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Sindaco e Assessorato alla viabilità: dov’è la sicurezza in quegli svincoli di "Fontanarossa"???

Non solo gli automobilisti, ma anche i motociclisti mettono a rischio la propria vita nel percorrere quegli svincoli della tangenziale che conducono all’Aeroporto “INTERNAZIONALE” Vincenzo Bellini (un post de “La Sicilia” del 22 c.m. riportava: “Vergognoso definire internazionale l’aeroporto di Catania” – link: https://www.lasicilia.it/lo-dico/vergognoso-definire-internazionale-laeroporto-di-catania-2211475/).

Non so quanti tra voi in quest’ultimi anni si sono recati in Aeroporto, beh… se lo avete fatto vi sarete certamente accorti delle condizioni (già… a dir poco vergognose…)  di quel tratto di strada e non mi riferisco alla sola mancata sicurezza della visibilità, ma anche alla mancata manutenzione dei guardrail e del verde presente ai margini della carreggiata (per modo di dire… ormai secco e a causa di qualche incendio “bruciato”…), cui si somma anche il rischio della cenere caduta in questi giorni…

Iniziamo comunque parlando del più grave dei problemi, che – se non sistemato – può determinare gravi rischi agli automobilisti…

Mi riferisco alla mancata illuminazione: di notte… il buio assoluto non permette di far intravvedere l’ingresso di quello svincolo o quantomeno, quando ci si accorge di esso è ormai troppo tardi per immettercisi…

Il rischio difatti è quello di finire contro il guardrail posto a separazione tra l’ingresso della rampa e la carreggiata a proseguo della tangenziale.

D’altronde non si capisce come sia possibile che ben tre torri faro (nuovissime), capaci con quei suoi fari alogeni e/o led d’illuminare tutta l’area, risultino (ritengo da almeno due anni ) non funzionanti!!!

Mi chiedo, ma com’è possibile che nessuno intervenga, perché nessuno in questa terra riscontra mai i problemi che viceversa il sottoscritto verifica, evidenzia e ahimè solitamente denuncia??? 

Già… i miei connazionali dove sono, cosa fanno, perché mai rivolgono i propri pensieri esclusivamente al proprio orticello e se ne fottono di quanto accade intorno a loro???

Mi chiedo: perché si girano dall’altro lato facendo in modo di non vedere il problema, non è questa la loro città, quella nella quale da sempre vivono e che un giorno continuerà a esserlo per i propri familiari???

Perchè quindi comportarsi così??? Sì… mi dispiace dover costatare questi loro comportamenti, insensibili e soprattutto apatici che fanno sì che tutto proceda per come viene, senza che venga evidenziata una qualche reazione e ancor meno una iniziativa volta a cambiare questo stato di cose…

Parlare poi d’iniziativa, di rispetto della cosa pubblica, del volersi riappropriare della vita sociale, dellla volontà di giungere a una condizioni minima per poter vivere in maniera serena, beh… sono tutte azioni che non vengono mai intraprese, perché si aspetta sempre che sia altri a fare il primo passo…  

Ed allora come faccio spesso da questo blog, scrivo di un problema cui sono venuto a conoscenza ed auspico che qualcuno ne prenda nota; posso d’altronde confermare come proprio nei giorni scorsi, l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, ha dato evidenza di aver ascoltato talune mie richieste: difatti pochi giorni dopo aver pubblicato il mio post, si è intervenuti per ripristinare quei tratti di strada segnalati, certamente pericolosi…

Ora auspico che lo stesso accada per quegli svincoli (pericolosissimi) per “Fontanarossa”; d’altronde ho potuto verificare come il Sindaco Trantino, quando chiamato dal sottoscritto per la metropolitana, ha dato celerità alle richieste di alcuni miei lettori e quindi non posso che auspicare che anche questa volta, nei tempi tecnici necessari per organizzarsi e compiere quei lavori, si provvederà a realizzare quanto necessario (tra l’altro parliamo di un periodo che vedrà proprio quella zona incrementarsi, sì… a causa dei turisti che stanno giungendo in migliaia nell’isola…)

Sono sicuro che leggendo questo post – i responsabili di quell’Assessorato per la viabilità – si daranno da fare per risolvere il problema e sarò felice quindi di poter scrivere – subito dopo aver saputo che i lavori sono stati effettuati – dando risalto in maniera positiva della capacità organizzativa dei suoi  referenti comunali, gli stessi che in tante circostanze hanno evidenziato, con dedisione e professionalità, di riuscire a risolvere gran parte delle nostre consuete difficoltà… 

SP102 II per Castel di Judica: Assessore Aricò… molto bene, abbiamo fatto 30, ora facciamo 31?

Quel detto popolare in napoletano rende ancor meglio: “Amma fatt 30 facimm pur 31!!!”

Sì… mi rivogo all’Assessore delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, Dott. Alessandro Aricò, perché ho potuto costatare come proprio in questi giorni – la SP 102 II – è stata oggetto di quella necessaria manutenzione…

Infatti, come potete vedere dalle foto allegate, gli scalini presenti in ben 4 posizioni (di altezza vairiabile tra i 10/15 cm ) che in modo ortogonale interrompevano l’intera carreggiata – costringendo tutti gli autisti a doversi fermare non solo per evitare di distruggere un pneumatico, ma soprattutto per non distruggere le sospensioni dell’auto – beh… debbo sperare che dopo aver letto il mio post del 7 giugno – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/06/forse-e-tempo-che-quellassessorato.html – si è deciso da parte di quell’Assessorato di realizzare gli interventi richiesti dal sottoscritto.

Premesso che non ho alcun interesse a prendermi meriti, d’altronde come ripeto spesso, i cittadini devono sempre fare quanto necesario per aiutare chi ci governa, collaborando in ogni occasione affinchè si facciano emergere i reali problemi del territorio…

Serve poco, già… a volte bastano semplicemente due righe, anche scritte nella propria pagina social per esser d’aiuto, viceversa, demandare sempre agli altri quanto possiamo fare da noi, è certamente qualcosa di errato!!!

Stessa circostanza dovrei dire per tutti quei comportamenti esacrabili, mi riferisco all’essere omertosi, al girarsi sempre dall’altro lato, a ripetere continuamente “non so, non c’ero, non mi riguarda, non ne voglio parlare, chiedete ad altri, e via discorrendo…”, per poi lamentarvi costantemente con i vostri familiari, amici ed anche conoscenti, sì… mentre siete seduti in quel bar cittadino.

Se si vuole qualcosa bisogna chiederla, gentilmente…, ma facendo comprendere a chi di dovere, quali circostanze gravi possono condurre le loro mancanze…

Sarà che il sottoscritto da 30 anni svolge incarichi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quindi possiedo una particolare predisposizione nel riconoscere anticipatamente eventuali rischi e pericoli, difatti, percorrendo quella strada ho deciso immediatamente di denunciare quelle condizioni critiche, in particolare ho voluto evitare ad un eventuale motociclista (non del luogo) – viste le precedenti condizioni stradali – di perdere la vita, già per una semplice banalità, sì… non me lo sarei potuto perdonare!!!

Ecco perché ringrazio l’Assessore Aricò – che non conosco personalmente – per aver dato prova di prontezza, nell’affrontare e risolvere in maniera celere una situazione che avrebbe comportato certamente forti rischi…

Ed allora, ritorno a quel detto popolare: “Amma fatt 30, facimm pur 31!!!”

Assessore Aricò, sono quindi a chiederLe un’altro favore ed auspico che leggendo quest’ulteriore richiesta, Lei non paragoni il sottoscritto a quel detto che dice: “Se dai un dito, si prendono il braccio!”

No… le assicuro che non è il mio caso, d’altronde posso assicurarle che la mia richiesta non è personale, il sottoscritto risiede a Catania e non quindi a Castel di Judica, con cui ho poco (o nulla…) da fare, sì… forse in un tempo passato – momenti che conservo ancora con particolare affetto – ma ormai quel tempo è passato, ma restano ancora amici che sapendo del mio Blog, mi hanno chiesto personalmente d’intervenire in loro aiuto…

Quindi, riprendo da dove ho lasciato e cioè dalla strada che da Franchetto porta a Castel di Judica – vedasi quanto avevo pubblicato nel post intitolato “Caro Ministro delle Infrastrutture” (Matteo Salvini) & Co. (Meloni e Tajani): prima di parlare di ponte sullo stretto o presenziare in questi giorni per chiederci il voto, ascoltate ed osservate quanto richiesto a gran voce dal Sindaco Ruggero Strano!!! – link:http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/06/caro-ministro-delle-infrastrutture.html dalle cui foto pubblicate, Ass. Aricò, avrà avuto modo di costatare le terribili condizioni…

Debbo anticiparLe che qualcosa di provvisorio è stato realizzato nei giorni scorsi, ma l’intervento eseguito non è definitivo (già… è stato semplicemente posato dello stabilizzato o misto di cava in alcune buche presenti e in taluni avvallamenti), in quanto non è stato completato per tutto il tratto di strada e quindi come potrà costatare, sono ancora presenti molti abbassamenti “pericolosi”; d’altronde si tratta semplicemente di far depositare non più di 2/3 autocarri di materiale inerte, spianare il tutto con un bobcat e in mezza giornata il problema è risolto… 

Poi naturalmente, se si avrà capacità di realizzare quanto compiuto nei giorni scorsi nella SP102II con la posa del bitume, certo… questa sarebbe la condizone ideale, ma comunque in questa prima fase –  questa soluzione provvisoria – potrà certamente per alcuni mesi bastare…

Per quanto concerne la forniture del materiale, questa potrà esser prelevata da alcune società poste lì a breve distanza, in quanto quest’ultime sono titolari di cave; non vorrei sbagliare… ne ho contate almeno quattro e vedrà che il problema potrà esser da Lei risolto, anche con una semplice telefonata…

Cosa aggiungere, nel ringraziarLa anticipatamente per quanto è stato in questi giorni compiuto e certo sin d’ora della disponibilità che Lei vorrà accordare a questa mia domanda, resto in attesa di assistere agli interventi ora richiesti e mi riprometto di scrivere nuovamente un post a lavori eseguiti, completi ovviamente di documentazione fotografica.

Assessore Aricò, Le auguro un buon lavoro… 

La Sicilia, seconda per provvedimenti interdittivi!!!

Ho letto stamani un articolo allarmante…

Affrontava il tema delle interdittive antimafia, cioè di quei provvedimenti attuati dai prefetti al fine di prevenire le infiltrazioni mafiose!!!

La circostanza più preoccupante è che in questi anni vi è stata una crescita esponenziale di quelle imprese destinatarie del provvedimento a causa del quale non potranno più contrarre con la pubblica amministrazione.

Nel solo 2023 la crescita è stata del 84%, vedasi link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2024/01/interdittive-antimafia-nel-2023-in-sicilia-crescita-dell84–361bf0c8-f0b1-4ec5-a041-c7ae6021a238.html, con ben 390 imprese coinvolte, di cui 187 le comunicazioni interdittive  e 203 le informazioni, cioè quei provvedimento nati da una valutazione discrezionale della prefettura, sui rischi di una possibile infiltrazione criminale. 

Lo stesso “Sole 24 ore” ha riportato che lo scorso anno le interdittive sono state 2007 contro le 1495 del 2022 e quindi un aumento del 34% e come riportavo sopra, si distinguono in maniera negative due regioni, la Campania e ahimè la Sicilia!!!

Certo questi dati, ma soprattutto il metodo adottato con cui si giunge a quei provvedimenti, ha da sempre lasciato il sottoscritto abbastanza dubbioso, d’altronde basti rileggersi tutti i post scritti in questi anni su questo delicato argomento…

Dubbi che comunque hanno trovato conferma nel tempo dai numerosi ricorsi proposti dinnanzi ai Tar, in quanto gli atti amministrativi ricevuti da quelle imprese sono stati ritenuti lesivi, tanto da richiedere l’annullamento dell’interdittiva stessa e la nota dell’autorità nazionale anticorruzione; ricorsi che hanno in più di un occasione hannoportato all’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dai prefetti.

Ecco perchè, pur ritenendo il provvedimeno fondamentale per limitare quel meccanismo illegale cosi tanto diffuso nella nostra isola, credo viceversa che lo stesso vada di fatto corretto, affinchè non si compiano errori di valutazione oppure che si possa trasformare quella misura in un’espediente, già… per togliere dal mercato – anche solo temporaneamente – una qualche impresa antagonista o che dia semplicemente fastidio ad una loro impresa “protetta”, sì… posta – per ragioni oscure o perché no… forse clientelari – sotto l’apparato istituzionale… 

D’altronde non è la prima volta che attraverso queste interdizioni siano stati recessi contratti milionari ad alcune imprese, per poi vederli assegnati ad altre imprese, le stesse che, solo pochi anni dopo, si sono dimostrata essere di fatto, sotto il controllo della criminalità!!!

Sicurezza sui luoghi di lavoro: Presidente Mattarella, chissà se soltanto mi avesse contattato, forse oggi non saremmo quì a parlare di "patente a crediti"!!!

Stasera, per come avevo anticipato nel post pubblicato ieri, avrei dovuto iniziare a parlarvi della novità del governo sulla “patente a crediti” e di come il sottoscritto la ritenga del tutto inutile per affrontare il reale problema della sicurezza nei cantieri edili.
Purtroppo, essendo fuori sede, non ho avuto modo di completare quanto avevo iniziato a preparare, ma nel contempo mi sono ricordato di una lettera aperta scritta alcuni anni fa al nostro Presidente Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi…
La missiva tra l’altro si concludeva con questa frase: Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno gli ultimi e difatti sono certo sin d’ora di poter preannunciare che tra qualche anno, il sottoscritto, si ritroverà ahimè… a parlarne nuovamente in questo suo blog!!!
Il titolo di quella lettera aperta era il seguente: Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/morti-sul-lavoro-una-vergogna-per-lo.html
Leggendolo comprenderete il perché da sempre in questo nostro Paese la sicurezza non ha mai funzionato!!! Già… perché nessuno è disposto ad ascoltare… 

Amministratori di società come "teste di c… legno", già… per pochi spiccioli!!!

Avessero almeno l’intelligenza di fare quel ruolo così delicato per una cifra considerevole o quantomeno interessante!!!

D’altronde vorrei ricordare a quei soggetti che le pene previste penalmente per aver svolto impropriamente quel ruolo, sono eguali sia che si abbia preso 10.000 euro al mese oppure che €. 1.500 e quindi – se proprio si è deciso di esercitare quel ruolo – perché farlo gratis???

Già… “Niente sconti per le teste di legno“: è quanto è emerso dalla sentenza n. 12841 del 5 aprile scorso, con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha ritenuto responsabile anche l’amministratore «di diritto» per i fatti di bancarotta posti in essere dall’amministratore «di fatto»!!!

Già… bisogna essere delle “teste di c…” a voler apparire ai terzi come rappresentante di una società, risultando amministratore di un’entità che poi in realtà è diretta e gestita da un altro o da altri soggetti…

Per cui… volete farlo, vi hanno promesso del denaro, un’auto ( ah… che ridere, quasi sempre una panda o una punto…) e chissà forse per quel ruolo vi verrà concesso vitto e l’alloggio, ma allora – se proprio non sapete dove sbattervi la testa – approfittatene, sì… quantomeno fatelo con furbizia, chiedete per quel ruolo così importante una maggiore libertà d’azione, trasparenza, ma soprattutto un adeguato compenso, non la miseria che viene solitamente concessa a tutti quei pseudo amministratori “teste di legno”…

D’altronde vorrei ricordare a quest’ultimi il loro fondamentale ruolo – non semplice e soprattutto difficile da poter affidare ad una persona estranea o come si dice in gergo “al primo venuto” – perché in gioco non vi è soltanto la società, ma bensì i beni di proprietà, immobiliari, mobiliari, strumentali, gli appalti, etc… e quindi quel soggetto deve essere uno di cui fidarsi, un familiare, un parente, un intimo amico, non certo il primo estraneo che capita per strada, perché nei momenti di pressione dovrà farsi carico di tutto e soprattutto questi, non dovrà mai parlare!!!

Ed allora, sapendo d’aver il coltello dalla parte del manico, perché non chiedere il giusto, perché accontentarsi sapendo di attirare su di se tutti i rischi di quel ruolo, infangando – nel caso in cui si venisse scoperti – non solo il proprio nome, ma anche quello dei propri figli.

Quindi, perché non far trasparire apertamente le proprie intenzioni, chiedendo ciò per cui si sta rischiando, sapendo tra l’altro di poter tenere l’altro (colui che realmente comanda) legato… sì per le palle ed imponendo così la propria figura, quale scambio di continuità e progettualità per la società che si sta amministrando???

D’altronde, cosa potrebbe accadere, non certo che quel ruolo venga ripreso dall'”Amministratore di fatto“…

Egli, per aver posto voi a quel ruolo, evidenzia che non può farlo, la normativa prevede difatti che un soggetto, per poter adempiere a quel ruolo, deve rispettare alcuni fondamentali requisiti, tra cui aver capacità giuridica e di agire, ma soprattutto, non deve essere stato interdetto o risultare inabilitato, fallito ed ancora, non deve essere stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici e/o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi!!!

Quindi come vedete, alla fine gli restate soltanto voi o qualcuno come voi, ma non è semplice, loro sanno bene come non sia agevole destituirvi da quel ruolo, già… come si dice: il rischio non vale la candela!!!

 Ed allora, per una volta, dimostrate che non siete dei semplici “quaquaraquà“, provate a far valere le vostre posizioni, se proprio dovete rischiare, vi do un consiglio, fatevi intestare una quota di quella società, fatevi compensare per quel ruolo in maniera corretta, non accontentatevi, ed ancora, provate a far valere ancora il vostro nome “valido“, perché  tra qualche anno potrebbe accadere che neppure quello vi resterà di “limpido“…

Quindi fate in fretta, agite presto e se le vostre richieste non venissero prese in considerazione, lasciate celermente quella “patata bollente” a chi di dovere, quantomeno voi potrete ancora continuare a restare liberi e chissà, forse un giorno incontrandomi, mi ringrazierete per aver ascoltato le mie parole!!! 

Pnrr: "Rischio infiltrazioni mafiose e ritardi".

Ho scritto parecchi post sull’argomento in questi anni, ed ora anche la Corte dei Conti. ha lanciato l’allarme sulla spesa del Pnrr in Sicilia!!!

Basti rileggere d’altronde quanto avevo riportato sui rischi da infiltrazioni mafiose e i ritardi che potrebbero far perdere all’Isola gran parte di quei miliardi (fondamentali per colmare il gap della regione con il resto del Paese), per comprendere come quanto avevo riportato sia già in corso e soltanto chi non fa finta di non comprenderne i pericoli e perché cela di possedere forti interessi su quel business economico e finanziario…    

1) La mafia vuole accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/07/la-mafia-vuole-accaparrarsi-il.html

2) PNRR: l’infiltrazione economico-finanziaria di “cosa-nostra” è già iniziata!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/11/pnrr-linfiltrazione-economico.html

3) PNRR: ritardi e infiltrazioni (parte seconda) – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/pnrr-parte-seconda.html

4) Draghi rivolge le sue attenzioni al SUD, la politica s’interessa con convegni al SUD: quante cazzate, la verità è che si stanno preparando per le prossime elezioni e per dar alle imprese del Nord i soldi del PNRR!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/draghi-rivolge-le-sue-attenzioni-al-sud.html

5) Associazione Libera: Il PNRR ai raggi x – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/associazione-libera-il-pnrr-ai-raggi-x.html

Ora, dopo più di un anno, anche lo Stato mostra di comprenderne i rischi e difatti nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore della sezione giurisdizionale Pino Zingale ha presentato i dati sviluppati dalla Ragioneria dello Stato sul piano nazionale di ripresa e resilienza…

Ad oggi infatti, ben sette miliardi sono stati assegnati all’Isola, questi rappresentano all’incirca il dieci per cento dei 72,84 miliardi di euro destinati a livello nazionale e comprenderete come con un ricco piatto PNRR così rilevante, è facile pensare che proprio quell’associazione criminale sia fortemente attratta, ma non  solo, a causa dei ritardi provocati dalle PA si potrebbe anche fallire l’obiettivo se non verranno celermente impiegati o se non dovessero essere rispettati i termini rigorosi imposti dall’Unione europea per il loro concreto utilizzo.
Avverte difatti il Procuratore Zingale: è necessario che le varie amministrazioni si sappiano attrezzare adeguatamente dal punto di vista operativo e delle risorse umane e professionali dedicate, evitando di accampare la ricorrente giustificazione della paura della firma che, in presenza dell’attuale disciplina, dichiaratamente (e realmente, si spera) transitoria, che prevede la perseguibilità dei danni erariali solo in caso di dolo, per le ipotesi di comportamenti commissivi, e di colpa grave per quelli omissivi, dovrebbe stimolare al fare piuttosto che all’inerzia.

I prossimi tre anni, diranno come ci si è mossi e soprattutto quanto si è stati capaci di realizzare!!!

L’auspicio è che gli interessi della Regione e dei miei conterranei, siano prioritari a quelli politici, personali e soprattutto clientelari/mafiosi per come ahimè (sono sin d’ora certo accadrà) verranno evidenziati e perseguiti – ormai consuetudine – dalle nostre procure siciliane…
Si facciamo sempre le “pecore” o come dice Sgarbi le “capre”, continuiamo a far finta che quanto sopra non accadrà: sono certo oggi di poter affermare che disgraziatamente ne riparleremo a fatti ormai compiuti tra qualche anno!!!

Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!!

Presidenti Mattarella e Draghi, basta con proclami o belle parole sulla sicurezza, d’altronde permettetemi di dire che Voi, non ne sapete nulla su questo argomento ed allora mi chiedo, perché non affidarsi a chi da sempre opera in quel settore!!! 

Il sottoscritto ad esempio opera da oltre trent’anni in qualità  R.S.P.P. (oltre che come Coordinatore e Formatore…), ed in questo lungo periodo mi pregio di non aver mai avuto un solo incidente nei cantieri da me seguiti e posso assicurarvi che non si è trattata di semplice fortuna!!!

Ora, se pensavate per un istante che quanto sopra sia stato dovuto ad una mera casualità, no… miei cari Presidenti, mi dispiace deludervi, ma ciò è accaduto in quanto il sottoscritto, perdonatemi la frase scurrile – “ci ha scassato la minch… ogni giorno, sia ai lavoratori che ai colleghi preposti alla sicurezza” affinché ciascuno di essi compiesse in ogni istante il proprio dovere, senza mai distrarsi ma soprattutto mettendo in pratica quelle necessarie misure di prevenzione e protezione e salvaguardia di ogni fase lavorativa proteggendo tra l’altro anche l’altrui lavoro… 

Perché il problema fondamentale è quello di mettere in pratica – in maniera semplice ma soprattutto facilmente comprensibile – quanto riportato in quel testo unico del D.L.vo 81/08 e s.m.i., ma serve a poco conoscere le norme se poi queste di fatto non vengono  applicate o dovrei aggiungere che chi per primo dovrebbe imporre quelle regole, è proprio lo stesso individuo che se ne fotte!!!

Permettetemi altresì di aggiungere che il sistema per come è strutturato, mi riferisco alla gestione della sicurezza sul lavoro (in sigla SGSL) è di fatto totalmente inconcludente poiché se chi dovrebbe controllare e verificarne l’operativa sul campo è di fatti sottomesso al proprio datore di lavoro, il quale ha solitamente come primo obiettivo quello di mirare esclusivamente alla produttività a scapito della sicurezza, è evidente che il sistema della sicurezza implode su se stesso…

Vi è quindi la necessità di cambiare quelle regole, chi svolge la funzione di controllo deve essere slegato da quel rapporto di sudditanza che lo lega all’impresa stessa; quanto riportato vale anche anche per chi svolge la funzione di Coordinatore: comprenderà bene che se nei lavori privati (ma potrei estendere il concetto anche per quelli pubblici), la figura posta a controllo delle procedure previste e dei controlli, risulta troppo rigida o professionalmente distaccata dal Committente che lo ha chiamato (lo stesso che d’altronde paga le sue fatture), se nel suo operare evidenzia un atteggiamento energico, fermo o risoluto, non permettendo alle imprese o ai lavoratori individuali che si possa violare anche uno solo di quegli adempimenti, ecco che questo professionista, difficilmente verrà premiato e quindi nuovamente chiamato per un altro incarico, no…  al suo posto verrà scelto un collega certamente più disponibile a chiudere un occhio…

La stessa cosa vale peraltro per l’R.S.P.P. o per l’addetto “Preposto” che fintanto dipende dallo stipendio ricevuto da quell’imprenditore (mi riferisco a quello “negligente”, perché ve ne sono tanti altri che dimostrano di tenere alla sicurezza della propria impresa) è evidente che il loro potere decisionale vale nulla!!!
Difatti, riuscire a far la voce grossa, imporsi in quelle scelte fondamentali per la messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro, procedere con gli acquisti dei Dpi, passa tutto in secondo piano quando quel rapporto – a causa delle continue richieste per far fronte a quella inadeguata sicurezza – comporterà l’allontanamento di quel responsabile o l’eventuale modifica del rapporto contrattuale…

Ed infine la situazione peggiore, i “Committenti”: sì, proprio loro che manifestano ovunque a grandi titoli di voler adottare all’interno della propria società quanto necessario per portare a zero quei rischi connessi alla sicurezza, trasmettendo tra l’altro quel messaggio anche ai partner affidatari e di conseguenza alle loro imprese subappaltatrici…

Ora, come dicevo sopra, se quanto fatto resta esclusivamente sulla carta, se sono proprio quest’ultimi i primi a limitarsi ad adottare la sicurezza, espletandola solo dal punto di vista cartaceo, senza poi intervenire in maniera concreta o in particolare, quando emergono gravi problematiche in quei loro cantieri (ah dimenticavo… alcune di esse fanno altresì firmare agli imprenditori nei contratti d’appalto, limiti di riservatezza, affinché nulla di ciò che accade all’interno di quei lavori venga riportato all’esterno in particolare ai media; mi chiedo, non è che forse dovrei pensare che l’intenzione reale è quella di non far giungere mai nulla all’esterno o direttamente a quegli organi competenti o ancor più giudiziari???)!!!

Permettetemi di aggiungere come la circostanza peggiore è rappresentata quando questi – pur venendo a conoscenza delle criticità presenti nei loro cantieri – non si adoperano minimamente per attuare quelle necessarie risoluzione, viceversa si chiudono a riccio, chissà forse per salvare l’onorabilità di quella propria struttura o forse per tutelare quei loro referenti impreparati o certamente inadeguati per occupare posizioni così strategiche e particolarmente decisionali??? 

Ma d’altronde anche loro cercano di salvaguardarsi il proprio orticello, già… quel posto di lavoro ricevuto certamente in maniera immeritata e che ha come unico fine, non tanto il rispetto delle norme previste dai CCNL e/o quanto riportato nei Capitolati d’Appalto, no…  il loro interesse non è sulla salvaguardia delle vite umane, essi viceversa puntano a procedere nella direzione della produttività, affinché i tempi previsti di quei loro cronoprogrammi vengano rispettati e rimettendo così ad altri – mi riferisco ai referenti delle affidatarie o agli addetti della sicurezza delle altre imprese sottostanti – tutti i problemi connessi con quelle fasi lavorative programmate.  

Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sul lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno neppure gli ultimi!!!

Cordialmente, Nicola Costanzo    

P.s. è siamo giunti a – 5

Casteldaccia: Quanti sono i reali colpevoli di quella tragedia???

Ascoltavo stasera il Tg sulla conferenza stampa del proprietario della villetta di Casteldaccia, per ribadire che Egli non ha responsabilità sulle vittime strappate via dal fiume Milicia…
Se avessi saputo quello che sarebbe successo, mai avrei dato le chiavi a Giuseppe (l’uomo che ha perso tutta la sua famiglia…), mai, mai, mai”, è con questo dolore che prova a difendersi… 
Certo ora è facile colpevolizzarlo, già… sono tutti lì in fila a processarlo, sì sono in molti a voler tirare quella prima pietra, ma senza togliere una sola colpa per quella costruzione abusiva, mi sono chiesto:  “ma dove sono tutti gli altri colpevoli”???
E sì… poiché per questa tragedia, sono in molti a dover rispondere e non soltanto quel proprietario, certamente non si può dire che non sia il primo responsabile di quell’abusivismo, ma ripeto, non è il solo…
Dice bene quando dichiara: “se avessi saputo“…
Già se avesse saputo… ma chi avrebbe dovuto dirgli che in quei luoghi era meglio non costruire???
Chi avrebbe dovuto avvisarlo dei rischi, che quella individuata ubicazione presentava???
Sicuramente, ci sarebbe potuto arrivare da se… non vi è dubbio, ma se per ipotesi questa persona non fosse realmente capace di comprendere a quali pericoli stava sottoponendo se stesso, la propria famiglia ed oggi ahimè quegli sfortunati inquilini???
Dov’erano tutti gli altri??? Tutti quelli che avrebbero dovuto dissuaderlo dal realizzare quella costruzione abusiva o certamente ne avrebbero dovuto impedire la costruzione???  
Si… ditemi dov’erano???
Chi…??? Ma come chi??? Minc… anche voi fate finta di non comprendere…
E allora iniziamo!!!
Innanzitutto, ci saranno alcuni miei colleghi… e sì purtroppo qualcuno di loro avrà realizzato un progetto o anche semplicemente una bozza, niente di particolare, ma certamente quel proprietario avrà avuto bisogno di comprendere come realizzare quella villetta e si sarà rivolto ad un ing., architetto o anche ad un semplice geometra…   
Certo… questo nel caso in cui avesse voluto presentare il progetto per le necessarie autorizzazioni o per sanare successivamente quanto costruito abusivamente, ma chissà forse a fatto tutto da se e quindi ammettiamo che nessuno di loro è stata coinvolto, circostanza alquanto difficile da credere…
Quindi se non vi è un progetto, nessuno in quegli uffici pubblici era a conoscenza di una eventuale realizzazione… giusto…???
Ma il proprietario, com’è logico che sia, avrà chiamato un impresa a realizzare quell’opera ed anche in questo caso, l’affidataria di quei lavori, non si è chiesta se vi fosse una regolare autorizzazione a costruire, ma avrà creduto sulla parola che fosse tutto in regola, ed ha iniziato i lavori e li ha portati a compimento…
Strano vero… che anche a quel “pseudo” imprenditore non sia venuto il dubbio che forse quel fossato, un tempo corso d’acqua, non fosse un luogo adatto per costruire una villetta…
I lavori iniziano e cominciano ad arrivare le forniture necessarie alla sua realizzazione, ci sara stato un via vai di operai, di mezzi d’opera, autisti, ma a nessuno di loro è venuta l’idea di chiamarsi quel proprietario da parte, per dissuaderlo, quantomeno per provare a fargli cambiare idea…
Vista come è andata, penso che a nessuno di loro sia venuta questa corretta ispirazione o forse più probabilmente l’hanno soffocata!!!    
Comunque, qualcuno passando da quelle parti, si sarà pure accorto di quei lavori, gente comune, chissà qualche cacciatore, pescatore e perché no… anche qualche pubblico ufficiale, ma come sempre avviene in questa terra, nessuno tra loro ha avuto il coraggio di rappresentare a chi di dovere, quanto aveva visto…  
Certo… ciascuno di essi avrebbe potuto chiamare quel proprietario imprudente, per sconsigliarlo dal non realizzare quella costruzione… 
NO!!! Nessuno a detto niente, come sempre qui da noi, si sono fatti i caz…. propri!!! 
Ah… finalmente la villetta sta per essere completata… 
Starete pensando che ho finito con quel lungo elenco di chi sapeva e non ha fatto niente??? 
No, no… tranquilli, mettetevi comodi, la lista non si è ancora conclusa!!!
E si… perché ora si arriva alle utenze: luce, acqua, gas…
Perché, credevate che quella struttura ne fosse sprovvista e che quei loro proprietari vivevano al proprio interno come ai tempi del medioevo…???
No… qualcuno si è recato lì ed ha provveduto ad alimentare quanto necessario, senza chiedere ne vi fossero le necessarie concessioni d’abitabilità, ma come sempre avviene a nessuno di quei tecnici è venuto il dubbio che qualcosa non fosse in regola e ancora una volta, nessuno ha manifestato a quel proprietario i propri dubbi sulla posizione di quella struttura e cioè che molto probabilmente quel luogo non fosse sicuro???
Nessuno a detto niente e alla fine, gli allacci sono stati realizzati!!!
Ah… finalmente abbiamo finito??? 
E no… ancora no, perché nel frattempo, in quel Comune fortemente “attento ed impegnato” nel gestire la cosa pubblica, ecco giungere (finalmente) la notizia che qualcuno ha realizzato (nel frattempo…) una costruzione abusiva all’interno di un fossato, già un ex corso d’acqua… 
Ecco quindi tutta una serie di soggetti che si uniscono a quanti sopra, affinché si attuino tutti quei necessari provvedimenti, e non sto parlando di quella “indiscutibile” demolizione, finita come sappiamo nelle aule giudiziarie…  
No… ciò che bisognava fare era immediatamente, era proibirne immediatamente l’ingresso, sì proprio a quei proprietari!!!
Un provvedimento fondamentale per salvaguardare quella loro incolumità, dal momento che fino a quel momento o forse dovrei dire fino ad oggi,  nessuno li aveva avvisati sul pericolo di vita…
“Mai, mai, mai… sì mai avrebbe dato quell’uomo le chiavi se solo qualcuno gli avesse semplicemente parlato, sì per fargli comprendere”… 
Già, se tutti coloro che (a differenza sua…) sapevano, avessero semplicemente parlato, forse tutto ciò, non sarebbe mai accaduto!!!

Assicurazioni: Truffe da oltre 1 milione di euro!!!

Solitamente sono le assicurazioni a non rispettare gli accordi stipulati… vedasi ad esempio alcune polizze tra cui quelle del ramo vita (o infortuni) oppure per danni a beni materiali, ed anche ahimè… nel ricercare somme non dovute, a soggetti che nulla hanno a che fare con esse..  
In questo caso però ad essere state fregate… sono state loro!!!
Già, il gruppo di professionisti, erano circa in venti, avevano escogitato il sistema di simulare incidenti stradali, il tutto condito dalla complicità di quegli abituali “colletti bianchi” tra medici, infermieri ed anche avvocati (ultimamente stiamo assistendo ad un nutrito gruppo di quell’ordine, che viene con molta assiduità sempre più coinvolto, per fortuna che tra essi, esistono anche professioni seri e onesti… ed il sottoscritto ha il piacere di conoscerne qualcuno…)!!!
Ritornando al raggiro, questi “signori”, procuravano alle false vittime dei proficui risarcimenti da parte delle compagnie assicurative….
Sono scattate le misure cautelari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di numerose compagnie assicurative RC auto, corruzione e sostituzione di persona e falso: in sei sono finiti in carcere, 10 ai domiciliari ed altri 4 sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria… 
Dalle informazioni riportate, il danno alle assicurazioni, ammonterebbe ad oltre un milione di euro…
Si è saputo dalle indagini che il tutto era preparato nei migliori dei modi… tanto da fare concorrenza ad una fiction d’azione: il gruppo infatti, predisponeva i sinistri in dei giorni stabiliti, quello in cui tutti gli appartenenti a quel gruppo erano di turno… 
La scena era pronta… gli incroci stradali pure, i mezzi da far scontrare anche e gli attori partecipanti completavano il film…
Ovviamente, appena giunti nelle strutture ospedaliere vi erano di turno quegli ortopedici associati… che effettuavano quelle necessarie operazioni e prendevano atto dei sinistri, documenti che poi finivano nelle pratiche di risarcimento. 
Molti di quegli “attori” si è scoperto risultavano aver partecipato a decine d’incidenti stradali, anche con gli stessi automezzi…
Ed infine… ecco la stipula dei documenti necessari, la redazione dei falsi certificati diagnostici, l’attestazione di cure fisioterapiche, necessarie ad incrementare appositamente gli importi di risarcimento da parte delle Compagnie di Assicurazione… ed infine il gruppo dei legali, che allestiva quanto necessario e si predisponeva ad una eventuale mediazione, prima di essere costretti a dover procedere con una eventuale causa civile, a cui avrebbero ovviamente, in caso di vittoria, aggiunto le proprie commissioni…

Le responsabilità del committente proprietario dell’immobile…

Mi permetto di riportare un articolo interessante, pubblicato su “puntosicuro.it” a cura di Gerardo Porreca, che analizza la sicurezza sul lavoro, in particolare, le responsabilità del committente proprietario dell’immobile.
In tema di prevenzione il committente è titolare di una posizione di garanzia sufficiente a fondare la sua responsabilità per l’infortunio occorso a un lavoratore dell’impresa sia pure unica alla quale ha affidato i lavori. 
Si fa sempre più stringente la posizione assunta dalla Corte di Cassazione nei confronti del committente di un’opera edile ritenuto dalla stessa in occasione di precedenti sentenze il “deus ex machina” della organizzazione del cantiere installato per la realizzazione per suo conto di un’opera edile. 
Questa volta tale figura è stata individuata nel proprietario di un appartamento che ha incaricato un’impresa edile per la ristrutturazione dello stesso e che ha visto accadere nel cantiere stesso l’infortunio mortale di un lavoratore dipendente dell’ impresa affidataria.
In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, ha precisato la suprema Corte nella sentenza, il committente è titolare di una posizione di garanzia sufficiente a fondare la sua responsabilità per l’infortunio occorso a un lavoratore dell’impresa, sia pure unica, alla quale ha affidato i lavori sia nella fase di scelta dell’impresa, essendo a suo carico la verifica della sua idoneità tecnico professionale, sia nella fase di realizzazione dei lavori, essendo tenuto a controllare l’adozione da parte dell’impresa stessa delle misure generali sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Il fatto, l’iter giudiziario e il ricorso in Cassazione:
La Corte d’Appello ha confermata la sentenza di condanna resa dal locale Tribunale nei confronti del proprietario di un appartamento quale responsabile del reato di omicidio colposo ai danni di un lavoratore dipendente dell’impresa affidataria il quale, nel corso di alcuni lavori per la rimozione dei pannelli solari collocati sul tetto dell’appartamento del committente, era precipitato da un’altezza di oltre otto metri, riportando lesioni personali gravissime alle quali era seguito il decesso.
All’imputato era stata contestata, quale committente, una condotta improntata a negligenza e imperizia con violazione della normativa in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro per avere omesso, in particolare, di verificare, ai sensi dell’art. 90 comma 9 lett. a del D. Lgs. n. 81/2008, l’ idoneità tecnico professionale della ditta esecutrice (il cui datore di lavoro era stato processato separatamente). 
Nel capo di imputazione era stata indicata la normativa antinfortunistica la cui violazione era stata ascritta al datore di lavoro e era stato contestato precisamente di aver omesso di redigere il piano operativo di sicurezza in relazione alla valutazione di tutti i rischi presenti in cantiere, di avere omesso di adottare, per l’esecuzione dei lavori in quota effettuati sulla copertura dell’edificio, adeguate impalcature atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone o di cose, di avere omesso di impartire ai lavoratori dipendenti un programma di informazione sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi all’attività svolta e di avere omesso di impartire ai lavoratori dipendenti una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza in riferimento ai concetti di rischio, danno, prevenzione e rischi riferiti alle mansioni.
La Corte territoriale ha respinto il ricorso presentato dall’imputato, ad eccezione della parte relativa all’applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena, ed ha ritenute corrette sia l’imputazione formulata a carico dell’imputato, sia le argomentazioni svolte dal Tribunale a sostegno della pronuncia di condanna, atteso che il committente, qualora avesse richiesto la esibizione della documentazione prevista dalla legge, avrebbe facilmente accertato che l’impresa affidataria agiva in spregio delle norme in materia di prevenzione e non aveva adottato alcuna regola a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, tanto che i lavori in quota venivano eseguiti senza alcun presidio di protezione. 
Quanto alla consapevolezza della situazione di pericolo in cantiere, la Corte di Appello aveva valorizzata la circostanza che l’imputato aveva avuto immediata percezione delle condizioni in cui lavoravano gli operai, per la sua costante ingerenza nello svolgimento dei lavori e la sua assidua presenza sul cantiere. 
La stessa Corte di Appello, inoltre, pur rilevando un limitato concorso di colpa del lavoratore infortunato, il quale aveva imprudentemente “lanciato” verso il basso il pannello solare smontato senza prima frantumarlo con una operazione che gli aveva fatto perdere l’equilibrio, aveva escluso che tale condotta avesse interrotto il nesso di causalità tra le omissioni contestate all’imputato e l’evento. 
Il ricorso in Cassazione e le decisioni della Corte di Cassazione
L’imputato ha proposto ricorso per cassazione a mezzo del difensore di fiducia lamentando, come motivazione principale, che la Corte di Appello aveva compiuto in maniera acritica la ricostruzione della vicenda e la valutazione delle prove, rifacendosi a quanto già argomentato dal Tribunale, senza rispondere in maniera puntuale ai motivi di appello.
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile per una manifesta infondatezza dei motivi. 
Con riferimento all’osservazione che la Corte di Appello si era limitata a rifarsi per quanto riguarda la ricostruzione della vicenda e la valutazione delle prove a quanto già argomentato dal Tribunale senza rispondere ai motivi dell’appello, la suprema Corte di Cassazione ha affermato che “in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, il committente, anche in caso di affidamento dei lavori ad un’unica ditta appaltatrice, è titolare di una posizione di garanzia idonea a fondare la sua responsabilità per l’infortunio, sia per la scelta dell’impresa, essendo tenuto agli obblighi di verifica imposti dall’art. 3, comma ottavo, D. Lgs. 14 agosto 1996 n. 494, sia in caso di omesso controllo all’adozione, da parte dell’appaltatore, delle misure generali di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro”.
“Dal committente non può tuttavia esigersi”, ha così proseguito la Sez. IV, “un controllo pressante, continui e capillare sull’organizzazione e l’andamento dei lavori, con la conseguenza che, ai fini della configurazione della sua responsabilità, occorre verificare in concreto quale sia stata l’incidenza della sua condotta nell’eziologia dell’evento, a fronte delle capacità organizzative della ditta scelta per l’esecuzione dei lavori, avuto riguardo alla specificità dei lavori da eseguire, ai criteri seguiti dallo stesso committente per la scelta dell’appaltatore, alla sua ingerenza nell’esecuzione dei lavori oggetto d’appalto, nonché alla agevole ed immediata percepibilità da parte del committente di situazioni di pericolo”.
I giudici di merito, secondo la suprema Corte, hanno fatto corretta applicazione di tali principi avendo posto in evidenza che il committente dei lavori e proprietario dell’immobile, si recava frequentemente sul cantiere, concordando e dando direttive al titolare della ditta in ordine ai lavori da svolgere, ed avendo così modo di percepire direttamente le modalità di esecuzione. 
In particolare la Sez. IV ha posto in evidenza che il committente, secondo la ricostruzione dei fatti esposta in sentenza, si era recato personalmente all’interno dell’immobile per verificare lo stato dei pannelli solari e, dopo essere salito sul tetto attraverso la scala ed aver constatato che i pannelli erano danneggiati, aveva dato direttive al titolare della ditta appaltatrice per la rimozione dei pannelli medesimi e la sostituzione con apposite tegole.
Dunque l’imputato aveva avuto modo di apprezzare di persona le modalità di svolgimento delle varie attività lavorative e l’assoluta assenza di dispositivi di sicurezza, ed in particolare, la mattina dell’infortunio, recatosi sul posto, aveva verificato direttamente l’assenza di ponteggi o dispositivi di sicurezza idonei a prevenire il rischio di cadute o precipitazioni di cose o persone, e la circostanza che i lavoratori fossero saliti sul tetto servendosi solo di una scala appoggiata alla parete, senza il montaggio di impalcature e l’utilizzo di imbracature.
Le plurime e gravi irregolarità presenti in cantiere, ha fatto osservare la Corte di Cassazione, sarebbero state immediatamente appurate dal committente qualora egli avesse rispettato l’obbligo normativamente previsto di verificare in primo luogo l’idoneità tecnico-professionale della ditta appaltatrice, mediante la richiesta di esibizione della documentazione prevista, e ciò perché dalla mancanza di tale documentazione avrebbe con immediatezza colto le gravi carenze ed omissioni dell’impresa affidataria rispetto agli obblighi di prevenzione e tutela dei lavoratori.
Le argomentazioni svolte nella sentenza impugnata, ha così concluso la suprema Corte, sono state pertanto considerate immuni da vizi logici e giuridici e conformi ai principi di diritto dalla stessa affermati per cui le censure del ricorrente sono state considerate manifestamente destituite di fondamento. 
Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso è seguita la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di € 2.000,00 in favore della cassa delle ammende nonché al rimborso delle spese in favore delle parti civili come da dispositivo.
Cassazione Penale Sezione IV – Sentenza n. 55180 del 29 dicembre 2016 (u.p. 16 novembre 2016) – Pres. Romis – Est. Menichetti – Ric. C.S. 
In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro il committente è titolare di una posizione di garanzia sufficiente a fondare la sua responsabilità per l’infortunio occorso a un lavoratore dell’impresa sia pure unica alla quale ha affidato i lavori.

Sapevano tutti dell’amianto…ma come sempre hanno taciuto!!!


E’ quanto emerso dall’inchiesta sulle morti per inalazione d’amianto negli stabilimenti della Olivetti…
I pericoli erano stati scoperti nel 1981 ma fino al 1987 nessuna precauzione era stata adottata per la salvaguardia dei dipendenti…, anzi la negligenza era talmente ampia che le fibre di polveri d’amianto erano presenti anche nella sala mensa…
Adesso la famiglia De Benedetti rischia il processo per omicidio colposo.
Già attraverso tutta una serie di mancate procedure quali la formazione e prevenzione del personale dipendente, il mancato utilizzo di Dpi individuali e collettivi, si è permesso ai lavoratori di continuare ad operare al massimo di rischio, situazione questa che ha contribuito all’aumento in percentuale di tumori e soprattutto di morti accertate…

Un prodotto quello dell’amianto utilizzato nel ns. paese in maniera indiscriminata, posto ovunque e ritenuto perfetto per alcuni usi tanto da essere utilizzato in maniera massiccia nelle industrie, in edilizia, e nei trasporti…

Sono state proprio le caratteristiche dell’amianto e soprattutto il basso costo di lavorazione ad averne favorito l’impiego in numerosi campi e in oltre 3000 prodotti differenti. 
Manufatti e oggetti venivano trattati per fungere da isolante termici nelle centrali termiche e/o termoelettriche, nelle industrie chimiche, siderurgiche, edili, nella produzione di conglomerati cementizi ed anche per quei prodotti realizzati in ceramica, vetro e laterizi…
Inoltre, nelle abitazioni quali frigoriferi o impianti di climatizzazione, pannelli fonoassorbenti o di rivestimento nel soffitto, serbatoi d’acqua e tessuti ignifughi per arredamento come tendaggi e tappezzerie…
Inoltre sono all’interno di carta e cartone, filtri per purificare, negli stessi filtri delle sigarette o delle pipe, negli assorbenti igienici e nelle suole interne delle scarpe… ed ancora in abbigliamento ignifugo e non come feltri per cappelli, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, pantaloni, stivali, ecc..
Nei teatri, nelle auto in particolare nei freni e nelle frizioni, negli schermi parafiamma, nelle guarnizioni e per finire solo con la lista… anche nei giochi dei bimbi, 
Ovunque questo materiale killer è stato utilizzato e per decenni nessuno si è mai preoccupato dei suoi possibili effetti collaterali…, nessuno ha mai verificato o vigilatore su questo materiale o sul suo impiego…
Nessuna valutazione dei rischi è stata realizzata da parte della società per capire a quali rischi il proprio personale andava incontro… anzi si è continuato a costruire capannoni con questo materiale…
Inoltre ad aggravare i rischi presenti nelle strutture, vi è anche un particolare prodotto usato durante le lavorazioni, la cosiddetta tremolite… una forma di talco che conteneva al suo interno polveri d’amianto, le stesse analisi dimostreranno che il talco usato, possedeva una concentrazione 500 volte superiore il limite massimo prestabilito negli U.S.A.
Nessuna misura di sicurezza e protezione è stata utilizzata per prevenire questo grave rischio, a cominciare dal modificare lo stesso talco dalla catena produttiva di trasformazione…
Il problema dell’amianto non soltanto sanitario ma anche ambientale…
Il fatto stesso di essere stato così massicciamente utilizzato ne fa una delle sostanze più devastanti nel nostro paese, del mondo del lavoro.
Per risolvere ancora oggi questo problema, non è sufficiente mettere in sicurezza o confinare/bonificare i materiali contenenti amianto dagli edifici rimuovendoli, occorre infatti anche smaltire correttamente i rifiuti prodotti.
Si stima che in italia ci siano dai 20 ai 30 milioni di tonnellate i materiali ancora presenti su tutto il territorio e che nei prossimi anni, con il procedere delle bonifiche, diventeranno rifiuti da smaltire.
Ora che la procura d’Ivrea ha fatto riemergere il problema, sono tutti lì pronti a scaricarsi le colpe e ad accusare i responsabili della vicenda, ma in quel periodo mi chiedo, i responsabili degli uffici Inail, Istituto Superiore di sanità, l’ufficio igiene e Sicurezza, l’ispettorato del lavoro,  dov’erano… come è stato possibile che nessuno si sia mai preoccupato di fare dei controlli, delle analisi, di relazionarsi con quanto svolto in altri paese, di valutare attraverso altre ricerche universitarie la possibilità su eventuali rischi… ecco…  dov’erano tutti…
Come al solito, come sempre dopotutto… non c’è mai nessuno che parla… ognuno cerca di fare sempre “i propri cazzi…”, sperando così, di restare in equilibrio, come si dice…con due piedi in una scarpa… così facendo, potrà continuare a vivere la propria vita in modo del tutto anonimo e certamente senza doversi addossare mai, alcuna propria responsabilità…
C’è un detto che fa proprio al caso in questione è rappresenta la storia di quattro individui: Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno. 
Bisognava fare un lavoro importante e si chiese a Ognuno di occuparsene. Ognuno si assicurò che Qualcuno lo facesse. Chiunque avrebbe potuto occuparsene, ma Nessuno non fece mai niente. Qualcuno s’arrabbiò perché considerava che per questo lavoro Ognuno fosse responsabile. Ognuno credeva che Chiunque potesse farlo, ma Nessuno mai si rese conto che Ognuno non avrebbe fatto niente. Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno per il fatto che Nessuno non fece mai quello che Chiunque avrebbe dovuto fare. 
Ecco questo è proprio il nostro paese!!!
   

Quali pericoli per la nostra Democrazia???

C’è una ragione che conferma la necessità di controllare in maniera più incisiva il nostro paese???
Mi da l’impressione che, sia di fondamentale importanza che il sistema resti blindato, sotto controllo, cioè, che quanti oggi ne sono addetti alla sorveglianza, vigilino il territorio in maniera minuziosa, verificando in ogni momento un qualche evento ( se pur limitato ) di tensione sociale…
Per cui, si tenta così di soffocare ogni qualsivoglia protesta, anche sfortunatamente per quelle manifestazioni che potremmo definire “legittime”, quali ad esempio quelle portate avanti da associazioni anti-racket, ecc.., 
Le possibilità di esprimere con azioni eclatanti le proprie ragioni, sono ormai ridotte al lumicino…
Non bisogna incentivare e soprattutto autorizzare alcuna manifestazione, la paura infatti è quella di poter dare sfogo a insurrezioni popolari, che soprattutto in questo grave periodo di crisi, potrebbero sfociare in disordini e contestazioni che, se non “contenute”, aprirebbero un varco per quanti da infiltrati, si introdurrebbero per dare inizio a quei possibili scontri di guerriglia…
E’ quindi… di quali pericoli oggi la nostra democrazia ha timore???
Forse, per quanto sta già accadendo in altri paesi europei, cioè, della nascita di nuovi gruppi anarchici che attraverso la violenza e grazie ai loro gruppi eversivi, tentano di creare quei presupposti per riproporre, teorie e movimenti, che fondano la loro ideologia estremista, su principi radicali, razzisti e antidemocratici…
Dottrine che la storia ci ha insegnato a cosa poi hanno portato…
I nostri servizi segreti, grazie ai propri investigatori, sospettano che una eventuale escalation di violenza, potrebbe anche essere sostenuta da altri paesi mondiali, per finalità terroristiche, sia economiche che di eversione…
Per cui, tutti i pretesti sono buoni, l’importante per questi gruppi e poter riproporre quei cosiddetti “anni di piombo” dei primi anni 70′, per tenare di sovvertire questo nostro sistema, creando quei presupposti, attraverso cui poter tentare di giungere al potere…
Certo quanto sopra, sembra uscire da uno di quei libri di Tom Clancy ( purtroppo da poco scomparso…) ma la verità non è poi così lontana come potrebbe sembrare…
Ovviamente, in un momento di crisi come quello che il nostro paese sta vivendo e con una condizione e qualità di vita che va sempre più peggiorando, bisogna capire che soltanto attraverso scelte politiche giuste ed un corretto controllo della finanza pubblica, si può tentare di mettere al riparo da ogni pericolo, quest’attuale rischio di disagio sociale…