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Basta vittime sul lavoro!!!

Continuano (per fortuna) i controlli nei cantieri in tutta Italia da parte dei militari, supportati dai colleghi locali del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

D’altronde, se si considera che da inizio anno, il numero dei lavoratori morti (a cui andrebbero sommati quelli di oggi…) ha già raggiunto quota 145, si può comprendere come ancora molto ci sia da fare sotto il profilo della sicurezza.

Ho letto proprio ieri di un cantiere nell’isola dove i carabinieri hanno accertato delle irregolarità, in particolare nella mancata predisposizione dei rischi di cadute, nel cantiere infatti mancavano i parapetti in adiacenza agli scavi, ma non solo, erano presenti rischi elettrici e il mancato rispetto della segnaletica e della viabilità di cantiere… 

Ecco i motivi che hanno condotto i carabinieri a sospendere temporaneamente l’attività, denunciando all’autorità giudiziaria il titolare a carico del quale sono state contestate sanzioni per oltre 20.000 euro. 

D’altronde il tempo delle negligenze e delle collusioni è messo ormai alle strette, ma non si può certo affermare che siamo giunti alla fine di quel sistema corruttivo/illegale, perché quest’ultimo, seppur certamente in questi giorni più limitato, continuerà nuovamente a fare danni, sono troppi purtroppo i funzionari infedeli coinvolti, gli stessi che non possono far a meno di quelle scadenzate bustarelle, ed è a causa di quanto tragicamente accaduto in questi mesi e soprattutto per merito della cassa di risonanza compiuta dai media in genere, che si è riusciti a sospendere (quantomeno temporaneamente…) quelle diffuse collusioni!!!

Perchè la verità è che i controlli devono essere realizzati quotidianamente, in particolare proprio in quel settore edile che per l’appunto evidenzia non soltanto quella mancata prevenzione, formazione, informazione e addestramento, ma soprattutto la presenza di gravi violazioni in fatto di diritti dei lavoratori e soprattutto della loro incolumità.

Peraltro, vorrei ricordare come nel solo 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati quasi 1500 e di questi la maggior parte sui luoghi di lavoro, mentre gli altri sono stati dichiarati come decessi sulle strade per giungere in cantiere e/o in itinere…

Si tenga ulteriormente conto che in quasi 15 anni il nostro Paese ha perso oltre 21.000 lavoratori, morti sul lavoro e naturalmente a questo conteggio mancano (o diciamo che sono sfuggiti…) tutte quelle altre vittime fatte passare per incidenti domestici e/o stradali… 

Perchè a differenza di quanto solitamente è stato dichiarato da parte di tutti i governi nazionali e soprattutto da quei suoi referenti istituzionali, in questo Paese si è pensato soltanto a promuovere la sicurezza in maniera sterile, il tutto a scapito di riforme importanti per realizzare in maniera concreta e soprattutto efficace quella necessaria messa in sicurezza che, proprio i numeri delle vittime, evidenziano esser mancata!!!

Vorrei altresì ricordare come quasi il 30% di quelle vittime, non aveva alcuna assicurazione o quantomeno non era in possesso di un’assicurazione dell’Inail e quindi, se sommate questa percentuale ai numeri di cui sopra, comprenderete quanto grave sia stata questa problematica; ma d’altronde l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), diffonde esclusivamente soltanto i dati di propria pertinenza e quindi i numeri riferiti ai propri morti e d’altro canto, come dargli torto…

Il problema va ricercato alla fonte e fintanto che le imprese vedranno la sicurezza come un costo e taluni fuzionari come una opportunità di guiadagno, ecco che diventa quasi impossibile riuscire a fare sicurezza, anche perché la maggior parte di coloro incaricati (quantomeno sulla carta…) di farla rispettare, sono poi gli stessi miei colleghi che si genufleggono dinnanzi a quei loro “infidi” datori di lavoro!!!

Sicurezza nei cantieri: controlli più energici!!!

Dopo quanto accaduto in questi mesi e soprattutto dopo aver contato le vittime di quei luoghi di lavoro, ecco che i cantieri edili sono entrati nel mirino dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro i quali, stanno verificando le condizione di lavoro del personale presente di quelle fasi lavorative.

Ciò che principalmente interessa verificare è la presenza di operai a nero o privi di permesso di soggiorno, ed ancora, il rispetto della regolarità contributiva (DURC), i contratti di categoria applicati e soprattutto la messa in sicurezza…

Difatti nel controllare le società affidatarie si stanno verificando i contratti di appalto e di subappalto, molti dei quali hanno già fatto scattare parecchie denunce, ma non solo, anche la sospensione dell’attività, in particolare i controlli hanno evidenziato come alcune imprese non avessero proceduto con la  formazione e l’addestramento dei propri dipendenti, come peraltro mancavano le figure previste per quanto concerne gli addetti al pronto soccorso, antincendio ed emergenza, oltre che RSPP e Preposto.

Inoltre, è stata accertata la mancanza della documentazione prevista in ambito 81/08 e s.m.i., vedasi l’inesistenza del POS e del PIMUS ( piano di montaggio e uso smontaggio delle impalcature), mentre ad altre tipologie di imprese mancava il DVR o quantomeno lo stesso era presente ma non attinente con l’impresa essendo di fatto una copia di un’altra impresa similare e comunque, la maggior parte dei controlli, ha evidenziato come la maggior parte deu documenti non fosse aggiornata. 

Alcune imprese sono finite nei guai per la mancata sorveglianza sanitaria, in particolare gli autisti di autocarri, cui non era stata effettuato il controllo del sangue per accertare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti; sono state altresì evidenziate tutta una serie di violazioni, in particolare la mancata consegna al personale di vestiario, DPI (personali) ed anche DPC (collettivi).

Addirittura taluni cantieri ispezionati presentavano gravi rischi nella predisposizione strutturale degli impalcati e/o di strutture prefabbricate; per questi motivi le imprese sono state segnalate agli uffici tecnici e in taluni casi è stato disposto il provvedimento di sospensione dell’attività. 

Sì… possiamo dire che dopo anni di mancanti controlli (e di tante mazzette fatte opporunamente girare…), ecco che finalmente qualcosa sta iniziando a muoversi; certo siamo ancora in alto mare e d’altronde basta osservare i cantieri in giro per la città per comprendere come ciascuno di essi presenti dall’esterno problematiche più o meno gravi, alcune sicuramente rimediabili, ma certamente allo stato di fatto non conformi con quanto previsto dalle normativa vigente. 

Comunque, speriamo quantomeno che questi controlli non vengano improvvisamente sospesi e finisca tutto – per come finora accaduto –  a “tarallucci e vino”!!! 

Sicurezza sui luoghi di lavoro: Presidente Mattarella, chissà se soltanto mi avesse contattato, forse oggi non saremmo quì a parlare di "patente a crediti"!!!

Stasera, per come avevo anticipato nel post pubblicato ieri, avrei dovuto iniziare a parlarvi della novità del governo sulla “patente a crediti” e di come il sottoscritto la ritenga del tutto inutile per affrontare il reale problema della sicurezza nei cantieri edili.
Purtroppo, essendo fuori sede, non ho avuto modo di completare quanto avevo iniziato a preparare, ma nel contempo mi sono ricordato di una lettera aperta scritta alcuni anni fa al nostro Presidente Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi…
La missiva tra l’altro si concludeva con questa frase: Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno gli ultimi e difatti sono certo sin d’ora di poter preannunciare che tra qualche anno, il sottoscritto, si ritroverà ahimè… a parlarne nuovamente in questo suo blog!!!
Il titolo di quella lettera aperta era il seguente: Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/morti-sul-lavoro-una-vergogna-per-lo.html
Leggendolo comprenderete il perché da sempre in questo nostro Paese la sicurezza non ha mai funzionato!!! Già… perché nessuno è disposto ad ascoltare… 

Cantieri: ecco i motivi per cui la "patente a crediti" non risolverà minimamente il problema sulla sicurezza nei luoghi di lavoro!!!

Le vittime di Firenze hanno provocato un grido di allarme all’attuale Governo, d’altronde quest’ultima tragedia ha evidenziato per l’ennesima volta, come il sistema finora utilizzato e le normative vigenti 81/09 e s.m.i. non funzionassero a dovere…

Sono d’accordo con il segretario della Cgil Landini che ha dichiarato:  «Chiediamo che si apra una trattativa seria, di annunci, di chiacchiere ne ho già sentite anche troppe»!!! 

E così urgentemente il Consiglio dei ministri ha varato delle nuove norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro in particolare nei cantieri edili e tra gli argomenti posti in esame è stato proposto un inasprimento delle sanzioni per coloro che non rispettano le regole in materia di sicurezza sul lavoro e un totale riesame degli aspetti penali.

Ecco quindi che nella bozza del decreto legge Pnrr ha fatto quale prima comparsa la “patente a crediti” per la sicurezza nei cantieri, una misura che entrerà in vigore dal primo ottobre 2024 e si propone di instaurare degli standard di sicurezza più elevati sia per le imprese che per i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili.

L’obiettivo fondamentale è quello di promuovere una cultura della sicurezza diffusa e rigorosa all’interno del settore edilizio, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di incidenti sul lavoro.

Ecco quindi che con l’introduzione della patente, il Governo ambisce a migliorare le condizioni di lavoro nel comparto edilizio, garantendo la protezione degli operatori e del pubblico in generale. 

In vista di nuove disposizioni normative è opportuno quindi assicurare una gestione responsabile dei luoghi di lavoro e dei cantieri per non incorrere in pesanti sanzioni. 

Quindi, che cos’è questa “patente a crediti” per i cantieri???

Come funziona?

A chi verrà rilasciata?

Verranno esonerate le imprese già certificate SOA?

Nei casi di inadempienze accertate cosa accadrà?

Quali decurtazioni e sanzioni verranno applicate?

Ed infine nel caso di incidenti quali provvedimenti verranno intrappresi? 

In questi giorni farò in modo di rispondere ai quesiti sopra riportati, ma soprattutto motiverò il perché quest’ultimo “fantastico” lampo di genio, da parte delle nostre “incompetenti” figure istituzionali, evidenzi pienamente quella loro mancata preparazione su quanto avviene all’interno di quei luoghi di lavoro, un ambito lavorativo totalmente diverso da qualuque altro, che presenta tutta una serie di rischi difficili non solo da prevenire, ma soprattutto da riuscire a controllare!!!

Perché solo grazie all’esperienza pluriennale in campo dei suoi responsabili, formatori e addetti alla gestione della sicurezza sul lavoro che finora si è riusciti in questi anni, nella maggior parte dei casi, ad evitare il peggio…  

A domani quindi…

Muore un lavoratore ogni 8 ore, ma sono pochi coloro che prendono in maniera seria la gestione della sicurezza!!!

Certo, come sempre avviene, dopo l’ultima tragedia nel cantiere di Firenze, le Istituzioni si ricordano che tra i gravi problemi presenti in questo Paese, vi è il mancato rispetto della “Sicurezza nei luoghi di lavoro“!!!

D’altronde non bisogna essere un esperto per leggere i dati impietosi che ricordano a quegli incompetenti che secondo quanto riportato nel rapporto INAIL, muore ogni 8 ore e mezza un lavoratore, parliamo quindi di tre morti al giorno, circa 86 al mese!!!

Ovviamente a questi dati ufficiali, mancano tutte le denunce di quegli incidenti mortali occorsi certamente all’interno dei luoghi di lavoro, ma fatti passare come incidenti in itinere, ovvero avvenuti nel tragitto casa-lavoro oppure come incidenti casalinghi…

Naturalmente il settore con più incidenti mortali è quello delle costruzioni, a cui vanno sommati le migliaia di infortuni gravi che non hanno provocato la morte del lavoratore, ma hanno lasciato su di essi profonde invalidità permanenti, un handicap che costringe quei soggetti non solo ad un intervento assistenziale permanente e continuativo, ma condiziona in pieno quella propria sfera individuale, familiare e soprattutto relazionale…

Non parliamo dei molti giovani che si contano come vittime, a molti di questi ragazzi vengono applicati da quegli imprenditori contratti alternativi, sì… per risparmiare. Fanno uso del cosiddetto “dumping” contrattuale, cioè nello svolgere lavori edili o di manutenzione, si ritrovano incredibilmente uno di quei contratto metalmeccanici o ancor peggio legato a lavori come multiservizi. 

Tutti sanno quanto avviene da decenni in quel mondo del lavoro, ma nessuno ne denunciano quel distorto sistema perché tutti ne fanno parte e ne godono i profitti, dalla politica alle istituzioni, dalle associazioni di categoria agli imprenditori, e soprattutto la criminalità organizzata che trova, nei soggetti di cui sopra,  i referenti perfetti al loro sostegno!!!  

Non parlatemi infine di valori, identità, codici etici, rispetto dei protocolli di legalità, controlli, protocolli di legalità, la maggior parte di quelle cose scritte sulla carta non vengono neppure attuate, servono solo per far comprendere che essi attuano principi di legalità, ma nulla di ciò è vero, d’altronde a smentire quanto sopra, mi basterebbe non più di un minuto!!!

Dall’esperienza trentennale in quei luoghi di lavoro, sia in Italia che all’estero e permettetemi altresì di prendermi il merito di non aver mai avuto nei cantieri nei quali ho svolto funzioni tecniche, ma soprattutto incarichi di Cse o RSPP, un solo incidente mortale; beh… ritengo che sono pochi i soggetti che possono non solo paragonare la propria esperienza con quella del sottoscritto, ma soprattutto pensare di parlare di sicurezza, senza aver mai denunciato personalmente nulla presso gli organi preposti!!!    

Per concludere vorrei esprime un’eccezione a questo inconcludente “sistema di gestione della sicurezza”; mi riferisco innanzitutto ai Sindacati, in particolare alla CGIL (in questi anni ho potuto costatare il corretto operato compiuto dai responsabili della Provincia di Catania e Siena) che costantemente rappresentano quei loro iscritti a difesa dei loro interessi, in particolare in quei luoghi di lavoro fortemente a rischio e dove, tra mille difficoltà e con poca collaborazione da parte di Committenti e imprese, cercano quotidianamente di tutelare quella mancata sicurezza!!!

Ed infine un plauso agli Enti Scuole Edili, per la loro attività di formazione e di addestramento, fondamentale – secondo il sottoscritto – per preparare lavoratori e tecnici a quel comparto delle costruzioni che come ormai sappiamo presenta più rischi, ma non solo quanto appreso durante quelle didattiche, permetterà di prevenire incidenti e quindi possibili infortuni, non solo per se stessi, ma anche per i loro colleghi di lavoro: difatti… quanto ahimè accade, ritengo sia conseguenza della mancanza comunicazione!!!

E’ sempre così: dopo che si contano le vittime, ecco che in questo paese si ricordano della Sicurezza sui luoghi di lavoro!!!

Il nostro è un paese composto principalmente da “ipocriti” che non fanno mai nulla di concreto, in particolare nel mettere in pratica gli incarichi per cui mensilmente vengono retribuiti, ma poi, quando accadono incidenti gravi come quello occorso ieri con il crollo di una struttura alle porte di Firenze per la realizzazione di un supermercato, ecco che improvvisamente tutti scendono in piazza!!!

Ascoltavo stamani il Tg1 che diceva come fossero in atto ora i controlli sul personale presente, sui contratti in essere di quei lavoratori, diretti o assunti dai subappaltatori, di tutte quelle procedure che la normativa di riferimento in materia di sicurezza sul lavoro (costituita dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. legge), prevede, ma delle cui adempienze ci si ricorda solo quando si contano i morti!!!

Poi per il resto, la maggior parte di quei responsabili se ne fotte e mi riferisco a molti miei colleghi in qualità di Direttori dei lavori, CSE ed anche RSPP, cui si aggiungono purtroppo gli Ispettori del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale che come sappiamo rivestano funzione di ufficiali di polizia giudiziaria…

Ma stranamente, solo dopo che accadono gli incidenti, ecco che ci si preoccupa delle figure preposte alla sicurezza, mi riferisco ai preposti, agli addetti alle emergenze, ai responsabili delle imprese individuali e/o subappaltatrici, al rispetto dei contratti di lavoro, alla formazione prevista, ai piani di evacuazione e agli interventi di primo soccorso, etc…

La verità è che non c’è alcun controllo o quantomeno nella maggior parte dei luoghi di lavoro quanto dovrebbe essere una “regola” diventa qualcosa di arbitrario e non mi riferisco al piccolo cantiere portato avanti da quei pseudo “imprenditori” che, se non avessero l’appoggio della criminalità organizzata, non saprebbero neppure disegnare uno zero con un bicchiere, ma non sono solo queste le “imprese” (tra l’altro da noi in Sicilia rappresentano la maggioranza…), perché vi sono anche alcuni “General Contractor” presenti nell’isola che non sono da meno,  mi riferisco a società che vengono costantemente esaltate a livello mediatico!!!

Il sottoscritto ad esempio, proprio alcuni anni fa, dopo aver inviato formale comunicazione, si è recato – a proprie spese – in nord Italia, presso la sede legale in una di queste importanti “Holding”, per evidenziare quanto stesse accadendo in quel loro cantiere e mettendo soprattutto a conoscenza su fatti gravi, in particolare proprio sulla sicurezza!!!

Al mio primo incontro – sì… perché successivamente ne sono seguiti altri – credevano che mi fossi recato lì, chissà… forse per come fanno tutti in questo nostro Paese di merd… già, per ottenere qualche beneficio personale oppure per incrementare quella propria posizione professionale; quando viceversa hanno compreso che il sottoscritto non era soggetto con cui mediare ed avendo altresì intuito che mi occupo da oltre trent’anni di sicurezza e da quasi 15 di legalità, ecco, avendo esaminato tutte le criticità indicate, tra l’altro permettetemi di evidenziare come in una di quelle riunioni, nel presentare le prove su quanto stesse accadendo, il solito raccomandato del cazz…, mi faceva notare che non mi era permesso effettuare foto in quei luoghi di lavoro e portava a giustificazione (di quella sua totale ignoranza) la cosiddetta “legge sulla privacy”; Beh… a quel punto ho confermato ad egli che se non fossero state prese da parte della Società, provvedimenti entro e non oltre 15 giorni, tutti i documenti in mio possesso, comprese le foto ed i video  realizzati, sarebbero state trasmessi alle autorità competenti e poi casomai sarei stato denunciato per il mancato rispetto della privacy!!! 

A questo punto, visti gli animi un po’ accesi, uno dei “capi” seduto a quel tavolo – la riunione tra l’altro veniva ripresa da una webcam – compresa la situazione e dopo essersi scusato per quel suo sottoposto, mi confermava che avrebbero sin da subito effettuato le opportune verifiche e nel caso in cui avessi avuto ragione, si sarebbero presi con immediatezza tutti i necessari provvedimenti!!!

Ovviamente comprenderete che non posso fare il nome della società, non per una questione personale, d’altronde dopo quella esperienza il sottoscritto si è dimesso, ma posso garantirvi che tutte le figure allora a capo di quel cantiere da me segnalate sono stati allontanate, come anche alcuni responsabili, ma non solo, a talune imprese affidatarie e/o subappaltatrici sono stati rescissi i contratti in essere. 

Quindi da quanto sopra si comprende che ciascuno deve fare la propria parte, altrimenti si è tutti responsabili di quelle morti che ormai ogni giorno si contano nei  luoghi di lavoro; infatti.. secondo l’Inail, sono quasi tre i morti al giorno nel contesto lavorativo!!!

Eppure di queste morti non se ne parla mai a cui tra l’altro andrebbero sommati tutti quegli incidenti che ogni giorno – pur avvenendo nei luoghi di lavoro come ad esempio nei cantieri – vengono dichiarati all’interno dei Pronto Soccorso da quegli stessi lavoratori (ahimè sottomessi ai loro illegali “datori di lavoro”) come incidenti, sì ma procurati durante l’esecuzione d’interventi presso le proprie residenze.  

Mi dispiace dirlo, ma il problema reale della sicurezza nei luoghi di lavoro ha un nome ben definito e si chiama: collusioni e mazzette!!! Perchè tutto il resta come cantava Califano: è noia!!!

Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!!

Presidenti Mattarella e Draghi, basta con proclami o belle parole sulla sicurezza, d’altronde permettetemi di dire che Voi, non ne sapete nulla su questo argomento ed allora mi chiedo, perché non affidarsi a chi da sempre opera in quel settore!!! 

Il sottoscritto ad esempio opera da oltre trent’anni in qualità  R.S.P.P. (oltre che come Coordinatore e Formatore…), ed in questo lungo periodo mi pregio di non aver mai avuto un solo incidente nei cantieri da me seguiti e posso assicurarvi che non si è trattata di semplice fortuna!!!

Ora, se pensavate per un istante che quanto sopra sia stato dovuto ad una mera casualità, no… miei cari Presidenti, mi dispiace deludervi, ma ciò è accaduto in quanto il sottoscritto, perdonatemi la frase scurrile – “ci ha scassato la minch… ogni giorno, sia ai lavoratori che ai colleghi preposti alla sicurezza” affinché ciascuno di essi compiesse in ogni istante il proprio dovere, senza mai distrarsi ma soprattutto mettendo in pratica quelle necessarie misure di prevenzione e protezione e salvaguardia di ogni fase lavorativa proteggendo tra l’altro anche l’altrui lavoro… 

Perché il problema fondamentale è quello di mettere in pratica – in maniera semplice ma soprattutto facilmente comprensibile – quanto riportato in quel testo unico del D.L.vo 81/08 e s.m.i., ma serve a poco conoscere le norme se poi queste di fatto non vengono  applicate o dovrei aggiungere che chi per primo dovrebbe imporre quelle regole, è proprio lo stesso individuo che se ne fotte!!!

Permettetemi altresì di aggiungere che il sistema per come è strutturato, mi riferisco alla gestione della sicurezza sul lavoro (in sigla SGSL) è di fatto totalmente inconcludente poiché se chi dovrebbe controllare e verificarne l’operativa sul campo è di fatti sottomesso al proprio datore di lavoro, il quale ha solitamente come primo obiettivo quello di mirare esclusivamente alla produttività a scapito della sicurezza, è evidente che il sistema della sicurezza implode su se stesso…

Vi è quindi la necessità di cambiare quelle regole, chi svolge la funzione di controllo deve essere slegato da quel rapporto di sudditanza che lo lega all’impresa stessa; quanto riportato vale anche anche per chi svolge la funzione di Coordinatore: comprenderà bene che se nei lavori privati (ma potrei estendere il concetto anche per quelli pubblici), la figura posta a controllo delle procedure previste e dei controlli, risulta troppo rigida o professionalmente distaccata dal Committente che lo ha chiamato (lo stesso che d’altronde paga le sue fatture), se nel suo operare evidenzia un atteggiamento energico, fermo o risoluto, non permettendo alle imprese o ai lavoratori individuali che si possa violare anche uno solo di quegli adempimenti, ecco che questo professionista, difficilmente verrà premiato e quindi nuovamente chiamato per un altro incarico, no…  al suo posto verrà scelto un collega certamente più disponibile a chiudere un occhio…

La stessa cosa vale peraltro per l’R.S.P.P. o per l’addetto “Preposto” che fintanto dipende dallo stipendio ricevuto da quell’imprenditore (mi riferisco a quello “negligente”, perché ve ne sono tanti altri che dimostrano di tenere alla sicurezza della propria impresa) è evidente che il loro potere decisionale vale nulla!!!
Difatti, riuscire a far la voce grossa, imporsi in quelle scelte fondamentali per la messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro, procedere con gli acquisti dei Dpi, passa tutto in secondo piano quando quel rapporto – a causa delle continue richieste per far fronte a quella inadeguata sicurezza – comporterà l’allontanamento di quel responsabile o l’eventuale modifica del rapporto contrattuale…

Ed infine la situazione peggiore, i “Committenti”: sì, proprio loro che manifestano ovunque a grandi titoli di voler adottare all’interno della propria società quanto necessario per portare a zero quei rischi connessi alla sicurezza, trasmettendo tra l’altro quel messaggio anche ai partner affidatari e di conseguenza alle loro imprese subappaltatrici…

Ora, come dicevo sopra, se quanto fatto resta esclusivamente sulla carta, se sono proprio quest’ultimi i primi a limitarsi ad adottare la sicurezza, espletandola solo dal punto di vista cartaceo, senza poi intervenire in maniera concreta o in particolare, quando emergono gravi problematiche in quei loro cantieri (ah dimenticavo… alcune di esse fanno altresì firmare agli imprenditori nei contratti d’appalto, limiti di riservatezza, affinché nulla di ciò che accade all’interno di quei lavori venga riportato all’esterno in particolare ai media; mi chiedo, non è che forse dovrei pensare che l’intenzione reale è quella di non far giungere mai nulla all’esterno o direttamente a quegli organi competenti o ancor più giudiziari???)!!!

Permettetemi di aggiungere come la circostanza peggiore è rappresentata quando questi – pur venendo a conoscenza delle criticità presenti nei loro cantieri – non si adoperano minimamente per attuare quelle necessarie risoluzione, viceversa si chiudono a riccio, chissà forse per salvare l’onorabilità di quella propria struttura o forse per tutelare quei loro referenti impreparati o certamente inadeguati per occupare posizioni così strategiche e particolarmente decisionali??? 

Ma d’altronde anche loro cercano di salvaguardarsi il proprio orticello, già… quel posto di lavoro ricevuto certamente in maniera immeritata e che ha come unico fine, non tanto il rispetto delle norme previste dai CCNL e/o quanto riportato nei Capitolati d’Appalto, no…  il loro interesse non è sulla salvaguardia delle vite umane, essi viceversa puntano a procedere nella direzione della produttività, affinché i tempi previsti di quei loro cronoprogrammi vengano rispettati e rimettendo così ad altri – mi riferisco ai referenti delle affidatarie o agli addetti della sicurezza delle altre imprese sottostanti – tutti i problemi connessi con quelle fasi lavorative programmate.  

Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sul lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno neppure gli ultimi!!!

Cordialmente, Nicola Costanzo    

P.s. è siamo giunti a – 5

Ispettori del lavoro: servono a nulla i concorsi pubblici!!!

Ho letto in questi giorni un articolo sull’esiguo numero di ispettori del lavoro presenti nell’isola e la  necessità di realizzare un concorso pubblico per integrare quell’Ispettorato di nuove unità…

Beh… il sottoscritto ritiene che il vero problema non sia rappresentato dal numero degli addetti, pensando così di eliminare definitivamente gli incidenti sul lavoro o ancor peggio le morti di quei suoi addetti!!!

D’altronde se volessimo utilizzare lo stesso criterio potremmo dire che un numero importante di funzionari, sarebbe deterrente contro le continue segnalazioni di irregolarità nei cantieri o nelle imprese, già… è come dire che il visto il numero corposo degli addetti alle forze dell’ordine, la mafia o per meglio dire la criminalità organizzata è stata debellata…

Ed allora comprendiamo come il reale problema non sia rappresentato dal numero di ispettori da integrare, ma poi ditemi, chi sarebbero questo soggetti – molti dei quali non possiedono alcuna esperienza diretta sul campo – capaci di invertire questo stato di cose…

Il sottoscritto ritiene che il cambiamento può avvenire solo con la formazione, perché sono le imprese e i loro datori di lavoro, i quali, in collaborazione con i propri Responsabili della sicurezza, preposti, addetti alle emergenze, possono costituire il primo baluardo affinchè circostanze gravi come quelle che si sono presentate lo scorso anno, non abbiano più a doversi ripetere, perché come ripetp spesso, “il pesce puzza dalla testa” e se non si parte con l’intenzione che solo la formazione, l’informazione e l’addestramento, insieme alla consegna dei DPI e DPC, si possono limitare i rischi a cui sono coinvolti tutti i lavoratori… 

Gli ispettori del lavoro servono a poco o quantomeno sono fondamentali per effettuare saltuariamente quei controlli, non necessariamente punitivi (o come si dice sanzionatori…), perché come riportavo sopra, c’è chi prima di loro deve effettuare quei controlli ed è l’impresa, con i suoi uomini, collaboratori e nel caso di appalti pubblici in particolare se di notevole importanza, i Committenti, gli Affidatari, che insieme ai propri  rappresentanti per la sicurezza ( ma non solo, anche per l’ambiente e la qualità…), a cui non dimentichiamo, vanno per normativa integrati i Coordinatori della Sicurezza in fase di esecuzione, …

Quindi se in tutta l’isola vi sono soltanto 63 ispettori del lavoro, sì… saranno certamente pochi, ma ritengo che per quanto debbano svolgere, possono anche bastare… 

D’altronde ditemi, se ogni giorno ciascuno di essi effettuasse un controllo, a fine anno ne avrebbero eseguito ben 16.632, un numero certamente considerevole che sono certo fnora non è mai stato raggiunto… 

Quindi vi prego prima di parlare, prima di scrivere articoli tanto per far aumentare il numero di visualizzazioni nelle proprie pagine web, consultatevi, tra l’altro si sa: parliamo di siti che vengono finanziati da soggetti che hanno certamente interessi personali nel voler realizzare quel servizio, potendo non solo contare sugli introiti delle pubblicità, ma soprattutto utilizzare quel mezzo mediatico così influente per orientare l’opinione pubblica a favore dei loro amici cui solitamente si rivolgono lodi e per rivolgere critiche o disapprovazioni verso chi si schiera contro di essi…

Ecco quindi che prima di pensare a risolvere una questione così grave che da anni fa scorrere fiumi di sangue, bisognerebbe iniziare a pensare di trasformare le culture di tutti i soggetti che operano in quei settori che non desiderano cambiare!!!

Già… mi riferisco a chi cerca ogni giorno di procedere nell’illegalità, ma anche purtroppo chi dovrebbe procedere con i controlli, ma ahimè si piega ( per come abbiamo abbiamo peralto visto, sì… basti ricordare quanto accaduto alcuni anni fa a seguito dell’inchieste giudiziaria che ha visto coinvolti taluni dirigenti di quegli uffici ispettivi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) a quegli abituali metodi corruttivi e clientelari, fondamentali per alimentare il proprio orticello e quello dei propri familiari, già tra l’altro quest’ultimi casualmente inseriti proprio in quelle strutture che avrebbero dovuto essere controllate e che di fatto vengono per gli ovvi motivi… escluse!!!

Già, nel pensare a quanto accade quotidianamente, mi viene in mente un film di qualche anno fa: vai avanti tu, che mi viene da ridere!!!

Le morti bianche di questo paese non pesano soltanto sull’ipocrisia dei nostri governanti ma anche e soprattutto nella coscienza dei funzionari addetti ai controlli!!!

Si allunga la lista dei morti sul lavoro e il numero in questi sette mesi è veramente impressionante!!!

Di ieri la notizia di un’operaia di 40 anni che lascia una bambina di pochi mesi, per un incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda nel Modenese. 

La vittima ahimè è rimasta incastrata in un macchinario sprovvisto a quanto ho sentito del pulsante di emergenza…

Tragedie su tragedie che ogni giorno si ripetono e non solo per la negligenza del personale dipendente o per l’incuria di macchinari, attrezzature, utensili, mezzi d’opera e/o autocarri, non idonei, no… non è solo questo che provoca l’incidente o la morte, perché c’è ben altro, ad iniziarsi da quei controlli o da quelle procedure che non vengono mai attuate, già… per i più svariati motivi, solitamente perché la produzione viene prima di qualsivoglia procedura di messa in “sicurezza”!!!

Il sottoscritto ad esempio. nel corso della propria esperienza ultra ventennale in qualità di RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, ancor prima che Coordinatore della Sicurezza in fase d’esecuzione), si è ritrovato più di una volta a lottare contro un sistema irregolare o quantomeno non conforme, ad esempio mi è capitato di ricevere l’ordine di operare, pur sapendo che la temperatura stava sfiorando i 42°C… 

Ecco… in questi casi mi sono ritrovato da solo contro tutti ed soltanto grazie al mio essere tenace e mai genuflesso, che sono riuscito ad imporre quanto previsto tra l’altro dalla normativa ( che prevede per l’appunto la sospensione dei lavori con temperature superiori ai 35° e l’utilizzo eventuale della CIG). 

Sono molte infatti le realtà produttive i cui lavoratori sono a rischio in quanto operano all’aperto, in particolare il mio settore, dove gli addetti e gli operai dei cantieri edili e stradali si ritrovano a dover operare nella maggior parte del loro tempo sotto il sole… 

Vorrei ricordare come il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/’08) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e specificamente il lavoratore esposto ad agenti fisici tra i quali il “microclima”!!! 

Quindi, da quanto sopra, si comprende come il rischio di danni da calore tipico delle attività lavorative svolte in ambiente aperto nei periodi di grande caldo estivo e non solo accertato ma soprattutto, le condizioni in essere non hanno bisogno d’ulteriori discussioni, pareri o consigli che si sa risultano essere sterili, come ancor peggio il ricevere ordini di servizio che obbligano le imprese e di conseguenza i loro dipendenti a dover operare nelle sopraddette gravi circostanze!!!

E quindi quanto accadono incidenti gravi come quelli di questi giorni, la colpa va ricercata in tutti quegli individui che si prestano affinché queste tragedie si compiano!!!

Mi riferisco all’ipocrisia dei nostri governanti incapaci di realizzare leggi adeguate, per continuare con tutti i funzionari pubblici e gli addetti ai controlli, per proseguire con i responsabili delle società, generalmente General Contractor, che preferiscono stare all’interno del proprio ufficio al fresco del condizionatore, obbligando viceversa tutti gli altri a lavorare!!!

Sì… è’ morta una ragazza, una notizia che lascia ciascuno di noi tristi e sgomenti, d’altronde quanto accaduto non potrà mai essere dimenticato e ancor meno perdonato, ma se si continua ancora con questa generale strafottenza, questa tragedia non sarà l’ultima per il 2021 ed è proprio quest’ultima circostanza che ora più di tutte mi fa stare male!!! 

Sicurezza sul lavoro nelle cave: "otto anni per la prima sentenza…"!!!

Ho letto ieri un articolo di un incidente sul lavoro, che ha portato alla morte un dipendente all’interno di una cava…
La tragedia è del 2011 e soltanto ora, dopo oltre otto anni, è stata emessa la sentenza!!!
L’imputato (il sorvegliante di cava), per come ho letto è stato assolto dal giudice perché il fatto non costituisce reato!!! 
Per tutti gli altri capi di imputazione il giudice ha assolto con la formula perché “il fatto non sussiste“.
Vi starete chiedendo perché riprendo questo articolo… semplice, perché ciò che mi ha incuriosito è quella frase riportata ne post che dice: “Nel corso del dibattimento la difesa ha offerto una serie di documentazioni che accertavano i rispetto delle norme in vigore in tema di sicurezza da parte dell’azienda che operava nella cava di frantumazione, teatro dell’incidente”.
Vorrei precisare che non è mia intenzione mettere in discussione eventuali documentazioni presentate, dalle quali è emerso le corrette procedure messe in atto in termini di prevenzione e protezione…
Ma quando quell’iter fin lì utilizzato, non è riuscito a salvaguardare la vita del suo lavoratore, ritengo che qualcosa in quel criterio di valutazione è sicuramente venuto a mancare…
Anche perché in quella vicenda, non si sta ipotizzando un suicidio… perché soltanto così si spiegherebbe il fallimento di quei processi di formazione e informazione, a cui il lavoratore sarà stato certamente preparato, sia grazie al R.S.P.P. aziendale presente o attraverso un ente preposto, ufficialmente accreditato…
E quindi quel decesso non può che essere ricondotto a qualcosa che non ha purtroppo funzionato… pur avendo quella struttura imprenditoriale posto tutte quelle necessarie garanzie a salvaguardia dei propri dipendenti…            
Ma certamente – visto quanto accaduto – si poteva fare di più!!!
Ed è il motivo per cui non comprendo quell’articolo… 
Già… debbo dire che – conoscendo perfettamente le modalità messe in opera in quel ambiente delle cave – cercando a tutti i costi un possibile colpevole, nel caso specifico il sorvegliante di cava, mi sembra alquanto riduttivo o dimostra esclusivamente come si sia a tutti i costi, provato a trovare un responsabile, che pagasse per tutti…
Qui c’è poco da contestare… non esistono omissioni o condotte negligenti, parlare di imperizia o d’imprudenza è come non voler considerare esperto o professionalmente valido quel dipendente specializzato, manovratore di quegli immensi… mezzi d’opera.
La verità è tutt’altra e va ricercata nella difficoltà di quelle aziende che operano in quelle cave di frantumazione, ambienti che sappiamo essere altamente pericolosi e nei quali, anche la più banale disattenzione, può condurre ahimè a tragici incidenti…
Ecco perché non basta semplicemente predisporre quei documenti obbligatori, già… non è sufficiente dare ai propri dipendenti quella necessaria formazione, come serve a poco mettere in campo quelle procedure di segnalazione, viabilità o protezione dei percorsi all’interno di quell’area di coltivazione, in particolare se in prossimità delle scarpate o di quei fronti di cava… se poi alla fine basta poco per uccidere un uomo…
E’ tempo quindi che tutte le forze istituzionali predisposte a quei controlli, mettano in campo le necessarie sinergie, escludendo in questa mia attuale analisi, quelle azioni giudiziarie poste in essere in quest’ultimo periodo dalle forze dell’ordine, ma bensì… riferendomi a quella serie di interventi mirati per assistere – attraverso l’utilizzo di professionisti della sicurezza con esperienza ventennale – quelle società appartenenti al mondo lavico, che rappresentano da sole, un indotto fondamentale per l’economia di questa regione…

Ma dove sono tutti gli altri??? Già… tutti coloro che avrebbero dovuto coadiuvare quell’imprenditore…

Questa mattina ho ricevuto a mezzo “whatsapp” la notizia del sequestro di una cava che operava nella estrazione della pietra lavica, nel territorio etneo…
Secondo il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, è stato accertato come all’interno di quell’area fosse stata realizzata una discarica abusiva di rifiuti, tra cui alcuni classificati “speciali” e cioè pericolosi per la salute pubblica…
Inoltre, è emerso che la stessa operasse in merito all’estrazione, al di fuori delle prevista autorizzazioni d’esercizio e che al suo interno la società impiegasse personale non registrato ufficialmente…
Non ho alcun interesse ad entrare nel merito di quelle indagini, d’altronde troverete tutte le informazioni nel web, ciò che m’interessa comprendere, rappresenta quella stessa domanda che ogni qualvolta mi pongo quando accadono circostanze come quella appena emersa dalle nostre forze dell’ordine e cioè, dov’erano tutti gli altri???
Già… invece di pubblicare i nomi della società e metter alla gogna quel datore di lavoro, perché non si fanno i nomi ed i cognomi di coloro che avrebbero dovuto controllare???
Penso ad esempio ad eventuali funzionari del Distretto minerario!!!
Forse mi sbaglio… ma come mai nessuno di loro si è accorto durante i precedenti sopralluoghi che quell’impresa avesse violato le norme che regolano le distanze di sicurezza dai confini limitrofi, scavando – per quanto è possibile intuire dalle notizie riportate – oltre il piano di coltivazione consentito nel progetto finale, non posso credere che quello scavo (d’altronde ci vuole del tempo…) sia stato realizzato solo qualche ora prima di quel controllo ispettivo…
Ed ancora, perché il direttore di cava non è immediatamente intervenuto nei confronti della ditta e/o del preposto sorvegliante di cava, affinché s’interrompessero tutte quelle attività estrattive non autorizzate, obbligando altresì la ditta a ripristinare lo stato dei luoghi in ordine ai confini…
Chi doveva verificare quei luoghi, l’eventuale materiale estratto, le distanze di sicurezza dai confini limitrofi del piano di coltivazione consentito nel progetto finale???
Oppure, chi doveva registrare ufficialmente il rapporto di produzione del materiale estratto e chi doveva verificare il personale presente e quanto previsto dalla normativa in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro, dal D.lg.vo. 81/08 e s.m.i.???   
Già… mi chiedo, i responsabili della sicurezza (direttore di cava, sorvegliante ed r.s.p.p.)  dov’erano???
Siamo sempre alle solite… 
Si colpisce l’impresa e i loro titolari – premesso che non voglio esonerarli dalle loro responsabilità – ma ciò che da più fastidio è dover osservare costantemente come gli altri, sì… tutti coloro che avevano responsabilità, veri e propri professionisti di quel settore (che peraltro percepiscono lauti compensi), ne escano ogni qual volta da quei contesti, in maniera indenne… 
Altro che maxi sanzioni alle imprese o provvedimenti di sospensione delle attività, qui bisogna colpire in maniera ferrea tutti coloro che non hanno fatto il proprio dovere, che si sono girati dall’altro lato, perché sarebbe bastato semplicemente a quei colletti “grigi” essere meno “servili” o certamente più inflessibili, che forse notizie come quella occorsa a quell’impresa, non sarebbe neppure emersa…
Perché nel corso della mia vita, ho potuto costatare quanto poco ci voglia per mutare le convinzioni di quelle persone che a prima vista sembrano inamovibili sulle proprie posizioni… ma che successivamente, attraverso un semplice dialogo ed un confronto sulle posizioni, che si può giungere a riflettere sulle eventuali conseguenze, riconducendo sulla retta via, anche l’imprenditore più irrispettoso delle regole e delle normative previste…
Ecco perché m’incazzo… perché so quanta colpa hanno quei soggetti, nel non aver assistito in maniera corretta quell’ignaro datore di lavoro… 
Ed ora come sempre avviene, a pagarne le conseguenze saranno tutti quei lavoratori che stavano (a differenza di quei fantocci…), compiendo semplicemente il proprio dovere!!! 
Ma si sa… è cosa che va da noi…

Ancora morti sul lavoro…

Ancora sangue nei nostri cantieri edili… 
In pochi giorni sono decedute 4 persone e nel corso di quest’anno sono già 14 le vittime ufficiali…
Ora sono in tanti a stringersi in cordoglio ed è così che partono gli appelli al Prefetto perché convochi immediatamente un comitato per la sicurezza sul lavoro…
Rappresentano uno dei tanti appelli che vengono realizzati tutte le volte in cui accadono questi mortali incidenti e come in ogni cosa… passato il momento dell’emergenza, tutto ritorna ad essere… come prima!!!
Tutti ora gridano ad alta voce…, dai sindacati alle associazioni di categoria, dall’ispettorato fino a proseguire con gli enti paritetici di formazione…
Peccato però che gli stessi, non siano così presenti nel corso dei lavori… anzi demandano proprio ad altri… in particolare a quei poveri Preposti ed R.S.P.P. il compito di far rispettare la sicurezza sul lavoro… mentre loro nel frattempo… discutono su quali soggetti coinvolgere in questo nuovo comitato provinciale, tanto per dare la “solita” visibilità a quei soggetti che, se da un lato è vero sono direttamente coinvolti nella sicurezza sul lavoro – vedasi quanti appunto operano negli uffici dell’Inps, Inail, Ispettorato del lavoro, Nucleo ispettivo del lavoro dei carabinieri e tutte quelle associazioni di categoria – dall’altro, peccato che… escono fuori dai loro uffici soltanto quando accadono tragedie simili…
Basti guardare giornalmente la ns. città per osservare in quali modi le nostre imprese – definite tali solo sulla carta – operano nei loro cantieri con evidenti difformità negli apprestamenti ed a quali  rischi espongono i propri lavoratori, quasi sempre sprovvisti sia dei DPI che di quelli collettivi… 
A tutto ciò si aggiunge il fenomeno del lavoro nero… e delle denunce per infortunio, quasi sempre sostituite dai dipendenti al pronto soccorso da mendaci dichiarazioni, proprio per evitare di coinvolgere l’impresa e/o i propri datori di lavoro…
A cosa serve quindi sedersi a discutere… basterebbe che ognuno di essi faccia quanto è loro dovere… e non si tratta solo ed esclusivamente di sanzionare -perché la politica finora instaurata e cioè quella della multa e/o della denuncia penale serve a poco per combattere un fenomeno che trova sempre nuove soluzioni e/o prestanomi umane per continuare – ciò che è veramente importante è fare cultura… trasmettere quel necessario messaggio della formazione e dell’addestramento…, far capire ai datori di lavoro l’importanza del rispetto delle norme ed ai lavoratori che la loro vita, viene prima di qualsivoglia compromesso… possa anche questo chiamarsi… posto di lavoro!!!
I metodi per prevenire gli incidenti ci sono tutti, ad iniziarsi da quei principi che prendono il nome di correttezza e legalità, dal rispetto delle leggi e dall’applicazione di quelle metodologia ben descritte nel D.Lvo 81/08 e s.m.i., che però debbono trovare applicazione non solo nella teoria, ma soprattutto nella pratica…
Il problema non deriva soltanto dai mancati controlli… ma nel costringere quelle imprese lestofanti a chiudere definitivamente i battenti… allontanare quegli imprenditori improvvisati, impostori e filibustieri che s’improvvisano in settori a loro sconosciuti, senza avere la benché minima capacità tecnica e organizzativa, credendo che la sicurezza sia qualcosa di totalmente inutile…
Anche la politica ha le sue colpe… 
Non è possibile infatti che lo Stato continui a tagliare i finanziamenti destinati agli ispettorati territoriali del lavoro, con il risultato che i propri addetti siano sempre più in numero esiguo e soprattutto senza quelle necessarie garanzie che permettano di poter espletare in maniera ottimale il compito a cui sono stati demandati… 
Bisogna affidare a coloro che vivono giornalmente i rischi dei cantieri, dell’industria, di tutte quelle attività che comportano gravi rischi per la salute dei lavoratori, il compito di dare suggerimenti e per ricercare quelle soluzioni corrette tali da poter affrontare un tema così delicato e di non facile soluzione… 
Non è corretto che le persone paghino con la propria vita… l’incapacità di quella politica e istituzioni, in un settore proprio come quello dell’edilizia, ormai in completa crisi e divenuto ormai territorio di illegalità e malaffare…
Basta… già basta con queste inutili stragi… e almeno per una volta, tutti, si ripeto tutti, inizino ad affrontare seriamente questo problema, tentando di realizzare quelle necessarie ed indispensabili correzioni, che permettano così progressivamente, non certo di eliminare tutti i possibili rischi, ma almeno quello di poter abbattere definitivamente questi esecrabili infortuni mortali sul lavoro!!!

Sicurezza sul lavoro: Catania, capitale delle morti bianche!!!

” Catania, capitale delle morti bianche “, titolano in questo giorni tutti i giornali…

Mi viene da ” piangere ” al pensiero che in tutti questi anni, ne sono passati quasi 17, da quel lontano 94′, quando venne pubblicato il famoso Dlgs.  626 e s.m.i ( di cui le ultime modifiche, inserite nel 2007 dal Dlgs.  257 ), e da allora ( periodo in cui veniva finalmente e seriamente affrontato il problema della sicurezza ) ad oggi, i risultati sono rimasti sotto il profilo delle vittime eguali!!!
Il decreto legislativo 626/94 rappresentava la normativa di riferimento per aziende e impiegati prescrivendo misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro, in tutti i settori di attività, sia privati che pubblici.

Furono designate delle nuove figure, quali il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione ( interno o esterno all’azienda), bisognava procedere alla nomina del medico competente, vennero designati i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio e di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato ed ancora si prevedeva la designazione dei lavoratori incaricati del pronto soccorso e dell’assistenza medica di emergenza…
Iniziò a redigersi il Documento di valutazione rischi, ed ancora, in tutte le aziende dovrà essere eletto o designato ( direttamente dai lavoratori al loro interno), il rappresentante per la sicurezza (sino a 15 dipendenti), mentre nel caso in cui l’azienda abbia più di 15 dipendenti, il rappresentante per la sicurezza è designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda.

Il datore di lavoro dovrà assicurarsi che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni, ed ancora che le attrezzature di lavoro messe a disposizione del dipendente, debbano soddisfare le disposizioni legislative e regolamentari in materia di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori stessi ad esse applicabili, ed infine vengono introdotte e pubblicate norme specifiche per quanto riguarda anche l’uso di attrezzature munite di videoterminali…

Ora gli anni sono passati, le leggi migliorate, modificate, corrette, ecc…, siamo giunti infatti oggi al Dlgv. 81/08 e s.m.i. ( il cosiddetto Testo Unico… ), ma la sostanza purtroppo non cambia…!!!

Si, gli incidenti soprattutto quelli mortali nei cantieri, non diminuiscono, e soprattutto non diminuiscono a Catania, e controllando meglio le ultime percentuali fornite dall’Inail, ci accorgiamo che siamo fortemente  peggiorati…
Ora tutti coloro che avrebbero dovuto verificare che ciò non avvenisse, sono lì pronti a discutere, realizzano seminari, vengono invitati tutti coloro che svolgono e si occupano di sicurezza  e così Direttori, Coordinatori, Presidenti di associazioni, Psicologi, Medici, Ordinari di università, Sindacalisti, ecc, sono lì pronti a dibattere… 
Ma di che cosa, vorrei dire??? Esistono pochissime regole e basterebbe soltanto farle osservare, è state certi che gli incidenti, soprattutto quelli mortali finirebbero…

 La prima regola è che ” la sicurezza non è un Business ” e non deve essere visto da coloro che vi gravitano attorno, come un pozzo a perdere, perché ormai questo è diventato!!!
Infatti, troviamo migliaia di piccole imprese artigiane, a cui vengono richiesti tanti di quei documenti per essere in regola con le normative, che inesperti, spaventati e preoccupati, preferiscono affidarsi al primo di turno, che avendo svolto ed ottenuto attraverso un semplice corso, il requisito di  Responsabile del servizio Protezione e prevenzione ( a che bella parola… ) o Coordinatore della sicurezza, comincia a preparare tanti di quei documenti, molti dei quali inutili, senza aver accertato l’eventuale ubicazione del cantiere oggetto dei lavori, senza la conoscenza delle capacità tecniche e dei mezzi d’opera dell’impresa, l’aver predisposto tutta una serie di dispositivi di protezione individuali e collettivi, di utensili elettrici o di opere provvisionali, cui l’impresa per abbattere i costi, farà a meno, utilizzando quanto ancora in proprio possesso, nel deposito del proprio magazzino, ormai non più in regola…, ed ecco quindi, che vengono presentati dei bei faldoni ( è giusto fare vedere quanto si è lavorato… ), seguiti correttamente da un conto “salato”… ( se poi una parte di questo conto può non essere registrato e saldato in contanti… è ancora meglio…)!!!

Accertata la mancanza di regole certe e attraverso la breccia, generata dalla confusione,  che tutti questi provvedimenti hanno portano, alcuni soggetti cogliendone questo passaggio si sono infiltrati, per poterne ottenere vantaggi, ed allora tutti a realizzare corsi di formazione ( tanto chi più ne ha più ne metta, per ottenere quel bell’attestato da mettere a vista dietro la propria scrivania, così fa più scena…, poi che non si è frequentato il corso o l’aver visto un cantiere soltanto in televisione, quello ha poca importanza…).
Bisogna purtroppo ancora aggiungere, che a volte vedere certi cosiddetti “docenti” (mi viene da ridere a chiamarli così ed anche raccomandati… ovviamente), sono messi lì a modo loro a spiegare, quasi sempre leggendo le schede preparate in precedenza, proiettate su quello sfondo bianco, attraverso quel sofisticato accessorio, portatosi da casa e facendo così passare, in maniera noiosa, quelle ore a se stesso e a coloro che sono costretti a sentirlo…
Ovviamente, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio e c’è anche chi s’impegna, studia, si aggiorna ed è in questo settore molto preparato oltre che farlo certamente con passione, questi comunque sono pochi e si trovano, soltanto presso gli enti statali e/o paritetici…

Il problema sta nella testa, è fondamentale far capire cos’è la prevenzione; occorre entrare nella psiche e ” martellare ” quotidianamente i  lavoratori, soprattutto quelli che ormai hanno una certa età, questi infatti sono i più reticenti a cambiare le proprie abitudini ( anche perché dita amputate, cicatrici e ossa rotte sono presenti ovunque…) e pensano che l’esperienza fatta negli anni, li renda immuni dal pericolo…
Bisogna far comprendere a quali rischi, la propria mansione può incorrere, non soltanto per lui, ma soprattutto per coloro che gli stanno vicino e quali conseguenze porta il verificarsi di un’infortunio, soprattutto nel caso in cui questo è mortale…
Inoltre, spiegare i danni che l’impresa subisce, dover dimostrare la reale estraneità nell’accaduto, palesare di aver messo tutte le precauzioni perché l’infortunio non avvenisse, ottemperare nella visione di tutti i documenti per sbloccare l’eventuale sospensione dei lavori, procedere con spese legali, chiamare in causa le assicurazioni, pagare transazioni… e via discorrendo…
La cosa bella è che tutti fanno finta di non vedere, basta vedere quasi tutti i nostri cantieri in Città…, gli operai non possiedono divise, il casco è un’eccezione almeno quando serve ( oppure diventa un’imposizione ritrovandoci operai ormai che pranzano con l’elmetto) , guanti, scarpe, cuffie, ecc… sono rari, ed ancora trabattelli e ponteggi formati dagli oggetti più strani ( negli USA sarebbero opere d’arte contemporanea ), e poi non parliamo dei DPI di terzo grado…  

Quindi mi chiedo, ma dove sono coloro che dovrebbero controllare…???, dov’è sono i Sindacati, ( Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ho letto che hanno ribadito la richiesta di una chiara ricognizione delle risorse umane che sono in campo per la lotta alle troppe violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro…), allora perché non cominciare anche con il dire che nella maggioranza delle nostre imprese, il dipendente e/o operaio, non può intervenire ne direttamente, ne attraverso i loro rappresentanti, nelle scelte aziendali della sicurezza, anzi eventuali suggerimenti vengono presi come  influenze negative nella conduzione del proprio e altrui lavoro, ed in contrasto con le decisioni prese direttamente dal proprio Datore di lavoro, ed a cui lui poco si può fare, se non iniziare una lotta impari, dove il mobbing, la farà da padrone, ed al ” povero dipendente/operaio” non resterà altro che rassegnare le proprie dimissioni…

Bisogna incidere nei controlli, con nuovi pubblici ufficiali, a cui è permesso verificare e quindi contribuire a fare espletare tutte quelle azioni atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, poter redigere un verbale di giudizio (non sanzionatorio), e rimandando ad un ulteriore controllo, entro pochi giorni, per verificare se quanto richiesto è stato messo in atto…, documento questo che possa servire quale giudizio di parere sul cantiere esaminato, ed inoltre essendo trasmesso alle autorità competenti, queste provvederanno a realizzare un monitoraggio più particolareggiato ed a prendere nei casi negativi,  i giusti provvedimenti…    
Purtroppo, Catania ha anche un altro triste primato, che è quello rappresentato dal lavoro nero…, ecco colpire quelle imprese che ancora oggi operano attraverso proprio personale o utilizzando personale in nero, tramite il subappalto è una situazione che non può essere più accettata…. queste ” imprese ” debbono essere subito sospese dall’attività, ai propri datori di lavoro, familiari diretti e/o affini che hanno avuto interconnessioni con la società deve essere tolta ogni possibilità, di fare nuovamente impresa…

L’operaio trovato in cantiere durante una verifica da parte di Ispettorati e/o carabinieri, deve dimostrare di essere stato assunto almeno con tre giorni d’anticipo, anche perché un giorno lo si perde per l’assunzione, un’altro per la visita medica e la formazione e la consegna dei DPI  e quindi soltanto il terzo giorno può realmente cominciare ad operare…!!!
Ed ancora bisogna colpire l’operaio che usufruisce dell’eventuale disoccupazione per poi andarsene a lavorare presso qualche impresa, di un amico o di un parente ( a nero…), ecco questi soggetti perderanno il diritto della disoccupazione ed il rimborso di quanto ricevuto con l’aggravio di una ammenda…, mentre all’impresa verrà cagionata una multa con la sospensione definitiva di lavori!!!

Multa e procedimento penale, che prenderà anche la Committente e/o il Proprietario ed anche il Responsabile dei lavori e il Coordinatore della Sicurezza… e qui centra poco la lotta alla legalità, alla Mafia …, perché qui sono soltanto le persone che non fanno il loro dovere e che  in maniera individuale, vanno punite!!!
Il prefetto ha assicurato che metterà attenzione alla questione, attraverso un incontro tematico con la partecipazione di parti sociali, forze dell’ordine, Inps, Inail e Azienda Sanitaria Provinciale.

Speriamo che non rappresenti una delle tante riunioni che alla fine non si concretizzano mai…; perché purtroppo le persone vanno e vengono e quindi  coloro che oggi vengono a trovarsi a dibattere e/o a risolvere questo grave e difficile problema, fra qualche giorno, probabilmente saranno andati in pensione e si dovrà nuovamente ricominciare!!!
Nel frattempo qualche altro morto, avrà elevato il numero di questa nostra vergognosa classifica…