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"MUNICIPIA": Incredibile a Catania un ufficio pervaso di professionalità, cortesia e disponibilità!!!

Sapete bene come abitualmente attraverso questo mio blog cerchi di denunciare quanto avviene illegalmente oppure provi ad evidenziare quelle abituali disfunzioni cui purtroppo assisto, ma anche quelle segnalate dai miei lettori… 

In particolare è la mia regione (Sicilia) a interessarmi, ma non disdegno di occuparmi anche di altre regioni di cui conosco bene pregi e soprattutto difetti; già… quest’ultimi tra l’altro posso assicurarvi esser eguali se non superiori a quelli quotidianamente messi in evidenza per la nostra terra dai media nazionali…

Ma come dice il proverbio: “fatti a nomina e va cucchiti” e noi siciliani purtroppo quella riprovevole nomina c’è la portiamo dentro, ahimè da troppo tempo!!!  

Comunque, tra le tante cose che non vanno, ecco che ogni tanto accade qualcosa che mi sorprende positivamente e di cui ho piacere di poter parlare… 

Si tratta di ufficio aperto al pubblico per il contribuente del concessionario del Comune di Catania della riscossione (Raggruppamento Temporaneo di Imprese con Municipia S.p.A. “mandataria” e Gamma Tributi S.r.l. “mandante”), in piazza della Repubblica numeri 37-41…

Un nuovo concessionario che affianca il come dicevo sopra il Comune ed eroga i suoi servizi per aiutare i contribuenti a rispettare i pagamenti, facilitando l’accesso alle informazioni per una migliore comprensione sia delle scadenze che dei regolamenti comunali…

Il sottoscritto, recatosi per esaminare una vecchia pratica di mia madre, ha trovato in quella sede un’importante collaborazione nell’aggiornare e quindi definire quelle posizioni tributarie in modo trasparente e professionale…

Non sapevo che per accedere ai servizi avrei dovuto prenotare un appuntamento (attraverso il sito “https://www.comune.catania.it/citta-semplice/prenotaonline/#/” o telefonando al n. 030/5356481), ma i dipendenti presenti, valutando che non vi fosse a quell’ora alcuna prenotazione esterna e che erano  presenti solo alcuni esigui clienti, mi hanno consigliato di attendere…

Cosa che ho fatto e difatti, dopo solo pochi minuti sono stato chiamato al banco per richiedere informazioni e avere ulteriori indicazioni relative alle mie istanze… 

Per quanto gentilmente ricevuto, non posso che fare – attraverso questo post – un plauso alle Sig.re Anna e Claudia, che hanno dimostrato alle mie richieste grande cortesia, ma soprattutto una grande disponibilità nel chiarirmi in maniera comprensibile quelle pratiche su Imu e Tari…

Cosa aggiungere, quando qualcosa funziona è giusto gratificarlo!!! Sì… so bene che le mie sono semplici parole, ma nella vita di tutti i giorni, raramente ci rendiamo conto che a differenza di ciò che diamo, siamo noi a ricevere di più, perché solo con la gratitudine che alla fine la vita si arricchisce!!!

Governatore Musumeci: Mi auguro che Lei non voglia continuare con la strada clientelare intrapresa dai suoi predecessori???

Presidente Musumeci… se mi permetto di scriverle è perché ritengo di averne titolo, avendo dato a Lei (tramite l’amica di “#diventeràbellissima”, Romj Crocitti Bellante), il mio personale sostegno alla sua candidatura a Presidente della regione…

Ho letto ieri della sua decisione di affrontare finalmente in maniera decisa, uno dei problemi più gravi che ha colpito in questi anni molti suoi concittadini, i quali si sono visti recapitare da parte di una società di riscossione, migliaia e migliaia di cartelle esattoriali, per tasse non pagate…
Alcune di queste certamente legittime, ma altre forse da contestare poiché illegittime o quantomeno d’approfondire… 
La cosa grave, per non voler dire la “peggiore” alla quale comunque facevo riferimento, è stata l’aver appreso di come quell’ente, usasse “due pesi e due misure” a seconda se le tasse a pagarle fossero dei semplici cittadini o i classici “amici degli amici“…
Parlo di quei personaggi noti della nostra città, legati al mondo politico, imprenditoriale, ma anche liberi professionisti, molti di loro inseriti in quel sistema massone, che ha permesso a questo ristretto gruppo, di scambiarsi informazioni, favori personali, raccomandazioni, ma soprattutto di fare emergere dalla riservatezza, tutti quei rapporti attinenti le attività d’indagini giudiziarie, protette come si sa… dal segreto d’ufficio… 
Manca naturalmente oltre a quanto sopra, un’altra categoria, la più preoccupante… se pur fortemente presente quotidianamente nel nostro contesto sociale, già… la categoria dei mafiosi e non mi riferisco alla delinquenza abituale che opera in tutti i settori della nostra economia, in particolare in quello sommerso, no, mi riferisco a quei soggetti che, come “pupari”, manovrano gli interessi di tutto il sistema politico/economico/finanziario e decidono chi deve andare avanti e chi no!!! 
D’altronde quanto sto ora riportando http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/03/02/news/avrebbero_favorito_tre_deputati_ars_sotto_accusa_nove_dipendenti_di_riscossione_sicilia-159572260/, riprende perfettamente le indagini svolte dalla Procura di Catania dello scorso anno, che aveva contestato a nove dipendenti i reati di abuso d’ufficio in concorso e continuato, ipotizzando inoltre un danno erariale di quasi di 390 mila euro, da cui inoltre si è scoperto che alcuni deputati, tra cui purtroppo anche Lei (che proprio in quel periodo se non ricordo male rappresentava l’incarico di Presidente della commissione regionale antimafia…), avevano ricevuto agevolazioni nel pagare il proprio dovuto a Riscossione Sicilia ( gli altri due deputati erano Nino D’Asero di Ncd e il deputato del Pd Raffaele Nicotra…
Per correttezza, lo stesso articolo riportava: “I tre deputati  non sono indagati… – dopo le polizze assicurative a propria insaputa… adesso abbiamo le cartelle sistemate a loro insaputa”…
Nell’inchiesta comunque coordinata dal pm Fabio Regolo, erano rimasti coinvolti anche agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede provinciale di Catania della società… 
Ma la frase più interessante è stata quella dichiarata dall’Avv. Antonio Fiumefreddo (amministratore delegato dell’Ente), che riportava già allora, quanto oggi il sottoscritto sta scrivendo: “Non solo la categoria dei politici, ma anche quella dei professionisti, dei medici, degli avvocati, degli ingegneri, degli architetti e poi quella quella dei mafiosi”.
Non sta certamente al sottoscritto entrare nei meriti di quelle inchieste giudiziarie, scaturite da denunce su presunti favoritismi a politici rivelatesi in prima battuta infondate, quindi archiviate dalla magistratura e adesso ribaltate…
Peraltro vi è in atto, da parte del governo nazionale l’ipotesi di liquidazione e/o il trasferimento alla riscossione nazionale e chissà se forse, lontano da questa terra, da questo potere clientelare e dalla grande disponibilità fornita a quel sistema da alcuni suoi funzionari collusi, ecco… chissà forse, potremmo avere finalmente all’interno di quell’ufficio un po di giustezza!!!
Per cui, caro Presidente Musumeci, prima di procedere ad affidare le sorti di questa importante società a chicchessia, ci pensi un attimo… 
Poiché ritengo che ancor prima di valutare “Curriculum Vitae” dagli effetti “stupefacenti”, bisognerebbe cercare soggetti qualificati, che abbiano già dimostrato di possedere nel proprio Cv esperienze analoghe sul campo –per almeno un decennio– attraverso le quali, hanno saputo evidenziare grande competenza e meriti, in quella particolare gestione…
Ed infine, la caratteristica fondamentale, quella di essere “persona integerrima“!!!
Peraltro è la stessa parola che ha usato per Lei (durante la sua ultima competizione elettorale) l’amico Carmelo Pullara, a cui ha saputo aggiungere: Non abbiamo bisogno di approssimazione, ma di uomini che abbiano idee chiare e agire efficace e libero… dal bisogno; la Sicilia necessita di gente preparata che la conduca alla risoluzione di problemi atavici, che la guidi altresì lungo il canale della vera giustizia e dell’anticorruzione”.
Mi permetto Presidente di darle un consiglio: Un uomo va giudicato dalle scelte, non tanto da quelle giuste… ma da come è riuscito a venirne fuori da quelle sbagliate.

Cartella esattoriale??? Parte seconda…

Abbiamo visto nella prima parte alcuni modi per contestare le richieste di pagamento… ora esaminiamo una istanza in autotutela e/o ricorso al Garante del Contribuente…
Nulla vieta di presentare una istanza in autotutela: si tratta di un ricorso che non ha termini e che può essere spedito (anche con Pec) in qualsiasi momento. 
Non sospende in automatico la cartella né obbliga l’amministrazione a rispondere. 
Tuttavia, in caso di errori macroscopici, può essere risolutivo. 
L’istanza in autotutela non deve rispettare formule particolari: l’importante è chiarire gli estremi dell’atto e le ragioni della sua nullità. 
L’istanza va inviata sia ad Agenzia Entrate Riscossione che all’ente titolare del credito. 
Puoi procedere con raccomandata a.r. o con posta certificata, senza necessità della difesa di un avvocato e senza pagare un euro…  
Due sono i problemi di questa procedura: l’amministrazione non è tenuta a rispondere all’autotutela e, se non lo fa, il silenzio si considera come rigetto dell’istanza (non quindi un «accoglimento» come invece con l’istanza «cartelle pazze» di cui abbiamo parlato sopra); a differenza dell’istanza «cartelle pazze», il ricorso in autotutela non sospende la cartella che, pertanto, può sempre essere “azionata”: in altre parole, si può subire un fermo, un’ipoteca o un pignoramento nonostante la richiesta in autotutela. 
Detta istanza non sospende neanche il decorso dei termini per agire in tribunale e presentare impugnazione contro la cartella. 
Questo significa che, se in prossimità della scadenza dei termini per agire in giudizio non si è ricevuto alcuna risposta dall’amministrazione, sarà sempre meglio avviare anche la causa per non doversi poi trovare con la sorpresa di un rigetto dell’istanza.
Per rendere l’istanza in autotutela più “decisa” è possibile indirizzarla anche al Garante del Contribuente; sebbene questi non ha la possibilità di annullare l’atto o di ordinare al fisco come comportarsi, i suoi pareri sono comunque importanti e possono essere di indirizzo anche al giudice in caso di successivo contenzioso. 
Il ricorso al Garante può essere fatto anche autonomamente, in sostituzione o successivamente al ricorso in autotutela.
Entro quanto tempo impugnare la cartella di pagamento?
Per impugnare la cartella di pagamento, il contribuente deve rispettare dei termini precisi: 60 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di tasse e tributi (Ici, Imu, Tasi, Tari, Irpef, Iva, imposta di registro, bollo auto e, comunque, tutte le somme di competenza dell’Agenzia delle Entrate): in tal caso il ricorso va presentato alla Commissione tributaria; 30 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di multe: in tal caso il ricorso va presentato al giudice di pace; 40 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di contributi previdenziali: in tal caso il ricorso va presentato al tribunale ordinario, sezione lavoro.
A questi termini si applica la sospensione feriale (non va computato il periodo 1-31 agosto). 
C’è però un’eccezione a questa regola, applicabile solo agli avvisi di accertamento se il contribuente abbia presentato istanza di accertamento con adesione. 
In questo caso i giorni per presentare il ricorso diventano 150: ai 60 giorni dalla notifica dell’atto se ne aggiungono altri 90 per consentire di espletare la procedura di adesione.
I termini invece sono diversi se si ricorre contro il pignoramento. 
In tal caso, se ci si oppone a vizi di procedura e formali, si hanno solo 20 giorni, altrimenti non ci sono termini e il contribuente può ricorrere in qualsiasi momento, almeno finché l’esecuzione forzata e l’espropriazione (del bene o del denaro) non è già avvenuta.
Venendo ora ai singoli mezzi per difendersi da Agenzia Entrate Riscossione, e quindi alle varie eccezioni da sollevare nell’atto di opposizione contro la cartella esattoriale, vediamo qual è il più usato dai contribuenti.
Abbiamo detto che la cartella di pagamento non è il primo atto che riceve il contribuente ma solo quello che anticipa l’esecuzione forzata, ossia il pignoramento. 
Essa è infatti un titolo esecutivo, un documento che accerta l’esistenza di un debito. 
Ma prima di essa ci sono una serie di procedure interne che si manifestano al contribuente attraverso la notifica dell’avviso di pagamento (anche detto «atto prodromico» appunto perché “viene prima” della cartella medesima). 
Se l’interessato non ha ricevuto tale atto anche la cartella è nulla. 
La ragione è semplice: in una situazione del genere gli verrebbe precluso difendersi e impugnare l’originaria pretesa. 
Quindi se con la cartella è la prima volta che vieni a conoscenza del tuo debito, puoi fare ricorso al giudice per far annullare la cartella stessa. 
Attenzione: il ricorso deve rispettare i termini di legge ossia: 30 giorni per le cartelle relative a multe stradali (la competenza è del giudice di pace); 40 giorni per le cartelle relative a contributi previdenziali Inps e Inail (la competenza è del tribunale ordinario, sezione lavoro); 60 giorni in tutti gli altri casi, ossia imposte e tributi (la competenza è della Commissione Tributaria Provinciale).
Certo, potrebbe essere che l’atto prodromico ti sia stato notificato ma che tu non lo abbia saputo magari perché assente o in vacanza o perché qualcuno della tua famiglia ha ritirato la raccomandata per te. 
A questo punto, per non fare cause inutili (che peraltro potrebbero comportare la condanna alle spese), ti consiglio di fare prima una istanza di accesso agli atti amministrativi: devi cioè recarti agli uffici di Agenzia Entrate Riscossione e chiedere una copia dei documenti che comprovano l’avvenuta notifica. 
Ti devono essere forniti entro 30 giorni. 
In questo modo potrai sapere se l’originario avviso di pagamento ti era stato notificato o meno. 
In particolare sappi che: se nel momento in cui è passato il postino tu non eri a casa, questi deve aver lasciato in cassetta un avviso con l’indicazione che la cartella è in giacenza presso l’ufficio postale o presso il Comune; 
inoltre ti deve essere inviata una seconda raccomandata (dovresti aver ricevuto anche questa) che ti avvisa della suddetta giacenza. 
Se così non fosse, la notifica sarebbe nulla e potresti far annullare la cartella; se il postino ha invece consegnato la cartella a un familiare convivente o al portiere (ebbene sì… lo può fare se tu non sei a casa…), non deve inviarti una seconda raccomandata informativa. 
Pertanto spetta a te informarti da chi vive insieme a te se, in tua assenza, è stata consegnata una raccomandata.
Se ritieni che la firma sulla raccomandata non è la tua, puoi sempre contestare la notifica ma devi dimostrare la falsità della stessa con un procedimento che si chiama «querela di falso» e che allunga un po’ i tempi…
Ecco quanto sopra, rappresenta un’ulteriore possibilità per dare risposte certe, ad eventuali notifiche inesatte o quantomeno non dovute… 
Naturalmente ci tengo a precisare nuovamente, quanto avevo in precedenza riportato e cioè che lo scopo di evidenziare queste precise modalità, serve per potersi difendersi da eventuali ingiustizie compiute da parte degli enti di riscossione e non per creare procedure ambigue, esclusivamente per rifiutarsi di pagare quanto realmente dovuto!!! 

Hai ricevuto una cartella esattoriale??? Ecco alcuni modi per contestare quella richiesta di pagamento!!!

Avete ricevuto una cartella di pagamento ed ora, prima di pagare, vorresti sapere se c’è qualche errore, oppure qualche motivo per potersi opporre…

Non è la prima volta che quelle cartelle dimostrino d’avere qualche difetto di forma o errori di procedura, spesso commessi dall’Agente di riscossione…
Il semplice fatto, peraltro, che la competenza per l’esazione dei tributi sia passata dal primo luglio 2017, da Equitalia ad Agenzia Entrate Riscossione, non ha modificato le possibili difese che il contribuente aveva…
In parole povere significa che i vecchi motivi di impugnazione contro le richieste di pagamento, possono essere oggi riutilizzati e quindi vi starete chiedendo quali metodologie è possibile adottare…
I motivi di opposizione, a differenza di quanto si potrebbe pensare sono molteplici e quindi in questa prima parte ne affronteremo solo alcuni, 
Prima quindi di passare a valutare quali sono i singoli motivi da utilizzare per contestare una cartella di pagamento, dobbiamo precisare una questione che il più delle volte viene ignorata. 
Quando arriva la cartella esattoriale il contribuente è già stato allertato della morosità che lo interessa (e se non lo è stato, si tratta di un motivo di impugnazione, come vedremo a breve). 
Quanto sopra significa che ha già ricevuto un atto con l’intimazione di pagamento da parte dell’ente titolare del credito (Agenzia Entrate, Inps, Comune, Regione, ecc.). 
Dunque, egli non può, con l’opposizione alla cartella, rimettere in discussione i vizi del precedente atto come, ad esempio, l’esistenza del debito, la sua entità, la legittimazione passiva a pagare (il fatto cioè che l’atto dovesse essere indirizzato a un’altra persona). 
Il contribuente può solo contestare tutti gli errori commessi dall’amministrazione dopo l’invio del primo avviso di pagamento, errori che di solito riguardano il rispetto dei tempi (decadenza e prescrizione), la stampa della cartella esattoriale o la sua notifica. 
Del resto, se così non fosse, vorrebbe dire che la notifica della cartella riaprirebbe i termini per impugnare l’atto di accertamento, impugnazione che, invece, ha dei tempi categorici e prefissati dalla legge.
La seconda cosa importante da sapere è che con Agenzia Entrate Riscossione non sono possibili accordi a saldo e stralcio o altre intese che non siano già disciplinate dalla legge e valide per tutti.
Diversamente si avvallerebbero trattamenti di favore di un contribuente rispetto ad altri a seconda della maggiore o minore accondiscendenza del singolo ufficio o funzionario. 
Dunque, se hai ricevuto un avviso di pagamento non credere che, andando allo sportello o parlando con il dirigente, potrai trovare un’intesa. 
Tutto ciò che ti è consentito fare è: fare ricorso al giudice; chiedere la sospensione automatica (vedremo che, per questa, ci sono termini e condizioni per poter procedere); presentare un’istanza per l’annullamento della cartella in autotutela; chiedere una rateazione (in tal modo pagherai a rate, con un piano di dilazione che, di norma, è a 72 rate e che non richiede di dover dimostrare la propria incapacità economica); oppure… infine, pagare!!!
Quando parliamo di eccezioni contro la cartella di pagamento intendiamo dire tutte le possibili contestazioni che, nell’atto di ricorso, vengono sollevate davanti al giudice affinché questi annulli l’atto dell’esattore. 
Uno stesso ricorso può contenere svariate eccezioni in modo che, se una di queste dovesse essere rigettata dal tribunale, ci sarebbero ugualmente le altre su cui confidare. 
Di solito, più eccezioni si hanno “nel proprio arco”, più possibilità ci sono per difendersi da Agenzia Entrate Riscossione…
A differenza a quanto spesso si crede, il ricorso non sospende l’esecuzione forzata; questo vuol dire che, se la causa dura a lungo, l’Agenzia di riscossione può, nel frattempo, procedere ugualmente al pignoramento. 
Anzi, per quanto riguarda gli avvisi di accertamento notificati per imposte dirette, Irap ed Iva è previsto l’obbligo di versare un terzo delle sole imposte pretese, oltre interessi, in pendenza del primo grado di giudizio.
Proviamo quindi a sospendere la cartella di pagamento…
In verità, la prima cosa a cui si pensa nel momento in cui si riceve una cartella di pagamento, è tentare di “bloccarla” ossia di sospendere la sua efficacia e, quindi, la possibilità che ha l’esattore di effettuare un pignoramento nel frattempo in cui si ricercano i soldi o magari si ragiona se fare opposizione o meno. 

Se la cartella viene sospesa, infatti, Agenzia Entrate Riscossione non può eseguire né pignoramenti, né fermi auto, né ipoteche. 

Insomma, l’esecuzione forzata esattoriale viene bloccata in attesa di una decisione definitiva sulla legittimità della cartella stessa.
Per sospendere una cartella di pagamento, l’avvocato tradizionale ti dirà che c’è bisogno di un ricorso al giudice e che sarà quest’ultimo, alla prima udienza, a decidere se bloccare o meno l’efficacia esecutiva della cartella. 
Ciò è corretto, ma non è l’unico rimedio… ne esiste un altro, sicuramente più efficace, veloce e soprattutto economico, ed è quello concesso dalla legge di stabilità del 2013 e s.m.i..
Tale possibilità, che va comunemente sotto il nome di “istanza cartelle pazze“, consente di bloccare ogni mossa di Agenzia Entrate Riscossione su segnalazione, da parte del contribuente, di una presunta irregolarità della cartella di pagamento. 
In questo frangente, l’esattore è tenuto a verificare la regolarità della pretesa di pagamento consultandosi con l’ente creditore; e se, entro 220 giorni, il contribuente non riceve risposta, la cartella si considera annullata definitivamente. 
Insomma, al contribuente basta chiedere la sospensione della cartella presentando, allo sportello di Agenzia Entrate Riscossione o, in via telematica, tramite il suo sito, una semplice istanza con il cosiddetto modello “SL1”. 
A questo punto tutto si blocca: l’esattore non può fare pignoramenti, non può iscrivere ipoteche, non può bloccare l’auto, in attesa di decidere sull’istanza. 
Il silenzio per oltre 220 giorni si considera accoglimento della contestazione e quindi la cartella non va più pagata.
Il tutto ovviamente… senza spendere un euro e senza bisogno di rivolgersi ai propri legali (penso che qualcuno di essi, in questo momento, mi vorrebbe uccidere… ah, sì… deve comunque mettersi in fila…)!!! 
L’unico handicap di questa procedura è che deve essere attivata entro 60 giorni dalla notifica della cartella; funziona solo per determinate (e poche) contestazioni e non per tutte. 
In particolare i casi in cui è possibile presentare l’istanza di sospensione automatica contro la cartella di pagamento sono i seguenti: prescrizione o decadenza del diritto alla riscossione verificata prima della notifica della cartella stessa; avvenuto pagamento del debito prima della notifica della cartella; precedente sgravio del tributo o della sanzione emesso dall’ente titolare del credito; annullamento o sospensione da parte del giudice o di un’autorità amministrativa, della richiesta di pagamento poi reiterata nella cartella.
Ecco, quanto sopra rappresenta una prima procedura per opporsi a quelle richieste di pagamento… nei prossimi post, esamineremo ulteriori possibilità  con i quali ci si potrà opporre a quelle cartelle esattoriali…
Ovviamente ci tengo a precisare che quanto sopra riportato, ha il semplice scopo di evidenziare alcune modalità per difendersi da eventuali procedure inesatte commesse da quegli enti di riscossione e non certamente, per creare falsi presupposti per rifiutarsi di pagare, quanto realmente dovuto!!!

L’Avv. Antonio Fiumefreddo, salva la Società "Riscossione Sicilia" dalla messa in liquidazione!!!

Il nostro paese a differenza di altri, si contraddistingue solitamente per una fastidiosa consuetudine: quella di non saper mai riconoscere i meriti degli altri!!!
Tende principalmente a privilegiare o ancor meglio ad esaltare, i propri di meriti o quelli certamente, di quanti loro vicini tra parenti, familiari o amici…
Ecco quindi che le coccarde vengono solitamente date a chi difficilmente le merita, a chi non fa mai nulla per il sociale o per migliorare questo stato di cose, a chi solitamente è raccomandato, a chi occupa quelle posizione autorevoli o privilegiate, i quali vengono regolarmente adulati, da quei suoi ruffiani concittadini…
Per tutti gli altri, per chi dimostra d’essere stato capace di compiere il proprio dovere, ancor più se questo è realizzato  per fini prettamente sociali e con gravi ripercussioni personali, ecco per quest’ultimi, l’unico sentimento che viene corrisposto è l’ingratitudine!!!
Anzi, ciò che si manifesta nell’opinione pubblica (per quei benefici indirettamente ricevuti) è un vero e proprio attacco personale, verso per l’appunto chi è stato capace di opporsi a quel sistema clientelare, che basa quella propria sopravvivenza, sul continuo scambio illecito di favori e protezioni, non soltanto nei rapporti comuni sociali, ma bensì in quelli politici e amministrativi…
Per aver violato ora quel meccanismo collaudato, ecco che si scatenano, nei confronti di questa cosiddetta “pecora nera”,  tutta una serie di giudizi oltraggiosi, simboleggiati da violenze verbali, colme di rancore e rabbia…
La maggior parte delle persone difatti, pur di non dover manifestare la propria gratitudine, diventano ingrate e rancorose, in particolare proprio su chi contrariamente, meriterebbe quel loro necessario sostegno…
Ciò è dovuto, per come riportavo sopra, a quella difficoltà generale di saper condividere, nei confronti degli altri (più meritevoli), quei sentimenti positivi… 
E’ infatti per questi motivi che la maggior parte dei miei conterranei, ricorre a seguire una strada diversa, quella cioè di diventare antagonista di quei soggetti, ponendosi di fatto contro, quel singolo che li sta aiutando… 
I beneficiari di quell’operato compiuto (da quello stimato individuo…), non possono accettare che il clamore derivato da quelle azioni, venga proiettato esclusivamente su quegli unici soggetti (a loro modo di vedere immeritevoli), probabilmente perché quell’improvviso (altrui) successo, non proietti su di essi, quella momentanea verificatasi notorietà…

Ecco perché a differenza di molti miei concittadini, desidero esprimere un plauso all’Amministratore unico di “Riscossione Sicilia”, Avv. Antonio Fiumfreddo, circostanza quest’ultima che ho potuto personalmente manifestare alcuni giorni fa casualmente, all’interno del Tribunale di Catania (incoraggiandolo ad andare avanti senza timori e soprattutto, senza farsi condizionare da quelle ricevute intimidazioni…): situazione che ha saputo dimostrare, attraverso l’operazione di rottamazione delle cartelle esattoriali, raccogliendo il quinto posto nel nostro paese per volume di adesioni e con il ricavato dell’aggio – oltre 1,5 Miliardi di euro – iniziare a riconsiderare la possibilità di salvare la società di riscossione, dalla messa in liquidazione…
Avvocato… i miei complimenti!!!

Ma veramente pensavate che avrebbero pagato le tasse??? Ecco cosa accade a mettersi contro i politici…

Si chiude!!!
Già… la decisione è della Commissione bilancio dell’ARS che ha previsto di liquidare Riscossione Sicilia… approvando un emendamento alla Legge di stabilità!!!
La norma ora approvata, prevede che dal 1° luglio Riscossione Sicilia chiuderà…
Il giudizio più pesante è arrivato da Antonio Fiumefreddo, rappresentante legale di quella agenzia: “Ora brindano i poteri criminali… una situazione socialmente gravissima è giuridicamente inapplicabile“. 
Certo la preoccupazione dell’Avv. Antonio Fiumefreddo (Amministratore unico dell’azienda controllata dalla Regione Siciliana) è la preoccupazione di tanti, in particolare di quei cittadini onesti, che vedono ancora una volta le leggi, realizzate per fini strettamente personali o per meglio dire “ad personam” per continuare a godere di quegli esclusivi privilegi e mai per compiere quelli sociali…
E difatti, mentre molti cittadini si presentano a sanare le proprie posizioni, tra mille difficoltà, presentando domanda di rottamazione… ecco che di contro, quei protetti e sfuggenti evasori, in questo preciso momento, staranno ridacchiando, per come si sta concludendo questa vergognosa vicenda…
Avevamo letto in questi mesi delle denunce presentate dall’Amministratore e di quei nomi eccellenti chiamata in causa, ed ora “casualmente” e all’improvviso, giunge la notizia della chiusura di quella società… proprio nel momento in cui, si stavano incassando milioni di euro derivanti dalla rottamazione…
La cosa assurda che l’Agenzia di riscossione, passerà ad una società nazionale che ancora oggi non esiste, perché quella di fatto esistente nazionale… parlo di “Equitalia“, non può rilevarla, poiché in stato di liquidazione. 
Va aggiunto inoltre come, questi nostri meravigliosi deputati siciliani (ricordiamoci di votarli alle prossime elezioni…) con questa decisione, fanno perdere a noi siciliani circa 50 milioni di euro, che andranno di conseguenza a finire nelle tasche di “Roma ladrona”…
L’ho scritto in questi giorni… ci si aspetta sempre giustizia, mentre si vive purtroppo nella iniquità, nella prepotenza e nella prevaricazione dei più forti… contro i più deboli!!!
Chissà… viene da chiedersi se forse, non sia proprio questo… ciò che ci meritiamo… 
Sì… come diceva Vasco Rossi: questo è ciò che ci fa essere uomini… andare avanti, nonostante tutto, anche se intorno a noi, la realtà fa schifo!!!

NON SIAMO IN SVEZIA!!!


Con questa frase pronunciata  dinnanzi ai deputati della commissione bilancio dall’ARS… il presidente di “Riscossione Sicilia”, Avv. Antonio Fiumefreddo, ha scatenato l’inferno…

Per essere più precisi la frase per intero diceva “Anche in questo palazzo c’è una parte della politica infiltrata, non siamo in Svezia…”!!!
Ma cosa avrà mai detto di grave quest’uomo… sì… sembra -almeno qui da noi- che quando qualcuno esprime il proprio pensiero, contrario a quello generale del sistema, viene immediatamente attaccato!!!
Ora scusate… ma perché c’è soltanto uno tra voi che vuole paragonare il sistema scandinavo a quello nostro???
La Svezia è uno dei dieci paesi del mondo dove vi è il più basso livello di corruzione, è considerato modello di perfezione per il resto del pianeta, un Stato che segue procedure trasparenti e dove gli effetti della criminalità sono ben circoscritti ed infine, una terra che risulta più facile da vivere e permette a chiunque di fare business…
Già, sembra tutto il contrario del nostro paese… o ancor meglio della nostra terra, dove quotidianamente assistiamo ad inchieste che riportano fatti e abusi compiuti che portano per l’appunto il nostro livello di corruzione, tra i più alti del mondo!!! 
Ma stranamente, quel nostro parlamento siciliano, invece di effettuare quelle necessarie politiche contro un sistema clientelare e mafioso, che da sempre ci soffoca e che lede i diritti di libertà di ciascun cittadino, si occupa di realizzare lavori d’aula, che dimostrano di esercitare in maniera marginale, una azione determinante necessaria al cambiamento nella nostra vita quotidiana ed allora mi chiedo, quanto sia realmente lontano quel pensiero espresso dall’Avv. Fiumefreddo…
Certamente comprendo come l’attuale presidente dell’Agenzia di riscossione non risulti a molti simpatico… io per primo in alcuni momenti degli anni scorsi, ho aspramente criticato alcune metodologie compiute da quella agenzia, nei confronti della società per la quale insieme a molti colleghi operavo quale dipendente… la “IN.CO.TER. S.P.A.” (sottoposta a quel tempo, a provvedimento di confisca da parte del Tribunale di Catania) e che “stranamente” proprio a causa dei provvedimenti compiuti dall’agenzia di riscossione, si erano di fatto inibito i conti bancari, non permettendo così alla società di continuare ad operare, ma soprattutto di poter pagare noi dipendenti di quanto allora (ed ancora oggi…) dovuto…
Difatti, proprio ieri, parlando con un mio amico, mi ha detto: “caro Nicola… mi sto abituando a leggere in maniera assidua il tuo blog, però c’è una cosa che non condivido, ed è… quando prendi le difese dell’Avv. Fiumefreddo“!!! 
Gli ho risposto: “molto probabilmente non avrai letto quanto ho scritto sul presidente negli anni scorsi, ma sappi che io provo in ogni momento d’essere nel giusto e quando mi accorgo che le persone fanno il proprio dovere, in particolare quando cercano in tutti i modi di non sottomettersi a questo sistema “malato”, ma anzi dimostrano di contrastarlo con tutte le loro forze, ecco che allora faccio di tutto affinché vengano premiate quelle azioni svolte e faccio in modo di riportarle immediatamente all’attenzione del pubblico… 
Ecco il motivo per cui oggi ritengo che l’Avv. Fiumefreddo vada difeso e protetto… proprio perché sta provando a combattere un sistema guasto e corrotto, che alla fine proverà in tutti i modi a schiacciarlo…
Abbiamo visto quanto è accaduto in quel Palazzo… e quale epilogo abbia avuto quella seduta, in particolare la tensione è certamente da contestualizzare in quelle azioni riportate in questi giorni dai media, sui nominativi dei deputati morosi (Nello Musumeci, Raffaele Nicotra e Nino D’Asero) ed in particolare su quelle cartelle esattoriali, che secondo il presidente sarebbero state chiuse in maniera non regolare da alcuni dipendenti ora indagati dalla procura di Catania…
Secondo l’Avv. Fiumefreddo “c’è una parte della politica, trasversale, che tutela interessi criminali e che ha fatto dell’esattoria una leva criminale… “Stia zitto se no… non le diamo più una lira alla sua società; decida cosa fare, se il politico oppure polemica”!!!
Alla fine… la commissione è stata sospesa e l’Avv. Fiumefreddo è stato all’inizio (con la forza) sbattuto fuori da quell’aula…  e successivamente allontanato dal palazzo!!!
Mi chiedo allora… dove stia la verità, ma soprattutto, quanti anni ci vogliono per poterla determinare!!!
Ritengo che sia il momento da parte degli organi di polizia giudiziaria (cui la legge fa obbligo di compiere indagini a seguito di una notizia di reato), di dare finalmente luce ad una vicenda dall’odore fortemente sgradevole, che dimostra ancora una volta come, il più delle volte, per giungere alla verità, bisogna combattere con i denti, mettendo a rischio purtroppo anche la propria vita, ma come ripeto sempre alle mie figlie: “È meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”!!!

Avv. Fiumefreddo… Lei non è solo!!!

Certo, comprendo perfettamente la solitudine che in questo periodo sta provando… 
Lo “STATO”… si quello con le lettere maiuscole, ha un brutto difetto, incoraggia noi cittadini a compiere il nostro dovere ed in particolare in questa terra, ci chiede di non essere omertosi e di combattere in ogni momento quei poteri collusivi e corruttivi mafiosi…
Ma quando uno di noi compie quanto gli altri evitano di fare, ecco che il sistema si blinda e colui che denuncia viene solitamente lasciato solo…
Al sottoscritto volgarmente parlando… mi si fa un “pomp…” e difatti ho dimostrato di non aver paura di ciò che ho è fatto e soprattutto di quanto ancora sto per compiere… e che proprio in questi giorni verrà evidenziato in alcune nostre note testate giornalistiche…
Le minacce o le intimidazioni d’altronde fanno paura soltanto a chi ha paura, a chi ha vissuto o continua a vivere di riflesso negli altri, a chi ha sperato in quegli appoggi politici, imprenditoriali e mafiosi, gli stessi ai quali, ha da sempre dovuto sottostare e che senza di essi o ancor meglio… senza quelle opportune protezioni ha dimostrato non saper vivere e quando infatti quegli “appoggi” non vengono più concessi, ecco che ci si è ritrovati soli ed esclusi da tutti!!! 
Per cui caro Avv. Fiumefreddo, continui per la sua strada, denunce questo sistema malato e non abbia paura per la sua incolumità!!!
Lei non è solo… basterà chiamare ciascuno di noi in appello, già, noi cittadini onesti che in meno di 24 ore scenderemo in piazza per difendere il suo operato ma soprattutto la sua persona…
Non tema nulla, perché solo chi minaccia oggi in questa città… deve avere paura!!!
Le forze dell’ordine (tutte) stanno compiendo a Catania un lavoro egregio; certo qualche “tumore maligno” è stato finalmente allontanato e qualche altro ancora purtroppo va combattuto… ma per il resto, gli uomini e le donne a difesa oggi di questa nostra città, meritano il nostro plauso…
Le denunce come vado ripetendo ogni giorno… vanno fatte e intuisco come i malanni di questa città siano enormi e coinvolgono ahimé ancora oggi… molti miei concittadini o responsabili di quelle PA; ed è purtroppo a causa di ciò, dell’enorme numero di inchieste, che quanto denunciamo non trova sin da subito una celere soluzione… ed a volte si è portati (per accelerare) ad amplificare la notizia tramite i media…
Egr. Amministratore, proceda con quelle denunce e non si faccia intimidire da eventuali ritorsioni o vendette, poiché è quello che sperano d’ottenere!!!
La magistratura e la procura, saprà compiere a pieno il proprio dovere e vedrà come sin dai prossimi giorni, saranno in molti a comprendere, che il tempo della disonestà è giunto ormai alla fine… e soltanto chi ha qualcosa da temere da quella azione, dovrà iniziare ad avere paura…
Come diceva Giovanni Falcone: “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”…
Ecco, è propriamente a quella dignità che dovrà essere ispirata ogni Sua azione, poiché è grazie a quei suoi gesti (che anche ciascuno di noi prova a compiere quotidianamente…), che si potrà vedere un giorno questa nostra isola “bellissima”… si come una donna senza più quei tentacoli che l’avvinghiano… 
Quando si è fatto il proprio dovere, si è fatto quello che si supponeva fosse parte delle nostra responsabilità, poiché il dovere è come un obbligo e man mano che cambiano i ruoli nella nostra vita, cambiano anche i nostri doveri: recarsi sul posto di lavoro ogni mattina, essere un buon genitore, comportarsi in modo onesto e perbene, sono tutti doveri: essi hanno a che fare anche con il senso di moralità di ciascuno di noi. 
D’altronde, sentire di aver compiuto il proprio dovere è ciò che fa dormire tranquilli, quasi quanto… avere la coscienza a posto!!!

L’Avv. A. Fiumefreddo da il meglio di se: "indagati 9 dipendenti di Riscossione Sicilia"!!!

Ma non sarà che i parlamentari regionali siciliani usufruiscono di eventuali agevolazioni? 
Ebbene sì!!!
Secondo l’ultima indagine della procura di Catania in tre avrebbero avuti particolari trattamenti di favore illegittimi da parte di Riscossione Sicilia.
L’inchiesta ha portato ad indagare nove persone, tra cui agenti, funzionari e dirigenti della società in servizio presso la sede provinciale di Catania. 
La procura contesta ad ognuno di loro, abuso d’ufficio in concorso e continuato ed ipotizza un danno erariale di quasi 390.000 euro…
Vi chiederete chi sono questi signori che la dea bendata a voluto essere beneficiari di quel particolare trattamento, eccoli: il primo (stando alle risultanze dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Fabio Regolo), è Nello Musumeci, sì proprio lui… il leader del movimento “DiventeràBellissima”, uno dei candidati al centrodestra di cui proprio alcuni giorni fa avevo parlato per quel ruolo di governatore della nostra Regione…
Il secondo è per il sottoscritto una vera sorpresa, trattasi di Nino D’Asero, attuale capogruppo del Ncd all’ARS e per ultimo Raffaele Nicotra, deputato regionale del Partito Democratico…
Secondo l’indagini avrebbero usufruito di alcuni benefici illeciti, quali la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi, malgrado non avessero ancora estinto i debiti con Riscossione Sicilia…
Avevo scritto alcuni giorni fa su “figli e figliastri” o ancor meglio su “furbi e fessi” e quanto sto leggendo in questi giorni dimostra che qualcosa in quell’Agenzia di riscossione non funzionava…
Riprendendo… sembra che il Nicotra avrebbe goduto della cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e della chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare, pur avendo ancora debiti col fisco…
Per fortuna che  l’attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, non ha paura di quel sistema clientelare/mafioso presente in molti nostri uffici delle PA… ed è riuscito a far emergere queste cosiddette “agevolazioni” illegittime… presentato esposti e denunciando questi illeciti pubblicamente…
Sembrerà strano, ma da noi, se le notizie (se pur denunciate presso gli organi competenti) non giungono a media… vengono il più delle volte occultate!!!
Ovviamente i tre deputati negano le accusa ed in particolare proprio il Dott. D’Asero ha dichiarato di non avere mai ricevuto istanze di pignoramento e quindi, non avrebbe mai potuto beneficiare di alcun favore. 
Nicotra si considera “sdegnato” e si dice estraneo ai fatti che lo vedrebbero coinvolto e analoga considerazione fa l’On. Musumeci che parla di una legittima rateizzazione…
Ritengo che in questi casi, la cosa più semplice è presentare una querela contro l’Agenzia di Riscossione direttamente al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania… e consecutivamente fare conoscere ai media quanto effettuato.
Soltanto così, noi semplici lettori, potremmo dubitare che quanto denunciato dall’Amministratore Unico della società di riscossione possa essere errato… perché altrimenti diventa veramente difficile credere al contrario…    
L’amministratore ha comunque dichiarato che “avvierà le procedure di licenziamento per quei dipendenti “infedeli” attualmente indagati per avere cancellato le tasse a quei deputati regionali all’Ars… 
Tralascio i nomi di tutti gli indagati… speriamo soltanto che finalmente si proceda in maniera corretta alla richiesta di quanti devono all’Agenzia di Riscossione, centinaia di migliaia di euro, ancor prima di pensare di richiedere poche centinaia di euro a quei poveri disgraziati che oggi si ritrovano senza lavoro, con gravi problemi economici e certamente familiari…
Speriamo che dopo quanto sopra… non si giunga –come solitamente avviene da noi– ad allontanare l’attuale rappresentante legale dell’Agenzia, per sostituirlo con il classico nominativo, affiliato a quel “sistema corrotto” che ben conosciamo e che permette ai soliti “amici degli amici” di favorire e dare concretezza a quegli illeciti con i quali finora ( da quanto sembra dalle indagini in corso…) si è convissuto…   

ANAC… SVEGLIA!!!

Ma come si può arrivare al 15 Febbraio del 2017 per conoscere dall’Amministratore Unico di Riscossione Sicilia (Avv. Antonio Fiumefreddo), di come gli appalti in Sicilia siano di fatto irregolari!!!
Ma questa è una follia… attendere che qualcuno debba ogni qualvolta “segnalare” affinché qualcuno all’interno di quel palazzo dell’anticorruzione comprenda in maniera preventiva cosa si debba fare, affinché situazioni imbarazzanti come questa appena emersa, non abbiano a compiersi…

Non si vuole comprendere che provenire è meglio di curare, anche perché il malato impresa – in particolare quello in Sicilia – è ormai allo sfacelo e cerca di aggrapparsi a tutti gli stratagemmi pur di sopravvivere…

Ecco il perché “in Sicilia gli appalti pubblici, qualunque sia la stazione appaltante, si tengono con autocertificazioni relative alla cosiddetta regolarità fiscale” in quanto non viene mai dimostrata l’istanza della relativa regolarizzazione “.

Motivo logico per cui sarebbe più corretto fare richiedere il certificato di quanto sopra, direttamente dalla SA… all’Esattoria!!!

Certo l’attuale presidente dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone, ha voluto commentare la denuncia fatta in commissione Antimafia dal Presidente di Riscossione Sicilia, dichiarando che “non è vero che le imprese che eseguono lavori in appalto in Sicilia non sono in regola: ogni stazione appaltante prima di pagare le fatture emesse dalle imprese, dopo l’esecuzione dei lavori o per stati d’avanzamento, chiede l’attestato di regolarità fiscale a Equitalia, come avviene per legge nelle altre parti d’Italia“…

Sono certo che il nuovo Presidente dell’Ance Sicilia stia contribuendo a dare una nuova svolta all’Associazione che oggi rappresenta, con riferimento particolare a quella immagine di legalità, poiché – visti i predecessori – si ha ancora oggi, estrema difficoltà a credergli sulla fiducia, ma come si dice… non si può generalizzare e fare di tutta un’erba un fascio!!!   

Provo quindi a credere che forse la verità stia a metà delle due parti avverse… e che forse Riscossione ha un problema con Equitalia e che la metà delle imprese ha colpe gravi e sono le stesse a cui – quando scoperte irregolari dalla SA – nello svolgimento dell’appalto, vengono bloccati i pagamenti”!!! 
Certo leggere quanto dichiarato dal Presidente Fiumefreddo e cioè che “Riscossione Sicilia negli ultimi 10 anni non ha riscosso 52 miliardi di euro“… fa pensare che non tutto abbia funzionato a dovere: “Ho trovato una società – ha aggiunto – con dati devastanti: al 2015 Riscossione siciliana, che dovrebbe incassare 5 miliardi e 700 milioni l’anno, ne incassava 480 milioni ovvero l’8% di quanto avrebbe dovuto riscuotere”.

Io di una cosa sono certo… e mi dispiace dover dichiarare quanto segue: il più delle volte quelle stesse denunce presentate, per fatti e circostanze gravissimi, non vengono neppure prese in considerazione…

Chissà, forse per dare il giusto risalto a quanto si è compiuto in maniera irreprensibile, si deve sempre procedere nel consegnare quanto già in precedenza denunciato al noto quotidiano on line investigativo… ed allora sì che forse finalmente, le notizie verranno riportate e soprattutto le responsabilità personali, inizieranno ad avere un nome ed un cognome!!!
In caso contrario si attende… ed il sottoscritto, ha da un bel pezzo la sensazione, che proprio questo blindato sistema, preferisce farle tacere certe situazioni imbarazzanti!!!

Riscossione Sicilia: "Paradiso dei legali"!!!

La notizia è stata riportata su LiveSicilia e quando in questi mesi ho parlato d’inadeguatezza dell’agenzia… non avrei mai immaginato che dietro quella supposizione ci fosse quanto appena emerso…
In tal senso ho già inviato richiesta scritta all’Associazione di legalità (alla quale sono iscritto) per valutare se esistono le condizioni per poter denunciare direttamente i suoi Responsabili (per le procedure fin qui adottate… ) ed eventualmente costituirci all’eventuale processo… quale parte civile…
Certo capisco che sarà un’ulteriore vantaggio per alcuni di quei tanti consulenti esterni che hanno gravitato intorno a questa agenzia; ma questa volta però, passeranno dall’altra parte della scrivania e si occuperanno di difendere coloro che li hanno – in questi anni – incaricati di curare quei (circa) centomila ricorsi…  
Riporto quindi la notizia pubblicata sulla testata on-line a firma di Accurzio Sabella:   
Diciotto milioni in quattro anni. Una torta suddivisa tra decine di avvocati, che hanno trovato, nella zoppicante società Riscossione Sicilia, il “paradiso dei legali”. I dati sono piovuti in questi giorni sui tavoli della sottocommissione nata all’Ars per approfondire storia e stato di salute dell’azienda di riscossione siciliana. Diciotto milioni di euro spesi per curare circa centomila ricorsi. La maggior parte di questi dinanzi alle Commissioni tributarie, il resto in Corte d’appello, nei tribunali civili, in quelli del lavoro, alle sezioni fallimentari.
Diciotto milioni in quattro anni. Un investimento enorme, per ottenere quali risultati? Fino al 2014, i dati erano deprimenti. A fronte di 5 miliardi e settecento milioni da incassare, la Sicilia ha portato nelle proprie casse appena 481 milioni: l’otto per cento. Per i redditi più alti, quelli superiori a 500 mila euro, la percentuale era ancora più bassa: 3,66 per cento. Nonostante un esercito di legali mobilitati per ricorsi e cause. Scelti da un elenco lungo quanto potrebbe essere l’elenco telefonico di un paesino di medie dimensioni: 887 avvocati.
Da lì, come detto, tra il 2011 e il 2014 si è pescato a piene mani, nonostante, spiega oggi il presidente Antonio Fiumefreddo, “tanti dipendenti di Riscossione avrebbero potuto svolgere quei compiti. Adesso dovranno farlo per legge, come stabilito dalla Finanziaria nazionale”. Molti di quei ricorsi, insomma, cioè quelli di fronte alle Commissioni tributarie, possono essere curati dagli “assistenti tecnici” grazie a una semplice procura della società. “Ne abbiamo tanti, e pure molto bravi – spiega Fiumefreddo – solo che adesso i sindacati lamentano l’aumento dei carichi di lavoro. Ma non abbiamo scelta”.
Insomma, dei diciotto milioni spesi prima dell’arrivo di Fiumefreddo, molti potevano essere risparmiati. Almeno tre quarti di quelle somme. Andate invece dritte ai legali. Un “caso” che, come detto, è finito sul tavolo della sottocommissione dell’Ars presieduta da Giovanni Panepinto: “Sono soldi che certamente potevano essere risparmiati – spiega il deputato del Pd – magari con la creazione di un ufficio legale interno o magari tramite una convenzione ai minimi tariffari. Ma la cosa che ci interessa di più – aggiunge – è capire quante di queste cause sono state effettivamente vinte, o quante riscossioni non sono andate a buon fine, magari a causa del ritardo della società nel costituirsi”.
“La situazione è migliorata – spiega oggi Fiumefreddo – e abbiamo già abbattuto di quasi 5 milioni di euro le perdite, mentre abbiamo ridotto le spese amministrative di oltre dieci milioni rispetto al 2014”. Mentre le cause, adesso, verranno curate, appunto, dai dipendenti dell’azienda. “Da adesso in poi – annuncia Fiumefreddo – gli Ufficiali esattoriali torneranno per strada. Negli anni passati molte cause sono state perse per difetti di notifica. Per le cartelle superiori ai centomila euro darò mandato agli ufficiali, in modo da essere certi che la contestazione venga consegnata”. Insomma, niente legali esterni, per il momento, assicura Fiumefreddo. Anche se Panepinto spiega: “Serve un confronto tra sindacati e l’amministratore dell’azienda, per discutere degli effettivi carichi di lavoro nella società”.
L’anno d’oro per gli avvocati di Riscossione è stato il 2011. Dal bilancio della società infatti ecco saltare fuori una spesa per gli incarichi pari 8,8 milioni di euro. Così, nel 2012, l’azienda poteva sottolineare il grande risparmio ottenuto: la cifra era scesa infatti a 3,2 milioni in un anno, frutto degli oltre 35 mila incarichi conferiti a 532 legali. Ma il trend torna a peggiorare l’anno successivo, quando le quasi 23 mila cause assegnate a circa 500 avvocati, costeranno 4,4 milioni di euro. Cifra dimezzata già nel 2014: 2,1 milioni. Un totale da 18 milioni di euro, insomma.
Si dirà, cause necessarie. Certamente. Quello che colpisce, però, sono i numeri. In qualche caso, infatti, alcuni avvocati hanno dovuto lavorare al ritmo di un ricorso al giorno. In pratica, un lavoro parallelo, quello per Riscossione, rispetto al resto dell’attività professionale svolta dal legale. È il caso di Carmelo Solano che in tre anni ha seguito 1.033 ricorsi, e di Giusi Cannizzaro (1.016 ricorsi in tre anni). Ma la lista di avvocati “preferiti” comprende ad esempio anche Sebastiano Di Mauro (983 casi in tre anni), Anna Santino (854), Giuseppe Barca (818), Maurizio Varisano (776 ricorsi), Daniela Alma (689 sempre in tre anni), Francesco Paolo Raja (688). E una pioggia di incarichi è arrivata anche a chi avvocato non è. È il caso di Antonina Papia (726 ricorsi in tre anni) e Orazio Abate (618).
Incarichi, ovviamente, dalle retribuzioni non elevate. “Ci hanno comunicato – spiega ad esempio il presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo – che le tariffe per gli incarichi si aggirano tra i 200 e i 400 euro”. Una media di circa 300 euro a ricorso. Ma che, vista la mole delle cause curate da alcuni avvocati, producono “incassi” a cinque zeri. Cento, duecento, trecentomila euro in tre anni. Per le cause di un’azienda che non ha funzionato per anni. Che pagava un esercito di avvocati, ma non riusciva a riscuotere un euro.
Ma tanto alla fine si sa come va a finire… saranno sempre i fessi a dover pagare per tutti!!!

Tornato… per la gente!!!

Il 17 Marzo nel mio post avevo scritto che sarei rimasto a guardare gli eventi…
Riprendo così un articolo di pochi giorni fa:
Già, in questi giorni purtroppo, mi sono dovuto allontanare dal mio blog per concentrarmi su problemi personali e quindi, pur leggendo ed osservando quanto stava accadendo… non ho potuto esprimere quanto pensavo e quindi ho affidato al cellulare gli appunti presi… 
Riprendendo quindi da dove avevo lasciato e cioè su quanto avevo comunicavo all’ex Presidente di Riscossione Sicilia, Avv.  Fiumefreddo: “ora credo che Lei sia giunto ad un bivio: denunciare pubblicamente tutti i nomi di coloro che dal suo lavoro stavano avendo un qualche danno d’immagine ( e soprattutto finanziario…), pur sapendo che così facendo verrà allontanato definitivamente da quei palazzi, oppure soprassedere… e sperare nuovamente di rientrarci… io staro qui ( ma credo che saremo in molti… ) ad osservare gli eventi”… quegli stessi eventi che ora confermano come Egli… sia nuovamente rientrato nel palazzo!!!
Ed allora comincerei con quanto ha dichiarato dopo la nomina: “questa non è una mia vittoria, ma una vittoria della gente onesta”. 
Ed allora ne approfitto subito per chiederLe (premetto sin d’ora che in questi giorni formalizzerò ufficialmente tale richiesta a mezzo Pec a direzioneprovincialect@pec.riscossionesicilia.it) come debbo rispondere a quanti in questi giorni mi stanno esprimendo il proprio disagio…
Mi riferisco ai molti dipendenti dell’impresa IN.CO.TER. S.P.A. che a causa del provvedimento di pignoramento dei c/c della società (realizzato appunto dalla società: Riscossione Sicilia Spa) si ritrovano oggi a non poter percepire quanto loro dovuto e di contro, ricevono richieste esattoriali dalla stessa agenzia, per pagamenti dovuti attraverso quelle ben note “cartelle verdi”…
Allora, mi rivolgo a Lei, per nome e conto di tutta quella “gente onesta”, che oggi chiedono i propri diritti e nel contempo vorrebbero mantenere i propri doveri…
Sono tutte persone che sopravvivono grazie al proprio lavoro!!!
Poche migliaia di euro che servono a mantenere la famiglia in modo dignitoso, senza sprechi o divertimenti… perché tolti i costi diretti, d’affitto, d’utenze, di tutte quelle spese necessarie per il mantenimento dei propri familiari… ecco, ciò che resta è il niente… anzi solo qualche nuovo debito, quello appunto richiesto dall’agenzia di riscossione (senza voler entrare nei meriti della legittimità delle richieste…)!
Leggo quindi con piacere che è nuovamente rientrato… sì… con “maggiori poteri” ed allora spero che per un momento venga rivista la posizione della nostra società che ricordo essere “CONFISCATA” (ho la netta sensazione che ormai di questa situazione non glie ne fotte più niente a nessuno…) e che si permetta alla stessa di svincolare tutte le somme attualmente bloccate, per poterle destinare ai lavoratori ( che rappresentano dopotutto proprio quella “gente onesta” a cui Lei si riferisce… non solo, aggiungerei irreprensibile e soprattutto incorruttibile… proprio perché “non collusa“, rappresentante di quell’immagine di correttezza morale a cui in molti vorrebbero immedesimarsi e che nei fatti dimostrano concretamente essere distanti…
Per cui, su quest’ultimo punto, se c’è qualcuno dei cosiddetti “paladini” della legalità che si vuole “pubblicamente” confrontare… il sottoscritto è in ogni momento disponibile!!!
Preg.mo Avv. Fiumefreddo, nel ritornare “più forte di prima”, provi a mettere in campo quel “grande coraggio” espressole dal Presidente Crocetta…
Perché le vittorie per essere concrete devono manifestarsi con i fatti… in caso contrario… restano delle vittorie di “pirro”… 
Quindi, quanto chiedo oggi a nome della Società (anche se dovrebbe essere qualcun altro a farlo… ma la vita è così… come quando si era alle elementari, le caramelle andavano sempre a chi stava buono e a braccia conserte…) è quanto Lei ha già dichiarato… e cioè di voler fare il Suo dovere, come prima… senza sconti a nessuno e rispettando tutti!!!
E noi questo Le chiediamo di rispettarci… proprio per quel senso di rispetto e di eguaglianza a cui Lei tanto s’ispira!!!

Fiumefreddo: quella classe dirigente che ci governa e che verrà mandata a casa al momento opportuno…

Io aggiungerei speriamo presto… anzi subito!!!

Infatti, se pur in questo periodo in contrasto personalmente con la partecipata regionale Riscossione Sicilia”, condivido pienamente le parole espresse dal suo ex Presidente, in particolare quando si rivolge a quella classe classe dirigente dell’Ars che attualmente ci governa…   
Rileggendo i commenti espressi su LiveSicilia qualcuno chiede “se i soggetti a cui fa riferimento, non siano gli stessi che a suo tempo lo hanno nominato” e se quando ha ricevuto l’incarico di presidente lo è stato previa una selezione meritocratica, ed ancora… “perché parlarne ora e cioè dopo che si è stati cacciati, mentre quando si faceva parte di quel sistema e gratificati da quell’onorario ricevuto, tutto allora andava per il meglio???
Sono domande legittime, a cui sarebbe opportuno ricevere una Sua opinione… 
Poi c’è chi aggiunge che “quando si perde la poltrona, tutto intorno diventa “schifoso” ed ecco allora emergere quello spirito rivoluzionario”…
Leggo inoltre, tra i commenti negativi che c’è chi gli contesta tutta una serie di nomine ricevute dal palazzo… nel corso di questi anni…
Il sottoscritto non conoscendo personalmente l’Avv. Fiumefreddo, si è andato a documentare sul web, ed ha scoperto quanto segue:
ex avvocato di Raffaele Lombardo, candidato a Sindaco di Catania, sovrintendente del teatro Bellini, proprietario di Sud ( uno dei quotidiani d’inchiesta diretto in modo eccezionale da Simona Scandurra, tanto da rappresenta per il sottoscritto, uno di quelli preferiti che seguo quotidianmente…), “fedelissimo” del presidente della Regione Siciliana Crocetta, che lo ha proposto per la delega alle Attività produttive, ed ancora lo scelse nel 2014 quale Assessore ai Beni culturali – riporto quanto ho trovarto: “una nomina che fece insorgere soprattutto il Pd, che non voleva – un po’ un paradosso, a pensarci bene, per un partito che aveva sostenuto Lombardo nella legislatura precedente – anche per quel passato al fianco del governatore di Grammichele, che volle l’avvocato anche come Soprintendente del Teatro Bellini. Cinque giorni di polemiche e accuse, fino alla scelta di Fiumefreddo di fare un passo indietro. Con motivazioni anche un po’ inquietanti, affidate a una lettera accorata. “So bene – scrisse Fiumefreddo – che combattere Cosa Nostra, se mette a repentaglio la nostra vita, insieme e prima di tutto attenta alla nostra reputazione così da confondere ogni cosa; è un metodo vecchio – aggiunse – ma sempre in uso. Quel tipo di belva, che è il mafioso, inizia con l’adulazione dei suoi nemici ma quando si accorge di non avere presa ed allora passa ad infangare ed isolare, infine, se tutto è vano, uccide”. Non mancarono, in quell’occasione, parallelismi anche un po’ impegnativi. Erano i giorni che precedevano la Pasqua, e Fiumefreddo in qualche modo raccontò quella vicenda facendo riferimento ai giorni della Passione. Un afflato religioso subito raccolto dal presidente: “Caro Antonio, – scrisse Crocetta – conoscerti mi ha dato la possibilità di confrontarmi con le tue autenticità religiose e culturali. Mi ha dato prontezza del tuo impegno sociale contro ogni forma di criminalità organizzata e, soprattutto, di voler rilanciare una fase più intensa di quell’impegno senza avere le mani legate da lacci burocratici. Ho sofferto insieme a te in questi giorni, con la consapevolezza di vivere il dolore espiatore e catartico della Settimana santa. La sofferenza – aggiunse Crocetta – ci purifica e ci rafforza. Non potrò, per via solamente della tua indisponibilità in questo momento, averti a fianco come assessore. Ti chiedo, però, di essere disponibile a condurre insieme, nel ruolo che concorderemo, la lotta contro il malaffare e le mafie”. Amen “; dopo cinque giorni dall’annuncio, l’Avv. Fiumefreddo è costretto a uscire dalla giunta.
Pochi mesi dopo il Presidente Crocetta lo indicò come Assessore alle Attività produttive in sostituzione di Linda Vancheri, ma alla fine nell’assessorato di Via degli Emiri, l’Avv. non entrò mai.
Ed infine, mi sembra di aver compreso che è stato chiamato alla Funzione pubblica… per sole 24 ore, per giungere infine alla  nomina di Presidente di Riscossione Sicilia.
Premetto che quanto sopra riportato potrebbe presentare delle imprecisioni e me ne scuso anticipatamente; anzi, sin d’ora chiedo a chiunque d’inviarmi nota alla mia email, affinché possa procedere ad eventuali correzioni.
Certamente quanto riportava nel commento -millelire- “la politica da, la politica toglie”, non è poi così lontano dalla realtà…
Sono dell’idea che non è possibile rimanere all’interno di due schieramenti ( questo lasciamolo fare ai nostri “meravigliosi” politici…), voglio dire, non si può pensare di appartenere ad un sistema e di contro, volerne stare fuori posti dietro la barricata per poterne criticarne gli uomini di quelle amministrazioni o i metodi finora da loro applicati… 
Comprendo altresì che tentare di trovare quel giusto equilibrio non è mai facile e ancor meno lo è… trovare la netta linea di demarcazione che ci permette sempre di stare nel giusto… poiché il delle volte, pur volendo  contribuire (tra mille difficoltà) a migliorarlo quel sistema, si scopre ahimè di non riuscirci…  
Io però da sempre ho basato la mia vita su un profondo insegnamento… quello di Gesu, che diceva “nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”  (Lc 16,13) e quindi oggi mi scuso con l’Avv., ma ho difficoltà a comprendere i modi… di questo operare.
Spero un giorno di poterla incontrare per meglio comprendere con precisione a quali fatti (e/o persone) il Suo messaggio video era diretto e se vi fosse un’altra possibilità per opporsi a quel provvedimento di allontanamento nei suoi confronti, quest’ultimo causato non per una inidonea gestione dell’Agenzia, ma bensì per quanto Lei stava cercando di portare alla luce e che forse andava ad intaccare interessi personali dei cosiddetti “intoccabili”…
Ora credo che Lei sia giunto ad un bivio: denunciare pubblicamente tutti i nomi di coloro che dal suo lavoro stavano avendo un qualche danno d’immagine ( e soprattutto finanziario…), pur sapendo che così facendo verrà allontanato definitivamente da quei palazzi, oppure soprassedere… e sperare nuovamente di rientrarci…
Io staro qui ( ma credo che saremo in molti… ) ad osservare gli eventi…
Infine concluso per “par condicio”, con i commenti positivi pervenuti alla Sua persona:   
Informatevi prima di infangare. Quest’uomo è stato buttato fuori dai politici, perché tramite le Iene aveva denunciato che i primi a non pagare i debiti erano i politici della regione Sicilia contro i quali non si poteva nemmeno agire.

Non è accettare una nomina che rende gli uomini condannabili è il la condotta durante il loro operato .. peccato che quando operano bene li fanno fuori ..
Negli ultimi anni diverse persone per bene sono state incaricate .. purtroppo o si sono arrese o sono state buttate via … riflettiamo !!!

Ora parlo io…

Incoter, parla il direttore tecnico: ‘In ginocchio, ecco il perchè…’: LETTERA IN REDAZIONE: il direttore tecnico della Incoter (azienda confiscata e in passato conosciuta come Fratelli Basilotta Spa) Nicola Costanzo denuncia quella che definisce una beffa dello Stato. 

Quello stesso Stato che oggi di fatto amministra la società di costruzioni…

Sorveglianza speciale e sequestri: Le misure di prevenzione

Sorveglianza speciale e sequestri Le misure di prevenzione: il lavoro svolto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione è uno dei capisaldi per il contrasto all’illegalità e al proliferarsi dei patrimoni illeciti.

Cosa dire… l’approfondimento della giornalista Laura Di Stefano è encomiabile, in quanto riporta in modo perfetto le dinamiche che intervengono, dal provvedimento di sequestro a quello della Confisca…
Non è mio interesse entrare nelle misure giudiziarie o dare i giusti meriti alle Procure per l’operato svolto…
Ciò che mi interessa valutare è la capacità concreta e obbiettiva che hanno le Istituzioni nel gestire quel patrimonio milionario e costatare come l’aspetto occupazionale rappresenta oggi, una vera e propria mannaia per tanti dipendenti… tra cui anche il sottoscritto!!!
Vedere in quali modi la vicenda Tecnis sta traghettando… preannuncia certamente per la nostra provincia una catastrofe… non solo occupazionale ma anche esecutiva, vedasi quegli appalti in corso –certamente necessari– e che a seguito della misura di prevenzione, non potranno adesso, rispettare i tempi contrattuali previsti, alimentando nuovi malumori nei cittadini, che vedono ora –in quelle mancate opere realizzate– quei benefici e quelle aspettative di cui avrebbero potuto beneficiare…
Abbiamo compreso come, ad ogni misura di prevenzione patrimoniale, segue la nomina (da parte del Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione) di un amministratore giudiziario, che di fatto, sostituisce il precedente legale rappresentante nella gestione della società, sottoposta adesso al provvedimento di sequestro. 
Il problema difatti nasce proprio lì… e cioè nell’affidare questo incarico così importante ad un uomo solo… che dimostra (se non sulla carta…) una limitata capacità di gestione societaria… dove poco o nulla valgono i requisiti di qualificazione universitari o i master conseguiti, perché la gestione di una società, abbisogna non solo d’inquadrare gli aspetti tecnici o amministrativi in modo lineare, ma necessita di scelte decisioni immediate… che il più delle volte se ritardate, producono gravi conseguenze disastrose o implicazioni civili e/o penali di difficile soluzione, che conducono di conseguenza la stessa società (sotto amministrazione controllata) al fallimento!!!
L’operato quindi dell’amministratore giudiziario non deve limitarsi a ricondurre l’azienda nel circuito della legalità… ma intervenire in tutte quelle problematiche di coordinamento che devono in tempi celeri essere affrontate… con il Tribunale, gli Enti, le SA, i fornitori, i consulenti esterni ed i dipendenti, affinché si concretizzi quella necessaria sinergia, che faccia in modo di garantire la continuità aziendale…
Le nomina finora conferite, il più delle volte, non hanno tenuto conto di quelle giuste prerogative meritocratiche, anzi si sono dimostrate nel corso di quegli anni di “guerra” errate… non tanto perché non si è tenuto conto dei criteri di rotazione… ma perché le scelte adottate sono state basate su amichevoli rapporti. meglio inquadrate in quei meccanismi (tanto di voga nel nostro paese) tra raccomandazioni e determinazioni arbitrarie degli stessi giudici delegati…
Prendiamo come esempio la vicenda dei giorni scorsi, dove due Comitati di “No Discarica“, hanno presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Catania nei confronti dei tre commissari prefettizi della Oikos, nominati dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici dell’azienda con l’inchiesta “Terra Mia” e che hanno il compito di gestire la suddetta discarica… o anche, la scelta prefettizia di Catania, che ha affidato ad una coppia di coniugi (associati tra loro), per inviarli come commissari prefettizi: il marito M. Cassarino per gestire gli appalti Oikos-IPI e la discarica Valanghe d’Inverno (con le indennità che abbiamo ascoltato in questi giorni sulle “Le Iene”…) e la moglie R. Castelli per l’appalto de “La Cascina” al Cara di Mineo.
Il Cv depositato serve a poco, per non dire a nulla… in quanto è necessario prima di assegnare un nuovo incarico ad un amministratore, comprendere come egli abbia operato nelle precedenti gestioni e valutare se quanto realizzato rispondesse a quei canoni di giustizia e legalità… e nel caso in cui avesse dimostrato non solo inadeguatezza personale e professionale ma ancor peggio “collusione”, ecco che a quel punto, chi di dovere, dovrà prendere le giuste distanze, allontanandolo definitivamente!!!
Dopotutto come vado ripetendo… se fossero così bravi professionalmente… non avrebbero necessità di uno stipendio Statale… ma continuerebbero liberamente con la loro professione!!!
In ultima analisi, vorrei entrare nei meriti dei numeri…
Ho già scritto in un mio precedente post della moltitudine di società sottoposte in questi  anni a procedimenti di prevenzione e di come, la maggior parte di esse… siano ormai completamente chiuse!!!
Se quindi prendiamo questo parametro “ufficiale” quale metro di riferimento… possiamo ben comprendere come ci sia stata incapacità -da parte di molti di questi amministratori-,  nella gestione di questi beni che –quando e se… sarà definitivamente fatta emergere dimostrerà il proprio insuccesso in tutta la sua gravità…

Ed infine l’aspetto occupazionale, migliaia e migliaia di dipendenti senza lavoro… e quelli che sono ancora inseriti in queste società, non percepiscono il proprio stipendio da mesi…

In questa nota bisogna fare un plauso a Riscossione Sicilia S.p.a., capace – di bloccare totalmente i conti bancari di una impresa confiscata… non permettendo così ad essa di operare e/o di sopravvivere e nel contempo fa sospendere i pagamenti degli stipendi di quei poveri dipendenti…
Il bello è che quest’ultimi “cristi” e sono tanti… si ritrovano nel contempo ad essere chiamati dalla società di riscossione ad ottemperare alle inadempienze … senza però tenere conto, che proprio a causa di quanto dalla stessa realizzato, quei dipendenti –se pur volessero  ottemperare alle richieste pervenute ne sono di fatto… impossibilitati!!!
Che follia… il cane che si morde la coda… e nessuno che ne parla!!!

Riscossione Sicilia: equità, efficienza, lotta agli sprechi e al malaffare, senza lacrime e sangue per i dipendenti!!!

Si concludeva così l’articolo di Mario Barresi, pubblicato alcuni giorni fa su lasicilia.it: Riscossione Sicilia, voragine miliardaria incassa 320 milioni su 4 miliardi di crediti…
In particolare il pezzo sull’inchiesta riportava le frasi dell’ex Presidente: “un dossier che s’ingrossa giorno dopo giorno sulle «incredibili anomalie» di Riscossione Sicilia. Ma anche un altro file sul computer: il nuovo piano industriale. «Con le priorità che mi ha chiesto il presidente Crocetta: equità, efficienza, lotta agli sprechi e al malaffare, senza lacrime e sangue per i dipendenti». Una missione impossibile? «Ci proviamo e vogliamo riuscirci presto», assicura Fiumefreddo. Altrimenti? «Portiamo i libri in tribunale»”.
Ecco, quanto sopra è ciò che pensava l’allora presidente di questo “carrozzone”… 
State certi che il problema non è da ricercare in quanti non pagano le cartelle esattoriali… ma di quella inefficacia del sistema, nel saper creare quei presupposti affinché nessuno paghi… o meglio solo i più fessi!!!
Sarei curioso di conoscere tutte quelle imprese in odor di mafia, che operano nel nostro territorio e a cui sono state fatte pervenire le richieste morose dei pagamenti… o forse queste sono dispensate dai pagamenti dei tributi???
Dopo poche settimana l’ex presidente definiva “Un quadro sconcertante” la situazione ad egli affidata, riconoscendo sin da subito di applicare ” una inversione di tendenza rispetto al passato nell’operato degli ultimi due miei predecessori”, ma perché cos’era successo negli anni passati… potrebbe chiarire meglio il concetto… perché così si palesa il dubbio che durante quegli anni, quanto doveva essere svolto correttamente non è stato fatto… ed allora perché non sono stati denunciati quegli ex presidenti che certamente, per la loro mansione, avranno ricevuto fior di quattrini???  
Alla fine mi chiedo… ma di chi ha responsabilità di questo fallimento???
La politica… i dirigenti… i dipendenti (erano 1500… ora sono 700… anche questa una circostanza assurda…; servivano questi dipendenti per averli assunti o erano in soprannumero???ed ancora che fine hanno fatto??? sono stati spostati presso un altro casermone della regione e a far che cosa???) alla fine cioè di chi è la colpa…  chi ha la responsabilità di un’azienda che fa acqua da tutte le parti e poi come può essere che in questo nostro paese, nessuno mai paga per gli errori commessi!!!
Sì… domande… domande… le solite e inutili domande… in una terra irrecuperabile!!!
Forse mi è venuta un’intuizione: perché non affidare questa azienda alla mafia… si proprio ad essa… ai suoi uomini… dopotutto quei soggetti, in questi anni, hanno dimostrando di aver conoscenza sulle metodologie da applicare per farsi pagare…  
Avranno sicuramente dei modi un po rudi… violenti… eccessivi… per non dire che il più delle volte sono coercitivi… ma alla fine i risultati li ottengono… e c’è da aggiungere inoltre, che quanto chiedono… (o quanto loro impongono di pretendere) il più delle volte, se pur gravato da interessi usurai… corrisponde a quanto univocamente pattuito… anche se in questo caso… non dovuto!!!
Sono certo che quanto sopra ha esclusivamente un carattere provocatorio e lungi da me il dover pensare di affidarci a soggetti criminali per la riscossione…, individui che debbono essere sempre denunciati (usufruendo anche del sostegno dato dalle associazioni di legalità) opponendosi a quella reiterata violenza e dimostrando forza e resistenza senza mai piegarsi, rifiutando sin da subito, eventuali compromessi a quelle loro forzate richieste!!!   
Quindi, ritornando a Riscossione Sicilia… sembra che le loro richieste, oltre a essere il più delle volte inesatte o a non sussistere in quanto sono del tutto (o in parte) infondate poiché vanno a gravare su società “corrette” amministrativamente o ancor peggio su aziende “confiscate”…  mentre nel contempo, la stessa azienda, ha pensato bene, di accomodare posizioni debitorie con alcune banche… infatti, lo stesso ex presidente la definiva: una “disonestà dei numeri”, che esprime “ingegneria finanziaria molto prossima al falso in bilancio”… minchia… complimenti… ma come sempre… nessuno che denuncia alla Procura???
Dice bene Baresi… altro che far impallidire Pirandello, gli esattori… indebitati!!!
Ma poi… indebitati per cosa???
Per gli alti costi di affitto, di forniture d’energia e telefonia, di personale in esubero, di parcelle per consulenze, di forniture varie, di manutenzione e pulizia… e di tutti quei costi che servono quotidianamente a far lievitare in maniera esponenziale i debiti… 
Ma tanto c’è chi paga o meglio chi dovrebbe pagare e non paga!!!
Sono i soliti furbetti… una sfilza di evasori (sarebbe interessante vedere pubblicati l’elenco dei nomi con accanto gli importi che debbono restituire…) sono certo che troveremo note banche e società, politici e industriali, imprenditori e professionisti, fino a scendere verso una serie di prestanome, truffatori e nullatenenti, a cui bisogna aggiungere quanti operano nel riciclaggio della criminalità organizzata ed infine, ci sono i poveri disgraziati…
Quindi avendo coscienza di quanto sopra, la diligenza del “buon padre di famiglia” dovrebbe sapere cosa fare…
Ma qui da noi è tutto diverso… non c’è mai un percorso chiaro, vedasi infatti quanto sta avvenendo proprio con Riscossione Sicilia… dove la nostra Ars continua a finanziare le perdite, per aumentare ancor di più quell’inutile fardello di sprechi!!!

Riscossione Sicilia un fallimento totale… ma tanto c’è chi paga… i soliti idioti!!!

Si sono dimessi i due consiglieri di amministrazione di Riscossione Sicilia S.p.a. (Maria Filippa Palagonia ed Eustachio Cilea) e così secondo lo statuto della società, decade anche il terzo consigliere, il presidente Antonio Fiumefreddo…
Una società quella di “Riscossione Sicilia” che nel corso di questi anni è stata puntualmente ricapitalizzata delle perdite…
Ed anche ieri, se pur non è ancora arrivato il sì definitivo alla finanziaria, all’Ars hanno pensato bene di salvarla… con un manovrina finanziaria di circa 13 milioni e 900 mila euro, dopotutto… non sono soldi loro… ma vogliamo mettere… vista l’opulenza finanziaria nella quale versa l’Ars… si può permettere di gettare al vento questi denari… tanto alla fine si sa… che ci sono i “soliti idioti” che pagheranno per tutti!!! 
Qualcuno spingeva per il passaggio di competenze a Equitalia… considerato che, mentre “Riscossione Sicilia” dimostrava la propria inadeguatezza (e aggiungerei incapacità…) nel aver saputo realizzare perdite per circa 18 milioni di euro… Equitalia di contro, ha conseguito utili – nello stesso periodo – per oltre 21 milioni!!!
Inoltre… è proprio per quanto sta accadendo alla nostra società (e quindi parlo per cognizione di causa…) dove, osservando le metodologie finora adottate dall’agenzia di riscossione, che qualche dubbio mi viene…
Già… si promuovono a vanvera principi di legalità, si discutono procedure d’interconnessione tra gli apparati dello Stato in particolare per colpire il malaffare… e cosa fa questa agenzia (anch’essa dello Stato…) blocca tutti i conti della nostra società… attenzione da premettere che quest’ultima è “confiscata” (sottoposta ad amministrazione giudiziaria da parte del Tribunale di Catania) ed ora, per debiti inerenti a periodi legati alle “calende greche” e dove di fatto sono in atto procedure di ricorso, ecco che a quest’ultima, vengano bloccati tutti i conti, in modo tale che la stessa… non possa più operare, neppure in quella sua semplice gestione ordinaria… 
E’ una follia completa… da denunciare non solo all’opinione pubblica facendo emergere quanto sta accadendo ( situazione che come potete vedere sto già compiendo… ), ma soprattutto sarebbe il caso di evidenziare i nominativi di quanti (diciamo…) in modo professionale, hanno permesso che tali procedure venissero avviate!!!
La cosa assurda è che nel loro sito web (riscossionesicilia.it) si riporta: è una Società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate nella Regione Sicilia, ed ancora, l’esperienza maturata nel corso di anni di attività, prestata al servizio degli Enti locali creditori e dei contribuenti, ha permesso di conseguire significativi risultati tanto in termini di recupero della morosità quanto di miglioramento dei servizi all’utenza… si l’abbiamo visto!!!
Poi ovviamente si entra nel merito dei servizi e strumenti telematici… (posti a loro dire…) tra gli obiettivi primari, peccato che essi stessi non si accorgano che le procedure fin qui realizzate… non vanno applicate per quelle società che attualmente si trovano sotto amministrazione controllata e per di più in liquidazione…
Vorrei quindi sapere… da un lato si cerca “correttamente” di salvaguardare i dipendenti di Riscossione Sicilia… ma nel contempo, si fa in modo che altri dipendenti di società confiscate, non possano correttamente percepire il loro stipendio da mesi!!!
Solo in Italia, pardon… solo in Sicilia… ( in questa terra del caz… ) possono accadere situazioni assurde come questa!!!
Gente incompetente che per di più pretende di rimanere seduta in quelle poltrone direttive, senza aver mai dimostrato nel corso della loro esperienza professionale, alcuna capacità propria… ma al contrario, dimostrando sempre e ovunque fallimenti, in tutte quelle situazioni nelle quali ci si è confrontati… e potrei farvene un elenco.
Riscossione Sicilia è una vergogna per la nostra isola, per la dignità di quei restanti siciliani onesti, una società che è stata amministrata in modo imbarazzante e fallimentare e certamente non all’altezza del proprio ruolo!!!
Dice bene il deputato Margherita La Rocca Ruvolo: dopo due anni ci ritroviamo a discutere sempre degli stessi argomenti e il mio timore è che l’anno prossimo saremo ancora qui a discutere degli stessi argomenti…. il parlamento deve essere chiaro sulle strategie da portare avanti; la politica del risparmio va fatta, ma non può gravare soltanto sulle spalle di lavoratori e contribuenti”.
La verità sconfortante è che questi “carrozzoni” clientelari, servono esclusivamente a sistemare “gli amici degli amici” ed i loro parenti… un sistema ancor più peggiore e collusivo, di quello allora adottato dalla famiglia Salvo e cioè quando erano i privati a svolgere i servizi di riscossione…
Non si può pensare di salvare questo ente di riscossione solo per compiacere il gradimento di un qualche presidente – abbiamo visto infatti in questi anni… quale fine abbiano fatto questi “onesti” Presidenti della Regione Sicilia – sapendo già oggi… il governo in carica, d’aver presentato alla finanziaria, un emendamento per risollevare le sorti per un default ormai prossimo a 11 milioni e 900 mila euro per il 2016 e con 23 milioni di debiti previsti per il 2018!!!
Chiudiamola definitivamente questa società, dopotutto abbiamo visto cosa ha saputo fare… creare inutilmente ancora più debiti!!!
Un mio professore all’Università mi diceva: bisogna accettare il principio che un debito pubblico è una maledizione pubblica… e sapere sempre che c’è… chi fa debiti per necessità, chi per leggerezza, chi per vizio… ma solo il primo, di solito è quello che li paga per tutti!!!

Annullate le vecchie multe ed i bolli non pagati!!!

Hai pagato le multe… allora sei un coglione!!!

Hai sempre rispettato le date di scadenza per il pagamento dei bolli… allora sei un fesso!!!
E si… perché alla fine di questo si tratta… c’è chi ha rispettato le proprie scadenze, chi ha provveduto a pagare le sanzioni ricevute ed anche, quando in ritardo, ha cercato di regolarizzare la propria posizione e chi invece, se ne completamente fottuto di rispettare la legge, non pagando, multe, bolli, tasse, ecc… ed oggi… viene giustamente premiato!!!
Già da noi, il rispetto delle nome previste nel diritto, da noi è tutta una farsa… si cerca sempre di applicare nuove normative, che permettano sempre di regolarizzare gli abusi…, sanatorie, contravvenzioni, ecc.., si spera sempre in una qualche normativa che all’improvviso possa estinguerne il reato, 
I beneficiari saranno sempre i soliti furbetti… in particolare circa tre milioni di siciliani, già perché noi siamo sempre i primi, in particolare quando si tratta di elenchi in negativo… nel caso specifico… iscrizioni a ruolo…
Quindi tutto, sino al 12/2009 viene annullato… per i debiti esattoriali di importo non superiore ai duemila euro con l’alleggerimento per quelli di importo superiore, per un importo che si stima intorno al miliardo e 600 Ml di euro…
Ovviamente la prima città tra quelle siciliane a godere di tale beneficio è proprio la città di Catania… 
D’altronde cosa aspettarsi, l’Italia nello scorso anno si è meritata il premio per essere lo stato in cui si pagano più tasse…
Sono circa un terzo dello stipendio dei cittadini, i tributi tributi diretti ed indiretti nonché i contributi…
Abbiamo una pressione fiscale pari al 43,5% del Pil, ben 1,7 punti in più rispetto alla media dell’area euro e con i cittadini come sempre unici vittime ad essere vessati, veri e propri pagatori di tutte le tasse e non solo, anche di quegli sprechi e tangenti che ormai quotidianamente vanno emergendo…
Cosa aggiungere… la prossima volta prima di pagare… pensiamoci, potrebbe anche per noi arrivare la buona notizia che tutto ci è stato condonato!!! 

Il pagamento delle imposte…

Qualcuno è ancora convinto che il pagamento delle imposte, sia qualcosa che riguardi principalmente l’efficacia delle riscossioni…
Comunque in attesa di una sentenza che possa chiarirne  l’orientamento, i giudici, sembrano essere sempre più coesi nel riconoscere, che tra le ipotesi di forza maggiore nel mancato pagamento dovuto, ci possa essere la crisi di liquidità dell’impresa.
Ecco che su questo punto è intervenuta la giurisprudenza la quale, in ambito tributario, ha per la prima volta valutato l’elemento della involontarietà del contribuente il quale si trova nella impossibilità oggettiva di adempiere le proprie obbligazioni tributarie.
Certamente e soprattutto differente è la situazione in materia tributaria, in caso di ” sottrazione “ del pagamento delle imposte, attraverso l’emissione e/o l’utilizzazione di fatture false…
L’art. 11 1° comma del D.Lgs. n. 74/2000 infatti, punisce chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o dell’IVA, ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a tali imposte di ammontare complessivo superiore ad euro 50.000, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui beni propri o altrui idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. 

Già l’art. 97 c. 6 del D.P.R. n. 602/1973, stabiliva che: Il contribuente in corso in morosità che, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte dovute, abbia compiuto sui propri o sugli altrui beni atti fraudolenti che rendono in tutto o in parte inefficace l’esecuzione esattoriale è punito con la reclusione fino a tre anni.

Quanto sopra è stata sostituita dall’art. 15, quarto comma, lett. b), della legge n. 413/1991 dove, il contribuente che, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, interessi, soprattasse e pene pecuniarie dovuti, ha compiuto, dopo che sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche o sono stati notificati gli inviti e le richieste previsti dalle singole leggi di imposta ovvero sono stati notificati atti di accertamento o iscrizioni a ruolo, atti fraudolenti sui propri o su altrui beni che hanno reso in tutto o in parte inefficace la relativa esecuzione esattoriale, è punito con la reclusione fino a tre anni. 

La disposizione non si applica se l’ammontare delle somme non corrisposte non è superiore a Euro 5 mila.
Le disposizioni in oggetto sono state successivamente abrogate dall’art. 25, primo comma, lett. a), del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74.
Il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte è stato introdotto, nell’ambito del nuovo ordinamento delle sanzioni penali tributarie, dall’art. 11 del D.Lgs. n. 74/2000.
Rispetto alla normativa precedente, le nuove disposizioni – che puniscono con la reclusione (da 6 mesi a 4 anni) chi, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o IVA in misura superiore a una determinata soglia, «aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva» – non richiedono che sia in atto una procedura di riscossione coattiva dei tributi evasi.
La trasformazione della fattispecie da reato di danno a reato di pericolo rivela l’intento del legislatore di anticipare la tutela del bene protetto, che consiste nel interesse dello Stato alla effettiva riscossione dei tributi e alla conservazione delle garanzie patrimoniali che assistono il suo credito tributario.

Le fattispecie fondamentali di condotte criminose sono:

1.dichiarazione fraudolenta;
2.dichiarazione infedele;
3.omessa dichiarazione.
Ad esse si aggiungono altre fattispecie, come quelle relative alla emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti al fine di consentire a terzi l’evasione, l’occultamento o la distruzione di documenti contabili in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume d’affari, e alla sottrazione alla riscossione coattiva delle imposte mediante il compimento di atti fraudolenti su beni propri o altrui.