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Sicilia: quando la burocrazia diventa una tassa sul futuro!

Qualche giorno fa vi ho raccontato dei numeri che gridano ingiustizia. 

Lo stesso ho visto che ha fatto Il Sole 24 Ore che ha messo nero su bianco quanto avevo riportato: la Sicilia non è solo un’eccezione, è un autogol annunciato. 
E così, mentre il resto d’Italia semplifica, qui moltiplichiamo ostacoli. Già… mentre altrove si incentiva, qui si tassa persino l’intenzione di investire.

Ed allora analizziamo i conti che non tornano (o dovrei aggiungere: che uccidono le imprese).
Difatti, la LR 1/2025 non è un aggiornamento, è un salasso mascherato da progresso:
+1.900% per una “valutazione preliminare” (da 300 a 6.000 €).
  • Fino a 20 volte il costo di altre regioni per la stessa procedura.
  • 12.000 € solo per dimostrare di aver rispettato le regole (le famigerate verifiche di ottemperanza a 4.000 € a fase).

Ma almeno i controlli sono migliori”

No. Come ha denunciato il Dott. Alfio Grassi, Presidente del Consorzio Pietra Lavica, questi oneri sono solo un bancomat per l’autofinanziamento della burocrazia. Il paradosso? In Lombardia un’impresa virtuosa paga meno. In Sicilia, più rispetti l’ambiente, più ti puniscono.

C’è poi la beffa delle “nuove voci”…
Nove nuove tasse nate dal nulla. Come il “supplemento Sicilia” per il recupero ambientale: paghi per estrarre, poi paghi per riparare, e infine paghi per dimostrare che hai riparato. Un circolo vizioso che trasforma il ripristino ecologico in un lusso per pochi.

Il confronto che brucia:
Via/Paur: 30.000 € in Sicilia, 2.000-9.000 € in Piemonte o Campania.

– Verifica di assoggettabilità: da noi il 2‰ del valore dell’opera, in Toscana lo 0,25‰, in Lombardia addirittura lo 0,05‰.

– Ottemperanza: qui 4.000 € a fase; altrove, gratis.

E poi qualcunio dei nostri governanti regionali e aggiungerei nazionali si chiede: “perché le imprese siciliane scappano?“.
Ahimè… la verità è nota a tutti, soprattutto ai miei connazionali, che purtroppo continuano a sostenere (per proteggere i propri interessi…) chi, invece, meriterebbe ben altro trattamento.

Perché non è (soltanto) una questione di soldi, è un segnale politico chiaro: la Sicilia preferisce dissuadere anziché attrarre. Mentre le altre regioni concorrenti usano tariffe ragionevoli come leva per lo sviluppo, qui da noi viceversa, alziamo muri. 
Il risultato? Semplice,  400 imprese da 400 milioni di fatturato, rischiano di diventare un ricordo…

C’è sempre una domanda comunque che resta sospesa: Perché accettiamo di essere il fanalino di coda delle politiche ambientali? Perché trasformiamo l’ecologia in un privilegio per ricchi invece che in un’opportunità per tutti?

Sì…  mi fa piacere aver letto che anche il “Sole 24 Ore” mi dà ragione. Ma puntroppo non basta…
Serve una revisione immediata di questa legge, prima che il danno diventi irreparabile, perché il vero “costo ambientale” è quello di uccidere il futuro della Sicilia!

Banche "offline", panico online! E se domani toccasse a noi?

Ieri, mentre leggevo delle gravi interruzioni nei servizi bancari e digitali in Ucraina, un pensiero mi ha trafitto: e se domani toccasse a noi?

Immagina per un attimo: bancomat, app di home banking paralizzate, carte di credito ridotte a pezzi di plastica inutili. Un’interruzione tecnica? Un attacco informatico? O forse qualcosa di più profondo?

La verità è che siamo vulnerabili più di quanto osiamo ammettere. Se il sistema collassasse qui da noi – in Italia o in qualsiasi altro Paese “avanzato” – le conseguenze sarebbero devastanti. 

E no, non sto parlando di qualche ora di disagio, ma di uno shock capace di stravolgere la nostra quotidianità digitale in modo permanente.

Perché il problema non è solo tecnico, è esistenziale: in un mondo dove tutto è connesso, quando il denaro smette di scorrere, è la società stessa che va in tilt!

E quel che più mi spaventa: Siamo davvero pronti ad affrontare un’emergenza del genere o continueremo a fingere che tanto non può succedere, già… fino all’ultimo istante?

Ecco perché sono convinto che, senza interventi preventivi a tutela del sistema, il rischio sia concreto: senza piani d’emergenza solidi, quelle che oggi ci sembrano semplici interruzioni tecniche potrebbero trasformarsi domani in un vero e proprio collasso. E quando il denaro smette di circolare, nessuno – né cittadini né Stati – escono indenne dal caos.
Immaginatevi questa scena: una mattina ti svegli, prendi il caffè come sempre, apri l’app della banca per controllare lo stipendio e… nulla. Non carica. “Sarà un problema di rete” pensi. Ma poi accendi la TV, e scopri che non è soltanto un tuo problema: le carte non funzionano, i POS sono morti, gli ATM hanno smesso di erogare contanti. “Interruzione tecnica,” dicono. “Temporanea,” assicurano. Peccato che nessuno sappia quando tornerà tutto online.

E qui parte il delirio: I supermercati smettono di accettare carte, la gente inizia a svuotare i bancomat rimasti, c’è chi prova a pagare in contanti ma, sorpresa, nessuno ha più contanti, visto che ormai viviamo in un’economia digitale. 

Ecco che i social esplodono tra complottisti (che parlano di un reset globale), imprenditori in crisi (senza bonifici non pago i dipendenti!), ed il solito investitore che giura che “Bitcoin” ci salverà. Intanto, lo Stato emette un comunicato rassicurante scritto, come soltamente avviene, in “burocratese“, mentre nelle piazze qualcuno inizia a gridare di “golpe” finanziario.

E tu, nel mezzo, ti chiedi: ma davvero nessuno ha prevsito un piano alternativo? Perché se domani il sistema collassasse, non saremmo molto diversi dall’Ucraina di oggi!

La gente inizierebbe a scambiare beni come in un medioevo digitale, i negozianti tirerebbero fuori i vecchi registri a carta, e i politici litigherebbero in TV su chi è il colpevole (sarà sempre colpa dell’Europa, dei banchieri, già… dei soliti noti).

E poi arriva la domanda che brucia: ma se fosse una scelta deliberata? Un modo per “resettare” i conti, bloccare prelievi, introdurre l’euro digitale con la forza? 

La gente si dividerebbe all’istante: c’è chi impugnerebbe forconi (“metaforici, siamo pur sempre italiani…), chi correrebbe a comprare metalli pregiati o pietre preziose, e chi, semplicemente, aspetterebbe che tutto ritorni alla normalità, perché tanto alla fine si pensa sempre che tutto si sistemi…

Ma la verità è che nessuno sa davvero come andrebbe a finire. Perché siamo abituati a dare per scontato che i servizi bancari funzionino, come l’acqua dal rubinetto. E quando scopri che tutto poggia su server vulnerabili, algoritmi e decisioni di qualche tecnocrate, beh… allora sì che capisci perché in tanti stanno accumulando contanti sotto il materasso. Giusto per precauzione…

E tu, voi, da che parte stareste? A bestemmiare contro lo Stato, a organizzare rivolte su social oppure a fare scorta di cibo e scatolame, già… forse l’unica vera valuta che sopravvivrà a tutto?

Arresti domiciliari??? Quale grave patimento …

Voglio farvi una confidenza… questa storia degli arresti domiciliari mi sta un po’ sul cazz… 
Sì, comprendo perfettamente quanto è previsto dalla normativa vigente e soprattutto che in mancanza di una sentenza definitiva, bisogna attendere che le prove di colpevolezza trovino quei dovuti riscontri…
Ma così facendo, difficilmente si troverà mai qualcuno pronto ad ammettere le proprie colpe e i reati commessi (quando questi ovviamente hanno motivo d’esistere), poiché ovattati all’interno della propria abitazione e protetti dal calore dai cari, si proverà in tutti i modi di dimostrare la propria innocenza, anche quando si sa quest’ultima, non essere la verità… 
D’altronde, quella sofferenza di stare rinchiuso in casa, quanto incide realmente sul morale di quei soggetti???
Provano angoscia, patimento, sentono quel castigo come fosse una forma di espiazione…???
Il sottoscritto crede proprio di no, d’altro canto ciascuno di essi gode in casa propria di tutti i confort a cui solitamente si è abituati, di possono espletare le proprie passioni ed è anche un modo per riprendere quei lavori a suo tempo tralasciati, mi riferisco a quegli hobby a cui un tempo si ci dedicava…
Già, in questo periodo (di reclusione forzata…) si può riprendere a leggere in maniera intensa, si può iniziare a scrivere, si dedica quel proprio tempo alla famiglia, in particolare se si è nonni e la casa è piena di nipotini…
Ecco perché non credo agli arresti domiciliari…
Diversamente infatti sarebbe la vita di questi soggetti, se fossero reclusi…   
Volete mettere quell’abitazione che – grazie ai proventi derivanti dalle corruzioni – è formata da una villa lussuosa con piscina e tutti confort di un centro benessere, con una cella di otto metri quadrati, dove si viene posti insieme ad altre due persone sconosciute???
Tre letti, un tavolo di 80 centimetri per 60, tre sgabelli, tre armadietti… 
Sì, perché nei nostri penitenziari causa il sopra affollamento, non esistono celle singole, per cui finiti lì dentro, ci si ritrova a condividere quello spazio ristretto con individui che sono lì per scontare le proprie pene, a volte lunghe, altre volte lunghissime…

Si cerca quindi giunti lì di sopravvivere, di mantenere giorno dopo giorno un livello di vivibilità meno indecente possibile e chiusi in quel poco spazio a disposizione, si cerca se pur costretti a condividere tutto, anche la propria intimità, di contare i giorni che restano alla libertà…
E’ come se all’improvviso tutto si riempie, quasi fosse una stanza piena di acqua che man mano sale, lasciando al recluso un po’ di aria…
Ecco che s’inizia a morire… anche perché le persone a cui chiedere aiuto non ci sono e quelle presenti nella stanza, non hanno alcuna intenzione di aiutarvi… d’altro canto sono persone che nemmeno si conosce, soggetti con culture e usanze ed anche religioni differenti, individui che in altre circostanze non si sarebbero neppure avvicinati… ed ora incredibilmente, si chiede loro aiuto???
Vivere lì dentro è impossibile, soprattutto per chi non vi è abituato, per quanti non fanno parte di quell’ambiente, dove da generazioni, si entra e si esce e dove il penitenziario viene visto come una seconda casa, piena di familiari e amici da poter – di tanto in tanto – rincontrare… 
Ma per gli altri, per quei professionisti dai colletti “amidati”, per quei medici, dirigenti, funzionari, professori, commercialisti, avvocati ed anche magistrati, ecco per loro la questione è diversa, per loro non è facile stravolgere quella linea di demarcazione, sotto la quale non sono mai scesi…  
Ora viceversa devono trovare un modo per sopravvivere, già… in quell’ambiente così “pericoloso” devono abituarsi a condividere tutto e soprattutto non devono mai calpestare gli altri detenuti senza nel frattempo farsi sottomettere per non perdere quel po’ di dignità che ancora gli resta…
Ecco perché credo che quella particolare situazione possa ritornare utile, affinché quei soggetti corrotti – celati da professionisti perbene – possano riflettere sui propri errori e chissà anche rivelare tutti i retroscena di quelle azioni corruttive e di quanti avevano di fatto partecipato a quelle azioni corruttive…
Perché…se pur vero che l’uomo alla fine riesce sempre ad abituarsi a qualsiasi condizione di vita, in questo caso credo ci sia poco da fare, per permettere a quello spirito di sopravvivenza o di adattamento, di andare avanti…
Qui non è in conto l’essere umano, qui in gioco c’è tutto il percorso della propria vita, la consapevolezza del vissuto, le scelte giuste fatte e quelle errate, che l’hanno ahimè condotto lì…
Forse le parole sopra espresse possono sembrare dure, ma credo che quell’esperienza così difficile da sopportare, impari a far mutare le persone, a farle confrontare onestamente con se stessi, un modo nuovo per riscoprire la vita, senza finzioni, maschere o atteggiamenti di facciata, che si sa – forse in casa propria – quella stessa casa che negli anni si è cercato di proteggere e rendere felice (attraverso lussi, regali e denaro), e che ancora ora, sì ora che che si è “sottoposti agli arresti domiciliari” si prova per l’ennesima volta a proteggere,  forse per non far sentire ai propri familiari il peso di quella propria condizione, e così si continua per l’ennesima volta a nascondere le proprie preoccupazioni, dietro una falsa felicità!!! 

Altro che Ora legale e Ora solare, qui da noi, chiù scuru di mezzanotti… non po fari!!!


Ieri sera ho visto il film di Ficarra e Picone, “L’ora Legale“…

Nel vederlo si è praticamente materializzato in una sola sceneggiatura, quanto in tutti questi anni… vado ripetendo!!!
La rappresentazione di noi siciliani in quel film è perfetta e nel dire questa frase… mi dispiace, perché so anche di quante persone perbene è costituita questa nostra terra…
Ma purtroppo, anche molti di essi, quando si tratta di rinunciare ai propri interessi per quelli della collettività, sembrano entrano in crisi, è come se scattasse in loro, una scintilla di perfida invidia…
Non so dirvi da cosa dipende, sarà forse per quel concetto tutto nostro di vera e propria “sopravvivenza”, sarà colpa di questa attuale condizione disperata, che ci porta forse ad essere, così come siamo…
Vorrei farvi un esempio, proprio di alcuni giorni fa…  
In un canale Tv, veniva trasmesso un programma piacevole; è presentato da Alessandro Borghese e si occupa di promuovere e quindi premiare, un ristorante scelto tra quattro, in un determinato luogo caratteristico: vince chi ottiene il maggiore punteggio…
I punti vengono dati a turno da ogni ristoratore ed il presentatore (che è anche un ottimo chef…) si riserva di dare l’ultimo voto, premiando così, con un importo di €. 5000,00 (da spendere nella propria attività), il ristorante che avrà raggiunto il punteggio migliore…
Vi starete chiedendo… ma cosa centra questo con il film di cui sopra??? 
A prima vista, si potrebbe pensare che si stia parlando di due argomenti distaccati ed invece, provo a mostrarvi come il ragionamento calzi perfettamente e di come questi due esempi siano tra essi collegati…
Difatti, la trasmissione prendeva a caso, quattro ristoratori, indovinate un po’… proprio di Catania!!!
Ora, mi verrebbe di dire… non sempre si ha la fortuna di godere di una pubblicità come questa, aggiungerei per di più gratuita, una gran bella vetrina… non c’è che dire (mi ricorda tanto un mio caro amico “chef” Sergio, che alcuni anni fa collaborava su La7, in una delle prime trasmissioni sulla cucina… “chef per un giorno”; era quella trasmissione nella quale venivano invitati alcuni ospiti dello spettacolo, per preparare loro – aiutati dagli esperti presenti- alcuni propri piatti, i quali venivano successivamente valutati da tre importanti giudici…), non capita spesso d’essere “famosi” anche soltanto per un giorno e poter lasciare così, un marchio indelebile, di quella propria esperienza…
Una importante iniziativa che potrà apportare certamente, a ciascuno di essi (dal vincitore all’ultimo arrivato di quella classifica), una discreta popolarità, ancor più del premio messo in palio…
Verrebbe a chiunque di noi da pensare che questi quattro ristoratori, sono stati fortunati ad essere stati scelti, considerati i tanti colleghi presenti in città… e potendo certamente aggiungere a fine competizione: “è stato bello partecipare“!!!
Ed allora, il primo pensiero che ognuno di essi avrebbe dovuto avere (non per voler essere fazioni) era quello quantomeno di provare ad essere corretti, a giudicare quanto fatto dai loro colleghi “concorrenti” in maniera obbiettiva, suggerendo eventuali critiche di miglioramento, ma riconoscendone anche i meriti per quell’impegno profuso e per la dedizione con la quale operano presso le loro location, sapendo soprattutto ( essi stessi), a quante difficoltà si è costretti, pur di tenere aperti una attività di ristorazione, in una città come questa nostra…
Inoltre, tra siciliani, verrebbe spontaneo pensare di gratificare quegli stessi colleghi, con i quali certamente si avrà modo d’incontrarsi, e chissà, in un prossimo futuro, ci si potrà confrontare o realizzare insieme manifestazioni culinarie, ecc., ampliando e indirizzando così verso ciascuno di essi, quel consenso che in questo momento è fortemente diversificato a causa dei tanti gestori presenti…
Quindi, pronunciarsi a favore di ciascuno di quei diretti antagonisti, non avrebbe fatto altro, che influenzare positivamente noi telespettatori, verso ognuno di quelle realtà, anche solo per provarle una volta… in quanto novità.
Ed invece, ecco emergere quel nostro “essere” siciliani, già, quel volersi interessare del proprio orticello, premiando primi di tutti se stessi e poi forse… chissà… anche quello degli altri!!!
Ognuno di essi ha cercato con astuzia ed in ogni occasione, di tirare acqua al proprio mulino, attraverso giudizi al di sotto della sufficienza, cercando così facendo, con quelle loro azioni, di limitare e/o disapprovare quanto compiuto dai rispettivi (tre) concorrenti, analizzando quelle pietanze in maniera irrispettosa e infierendo sulle rispettive attività, già duramente colpite… sia dalle numerose imposte dello Stato che dalla grave crisi economica e chissà se a quanto sopra,  non va sommata altresì… quella cosiddetta “mano occulta”!!!
Se dovessi giudicare ognuno di loro da quella trasmissione, credetemi… ho difficoltà a sceglierli, eppure, sono convinto che ognuna di quelle attività, togliendo quei limitati giudizi espressi, meriti un 10 pieno, solo per il fatto… che ci stanno provando!!! 
Ecco, spero con quanto sopra, di essere riuscito a trasmettervi questo mio rammarico…
Il punto, è che non si può pensare sempre di farsi i fatti propri, sperare che ci sia chi faccia la propria parte, mentre di contro noi… restiamo a guardare gli eventi…
Sperare come fa “Ficarra” nel film… di salire sul carro dei vincitori, per poterne come sempre approfittare, comprendete da Voi quanto non sia giusto e neppure corretto, perché essere persone perbene, significa esserlo sempre ed in ogni circostanza… 
Non si possono cambiare le lancetta dell’orologio, portarle una volta sull’ora legale ed un’altra volta sull’ora solare, a seconda delle circostanze o di come si viene coinvolti nei propri interessi personali…
D’altronde, dovreste sapere perfettamente come le persone di quel film, quelle di cui avete così tanto riso, sono l’esatta rappresentazione di ciascuno di “Voi” poiché riproducono esattamente tutte quelle azioni che quotidianamente andate compiendo e credetemi… vi è poco da ridere!!!