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Ma se alla legalità e trasparenza si contrappongono poi appalti al massimo ribasso…

Concordo con quanto affermato dalla Segretaria regionale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, durante un convegno organizzato per ricordare il sindacalista Mico Geraci, ucciso dalla mafia 25 anni fa… 

Già: “La legalità nel lavoro è fatta di contratti applicati e lavoro pulito e rispettato, oggi nei cantieri purtroppo molto spesso si procede con appalti a massimo ribasso, questo non fa altro che ferire il lavoratore e non portare trasparenza nel territorio”!!!

D’altronde abbiamo visto come imprese – solo sulla carta – sono state in grado in questi anni di aggiudicarsi degli appalti, per poi dimostrare d’esser incapaci di portare al termine i lavori o di non effettuarli a regola d’arte, causa proprio dei ribassi d’asta fuori da ogni logica di mercato.

Problematiche che vengono di fatto riversate sulla manodopera o nelle qualità delle forniture, il più delle volte scadenti, cui si giungono una serie di furbate che non sto qui a riportare, ma che dovrebbero spingere le Istituzioni pubbliche a dei controlli più accorti o quantomeno più accurati rispetto a quanto solitamente avviene nella realtà, mi riferisco ad esempio al rispetto delle lavorazioni previste nei capitolati d’appalto .

Bisogna quindi – una volta e per tutte – decidersi se continuare a tirare sul prezzo nelle opere pubbliche, pensando quindi che il ribasso a base d’asta sia falso e che le imprese ci si aggrappano pur di ottenere l’appalto oppure se si vuole procedere in maniera corretta, cioè, coinvolgendo le associazioni di categoria ed i professionisti “seri”, quelli addetti della progettazione, puntando ad ottenere il meglio per l’opera da realizzarsi, sostenendo di fatto la qualità e disdegnando qualsivoglia forma d’illegalità e di risparmio, il più delle volte realizzato con meccanismi elusivi, che conducono solitamente ad avere bassa qualità sia del personale che dei materiali!!! 

Il sistema… "Appalti"!!!

Un sistema semplice… è dire che lo sanno tutti!!!
Il meccanismo prevede la realizzazione di “cordate”, quando si tratta di gare d’appalto con il massimo ribasso…
Si partecipa a quelle gare, attraverso un gruppo di ditte distinte tra loro ufficialmente ( ma di fatto, ufficiosamente ben legate tra loro), presentando offerte con percentuali di sconto molto simili tra di loro, variando solo di poco le cifre decimali.
Questa operazione consente di spostare la media delle offerte in modo che alla fine, vince sempre una impresa del gruppo, mentre le altre rientrano nell’appalto attraverso subappalti o altri contratti, come noli e forniture…
Il patto è deciso ai piani alti… ed è un meccanismo che lega molte imprese locali, le quali, dopo aver ottenuto i lavori, hanno quale obbligo quello d’inserire una parte di manodopera di quei funzionari e/o politici, ma soprattutto, una percentuale sull’utile dei lavori, da lasciare a quell’associazione malavitosa a cui direttamente si appartiene…
Rappresenta il supporto logistico e manageriale della criminalità, che offre a quelle aziende alcuni servizi fondamentali: il personale dipendente che permette l’aggiudicazione all’interno delle PA, eventuali interventi negli uffici dei comuni, regioni e organismi di controllo, per garantire l’approvazione delle pratiche ed il loro superamento, quando si dovessero presentare degli ostacoli, il controllo del territorio con la certezza di non subire alcuna ritorsione durante l’esecuzione di quei lavori, la disponibilità di manovalanza “fedele” sul luogo, ecc…
In quel gruppo associativo ci sono tutti… è una zona grigia dove s’incontrano i colletti bianchi, gli imprenditori, i funzionari, i politici, i consulenti ed anche i criminali, già, come si dice… tutti insieme appassionatamente!!!
L’imprenditore (ovviamente quello disonesto…) trova finalmente in quella collocazione, il proprio habitat naturale, trovando risoluzione a tutti i suoi problemi…
Ecco quindi che, affidandosi a quel gruppo “mafioso”, può infiltrarsi in quei meccanismi della pubblica amministrazione ed inquinare così facendo, il regolare svolgimento delle gare, attraverso la disponibilità di taluni pubblici ufficiali (corrotti) e quando ciò non può essere realizzato, si esercitano comportamenti intimidatori, per far sottostare quei responsabili, alle loro pretese o a quelle degli imprenditori concorrenti, affinché si giunga ad ottenere l’acquisizione d’appalti, da parte di quelle compagini riconducibili all’associazione criminale…
Ovviamente chi paga le conseguenze di quanto sopra, sono quelle società che da sempre si sono dimostrate estranee da particolari connessioni e soprattutto limpide da ogni provvedimento giudiziario…
Inoltre, da quel sistema tentacolare, ne fa le conseguenze anche l’ente pubblico ed il cittadino, che riceve sicuramente un servizio scadente o quantomeno non corrispondente alle qualità previste nel contratto d’appalto  stipulato…
Queste opere pubbliche ed i loro apporto economico, vanno di fatto a riempire le casse di quel sistema mafioso e di tutti coloro che di quel complesso ne fanno parte, in quanto partecipi di quel mondo colluso…
Un fenomeno questo che non riguarda soltanto la nostra isola ma bensì tutta la penisola, dove capitali riciclati e interessi mafiosi, si sono infiltrati nelle aziende locali, per diventate veri e propri “cavalli di troia” per quella espansione….
Ormai non ci si meraviglia più e le interdittive (che non fanno paura a nessuno, in quanto essendo misure amministrative, non violano la libertà personale, ma soprattutto, possono essere ribaltate attraverso appelli e quindi, successivamente, cedere la società a un altro prestanome per ricominciare nuovamente il business….), per sospette infiltrazioni mafiose, sono divenute una “routine”, tanto che ormai il sistema si è talmente diffuso da creare un sistema di connessione deviante, tra la società civile e quella mafiosa…
Pensare di tranciare in modo netto questo connubio è difficile, in quanto l’associazione mafiosa da troppo tempo è riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, riuscendo a instaurare relazioni con la società civile, potendo auto-alimentarsi con la collusione e la corruzione…
Bisogna applicare, una volta e per tutte, scelte di governo forti e decise, le quali dovranno essere sorrette da pene severissime ed effettive, per coloro che quotidianamente e senza scrupolo, attentano alla nostra libertà… colpendo l’economia e lo sviluppo di questa nostra terra martoriata…

Gli appalti pubblici (ed anche quelli privati…) nelle mani della mafia!!!

Finalmente… lo si è capito!!!
Secondo quanto riportano dai pentiti vi è una tariffa imposta… che varia a secondo dell’importo aggiudicato (dallo 0,5 al 5%).
Un’estorsione, che però viene giustificata (da quegli stessi ricattatori) quasi fosse una assicurazione a 360° per le imprese che così otterrebbero una totale protezione contro furti o atti vandalici e che diventa implicitamente una vera e propria… sorveglianza.
Dopotutto è ormai dimostrato come vi sia –da parte di quelle associazioni criminali– un particolare interesse e di come queste ultime abbiano esteso i loro tentacoli su tutti quelle aggiudicazioni pubbliche e non solo… anche in quelle private…
Ritengo che questa prassi, presenti per l’associazione mafiosa una facilitazione non indifferente e cioè quella di ottenere del denaro illecito, compiendo sì un atto criminale, ma catalogato tra quei reati giudiziari minori e difficili da dimostrare proprio perché gli organi inquirenti hanno grande difficoltà a trovare collaborazione in quanti sono stati ricattati… 
Inoltre questo denaro, non è legato a quelle abituali attività illegali come per esempio i sequestri di persona, la commercializzazione della droga, la prostituzione o il contrabbando… tutti introiti che si sa… dovranno essere successivamente ripuliti… 
Qui l’incasso imposto è costituito da soldi puliti, che vengono riutilizzati in acquisizioni immobiliari o esercizi pubblici e che servono per essere posti in garanzia per gli istituti di credito, affinché si possa dare vita ad imprese “cristalline” (amministrate da prestanome), le quali, inserendosi nelle procedure di partecipazione a quelle gare d’appalto, tendono di aprirsi un varco nell’economia legale, riciclando così enormi capitali guadagnati illecitamente…
Lo dimostra la presenza di tutte le numerose società presenti presso le stazioni appaltanti (ad oggi le società iscritte nel registro imprese sono circa 6 milioni… cioè una ogni 10 abitanti) a cui vanno vanno sommate quelle lacune normative che regolano proprio gli appalti pubblici: la suddivisione dei contratti ed il ricorso eccessivo al subappalto, tutti meccanismi che rendono di fatto difficile… per non dire impossibile i controlli da parte delle forze dell’ordine…
Un’altra anomalia è rappresentata dal problema del “massimo ribasso“… sono anni che se ne parla, si conoscono i danni che produce, ma non si fa nulla per cambiarlo…
Poi ci si meraviglia dell’uso di personale dipendente “non registrato”, dell’utilizzo di materiali non di qualità, non certificato o ancor peggio depotenziato, senza considerare che il più delle volte, non si rispettano tutte quelle norme previste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro…
Inoltre, bisogna ribadire che mancano i controlli… difatti, in questi anni abbiamo visto come coloro che erano demandati a verificare le procedure previste… hanno omesso di fatto… di controllare, partecipando anzi direttamente e attivamente a quelle collusioni!!!
Così pian piano le imprese oneste chiudono… mentre quelle “infiltrate” si aggiudicano gli appalti!!!
L’avvenimento comunque più grave, si concretizza con il consenso sociale ed il controllo del territorio!!!
Sono in molti a non comprendere che un’impresa legata alla criminalità organizzata, produce agli occhi dei cittadini dei benefici… 
Questo tipo di imprese difatti: permettono l’ingresso dei giovani nel mondo lavorativo, garantisce e implementa i livelli occupazionali, investe e promuove iniziative sociali nei luoghi in cui opera, s’insinua e sviluppa rapporti confidenziali proprio con quegli uomini che operano nelle pubbliche amministrazioni, esercita una influenza verso il potere politico presente nei luoghi, orientandone le scelte e condizionando il voto (interviene sui propri dipendenti… i quali a seguito dei benefici personali si sentono in obbligo di ripagare quanto finora ricevuto e si impegnano soprattutto a ricercare e ampliare quel consenso attraverso propri familiari e/o amici) per indirizzarlo verso chi si ritiene essere “legato o associato” a quel sistema o che possa dare –grazie all’eventuale incarico ricevuto– un concreto apporto… 
In fin dei conti è noto che l’attività mafiosa (volta costantemente agli illeciti e parassitari arricchimenti) non potrebbe perdurare senza la permanente collusione col pubblico potere!!!

Gli appalti pubblici (ed anche quelli privati…) nelle mani della mafia!!!

Finalmente… lo si è capito!!!
Secondo quanto riportano dai pentiti vi è una tariffa imposta… che varia a secondo dell’importo aggiudicato (dallo 0,5 al 5%).
Un’estorsione, che però viene giustificata (da quegli stessi ricattatori) quasi fosse una assicurazione a 360° per le imprese che così otterrebbero una totale protezione contro furti o atti vandalici e che diventa implicitamente una vera e propria… sorveglianza.
Dopotutto è ormai dimostrato come vi sia –da parte di quelle associazioni criminali– un particolare interesse e di come queste ultime abbiano esteso i loro tentacoli su tutti quelle aggiudicazioni pubbliche e non solo… anche in quelle private…
Ritengo che questa prassi, presenti per l’associazione mafiosa una facilitazione non indifferente e cioè quella di ottenere del denaro illecito, compiendo sì un atto criminale, ma catalogato tra quei reati giudiziari minori e difficili da dimostrare proprio perché gli organi inquirenti hanno grande difficoltà a trovare collaborazione in quanti sono stati ricattati… 
Inoltre questo denaro, non è legato a quelle abituali attività illegali come per esempio i sequestri di persona, la commercializzazione della droga, la prostituzione o il contrabbando… tutti introiti che si sa… dovranno essere successivamente ripuliti… 
Qui l’incasso imposto è costituito da soldi puliti, che vengono riutilizzati in acquisizioni immobiliari o esercizi pubblici e che servono per essere posti in garanzia per gli istituti di credito, affinché si possa dare vita ad imprese “cristalline” (amministrate da prestanome), le quali, inserendosi nelle procedure di partecipazione a quelle gare d’appalto, tendono di aprirsi un varco nell’economia legale, riciclando così enormi capitali guadagnati illecitamente…
Lo dimostra la presenza di tutte le numerose società presenti presso le stazioni appaltanti (ad oggi le società iscritte nel registro imprese sono circa 6 milioni… cioè una ogni 10 abitanti) a cui vanno vanno sommate quelle lacune normative che regolano proprio gli appalti pubblici: la suddivisione dei contratti ed il ricorso eccessivo al subappalto, tutti meccanismi che rendono di fatto difficile… per non dire impossibile i controlli da parte delle forze dell’ordine…
Un’altra anomalia è rappresentata dal problema del “massimo ribasso“… sono anni che se ne parla, si conoscono i danni che produce, ma non si fa nulla per cambiarlo…
Poi ci si meraviglia dell’uso di personale dipendente “non registrato”, dell’utilizzo di materiali non di qualità, non certificato o ancor peggio depotenziato, senza considerare che il più delle volte, non si rispettano tutte quelle norme previste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro…
Inoltre, bisogna ribadire che mancano i controlli… difatti, in questi anni abbiamo visto come coloro che erano demandati a verificare le procedure previste… hanno omesso di fatto… di controllare, partecipando anzi direttamente e attivamente a quelle collusioni!!!
Così pian piano le imprese oneste chiudono… mentre quelle “infiltrate” si aggiudicano gli appalti!!!
L’avvenimento comunque più grave, si concretizza con il consenso sociale ed il controllo del territorio!!!
Sono in molti a non comprendere che un’impresa legata alla criminalità organizzata, produce agli occhi dei cittadini dei benefici… 
Questo tipo di imprese difatti: permettono l’ingresso dei giovani nel mondo lavorativo, garantisce e implementa i livelli occupazionali, investe e promuove iniziative sociali nei luoghi in cui opera, s’insinua e sviluppa rapporti confidenziali proprio con quegli uomini che operano nelle pubbliche amministrazioni, esercita una influenza verso il potere politico presente nei luoghi, orientandone le scelte e condizionando il voto (interviene sui propri dipendenti… i quali a seguito dei benefici personali si sentono in obbligo di ripagare quanto finora ricevuto e si impegnano soprattutto a ricercare e ampliare quel consenso attraverso propri familiari e/o amici) per indirizzarlo verso chi si ritiene essere “legato o associato” a quel sistema o che possa dare –grazie all’eventuale incarico ricevuto– un concreto apporto… 
In fin dei conti è noto che l’attività mafiosa (volta costantemente agli illeciti e parassitari arricchimenti) non potrebbe perdurare senza la permanente collusione col pubblico potere!!!

Abolizione dei sub-appalti…

La Sez. V del Consiglio di Stato 19 Giugno 2012, n. 3563 stabilisce che l’art 118, 2° comma n. 1), D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, prevede espressamente la possibilità di affidare in subappalto o in cottimo a condizione che ” i concorrenti all’atto dell’offerta … abbiano indicato i lavori o le parti di opere ovvero di servizi e le forniture o parti di servizi e forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo “.

Quindi l’impresa, si limita a dichiarare di voler subappaltare talune lavorazioni, nelle percentuali massime consentite di legge, senza dover dichiarare immediatamente i dati identificativi dell’impresa subappaltante…., cosa che avverrà soltanto nel momento in cui inizia il rapporto contrattuale, con la quale quest’ultima si assume l’organizzazione attraverso proprio personale, mezzi e soprattutto rischio…
Per cui questi contratti, in maniera semplicistica, non rappresentano altro che un cambio, tra un lavoro svolto ed corrispettivo in denaro pagato…

Uno dei motivi per cui ci si affida al subappalto è rappresentato da una anomalia presente nel nostro ordinamento, quella relativa al massimo ribasso, dove si giunge a toccare percentuali che sfiorano il 50%, creando quindi quei presupposti, per ricercare quindi nuove soluzioni, più o meno legittime, per poter eseguire i lavori… tra cui principalmente il subappalto…

Ed è quindi, per questi motivi che questo sistema, produce tutta una serie di implicazioni, che vanno dalla gestione dei lavori, alle violazioni in materia di normativa sul lavoro, a quella ridotta professionalità del personale, alla sicurezza sul lavoro sempre esigua, ad una mediocre qualità delle opere eseguite ed infine anche all’infiltrazione e riciclaggio di imprese che orbitano con la criminalità locale…

Diventa essenziale, che le imprese passino attraverso un vaglio di controllo, che le certifichi e le renda idonee a poter eseguire i lavori, siano questi pubblici che privati…, la sola presentazione del Durc non è più garanzia di regolarità…, in quanto rappresenta soltanto una parte, quella cioè dichiarata, mentre resta fuori, quanto volutamente non dichiarato…
Vanno riviste le procedure di monitoraggio di tutte le fasi di svolgimento di un’opera, ovvero dall’affidamento alla organizzazione dei lavori, fino alle modalità operative, tali da consentire la tracciabilità dei mezzi e delle persone legittimate ad entrare nel cantiere, oltre ai controlli sulla qualità dei materiali, sui loro fornitori, sulla corretta messa in opera, sulla manodopera, sui flussi finanziari… 

Ormai bisogna ricercare nuove soluzioni…: il sistema va completamente resettato, partendo da regole concrete, che permettano soltanto a poche imprese, quelle certificate e verificate, di poter proseguire nella loro crescita, di sviluppo e di investimento, in quelle risorse umane che portano ad  qualificazione dell’impresa stessa…