”…
L’appalto fu affidato alla società Edilizia Industriale e Commerciale Spa ( dello stesso gruppo di aziende “Virlinzi”), la quale, incaricò per i lavori di movimenti terra (preparazione area di cantiere, scavo di sbancamento e trasporto del materiale presso discarica autorizzata… ) la F.lli Basilotta Spa, oggi, IN.CO.TER. S.P.A.
I lavori furono completati, ma non si poté dare inizio alle opere civili, in quanto, proprio in quel periodo, iniziò una forte protesta da parte delle associazioni ambientaliste, che costrinse ad un intervento diretto da parte della Soprintendenza…
Secondo gli ambientalisti…, la zona insisteva su un’area boschiva che, a causa proprio di quegli interventi di sbancamento, erano stati distrutti… (io per quanto mi ricordi… non era esattamente così… potevano esserci quattro alberi di olivi incendiati ed alcune piante di oleandri e ginestre selvatiche cresciute sullo strato di lava… le stesse che oggi, recandovi sui luoghi, trovate adiacenti lo scavo… e comunque con tutto il rispetto – se pur ambientalista – farle passare per macchia mediterranea… c’è ne vuole…
Comunque, i problemi sopraggiunti, smorzarono l’interesse della catena commerciale francese, considerato inoltre che, di lì a poco… furono realizzati nuovi Centri Commerciali: Katanè (Gravina di Catania), Porte di Catania (S.S. Gelso Bianco – uscita Zia Lisa), Centro Sicilia Shopping (Misterbianco – uscita S. Giorgio) senza dimenticare il già noto Etnapolis di Belpasso ( tutti lavori che – ad esclusione del Centro Sicilia – sono stati realizzati in gran parte dalla In.Co.Ter Spa…, la stessa che nel contempo aveva portato a termine il MAAS – Mercato Agro Alimentare di Bicocca – e dire… che alla fine, i meriti di tutti quei lavori, sono andati ai soliti General Contractor, con sedi in Nord Italia…, Cmc, Maltauro, Immobiliareuropea, ecc… ). 
La cosa assurda è che su molti di questi lavori svolti, la società Incoter è ancora in attesa di ricevere (dopo tutti questi anni) le somme relative al saldo dello svicolo delle ritenute… che ammontavano a centinaia e centinaia, di migliaia di euro… e per fortuna che almeno quest’anno – attraverso le solite… procedure legali (realizzate da parte dell’Amministratore nominato dal Tribunale) – si è potuti giungere a recuperare una consistente parte delle somme, ma c’è chi ancora deve pagare, quelle somme trattenute poste a garanzia… ( ma ho la convinzione che a breve chissà – forse rileggendo tra le righe di questo mio post – qualcuno, possa, come si dice… “passarsi la mano sulla coscienza” e decidere di trovare quella giusta ed equa soluzione…. ( anche perché come diceva un mio caro amico del Nord, Renzo, quando si litiga… si perde entrambi…).   
Oggi l’area di lottizzazione, appare desolata, abbandonata a se stessa, un’enorme sbancamento che debbo aggiungere – in qualità di esperto in sicurezza ( Coordinatore, Rspp e quant’altro…) – non mi sembra perfettamente adeguata su quanto prevede il D.Lgs. 81/08 e s.m.i. ( in particolare mi riferisco alle misure di prevenzione, sui possibili rischi da cadute dall’alto, fosse, scivolamento, buche, seppellimento per franamento delle pareti di scavo, mancata recinzione dell’area, ecc… ).

Un’area, che si trova all’interno di due strade, quella ripida di Via Catania e quella che da Trappeto giunge fino all’attuale rotonda, bivio di collegamento per chi giunge dall’autostrada ME-CT per proseguire in direzione di S. Gregorio… Strategicamente, era un punto interessante, con migliaia di auto che l’attraversavano quotidianamente, posta al di sotto, di quella famosa “Collina del disonore”. nota per quelle antenne e parabole (televisive e telefoniche) istallate sulle proprie alture…
Certo, all’inizio dei lavori (e mi riferisco anche a quelli successivamente realizzati per il Centro d’Intrattenimento, posto un po’ più in alto), i vicini confinanti con queste aree, cominciarono a lamentarsi per l’eventuale aumento dei visitatori, del traffico veicolare e del deprezzamento paesaggistico a cui le loro proprietà – a causa l’impatto ambientale derivante dalla costruzione di questi centri – sarebbero dovuti andare incontro…, ma, da quando è stata aperta l’uscita “Paesi Etnei”, molti di loro si saranno sicuramente pentiti di quelle continue lamentele…, poiché, come si è successivamente costatato… questa strada, ha perso molto di quel valore intrinseco, lo si può costatare osservando quanto ora sia poco transitata!!!

Cosa aggiungere, mi auguro presto, di veder quest’area convertita, non più con enormi casermoni di Centri commerciali, che se non fosse in questo periodo per per quell’area condizionata al loro interno… ( vista la cocente temperatura dell’esterno…), credo che non verrebbero neppure visitati; basti notare infatti, come questi stiano per implodere… (lo si vede osservando il numero sempre più numeroso delle botteghe vuote – coperte da quelle insegne -nuova apertura- a cui, nemmeno le procedure di salvaguardia adottate – come per esempio la riduzioni del canone d’affitto – siano servite  a contrastarne il fenomeno di rescissione dei contratti…
Dopotutto… le persone, preferiscono comprare nei negozi…, un ritorno al centro storico, e soprattutto, quegli stessi supermercati presenti da sempre all’interno di questi centri commerciali – che avevano quale obbiettivo di assicurare un costante numero di clienti – ora, a causa dell’apertura di nuovi e più competiti hard-discount, vede allontanare tutti quei potenziali clienti verso queste realtà…
Comunque per dimostrare come basterebbe poco per cambiare quest’area, propongo due soluzioni a tema…, con la speranza che chissà… forse un giorno, queste possano diventare una concreta realtà!!!