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Carichi pendenti e casellari: l’altra faccia del successo in Sicilia!

Dott. Costanzo, buonasera.

Ho letto ieri sera il suo interessante articolo e ho deciso di scriverle per condividere una riflessione che, credo, possa ampliare il dibattito. Lei tocca un tema cruciale: il problema di questa terra non è più soltanto quello di denunciare, ma quello di far giungere le denunce nelle mani giuste, ammesso che ne esistano ancora di realmente affidabili.

Chi, come me, vive questa terra, percepisce ogni giorno il peso di un sistema che, lungi dal favorire la trasparenza e la legalità, sembra voler avvolgere tutto in una cortina di inefficienza e indifferenza. 

La White list, che dovrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose nelle imprese, rischia paradossalmente di includere chi di quell’odore non si è mai liberato. E non è solo la Prefettura a destare preoccupazione: anche la Procura, spesso, sembra restare in silenzio, lasciando che i nodi si stringano sempre di più attorno a una cittadinanza già sfiduciata.

Ma c’è un punto ancor più dolente: la percezione diffusa che, ormai, in pochi siano rimasti disposti a combattere. Quanti cittadini, davvero, sono pronti a fare la propria parte? Quanti, al contrario, scelgono la via più comoda: quella dell’indifferenza, o peggio, della complicità con un sistema corrotto e corruttivo?

Le attuali normative, anziché incentivare la denuncia, spesso agiscono come un muro scoraggiante.

Burocrazia interminabile, tempi infiniti per ottenere una giustizia che, troppo spesso, arriva tardi – ammesso che arrivi – e una società che sembra non saper distinguere più tra vittima e colpevole: tutto questo porta molti a ritrarsi, a desistere, a lasciar perdere.

Mi verrebbe da dire che in Sicilia, i carichi pendenti e i casellari giudiziari “positivi”, fanno curriculum!!!

A questo si aggiunge una desolante constatazione: troppi preferiscono non vedere, girarsi dall’altra parte, accettare quel compromesso che, seppur piccolo, contribuisce ad alimentare un sistema marcio. Il senso civico si svuota e il cittadino, che dovrebbe essere il pilastro della società, si trasforma in un ingranaggio di un meccanismo corrotto.

La domanda, allora, è una sola: possiamo ancora parlare di una speranza di riscatto per questa terra? Esistono ancora quelle “mani giuste” a cui affidare le nostre denunce? La risposta, forse, è sepolta nel coraggio di pochi che, nonostante tutto, continuano a combattere.

Questo è un richiamo, non solo a chi ha il potere di agire nelle istituzioni, ma a tutti noi: cittadini, professionisti, genitori. 

Recuperare il senso del dovere, ricostruire la fiducia, e soprattutto scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta – anche quando sembra non servire a nulla. Perché solo così possiamo sperare di riaccendere una scintilla in un contesto che sembra aver spento ogni luce.

Lettera firmata

RISPOSTA:
Gentile lettore, la ringrazio di cuore per il suo intervento. Le sue parole, lucide e incisive, non solo arricchiscono il dibattito, ma evidenziano con forza quei nodi critici che troppo spesso rimangono in ombra.

Condivido pienamente la sua analisi: il problema non è più solo denunciare, ma far sì che le denunce arrivino nelle mani giuste, in un contesto dove la sfiducia nelle istituzioni sembra aver scavato un solco sempre più profondo. La sua osservazione sulla White list e sulla latitanza della giustizia è un promemoria doloroso ma necessario: le norme, anziché proteggere, talvolta scoraggiano chi avrebbe il coraggio di esporsi.

Le sue riflessioni sull’indifferenza e sul senso civico sono un richiamo che dovremmo fare nostro ogni giorno. 

Non possiamo più permettere che l’abitudine al compromesso e la rassegnazione prendano il sopravvento.

Mi auguro che voci come la sua possano continuare a farsi sentire e, in qualche modo, ispirare altri a non arrendersi, perché solo con il contributo di cittadini come lei, come me, determinati e disposti a fare la propria parte, che possiamo sperare in un futuro diverso per questa terra.

Quindi, grazie ancora per aver condiviso nel mio blog questo suo pensiero.

Mi permetta di riprendere una sua frase che mi ha particolarmente colpito, quella sul “riaccendere una scintilla“. Da sempre, una riflessione accompagna il mio percorso di vita: chi, nel corso della sua vita, è riuscito ad accendere anche solo una luce, nell’ora più buia di qualcun altro, non è vissuto invano.

Concludo salutandola, con l’auspicio di ricevere presto altri suoi preziosi contributi.

Nicola Costanzo

Gli appalti in Sicilia? Se li aggiudica (quasi tutti) il "CONSORZIO STABILE A.I.F.A.M."!!!

Già… ritengo adeguata l’idea che taluni imprendori decidano di unire le proprie forze nel costituire un consorzio, non soltanto per mettere in evidenza quel valido scopo organizzatico e collaborativo, ma per evitare una concorrenza che come ben sappiamo non fa per nulla bene agli affari.

Difatti, è attraverso la realizzazione di un consorzio che molte imprese coordinano quella lor partecipazione alle procedure di appalto. 

Ma nel far ciò, non bisogna dimenticare uno dei reali problemi che vede per l’appunto emergere in molti di quei consorzi…

Già… rappresenta solitamente una grave assenza giurudica e riguarda un requisito fondamentale definito “comune struttura d’impresa“!!!

Ci si riferisce ad esso, quando manca solitamente un’indipendente dotazione di un proprio organico, all’esiguità del fondo consortile, ma non solo, quando in quel consorzio non è presente una sede comune operativa (la stessa che nella maggior parte delle volte viene celata in luoghi inaccessibili, poco visibili, per non dire… occultata).

Difatti, il più delle volte quest’ultima è posta all’interno di area di proprietà terze, sì…  di soggetti che nulla hanno a che fare con quel Consorzio; d’altronde se ciascuno di bvoi prova a ricercare quella sede, scoprirà (banalmente) come di essa non esiste, ma ancor peggio, non vi è formalizzato neppure un contratto di affitto (già… a proposito di quel noto “Protocollo di legalita” che prevede la trasparenza dei flussi finanziari…),  come d’altronde non esiste per quel consorzio uno stabilimento, deposito, officina, ma ahimè manca una dotazione distaccata dei mezzi d’opera o delle necessarie attrezzature per lo svolgimento in via autonoma dell’attività del consorzio stesso!!!

Per cui, se da un lato (sulla carta) esiste effettivamente quel cosiddetto “Consorzio stabile” (ai sensi dell’art. 45, comma 2, d.lgs. n. 50 del 2016 – Codice dei Contratti Pubblici), dall’altro, quest’ultimo, manca delle disposizioni statutarie che dimostrano l’esistenza comune di una “struttura d’impresa”!!!

Quindi nello scoprire come molti di quegli appalti attualmente aggiudicati in Sicilia, siano stati affidati ad un gruppo che si sa risultare in difetto per tutta una serie di problematiche, tra cui ripeto, la reale disponibilità giuridica dei mezzi e delle attrezzature nello svolgimento dell’attività produttiva e quindi l’esistenza di una vera e prorpia struttura, intesa come – “complesso di rapporti giuridici che consentono all’imprenditore di attingere ai mezzi necessari e strumentali all’esercizio dell’impresa, nonché la capacità dell’imprenditore medesimo di organizzarli in modo da asservirli ad una nuova funzione produttiva” – mi lascia certamente basito!!!

Già… perché parliamo di un Consorzio inteso non come una “azienda consortile”, capace quindi di eseguire in proprio, ossia senza l’ausilio necessario delle strutture imprenditoriali delle consorziate, tutte quelle prestazioni affidate a mezzo del contratto e quindi diverse da quella di proprietà delle singole imprese consorziate, benché le stesse si sa… possano offrire di prestarle effettivamente!!!

Ma non solo, è in quest’ottica che quel consorzio opera in base ad rapporto “ambiguo” con le imprese associate, violando tra l’altro le regole che vedono l’esclusa l’applicazione degli istituti del subappalto e/o dell’avvalimento attraverso rapporti interni tra consorziati e consorzio!!!

Comunque… nei miei prossimi post, spiegherò ancor meglio (per alcuni miei affezionati lettori…) quanto sta attualmente accadendo nella mia regione…

Raddoppio ferroviario Bicocca-Catenanuova sotto attacco: Incendiati nella notte due escavatori della Società "TS" !!!

Avevo scritto alcuni anni fa sui rischi che questo appalto infrastrutturale avrebbe determinato, d’altronde avevo riportato che per la sua realizzazioni si parlava di cifre considerevoli intorno ai 3,4 miliardi di euro che giungeranno a fine lavori, a poco più di 8 miliardi di euro!!!

Comprenderete quindi come a quel tavolo così importante, sono in molti a voler stare seduti… 

Il cantiere, in corso dal 2018, prevede un tratto da Catania Bicocca-Catenanuova e di pochi giorni l’annuncio che fino al primo trimestre del 2025 i treni fermeranno a Dittaino e da lì, proseguiranno con i bus. 

D’altronde non che prima si viaggiasse meglio: proprio alcuni giorni fa ho pubblicato un video scaricato da Youtube, dove un turista per raggiungere Catania da Palermo, aveva viaggiato per 3 ore e 40 minuti; evito in questa sede di promuovere l’alternativa, già… rappresentata da quella disastrata autostrada A19, vero e proprio calvario!!! 

Tra l’altro va detto che qualcuno, tra i docenti Universitario di Trasporti e Infrastrutture, aveva a suo tempo definito l’opera in corso “una finta alta velocità”, poiché per percorrere quel tratto ferroviario, poco meno di 200 km, s’impiegheranno all’incirca 2 ore, quando viceversa in altri percorsi analoghi nazionali, per percorrere gli stessi chilometri, s’impiega meno di un’ora!!!   

Si dovrebbe aprire anche una discussione sui fondi per la copertura finanziaria, oggi sostituiti da quelli più noti “Eu”, meglio conosciuti come “Fondi PNRR”, con tutte le ripercussioni che quella loro gestione comporta: basti rileggersi tutti i post che in questi mesi ho scritto su di essi…  

Comunque, parliamo dei fatti gravi accaduti in queste ore e cioè dell’incendio doloso effettuato nei confronti della società “TS”, un’impresa che negli ultimi anni sta realizzando grossi interventi nella regione, tra cui per l’appunto una parte in subappalto del cantiere in oggetto, ma non solo, ho saputo che la stessa, si sta diversificando, attraverso l’apertura di nuove attività, precisamente nelle località di Sigonella, Enna e Castel di Iudica… 

L’episodio doloso è stato immediatamente denunciato dall’imprenditore Daniele Tranchita che ha riportato: “Sono amareggiato per quanto accaduto, non riesco ancora a spiegarmi il perché di questo atto vile compiuto nei confronti di chi come noi si sveglia alle quattro di mattina per fare sacrifici e cercare di costruire un futuro migliore per noi è per i nostri figli nel pieno rispetto della legalità. Mille pensieri mi vengono in mente, penso che iniziamo a stare scomodi a qualcuno vista la nostra continua crescita , mi viene da pensare che è stata pura invidia per quello che stiamo realizzando o siamo stati vittima di un pazzo criminale solo per il suo puro divertimento? Spero solo che i colpevoli paghino come giusto che sia, confido pienamente nella magistratura”, ed ancora, nella vita si dice “-ciò che non ti uccide ti fortifica- e da questo sfregio ne usciremo più forti di prima perché ringraziando Dio siamo cresciuti con lo spirito di sacrificio, facciamo il nostro lavoro con passione e continueremo sempre a testa alta perché crediamo in quello che facciamo”.

Come sempre accade in queste circostanze sono in molti a condannare quanto occorso alla Società TS, in particolare l’Ance e la Cassa Edile di Enna, le Associazioni di legalità ed antiracket, i Sindacati che attraverso i suoi Segretari che avevano già a suo tempo chiesto di “monitorare quei lavori”, a cui si sommano naturalmente le Istituzioni e le Forze dell’ordine.

Indubbiamente da inizio anno, qualcosa in questa nostra regione sta accadendo, vedasi le nuova recrudescenze compiute per le strade in particolare in quei quartieri periferici, che alimentano i numeri già impietosi che hanno in questi anni evidenziato, come sia la criminalità a farla da padrona; difatti, secondo il crime index, Catania risulta essere la città siciliana più pericolosa!!!

Ovviamente fintanto che la mancata occupazione, in particolare tra i giovani (ma non solo…)  risulta essere uno delle più grandi piaghe della nostra regione, in particolare proprio quella femminile rappresenta che rappresenta la più alta d’Italia, con solo il 21% delle donne occupate a cui si sommano i servizi alle famiglie con figli deficitari o del tutto assenti, una dispersione scolastica preoccupante, ma soprattutto la mancanza di futuro che conduce i nostri figli a rivolgersi verso altre realtà, certamente migliori della nostra!!! 

Se poi a questo stato di cose si somma la criminalità organizzata che di fatto impedisce a quelle esigue imprese “serie” ( perché credetemi… quelle “legali” e non quindi affiliate, in questo preciso momento si contano sulle punta delle dita…) di poter continuare la propria attività in questa loro terra, ecco vorrei chiedervi: a cosa serve restare qui, quando in qualunque altro posto si può vivere sereni, ma soprattutto si potrà riservare un futuro migliore ai propri discendenti???

La criminalità organizzata sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria: per ora sono solo 35 le misure cautelari ma sono certo che a breve – da altre regioni – si aggiungeranno nuovi nominativi!!!

Certo scoprire che negli appalti per i servizi della rete ferroviaria vi sia – secondo l’ultima indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli – la criminalità organizata potrebbe sembrare una sorpresa ma se si analizzano le procedure di molte di quelle aggiudicazioni si scopre come dietro vi sia l’attuazione di procedure illegali e coercitive…

Difatti, le società che puntano a quegli appalti, ma anche le imprese che vengono solitamente inserite in qualità di subappaltatori, riescono ad ottenere ciò attraverso metodologie molto pratiche e soprattutto dirette ad ottenere quello scopo, vedasi l’utilizzo di metodi estortivi, la turbativa d’asta, l’intestazione fittizia di beni, la corruzione e soprattutto il riciclaggio, il tutto con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa che da un lato permette di controllare quegli appalti e d’altro determina chi deve lavorare e chi no…

Come sempre avviene in questi casi, quando cioè si giunge alla fine dell’inchiesta, ecco che si procede con l’esecuzione dei provvedimenti di misure cautelari, nel caso specifico per 35 soggetti, con i relativi decreti di sequestro preventivo sia di beni mobili che di immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

A questi soggetti sono state imposte, per circa la metà, le misure di custodie in carcere, mentre per tutti gli altri, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria…

Va altresì detto come i provvedimenti cautelari, siano stati eseguiti no solo nelle province di Napoli, ma anche in quelle di Caserta, Roma, Bari e Lecco, e sono stati emessi diversi procedimenti dal gip di Napoli nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, tra cui un avvocato e un responsabile di un’agenzia bancaria…

Ritengo che se quanto svolto in questi giorni dalla Dda partenopea, fosse anche esteso ad altre regioni del nostro Paese, si scoprirebbe come il sistema attualmente perpetrato ed ora per fortuna emerso, grazie all’inchiesta di cui sopra, non rappresenti altro che un esempio perfetto di quanto sta accadendo anche in altre realtà, di cui però finora si è preferito non indagare…

D’altronde non dobbiamo dimenticare come quei grossi appalti siano una manna dal cielo per la nostra politica e per molti referenti istituzionali che trovano attraverso essi un vero e proprio indotto, garanzia occupazionale per i propri familiari e/o amici, nuovi posti di lavoro in un grave momento di crisi, ma soprattutto, questi soggetti “raccomandati” diventano con il tempo, garanzia di quelle preferenze elettorali da sfruttarsi al momento opportuno… 

Quindi cosa dire, fa comodo a molti restare come siamo, poi che gli appalti vengono compiuti in maniera non regolare, che la sicurezza (tanto decantata dai nostri Presidenti e governanti) non venga applicata in maniera corretta, che le forniture siano sotto dimensionate e i raggiri sono sotto gli occhi di tutti, beh… poco importa, perché come si dice da noi “mangia e fai mangiare…”, perché ciò e quanto la maggior parte dei miei connazionali vogliono di fatto ottenere!!!

Penso che a tutti noi non resta che attendere di leggere – su qualche testata nota – la prossima inchiesta giudiziaria sui lavori “ferroviari”; d’altronde, considerate le facoltà magiche personali che molti amici mi attribuiscono, ho la sensazione che a breve, anche nella mia regione Sicilia, potrà accadere qualcosa di analogo con quanto emerso in queste ore… 

Come dicevo, non resta che attendere…

Protocollo di legalità…

Avevo già toccato in precedenza questo argomento, ma sentendo questo gran parolone ripetersi in continuazione…quasi fosse diventato una  moda, riprendo l’occasione per parlarne nuovamente…  

Ciò che mi affascina di certi personaggi della nostra politica è quello d’innalzare al cielo principi e regole di comportamenti che sarebbero certi ed ovvi in altri paesi, ma che da noi invece diventano eccezioni…
Ed allora la Confindustria, inizia ( finalmente direi io), a mettere quelle regole, mettendo alla porta le imprese che sono state o che sono ancora oggi, in sentore di mafia… 
Mi sono chiesto allora, quali imprese in Sicilia sono state allontanate, ed ancora quali società, provincia per provincia, sono state espulse, ed allora controllate una ad una, ho visto la sorpresa… 
In molti di queste, figuravano personaggi importanti, ex presidenti di Confindustria, Ance, Camere di Commercio, troviamo parenti di personaggi politici e che hanno rappresentato in tanti anni, quella realtà imprenditoriale importante e fondamentale, ed ora strano a dirsi, si cambia strada… e tutti fuori! 

Mi chiedo, ma perché non si ci è pensato prima? perché soltanto adesso si cerca di provvedere a compensare una così grave lacuna, non vorrei che forse qualcuno, più per interesse personale abbia dato inizio ad una nuova crociata,  per godere così di visibilità, benefici personali o interessi paralleli sostenendo  le imprese amiche…

Ed allora mi auguro che anche tutte il resto delle associazioni in Italia abbiano recepito il messaggio e che non esistano sacche dove si continui ad operare nella illegalità…
Ho letto di un maggior controllo nella gestione dei contratti d’appalto, nella verifica di quelle società che vanno messe nel mirino, per comprendere se esse sono collegate alla criminalità e se durante la gestione dell’appalto non ci siano all’interno infiltrazioni…

Ed inoltre, quel particolare riguardo che bisogna mettere in atto, per il controllo degli investimenti, dato che, nei prossimi anni saranno messi in campo 140 Milioni di euro per la realizzazione delle infrastrutture nella nostra provincia… 

Secondo gli esperti di lotta alla criminalità ( e da noi ne abbiamo tantissimi ), proprio la nostra Città di Catania, si è contraddistinta per una forte penetrazione mafiosa, sia per quegli aiuti di carattere politico, che per la disponibilità di persone incensurate a prestarsi ad assecondare le richieste dei loro amici…
Di tutti coloro che invece utilizzano la propaganda della lotta alla mafia per fini personali ed in questo momento ne abbiamo alcuni, ecco che a questi, io non credo tanto… 

Infatti la dimostrazione di ciò è che pur avendo denunciato misteriose intimidazioni, ( ognuna di queste ancora da verificare ), trovano però consensi personali che li fa salire al gradimento generale e concentrando  su essi l’attenzione pubblica, permettendo così alle imprese amiche, di godere di quel vento favorevole, che soffia grazie al sostegno dato dal tanto acclamato loro pupillo…

Ora rileggendo la storia personale di questi soggetti, ci si accorge che hanno sempre ricoperto posti ed incarichi, dati a coloro che vorrebbero non definirsi       ” raccomandati ” , ma che lo sono stati di fatto… ed ecco allora passaggi di poltrone, presidenze concesse per ” diritto politico “, questo volersi comportare da manager imprenditoriale senza avere mai rischiato nulla di tasca propria e nel contempo sperare, che erigendosi a paladino della giustizia e della legalità,  possa trovare sostenitori, per una eventuale candidature politica, tanto lo fanno tutti ormai…
Alla fine tutto trova una logica… l’unica, quella cioè di tentare sempre di salire nel gradino più alto, ed in questa loro scommessa, sperano di trovare quello spazio libero, che come un parcheggio, permetta loro di sostare il più tempo possibile, ma soprattutto di godere e beneficiarne senza alcun costo, ottenendo per se  quell’insperato indennizzo, giusto compenso per non aver fatto nulla…