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LIBERA: Denunciare conviene! Certo, facile a dirsi… fintanto che sono gli altri a farlo!!!

L’altra mattina mentre stavo guidando, ascoltavo Radio 24.
Si parlava di un episodio inquietante che si era registrato in località Ostia e si ricollegava all’aggressione subita dal giornalista Daniele Piervincenzi, da parte di un esponente della famiglia degli “Spada”…

A dichiarare quanto sopra era l’intervistato Avv. Giulio Vasaturo per c/ dell’Ass. “Libera” di Don Ciotti, (associazione della quale mi sento onorato di essere iscritto).
Per quella vicenda come si sa, è iniziato il processo dinnanzi all’autorità giudiziaria presso il Tribunale di Roma, ed è accaduto che una testimone, non si è presentata in aula!!!
E’ stato quindi disposto l’accompagnamento coattivo, cioè alla prossima udienza verrà accompagnata dai carabinieri, perché – secondo quanto riferito dal pubblico ministero – purtroppo, è stata vittima di un attentato incendiario, nel senso che “ignoti” (quest’aggettivo è bellissimo… sì, del tipo che qualcuno non ha un cazzo da fare… e si mette a provocare danni sulle cose altrui, così tanto per…) alla vigilia della sua testimonianza,  hanno incendiato la roulette del figlio!!!
Questa grave circostanza, è stata ritenuta dagli inquirenti un chiaro atto d’intimidazione, che evidentemente ha condizionato la partecipazione della signora a quel processo…

E’ facile ora dire a parole: “Denunciare conviene“, tanto alla fine cosa costa dirlo, sono sempre gli altri a pagarne le conseguenze… quelli che per l’appunto… denunciano.
Poi, che chi ha effettuato quelle denunce viene lasciato solo dallo Stato… poco conta!!
Si lo STATO… quello fittizio, quello che vorrebbe farci credere che è sempre presente, che interviene “immediatamente (considerate il termine con eufemismo…), ma che lascia di fatto isolati questi chiamiamoli “eroi”, gli stessi che la società civile rifiuta, soggetti che si ritrovano immediatamente emarginati e solo perché hanno sporto denuncia presso le autorità giudiziarie!!!

Difatti, vorrei sapere da tutta questa serie di sapientoni della legalità, ditemi… perché se lo STATO è così presente, nessuno denuncia???
Ed ancora, perché denunciare quando assistiamo in maniera evidente all’atto di una diminuzione delle condanne penali per quei delinquenti occasionali o anche al numero di querele sporte… tanto che non conviene più denunciare crimine di lieve entità, a causa del nuovo decreto legislativo, che prevede per l’appunto, la non punibilità dei reati “per tenuità del fatto”…
Ed allora esaminiamoli questi casi di non punibilità e vediamo in quali casi si configurano: 
– reati sanzionati con una pena non superiore a 5 anni di reclusione;
– oppure reati sanzionati con pena pecuniaria.
In altre parole, laddove il processo accerti che il crimine è stato realmente commesso dall’imputato, quest’ultimo non verrà condannato, ma… sentite… sentite… PROSCIOLTO!!!
Sì… in questi particolari casi, scatterà nei suoi confronti, l’archiviazione del procedimento per “tenuità del fatto”!!!
Ed allora, con una normativa che prevede quanto sopra, viene da chiedersi: “Chi mai sporgerà querela contro il proprio aggressore, se già in anticipo sa che il colpevole non verrà punito?“.

D’altronde con una giustizia ritardata e il più delle volte negata, e con un sistema che non punisce ma che assolve, vorrei sapere quanti sono quei folli (il sottoscritto ahimé… ne conosce uno…) che provano con ogni mezzo a contrastare questo sistema “colluso e corruttivo”, dedito quotidianamente – grazie a quei suoi uomini, personaggi al di sopra di ogni sospetto – al malaffare e a condurre le proprie vite, in maniera immorale e socialmente riprovevole…

Ma questa (povero noi…) è la natura dell’uomo e tutti indistintamente si piegano a quelle sue infide regole, dagli abituali delinquenti… fino a quegli sleali magistrati (purtroppo sì… ci sono anche loro)!!!        
Ma il sottoscritto ormai vive la propria vita come fosse una missione, già come a Don Ciotti; d’altronde entrambi abbiamo scelto di vivere seguendo una regola: “Abbiamo solo questa vita, quaggiù non ne avremo un’altra, per amare, per amarci, per impegnarci e per esserci”!!!
Ed allora, seguendo questo principio, soli e tra mille difficoltà, si va avanti lo stesso, ovviamente… DENUNCIANDO!!!

Prima contro la mafia, dopo contro lo Stato: 25 anni di processi per avere giustizia!!!

Bruno Contrada, capo della mobile a Palermo negli anni di piombo, in prima linea contro la mafia in un periodo in cui s’indagava sui collegamenti tra mafia e Stato e in quella cosiddetta “zona grigia”, tra legalità e illegalità…
Venne arrestato il 24 dicembre del 1992 con l’accusa di concorso in associazione mafiosa. 
Fu condannato in primo grado a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto…. 
Dopo di che giunse il giudizio della Cassazione, che annullò l’assoluzione con il rinvio alla Corte d’Appello di Palermo lo stesso che nel 2006, confermò la condanna a 10 anni. 
Ed oggi… la Corte di Cassazione ha revocato la condanna di concorso in associazione mafiosa…
Si resta senza parole, ma soprattutto noi cittadini alla fine, restiamo storditi da questi rocamboleschi e ribaltamenti gradi di giudizio…
Abbiamo sentito e letto, storie su storie su questo funzionario, agente segreto e poliziotto italiano, dirigente generale della Polizia di Stato, numero tre del Sisde, capo della Mobile di Palermo e capo della sezione siciliana della Criminalpol!!!
Viene ovviamente da chiedersi… ma se questo importante funzionario era realmente coinvolto, lo Stato… a quel tempo, ha dimostrato con quella quella sua scelta d’aver fallito… ma se come risulta oggi, quest’uomo, risulta totalmente estraneo e quindi innocente da qualsivoglia incriminazione, lo Stato… in questi anni, ha dimostrato nuovamente di aver fallito e forse viene da chiedersi, se non si sia voluta favorire la mafia e/o qualche uomo di quella zona grigia, allontanando volutamente questo funzionario per 25 anni da quel suo apprensivo lavoro…
Dice bene: “ha sofferto la mia famiglia e il mio pensiero va a tutti loro, che mi sono sempre stati sempre vicini. Il mio onore? Non l’ho perduto mai, ho sempre camminato a testa alta perché ho sempre e solo fatto il mio dovere”!!!
Ma se per fare il proprio dovere, alla fine, uno… deve essere incriminato, comprendo il perché in Italia, la maggior parte dei miei conterranei… non si espone e si fa i cazz… propri!!! 
Immaginatevi l’umiliazione che ha dovuto subire quest’uomo… ovvero la perdita di onore causata da quelle strutture istituzionali, a cui da sempre aveva creduto…
Quale vergogna per se, per la propria famiglia, dover subire questo attacco frontale, questa messa in discussione della propria professionalità… una condizione che lo ha di fatto paragonato ad un traditore dello Stato, un uomo che compieva deliberatamente, tutta una serie di attività indegne, venendo meno al proprio adempimento.
Ma la nostra si sa… è una comunità che ti giudica, sì… una collettività che ti punisce!!!
Possiamo definire la nostra società, quella della “colpa” dove onore e vergogna sono dei sentimenti di profondo rilievo!!!
Come si dice… nascondersi e sparire per la vergogna, riparare e quindi espiare, nel caso della colpa…
Il peso della nostra società e davvero rilevante, nessuno è più disposto ad aspettare la sentenza di un giudice… 
Si preferisce innanzitutto condannare “mediaticamente”, poi eventualmente, se se capaci, si dimostrerà la propria innocenza… per adesso serve qualcuno che paghi!!!
Ma, dato che Bruno Contrada non si è mai piegato a quel giudizio infamante e non si è mai dichiarato corrotto, disonesto e disonorato, la maggior parte dei suoi connazionali, proprio per quel suo atteggiamento di sfida, lo ha ritenuto sin da subito colpevole… 
Oggi, dopo 25 anni… ciascuno di noi, non può ritenersi soddisfatto, ne sotto il profilo umano e neppure sotto quello giudiziario, poiché – abbiamo visto – per fare emergere quell’unica verità… le nostre istituzioni hanno avuto necessità di un quarto di secolo!!!
Come ho scritto alcuni mesi fa: giustizia ritardata… è giustizia negata!!!

Giustizia ritardata è giustizia negata!!!

Una frase di un grande filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese… (Charles Louis de Secondat barone de La Brède et de Montesquieu; 1689 – 1755), campeggia sui cartelloni pubblicitari della nostra città… 

Ma cosa significa questa frase… e poi non si comprende, contro chi si è voluto manifestare pubblicando quei manifesti???
Ritorniamo per un momento alla frase: 
“Giustizia ritardata è anche giustizia negata”!!!
Ogni qualvolta che chiediamo “giustizia”… lo facciamo principalmente per due motivi: il primo perché pensiamo di fare il nostro dovere di onesti cittadini, ed il secondo, perché riteniamo di essere vittime di un’ingiustizia o  quantomeno, riteniamo di aver subito un torto…
Nel fare ciò, pensiamo di riuscire in maniera ad ottenere quanto si è denunciato… ed ecco che all’improvviso, scopriamo di essere entrati in un tunnel senza luce o per lo meno, quel punto luminoso è alquanto lontano… rispetto alla nostra realtà!!!
Purtroppo,, le nostre aule di giustizia – in una società di diritto che funzioni – dovrebbero garantire dei tempi certi… ed invece, appena mettiamo piede in quei palazzi, ci accorgiamo di come, quel tempo a nostra disposizione… (facendo i dovuti scongiuri…) potrebbe non bastare!!!
Dire che il sistema giudiziario è lento è di per se… un eufemismo.
D’altronde, il meccanismo procedurale è talmente complesso e macchinoso, che la maggior parte delle volte, non si giunge neppure ad esprimerlo quel giudizio, perché qualcuno delle parti ha rinunciato oppure è deceduto… 
Ed è proprio su questi punti, che si basano i nostri bravissimi legali, in particolare mi riferisco a quanti si occupano di penale…
Sono certo che all’interno di quell’ambiente la frase più in voga sia: “più si dilatano i tempi e più si è certi che mai si giungerà a qualcosa”!!!
Inoltre, a quanto sopra vanno aggiunte tutta una serie di problematiche, che vanno dal: numero esiguo dei magistrati, enorme quantità di procedimenti pendenti, carenze del personale ausiliario, distribuzione irrazionale degli uffici giudiziari sul territorio, inefficienze a causa della mancanza di fondi, necessità strutturali e adeguamenti tecnologici e/o informatici, a cui si somma un formalismo giudiziario che appesantisce il carico della giustizia, numero spropositato di avvocati ed una assenza effettiva di valutazione sulla professionalità di quegli stessi magistrati….
Possiamo definire questo sistema, come un “cane che si morde la coda”
A rallentare ancor più la macchina della giustizia civile sono i ritardi con cui mediamente si giunge ad un giudizio… solitamente, non prima di 6/10 anni in primo grado ed altri 3 per quello in appello… 
Non per nulla il nostro paese, risulta essere posto tra gli ultimi, per termine di durata dei processi civili, con situazioni che il più delle volte, creano esclusivamente dissesti finanziari…
Se osserviamo ancora i procedimenti penali, ecco che scopriamo, come il pessimo sistema giudiziario dia il meglio di se… e volendo saltare intenzionalmente tutte quelle fasi dibattimentali, dobbiamo aggiungere… i ritardi dovuti ai vari scioperi, la sostituzione dei giudici, alla presenza o meno di testimoni… e via discorrendo, comunque alla fine, quei processi si concluderanno molto spesso con prescrizioni… piuttosto che con assoluzioni o condanne!!!
Si comprende ora il perché, la maggior parte dei cittadini “onesti”, preferisce abbandonare… ancor prima di cominciare, mentre quelli disonesti, preferiranno rubare e farsi corrompere, invece di pensare a vivere in maniera onesta…
D’altronde con questo sistema così permissivo e con un sistema a modello “lumaca”… si ha tutto il tempo necessario per continuare a svolgere compiutamente qualsivoglia azione disonesta o illecita e nel caso in cui si dovesse venire indagati, si farà in modo che le prove presunte di quella indagine, “spariscano” prima di un eventuale giudizio di condanna…
Nella peggiore delle situazioni, si farà in tempo a recarsi in uno di quei paradisi tropicali per sdraiarsi fronte mare su un’amaca, sapendo d’altronde, che non verrà mai autorizzata una eventuale richiesta d’estradizione!!!
Sembra comunque che finalmente qualcosa anche da noi sta cambiando… anche perché forse si è compreso che, una giustizia più celere è soprattutto una giustizia che funziona, non solo perché fa risparmiare denaro a noi contribuenti… ma soprattutto perché incentiva gli investimenti esteri ed attira gli imprenditori stranieri a credere nel nostro sistema paese e quindi nel nostro sistema giudiziario…
Chissà se anch’io un giorno, avrò il piacere di poter costatare quanto in maniera positiva, si sarà realizzato, vedremo… 
Il sottoscritto intanto si consola con una frase: Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli…. (Gesù di Nazareth)