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Ma quali Vicerè… questi sono scassapagghiari!!!

A Catania in questi giorni si è ripreso il tema dei “Vicerè”, il famoso romanzo di De Roberto, ma credo che oggi il paragone risulti di per se spropositato…
Forse il termine più corretto da utilizzarsi è “scassapagghiari” perché in gioco non ci sono i personaggi d’élite descritti nel libro… e neppure nobili declassati, uomini politici o intellettuali banditi, qui ci sono semplici personaggi collusi dove è possibile toccare con mano tutta la loro debolezza… una classe di uomini nota che si è macchiata del più vile cinismo…
In questa vicenda, emerge in tutta la sua gravità la svendita dei valori… quel cedere sempre a compromessi in cambio di speculazioni finanziarie ( come se il denaro rappresentasse l’unico metro da far valere…), carriere rapidi, quel voler appartenere a compagine privilegiate, quel trasformismo quotidiano affinché si giungano ad ottenere i vantaggi personali… tanto ambiti. 
Ed allora  in quelle inchieste, troviamo nomi e cognomi di eclatanti giudici, cancellieri, dirigenti di pubblici uffici, comandanti delle forze dell’ordine, tutti uomini posti all’interno di apparati istituzionali… per poi proseguire verso gli usuali colletti bianchi in cui, dottori commercialisti, avvocati, funzionari di filiali e direttori commerciali danno il meglio di loro, per agevolare i soliti imprenditori e affiliati…. di “casa nostra”…
Non si tratta di rileggere le inchieste o di ascoltare le migliaia d’intercettazioni… ciò che emerge in maniera costante è come il malaffare – lo vado ormai ripetendo da anni è presente ovunque e in tutti i livelli… nessuno escluso!!!   
Non ci sono regole per limitare questa corruzione e neppure la minaccia delle pene severe serve a circoscriverne il fenomeno…
Ormai in questo meccanismo… ci si buttano tutti dentro e riuscire trovare una sola persona onesta tra la massa è diventata quasi una rarità…    
Ma questa situazione come dicevo sopra… piace… serve per mantenere quell’apparato chiamato “lotta alla mafia”, quel modus operandi per la legalità che trova certamente molte parole e tanta propaganda, ma certamente poca concretezza nei fatti (ad esclusione di quanto realizzano le procure), mi riferisco in particolare a quegli interventi necessari da compiere e che non vengono realizzati…
Dopotutto, prendiamo per esempio le ombre che si addensano sulle nostre Associazioni di Categoria (Camera di Commercio, Industriali, Ance) o anche su, Corpo Forestale, Protezione Civile, A.S.T, RFI, abbiamo visto come i loro Presidenti, Commissari, Dirigenti, siano stati tutti arrestati con le aggravanti di reati per associazione mafiosa, concussione, richiesta di tangenti, assunzioni e consulenze date a parenti e affini, per proseguire con l’induzione indebita e la promessa di vantaggi e utilità…
Quindi di cosa parliamo se come si dice nella nostra città “u pisci feti da testa…“!!!
Basta difatti analizzare quanto poco si faccia per allontanare definitivamente da quelle associazioni quelle imprese (e di conseguenza i loro rappresentanti legali), che hanno dimostrato – con i fatti – di essere stati partecipi di episodi gravi, durante la propria gestione imprenditoriale…
Ed inoltre, bisogna far sì che i controlli vengano realizzati con modalità ben più severe di quelle finora adottate: infatti è bastato esclusivamente allontanare ( per dare un segnale di simulato cambiamento all’opinione pubblica) il “capro espiatorio” e poi (partecipando in modo colluso al noto sistema fuorviante) lo si è fatto celatamente rientrare, attraverso la stessa società o di comodo, appositamente intestate al coniuge, figlio, parente di turno… o ancor peggio alla classica “testa di legno” messa lì in qualità di prestanome!!!   
Si tratta effettivamente di mettere in pratica quel cosiddetto “Codice Etico” tanto declamato… ponendo all’apice di ogni azione, quei necessari comportamenti rispettosi propri di quei principi, allontanando radicalmente qualsivoglia connubio criminale e far in modo di non barattare mai la propria influenza sociale, per convogliarla successivamente quando richiesta, ( di solito durante la vicinanza delle urna elettorali), a favore dei propri “amici” politici…
Basta ovvietà… sappiamo bene che non vi è necessità di ribadire per l’ennesima volta il rispetto delle leggi in vigore, quelle ci sono per essere rispettate, ma prima di esse… vi è l’etica della persona e questa non ha necessità di alcuna norma imposta… per essere propria!!!
E’ finito il tempo di utilizzare quell’evanescente parola chiamata “anti-mafia” è ora di ripartire mettendo la fine a questo modo di concepire la lotta al malaffare!!!
Non si può più puntare a favore del banco… bisogna decidere definitivamente da quale parte del tavolo si vuole stare seduti… dalla parte della legalità oppure nel lato opposto, lo stesso con cui finora si è stati avvinti… quello dell’illegalità!!!

Scorciavacche…

Come era logico aspettarsi…  il Presidente dell’Anas, Pietro  Ciucci, a quanti ne chiedevano le dimissioni ha risposto: non ho intenzione di dimettermi per quanto successo nei pressi del viadotto Scorciavacche…

Non ne avevamo dubbi…, però, debbo dire che per la prima volta mi si trova d’accordo…
Si perché credo, sia venuto il tempo di finirla d’incolpare sempre chi si trova in alto… di pensare come dice un detto nostro siciliano… “ca u pisci feti ra’ testa…”. 
In questo caso appunto… cosa centra infatti il Presidente… non è mica lui che soprassiede all’esecuzione dei lavori, come non è certamente lui che ne realizza la progettazione…
Il cedimento a pochi giorni dalla sua inaugurazione è ovviamente un fatto grave ed ha certamente poca importanza a cui oggi attribuire i costi dei ripristini… tanto ormai il danno è fatto!!!
Bisognava pensarci prima, già ancor prima dell’inizio stesso dei lavori!!!

L’errore principale è ben evidente agli addetti ai lavori e cioè che, il più delle volte, la stratigrafia litologica dei terreni indagati si presenta molto eterogenea, con una fitta alternanza di livelli limosi-sabbiosi-argillosi che rendono quindi molto problematica l’individuazione di porzioni di terreno di scavo omogenei, con parametri geo-tecnici compatibili per la realizzazione di rilevati stradali.
D’altronde, uno dei problemi che di solito avviene in questa tipologia dei lavori e che, i certificati di laboratorio ( che attestano ove i campioni, prelevati in sito a seguito dei carotaggi), risultano nella realtà molto spesso discordanti e ciò è dovuto principalmente, alla stratigrafia macroscopica del terreno ( che dovrebbe essere descritta nella relazione geologica ) a conferma della fitta alternanza dei vari livelli litologici.
Inoltre, negli elaborati di verifica per la stabilità, si riscontra che al terreno vengono assegnati parametri geo-tecnici teorici, ascrivibili ai terreni con caratteristiche geo-meccaniche migliori, mentre i valori determinati in laboratorio sui campioni prelevati in sito presentano, nella maggior parte dei casi, valori notevolmente più scadenti.
Da ciò si può dedurre che, se le analisi di stabilità fossero state elaborate con parametri geo-tecnici reali, probabilmente la metodologia progettuale, non avrebbe presentato, valori di coefficienti di sicurezza soddisfacenti e pertanto, quanto progettato, sarebbe stato ritenuto tecnicamente incompatibile o certamente avrebbe dovuto essere modificato, ovviamente  con un aggravio dei costi da sostenere…
Senz’altro, sarebbe stato opportuno quantomeno, da parte della D.L., pianificare gli scavi secondo un’accurata procedura di selezione e caratterizzazione dei terreni alla luce delle risultanze di laboratorio, ed inoltre, sarebbe stato doveroso implementare un piano di controlli del materiale scavato al fine di accertare la compatibilità dei parametri geo-tecnici con quelli di progetto, utilizzati per la verifica successiva di stabilità…

Comunque, ora si scopre, quanto avevo già preannunciato alcuni giorni fa e cioè, di come gli stessi tecnici della ditta ed in particolare quelli dell’Anas, fossero a conoscenza che il tratto di strada stava franando… ed è per questo motivo che ne è stata anticipata la chiusura..
L’inchiesta ora procederà su altri fronti, in particolare su quello della Procura di Termini Imerese, che intanto, ha già sequestrato l’area interessata e che potrebbe condurre ad individuare le responsabilità sia di chi ha progettato, che di quanti ne hanno eseguito e controllato i lavori.
Da quanto finora emerso, sembra che il danno sia quantificabile in €. 200.000 e che questi saranno totalmente a carico dell’impresa che ne ha eseguito l’opera…
Ma come sappiamo bene… cosa saranno alla fine quei pochi euro da pagare… quando si potrà usufruire di eventuali incrementi, che potranno giungere attraverso “Riserve“, “Perizie di variante“, “Quinto d’obbligo“, ecc…, tutte “specialissime” procedure, che hanno quale unico intento quello di rimodulare la contabilità finale dei lavori, con un concreto maggiore esborso di denaro pubblico, per lavori che oltre a non essere necessari, sono il più delle volte inefficaci ed inservibili…