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Infiltrazioni mafiose e amministrazioni locali: un legame pericoloso!!!

Il fenomeno dell’infiltrazione criminale nelle amministrazioni locali rappresenta una minaccia concreta per la legalità e il corretto funzionamento delle istituzioni. 

Da tempo si registra un crescente interesse da parte dei gruppi criminali verso le risorse gestite dagli enti locali, accompagnato da strategie mirate a condizionare le decisioni delle amministrazioni, soprattutto nei comuni di dimensioni più ridotte. 

Questi enti, infatti, si trovano spesso a essere il punto d’accesso privilegiato per l’infiltrazione nelle strutture amministrative e istituzionali del Paese.

Le motivazioni degli scioglimenti dei consigli comunali negli ultimi anni hanno infatti evidenziano una correlazione preoccupante tra presenza mafiosa, investimenti pubblici in opere infrastrutturali e fenomeni di corruzione. 

Questo problema tra l’altro non è più circoscritto al Sud Italia, ma riguarda sempre più frequentemente anche le amministrazioni del Nord, sottolineando un progressivo deterioramento delle condizioni di legalità su scala nazionale.

In questi trent’anni il numero di comuni e di aziende sanitarie sciolte per infiltrazioni mafiose continua a crescere, come dimostrano i dati pubblicati, ed anche quest’anno conferma questa tendenza allarmante impone una riflessione seria sull’efficacia della disciplina normativa attualmente in vigore e l’urgenza di misure migliorative.

Ritengo da quanto sopra che vi è bisogno di rafforzare i controlli preventivi.

Implementare cioè sistemi più stringenti per monitorare i flussi di spesa e verificare la trasparenza dei processi decisionali, soprattutto nei piccoli comuni, spesso più vulnerabili.

E’ fondamentale migliorare la formazione e il supporto tecnico, fornendo agli amministratori locali strumenti e competenze per riconoscere e contrastare i tentativi di infiltrazione, anche attraverso piattaforme digitali per la tracciabilità degli investimenti pubblici.

Promuovere la collaborazione tra le interistituzioni, rafforzando il dialogo tra prefetture, forze dell’ordine e amministrazioni locali, per condividere informazioni e agire in modo coordinato contro i fenomeni corruttivi.

Vi è la necessita di introdurre un codice di trasparenza avanzato, già… che superi le regole attuali, rendendo obbligatoria la pubblicazione di ogni passaggio relativo ai bandi di gara, dalla scelta delgli appaltatori,  ai fornitori, fino alla destinazione dei fondi pubblici.

E’ tempo quindi di rivedere il quadro sanzionatorio per rendere più rapide e incisive le azioni contro i responsabili delle infiltrazioni, avviando altresì campagne di sensibilizzazione per coinvolgere attivamente i cittadini nel controllo della gestione pubblica, promuovendo una cultura della legalità e della trasparenza.

Occorre quindi che ci si adoperi affinché le amministrazioni locali tornino a essere baluardi di legalità e trasparenza. Occorrono interventi concreti per rafforzare i controlli, tutelare gli amministratori onesti e garantire che le risorse pubbliche siano utilizzate per il bene comune, senza cadere preda di interessi criminali. 

Perché solo attraverso un impegno collettivo e determinato sarà possibile proteggere le istituzioni e restituire fiducia ai cittadini.

Una vergogna: 92 Comuni siciliani hanno subito l’onta dello scioglimento, di cui tre negli ultimi 18 mesi!!!

Quando si dice: “ma da chi siamo governati…”!!!

Già… a leggere sul numero dei comuni sciolti per mafia si resta senza parole. 

Nei dossier nel web pubblicati, sono disponibili dati aggiornati, analisi tratte da relazioni allegate ai decreti di scioglimento, sintesi dei documenti parlamentari, spunti di riflessione e proposte relative all’attuale normativa, che hanno l’obiettivo di stimolare una riflessione su questo inquietante fenomeno che provoca lo scioglimento di un Comune al mese, con la sospensione non solo della democrazia, ma di creare danni ingenti al tessuto socio-economico dei territori interessati. 

Difatti, in questi lunghi anni sono stati ben 383 i decreti di scioglimento in 11 regioni, di cui 280 hanno riguardato consigli comunali, nei quali sono stati coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della pubblica amministrazione ed in 6 casi, ad essere commissariate, sono state le Aziende Sanitarie Provinciali.

Ad aggravare questa situazione, c’è la circostanza che in più di un’occasione lo scioglimento è stato ripetuto per più volte, ad esempio in un comune addirittura 4 volte!!!

In questi anni mi sono permesso di scrivere sulle inutili riforme di contrasto applicate dalla normativa vigente, secondo il sottoscritto totalmente effimere e inconcludenti, d’altronde come coloro che di fatto le hanno promulgate, poiché nel redigerle non tengono minimamente conto della realtà, ma basano quelle loro aspettative di successo nella lotta alla mafia e/o corruzione, su procedure e meccanismi che sono da tempo ormai superate o certamente non più realizzabili!!! 

Difatti ditemi, chi di voi ha concretamente percepito in questi anni, un cambiamento radicale da farci pronunciare le parole: lo Stato c’è e si sente!!! 

Anzi, senza alcuna polemica, posso affermare che la maggior parte pensa il contrario e difatti, proprio la mia regione, la Sicilia, risulta essere la terza regione per Enti locali sciolti per mafia, con ben 92 amministrazioni coinvolte e quindi commissariate!!!

Il fatto comunque più sconvolgente, è dover osservare come quella presenza mafiosa – ai miei conterranei –  non dia minimamente fastidio, già… sono in molti a godere di quel sistema corruttivo e clientelare per portare avanti le loro imprese, per ottenere qualche posto di lavoro per i loro cari, per racimolare una mazzetta a fine mese o per potersi permettere tra qualche giorno la possibilità di festeggiare queste feste di Natale in arrivo o di programmare – con il denaro illecitamente “riciclato” – l’arrivo del nuovo anno che sta per giungere.

Ecco quindi emergere – quasi fosse una novità – un mercato vero e proprio dietro gli appalti pubblici e non parlo dei soli interessi della criminalità organizzata, no… mi riferisco a tutte quelle false facce “pulite“, ma con le mani “sporche“, a seguito di quella perpetrata collusione e ad un sistema ormai diramato fortemente in espansione.

L’importante è controllare tutto, ogni settore della vita sociale, da quello personale a quello finanziario, da quello economico a quello produttivo, ma non solo, si somma quello dell’energia, delle forniture e dei trasporti, il tutto per far sì che i cittadini non contino nulla, ne sulle proprie scelte decisionali, e ancor meno su quelle collettive come la politica, l’amministrazione, la trasparenza, in due parole, la partecipazione attiva fortemente condizionata da quel fenomeno conosciuto come “scambio elettorale”!!!

E’ evidente ormai a tutti come la caratteristica della criminalità non sia più quella d’inseguire le opportunità di profitto, ma d’investire principalmente nel rapporto privilegiato con chi detiene il potere…

La mafia è diventata in questi anni silente, evita qualsivoglia gesto eclatante – come confermato nelle relazioni semestrali della DIA – e concentra tutte le proprie energie sull’accumulazione delle ricchezze e sul riciclaggio del denaro sporco nei circuiti legali, attraverso una serie di sofisticate forme, che proprio in questi giorni, in ben cinque post, ho rappresentato. 

E difatti, pur non mancando evidenti pressioni, minacce e intimidazioni sulle amministrazioni pubbliche, durante il delicato momento delle campagne elettorali, l’ottica privilegiata è quella utilitaristica, che spinge quegli affiliati a sfruttare ogni possibile chance, attraverso anche l’imprenditoria, che dimostra essere molto più complice che succube di quelle organizzazioni criminali. 

Del resto per concludere, è sempre la DIA a sottolineare come da tempo, dal Nord a sud, si osserva un vero e proprio radicamento di quei clan, attraverso pratiche corruttive e collusive che coinvolgono pezzi di imprenditoria, di mondo delle professioni e soprattutto di classi dirigenti locali.

Perché meravigliarci quindi: continuiamo così, già… con queste sterili e inefficaci politiche di contrasto!!!  

Una delibera del Consiglio dei ministri, scioglie un comune nel catanese…

Se questo è il principio, credo che quanto sia accaduto non sarà che l’inizio anche per molti altri comuni della nostra isola…  

Sembra che siano state accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che nei fatti comprometterebbero il buon andamento dell’amministrazione locale e di conseguenza la sua imparzialità…

Con queste motivazioni è stato deliberato dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, lo scioglimento del Consiglio comunale di Palagonia e sarà quindi una commissione straordinaria ad occuparsi, come da prassi, della gestione del comune per i prossimi diciotto mesi.

La notizia è stata resa nota dallo stesso sindaco di Palagonia, Salvatore Astuti che ha dichiarato: “Con il comunicato stampa di pochi minuti fa apprendo che il Consiglio dei Ministri di ieri ha deliberato lo scioglimento delle cariche elettive del nostro comune, da questo momento decado io come Sindaco, tutti i membri della Giunta ed il Consiglio Comunale. Le cariche istituzionali saranno rappresentate, per 18 mesi, da una commissione nominata appositamente che probabilmente già domani si insedierà con i poteri di Sindaco, Giunta e Consiglio. Quando ho intrapreso l’esperienza da Sindaco, tutto avrei potuto pensare nella vita, ma mai che mi sarei trovato a dare una notizia del genere. Scioglimento per infiltrazioni mafiose. Commentare oggi — si legge — comunque, senza aver letto le motivazioni che hanno portato a questa drastica soluzione, sarebbe, da parte mia, operazione di patetica presunzione. Aspettiamo di leggere quanto è stato rilevato ed a carico di chi è stato rilevato, così che ognuno di noi possa trarre le proprie conclusioni. È senz’altro una brutta pagina per la città ed il peggiore epilogo possibile, di questa esperienza politica. Vorrei — conclude Astuti — in questo mio ultimo post da Sindaco, ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto e supportato nel corso di questa esperienza politica. Sono grato per l’opportunità che mi è stata data di servire la nostra comunità e porterò sempre con me i ricordi e gli insegnamenti di questo percorso”.

Certo… è importante leggere le motivazioni che hanno condotto a questa drastica e aggiungerei tragica soluzione, ma certamente quanto accaduto qui da noi, dovrebbe rappresentare anche un apripista per altre realtà del centro/nord, dove sicuramente non vi è una forte presenza della mafia, ma dove la criminalità organizzata locale, evidenzia in maniera concreta la propria forza all’interno di quelle compagini amministrative… 

Quindi, rivolgendo il mio pensiero al ministro Pantedosi, chiedo ad egli di esser altrettanto scrupoloso nel ricercare quelle realtà che nulla hanno a che fare con la nostra isola; ingerenze che – posso assicurare – vi sono…. e mi riferisco a tutte quelle località di cui solitamente poco si parla, ma che da tempo sono di fatto sottomesse a pericolosi gruppi criminali…   

Ecco perché da parte Sua mi attendo quantomeno in tempi celeri, lo scioglimento amministrativo di almeno un migliaio di Comuni…