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La giustizia trionfa: arrivata la sentenza attesa da anni.

Giunge a conclusione la vicenda giudiziaria del Condominio “Les Roches Noires” di Giardini Naxos. 

Il Quotidiano online delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria, “TEMPOSTRETTO.IT“, ha pubblicato in queste ore l’articolo di cui vi allego il link: https://www.tempostretto.it/news/i-condomini-di-giardini-naxos-in-guerra-con-gli-amministratori-la-spuntano-una-condanna.html.

Nella nota si sottolinea come, dopo anni di rinvii di udienze e denunce presentate da alcuni condòmini coraggiosi – i quali hanno avuto il merito di portare all’attenzione degli organi competenti una serie di irregolarità legate alla gestione di un amministratore di condominio – si sia finalmente giunti a una sentenza significativa. Tutto ebbe inizio con il primo esposto presentato dal sottoscritto nel 2018 presso la Procura e la Guardia di Finanza di Catania, successivamente trasferito per competenza agli uffici di Messina, dato che il Villaggio in questione ricade nel territorio del Comune di Giardini Naxos. A ciò è seguita, in conformità con la Legge Cartabia, una formale querela. Dopo quasi sette anni di vicissitudini e costi non indifferenti, questa sentenza rappresenta un traguardo importante, poiché costituisce un precedente rilevante per affrontare situazioni analoghe, spesso critiche e diffuse in molti condomini del nostro Paese.

Riassumo brevemente la notizia e, permettetemi – in qualità di autore dei primi esposti presentati agli organi competenti (a cui hanno successivamente aderito numerosi condòmini, guidati dalla Sig.ra Romj Crocitti Bellante) – di esprimere un sentito ringraziamento per il lavoro svolto dalla PM di Messina, dalla Guardia di Finanza di Taormina, dal Pubblico Ministero Dott. Sebastiano Mazzullo e dal Tribunale di Messina (già… a quest’ultimo va un particolare riconoscimento: l’aver nominato in questi mesi, la Dott.ssa Graziana Quattroni, quale amministratrice giudiziaria); grazie quindi a tutti loro e alla loro professionalita, per aver contribuito a ripristinare principi di legalità che, purtroppo, erano stati gravemente compromessi.

Riprendo quindi la nota del quotidiano online “TEMPOSTRETTO.IT” provando a sintetizzarla: 

Giunge a conclusione la pagina giudiziaria del Condominio “Les Roches Noires” di Giardini Naxos, una vicenda che ha tenuto banco per anni e che ha visto i condòmini lottare per ripristinare legalità e trasparenza in un contesto di presunta mala gestio.

Il Quotidiano online, “TEMPOSTRETTO.IT“, ha pubblicato in queste ore un articolo che ripercorre gli eventi salienti di questa complessa vicenda. Dopo anni di rinvii, denunce e battaglie legali, un numero ristretto di condòmini del complesso “Les Roches Noires”, hanno finalmente ottenuto una sentenza di primo grado che segna un punto di svolta importante.

La sentenza, emessa dal giudice monocratico di Messina, la Dott.ssa Francesca Capone, ha condannato il Dott. Giuseppe Zani, ex amministratore di condominio, a 2 anni e 4 mesi di reclusione, più una multa per reati quali mancata esecuzione dolosa di provvedimento giudiziario, appropriazione indebita e truffa. Il Dott. Zani – secondo quanto riportato nella sentenza – dovrà risarcire in sede civile i sette condòmini che si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Caterina Cavallaro e Giuseppe Carnabuci.

Le accuse rivolte al Dott. Zani sono di estrema gravità: dalla mancata consegna dei registri condominiali all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale nel 2020 (predecessore dell’attuale Dott.ssa Quattroni), all’appropriazione indebita di circa 23 mila euro di quote condominiali, fino alla convocazione irregolare di assemblee e alla presunta truffa legata a un ammanco di cassa superiore a 480 mila euro.

Questa sentenza, seppur di primo grado, rappresenta un precedente significativo per tutti quei condomini che si trovano a dover affrontare situazioni simili di mala gestio e mancanza di trasparenza. Una vittoria per quei condòmini che hanno avuto il coraggio di denunciare e portare avanti una battaglia legale complessa e faticosa, ma soprattutto per aver avuto un ruolo fondamentale nel sollevare la questione.

Come autore dei primi esposti presentati, e avendo seguito da vicino questa vicenda, mi sento di sottolineare l’importanza di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di continuare a lottare per la giustizia e la legalità. Questa sentenza non è solo una vittoria per i condòmini del Villaggio “Les Roches Noires“, ma un monito per tutti coloro che, in posizioni di responsabilità, pensano di poter agire al di sopra delle regole.

La strada è ancora lunga, poiché il Dott. Zani ha la possibilità di fare ricorso e di difendersi nei successivi gradi di giudizio. Tuttavia, questa sentenza rappresenta un primo, importante passo verso la giustizia e la trasparenza, e dimostra che, con determinazione e unità, è possibile ottenere risultati significativi.

Tra qualche giorno concluderò questa annosa vicenda con un pensiero personale, ma per ora, è doveroso riconoscere il valore di chi – oltre al sottoscritto – ha avuto il coraggio di alzare la voce e di non arrendersi, nonostante gli anni di impegno e sacrifici, perché la loro determinazione, è stata fondamentale per raggiungere questo traguardo!

Piogge e buche: guida pratica per il risarcimento danni.

Con le recenti piogge, le strade della nostra città sono tornate a riempirsi di buche, trasformandosi in veri e propri “groviere”. 

Nonostante i suggerimenti avanzati in passato – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/01/sindaco-trantino-basta-rattoppi-mi.html – la situazione sembra invariata, forse per mancanza di risorse o per altre priorità, il problema persiste.

Ma cosa possono fare i cittadini quando subiscono danni a causa di una buca stradale, specialmente se nascosta dall’acqua? 

Ecco una guida pratica per richiedere il risarcimento al Comune.

Partiamo dalla responsabilità del Comune: cosa dice la legge?

La giurisprudenza si è spesso occupata di casi legati a incidenti causati da buche stradali. Tuttavia, il diritto al risarcimento non è automatico: dipende da fattori come le condizioni del luogo, la visibilità dell’ostacolo e il comportamento della vittima.

Esistono due principali interpretazioni giuridiche:

Responsabilità extracontrattuale (art. 2043 cod. civ.): il danneggiato deve provare che il Comune ha omesso la manutenzione stradale.

Responsabilità oggettiva (art. 2051 cod. civ.): il Comune è automaticamente responsabile, a meno che non dimostri che l’incidente è avvenuto per caso fortuito.

La seconda interpretazione è generalmente più favorevole ai cittadini, ma è essenziale prepararsi adeguatamente.

Cosa fare subito dopo l’incidente?

Se si cade in una buca, è fondamentale raccogliere prove sin da subito:

Fotografare la buca (dimensioni, posizione, eventuale presenza di acqua).

Identificare testimoni che possano confermare l’accaduto.

Recarsi al Pronto Soccorso e conservare tutta la documentazione medica (referti, prescrizioni, ricevute per farmaci e visite specialistiche).

Quali sono le prove necessarie per il risarcimento?

Per ottenere il risarcimento, è necessario dimostrare:

L’esistenza della buca (attraverso foto o video).

La pericolosità della buca (ad esempio, se era nascosta dall’acqua o in un’area scarsamente illuminata).

Il nesso causale tra la buca e il danno subito (testimonianze sono fondamentali).

Come procedere quindi con la richiesta di risarcimento?

Inviare una diffida al Comune tramite PEC o lettera raccomandata, descrivendo l’accaduto, allegando le prove raccolte e quantificando il danno subito.

Dare un termine di 15 giorni per una risposta. Se il Comune non risponde o rifiuta, si può procedere legalmente.

Analizziamo il processo civile…

Se il Comune non risponde o nega la responsabilità, è possibile avviare una causa civile. Tuttavia, è importante valutare i costi (onorari legali, contributo unificato, perizie tecniche) che, in caso di vittoria, potranno essere recuperati dal Comune.

In conclusione, cadere in una buca stradale può causare danni fisici ed economici significativi. Tuttavia, con le giuste prove e una procedura corretta, è possibile ottenere il risarcimento dal Comune. 

La chiave è agire tempestivamente e documentare ogni dettaglio.

Catania è quinta!!!

Si questa volta non siamo ultimi, bensì quinti… immediatamente dopo Palermo…

Per cosa??? Dobbiamo andare fieri di questa classifica appena pubblicata su “https://www.errorigiudiziari.com/“???

Non proprio… perchè questa volta la classifica va letta al contrario e quindi i nomi dei primi dieci, rappresentano di fatto proprio le città che hanno evidenziato aver commesso i maggiori errori giudiziari nel corso dello scorso anno,  mettendo così in luce un fenomeno che continua a suscitare grave preoccupazione… 

E difatti la Sicilia, ancor più la nostra città di Catania, emerge come una di quelle più colpite da questo gravoso problema, avendo evidenziato in una serie di casi giudiziari, preoccupanti criticità nel sistema giudiziario, in particolare nel non aver protetto quei cittadini che erano stati accusati ingiustamente!!!

L’analisi ha inoltre evidenziato come vi sia altresì una tendenza limitata da parte dello Stato nel riconoscere in maniera corretta gli indennizzi alle vittime di ingiusta detenzione, in quanto la maggior parte delle domande presentate, sono state respinte o liquidate con importi minimi. 

Questo ovviamente solleva importanti interrogativi sulle ingiustizie in nome di una legge “uguale per tutti”, che evidenzia politiche di risarcimento inadeguate nei confronti proprie delle vittime di quegli errori giudiziari.

Ecco perchè c’è bisogno di un intervento legislativo urgente e soprattutto di un impegno da parte delle istituzioni a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. 

Perchè solo attraverso un sistema giudiziario retto e trasparente, a cui aggiungerei la parola “affidabile”, si potrà ristabilire quel rapporto di fiducia tra i cittadini e le Istituzioni, un legame che dimostra da troppo tempo di esser distaccato e che ha prodotto quel diffuso scetticismo verso lo Stato e di conseguenza nei confronti del sistema giudiziario.

E poi ci si chiede da quei nostri apparati Istituzionali di Roma, perché in questa terra nessuno denuncia!!!

Ex assessori regionali, condannati a pagare…

Ho letto un post su Facebook che riportava una notizia riportata su Live Sicilia e che fa riferimento ad alcuni compensi percepiti da alcuni ex assessori regionali, certo quando leggo certe notizie e soprattutto quando vedo certi nomi, non so cosa dire…

Preferisco quindi attedere ulteriori esiti, d’altronde la nostra giustiia ci ha fatto vedere più volte come circostanze che sembrano indubbie e sentenze totalmente incontrovertibili, giungano con il tempo ad essere ribaltate!!!

E quindi per il momento riporto esclusivamente la notizia e lascio in me eventuali commenti, con il tempo vedremo cosa accadrà…

La sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha condannato gli ex assessori della Regione Siciliana, Lucia Borsellino, Baldassare Gucciardi e l’attuale assessore Ruggero Razza, e i dirigenti generali Salvatore Sammartano e Mario La Rocca, “per il danno sugli esborsi ed oneri pagati dalla Regione Siciliana per i compensi dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Istituto Giglio di Cefalù nel periodo 2015-2020, senza una normativa, statale o regionale, che legittimasse l’istituzione dello stesso consiglio di amministrazione”.

La sezione ha sostanzialmente accolto la ricostruzione del pubblico ministero, Marco Cavallaro, che si è avvalso delle indagini delegate al nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, riducendo l’importo del danno contestato da 545.146 euro a complessivi a 381.602 così ripartiti: Baldassare Gucciardi 68.100 euro, Lucia Borsellino 107.505 Ruggero Razza 59.416 euro, Salvatore Sammartano 107.505 e Mario La Rocca 39.075 euro.

Sono ben 66… i milioni di risarcimento richiesti all’arma dei carabinieri!!! Mi chiedo… ma dove li trovano???

La vicenda è quella di Giuseppe Gulotta, un muratore di Certaldo, rimasto vittima di uno degli errori giudiziari più gravi della nostra storia repubblicana…

Fu arrestato nel gennaio del 1976 per l’omicidio di due giovani carabinieri della caserma di Alcamo Marina (Trapani), Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, trucidati il 26 gennaio 1976 ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani…
Aveva appena 18 anni e fu condannato all’ergastolo!!!
Venne definitivamente assolto dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nel 2016, e gli venne riconosciuto un risarcimento di sei milioni e mezzo di euro, con una provvisionale, cioè un anticipo, di 500 mila euro…

Uno scherzo del destino se si pensa che l’uomo, oggi 60’enne, aveva fatto domanda per entrare nelle forze dell’ordine, precisamente nella Guardia di Finanza… ed invece quel fatidico 13 febbraio venne prelevato dai carabinieri e portato in caserma…

Il tutto nacque a seguito di un blocco stradale, dove l’autista dell’auto venne trovato in possesso di un’arma, le cui caratteristiche erano assimilabili alla pistola che aveva ucciso i poliziotti…
Condotto in caserma – ascoltavo stamani in radio – fu interrogato con metodi “nazisti” e cioè, dopo averlo denudato, fu picchiato brutalmente e siccome non confessava, gli venne inserito un imbuto per affogarlo con olio e quant’altro finché esausto si dichiarò colpevole ed accuso altri 3 soggetti, tra cui il Gullotta…
Dopo un poco ritratto tutto ma non fu creduto anzi, qualche tempo dopo morì in circostanze misteriose… mentre anche per gli altri presunti complici si è chiuso il processo di revisione con l’assoluzione di Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, i quali a differenza del Gullotta erano fuggiti in Brasile prima della sentenza definitiva e sono rimasti lì per 22 anni, ed infine è stato celebrato il processo di revisione anche nei confronti del defunto Giovanni Mandalà (l’autista), morto in carcere nel 1998…

Il Gullotta invece durante l’interrogatorio, fu legato mani e piedi ad una sedia, picchiato, minacciato di morte con una pistola che gli graffiava le guance e poi… botte, insulti per dieci ore consecutive finché sporco di sangue, lacrime, e quant’altro… si rassegnò a confessare quello che gli urlavano i carabinieri di dire, pur di porre fine a quell’incubo!!!
Finalmente dopo 22 d’inferno, giunge l’assoluzione… e il diritto al risarcimento nel 2016!!!
“Certo i soldi sono importanti ma è molto più importante “essere stato riconosciuto innocente – precisa Giuseppe, che ora vive in Toscana – perché io ho sempre creduto che la verità alla fine sarebbe saltata fuori”!!!

Ovviamente “nessuna cifra può risarcire gli anni che mi hanno rubato, la vita che mi hanno tolto”, precisa l’ex ergastolano. Anche se “quei soldi sono tanti per me e non posso far finta di nulla”. A chi mi chiede cosa significhino rivolgo però la domanda che ora rivolgo a lei: “Avrebbe fatto 22 anni di carcere in cambio di quei soldi? Avrebbe tollerato di essere accusato ingiustamente di un crimine orrendo?”.
I legali nel frattempo hanno preparato una nuova richiesta di risarcimento pari a 66.247.839,20 euro, in cui vengono conteggiati tutti i danni non patrimoniali, morale ed esistenziale!!!
Nell’atto, viene citata l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale, oltre alla presidenza del Consiglio: “È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale. Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto depositato: il primo riguarda la responsabilità dello Stato per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Il secondo profilo è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale (la caserma dei carabinieri) da personale appartenente all’Arma che ha generato un gravissimo errore giudiziario”. Il legale ha ricordato che “è stata la stessa Cassazione a dire di rivolgerci all’Arma per il risarcimento del danno subìto per le torture, perché il giudice è stato indotto nell’errore dalla falsa confessione estorta”!!!

Sembra incredibile quanto accaduto allora… ma  pensandoci, questa storia assomiglia di molto a quella accorsa alcuni anni fa, precisamente nel 2009, al  geometra Stefano Cucchi… la cui inchiesta bis come sappiamo si è conclusa con la richiesta da parte della procura di Roma del rinvio a giudizio di cinque carabinieri coinvolti, tre dei quali devono ora rispondere di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia…
Non proprio una bella pagina per l’Arma che proprio a causa di questi suoi uomini è stata posta in profondo imbarazzo dinnanzi all’opinione pubblica, anche se la maggior parte di noi, conosce benissimo l’alta professionalità e l’esemplare disponibilità della maggior parte dei suoi subalterni militari, che come sappiamo, sono la maggioranza …

Anche i mafiosi chiedono un risarcimento di 50 milioni di euro allo Stato.

Dando seguito su quanto riportato alcuni mesi fa http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/07/salvatore-borsellino-non-bisogna.html  sul depistaggio compiuto nelle indagini della strage di Via D’Amelio che ha condotto all’assassinio del Giudice Borsellino e della sua scorta e che vede ora coinvolti tre poliziotti accusati da parte della Procura di concorso in calunnia,  ecco… da quanto sopra, all’udienza preliminare il gup del Tribunale di Caltanissetta, ha ammesso come parte civile i familiari del magistrato assassinato.

Secondo la Procura, i tre poliziotti avrebbero creato ad arte, il falso pentito Vincenzo Scarantino, affinché facesse i nomi di alcuni mafiosi, condannati – quantomeno per quella strage.- ingiustamente!!!
Ora gli stessi, avendo appreso dell’inchiesta in corso nei confronti di quegli uomini delle forze dell’ordine, hanno immediatamente avanzato la richiesta di potersi costituire parte civile…
Tra essi vi sono, Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Cosimo Vernengo, Gaetano Murana e Gaetano Scotto…

La circostanza comunque che più di tutte sembra incredibile, è che proprio quei “mafiosi” hanno citato in giudizio (nella qualità di responsabile civile) anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno!!!

Già… ascoltate un po’: Chiedono allo Stato un risarcimento di 50 milioni di euro!!!
D’altronde pensavo, perché non darglieli… 
Già, sarebbe come non voler riconoscere, il grave danno “morale” subito da essi in questi lunghi anni….
No… no… non è giusto, prendersela così… con i più deboli… no…no…

Ma alla fine i giudici… pagano???

In altri periodi… mai avremmo dubitato dei giudici o che questa figura, potesse essere messa in discussione…

Al solo pensarlo… già… si faceva peccato, era un qualcosa che a priori veniva respinto… non poteva sussistere difatti una tale situazione…
Il “Giudice”, quella figura solenne, quell’arbitro tra le parti, un personaggio biblico!!! 
Il magistrato, quel soggetto a cui viene concesso il valore essenziale dell’indipendenza, quell’individuo cui viene riconosciuta l’imparzialità e la terzietà… proprio perché nelle decisioni non debba mai venire condizionato dalle parti, anzi, dovrà sempre trovarsi in quella situazione d’indifferenza ed equidistanza, rispetto agli interessi di cui esse, siano portatrici…
Quindi… non entrando nei principi che ne costituiscono il nucleo del giusto processo e soprattutto non toccando il “tema” rovente del reclutamento da parte dei componenti del Consiglio di Stato, ciò che m’interessa maggiormente evidenziare e l’aspetto emerso in questi giorni e cioè, le inchieste che hanno coinvolto alcuni nostri magistrati… 
Dover leggere sui vari quotidiani come, alcuni di essi, abbiano potuto commettere –in virtù di quella toga– possibili abusi, dimostra come, anche tra loro, ci possa essere chi abbia attuato, dei perversi meccanismi collusivi e degenerativi, ed è il principale motivo, che ci ha fatto ricredere….
La possibilità di denaro facile, i favori personali, dimostrano come quelle occasioni, fanno gola a tutti… ahimè anche ad una parte dei nostri giudici, che viceversa, dovrebbero rappresentare con le loro azioni, principi di correttezza morale ed esaltazione dei valori della giustizia…
Oggi, tutti noi, ci sentiamo indubbiamente pugnalati… e ci accorgiamo come anche la nostra giustizia, tra tante cose… non funziona!!!
Ed ancora, ciò che dimostra essere vulnerabile… è il dover assistere a come, per quei reati commessi, vengano usati, due pesi e due misure… a differenza di quanto quel simbolo della “bilancia” raffiguri…
Bensì… per quei magistrati ove si è accertato esserci state violazioni durante lo svolgimento del proprio incarichi, ecco che a quei quei soggetti, stranamente, invece di porre in essere quanto previsto dalla legislazione, si attuano procedure “ambigue” (e soltanto in quei casi eclatanti) come trasferimenti, sospensione di carriera, ma mai alcuna effettiva punizione… in particolare quando si è accertato la presenza di gravi violazioni… 
E’ dire che il denaro dovrebbe rappresentare l’ultimo dei loro problemi… perché la normativa prevede già importanti “benefici”…a cominciare dai 27 anni di servizio, che rappresenta il massimo periodo di carriera…
Inoltre, non meno importante… è che per salire di carriera non serve la meritocrazia, in quanto gli scatti sono di per se… automatici e fanno riferimento esclusivamente all’anzianità di servizio!!!  
Dunque una carriera slegata essenzialmente dall’efficienza, ma interconnessa con il tempo… cioè… se paragoniamo con un grafico la carriera, questa tende sempre in alto verso l’asse dell’ordinate (compenso economico) e giunto al 27′ anno (riportato nelle ascisse), la carriera diventa costante… regolare… il che dimostra, come, qualsivoglia incremento del proprio incarico non verrà ulteriormente premiato… e quindi anche lo stipendio resterà per sempre lo stesso… e chissà se forse non è proprio questo limite, a creare in alcuni di essi quei presupposti, quella predisposizione naturale alla “corruzione” che è quanto ormai… va ovunque emergendo???
Dopotutto a chi debbono dare conto… quali particolari esami (nel corso delle loro carriere) debbono sostenere???
Ed ancora… com’è possibile che in tutti questi anni… non ci siano mai state delle bocciature???
E’ dire che la loro retribuzione è rispetto alla media europea la più alta e certamente quanto percepito per l’incarico svolto, può essere paragonato ad un discreto dirigente… diciamo che non ci sarebbe motivo per lamentarsi, anche perché in aggiunta, ci sono ulteriori benefit, auto di servizio, autista, ecc…
E’ vero… possiamo dire che quanto ricevono, compensi l’enormi responsabilità a cui sono sottoposti… e che tale compenso possa in un periodo di grave crisi economica come questo, ritenersi più o meno giusto o meglio… non li fa di certo soffrire…
Ma poi… volete mettere il prestigio personale loro assegnato, in ogni circostanza ed in qualsiasi loro azione quotidiana…     
Quindi, dando il giusto merito… a chi merita, desidero comprendere… a cosa vanno incontro…coloro che hanno dimostrato con le loro deplorevoli azioni di non meritarli quegli elogi…
Verranno prese delle sanzioni disciplinari… o come in molti ormai pensano… verranno di fatto protetti da quella loro stessa “casta” d’appartenenza???
A quale cifra ammontano le azioni disciplinari, seguite alla confermato dell’illecito???
Siamo sicuri che il più delle volte, le denunce presentate alle procure, non sono state archiviate???
Quanti sono stati di fatto destituiti dai loro incarichi senza aver atteso le loro “inopportune” dimissioni???
Quanti di loro, hanno risarcito economicamente per aver commesso errori giudiziari…e quante volte sono state accolte le domande di risarcimento???
Quanti giorni lavorano in un mese… e quanto guadagnano in proporzione…. cioè suddividendo l’importo percepito per i giorni in cui operano???
Sono tutte domande alle quali avrei potuto tranquillamente rispondere… mi sono documentato ed edotto prima di scrivere e quanto ho scoperto mi ha finora lasciato… un po’ sconcertato!!!
Dopotutto si dice che… niente eguaglia la timidezza dell’ignoranza se non la sua temerità. Quando l’ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola… quella bussola è l’intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato!!!

Responsabilità civile dei Magistrati…

Sono tutti euforici nell’aver sentito che la Camera ha approvato la riforma sulla Responsabilità Civile dei Magistrati…
Ora che è diventata legge, mi chiedo quanti saranno coloro che avendo a loro modo, ricevuto un danno dalla giustizia, richiederanno allo Stato i danni e di contro, si rifaranno sul magistrato che l’aveva condannati, richiedendone direttamente ad egli, l’indennizzi a mo’ di risarcimento…
Vorrei sapere, chi dovrebbe giudicare l’operato della Giustizia o la condanna ricevuta (diciamo pure ingiustamente…), sicuramente un’altro magistrato  che dovrà in primiss condannare lo Stato per chissà quali procedure adottate in maniera errata e soltanto successivamente – e cioè soltanto nel caso in cui questo non dovesse provvedere al pagamento – si potrà effettuare la richiesta risarcitoria direttamente al magistrato, che a suo tempo, aveva emessa la condanna…
La chiamano “Responsabilità Indiretta” e rappresenta l’unica possibile richiesta di risarcimento che dovrà essere presentata entro due anni dalla sentenza di condanna o quando la violazione è stata determinata da dolo o negligenza…
Viene quindi eliminata l’attività di filtro, affidata finora al tribunale distrettuale, che controllava l’ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato!!!   
Mentre sull’entità della rivalsa, la soglia fissata oggi ad un terzo, potrà in caso di colpa grave del magistrato, estendersi fino allo stipendio dello stesso, precisamente, fino alla metà di quanto percepito annualmente al netto…
Nel caso in cui vi fosse dolo, l’azione risarcitoria è totale, ma proprio questa particolare motivazione, non rientra tra le competenze del magistrato in quanto, egli, non è chiamato a rispondere sulla interpretazione della legge o sulla valutazione del fatto o delle prove… per cui sin d’ora si può escludere tassativamente tale condizione da quelle possibili !!!
Ovviamente la notizia è stata riportata a seconda dell’interpretazione di parte, in maniera positiva o negativa…
Per esempio il centrodestra, comprensiva di tutti i media a sua disposizione, hanno riportato la notizia a caratteri cubitali, dichiarando come nel ns. paese manchi uno stato di diritto, in particolare, l’indice è stato puntato verso quei magistrati che in questi anni, hanno condannato il loro principale leader…, mentre dall’altro parte avversa, quasi tutti gli esponenti hanno commentavano con soddisfazione la notizia!!!
La verità è che tutti vorrebbero intervenire nell’organo della magistratura, si vorrebbe cioè controllare anche quell’unica funzione giurisdizionale che ancora oggi costituisce – aggiungerei per fortuna – organo autonomo e indipendente da ogni altro potere… in particolare da quello politico, che tenta appunto in tutti i modi, d’ostacolarne e condizionarne l’operato…
Una parte dei ns. politici al governo è così portata a “manovrare” gran parte del nostro sistema, che sperimenta con ogni possibile coercizione di “violentare” anche quel poco di autonomia che ancora oggi la magistratura conserva… 
Già, impiega ed utilizza tutti i meccanismi perversi a loro ben conosciuti per infiltrarsi, con assunzioni, assegnazioni, trasferimenti e soprattutto promozioni!!!
Inoltre, proprio alcuni politici, si adoperano assiduamente, a sminuire l’operato di alcuni a scapito dei loro “preferiti”, facendo investigare proprio su alcuni magistrati a loro contrari, sperando di poter trovare qualche “scheletro nascosto” e quando ciò non riesce, tentano d’intervenire con provvedimenti disciplinari nei riguardi di quei magistrati, che hanno quale unica colpa, quella di non voler appartenere a quello “schifoso e corrotto” sistema clientelare partitocratico…