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Ecco come le sentenze al Tribunale di Messina venivano sovvertite!!!

Che avessi dei dubbi su alcuni tribunali siciliani o su taluni magistrati, è una cosa ormai risaputa… 
Basti rileggersi alcuni miei post sull’argomento, ricercando le parola “giustizia o magistratura“!!!
A volte mi sembra che non accada nulla, ma quando sembra che tutto si sia arenato… ecco giungere finalmente la scure della giustizia e iniziano a cadere le teste di quei magistrati corrotti…
In manette ora è finito l’ex membro del Consiglio di giustizia amministrativa Siciliana Giuseppe Mineo…
A fare il suo nome agli inquirenti è stato l’avvocato Piero Amara (ex legale Eni), che a febbraio è stato indagato e da mesi collabora con i pm di Messina e Roma
Certo, questa ulteriore mazzata nei confronti di quell’ordine giudiziario, crea non solo forte imbarazzo all’interno di quell’ambiente, ma certamente mette l’intero quell’apparato in forte discussione da parte dell’opinione pubblica…
Credo che per quanti operano in maniera corretta all’interno di quelle strutture, non sia piacevole dover assistere all’ennesima storia di corruzione in atti giudiziari, che ha già visto formalizzare da Palermo a Siracusa… per giungere ora a Messina, a tutta una serie d’inchieste che hanno portato all’arresto di magistrati tra cui un presidente della gestione beni confiscati, ed alcuni Pm e per proseguire, con i dipendenti di quegli stessi tribunali e vari professionisti, tra cui avvocati, commercialisti e consulenti tributari… 
Oggi è toccato ad un altro magistrato: Giuseppe Mineo,  ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana, un organo che su questa regione a statuto speciale, ha le stesse funzioni del Consiglio di Stato.
Dalle indagini è emerso che abbia sovvertito due sentenze, in cambio di €. 115.000!!! 
Ai domiciliari, sono finiti inoltre due soggetti… 
Il primo è considerato un tramite tra la malavita catanese e quella siracusana, mentre l’altro è uno stretto collaboratore di alcuni moti studi legali, ed era lui a ricevere i bonifici sul suo conto personale maltese…
Non entro nel merito dell’inchiesta, d’altronde su questa vicenda giudiziaria trovate sul web dovizia di notizie e di particolari… 
M’interessa maggiormente riproporre le parole durissime riportate dal Gip: “Ha mostrato di essere avvezzo ad una particolare professionalità a delinquere, in spregio alla funzione ricoperta”!!!
Considerato vicino all’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo e indicato da alcuni come l’ideologo del Movimento per l’Autonomia, il giudice aveva fatto già parlare di se, quando era stato nominato al Consiglio di giustizia amministrativa nel 2010. 
A indicarlo era stato proprio Lombardo, ma alcuni giornali locali avevano fatto notare come per un posto al Cga occorresse essere professore ordinario, mentre all’epoca dei fatti Mineo era solo un associato. 
La stessa situazione si ripeterà anche quattro anni dopo, quando a fare il suo nome per un posto al Consiglio di Stato sarà il governo Renzi. 
Una nomina per fortuna stoppata… proprio come le sentenze che avrebbero dovuto essere sovvertite…
Ho sempre la convinzione che le leggi sono come le ragnatele: abbastanza forti per catturare i deboli, ma troppo deboli per trattenere i forti…
Sono pochi a sapere che la parola “magistrato” derivi da una antica leggenda che riporta quanto segue: i famosi “Re Magi” citati nei Vangeli, nominavano nei loro regni i giudici con un sistema particolare. Su un blocco di marmo versavano diversi strati di polvere d’oro, d’incenso e di mirra, e inserivano tra uno strato e l’altro, dei fogli con i nomi dei candidati. 
Gli aspiranti giudici dovevano scoprire sotto quale strato si celava il fatidico foglio con il nome prescelto. Ecco quindi il perché da “strato dei magi”, deriva quella parola “magistrato“!!!
Sono certo comunque che se dovessi individuare oggi quei loro nomi, non sarebbe difficile… 
Già, li troverei certamente al di sotto di quel particolare strato: sì… coperti da una polvere d’oro!!!

Coi rifiuti… noi si butta niente!!!

Abbiamo letto alcuni giorni fa della maxi inchiesta sfociata nell’operazione “Gorgòni”, condotta dalla Procura & Dia di Catania, guidate rispettivamente dal Procuratore Carmelo Zuccaro e dal Capo Centro della Direzione investigativa antimafia Renato Panvino… 
D’altronde gli illeciti ambientali accertati dalle forze dell’ordine nel corso di questi ultimi anni, hanno accertato un numero sempre più in aumento d’infrazioni, di sequestri effettuati, di persone arrestate ed ovviamente è cresciuto in maniera sensibile anche il numero delle persone denunciate…
Un sistema quello dei rifiuti, che ha costretto lo Stato a dedicare un impegno più intenso ed un numero maggiore di addetti delle forze dell’ordine, contro un traffico illecito, che coinvolge una pluralità di soggetti, il più delle volte legate alla criminalità…
Peraltro, la maggior parte di questi illeciti ambientali, viene solitamente concentrata nelle quattro regioni con un’alta presenza mafiosa, come la Campania, Puglia, Calabria ed ovviamente non poteva mancare… la nostra Sicilia… 
Una menzione a parte merita l’attività svolta dal Corpo forestale della nostra isola, che nel corso di questi anni ha sempre più evidenziato il numero dei reati accertati e dove gli incrementi maggiori, hanno riguardato per l’appunto, il settore degli incendi, quello dell’urbanistica e dell’edilizia…
Già, perché bisogna considerare, che il business dell’ecomafia rappresenta la somma di tutta una serie di attività, che vanno dalla gestione illecita dei rifiuti speciali, all’abusivismo edilizio, per passare alla zoomafia, alla archeomafia e per concludersi infine, con la penetrazione di quelle proprie società, negli appalti pubblici e nella gestione dei rifiuti urbani…
Ed è dietro queste attività illegali, che si conferma la lunga mano della criminalità organizzata, che d’altronde si sa, sono anni che dimostra di essersi andata organizzando per poter partecipare a questa immensa e variegata serie d’attività illecite e l’hanno fatto, sia con i mezzi diretti dell’estorsione o anche, attraverso il volto pulito d’aziende create ad hoc per l’occasione… 
Ma al sottoscritto non interessa esaminare l’aspetto finanziario realizzato con questo business da quella associazione criminale, bensì, ritengo che l’aspetto più preoccupante è rappresentato dal riuscire ad aggirare sempre e in ogni circostanza, quelle normative previste in materia ambientale…
Una ragnatela diffusa quella del sistema “Mafia S.p.A.“, che sembra avvolgere completamente la nostra regione, dove s’intrecciano interessi e attività tra criminali, imprenditori e colletti bianchi, i quali formano unitamente, una seria minaccia per la nostra terra e non mi riferisco soltanto all’aspetto economico – per gli ingenti profitti lucrati o per aver scaricato sulla collettività tutti i costi derivanti da quella devastazione ambientale- bensì, per aver messo a rischio la salute e la sicurezza di tutti noi cittadini!!! 

"Confische spa" e quei suggerimenti espressi dall’Agenzia Beni Confiscati…

Confische s.p.a. – La ragnatela di imprese di mafia“, con questo titolo, l’amministratore giudiziario e consulente della procura di Palermo, Elio Collovà, ha descritto i suoi quasi trent’anni d’attività, durante i quali, ha amministrato decine di beni e di aziende confiscate alla mafia…

Se avete visto il video pubblicato dal sottoscritto nella giornata di ieri, sarete rimasti certamente annichiliti, in particolare quando si è evidenziata l’assoluta meraviglia, sui fatti accaduti a Caltanissetta, da parte della A.N.B.S.C. ( Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) da parte del suo Direttore, Avv. Dott. Umberto Postiglione, che sembrava cadere (come diceva nel film Checco Zalone) dalle nubi…
La cosa d’altronde – come riportavo ieri- non mi meraviglia affatto, perché costituisce ormai l’andazzo di questo nostro paese… dove ciascuno s’interessa di fare il minimo indispensabile, l’importante però che a fine mese giunga lo stipendio e soprattutto che, quel proprio incarico, scorra senza impedimenti e senza creare ad altri, eventuali problemi…
Di quanto sopra il sottoscritto, ne ha prova certa!!!
Difatti, in data 07.05.2015, aveva segnalato a mezzo Pec, nota personale alla ASBCN sulla gestione “particolare” di alcuni amministratori giudiziari, alla quale era successivamente seguita una ulteriore trasmissione in data 18.09.2015 con la quale il sottoscritto ( allora “Direttore Tecnico” di una delle più importanti Imprese di costruzione Spa in provincia di Catania) offriva –a titolo gratuito- la propria candidatura, per collaborare nella gestione di società analoghe e cioè sottoposte a misure di prevenzione…
Bene in entrambi i casi, posso assicurarvi di non aver ricevuto alcuna risposta!!!
Ecco questo è quanto lo Stato chiede a ciascuno di noi… e cioè di collaborare, di non essere omertosi, di denunciare e via discorrendo… ma quando si compie quanto è corretto fare, ecco che l’impressione che si riceve… è quella che di voi se ne fottono, che quanto fatto da soltanto fastidio, ma soprattutto… ciò che resta, è che i problemi reali, restano proprio a chi ha avuto il coraggio di esporsi, unico su centomila… mentre loro, protetti in quella loro veste… già ognuno di loro, di quel particolare “club dei temerari”, non faranno mai parte!!! 

D’altronde lo Stato ha dimostrato di non essere pronto a gestire i miliardi confiscati ogni anno alle mafie…. ed il motivo è legato principalmente a quella mancata volontà di scrivere leggi in maniera chiare, sia sulla confisca che nella gestione amministrativa di quei beni confiscati…
Quanto si è evidenziato ha dimostrato come la gestione dei beni sia divenuta negli anni… un vero e proprio business, per quanti operano all’interno dei tribunali, degli uomini da esso nominati, di tutti quei consulenti legati a filo diretto con quel sistema che permette loro, d’ottenere tanti mandati e poi infine, una serie lunghissima di professionisti (amici, coniugi, figli e parenti vari…) che hanno ottenuto negli anni, incarichi milionari… alla faccia di quella lotta alla illegalità!!!
Quelle società sono diventate per quel “sistema antimafia” una vero affare… che ha puntato principalmente a svuotarle quelle aziende confiscate, rinunciando a priori a fare impresa e portando le stesse al fallimento…
Nei casi opposti, quando le società avevano capacità di realizzare profitti, ecco che allora quegli amministratori ( ovviamente aiutati da quanto avrebbero dovuto controllare… ) si sono trasformati improvvisamente in “business man”… uomini cioè capaci di darsi all’imprenditoria ( senza averla mai svolta…), i quali, attraverso efficaci stratagemmi, sono riusciti a “spogliare a Cristo per vestire a Maria”, il tutto con il consenso dello “stato” ( quello però… con la “s” minuscola…)!!!   

Ho letto negli anni, da parte di alcuni soggetti (che operano all’interno di quelle strutture), che nel concreto, manca la volontà politica di cambiarle questo stato di cose…
Ma viene spontaneo chiedervi: con un sistema come questo, che produce benessere per tutti… che motivo c’è di cambiarlo…??? Anzi, il motto che passa è: “facciamo in modo che le cose restino per sempre… per come sono”!!!