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A dimostrazione di quanto avevo anticipato…

“C’è un concreto legame tra la ‘ndrangheta e la massoneria, in particolare nel realizzare investimenti in località turistiche” – con queste parole avevo iniziato a maggio un post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/05/ndrangheta-e-massonerie-consolidate-in.html parlando di strutture turistiche nel calabrese e di quei collegamenti in altre realtà territoriali…

Di poche ore l’esecuzione del decreto di fermo da parte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che vedono coinvolti per associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento alla latitanza, tra gli arrestati e indagati, vi sono anche soggetti residenti nella provincia di Catania… 

I provvedimenti emessi dall’A.G., epilogo di una complessa indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro, sono stati eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Milano e Catania con l’impiego di oltre 100 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego e della componente aerea del Corpo.

Gli esiti degli articolati e complessi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare, nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la gravità indiziaria circa la sussistenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà sussistenti nel citato territorio, aveva acquisito il controllo di fatto di alcune note strutture turistico-alberghiere, tanto da condizionarne la gestione, soprattutto nella individuazione dei fornitori di beni e servizi, nonché del personale da assumere.

Come avevo anticipato: La stagione estiva è iniziata…

Ma guarda un po’: non può essere celebrato a Messina il processo sulla gestione del condominio…

Già… non potrà essere il Tribunale di Messina a dover trattare il procedimento a carico di alcuni amministratori per la gestione di due condomini accusati a vario titolo di appropriazione indebita, truffa, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, sostituzione di persona, minaccia. 

Sembra infatti che tra gli inquilini parte lesa, via sia anche un magistrato in servizio al Tribunale peloritano, a stabilirlo è il giudice per le indagini preliminari che accogliendo l’eccezione di incompetenza sollevata dai difensori, ha disposto che il fascicolo venga trasmesso a Reggio Calabria e saranno i giudici reggini ad occuparsi della vicenda.

Certo incuriosisce questo aspetto, proprio nei miei ultimi post avevo parlato di “ricusazione” nei confronti di alcuni giudici che si macchiano di gravi colpe ed oggi questa vicenda mi fa comprendere come a volte, ad esempio in questa circostanza, non vi siano le condizioni serene affinché si possa procedere con un processo giusto… 

Ancora più grave quanto accaduto successivamente e cioè “La decisione del Gup di dichiararsi incompetente ai sensi dell’art. 11 cpp su invito delle difese degli imputati” che avrebbe dovuto essere già assunta dall’Ufficio di Procura nella fase dell’espletamento delle indagini.

Consentitemi di ricordare che art. 11 cpp prevedono quanto segue:

1. I procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di persona sottoposta ad indagini, di imputato ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato, che secondo le norme di questo capo sarebbero attribuiti alla competenza di un ufficio giudiziario compreso nel distretto di corte d’appello in cui il magistrato esercita le proprie funzioni o le esercitava al momento del fatto, sono di competenza del giudice, ugualmente competente per materia, che ha sede nel capoluogo del distretto di corte di appello determinato dalla legge.

2. Se nel distretto determinato ai sensi del comma 1 il magistrato stesso è venuto ad esercitare le proprie funzioni in un momento successivo a quello del fatto, è competente il giudice che ha sede nel capoluogo del diverso distretto di corte d’appello determinato ai sensi del medesimo comma 1.

3. I procedimenti connessi a quelli in cui un magistrato assume la qualità di persona sottoposta ad indagini, di imputato ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato sono di competenza del medesimo giudice individuato a norma del comma 1.

Ed è quanto la polizia giudiziaria aveva rilevato e cioè di come tra le persone offese e danneggiate dal reato vi fosse un magistrato svolgente funzioni nel distretto di corte di Appello di Messina.  

L’inchiesta nasce da una serie di denunce incrociate tra amministratori e condomini ma posso assicuravi che non è la sola denuncia attualmente presentata in quel Tribunale o presso gli uffici di competenza giudiziaria di quel particolare capoluogo, difatti, in quegli altri procedimenti che sono tra l’altro pubblici, sono celati altri soggetti coinvolti per reati ancor più gravi – che non riguardano semplicemente azioni di di mala-gestio da parte di amministratori, ma si parla di uomini e donne che se pur incaricati nei propri uffici istituzionali, sono legati e sottomessi ad un sistema parallelo posto a protezione dei propri “confratelli” ed è così che dall’interno di ciascuno di quei loro uffici, provano a condizionare quei procedimenti giudiziari, proteggendo in tutti i modi, leciti e non, coloro che fanno parte di quella loro appartenenza per non chiamarla con il suo nome: loggia!!!

Vedrete, non passera molto tempo prima di leggere in una nuova inchiesta giudiziaria, anche i loro nomi…  

Favorivano boss e affiliati della ‘ndrangheta all’interno del penitenziario calabrese…

Oltre l’ex direttrice del carcere di Reggio vi sono indagati anche un medico dell’Asp e due agenti penitenziari!!!

Certo a notizia che ha portato agli arresti domiciliari l’ex direttrice del carcere di Reggio accusata di concorso esterno in associazione mafiosa è qualcosa di fortemente risonante e lascia ciascuno di noi un po’ basiti… 

Il procuratore Giovanni Bombardieri e i sostituti della Dda di Reggio Stefano Musolino e Sabrina Fornaro avevano chiesto altresì l’arresto anche per un medico dell’Asp e per una detenuta, accusati entrambi, il primo per ever emesso un certificato falso e la seconda per aver usufruito di quel documento medico per evitare di partecipare ad un’udienza in cui era chiamata in qualità di testimone…

Ma come scrivevo sopra non sono gli unici indagati, perché sempre su richiesta della Dda sono stati perquisiti alcuni agenti della polizia penitenziaria che secondo l’indagine del Nucleo investigativo centrale del Dap, avrebbero favorito alcuni detenuti rinchiusi nel penitenziario…

Si parla di una condotta di “permanente contiguità con la ‘ndrangheta”, ma d’altronde il problema del personale di sorveglianza rappresenta una asperità che non è stata mai voluta finora affrontata per come si deve…

D’altronde come si può pensare che questi dipendenti restino per anni, a volte decenni residenti in quella stessa cittadina, con la propria famiglia, figli, con i rischi quindi connessi a quella loro professione… 

Ricordo un amico che operava in un super carcere che mi raccontava come in uno dei suoi primi giorni operativi all’interno di quel penitenziario, un detenuto “influente” nel rivolgersi ad egli gli disse: “vorrei darle il mio benvenuto e augurarle buon lavoro; d’altronde (sorridendo…) come saprà dovremmo condividere un po’ di tempo insieme“…

Il mio amico a quell’augurio rispose “grazie”; ah… – aggiunse il detenuto – ho saputo che si è trasferito con tutta la famiglia da Catania… la famiglia è importante, anzi posso dire che la famiglia è tutto, già… mi hanno detto che Lei ha una bella famiglia, con due bei ragazzini, se non ricordo male,,, un maschio e una femminuccia… vero…??? E si… se mi consente vorrei dirle di godersela questa sua famiglia, perché ricordi… sono la cosa più preziosa che ha…”!!!

Che dire… questo è solo un particolare di quanto accade in quei luoghi e soltanto chi vive in prima persona quelle esperienze può comprenderne le reali difficoltà… ecco perché ritengo che forse bisognerà attendere ancora qualche anno, per comprendere in quale maniera finirà quest’inchiesta…