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Le bancarotte fraudolenti in questo Paese sono una consuetudine!!!

Ho letto alcuni giorni fa dell’ennesimo sequestro preventivo che ha visto la Guardia di Finanza di Catania eseguire una misura cautelare nei confronti di una società già dichiarata fallita dal Tribunale di Piazza Giovanni Verga…

Come solitamente accade in questi casi, i soggetti coinvolti sono stati indagati a vario titolo per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nonché per aver aggravato il dissesto della società già in crisi…

Ciò che voglio dire – senza entrare nei particolari che solitamente non m’interessano – e che vi è costantemente un ripetuto “modus operandi” cioè un insieme di modalità che vengono abitualmente utilizzate per compiere quelle azioni fraudolente…

Ed allora mi chiedo: perché lo Stato non si predispone a cautela affinchè queste ripetuti comportamenti truffaldini non abbiano a ripetersi???

Ad esempio si potrebbe richiedere alle società di nuova costituzione una forma di garanzia, ad esempio il rilascio di una fidejussione… 

D’altronde è evidente a tutti come basti eseguire una serie di operazioni distrattive del patrimonio aziendale per celare i debiti presenti e di conseguenza le perdite poste in atto a cui si sommano anche i debiti prodotti nei confronti dell’erario, il tutto per poi investire il denaro rubato in altre attività (legali), predisponendo l’ex società primaria a quel mirato fallimento!!!

E così, se da un lato quella superata società va in fallimento, a farne le spese sono i creditori, già… privilegiati e non, nel frattempo la società appositamente costituita viene intestata a familiari, parenti, prestanome, etc… ed eccola rinata nella sua nuova veste di crescita nel mercato legale…

Quindi, da un lato la vecchia società viene depauperata del suo patrimonio, attraverso la svalutazione dei crediti e delle disponibilità finanziarie, cedendo quanto più possibile quei beni ad una società di comodo, per poi arli rintrare nuovamente nelle mani della (nuova società) famiglia, che da quest’ultima acquiesta i beni a un prezzo irrisorio o attraverso la creazione e quindi lo scambio di fatture ideate sul momento, dimostra altresì – in caso di eventuali controlli – che non esiste alcun collegamento con la prima società in fallimento risultando estranea alle vicende fin lì compiute da essa… 

Come si dice nel gerco… la nuova società ha operato nel rispetto della compravendita, essendo di fatto la: “terza in buona fede“!!! 

E difatti procedendo in questo modo si potrà avere un regolare passaggio di consegne, non solo dei beni patrimoniali ma anche dell’attività produttiva; quest’ultima infatti avrebbe nel corso di quel periodo assorbito gran parte di quella vecchia clientela e di conseguenza ha visto crescere ora il proprio fatturato, già…grazie al dislocamento dei clienti provenienti dalla società fallita che, vedendo limitare le proprie commesse, andrà sempre più a morire, lasciando il posto libero alla nuova concorrente…

Ecco perché quando leggo questo tipo di notizie abbozzo un sorriso… perché ho come l’impressione di stare in una “stanza con l’elefante“, dove tutti sanno quanto sta accadendo ma nessuno fa in modo che questo malaffare venga, una volta e per tutte, contrastato ed eliminato!!!

Già… vedrete infatti come tra qualche giorno una nuova inchiesta giudiziaria verrà portata alla luce, sì… con gli stessi analoghi criteri di cui sopra!!! 

Perché si sa da noi non si fa altro che andare avanti a colpi di martello in quelle aule di giustizia, ma poi per il resto, il sistema rimane così come, già… con tutte le sue brutture e come possiamo osservare, a vantaggio sempre di questi viscidi e infidi truffatori !!!

Siciliani… non basta essere "cives" (cittadini) per essere “società”!!! E’ tempo di far seguire alle parole i fatti!!!

Il problema della democrazia in questo Paese e in particolare nella mia isola, è propriamente rappresentato dai suoi cittadini, sì… perché sono loro ad essere custodi di questa terra, del bene comune e della promozione del senso civico, evidenziando quel necessario contrasto alla illegalità…

Ed è il motivo per cui ritengo del tutto inutile parlare di “società civile“, un’espressione che potremmo definire superata in quanto non basta essere “cives” e quindi cittadini, per essere “società!!!

Ciò che bisogna mettere in evidenza ed è ciò che bisogna insegnare ai propri figli, è essere sempre ed in ogni circostanza, cittadini onesti e responsabili!!!

Serve a poco scaricare le proprie responsabilità su altri individui, come ad esempio le forze dell’ordine, la magistratura, le associazioni di legalità, oppure dare sempre la colpa di quanto avviene in questa terra a quella presenza capillare chiamata “mafia”, dimenticando tra l’altro che essa basa tutta la propria forza su questa presenza debole, ben rappresentata dai suoi omertosi conterranei!!!

Se quella associazione criminale si è così perfettamente inserita nel mercato legale e nel sistema economico e politico, lo si deve principalmente a quei suoi attori, mi riferisco innanzitutto ai cittadini, ma soprattutto a quei cosiddetti imprenditori affiliati a cui si somma la complicità di tutti quei professionisti esterni di cui si avvalgono ogni qualvolta le circostanze lo richiedono…

D’altronde vorrei ricordare come quei soggetti criminali, mancano di fatto delle capacità e delle competenze tecniche e/o informatiche necessarie per muoversi in quei business, gli stessi che utilizzano finanziamenti pubblici e fondi dell’Ue, che sono per l’appunto quelli che oggi garantiscono alla mafia i maggiori profitti!!!

Difatti in questi anni, la nuova “Mafia 2.0” è riuscita a riciclare gran parte del denaro proveniente dalle classiche attività  di business, come il traffico di droga, l’usura, il racket, la prostituzione, la tratta dei migranti, in attività legali, le stesse che ora garantiscono crescita finanziaria e permette altresì un controllo capillare del territorio, già… attraverso nuovi legami politici e soprattutto l’elargizione di posti di lavoro.   

Ecco… è questo il legame che bisogna interrompere, sapere di poter fare a meno di quei favori, rompendo qualsivoglia collaborazione anche indiretta e soprattutto evitare di girarsi dall’altro lato, evidenziando omertà, complicità, omissioni e silenzi!!!

In questi giorni passeggiando per la mia città, Catania, ho modo di ascoltare molti miei concittadini, gli stessi che manifestano atteggiamenti di disgusto su quanto sta accadendo nella nostra politica regionale, sì… tutte forme di corruzione e di potere che mettono in risalto una politica collusa con certi ambienti mafiosi, politici che con i fatti dimostrano – ad esclusione di qualche eccezione – una mancata coerenza, già… nel voler combattere quell’infezione!!! 

Siciliani, è tempo quindi di fare valere chi siete e cosa siete, iniziando ad esempio dalla cabina elettorale nelle prossime elezioni europee!!! 

Basta quindi con i ricatti, dite “ALT” allo scambio di voto in cambio di 50 euro, non barattate il vostro diritto per una busta alimentare, perché è venuto il tempo di rompere con tutta questa politica marcia e soprattutto con quei suoi referenti “immorali“, ma non solo, allontanate da voi quei procacciatori di voto che come sappiamo sono legati alla criminalità organizzata, è quindi giunto il tempo di rompere il silenzio, ma per farlo non dovete parlare come abitualmente accade e cioè a vanvera, ma far seguire alle parole finalmente… i fatti!!!

Ed allora, mi rivolgo a chi urla ogni giorno dichiarando di essere “SICILIANO”: sì… è venuto il tempo di dimostrarlo, altrimenti siete eguali a tutti quei personaggi che vedo atteggiarsi nei vari social, già… veri e propri “pisciabriodi”!!!   

Sicilia se pur bellissima, corrotta nell’animo!!!

La Sicilia è uno dei posti più belli del mondo!!!
A dirlo è il sottoscritto che senza offesa un po’ di mondo se lo è girato…
Un’isola naturale meravigliosa, un clima fantastico, un mare cristallino e pescoso, un vulcano attivo tra i più interessanti dell’intero pianeta e poi ovunque girate la testa, storia, cultura, arte, grazie ai primi gruppi di popolazione indoeuropee che penetrarono in Sicilia per fondersi con gli indigeni siculi per dare inizio all’Età del Bronzo, passando poi a civiltà come quella egeo-cretese che sbarcando in questa terra, fondarono città come Erice e Segesta…
Siamo poi passati tra l’XI ed il X secolo ai Fenici che fondarono Solunto, Mozia e Palermo e a seguire i greci, con la fondazione della prima colonia “Naxos” che l’hanno fatta entrare nella storia del Mediterraneo, cui seguirono altre colonie che si svilupparono per diventare vere e proprie città, ricche e ornate di monumenti, vedasi ad esempio Siracusa, Catania, Selinunte e Agrigento, i cui templi e teatri, attirano ancora oggi milioni di turisti da tutto il mondo…
Abbiamo subito quindi la dominazione dei romani, dei barbari, bizantini, arabi, normanni, svevi,  angioini, aragonesi, spagnoli, austriaci, borboni e infine a seguito dell’impresa garibaldina l’isola è stata annessa al regno d’Italia, per poi divenire nel 1946, Regione Autonoma nell’ambito della nuova Repubblica Italiana. Un Parlamento che si riunisce nuovamente nel 1947 nel Palazzo dei Normanni, come già faceva otto secoli prima!!! 
Comprenderete quindi come noi siciliani raccogliamo nel nostro Dna un miscuglio di contaminazioni, dialetti e forme verbali che garantiscono a chiunque venga in questa terra, quel concetto di apertura, incontro e voglia di condivisione…
D’altronde come non ricordare cosa scriveva Goethe: “Non è possibile formarsi un’idea giusta… senza aver visto la Sicilia: qui sta la chiave di tutto”.

Già, ma quando usciamo fuori da quest’isola, quando sostanzialmente constatiamo per cosa e chi veniamo riconosciuti nel mondo, ecco che improvvisamente nulla di cio che ho riportato sopra viene esaltato, anzi tutt’altro, come dicevo improvvisamente diventiamo famosi per tutt’altro!!!
Già… per aver dato vita alla mafia, ma anche ad aver propagandato film e serie Tv su cosa-nostra, come il “Padrino” o la “Piovra” o per aver fatto emergere quello stragismo corleonese e via discorrendo… 
Ora, non credo proprio che i problemi della nostra terra siano legati alla mafia, anzi tutt’altro, la maggior parte dei siciliani non sa neppure cosa sia la mafia; intendo dire che per molti di essi, per quella connanturale divergenza di pensiero, la mafia..  preferisce tenerla a doverosa distanza e quindi lontano dal quotidiano, tra questi c’è chi preferisce neppure parlarne, chissà forse per non subirne le intimidazioni, facendo così prevalere in ogni circostanza quel senso di omerà che da sempre evidenziano di possedere!!!
Il sottoscritto però ritiene che un problema nell’animo dei siciliani sia ahimè presente; non so quanta colpa sia da attribuire a quelle contaminazioni di cui parlavo sopra, le stesse che hanno permesso che questa infezione ci venisse trasmessa, ma la verità è che il nostro popolo risulta esser ben disposto a farsi corrompere, già… in ogni circostanza e tutti, ripeto tutti, dimostrano di avere un prezzo!!!
D’altronde abbiamo appena visto quanto sta accadendo in quest giorni, mi riferisco agli arresti nei confronti di professionisti (al di sopra di ogni sospetto) che di fatto, premettevano al boss Matteo Messina Denaro di restare latitante!!!
Ma lo stesso fanno tutti quei soggetti che – pur non concedendo le proprie credenzialita a boss latitanti – permettono egualmente alla mafia di espandersi, offrendosi come “prestanome” per quelle attività illegali oppure – come fano molti dirigenti e funzionari nelle PA –  vendendosi… pur di ricevere compensi e/o favori da quella organizzazione criminale, quantomeno dai suoi referenti, favorendoli in quelle loro attività imprenditoriali.
Quindi, definire mafiosi i siciliani, quantomeno tutti i siciliani è scorretto e forse anche ingiusto!
La Sicilia non ha nulla  che fare con la mafia, ma certamente se ancora essa vive in questo territorio, se prospera, si sviluppa e cresce a macchia d’olio, beh… la colpa principale è ahimé proprio dei siciliani!!!
Osservate ad esempio i comuni sciolti per mafia, i sindaci coinvolti in inchieste giudiziarie e tutti quei deputati, assessori, consiglieri, appartenenti a giunte di partito, posti oggi sotto processo per aver violato le regole di diritto!!!
Ora, non voglio ergermi a paladino della giustizia, d’altronde chi mi conosce sa che è proprio ciò che faccio quotidianamente, ma comunque la verita, senza alcun tono polemico, è che dietro a questa nostra società, vi è un parte consistente di miei conterranei che non fa il proprio lavoro in maniera onesta o che opera costantemente nella illegalità, sì attraversoquella propria funzione, affinchè si possa sempre avere un tornaconto…
Ecco quindi qual’è la reale organizzazione pericolosa per questa terra, non la mafia, i mafiosi o i suoi familiari, no… nulla di ciò, sono le persone insospettabili che conosciamo, quelle che detengono il potere sociale, economico e finanziario che rappresentano il vero cancro per questa terra!!!
Parliamo di una classe dirigente che si fa incantare dalle lusinghe, dalle carriere, dai favori ricevuti, dal denaro messo a disposizione, lo stesso con cui possono alimentare quel mondo corruttivo!!!
Ai siciliani interessa poco confrontarsi con la mafia, anzi non gli importa minimamente di farne parte, a loro interessa soltanto cosa può ricevere da essa, approfittarsi del bisogno di quell’organizzazione per entrare negli appalti pubblici, nei fondi, nella gestione d’interessi imprenditoriali per ottenere autorizzazioni, concessioni, sfruttare gli eventuali posti di lavoro offerti da quella organizzazione, ricevere mazzette, ma anche raccogliere quel voto di scambio ottenuto grazie ai consensi sociali di cui gode nel territorio!!!
La Sicilia è bellissima, ma ahimè corrotta nell’animo!!! Non tutti risultano contagiati, ma certamente la maggior parte dei siciliani evidenzia esser da quella bramosia… saldamente soggiocata!!!

Quante sono le imprese controllate dalla mafia??? Ancora troppe…

Quelle delle imprese “controllate” è un tema di difficile soluzione e ciò è dovuto al fatto che dietro ciascuna di quelle imprese si nasconde un prestanome che con i soli controlli solitamente effettuati, risultano essere slegati da affiliazioni o parentele con uomini di cosa nostra…    

Ma il problema da affrontarsi (in maniera seria) su quei controlli di trasparenza, non dovrebbe esser ristretto ai soli dati anagrafici di quei soggetti che improvvisamente decidono di svolgere la figura d’imprenditori, bensì dal loro reale potere economico e soprattutto finanziario!!!

Mi riferisco a quella semplice condizione per diventare un’imprenditore, a dirlo tra l’altro è proprio il termine stesso, basta cercarlo su “google”: Per diventare imprenditore servono abilità, impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto risorse di denaro!!!

Ecco, siamo giunti nuovamente alla mia premessa e cioè quella che per fare impresa bisogna dimostrare d’aver capacità economica, d’altronde senza questo fondamentale requisito, sarebbe facile per chiunque fare impresa…

Ed allora, quando un soggetto diventa a tutti gli effetti di legge “imprenditore”, attraverso la costituzione di una società o l’acquisizione di una esistente (solitamente con l’estromissione dei precedenti titolari, grazie anche all’omertà delle vittime determinata non solo da paura ma anche dai pregressi rapporti con i componenti del sodalizio), ecco, quando si formalizza quella nomina di legale  rapresentante, dovrebbero immediatamente partire i controlli, non solo quelli conosciuti come “Protocolli di legalità“, ma tutta una serie di richieste come ad esempio informazioni bancarie, le stesse che possono evidenziare la reale capacità finanziaria di quel soggetto ora promossosi ad imprenditore…

Comprendere quindi quali somme egli abbia gestito nel corso della propria vita, ma soprattutto analizzare come esse siano state realizzate, concretizzate, alimentate e verificare i fatturati che hanno permesso ad egli un’eventuale crescita finanziaria e di vitale importanza per fermare anzitempo una nuova attività illegale!!!      

Altrimenti sarebbe troppo semplice, ga chiunque sarebbe data così la possibilità di diventare imprenditore ed è proprio ciò che la maggior parte di essi fa, sì… facendosi finanziare da quelle organizzazioni criminali e sfruttando gli strumenti posti a disposizione da quel capitale mafioso che incontra, si mescola e si occulta, con quello legale…

Non dobbiamo quindi credere che quell’imprenditore rappresenti un soggetto deliquenziale o che preferisca procedere sin dal suo insediamento in maniera “illegale”, ad esempio mancando di rispettere le norme su contratti di lavoro, le imposte e/o contributi previdenziali, no… i nuovi imprendori e soprattutto la nuova criminalità interessa poco o nulla operare sul mercato in maniera illecita, anzi tutt’altro, quest’ultima ha deciso di restare in maniera stabile nel territorio e vuole quindi affermarsi sul mercato legale, non solo nella propria regione , ma anche nelle altre…

Queste “imprese” difatti sfruttando quella propria capacità finanziaria derivata dal riciclaggio di denaro sporco, per far crescere quelle loro imprese a dismisura e non ha alcuna importanza se durante quella loro gestione, si presenta una eventuale perdita, perché quest’ultima verrebbe coperta in maniera celere, grazie ai profitti derivati da altre attività commerciali e ad un sistema di scambi vantaggiosi con le altre imprese affiliate…

Già… ad esse interessa poco incrementare i profitti o abbattere i costi attraverso il lavoro, poiché non si ha alcun problema di liquidità e quindi, grazie all’ingresso costante di capitale da ripulire, ci si dedica principalmente ad infiltrare in quegli appalti milionari e nei fondi pubblici posti a disposizione… 

E’ evidente come mentre in passato la mafia deprimeva l’economia di un territorio riducendo quindi la capacità di spesa pubblica locale, adesso le nuove imprese “controllate” hanno le competenze per poter attrarre più investimenti pubblici nelle loro zone di influenza, in modo da vincere facilmente un maggior numero di appalti!!!

Queste imprese sono diventate delle vere e proprie agenzie di servizi, pronte a mettersi a disposizione dell’economia con il proprio capitale (illecitamente accumulato), creando così consenso sociale, politico ed un controllo amministrativo nel territorio in cui operano, grazie alla corruzione alimentata, ma soprattutto attraverso la grande disponibilità di posti di lavoro offerti, nuovo baratto di sodalizi clientelari… 

E quindi, nonostante gli sforzi fatti nel corso degli anni dai vari governi nazionali, con l’introduzione ad esempio della Banca dati unica, della documentazione antimafia e di quella stessa autocertificazione antimafia, lo Stato ha di fatto subito una sconfitta!!!

D’altronde la dimostrazione è palese: tutti questi strumenti hanno evidenziato una lacuna in quanto alla maggior parte di quelle imprese controllate è stato semplice aggirare i controlli, già… semplicemente ricorrendo ad uno dei tanti prestanome!!!

Basta vittime sul lavoro!!!

Continuano (per fortuna) i controlli nei cantieri in tutta Italia da parte dei militari, supportati dai colleghi locali del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

D’altronde, se si considera che da inizio anno, il numero dei lavoratori morti (a cui andrebbero sommati quelli di oggi…) ha già raggiunto quota 145, si può comprendere come ancora molto ci sia da fare sotto il profilo della sicurezza.

Ho letto proprio ieri di un cantiere nell’isola dove i carabinieri hanno accertato delle irregolarità, in particolare nella mancata predisposizione dei rischi di cadute, nel cantiere infatti mancavano i parapetti in adiacenza agli scavi, ma non solo, erano presenti rischi elettrici e il mancato rispetto della segnaletica e della viabilità di cantiere… 

Ecco i motivi che hanno condotto i carabinieri a sospendere temporaneamente l’attività, denunciando all’autorità giudiziaria il titolare a carico del quale sono state contestate sanzioni per oltre 20.000 euro. 

D’altronde il tempo delle negligenze e delle collusioni è messo ormai alle strette, ma non si può certo affermare che siamo giunti alla fine di quel sistema corruttivo/illegale, perché quest’ultimo, seppur certamente in questi giorni più limitato, continuerà nuovamente a fare danni, sono troppi purtroppo i funzionari infedeli coinvolti, gli stessi che non possono far a meno di quelle scadenzate bustarelle, ed è a causa di quanto tragicamente accaduto in questi mesi e soprattutto per merito della cassa di risonanza compiuta dai media in genere, che si è riusciti a sospendere (quantomeno temporaneamente…) quelle diffuse collusioni!!!

Perchè la verità è che i controlli devono essere realizzati quotidianamente, in particolare proprio in quel settore edile che per l’appunto evidenzia non soltanto quella mancata prevenzione, formazione, informazione e addestramento, ma soprattutto la presenza di gravi violazioni in fatto di diritti dei lavoratori e soprattutto della loro incolumità.

Peraltro, vorrei ricordare come nel solo 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati quasi 1500 e di questi la maggior parte sui luoghi di lavoro, mentre gli altri sono stati dichiarati come decessi sulle strade per giungere in cantiere e/o in itinere…

Si tenga ulteriormente conto che in quasi 15 anni il nostro Paese ha perso oltre 21.000 lavoratori, morti sul lavoro e naturalmente a questo conteggio mancano (o diciamo che sono sfuggiti…) tutte quelle altre vittime fatte passare per incidenti domestici e/o stradali… 

Perchè a differenza di quanto solitamente è stato dichiarato da parte di tutti i governi nazionali e soprattutto da quei suoi referenti istituzionali, in questo Paese si è pensato soltanto a promuovere la sicurezza in maniera sterile, il tutto a scapito di riforme importanti per realizzare in maniera concreta e soprattutto efficace quella necessaria messa in sicurezza che, proprio i numeri delle vittime, evidenziano esser mancata!!!

Vorrei altresì ricordare come quasi il 30% di quelle vittime, non aveva alcuna assicurazione o quantomeno non era in possesso di un’assicurazione dell’Inail e quindi, se sommate questa percentuale ai numeri di cui sopra, comprenderete quanto grave sia stata questa problematica; ma d’altronde l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), diffonde esclusivamente soltanto i dati di propria pertinenza e quindi i numeri riferiti ai propri morti e d’altro canto, come dargli torto…

Il problema va ricercato alla fonte e fintanto che le imprese vedranno la sicurezza come un costo e taluni fuzionari come una opportunità di guiadagno, ecco che diventa quasi impossibile riuscire a fare sicurezza, anche perché la maggior parte di coloro incaricati (quantomeno sulla carta…) di farla rispettare, sono poi gli stessi miei colleghi che si genufleggono dinnanzi a quei loro “infidi” datori di lavoro!!!

Incredibile… con la tecnica "apri e chiudi" evadi le tasse!!!

A volte non comprendo come certi meccanismi illegali – conosciuti da tempo anche dai più stupidi lestofanti di questo Paese – possano ancora avverarsi…

Si… resto basito dalla tecnica banale adottata e di come alcune società riescano con quella tecnica “apri e chiudi” a eludere il nostro sistema fiscale e quei loro controlli, che senza alcun dubbio intervengono per risanare il problema, ma ahimè dopo che quei lestofanti abbiano provveduto a far sparire dalle casse dello Stato, milioni e milioni di euro… 

Leggo difatti della Guardia di finanza che dopo una serie di controlli, sia riuscita ad effettuare una serie di sequestri tra beni mobiliari e immobiliari.. 

Le indagini difatti, hanno evidenziato i movimenti di alcune società con sede nell’Emilia Romagna e nella provincia di Trento, in particolare nella Bassa Valsugana, operanti nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento. 

L’imprenditore, di origine cinese, possedeva vari beni immobiliari, una fabbrica, auto di grossa cilindrata ed importanti disponibilità finanziarie presso gli istituti di credito…

I reati ora contestati riguardano la sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte e l’omessa dichiarazione. 

Secondo le verifiche effettuate, l’imprenditore non avrebbe versato almeno 3 milioni di euro nel periodo tra il 2007 e il 2021 ed è ritenuto dominus di quel meccanismo illecito, manovrando le aziende utilizzate come “scatole cinesi”, le quali prevedevano una rapida cessazione, secondo una collaudata tecnica denominata “apri e chiudi”. 

Tutte le società risultavano essere formalmente intestate a prestanome, anch’essi cinesi e/o ex dipendenti dell’indagato, il quale però, senza apparire formalmente, curava in prima persona gli aspetti gestionali delle società, dall’apertura dei conti correnti aziendali ai rapporti con i clienti, fornitori e personale dipendente. 

Ogni società, dopo un breve ciclo di vita, chiudeva, tralasciando il versamento delle imposte dovute al Fisco, favorendo, nel contempo, un illecito incremento del patrimonio dell’imprenditore….

La circostanza assurda è che le Fiamme gialle hanno accertato che le società coinvolte si sono sistematicamente sottratte agli obblighi di versamento delle imposte dovute per oltre 14 anni, tra il 2007 e il 2021, generando così un debito nei confronti dello Stato di oltre 3 milioni di euro e favorendo un illecito incremento del patrimonio dell’indagato.

Mi chiedo, sapendo ormai di questo sistema che vede coinvolto migliaia e migliaia di società, non sarebbe il caso di trovare una soluzione al problema, ad esempio si potrebbe richiedere – mi riferisco a tutte le società estere o di proprietà di soggetti non appartenenti alla Comunità Europea – il rilascio di una fidejussione bancaria, che nel caso in cui, queste società di nuova costituzione, dovessero chiudere entro i termini di controllo e quindi entro l’anno solare in corso – questa garanzia, verrebbe introitata dallo Stato per poi venire riconsegnata nel caso che, dalle verifiche effettuate degli uffici tributari, si potrà accertare il regolare pagamento dei tributi, altrimenti, la stessa, verrebbe trattenuta ed incassata per tutte le somme oltre naturalmente le sanzioni previste di legge. 

Già… basta poco a far rispettare la legge in questo Paese, il problema viceversa è trovare le giuste persone competenti che facciano attuare in maniera concreta quelle procedure e difatti, è proprio questo il reale problema e molti “pseudo” imprenditori esteri, conoscendo bene le nostre fallaci regole, sono propriamente qui a operare, sapendo quanto possono approfittarne!!!

PARTE SECONDA: La crescita esponenziale di molte imprese siciliane è dovuta principalmente al reinvestimento di denaro della criminalità organizzata!!!

Quindi, continuando con quanto riportato ieri, è evidente come il passaggio di trasformazione di quelle imprese mafiose, nasce principalmente dalla necessità di rendere sempre più occulti gli investimenti dei capitali. 

Già… perché affinché non si determinino da parte della magistratura quei provvedimenti di sequestro e/o confisca, giudiziaria bisogna fare in modo che i capitali riciclati subiscano una mimetizzazione, affinché alle forze di polizia, siano impedite dal risalire alle origini illecite di quel denaro di provenienza illegale… 
Ora si comprendono i motivi che spingono quei membri di cosa nostra a celarsi dietro a prestanome, gli stessi che operano affinché si attui quell’efficace controllo del territorio…
Ecco quindi l’imprenditore “d’origine controllata e garantita”, una testa di legno che non avendo subito alcun procedimento civile o penale, rappresenta il perfetto burattino da manovrare, d’altronde parliamo di persone incompetenti, soggetti che non sapendo fare altro si accontentano di un misero stipendio: già, come ho scritto alcuni mesi fa, se solo comprendessero quanto sia fondamentale quel proprio ruolo, potrebbero chiedere un compenso più alto, quantomeno da dirigenti, d’altronde nel “giorno del giudizio” se conservate bene, quelle somme, potranno permettere ai propri familiari di vivere agiatamente…

Ma ritornando ai veri “pupari”, sì… a quegli imprenditori collusi con cosa nostra, beh… l’interesse utilitaristico fa in modo che tra le parti non vi siano mai conflitti: già… il denaro prima di tutto!!!

Un vero e proprio compromesso tra le parti, tra chi per crescere ha bisogno di quel denaro e chi viceversa per poterlo immettere in modo legale nel mercato (nazionale e/o internazionale), ha necessità di quell’impresa. 
D’altronde non va mai dimenticato come dietro ciascuna attività, vi siano i costi di mantenimento delle famiglie degli affiliati, molti dei quali attualmente rinchiusi presso i penitenziari, motivo per cui qualcuno deve sempre provvedere…
  

Certo, lo Stato ogni tanto riesce a limitare quel potere commerciale e finanziario, ma per un’impresa che viene interdetta, altre cento ne nascono immediatamente e quindi il giro economico di quel sistema illegale rimane di fatto inalterato e “cosanostra” rimane, se pur colpita, sempre in piedi, continuando a controllare gran parte del settore dell’economia e della vita civile e se ogni tanto, qualcosa inizia a metterla in discussione o in un qualche modo in pericolo, vi è sempre un modo, anche attraverso azioni di forza, per far rientrare quell’eventuale fastidio!!!

  

La crescita esponenziale di molte imprese siciliane è dovuta principalmente al reinvestimento di denaro della criminalità organizzata!!!

Non bisogna essere Procuratori nazionali, Pm, Prefetti, oppure uomini e/o donne delle Forze dell’Ordine per comprendere come dietro molte società siciliane o quantomeno a capo di quelle imprese, vi siano semplici prestanome e/o familiari di soggetti legati a quella nota criminalità organizzata…

D’altronde parliamo sempre delle stesse circostanze che da oltre mezzo secolo si ripetono in maniera costante, sì… condizioni che continuano sempre eguali anche se ogni tanto accade qualcosa fa pendere la bilancia verso lo Stato, già in quella lotta mai realmente vinta, ma che permette quantomeno (ogni dieci anni), di avere notizie su qualche arresto eclatante…   

Quanto accumulato nel corso degli anni da quell’associazione criminale, ha certamente contribuito a determinare nell’isola un meccanismo perverso, basato su connivenze, inquinamento politico, ricatto, ma soprattutto l’impossibilità di determinare capacità di sviluppo, sia economico che sociale…

Un cancro che prospera grazie anche alla complicità di parecchi farabutti posti all’interno di pubblici uffici, alcuni dei quali si prestano a favorire quel sistema corruttivo e clientelare, affinché si porti avanti le esclusive ragioni di quei loro corruttori che attraverso mazzette, regalie, favori personali, assunzioni familiari, intervengono nel degrado morale di quei corrotti dirigenti e funzionari, ben disposti a farsi comprare, una classe dirigente messa lì a disposizione di quei mafiosi che non s’interessa minimamente a far prosperare l’economia di questa loro regione, ma viceversa ne alimentano l’infezione, non avendo mai essi denunciato le ingerenze ei loro superiori o le provocazioni subite all’interno di quei loro uffici!!!

Ed ecco che allora la mafia ha avuto strada libera, già… il denaro a nero accumulato attraverso tutte le loro svariate attività illegali, sono divenute risorse finanziarie per molte società, mi riferisco a quegli imprenditori che hanno deciso di farsi appoggiare economicamente da taluni referenti di quell’associazione criminale, viceversa, altri imprenditori, persone oneste e perbene, pur di non dover sottostare ad alcun tipo di rapporto con quei soggetti, hanno preferito cedere le loro imprese, svendendole pur di non dovessero sottomettersi a quel sistema coercitivo!!!

Ecco quindi che una montagna di denaro “sporco” diventa improvvisamente una risorsa “ripulita” per nuove attività legali, un vero e proprio riciclaggio che entra a far parte del capitale societario e che viene reinvestito nei circuiti legali dell’economia reale…

Ecco come quelle fonti di reddito provenienti dall’esercito di un operato delinquenziale, permette di compiere a quelle società “affiliate! un salto di qualità dal punto di vista economico, ma soprattutto, grazie a quell’enorme afflusso di denaro si viene a determinare nei confronti del mercato libero, una concorrenza sleale, potendo queste società, praticare prezzi e servizi ad un costo inferiore rispetto alle loro diretti concorrenti legali… 

Non vi è bisogno di essere degli strateghi di mercato per comprendere come un assetto imprenditoriale di quel tipo, conduce in un primo momento ad una partecipazione (mafiosa) prettamente economica, senza grandi ingerenze sulle decisioni societarie prese, ma successivamente, la partecipazione mafiosa diventa sempre più attiva, per divenire con il passar del tempo, sempre più diretta proprietà del boss!!!

La trasformazione è stata compiuta, l’impresa originariamente legale e diventata di fatto un’impresa di proprietà dei mafiosi ed ora grazie ad essa, si provvede a rendere occulti gli investimenti realizzati attraverso di essa… 

Già… basterebbe semplicemente analizzare i bilanci, vedere come nel corso degli anni i fatturati di talune società siano cresciuti a dismisura, schizzati verso l’alto in maniera certamente inconsueta…

Si tratta semplicemente di saper leggere i numeri, ma forse il reale problema è quello che nessuno vuole verificare quanto sta accadendo o chissà debbo pensare che qualcuno in quella crescita ci abbia visto un’opportunità personale e quindi perché indagare, sì… perché compiere il proprio dovere quando forse ci si può guadagnare qualcosa???      

Fine prima parte…

Un giovane non trova lavoro perché manca di esperienza!!! Ma non è che manca di esperienza proprio perché non trova lavoro???

Leggo spesso in molte proposte di lavoro per giovani la dicitura: …….. ma “con esperienza“!!!

Mi chiedo, ma come fa un giovane, ancora alle sue prime armi, ad avere esperienza se in quel mondo del lavoro deve ancora entrare???

Comprenderete come trattasi dell’ennesima “presa per il culo”!!!

Difatti, per un lato i datori di lavoro tendono ad assumere giovani affinché le loro imprese possano godere dei benefici previsti quali ad esempio quelli previdenziali vedasi gli sgravi sui contributi previdenziali, non mi riferisco solo alle assunzioni under 36, perché vi sono anche molte altre agevolazioni, l’assunzioni di donne, gli apprendistati, le assunzioni al sud, gli over 50 anni, la sostituzione dei lavoratori prossimi al congedo, i disabili, le rioccupazione, i lavoratori provenienti da aziende in crisi, i percettori Naspi e via discorrendo…

Diciamo che se un’impresa oggi vuole realmente assumere, lo Stato mette in condizione l’imprenditore di beneficiare di parecchie agevolazioni, non solo previdenziali ma anche fiscali, certamente non si può avere tutto e quindi un sacrificio quel datore di lavoro deve doverlo compiere…

In particolare la formazione è alla base di quel rapporto, l’addestramento, istruire il giovane ai compiti richiesti, l’insieme delle misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto durante quei compiti assegnati, debbono rappresentare dei concetti prioritari, aggiungerei fondamentali, già… ancor prima che qualsivoglia lavoratore inizi il suo nuovo incarico. 

Non si può pensare di mandare un neo assunto allo sbaraglio, peraltro è quanto solitamente accade, dimenticando che per quel giovane, quella in atto, rappresenta la sua prima esperienza…

Egli infatti, passa da una condizione che definirei “protetta” qual era fino a pochi giorni prima la propria casa, la scuola, il cortile, a un contesto nuovo, pieno di insidie e rischi…

Bisogna concedere quindi del del tempo, d’altronde avendo essi poca familiarità con il luogo di lavoro, non possiede – per come si vorrebbe – quella necessaria esperienza, ma non solo, egli, proprio per quella sua tenera età, affronta quelle nuove mansioni con incoscienza, l’età infatti lo porta a non prendere sufficientemente sul serio i rischi che da lì a poco potrebbe dover affrontare…

E’ stato dimostrato infatti che i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno almeno il 50% di probabilità in più di subire un infortunio sul lavoro, proprio perché sono più vulnerabili e non si tratta di renderli semplicemente edotti o consapevoli sui compiti assegnati, oppure di rispettare i diritti e soprattutto i doveri posti in bakeka, no… si tratta d’impegnare e trasformare quei fanciulli inesperti, in uomini e donne maturi. 

Perché proprio l’immaturità a costituire il loro più grande handicap, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico; la mancanza di competenze, la non conoscenza degli obblighi previsti e le proprie responsabilità, a cui va aggiunta il più delle volte, una mancanza di coraggio di fronte ad un’emergenza, ad un problema, nel doversi confrontare con gli altri dipendenti…

Quanto sopra rappresentano vere e proprie insidie, vulnerabilità che vengono il più delle volte  sottovalutate dalla maggior parte dei datori di lavoro, in quanto essi – per loro natura – mirano essenzialmente alla “produzione” o come solitamente accade, non essendo essi i reali interpreti di quel ruolo, ma soltanto di diritto, rappresentando di fatto la figura di meri prestanome, ecco che non hanno in se alcuna capacità imprenditoriale e ancor meno culturale per quel ruolo e sono proprio questi i motivi che comportano a quelle palesi vulnerabilità alle quali non riescono a fornire quelle appropriate soluzioni, che sono rappresentati dalla formazione, supervisione e soprattutto salvaguardie!!!
Cercasi giovani con esperienze”: sì… ma dove sono???

L’Infiltrazione mafiosa??? Semplice, basti controllare gli appalti ed i subappalti!!!

Il settore degli appalti e dei sub appalti rappresenta uno di quei settori difficili da monitorare, in quanto appartiene ad un sistema ben collaudato e che protegge non solo quelle imprese “affiliate“, ma anche quei corrotti funzionari posti in quelle amministrazioni pubbliche…

D’altronde i meccanismi per aggirare quelle imposte procedure di controllo, sono facilmente individuabili se solo quegli addetti posti a quegli accertamenti svolgessero il loro compito con diligenza, ma osservando le continue inchieste giudiziarie, possiamo comprendere come questi siano del tutto inesistenti…

Peraltro, le imprese indagate hanno da tempo raggiunto numeri impressionanti a cui si sommano tutte quelle altre imprese a cui sono stati concessi in subappalto una fetta ampia di quegli appalti, che vengono di fatto utilizzati per favorire in maniera illecita i “cartelli” di quelle imprese, i cui titolari risultano essere semplici “prestanome“, gli stessi che in talune circostanze, s’impegnano a non partecipare in concorrenza, lasciando ad agli altri affiliati di quel loro cartello, i lavori… in cambio di una quota sulla commessa.

Sembra una cosa semplice a dirsi, ma posso assicurarvi che dietro quel meccanismo mafioso/corruttivo e soprattutto clientelare, vi è una struttura di professionisti esterni ben preparati, atti a svolgere con capacità tecnica e organizzativa quanto necessario, sia per indire in maniera chirurgica quelle predisposte migliorie tecniche che per far aggiudicare alle loro imprese amiche quegli appalti pubblici. 

Comunque osservando quanto appena accaduto con le votazioni nazionali e soprattutto regionali, sono certo che ora tutti punteranno, per come avevo già a suo tempo preannunciato, a quei 200 miliardi dei fondi del PNRR  di cui 122 di prestiti e 69 di sovvenzionamenti a fondo perduto. 

Ed ora ditemi: pensate realmente che quel denaro non finirà sprecato (per come da sempre avviene in questa nostra terra) in mazzette, corruzione, ma soprattutto per sostenere tutte quelle attività soggiogate da infiltrazioni mafiose???

Ah… Palermo… la mafia??? Chiddici…??? Ma nun esisti…


Avevo scritto alcuni mesi fa un post intitolato: “Palermo: La mafia c’è… ma non si vede”, riferendomi a quanto aveva dichiarato il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, durante un incontro con alcuni i giornalisti – vedasi link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/02/palermo-la-mafia-ce-ma-non-si-vede.html

Di poche ora … gli arresti a Palermo di ben 32 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, favoreggiamento aggravato, trasferimento fraudolento di valori, sleale concorrenza aggravata dalle finalità mafiose, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi!!!
I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato seguito all’inchiesta coordinata dalla Dda del capoluogo siciliano, la cui indagine dava prosecuzione ad una un’attività investigativa che aveva portato nei mesi scorsi ha demolire quel mandamento mafioso di Porta Nuova e a far emergere la ricostituzione di quella cosiddetta “Cupola” di Cosa nostra, tornata nuovamente a riunirsi attraverso alcuni figli di quei noti boss, dopo oltre vent’anni…
Ed allora viene spontaneo chiedersi a chi si riferiva il Sindaco quando diceva: “A Palermo c’è un cambio di testa, di stile di vita, prima la città era comandata dalla mafia, oggi è capitale della cultura, città turistica… la mafia… non governa la città!!!”.
Come ripeto spesso, una cosa è la città vissuta da parte dei cittadini, un’altra cosa è la stessa città quando viene vissuta dai suoi politicanti, che dimostrano di non sapere neppure di cosa parlano… e quanto sopra ne è difatti l’esempio eclatante!!!  
La mafia a Palermo c’è… e non solo lì… ma in tutta l’isola, ed è presente con un gran numero di affiliati!!!
Migliaia e migliaia di siciliani dediti ai traffici illegali, individui che si assoggettano a divenire “prestanome” di società “affiliate”, personaggi senza dignità che per pochi euro si occupano di portare avanti quei loro business tra cui droga, prostituzione, gioco d’azzardo, traffico dei migranti, contrabbando e continuando con quella lista… l’ignobile richiesta del pizzo o lo sfruttamento dei braccianti tramite il “capolarato“, per finire con l’imposizione delle fornitura di caffè ai bar o dei servizi degli autobus turistici…
Chissà se ora quel Sindaco – visto quanto accade in quella sua città – diventi un po’ meno tenace nel lottare contro le Istituzioni sugli sbarchi dei migranti e si dedichi maggiormente a combattere in maniera ferrea quell’associazione criminale, che da una vita, soffoca con i propri tentacoli, non solo gli affari di quella sua città (provincia compresa…), ma soprattutto che condiziona in maniera profonda, la vita sociale di quei suoi concittadini…

Sicilia: A cosa si deve quell’immobilismo del comparto "Edilizia" ???

Non lo capisco… o meglio non so a chi dare la responsabilità di questa incapacità, se alla politica, ai nostri governi regionali, che in questi anni hanno dimostrato di governarci in maniera maldestra e corruttiva, alla negligenza di molti suoi uomini, oppure se da alcune stazioni appaltanti, che si dimostrate indolenti nell’aggiudicare quei bandi di gara…
E dire che le risorse finanziarie c’erano, anche se non sono state perfettamente utilizzate… e quelle poche imprese ancora in vita, stanno di fatto sopravvivendo, ritrovandosi sempre più indebitate e soprattutto senza alcuna propria capacità finanziaria!!!
Se si pensa inoltre ai costi da mantenere per continuare ad avere quei requisiti necessari per poter partecipare a quei pochi appalti in circolazione, nei quali sono presenti mediamente dalle 350 alle 500 imprese, comprendere quando difficile se non impossibile sia, aggiudicarsene una…
Il sottoscritto conosce alcune imprese che negli ultimi tre anni, pur partecipando mediamente dalle tre alle cinque gare mensili… non ne hanno vinto alcuna!!!
Sono all’incirca 150 gare… con costi che si aggirano intorno ai 1000 euro ciascuna, inserendo ai costi del personale e delle eventuali trasferte per verificare la documentazione, per cui, 150.000 euro buttati al vento!!!     
Se avessero utilizzato, una parte di quel denaro nelle scommesse di calcio, certamente oggi sarebbero in vincita…
Perché il problema non si riduce soltanto nel partecipare a quelle gare, ma anche in tutte quelle circostanze con cui solitamente ci si trova a confrontarsi, vedasi ad esempio quelle gare sospese o ancor peggio annullate, senza voler aggiungere quelle gare che finalmente ci si era illusi di essersi aggiudicate e che sono state da altri contestate, affinché quella vostra impresa venga di fatto esclusione…
Certo si può ricorrere al Tribunale amministrativo regionale competente, ma comprenderete bene come tutto ciò, farà lievitare non solo i costi sostenuti ma soprattutto i tempi di definizione di quel contratto…
Ormai sono molte le imprese da non essere più interessate al mercato siciliano e indirizzano verso altre realtà, preferibilmente estere, quelle loro strutture…
Sono parecchie le imprese siciliane che hanno deciso di spostare quella loro struttura in paesi come Malta, Albania, Marocco, Romania, Montenegro, Serbia, ecc…, nazioni che oltre a concedere incentivi per quelle società che decidono d’investire lì, promuovono programmi vantaggiosi, in particolare sotto il profilo fiscale, che risultano certamente più favorevoli sotto il profilo fiscale e quindi più vantaggiose, rispetto alle imposte applicate nella nostra nazione!!!
Certo in questi anni, un grande ruolo fondamentale avrebbe dovuto imporlo l’ANCE… ma avendo appreso di quelle inchieste giudiziarie, che hanno di fatto eliminato le gerarchie di comando di quella associazione, comprenderete quanto poco influenti siano diventati agli occhi di questo nuovo governo nazionale, quei suoi ex referenti… 
Nel frattempo… muoiono le imprese e con loro anche i lavoratori, che ormai hanno compreso di essere totalmente indifferenti anche a quella classe politica, alla quale solitamente si sono rivolti…
Il tempo per invertire la rotta è ormai passato e coloro che avrebbero potuto farlo non ne sono stati capaci!!!
Ma forse la realtà è tutt’altra e andrebbe ricercata altrove…
Mi riferisco a tutte quelle società (e nella nostra isola ahimé, sono purtroppo la maggioranza…) che hanno al loro interno dei “soci occulti“, che assicurano in ogni circostanza a quei loro “prestanome” di stare tranquilli e soprattutto “immobili”; perché tanto penseranno loro (a seguito di quella predisposta rotazione programmata…) a far aggiudicare quel tanto indispensabile… appalto pubblico!!!

Puntano tutti ad ottenere successo, potere e denaro!!!

Che differenza c’è tra quegli uomini della criminalità organizzata e le persone comuni: Nessuna!!!
Puntano entrambi ad ottenere per se successo, potere, denaro e successo!!!
Alcuni giorni fa avevo preso spunto da un programma televisivo intitolato “Temptation Island” per introdurre un tema, quello delle “tentazioni” in particolare nella nostra terra… 
Ecco perché Papa Francesco durante l’udienza generale ha parlato del “vitello d’oro“.
Per chi non ricorda quel passo della Bibbia: “Mose, durante il suo viaggio verso la terra promessa, si fermò per salire nel monte Sinai a ricevere da Dio le tavole con i Dieci comandamenti, ma dal momento che tardava a tornare, il popolo d’Israele, chiese al fratello Aronne una nuova guida divina… 
Questi, preso dalla paura, raccolse tutto l’oro che il popolo gli aveva donato e lo forgiò in un vitello, ispirandosi agli antichi dei egizi…. 
Mosè avvertito da Dio che la sua gente si era corrotta, scese dalla montagna e vedendo a quale perdizione la sua gente si era indirizzata, infuriato, fece a pezzi le tavole della legge!!!
Ecco perché quel simbolo raccoglie in se, tutti i desideri che danno per l’appunto l’illusione della libertà, mentre nei fatti… la schiavizzano!!! 
Non per nulla, nella Bibbia questo comandamento è posto al primo punto: “Non avrai altro Dio all’infuori di me. Non ti fare nessuna scultura, né immagini delle cose che sono su nel cielo, o sulla terra, o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”!!!
Ma se di contro, viviamo in un periodo nel quale regnano precarietà e insicurezza, è logico che gli uomini di oggi, come quel popolo del deserto d’allora, si rivolga all’idolatria… accontentandosi di quelle misere rassicurazioni, che possano esserle garantire dal luccichio di fama, potere e  ricchezza…
Fateci caso, ciascuno, chi più chi meno, nel corso della propria vita insegue qualcosa. 
C’è chi cerca gloria nella propria professione, tentando in ogni modo di scalvare gli altri colleghi, c’è chi si batte per diventare famoso ed allora prova ad ottenere fama attraverso la televisione o lo sport, c’è chi tenta di raggiungere il potere e si butta nella politica o sfrutta quanto a suo tempo predisposto dai propri cari, c’è chi vuole ottenere sempre più denaro e fa di tutto per ottenerlo, anche se ciò implica compromessi o far parte di una qualche associazione mafiosa… e c’è chi ha raggiunto tutto, in maniera lecita o illegale e vuole ottenere sempre ancor di più!!!
L’importante è “AVERE”… e si fa di tutto per ottenerlo, viceversa, conta nulla l’essere moralmente onesti, corretti o irreprensibili… 
Purtroppo non interessa a nessuno, d’altronde ogni giorno ascoltiamo le notizie nei Tg o sul web, dove da quelle inchieste giudiziarie, nessuna categoria viene risparmiata!!!
Si passa dai funzionari ai dirigenti di enti pubblici, dai presidenti di associazioni di categorie ai politici, da quella sfilza d’imprenditori ai vari amministratori, i quali, solitamente oltre ad essere semplici “prestanome”, gestiscono in maniera fraudolenta quel loro mandato…
Ed ancora, cosa dire di tutti quegli uomini e donne legati al mondo delle istituzioni, a cominciare purtroppo da taluni magistrati corrotti, per finire a quegli addetti degli uffici giudiziari…
E ci sono loro, i professionisti (sì… del pulito…); categorie di colletti “grigi”, che si prestano a collaborare affinché quelle attività corruttive vengano celate oppure se scoperte, provvedono a limitarne i danni… difendendo quei loro clienti dai reati commessi, presso le opportune sedi: sono uomini di legge, dottori commercialisti, operatori tributari e fiscali, che si alternano a seconda delle circostanze, affinché tutto continui a restare per com’è… 
E infine, non potevano mancare i semplici cittadini; sono loro a partecipare ogni giorno con quelle azioni, a tutta una serie di comportamenti corruttivi…
Uscirne… è impossibile!!!
Fintanto che successo, potere e denaro, avranno ragione sulla morale e sui principi di questa fragile e influenzabile natura umana, vedrete il vitello d’oro sarà sempre lì, trasportato a spalla da tutti quei devoti sopra descritti, che lo hanno eletto a proprio idolo!!! 

Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia!!!

Sì… questo proverbio è l’espressione più adatta per rappresentare molti miei conterranei!!!
Significa, “nessuna persona sceglie un’altra, se non ha qualcosa in comune”…
A prima vista sembrerebbe una cosa ovvia, ma in quella sottile frase non detta, si concentra un significato intrinseco…
Quando evidenzia di come le persone che s’accoppiano, mostrano d’avere medesime inclinazioni, in particolare quando queste hanno come attitudine, quella di compiere qualcosa d’illegale…
Eccoli quindi finalmente insieme… si sono incontrati, riconosciuti, perché come ripeto sempre, per compiere una truffa, un raggiro o qualunque altra circostanza ambigua, c’è sempre bisogno di qualcuno che svolga la funzione di complice, qualcuno cioè disponibile a partecipare a quelle metodologie corruttive…
Ed allora, ricerchiamo questi soggetti…
Alcuni sono all’interno di quegli apparati burocratici… lì troviamo una serie di dirigenti, funzionari e dipendenti certamente “infedeli”, che dimostrano essere collusi non solo con quel sistema corruttivo, ma a volte  anche con quello mafioso, in quanto alcuni di loro, sono affiliati attraverso legami di parentela, con personaggi di quelle cosche…
Continuando troviamo la categoria degli imprenditori, soggetti che per compiere le loro frodi, si circondano di familiari e parenti vari, ai quali poter affidare quelle metodologie illegali, necessarie per mettere in campo un sistema parallelo “occulto” societario, che permetta grazie ad alcuni sotterfugi, di “evadere” quegli extra-utili, dai bilanci amministrativi della società…
Nel compiere questo, ovviamente si affiancano a veri e propri professionisti, consulenti esterni qualificati che naturalmente si prestano a mettere in pratica quanto richiesto loro dal cliente, senza mai esortare quest’ultimo, ad adoperarsi affinché si metta in pratica, quanto previsto dalla normativa vigente…
Eguale considerazione viene compiuta peraltro da quei loro legali, chiamati in causa quando quei loro clienti,  si ritrovano ahimè, sotto la scure delle forze dell’ordine o degli organi giudiziari…
Pensare d’altronde che queste categorie professionali, possano consigliare quei loro clienti a intraprendere la strada della legalità, è follia pura…
Già, nessuno di loro suggerisce di cambiare rotta, di adempiere a quanto previsto,perché ciò condurrebbe sicuramente alla perdita non solo del cliente stesso, ma di ciò che più interessa: Il pagamento della parcella!!!
E sì, perché a differenza di ciò che uno potrebbe pensare, non vi è alcuna differenza tra questi professionisti e i loro clienti: Ciascuno di essi punta esclusivamente ad una cosa… al proprio tornaconto!!!
D’altro canto vorrei fare una considerazione: Se l’imprenditore evade le tasse previste… lo fa perché capace di alterare i valori di quella falsa contabilità oppure perché -quell’individuo “sprovveduto”- si è fatto assistere nel corso degli anni, da qualcuno all’interno del proprio ufficio o parallelamente da qualche professionista esterno… competente???
Ed allora come potete comprendere, c’è sempre qualcuno che si presta a partecipare a quelle astuzie, che si adopera affinché quelle richieste vengano esaudite in cambio non solo del vile denaro, ma soprattutto per non perdere quella “gallina dalle uova d’oro“!!!
Pensateci… se non ci fosse la disponibilità di molti a questa volontaria partecipazione, non vi sarebbe alcun meccanismo illegale in questo nostro Paese…
Ma per far ciò – come vado sempre ripetendo –  bisognerebbe iniziare educando al rispetto di ciò che è di tutti, dallo Stato ai rapporti con i politici, gli amministratori, i dirigenti, funzionari, professionisti, imprenditori, fino al più semplice dipendente di una struttura, da quella pubblica a quella privata, passando attraverso la costruzione di legami autentici e trasparenti, senza alcun interesse personale e non per come sono oggi, improntati sull’astuzia e sulla scaltrezza.
La furbizia si sa… non paga: Crea l’illusione di “avercela fatta”, ma i mezzi con cui si è agito prima o poi, si ritorceranno contro!!!
Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia”… e se oggi vi sentite “circondati o assediati” da tutti questi numerosi furbi, ricordatevi che potete fare la differenza: scegliere di essere onesti, leali e retti… e non più falsi per come saranno loro!!!

L’ennesima inchiesta della Procura Etnea…

Oggi ho intenzione di parlare di qualcosa di diverso… 

Sì… è mia intenzione ascoltare alle 14.00 il Tg. regionale trasmesso da Telecolor e parlare di qualche fatto nuovo, che non abbia a che fare con quella cronaca nera o con qualche abituale inchiesta su truffe, corruzione e quant’altro, compiuta come solitamente avviene ai danni dello Stato!!!
Neanche il tempo di aver pensato quanto sopra, che viene presentata la prima notizia che riguarda una presunta associazione a delinquere, finalizzata alla realizzazione di bancarotte fraudolente con l’emissione e l’utilizzo di fatture, per il conseguimento di operazioni inesistenti, con l’omesso versamento di ritenute e di imposte!!!
Come sempre avviene, vi sono coinvolti i soliti “professionisti”, che si prestano ad agevolare quei loro clienti imprenditori, in tutta una serie di comportamenti illeciti, affinché si possano generare utili non dichiarati,  da utilizzarsi per altri contesti…
Il Procuratore Nazionale della Repubblica Carmelo Zuccaro, intervistato, ha definito questi soggetti di “bassa criminalità“, perché in quel loro metodo di raggiro, non vi è nulla di ingegnoso, ma sfrutta esclusivamente quelle lacune offerte dal sistema, che in alcune circostanze, risulta debole e che grazie all’ausilio di soggetti professionisti, operanti nei vari settori amministrativi e tributari, aggirano quelle regole imposte e quei controlli previsti dalla legge…
Sono soggetti che oltre a non pagare i creditori (alcuni di questi, con il passar del tempo, si erano allontanati da questo presunto gruppo criminale, senza però mai denunciare alle forze dell’ordine, l’accaduto…) non hanno versato nulla nelle casse dello Stato, compiendo di conseguenza bancarotta fraudolenta, grazie anche al fatto di aver trovato appoggi e collusioni, con il sistema bancario e consulenti vari…
Sono otto le persone ora arrestate ed una è di fatto interdetta!!!
L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari ed eseguita dalla guardia di finanza, che ha svolto le indagini e che sta sequestrando dieci milioni di euro e due imprese attive nel settore del trasporto merci per conto terzi…
Sono 40 i milioni di euro non versati all’erario, 70 inoltre i milioni in fatture per prestazioni inesistenti, 50 milioni di passivo e 10 milioni di IVA non versata.
Dalle telecamere nascoste si è visto come i libri contabili venivano di fatto bruciati, affinché non venissero trovati..
Un sistema che prevedeva – come ormai solitamente accade – la nomina ad amministratori di quelle società del gruppo, direttamente a familiari, mentre per le società a servizio di queste, necessarie per compiere le truffe (a modello scatole cinesi), si utilizzavano i classici prestanomi compiacenti…
Come sempre accade, vi è stato anche l’aiuto di alcuni dipendenti, che si occupano principalmente della gestione amministrativa, cui hanno dato supporto tutta una serie di liberi professionisti, che in un qualche modo, sono stati ora inseriti nelle indagini, in quanto veri e propri membri di questa associazione a delinquere, finalizzata alla sistematica realizzazione di bancarotte fraudolente e reati tributari!!!
E quindi… avevo sperato per una volta di poter parlare d’argomenti leggeri, desideravo di fare un po’ di “curtighiu da salotto” ma così non è stato…
Sì… vorrei ogni tanto poter leggere nei vari quotidiani o in quelle testate web online di notizie nelle quali la mia terra, la Sicilia, viene premiata per chissà quale intuizione scientifica, per qualche suo meritevole conterraneo, per avere brillato in qualcosa di unico, di essere i primi e non gli ultimi a livello regionale, non solo nazionale ma anche nei confronti d altre realtà europee, ma ahimè come sempre, non trovo mai nulla di concreto e positivo!!!
Ed allora che dire… proseguiamo così, tra mille inchieste giudiziarie, la solita cronaca nera e quell’usuale attività criminale, perfettamente ramificata nel nostro territorio!!!
Sì… non mi resta altro che fare, che vedermi Francia-Argentina.

Cercasi società "disponibile", con amministratore "prestanome", per aggiudicarsi contratti d’appalto a danno dello Stato!!!

Facevo stasera una riflessione…
Quanto sta avvenendo economicamente in questo periodo, costituisce per molti imprenditori, uno dei momenti più critici, per riuscire a condurre in utile, la propria attività commerciale…
Troppa burocrazia, tasse a dismisura, contributi per il personale esosi o certamente superiori rispetto alla media europea, banche che non danno credito, lo Stato che non da alcun finanziamento a sostegno dell’impresa o quei pochi fondi, vengono destinati alle solite imprese “amiche”, le stesse di quel sistema clientelare, ed infine ci sono i pagamenti, già quei pagamenti che non vengono mai rispettati, in particolare dagli enti pubblici…
Ecco perché in molti per voler fare impresa, tentano di adottare tutta una serie di espedienti oppure si legano a quella nota… “associazione mafiosa” che permette loro di usufruire non solo un percorso preferenziale, ma garantisce l’utilizzo di gran parte di quel denaro, solitamente di provenienza illecita…
D’altronde per quella associazione criminale, non si tratta di fare beneficenza, ma bensì d’investire in nuove imprese, estranee ai controlli degli uffici giudiziari, in quanto non risultano “collegate”… e soprattutto presentano amministratori dal pedigree cristallino…
Quanto sopra ovviamente, serve principalmente a compiere nuovi investimenti, soprattutto per inserirsi all’interno di quel mondo degli “appalti pubblici”, a cominciare proprio da quella categoria degli approvvigionamenti… 
Questi infatti, costituiscono per talune società, una vera e proprio “manna”, dato il corposo giro milionario che rappresentano, ma anche per un’altra caratteristica interessante, quella di poter godere di rapporti diretti con i funzionari pubblici, addetti agli ordini, i quali risultano solo in alcuni casi vincolati da un dettato normativo, mentre nella maggior parte dei casi, godono di ampi spazi di discrezionalità, che ovviamente – come abbiamo visto in questi anni – hanno dato purtroppo luogo a quelle abituali forme di reato, quasi sempre legate a corruzioni (atti contrari ai doveri di ufficio)!!!
Cosa aggiungere, voler credere che tutte le commesse abbiano oggi, connotati di trasparenza e imparzialità, lascia il sottoscritto con forti dubbi…
Se poi passiamo alla voce più considerevole, quella specifica dei lavori pubblici, ecco che allora la torta diventa più interessante e di quella fetta… tutti ne vogliono una parte!!!
Ed ecco il motivo per cui assistiamo continuamente ad inchieste delle procure, su giro di tangenti, consegne di mazzette a funzionari e dirigenti e a quanti avrebbero dovuto, nel frattempo… controllare!!!
Sono le motivazioni di tutta una serie d’attività illecite… che iniziano sin dalla aggiudicazione per continuare con l’apertura del cantiere: gestione del personale, movimenti terra, demolizioni, gestione dei rifiuti, fornitura dei materiali, alterazione delle percentuali previste nei leganti costituenti le basi di talune tipologie di forniture in opera, quali ad esempio i conglomerati cementizi o bituminosi, per continuare fino al completamento dell’opera con tutta una serie di certificazioni, permessi, verifiche, autorizzazioni burocratiche su qualità e sicurezza, tutti adempimenti necessari… ma che lasciano il tempo che trovano, d’altronde sono lacune e anomalie ben conosciute da tutti, soprattutto dall’ANAC…
Ora ad esempio, se prendiamo la procedura attualmente in corso per le gare d’appalto, questa ha certamente migliorato quel meccanismo corruttivo adottato fino ad alcuni anni fa, che faceva in modo che l’aggiudicazione fosse sempre indirizzata verso un gruppo d’imprese e dove ciascuna di esse, era parte integrante di un gruppo più esteso, con il quale si riusciva a condizionare le medie della gara d’appalto…
Per superare ciò si è passati all’offerta migliorativa: un’offerta cioè che contiene le proposte migliorative del progetto a base d’appalto e alle quali vengono attribuiti dei punteggi stabiliti…
Il problema è che il più delle volte è la stessa PA a condizionarne la gara… come??? Facendo pervenire (per le vie non ufficiali) all’impresa “amica”, il progetto definitivo, affinché la stessa possa preparare in tempo, l’offerta migliorativa richiesto dal bando, mentre le altre imprese concorrenti, si ritroveranno a causa della scadenza prossima, a dover compiere in tempi strettissimi, un lavoro di mesi… con il rischio inoltre, di venire (dopo quel lungo lavoro) eliminati, vista la discrezionalità personale, di chi dovrà di fatto giudicare il progetto…
Come si dice “fatta la legge trovato l’inganno” ed il nostro paese in questo… sembra essere specializzato!!!
Ed allora quindi, in una terra dove chi fa il furbo vince sempre o certamente non paga mai, ecco che in molti da tempo, preferiscono operare celati all’interno di una società, come quella sopra riportata…
D’altronde, ciascuno di essi pensa che, i ritardi con cui giungono i controlli e la possibilità d’usufruire d’importanti e noti studi legali per una eventuale difesa, permetterà comunque ad essi, di vivere agiatamente, situazione quest’ultima che, per le vie ordinarie corrette, ma soprattutto regolari e oneste… non avrebbe mai potuto avverarsi!!!

Amministratori/Liquidatori posti nelle società…. come "pupi siciliani"!!!


Siamo ben informati, sulle responsabilità che la legge attribuisce agli Amministratori delle società di capitali, non solo con riferimento al diritto civile – nella loro qualità di “gestori” dell’impresa sociale – ma soprattutto a quelle personali all’interno di quegli orientamenti giuridici nel penale…

Nei due rami indicati, in primis mi riferisco alla responsabilità civile, la mancata diligenza degli amministratori delle società, durante il proprio agire, determina la violazione di tutti quegli obblighi di comportamento configurati dalla legge o dallo statuto sociale; si tratta cioè di una responsabilità per danno e gli amministratori saranno – qualora venisse appurata la violazione delle regole e degli obblighi ad essi imposti – tenuti a risarcire con il proprio patrimonio, tutti quei soggetti indicati nel danno, causato dal loro manchevole comportamento.
Diversa è la responsabilità sotto il profilo penale…
Infatti, il nostro ordinamento giuridico prevede che, la responsabilità penale siano sempre personale, intendendo strettamente come tale, la responsabilità della persona fisica che potrà, in qualsiasi momento, essere perseguibile.
Se difatti colui che opera e agisce, nella qualità di Amministratore e/o Liquidatore, pone in essere una condotta colposa o dolosa, impedendo non solo la conservazione del patrimonio attivo della società, ma disperdendo quest’ultimo a scapito degli stessi soci o di quei creditori (in particolare se privilegiati), per esempio non attivandosi con le opportune azioni di recupero dei crediti o alterando i dati dei bilanci ufficiali, ed ancora, manomettendo le voci poste a credito ed operando quindi, una vera e propria dispersioni del patrimonio, ecco che, per tutte queste situazione, potrà essere perseguito penalmente e risponderà in prima persona, con il proprio patrimonio e se riconducibile ad esso, anche con quello familiare… 
Inoltre, se viene dimostrata la frode fiscale o fenomeni di evasione fiscale, danno all’erario e quant’altro, ecco che l’Amministratore di diritto (o di comodo per come lo si voglia intendere) risponderà personalmente di quel potere direttivo e gestionale…
E’ stata esclusa negli anni dalla giurisprudenza, la giustificazione con la quale, alcuni soggetti tra essi, dichiaravano di non esercitare un effettivo potere, ma rappresentavano nella sostanza, la classica “testa di legno”, dove era presente un “amministratore di fatto” occulto ed invocando per se, una posizione “farlocca” (cioè di non concreta attività gestionale)…
Speravano così facendo, di essere ritenuti indenni da responsabilità (in concorso con chi ha di fatto operato) conseguenti a quegli atti di mala-gestione compiuti da terzi o comunque da egli non impediti…
La Suprema Corte di Cassazione, ha riconosciuto nell’ipotesi di “bancarotta fraudolenta” la responsabilità non solo penale per l’Amministratore/Liquidatore “prestanome”, ma anche per quei soggetti, che nei fatti, hanno avuto una funzione di “dominus” della società…
Analoga situazione, nel caso in cui l’Amministratore decidesse di “portare i libri societari al Tribunale” per sciogliere o liquidare la società ad egli affidata: anche in questo caso, se dimostrata la condotta omissiva dello stesso, per non aver compiuto e/o adottato comportamenti che avrebbero potuto impedire il verificarsi dello stato d’insolvenza, anche nei casi in cui, gli ultimi bilanci posti agli atti, dimostrassero sostanzialmente, una situazione patrimoniale della Società fortemente negativa, dimenticando o depennando tutte quelle poste in essere e in attivo, da cui sarebbero potute emergere, plusvalenze idonee, a soddisfare e a rimettere la società nelle condizioni di normale esercizio…
Alla luce quindi di quanto sopra, è possibile da parte di chiunque, non solo verificare a seguito della trasparenza amministrativa gli atti ufficiali, ma bensì dimostrare se nel corso di quella amministrazione sono stati commessi reati…
Si delinea in modo sempre più chiaro il rischio per questi soggetti (e per quanti partecipano a quella combutta…), di essere chiamati a rispondere, sia sotto il profilo civile, ma soprattutto in quello penale.
La scappatoia di questi ultimi anni, di molti cosiddetti imprenditori di società (in particolare se operanti nella nostra regione) è stata alquanto semplice: intestare la stessa ad un prestanome (di propria fiducia…), sarà poi solo quest’ultimo a dover rispondere penalmente dei reati tributari e degli illeciti civili, fiscali e amministrativi, perpetrati… 
Ovviamente queste “teste di legno” verranno utilizzate anche in quei procedimenti amministrativi, quali per esempio, l’evasione fiscale (con emissione e/o ricevimento di fatture false -per fortuna che tale reato ed altri rientrano nel D.lgs. 74/2000) oppure attraverso il riciclaggio di denaro sporco
Vi starete chiedendo… ma perché un soggetto incensurato dovrebbe farsi coinvolgere da tutto ciò, perché rischiare la propria libertà? Perché fare questo???
Il tutto per un numero preceduto dal simbolo €.!!! 
Dice spesso un mio caro amico: perché in tanti (tra cui molti siciliani) non hanno più onore… e pur di avere un po’ di cibo servito su una ciotola, sono pronto a sacrificare anche quel che resta della propria dignità!!!
Impara ad essere chi sei davvero e impara a rinunciare con dignità… a tutto ciò che non sei!!!

Quel labile confine tra la giustizia legale e quella morale…


Nel nostro ordinamento giudiziario, ultimamente, si sta assistendo ad una diatriba, tra quanti vorrebbero cancellare il reato di concorso d’associazione mafiosa e quanti invece lo ritengono fondamentale…

Ciò che si sta cercando di fare (ma non nelle sedi naturali…) attraverso emeriti “oratori”, è di riuscire ad ottenere, un cambio di rotta e per far ciò, questi illustri studioso del diritto penale, sfruttano la potenza dei media, per legittimare le proprie ragioni…
Si tenta cioè di spettacolizzare la giustizia, non tenendo in considerazione quel netto confine che esiste tra giustizia “morale”  e giustizia “legale”…
Dopotutto come si può chiedere quanto sopra, quando tra i principi del difensore, ci sono quelli di difendere chi si sa essere colpevole, sostenendone di contro… l’innocenza!!!
Non bisogna difatti mai scordare, quanto stabilisce dall’art. 64 c.p.p. e cioè che permane nel nostro ordinamento, il diritto dell’imputato a mentire e che l’avvocato, può difendere la menzogna, anzi la può anche suggerire: è un diritto del suo assistito e l’avvocato è difensore dei diritti prima che delle persone che li esercitano e può indicare i modi di esercizio del diritto…

Quanto sopra ovviamente va in profondo conflitto con quei basilari principi di legalità… che sono alla base dello Stato di diritto e che rappresentano, elemento fondamentale della moralità…

Tuttavia, è evidente come manchino nel nostro ordinamento, quegli strumenti giuridici che consentano di valutare e tutelare, innanzitutto i principi di condotta morale, ancor prima di determinare l’eventuale responsabilità diretta e di conseguenza, la determinazione della  pena…

Credo che sia tempo che certi “signori”, svolgano onorevolmente le funzioni ad essi affidati dalla nostra Costituzione, evitando, per come sta accadendo, quella indegna strumentalizzazione di singoli casi di cronaca, per creare confusione, istigare processi mediatici, implementare commenti e giudizi sui blog o nei quotidiani di parte, quanto sopra, per voler diffondere il terrore nella società civile… additando rischi e pericoli, da parte di quanti sono designati allo svolgimento di quei procedimenti giudiziari….

E’ ovvio che, se pur certi difensori debbono (visti i congrui compensi ricevuti per quelle prestazioni…) tutelare gli interessi del proprio assistito al meglio e in ogni circostanza (in ossequio oltre che alle norme processuali, alle regole deontologiche), tuttavia non bisogna dimenticare la regola principale che è quella di pervenire alla verità e non creare falsità pur di giungere alla assoluzione del proprio assistito…
Ovviamente, nessuno di noi può chiedere –in virtù del segreto professionale– il mancato rispetto del proprio adempimento, tuttavia ritengo che, tentare di stravolgere a tutti i costi quella verità, utilizzando espedienti di cui si è maestri, non costituisce quanto prevede il proprio codice deontologico, in particolare, nei confronti del dovere di verità…

Difatti, capita frequentemente di trovare dei soggetti che si presentano dall’avvocato indossando le vesti della vittima, ritenendo ingiusto il procedimento in corso per il reato ad egli contestato…

C’è un bellissimo assioma, di un noto concittadino penalista di fama nazionale, l’Avvocato Giuseppe Lipera che dice: “l’imputato colpevole si assiste, l’innocente si difende”!!!
Cosa aggiungere, nessuno può con i propri giudizi, posizionarsi al di sopra della giurisprudenza, in particolare quanti svolgono, la funzione di difensori…
Non per altro che, proprio agli inizi di quest’anno, abbiamo letto di come, l’organizzazione mafiosa della sicilia occidentale, poteva contare sul più insospettabile dei professionisti di Palermo, per gestire le proprie ricchezze…

Questo legale, curava gli affari immobiliari del boss ed infatti, con questa accusa, la Procura di Palermo lo ha accusato di, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego e peculato, tutti aggravati per aver agevolato e favorito l’associazione mafiosa….

In manette sono finite in ugual modo, altre otto persone, fra cui un ingegnere che frequentava spesso lo studio del legale, un costruttore, un geologo, alcuni familiari del boss e due presunti prestanome…
In alcune circostanze, l’avvocato intercettato, si vantava del suo ruolo di insospettabile complice del boss: “tutti quei signori – diceva dei mafiosi – hanno attinto e attingono da questa minna, che è la mia… come denaro”… 

Le risorse mafiose, furono riversate in società pulite amministrate da stimati soggetti, posti dalla “famiglia” in qualità d’amministratori, che hanno permesso e consentito di avviare contatti imprenditoriali, celando per quelle iniziative i reali interlocutori: grazie difatti alla presenza di insospettabili (come per l’appunto l’avvocato difensore), si è riusciti a concretizzare quelle iniziative che, con molta probabilità, non avrebbero mai potuto essere realizzate, con quei soggetti, di cui si era a conoscenza visti i pregressi di giustizia… 

Altresì… nel corso delle indagini, sono state ricostruite anomale attività, immobiliari e finanziarie, poste in essere dalla “famiglia”, che ha potuto avvalersi della figura e della credibilità del professionista legale…
Oltre a tali aspetti è emerso che “l’Avvocato”, aveva ricevuto già numerosi incarichi in qualità di curatore fallimentare: in tale contesto le indagini hanno fatto emergere come lo stesso, si sia appropriato di somme di denaro derivanti dal fallimento di una società amministrata e le abbia successivamente utilizzate, per gli affari in comune con la famiglia del boss…
Diceva il grande Totò: “gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è… tra colleghi…”…

Il sistema… "Appalti"!!!

Un sistema semplice… è dire che lo sanno tutti!!!
Il meccanismo prevede la realizzazione di “cordate”, quando si tratta di gare d’appalto con il massimo ribasso…
Si partecipa a quelle gare, attraverso un gruppo di ditte distinte tra loro ufficialmente ( ma di fatto, ufficiosamente ben legate tra loro), presentando offerte con percentuali di sconto molto simili tra di loro, variando solo di poco le cifre decimali.
Questa operazione consente di spostare la media delle offerte in modo che alla fine, vince sempre una impresa del gruppo, mentre le altre rientrano nell’appalto attraverso subappalti o altri contratti, come noli e forniture…
Il patto è deciso ai piani alti… ed è un meccanismo che lega molte imprese locali, le quali, dopo aver ottenuto i lavori, hanno quale obbligo quello d’inserire una parte di manodopera di quei funzionari e/o politici, ma soprattutto, una percentuale sull’utile dei lavori, da lasciare a quell’associazione malavitosa a cui direttamente si appartiene…
Rappresenta il supporto logistico e manageriale della criminalità, che offre a quelle aziende alcuni servizi fondamentali: il personale dipendente che permette l’aggiudicazione all’interno delle PA, eventuali interventi negli uffici dei comuni, regioni e organismi di controllo, per garantire l’approvazione delle pratiche ed il loro superamento, quando si dovessero presentare degli ostacoli, il controllo del territorio con la certezza di non subire alcuna ritorsione durante l’esecuzione di quei lavori, la disponibilità di manovalanza “fedele” sul luogo, ecc…
In quel gruppo associativo ci sono tutti… è una zona grigia dove s’incontrano i colletti bianchi, gli imprenditori, i funzionari, i politici, i consulenti ed anche i criminali, già, come si dice… tutti insieme appassionatamente!!!
L’imprenditore (ovviamente quello disonesto…) trova finalmente in quella collocazione, il proprio habitat naturale, trovando risoluzione a tutti i suoi problemi…
Ecco quindi che, affidandosi a quel gruppo “mafioso”, può infiltrarsi in quei meccanismi della pubblica amministrazione ed inquinare così facendo, il regolare svolgimento delle gare, attraverso la disponibilità di taluni pubblici ufficiali (corrotti) e quando ciò non può essere realizzato, si esercitano comportamenti intimidatori, per far sottostare quei responsabili, alle loro pretese o a quelle degli imprenditori concorrenti, affinché si giunga ad ottenere l’acquisizione d’appalti, da parte di quelle compagini riconducibili all’associazione criminale…
Ovviamente chi paga le conseguenze di quanto sopra, sono quelle società che da sempre si sono dimostrate estranee da particolari connessioni e soprattutto limpide da ogni provvedimento giudiziario…
Inoltre, da quel sistema tentacolare, ne fa le conseguenze anche l’ente pubblico ed il cittadino, che riceve sicuramente un servizio scadente o quantomeno non corrispondente alle qualità previste nel contratto d’appalto  stipulato…
Queste opere pubbliche ed i loro apporto economico, vanno di fatto a riempire le casse di quel sistema mafioso e di tutti coloro che di quel complesso ne fanno parte, in quanto partecipi di quel mondo colluso…
Un fenomeno questo che non riguarda soltanto la nostra isola ma bensì tutta la penisola, dove capitali riciclati e interessi mafiosi, si sono infiltrati nelle aziende locali, per diventate veri e propri “cavalli di troia” per quella espansione….
Ormai non ci si meraviglia più e le interdittive (che non fanno paura a nessuno, in quanto essendo misure amministrative, non violano la libertà personale, ma soprattutto, possono essere ribaltate attraverso appelli e quindi, successivamente, cedere la società a un altro prestanome per ricominciare nuovamente il business….), per sospette infiltrazioni mafiose, sono divenute una “routine”, tanto che ormai il sistema si è talmente diffuso da creare un sistema di connessione deviante, tra la società civile e quella mafiosa…
Pensare di tranciare in modo netto questo connubio è difficile, in quanto l’associazione mafiosa da troppo tempo è riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, riuscendo a instaurare relazioni con la società civile, potendo auto-alimentarsi con la collusione e la corruzione…
Bisogna applicare, una volta e per tutte, scelte di governo forti e decise, le quali dovranno essere sorrette da pene severissime ed effettive, per coloro che quotidianamente e senza scrupolo, attentano alla nostra libertà… colpendo l’economia e lo sviluppo di questa nostra terra martoriata…

Caccia al patrimonio dei boss mafiosi…

Per colpire la mafia e in particolare i suoi associati, bisogna aggredire i patrimoni accumulati…

Quanto sopra, è ben a conoscenza delle Direzioni Investigative Antimafia e rappresenta perfettamente, quanto il giudice Falcone aveva a suo tempo individuato, proprio in una delle principali cause della eccezionale pericolosità di “cosa nostra”; quella cioè dell’enormi ricchezze di cui l’associazione mafiosa disponeva, ma su cui viceversa, vedeva “il vero tallone di Achille a causa delle tracce che lasciano dietro di se i grandi movimenti di denaro connessi alle attività criminali più lucrose…“.
Se si vuole colpire sul serio la mafia con l’obiettivo di debellarla, bisogna aggredire la fonte del suo potere, e cioè quegli immensi patrimoni accumulati illegalmente…
Del resto, diceva l’ex magistrato Antonio Ingroia: questa è la maniera più efficace per combattere anche gli altri due morbi che avvelenano la nostra economia: la corruzione e l’evasione fiscale!!! 
“Spesso (diceva Ingroia…), va a finire che, attraverso qualche prestanome, sono gli stessi mafiosi a riprendersi, per quattro soldi, i beni che gli erano stati confiscati”…
Certamente… una cosa sono le indagini sui patrimoni mafiosi e sul loro riciclaggio… un’altra cosa è la gestione di quel provvedimento di prevenzione, che dovrebbe sottrarre definitivamente il bene al circuito economico di origine, per inserirlo in un altro, esente di condizionamenti criminali che caratterizzano il primo…
In un intervista concessa al quotidiano Giornale di Sicilia, il ministro Alfano  ha dichiarato: ” Per quello che ci riguarda, non ci distraiamo un attimo, seguendo la strada maestra: prendere i latitanti, sottrarre i patrimoni accumulati illecitamente, sostenere e dare coraggio a chi denuncia “…
Sono belle parole, quanto poi ci si riesca in quelle iniziative è tutt’altra cosa, in particolare credo che si è molto lontani nel “saper sostenere e dare coraggio a chi denuncia”.
Vorrei anzi aggiungere che quanto avviene (come direbbe un caro amico comune ingegnere d’Agrigento…) “di fatto e di diritto” è tutt’altra situazione, perché alla fine chi denuncia, da soltanto fastidio!!! 
Ritornando quindi su quanto sopra… aggredire i patrimoni mafiosi, significa per quegli “uomini d’onore”, perdere di prestigio nel loro stesso ambiente, perché li si priva di uno strumento di condizionamento fondamentale della realtà che li circonda, ancor più nella nostra regione… caratterizzata spesso da condizioni di arretratezza economica e culturale.
Ma per fare questo servono magistrati coraggiosi… e quelli che ci hanno provato sono purtroppo morti!!!
Come dimenticare Rocco Chinnici che fu tra i primi ad avvertire la necessità di aggredire i patrimoni dei boss; tra i primi a capire quanto fosse importante che i magistrati condividessero le esperienze accumulate sul campo e lavorassero in pool contro Cosa Nostra; ma soprattutto fu tra i primi a rivolgersi alle nuove generazioni con i suoi consueti incontri nelle scuole per parlare di mafia. 
Per tutte queste ragioni Rocco Chinnici fu un innovatore ma ciò gli costò la vita… 
La verità è che la legalità passa attraverso lo sviluppo di leggi efficaci!!!
A dirlo è stato – durante il convegno su “Obiettivo legalità” – il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, che ha dichiarato: “aspettiamo con ansia le modifiche al codice antimafia, strumento indispensabile per individuare e aggredire i patrimoni mafiosi, e quelle della giustizia penale, al vaglio del parlamento. L’epoca delle riforme si è aperta, ma sarebbe auspicabile in tempi ragionevoli”… 
La corruzione percepita nel nostro paese è vasta… 
Sì, sono stati fatti progressi enormi nelle azioni di contrasto, eppure la previsione del giudice Falcone, secondo cui le mafie hanno un inizio e una fine, sembra allontanarsi all’infinito, di fronte all’evoluzione delle organizzazioni criminali che sfruttano la vulnerabilità delle istituzioni pubbliche esposte alle infiltrazioni attraverso meccanismi corruttivi-collusivi, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, la globalizzazione dei mercati e l’asimmetria dei regolamenti dei governi dei diversi paesi
Perché lo Stato, può vincere solo, se l’azione di contrasto diventa una priorità dell’azione politica… 
È una sfida titanica, ma indispensabile: perché può esistere soltanto un’antimafia che è quella dell’impegno quotidiano… che ognuno di noi deve mettere per ricordare e trasmettere i valori della legalità!!!

Bisogna far ripartire i cantieri…

Poco… ma rispetto ai precedenti anni, qualcosa sta cambiando, siamo passati dai circa 18 miliardi di lavori messi in gara nel 2012 ai circa 25 miliardi dell’anno appena trascorso… 
Sappiamo bene come i lavori pubblici costituiscano un punto essenziale per la crescita del nostro paese e se i livelli di corruzione per questo settore fossero attraverso procedure “blindate” eliminati, certamente la crescita del nostro paese, sarebbe molto più celere e    
Ovviamente bisogna fare si che i bandi di gara abbiano una certa logicità… e non vengano realizzate opere per lo più inutili, che hanno quale unica motivazione, la realizzazione di un giro di spesa, necessario a certi comuni per sovvenzionare quanti operano al loro interno ( ed anche all’esterno ), per poi scoprire successivamente, grazie alle inchieste delle varie procure, che queste avessero quale scopo, quello di far girare le solite tangenti e bustarelle…
Poi ci sono opere, come quelle evidenziate nella trasmissione “Striscia la notizia”, cattedrali nel deserto che oltre ad essere rimaste incompiute, vengono solitamente abbandonate – distruggendo il più delle volte – quel meraviglioso patrimonio naturale e comportando costi esosi per la collettività!!! 
Bisogna che si trasformi quella consuetudine delle amministrazioni pubbliche di realizzare opere non necessarie in qualcosa di più utile, ad iniziarsi con i lavori di ristrutturazione e di sicurezza di quelle strutture già esistenti, come scuole, ospedali, uffici, ecc… e integrando successivamente quanto ancora resta in disponibilità finanziaria per la realizzazione di nuovi cantieri… 
L’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione, deve servire a valutarle anticipatamente quelle opere… per comprendere se il loro realizzo ha necessità di esistere o se la richiesta debba essere bocciata… dopotutto si tratta d’investimenti pubblici e non possono essere lasciati “arbitrariamente” ad uso e costume di pochi politici e dirigenti… 
Qui si tratta di colpire quei noti “mali” del tutto italiani, che scopriamo quotidianamente come vengono ripetuti e che ancora oggi è dimostrato essere difficili da eliminare in tempi rapidi…
Per fortuna qualcosa sta cambiando, grazie alla Legge di Stabilità, infatti si stanno programmando gli stanziamenti verso opere concrete, quali quelle infrastrutturali…
Ad iniziare dalla realizzazione e manutenzione di strade e ferrovie, per passare ai lavori causati da dissesti idrogeologici, la riqualificazione nelle città delle periferie, il patrimonio culturale e architettonico, l’edilizia scolastica, ecc…
Finalmente si punta verso opere coerenti con quanto necessario e soprattutto compatibile con le finanze pubbliche…
Inoltre, l’uscita dal patto di stabilità con il successivo pagamento degli arretrati dalle PA alle imprese affidatarie, sta permettendo di liberare risorse per nuovi investimenti… 
Il vero problema quindi, resta quello di progettare opere essenziali e allo stesso tempo pronte in tempi rapidi per trasformarsi in cantieri funzionali, dando priorità a quelle procedure di legalità e leale concorrenza, che sono di fatto le condizioni, che ahimè il più delle volte, sono venute propriamente a mancare…
Bisogna infine fare pulizia di tutte quelle imprese “prestanome”, le quali non hanno alcuna capacità imprenditoriale ma sono per lo più costituite da soggetti, che fanno riferimento alla criminalità organizzata…
Infatti queste fanno sì… d’aggiudicarsi i lavori (grazie alle certificazioni di cui sono “sulla carta” in possesso) per poi subappaltarli totalmente ad imprese “fittizie ed aleatorie” che non garantiscono minimamente quelle minime condizioni obbligatorie, come quelle relative agli adempimenti fiscali e assicurativi (il più delle volte queste società chiudono alla fine di ogni anno, per poi riaprire una nuova posizione a nome di un parente…) per continuare con i mancati adempimenti sulla normativa contrattuale e con quelle procedure previste per la sicurezza!!!
E dire… che tutte queste (affidatarie e sub-appaltatrici) hanno ancora oggi… la presunzione di definirsi “imprese di costruzione“.
 

La mafia c’è e si vede!!!

Innanzitutto, è opportuno tenere ben presente che, quanto ci vogliono finora “dare a bere” e cioè che la Stato, attraverso le istituzioni ed i propri uomini, ha il controllo del nostro territorio, non rappresenta un dato veritiero, ma una credulona propaganda creata a voler tranquillizzare la collettività ed in particolare i suoi concittadini…
Non sto dicendo che la lotta alla criminalità non venga svolta in modo preciso e puntuale, dico soltanto che gli strumenti che permettono a questa di poter essere definitivamente debellata… non vengono attuati o ancor meglio… non esistono!!! 
Non passa giorno infatti, in cui non emergono nuove indagini, queste condotte dalle varie procure dell’isola, e come, si sia giunti a scoprire ulteriori attività illecite, queste realizzate attraverso società legate o associate ad ambienti mafiosi, individui che si offrono a prestanome di organizzazioni affiliate a soggetti latitanti, e via discorrendo…
Partono le denunce, seguono gli arresti, i sequestri e le confische…
Sì… ma poi… il sistema mafioso si riordina nuovamente e riprende come se nulla fosse…
Il giro d’affari è immenso e ciò è dimostrato da tutti quegli interessi a cui essi si rivolgono… 
Sono nuove attività… non più rivolte a specificità illegali di un tempo, come, estorsioni, usura, recupero crediti, gioco d’azzardo o traffico di droga… quelle ci sono sempre…, bensì, oggi punta ad affari più sostanziosi e soprattutto legali, come per esempio quelle attività legate agli appalti (vedasi quanto sta avvenendo con i centri d’immigrazione), alle costruzioni/edilizia, ai trasporti ed allo smaltimento dei rifiuti…
Società di comodo che servono esclusivamente a produrre “cassa” (queste sono infatti di breve periodo e nel giro di pochi anni… cessano l’attività…) ed i cui utili, vengono rinvestiti in nuove società, queste totalmente “cristalline”, affidate a nuovi “colletti bianchi” dal pedigree casto…, che iniziano la loro vitalità, investendo principalmente in attività  finanziarie e immobiliari…
Quindi, realizzato questo primo passaggio e creata la compagine del nuovo “asset societario”, si passa alla programmazione del livello inferiore e cioè, quello di diversificare le attività e soprattutto i rischi (non parlo di quelli economici, ma mi riferisco a quelli di controllo, tentando quindi di limitare, l’operatività di coloro che svolgono i propri incarichi tra le forze dell’ordine… ), nuove scatole cinesi, che ora danni vita ad attività alimentari, d’abbigliamento, bar e ristoranti, hotel e resort…
Ovunque c’è la mafia… e questa dimostra essere strutturata e ben organizzata…
Non sono più i pastori di pecore che scendevano dalle montagne con la coppola di traverso, questa è gente preparata e professionale, a cui ora, sono stati inseriti diplomati e laureati, i quali, mettono la loro esperienza e capacità, al sevizio di questo sistema criminale…  
Un sistema che nel corso degli anni… ha investito negli uomini…, i propri uomini, molti dei quali, sono infiltrati in quelle strutture pubbliche, associazioni, società di servizi, ma soprattutto, nella politica che conta…
Tutto ciò, rappresenta per la nuova mafia, il migliore investimento economico, già quello delle risorse umane è certamente quanto di più “raffinato”, una mente criminale, possa partorire…
Un fiume di denaro considerevole, che, da un lato, fa indirizzare sui propri uomini, quegli incarichi prestigiosi dirigenziali o quei necessari voti…, dall’altro, utilizza gli stessi, per ottenere informazioni riservate, indirizzare appalti, aggiudicazioni, influenzare i mass media, limitare non solo quei processi di cambiamento sociale, ma soprattutto, alimentare quel conflitto mediatico con il quale si tenta sempre più, di allontanare la partecipazione sociale ed il consenso popolare dalle istituzioni…, dopotutto come si dice da noi… con la mafia si mangia e con lo Stato si muore di fame!!!
Finiamola quindi di prenderci in giro…, finitela di raccontarci fandonie… è venuto il tempo d’esser seri, di trovare una nuova metodologia… che non pensi esclusivamente a colpire, ma che diriga il proprio intento, verso quel processo naturale di riconciliazione…, di crescita collettiva nel quale ognuno apporti quanto di meglio sa fare…
E’ finito il tempo di “guardia e ladri”… bisogna cercare di andare oltre… di vedere al di là dei soliti interventi della magistratura,.., bisogna tentare di cambiarla dal di dentro questa “mela marcia”, offrire a quanti lo desiderano, una nuova strada, quella della legalità…
Nuove opportunità di crescita, di sviluppo e d’investimento sono necessarie,…, perché soltanto così, si potrà sperare in quel reale e profondo cambiamento…
Tutto il resto, rappresentano solo belle parole… inconsistenti, perché non porteranno ad alcuna trasformazione culturale e tutto quanto… resterà eguale.
Per favore… non ditemi più che la mafia non esiste… perché questa c’è… e permettetemi d’aggiungere… c’è e si vede!!! 

Quante " teste di legno"…

Si definisce una testa di legno, colui che per il semplice fatto di aver accettato l’incarico di Amministratore legale di una società, diventa consapevole di realizzare attività illecite, sotto il diretto “suggerimento” dell’amministratore di fatto…
Uno dei motivi per i quali si fa uso di tali soggetti è la disponibili di questi a sostituirsi a loro per ragioni di opportunità.
Solitamente si sceglie tra familiari poiché garantiscono maggiore sicurezza ma a volte è più facile demandare a soggetti estranei, tale incombenza è più disponibili a eseguire gli ordini, per pura convenienza economica…, anche se il più delle volte la ” testa di legno ” raccoglie le briciole dell’elemosina elargita dal suo “capo”…   
Oggi comunque si distinguono le diverse responsabilità, evidenziando i differenti criteri di imputazione e cioè quelli cosiddetti patrimoniali da quelli di carattere amministrativo, in particolare nel caso in cui, l’amministratore di diritto non sia quello effettivo, ma risulti affiancato dalla figura nascosta dell’amministratore di fatto.
Quindi il cosiddetto “prestanome” non fa altro che avvallare ogni decisione altrui, sottoponendo ogni sua scelta alle disposizioni del proprio boss!!!
Voler stabilire per quale motivo o per quale prezzo un’uomo, decida di affidare la propria libertà e la propria persona, barattando quindi, onestà e dignità per qualcosa di abbietto è qualcosa che purtroppo non si riesce a capire…
Preferire quel provvisorio benessere, a qualcosa di unico e di raro qual’è l’indipendenza morale, è certamente qualcosa di insensato pericoloso… 
Un soggetto incapace, totalmente estraneo alla concreta attività sociale e ad eventuali scelte imprenditoriali, posto in una carica che attribuisce a lui principalmente doveri di vigilanza e di controllo e le cui invece violazioni, comporteranno personali responsabilità.
Difatti, anche la semplice accettazione del rischio che potrà determinare possibili reati è ragione sufficiente, per ritenere responsabile questa cosiddetta “testa di legno”…
Ogni giorno assistiamo ad arresti nei quali sono sempre più presenti soggetti, che per dare una svolta, a questo particolare momento di crisi, affidano e promuovono se stessi a prestanome, anche ed in sostituzione di soggetti legati alla malaffare…
Ridursi a marionetta o a pupo è qualcosa di veramente spregevole, non soltanto per il rischio molto concreto di essere chiamato a rispondere alle autorità, sotto il profilo penale e civile, ma principalmente perchè attraverso la propria condotta irresponsabile ( anche se dovuta ad una posizione servizievole), dovrà un giorno giustificarsi con se stesso, i propri cari, di quelle scelte che ora è costretto a subire e che indirettamente, hanno macchiato non soltanto la propria integrità, ma anche il decoro di quanti finora gli erano stati accanto…
Si tratta quindi di fare una scelta, di imporsi un comportamento rigoroso, allontanando da se decisioni estremamente convenienti e comode, ma che contrastano con quei principi di rettitudine, moralità e giustezza, cui da sempre è improntata la parte onesta della natura umana!!!