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I beni confiscati??? Una cazz… poichè non vengono valorizzati, ma soltanto sfruttati dallo Stato!!!

Ho già scritto decine di post sulla mancata valorizzazione del patrimonio che in questi anni è stato confiscato alle mafie ed a quei soggetti legati alla criminalità organizzata…

Società, impianti, attrezzatture, cave, terreni, ville, macchine di lusso, conti correnti con diversi milioni di euro, per finire nelle tasche dei nostri burocrati… 

Già…da quanto abbiamo letto nelle varie inchieste giudiziarie, quest’immensa mole di beni è stata ahimè parimenti sfruttata in maniera “delinquenziale” da quegli soggetti (istituzionali) che erano stati preposti alla sua salvaguardia ma che nei fatti, si sono dimostrati non soltanto corrotti,  ma ahimè collusi con quel sistema mafioso e clientelare che puntava a sfruttare l’occasione, sì… per  favorire familiari, amici e anche colleghi professionisti, raccomandati anch’essi da taluni uffici della magistratura…

Un patrimonio che a causa della normativa vigente, ma soprattutto della mancanza di professionisti onesti e competenti, cui si sono sommate le abituali lungaggini burocratiche, ha evidenziato nel 99% dei casi il suo più totale fallimento!!!

Il sottoscritto ad esempio (a suo tempo dipendente di una di quelle imprese…) può esser preso ad esempio!!!

Già… dopo aver denunciato – durante un periodo di sequestro e successivamente di confisca – tutta una serie di truffe e raggiri che si stavano compiendo proprio sotto l’amministrazione controllata e soprattutto, dopo esser stato costretto a procedere – per recuperare parte delle proprie somme – all’istanza di fallimento (di quella società “interdetta”), beh… ancora oggi, a quasi cinque anni di distanza dall’evidenziato stato d’insolvenza che per l’appunto ha condotto al fallimento, si ritrova a dover attendere un curatore fallimentare che nel frattempo ha proceduto sì alle vendite, ma a tutt’oggi non ha provveduto a compensare noi creditori privilegiato: non mi resta che auspicando che nel contempo le somme incassate, non siano servite a pagar qualcos’altro (di cui comunque entro l’anno qualcuno – tra quegli organi competenti – mi dovrà riferire)!!!

Comunque, di una cosa sono certo: l’Agenzia per l’amministrazione dei beni confiscati è esattamente l’opposto di ciò che tutti noi crediamo!!! 

Sono comunque felice di sapere che anche un altro mio omonimo “Nicola” la pensi come il sottoscritto, già il procuratore nazionale Gratteri: “L’aggressione ai patrimoni di origine illecita è considerata nelle moderne legislazioni strumento di sicuro impatto nel contrasto alla criminalità organizzata. Se da un lato vi è la piena consapevolezza che strumento fondamentale per la lotta al crimine mafioso ed economico sia l’aggressione ai beni di provenienza illecita, solo in un tempo relativamente recente, si è compresa l’importanza di rimettere in un circuito legale tali proventi, una volta che lo Stato se ne sia appropriato definitivamente”.

Il magistrato spiega: “… l’agenzia nazionale preposta all’amministrazione diretta di tali beni e alla programmazione della loro futura destinazione presenta non poche criticità che di fatto hanno frustrato e frustrano l’obiettivo della sua istituzione. Basti pensare – continua – all’azzeramento per lo più automatico del valore economico dell’azienda e dei beni immobili, all’indomani dei provvedimenti di sequestro. La gestione dei beni confiscati attraverso le procedure e le modalità previste dalla normativa vigente non ha prodotto gli esiti sperati. L’importanza economica che ormai ha assunto il complessivo patrimonio sottratto al crimine e in particolare la sua componente aziendale impone di garantirne quantomeno la salvaguardia, se non la redditività “.

È evidente a chiunque quindi il danno d’immagine che ne è derivato!!!

Lo Stato infatti si è dimostrato totalmente incapace non solo di garantire un perfetto utilizzo di quei beni, ma addirittura si è dimostrato fallimentare nel provvedere anche soltanto alla loro conservazione…

Come dicevo, quando qualcuno elogia quei provvedimenti di sequestro e/o di confisca dice soltanto cazz… e se qualcuno di quei soggetti istituzionali si volesse raffrontare con il sottoscritto, beh… potrei far un elenco con centinaia (se non migliaia…) di esempi in cui lo Stato si è dimostrato attraverso quei suoi uomini/donne non soltanto fallimentare, ma ahimè fortemente colluso!!!

Ah… proposito, permettetemi nel frattempo di ricordare a tutti coloro che si occupano di monitorare quei beni confiscati che qualcosa – già… proprio sotto il loro naso – si sta compiendo!!!

Sì… un’importante mutamento sta avvenendo in quelle società (sì… a suo tempo sequestrate e confiscate), ma come ripeto assiduamente, le nostre Istituzioni sono talmente poco accorte e ancor meno tempestive nel riconoscere le trasformazioni in corso che purtroppo e per l’ennesima volta, vengono prese per il c…!!!

Ovviamente non sperate che questa volta giunga dal sottoscritto l’ennesima segnalazione, perché finito il tempo degli esposti: d’altronde ho la casa talmente piena che non saprei più dove collocarli!!! 

Ci sarà pure un modo per far si chè non si giunga sempre dopo anni (e aggiungerei tanti "danni"…) ai provvedimenti di sequestro e/o confisca???

Già… leggo costantemente (come peraltro ciascuno di voi…) delle indagini compiute dalle varie “Direzioni Investigativa Antimafia” e dei provvedimenti emessi dai vari Tribunali con i quali vengono disposti sequestri e/o confisce di patrimoni mobiliari e immobiliari a gruppi societari operanti nei più svariati settori imprenditoriali, ma ciò che non riesco a comprendere perché bisogna attendere anni e anni, quando basterebbe attendere la presentazione del primo bilancio nel quale viene evidenziata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria di quella Società con riferimento all’intero esercizio…  

Comprendere cioè in quali modi, taluni “anonimi” personaggi siano riusciti in pochi anni – senza evidenziare di possedere alcuna propria capacità talentuosa ad esempio a modello “Elon Musk” o anco più, non avendo alcun legame diretto con famiglie importanti e soprattutto ricchissime come ad esempio quella dei “Rothschild” –a diventare così milionari…

Viene spontaneo chiedersi, quali fattori hanno quindi determinato che questi individui siano riusciti ad arricchirsi? 

Certo può essere che la sorte abbia avuto un ruolo importante, già… più grande di quanto ci si aspettava, ad esempio si potrebbe aver vinto al superenalotto e invece di trasferirsi a Montecarlo e/o ai caraibi, preferibilmente nelle Antille Francesi per vivere in maniera lussuosa e agiata, si sia preferito sfruttare quel fortuna economica per investirla nella propria regione (con tutte le problematiche presenti che ben conosciamo…) oppure per far sì che si possa compiere qualcosa di caritatevole per i propri concittadini,  rendere così quel luogo di nascita, non solo migliore ma anche più giusto…

Ed allora perché attendere anni per scoprire quali intrecci siano stati compiuti per realizzate quelle attività (gestite solitamente dai propri familiari…) utilizzate come osserviamo nei settori esposti a maggior rischio di infiltrazione mafiosa – tanto da dover richiedere per poter operare quale requisito obbligatorio (attinente alla moralità dell’impresa) l’iscrizione in quella ben nota “white list“!!!

Ed allora permettetemi di riepologare; i clan delle organizzazione che comandano su una determinata regione e/o su un particolare territorio sono a conoscenza di tutti, si conoscono da sempre gli esponenti storici (e aggiungerei quanti loro “contrapposti”), i familiari, i parenti, gli affini, ma anche i nomi degli imprenditori affiliati, delle loro “teste di legno” che come si sa… si son prestati a quei rapporti fiduciari di collaborazione, ma si conoscono anche i professionisti esterni, già… gli stessi che in più una occasione si sono offerti in consulenze, solitamente per dare una mano allo svolgimento di quei traffici illeciti…

Ma la lista potrebbe continuare, già… inserendo una serie di soggetti che in maniera disgiunta e in quel precario equilibrio tra legalità e illegalità, opera (quando ufficialmente ingaggiati…) a far sì che quei loro clienti non vengano – causa accertamenti e/ ispezioni – danneggiati!!! 

Ed allora, senza volermi sostituire a molti miei amici – esperti contabili – posso dire comuque di possedere una minima conoscenza delle attuali normative fiscali e tributarie, tali da intuire ad una prima lettura dei bilanci societari (cui si sommano naturalmente i movimenti bancari e gestionali) a quali situazioni critiche essi sono carenti, mi riferisco a tutte quelle circostanze che vanno oltre l’ambito corretto della fiscalità e della gestione finanziaria…

Tra l’altro a conferma di quanto sopra, permettetemi di riallacciarmi ad una mio ultimo esposto presentato dopo un’attenta verifica gestionale, economica e patrimoniale, compiuta in un periodo di oltre tre anni; quest’ultimo ha difatti condotto gli investigatori della PG di Messina (di cui non posso che eloggiarne la professionalità…) a confermare quanto da me relazionato e soprattutto le indagini condotte hanno portato al rinvio a giudizio di quell’Amministratore, di cui a breve si attende l’ufficialità della sentenza!!! 

Comunque, tralasciando queste mie personali critiche, già… come ripeto spesso, l’importante – in un modo o in un altro – è giungere sempre ad una definzione della giustizia, sì… senza lasciare che tutto procedi per come in molti viceversa vorrebbero!!!

Alla ricerca di quei patrimoni finanziari mai ritrovati…

Dando seguito su quanto avevo riportato ieri a fine post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/le-famiglie-dei-mafiosi-nellattesa-di.html e cioè che difficilmente lo Stato sarebbe riuscito a  trovare il patrimonio finanziario delle famiglie mafiose, denaro che certamente a suo tempo è stato trasferito presso una banca di quei noti paradisi fiscali… 
Di oggi la notizia, che la figlia del “capo dei capi”, sia riuscita ad aprire un ristorante a Parigi!!!
Ristorante “Corleone by Lucia Riina“, un nome… una garanzia, che certamente oltre ai piatti tipicamente siciliani, trova in quel suo nome un’efficace pubblicità!!!
Siamo a Rue Daru, una strada accanto all’Arco di trionfo e al celebre Lido… e leggendo i vari commenti dei clienti sul web, sembra che oltre a risultare elegante, si mangi altrettanto bene…  
Certo, il sospetto viene che dietro quell’apertura vi siano i soldi di papà, però è altrettanto discutibile dover ogni qualvolta dare le colpe dei padri ai figli, come se quest’ultimi non possano avere di loro, capacita personali o professionali tali da permettergli di mostrare quel proprio ingegno…
Sicuramente nel far ciò – tutti i figli – (non mi riferisco ai soli figli dei mafiosi), devono saper evidenziare un concreto distacco da quel legame familiare, ma soprattutto devono evitare certi collegamenti, come anche mettere in risalto quel proprio cognome…
Perché così facendo, non si concretizza agli occhi di chi li osserva, quella necessaria separazione, bensì s’evidenzia una continuità con quel preciso legame…
Ed allora ecco partire le critiche, gli attacchi, la mobilitazione generale contro quel familiare che appositamente a voluto fare di quel nome, la propria bandiera…
Già, perché sarebbe bastato recarsi a Parigi (ancor meglio a Melbourne) in maniera anonima, chiamare semplicemente quel ristorante ad esempio “L’amico Italiano”, che certamente nessuno, già proprio nessuno si sarebbe accorto della sua presenza, e soprattutto non sarebbe finita in tutte le prime pagine… 
E’ dire che proprio il mimetizzarsi, aveva rappresentato una delle peculiarità del padre, che per l’appunto in più di vent’anni, aveva saputo rendersi latitante, con tutte le forze dell’ordine nel mondo che gli davano la caccia…
A volte per vivere liberi e senza clamori, basta veramente poco… 
Già, serve soltanto essere se stessi, senza dover essere l’immagine riflessa dei propri genitori!!!
Ho come l’impressione che forse in alcuni casi andrebbe rivisto quel film intitolato “Million Dollar Baby”… 
Vi ricordate il rapporto tra il vecchio pugile (allenatore) e la figlia “adottiva” Maggie Fitzgerald, destinata a diventare campionessa? 
Già… una delle più struggenti parabole della paternità del nostro tempo: sul valore di ciò che si trasmette alle giovani generazioni, sulla ricerca di un equilibrio tra eccessiva paura e troppo coraggio!!!

Caccia al patrimonio dei boss mafiosi…

Per colpire la mafia e in particolare i suoi associati, bisogna aggredire i patrimoni accumulati…

Quanto sopra, è ben a conoscenza delle Direzioni Investigative Antimafia e rappresenta perfettamente, quanto il giudice Falcone aveva a suo tempo individuato, proprio in una delle principali cause della eccezionale pericolosità di “cosa nostra”; quella cioè dell’enormi ricchezze di cui l’associazione mafiosa disponeva, ma su cui viceversa, vedeva “il vero tallone di Achille a causa delle tracce che lasciano dietro di se i grandi movimenti di denaro connessi alle attività criminali più lucrose…“.
Se si vuole colpire sul serio la mafia con l’obiettivo di debellarla, bisogna aggredire la fonte del suo potere, e cioè quegli immensi patrimoni accumulati illegalmente…
Del resto, diceva l’ex magistrato Antonio Ingroia: questa è la maniera più efficace per combattere anche gli altri due morbi che avvelenano la nostra economia: la corruzione e l’evasione fiscale!!! 
“Spesso (diceva Ingroia…), va a finire che, attraverso qualche prestanome, sono gli stessi mafiosi a riprendersi, per quattro soldi, i beni che gli erano stati confiscati”…
Certamente… una cosa sono le indagini sui patrimoni mafiosi e sul loro riciclaggio… un’altra cosa è la gestione di quel provvedimento di prevenzione, che dovrebbe sottrarre definitivamente il bene al circuito economico di origine, per inserirlo in un altro, esente di condizionamenti criminali che caratterizzano il primo…
In un intervista concessa al quotidiano Giornale di Sicilia, il ministro Alfano  ha dichiarato: ” Per quello che ci riguarda, non ci distraiamo un attimo, seguendo la strada maestra: prendere i latitanti, sottrarre i patrimoni accumulati illecitamente, sostenere e dare coraggio a chi denuncia “…
Sono belle parole, quanto poi ci si riesca in quelle iniziative è tutt’altra cosa, in particolare credo che si è molto lontani nel “saper sostenere e dare coraggio a chi denuncia”.
Vorrei anzi aggiungere che quanto avviene (come direbbe un caro amico comune ingegnere d’Agrigento…) “di fatto e di diritto” è tutt’altra situazione, perché alla fine chi denuncia, da soltanto fastidio!!! 
Ritornando quindi su quanto sopra… aggredire i patrimoni mafiosi, significa per quegli “uomini d’onore”, perdere di prestigio nel loro stesso ambiente, perché li si priva di uno strumento di condizionamento fondamentale della realtà che li circonda, ancor più nella nostra regione… caratterizzata spesso da condizioni di arretratezza economica e culturale.
Ma per fare questo servono magistrati coraggiosi… e quelli che ci hanno provato sono purtroppo morti!!!
Come dimenticare Rocco Chinnici che fu tra i primi ad avvertire la necessità di aggredire i patrimoni dei boss; tra i primi a capire quanto fosse importante che i magistrati condividessero le esperienze accumulate sul campo e lavorassero in pool contro Cosa Nostra; ma soprattutto fu tra i primi a rivolgersi alle nuove generazioni con i suoi consueti incontri nelle scuole per parlare di mafia. 
Per tutte queste ragioni Rocco Chinnici fu un innovatore ma ciò gli costò la vita… 
La verità è che la legalità passa attraverso lo sviluppo di leggi efficaci!!!
A dirlo è stato – durante il convegno su “Obiettivo legalità” – il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, che ha dichiarato: “aspettiamo con ansia le modifiche al codice antimafia, strumento indispensabile per individuare e aggredire i patrimoni mafiosi, e quelle della giustizia penale, al vaglio del parlamento. L’epoca delle riforme si è aperta, ma sarebbe auspicabile in tempi ragionevoli”… 
La corruzione percepita nel nostro paese è vasta… 
Sì, sono stati fatti progressi enormi nelle azioni di contrasto, eppure la previsione del giudice Falcone, secondo cui le mafie hanno un inizio e una fine, sembra allontanarsi all’infinito, di fronte all’evoluzione delle organizzazioni criminali che sfruttano la vulnerabilità delle istituzioni pubbliche esposte alle infiltrazioni attraverso meccanismi corruttivi-collusivi, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, la globalizzazione dei mercati e l’asimmetria dei regolamenti dei governi dei diversi paesi
Perché lo Stato, può vincere solo, se l’azione di contrasto diventa una priorità dell’azione politica… 
È una sfida titanica, ma indispensabile: perché può esistere soltanto un’antimafia che è quella dell’impegno quotidiano… che ognuno di noi deve mettere per ricordare e trasmettere i valori della legalità!!!

Il "modello Catania"…

Se vi collegate al link:
http://www1.interno.gov.it/dip_ps/dia/page/relazioni_semestrali.html – troverete un interessante elenco di relazioni della DIA che vanno dal 1998 al I semestre del 2015…
Non consiglio di leggerle tutte, ma se ci provate, scoprirete come da quelle relazioni, venga rappresentata un analisi chiara di come in questi anni, si sia evoluta l’attività finanziaria ed economica di “cosa-nostra” e di come quest’ultima abbia suddiviso il territorio dell’isola, tra quanti ne fanno direttamente parte in qualità di affiliati…
E’ una mappatura accurata e scrupolosa, dove si comprendono e s’individuabili tutte le metodologie adottate, affinché si concretizzino quei poteri di dominio, necessari per attuare i ben noti “proficui” interessi…
Per ben comprendere questa associazione “mafiosa”, da altre anch’esse criminali, dobbiamo inquadrare questa in modo differente, in quanto coloro che ne fanno parte, si avvalgono non soltanto della forza d’intimidazione, ma da uno stretto legame associativo (possa essere questo familiare o non) e da quel vincolo di assoggettamento, espresso da regole di omertà che ne fanno un dettame imposto e inequivocabile!
Quanto sopra espresso è indispensabile affinché quella capacità di prevaricazione e di dominio possa esplicarsi, metodi e abusi quasi sempre accompagnati da gesti intimidatori o da cruenti delitti, affinché si possa imporre in modo diretta o indiretta, la gestione o comunque il controllo di quel territorio…

Per la mafia è fondamentale infatti essere presente sul territorio, monitorare le attività economiche, richiedere attraverso proprie imprese (o affiliate) quelle necessarie concessioni o autorizzazioni per l’esecuzione di appalti e servizi pubblici, procedure che hanno come fine, quello – non solo – di realizzare introiti (profitti ingiusti per sé o per l’associazione), ma soprattutto impedire o per meglio dire “ostacolare” quel mercato di libera concorrenza, che esprime di fatto, quel voler condizionare a tutti i costi la libertà civile, limitando quell’autonomia culturale, manifestata attraverso la  libertà d’espressione in particolare di voto, che attraverso cosa-nostra viene influenzata con la raccolta dei voti delle consultazioni elettorali, per barattarli ai consueti politici collusi…
La capacità di controllo è rilevante, non solo per la forza militare che possiede, ma soprattutto per quella economica-politico-amministrativa…
L’organigramma è ben definito ed i mandamenti sono suddivisi e amministrati affinché non ci siano interconnessioni e a ognuno è data la gestione di quel territorio, in modo tale che l’organizzazione benefici di quella parte a loro concessa …
Leggo dei risultati messi a segno in questi anni… certamente considerevoli sul piano del contrasto e sotto il profilo degli arresti e delle condanne…
Ma voler parlare di “forza” dello Stato, ecco questo mi sembra ancora un passo lontano dalla realtà…
Perché ciò che non viene detto è che questa lotta nel campo pratico ottiene sì benefici immediati, ma non certamente sul lungo termine, poiché è dimostrato che “recisi” alcune di quei tentacoli, tra affiliati o beni confiscati, ci si accorge come dopo poco tempo -ripristinate le gerarchie- tutto continua in maniera identica…
Sento dire dei patrimoni confiscati, ma se si analizzano realmente quei beni, ci si accorge come quei valori sono di fatto… sovradimensionati!!!
Il più delle volte i provvedimenti volti alla confisca, relativi alle proprietà immobiliari e/o mobiliari, dimostrano come quest’ultime sono nella reale, non nella disponibilità della persona e/o della società a cui sono state sottratte dal provvedimento giudiziario, bensì, risultano essere di fatto di proprietà di Banche o di società di leasing oppure, essere state affittate e/o noleggiate da terzi e che ora, non trovando riscontro con i pagamenti concordati, ne richiedono la restituzione dei beni…    
Quindi alla fine, se si quantificano realmente i beni confiscati, ci si accorge che ciò che resta è molto inferiore a quei numeri tanto proclamati…
Inoltre, bisogna aggiungere i problemi relativi a quella stessa gestione amministrata, dalle problematiche emerse in questi anni evidenti a tutti (e non mi sento di ripeterle…) che hanno evidenziato (vedasi per esempio… la gestione dei beni confiscati presso il tribunale di Palermo) lacune vergognose e soprattutto preoccupanti!!!
Quindi non esistono centinaia di milioni di euro sottratti alle mafie… ma certamente alcune migliaia, beni confiscati quasi sempre inutilizzabili o ancora lasciati nelle disponibilità di coloro a cui erano stati sottratti…
Comprendo che si vuole mostrare un realtà diversa da quello che è… cercando in ogni modo, di promuovere se stessi con “coccarde” colorate a dimostrazione dei meriti sul lavoro finora svolto, affinché queste “capacità” possano concretizzare in breve, con una probabile promozione…
Ma pensare soltanto di essere giunti ad una fase di “equilibrio” nella lotta, mi sembra un concetto molto “ottimistico” e poco realistico, in virtù di quanto giornalmente assistiamo, in particolare a quei livelli ancora alti ed in tutti i settori, per quanto concerne, corruzione, concussione, istigazione, ecc..
Non dimentichiamoci che a breve ci saranno le elezioni regionali e che intorno a quel periodo, avremmo modo di valutare l’aumento esponenziale del malaffare…
Mi dispiace sentire ancora oggi da siciliano (dopo aver vissuto sulla nostra pelle il periodo delle stragi…) quella odiosa “sensazione” che forse questa mafia, fa ancora comodo a tutti…
Sia a quanti appartengono al mondo delle Istituzioni, quell’apparato considerevole che tra uomini e donne, ha quale obbiettivo quello di doverla contrastare (e quindi gestire…) e quanti di contro (appartenenti ad un’altra grossa fetta di questa società) costituiscono quei colletti bianchi (o grigi a seconda di come li s’intende…), amministratori, politici, imprenditori, operatori finanziari e quant’altro, che proprio da quel sistema, riceve i maggiori benefici in risorse finanziarie e soprattutto umane attraverso i consensi elettorali…
Sono profondamente Siciliano, ma soprattutto voglio sentirmi intimamente ottimista, perché mi è impossibile credere di non vedere un giorno questa mia terra libera, da questo “dannato cancro“…
Ma per favore… nell’ascoltare questa vostra generale soddisfazione, non chiedetemi ugualmente di mettere negli occhi… le fette di prosciutto!!!

Redditometro…


E’ bello vedere come in Italia, non sapendo cosa fare, ci si inventa una nuova professione…, già quella di cacciatore d’evasori…

Ed allora, viene dato incarico di realizzare un software per la stima di coerenze, che valuta  tutto, in base ai dati imputati, che ovviamente debbono essere obbligatoriamente immessi…
Ora provandolo, per capirne così il funzionamento, ho pensato che questo software ha una valenza soltanto indicativa, e poi mi chiedevo, se i cosiddetti evasori, studiandolo, non trovino con il tempo anche il modo di eluderlo…, come ben sappiamo, in questo noi italiani siamo specialisti…

Infatti, nessun controllo diretto viene svolto da questi soggetti, ma il tutto è basato sulla presunzione di dati inviati all’Agenzia delle Entrate, da parte di consulenti professionisti, ben remunerati e capaci di trovare quegli escamotage, tali da mettere in difficoltà anche gli eventuali accertatori…

E quindi, alla fine questo sistema non fa altro che, controllare i redditi dei poveri cittadini, mentre niente viene fatto per colpire quei redditi alti e quei patrimoni milionari…

Una politica svolta, a favore dei cosiddetti potenti a discapito dei soliti fessi…, un controllo che non punisce, ma semplicemente perdona con semplici multe irrisorie…
Si potrebbe in maniera molto semplice, combattere l’evasione, permettendo ad ogni cittadino di scaricare i costi sostenuti giornalmente, dal semplice scontrino ( quasi mai preso ) alla fattura che di solito ( nelle prestazioni con professionisti… ), non viene quasi mai emessa e quando prodotta, fa lievitare di un buon 30% l’importo stesso…
Ecco basterebbe questo, per creare un database certo, su gran parte di quelle movimentazioni economiche che vengono in particolare incassate per contanti e che alla fine possono essere paragonate alle dichiarazioni dei redditi prodotte…

Questo strumento, invece stima il reddito presunto di un contribuente, sulla base delle spese che questi ha effettuato e calcolate dall’Agenzia delle entrate in base a indici ed a rilevazioni effettuate direttamente…
Ma è evidente, che basterà dichiarare meno spese, che in automatico, potrà essere ridotto anche il reddito effettivamente realizzato, con uno presunto, tale che ne giustifichi così lo scostamento e quindi dimostrando che ciò che si vuole colpire è principalmente le piccole evasioni giornaliere… e poi ancora, come viene messo quanto sopra, in relazione con il reale reddito incassato e non dichiarato…, non perché si voglia tentare di evadere, ma bensì perché ricavato da concessioni, come quelle date dai propri genitori o parenti, date quasi sempre in contanti…

I primi accertamenti cominceranno con quelle solite povere ed ormai quasi al crollo… famiglie, in cui il rapporto tra reddito e spese è stato ritenuto incoerente, limite fissato intorno al 20%…
Mi chiedevo quindi, ma perché non guardare cosa accade nel mondo, quali politiche di controllo vengono adottate, quali misure vengono prese per contrastare l’evasione, quali opportunità date al cittadino che collabora e via discorrendo…, ecco ci sarebbe tanta da fare e da dire, basterebbe usare un po’ più di riflessione, per poter risolvere problemi difficili in maniera semplice…, ma noi e soprattutto coloro che ci governano, sono come si dice, più bravi a ribaltarle e complicarle queste situazioni, rendendo vano quanto invece si sarebbe potuto fare…