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E’ solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti la stessa fine fanno!!!

Che vi sia di fatto una forma di infiltrazione massonica nelle organizzazioni criminali è certo, ma soprattutto è quanto si ottenuto da una pluralità di risultanze che vanno dalle audizioni alle acquisizioni documentali… 

Sì è visto più volte come il tema del rapporto tra mafia e massoneria, soprattutto in Sicilia e Calabria, affiori in modo ricorrente in molte inchieste giudiziarie, con una intensificazione nei tempi più recenti, sia in connessione con vicende criminali tipicamente mafiose, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione.
In tale prospettiva, si è accertato come vi sia stato un vero e proprio cambiamento nelle attività mafiose, in particolare sul loro nuovo modo di agire totalmente diverso dal periodo corleonese, difatti l’ordine demandato da parte della “Commissione mafiosa” è quello di utilizzare modalità più collusive/corruttive e quindi meno violente, ma che si dimostrano certamente più inclusive di una pluralità di soggetti all’interno della gestione degli affari, attraverso accordi di cui si fa garante il consenso e le relazioni di cui gode e a cui conferisce forza per il tramite della propria “riserva di capitale”.
Di tali accordi corruttivi in cui sono presenti esponenti mafiosi si rinviene traccia ormai in tutte le indagini dei nuovi affiliati, in cui si è visto sono confluiti soggetti dell’impresa, della politica, dell’amministrazione e ovviamente di quelle famiglie legate alle organizzazioni mafiose.

E’ evidente come le infiltrazioni mafiose all’interno di quelle logge massoniche servano a essa per interloquire con molti soggetti istituzionali coinvolti nella politiche e nella gestione degli interessi territoriali in Sicilia e Calabria. 

In tal senso si può affermare che l’associazione mafiosa controlla gestisce e soprattutto verifica quanto accade nel territorio, in particolare regola i rapporti solidaristici volti all’acquisizione del consenso degli associati e della società civile. 
L’imprenditoria, ad esempio, non è più vessata dall’imposizione del pizzo ma viceversa riceve ora un sostegno economico in cambio della titolarità di un parte delle quote di quelle imprese ed è grazie a questo solidale accordo che oggi vediamo molte imprese crescere il proprio volume d’affari a dismisura, merito di quei vantaggi ottenuti nella contrattazione con la pubblica amministrazione, mi riferisco ai numerosi appalti aggiudicati, meccanismi che di fatto finiscono per avvantaggiare e rafforzare non solo l’impresa “affiliata” ma soprattutto quell’associazione mafiosa. 

D’altronde basti osservare a riguardo i numerosi procedimenti penali sui condizionamenti degli appalti dove si evince, ancora una volta, l’assoggettamento dei pubblici interessi a quelli di cosa nostra ed ovviamente del suo capo (da anni latitante e soprattutto vivo, a differenza di quanti tentano di smentire costantemente con notizie fuorvianti…) Matteo Messina Denaro, che dimostra essere ancora al centro di tutte le dinamiche mafiose non solo della  Provincia di Trapani, ma di tutta la Sicilia!!!

Bisogna ripartire quindi dai numeri… dalla crescita esponenziale che certe società hanno avuto in questi anni, riesaminare i loro referenti, la maggior parte di essi vere e proprie “teste di legno” di quel sistema criminale e corrotto, osservare il potere economico raggiunto in pochi anni attraverso attività di sperequazione che hanno portato di fatto a raggiungere livelli non possibili – in così breve tempo – attraverso il semplice lavoro onesto… 
Si sa come hanno fatto, non ci vuole mica un genio per capirlo e debbo dire che mi consola sapere che da cittadino anche altri sanno di quella notevole crescita e sono gli stessi che provano ogni giorno a contrastarne le attività di quel sistema criminale ed illegale…
Ma d’altronde è solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti alla fine, fanno la stessa fine!!!

Come avevo previsto, ecco i primi "gilet" di protesta del nostro Paese!!!

L’unica differenza con quelli francesi è il colore… dal giallo all’arancione!!!
A protestare sono gli agricoltori della Puglia, in particolare i rappresentanti delle organizzazioni di categoria Cia, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative, Agci, che ieri sono per le strade di Bari in segno di protesta, indossando i “gilet” arancioni’ e dichiarando lo stato di agitazione…
I problemi sono quelli a difesa del settore, tra cui i danni provocati dalle gelate, l’emergenza xylella e la gestione delle misure del programma di sviluppo rurale…
I rappresentanti pugliesi del mondo rurale, hanno scelto per la protesta d’indossare dei gilet simili a quelli gialli utilizzati per le proteste in Francia, come simbolo della lotta a difesa del settore…
Per il momento non si tratta di una vera e propria occupazione, sono lì in attesa di risposte dal Ministero e fintanto che non le riceveranno, resteranno in piazza…
Il motivo d’aver scelto il colore arancione è da ricercarsi con l’uso che solitamente si ha nei casi di allerta meteo e proprio l’agricoltura – non solo quella pugliese – soffre più di altre categorie i cambiamenti climatici, ma soprattutto evidenzia un territorio disastrato che non garantisce, non solo alcuna salvaguardia per i cittadini, ma crea gravi alle infrastrutture pubbliche (strade, linee ferroviarie, elettriche, sistema idrico) a cui sommano ingenti danni a tutte quelle attività economiche e produttive, per un settore quello dell’agricoltura, trainante dell’economia di quella regione…
Certo siamo soltanto all’inizio e per fortuna la contestazione risulta essere contenuta…
Ma come la storia insegna, vi sono delle circostanze “anomale” che si sa come iniziano, ma non si sa mai come finiscono!!!
Speriamo che questa, non sia una di quelle…

Mare "Vostrum"… Euri "Nostrum"!!!

C’è qualcosa che non riesco a comprendere…
Tento di ricapitolare quanto accaduto in questi mesi…
Di sicuro c’è un mare… ci sono degli Stati interessati… come l’Italia, ci sono altri Stati a cui non interessa restare coinvolti con il problema degli immigrati (Malta e Tunisia), c’è poi uno Stato… la Libia, da cui salpano quei disperati migranti, seguono le nostre forze militari e per ultime… (ma non certo per importanza…) vi sono le organizzazioni umanitarie….
Mi chiedevo ieri, in quali modi queste organizzazioni si sostengono???
Considerato che per effettuare tutti quei numerosi salvataggi, si hanno necessità di grosse somme di denaro, dove prendono queste Ong tali somme, per pagare quei costi?
Perché percorrere quasi 200 miglia, per raccogliere coloro che stanno fuggendo da quei loro paesi di provenienza, quando li si potrebbe attendere vicino alle nostre acque territoriali???
Se esaminiamo ad esempio le sole spese sostenute (che d’altronde conosciamo perfettamente) della nostra marina militare, potremmo comprendere per equivalenza, la disponibilità finanziaria, che occorrerebbe a queste Ong, per sostenersi…
Ed allora, allontaniamo per un momento qualsivoglia preconcetto di collaborazione tra scafisti e Ong, prendiamo ad esaminare esclusivamente i dati e cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo e cosa si sta facendo, per limitare quel traffico di esseri umani…
Partiamo innanzitutto da alcune considerazioni;
Salvare vite umane, significa individuare tutte quelle imbarcazioni che stanno trasportando (illegalmente…) quei migranti verso il nostro paese…
Come ben sapete, molte di queste organizzazioni operano in acque non territoriali, cioè di fatto internazionali, ed è per questo motivo, che il nostro Stato non può intervenire…
Le stesse organizzazioni inoltre(è stato dimostrato), si spingerebbero frequentemente entro le acque territoriali dello stato libico, quasi fin sotto le proprie coste e questa circostanza determina alcune semplici domande…
Perché li si va a prendere fin laggiù, per accompagnarli all’interno delle nostre acque territoriali???
Sembra quasi che queste organizzazioni, siano esattamente a conoscenza delle coordinate ove si troveranno quei gommoni dei migranti in quei giorni prestabiliti; d’altronde molte di queste imbarcazioni di salvataggio, essendo provviste delle più recenti tecnologie satellitari, sono capaci di comprendere, in quale parte del mare, stanno per giungere quei gommoni…
Inoltre, per molti di essi è emerso che durante quei salvataggi, chiudono i propri transponder, per non far individuare a nessuno la propria posizione, riaccendendoli successivamente, solo dopo aver raccolto le barche dei migranti… 
Era difatti abitudine, alcuni anni fa, di chiamare i soccorsi tramite i telefoni satellitare… ora questa consuetudine è del tutto sparita, di contro, gli interventi compiuti da queste Ong, sono aumentati del 50%… 
Oltre a ciò, sembrerebbe che il numero degli incidenti sia sceso in maniera progressiva e ciò è dovuto principalmente da quando… sono intervenute le navi di soccorso delle Ong, le quali “stranamente” però, non inviano per tempo, ne le proprie posizioni, ne quelle relative i luoghi di recupero…
E’ naturale che questa criptica situazione è divenuta, per tutti quei migranti, quasi una forma di assicurazione, che fa sì da indurre molti di loro, a intraprendere quella traversata, non più vista come pericolosa, ma  bensì agevolata, grazie a queste organizzazioni umanitaria, che garantiscono con la loro presenza, la certezza che tutto andrà per il meglio e senza intoppi…
Qualcosa sta certamente sfuggendo e forse quanto compiuto dalla nostra Procura etnea (l’unica che ha competenza giuridica su quel tratto di mare), ha messo in evidenza il reale problema, che è quello di scoprire quali intenzioni ha… chi sta dietro queste Ong, verificando  se dietro quelle azione umanitaria, non si celi come sempre quella vera motivazione, cioè il profitto…
Così facendo infatti, si è data all’opinione pubblica l’impressione che, con quei modi di operare all’interno delle acque territoriali libiche, queste Ong, stiano incoraggiano sempre più, quel traffico di esseri umani verso il nostro paese… certi ormai, di poter attraversare (in tutti i sensi), wuel mare ora “sicuro“!!! 
Per cui tralasciando il polverone politico, le critiche compiute, le interrogazioni formulate e tutte quelle discussioni sterili e inconcludenti riportate dalla maggior parte dei media, ciò che nessuno vuole comprendere è che prima di tutto… non vi è il salvataggio delle vite umane (come molti ipocritamente vanno dichiarando…), ma ciò che conta è il contrasto a quel sistema criminale, che fa in modo (per ogni viaggio), di creare un business milionario… sulla vita di quei poveri disperati!!!
Voler intervenire a monte del problema (facendo in modo da scoraggiare quegli stessi migranti, obbligandoli ove possibile, a farli restare in Libia), significherà non soltanto eliminare il problema dell’immigrazione, ma contrastarne quel sistema finanziario e criminale, che tenta sotto la parvenza di assistenza e soccorso, di poter beneficiare di una parte consistente dei fondi stanziati (circa 2,5 miliardi di euro) dalla Comunità Europea, di cui la fetta più rilevante (strano a dirlo…), è proprio riservata al nostro paese!!!

Il mondo di mezzo: tra mafie e antimafie…

Ieri, 30 settembre alle 19,30, al Salone Loyola (Parrocchia SS. Crocifisso dei Miracoli di Via Enrico Pantano 42 a Catania) si è tenuta una conferenza sul tema di cui in oggetto, tenuta dal Prof. Antonio La Spina.

Bisogna dare un plauso a Padre Gianni Notari, che, attraverso questi incontri, cerca di dare un importante contributo morale al rinnovamento delle coscienze civili… 
Difatti, la questione morale rappresenta oggi, uno dei tratti più significativi sul terreno della lotta alla mafia, che vede ancora la presenza di forti riserve culturali e di esitazioni politiche, difficoltà nel rinnovamento di quelle vecchie classi dirigenti e da quel ricercato sostegno clientelare, da cui siamo totalmente sommersi…
Ma soprattutto manca un’alternativa incapace di riuscire a restituire quel diritto democratico proprio dei suoi concittadini, un sistema quest’ultimo, che preferisce andare a braccetto con quel mondo del malaffare, collusivo e corruttivo, che permette a quel ceto di comando, di prendere le redini della cosa pubblica!!!
Il raffronto del Prof. La Spina è perfetto: esistono tre mondi suddivisi in sotto-mondo, sovra-mondo e mondo di mezzo… 
Ognuno di quei mondi si muove in sintonia con i propri affiliati, quasi fossero di fatto una vera e propria organizzazione professionale; ognuna di esse è sorretta da dei veri e propri codici, quasi fossero deontologici, con specialità, abilità e conoscenza…
Esiste tra esse un confine di separazione… ma vi è la possibilità in taluni casi, che esse, entrino in contatto tra loro, per mettere in comune quanto necessario, affinché si concretizzino le necessità di ognuno di quei mondi…
C’è un mondo di mezzo che partecipa a seconda delle circostanze con i due mondi, quello di sopra e quello di sotto… 
Nel suo libro riporta tutto l’universo delle mafie è dei fenomeni che la contraddistinguono… si passa da Cosa-nostra alla Camorre, dalla ‘Ndrangheta agli Stiddari fino a quelli della Sacra Corona Unita… per giungere a entità completamente nuove come “Mafia capitale”….
Ma la lotta alla mafia passa anche attraverso “l’antimafia”, quella vera e sana, quella realizzata dalle associazioni che direttamente sul campo, fanno sì, di dare un grande contributo a quella lotta…
Perché si sa che esiste un’antimafia istituzionale e soprattutto un’antimafia autentica sociale, ma sappiamo bene che da qualche tempo, vi è la presenza di un’antimafìa “apparente”, che camuffata da personaggi “paladini della legalità”, operano falsamente, affinché s’innescano ingannevoli condizioni che permettono di creare, confusioni ed instabilità, nell’operato delle forze istituzionali…
Sono personaggi che operano in quel mondo di mezzo… colletti bianchi che, pur mantenendo sottobanco un rapporto organico con i sodalizi mafiosi, aderiscono ufficialmente o costituiscono di fatto una nuova associazione antimafia… dedicata all’opera di una vittima di mafia… 
Conoscere dal di dentro le dinamiche organizzative della mafia, permetterà a tutti noi di combatterla ed eliminarla definitivamente…
Come diceva il giudice Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine…”.
Noi tutti però, non siamo più nelle condizioni di potere attendere che quel fenomeno giunga da solo alla propria fine!!!
Dobbiamo unire tutte le forze e l’energie, affinché si giunga a quella unione necessaria, per dare un colpo decisivo a quei mondi, criminali, clientelari e associativi…
Faccio quindi un appello a tutte quelle persone perbene presenti (ed anche assenti al convegno…), ma soprattutto rivolgo questo mio appello alle associazioni tutte di legalità… ai loro rappresentanti, che con passione e dedizione, fanno sì che questa nostra terra possa essere migliore – non un giorno – ma sin d’ora…
Ringrazio quindi, quanti ho avuto il piacere di conoscere, in particolare l’Associazione Anti-racket “A.S.I.A.” attraverso il suo Presidente, Dott. Salvatore Campo; l’Associazione antiestorsione di Catania “Libero Grassi” che vede il presidente Linda Russo Zangara e tutti i suoi volontari nella quotidiana battaglia contro il pizzo; dell’Associazione “Giustizia e Pace” dedicata ai due magistrati uccisi dalla mafia, Antonino Saetta(assassinato insieme al figlio nel 1988) e Rosario Livatino (freddato nel 1990), rappresentata da Ugo Tomaselli.
Colgo l’occasione infine per salutare coloro che, quotidianamente, con il proprio impegno, si sacrificano con dedizione affinché, legalità e giustizia, abbiano a radicarsi nella società attuale… mi riferisco a Nicola Grassi, Romj Crocitti Bellanti, Mirko Viola, Antonello Costanzo, ed anche gli amici Alfio Grassi e Maria Anselmi (la quale, mi ha gentilmente concesso di pubblicare in copertina la sua foto…).
Sono in molti ad aver sacrificato se stessi perché animati dal desiderio di rivalsa contro qualunque forma di criminalità organizzata: perché si sa… il bene trionferà e la legalità vincerà la sua battaglia!!!

Sindacati…sempre a lottare per i lavoratori… o quasi???

Quando in Inghilterra si formarono le prime forme di associazione dei lavoratori le cosiddette Trade Unions, queste rappresentavano le prime vere forme di rappresentanza sindacale, con lo scopo di rendere più sopportabili le condizioni di vita dei lavoratori nelle fabbriche…
Ci fu poi un momento, in cui questi, cominciarono a organizzarsi diventando forza politica e questa separazione incrinò l’aspetto positivo, per le quali erano state create e scemando quindi in organismi di raccolta voti, da girare ai propri partiti di appartenenza… 
Ecco quindi che nascono le lotte sindacali, dove la mancanza di unione, determina confusione e vantaggi per alcuni a scapito di altri, ed ancora questi grossi gruppi, vengono a suddividersi ulteriormente con nuove sigle minori, ma che non fanno altro che creare ancora meno peso, da poter barattare con le grandi industrie e soprattutto con la politica…
Da noi ormai i sindacati non contano nulla, solo e soltanto quando vedono cominciare a tremare il loro immobilismo, ecco che allora si fanno sentire, sperano di poter mediare, per qualche elemosina da raccogliere, dal Presidente di turno, e quando non ottengono quanto loro desiderano, allora parlano di bloccare tutto e scioperi ovunque…
Ma lo sciopero bisogna farlo quando è giusto farlo, quando ci si accorge che le regole non vengono rispettate, quando non esiste equità, quando le diseguaglianze sono evidenti, quando il lavoro manca, quando coloro a cui avete richiesto l’iscrizione, la bella tessera, il fondo di previdenza ( chissà dove è stato investito e se oggi è rimasto qualcosa…), ecco allora eravate ben presenti e poi… vi siete dimenticati…,  dimenticati di tutti, parlate, parlate tanto, ma fatti se ne sono visti pochi anzi niente… le vostre mediazioni hanno portato i dipendenti ad essere licenziati come birilli…, carne da macello!!!
Ora che siamo dentro una crisi, di cui anche Voi siete responsabili, ora che ci viene presentato il conto, queste riforme umilianti, vergognose, avvilente, imbarazzante e mortificante, cosa fate, discutete a chi proporre le vostre posizioni, sperate di essere ricevuti per poter chiedere un leggero ritocco, tanto per far capire che siete presenti, che non siete statuine da spostare in una scacchiera, lontani dalla realtà che ormai vi è fuggita di mano…
A me non interessa  quale sindacato si muoverà per primo, non interessa a quale colore appartiene, ma se questo fa gli interessi di noi cittadini, allora state certi che io farò la mia parte… e sarò lì presente…
Non vi illudete che ora grazie al ” professore “, ( perdoni le lettere minuscole… ) la nostra nazione raggiungerà come per magia, un salto economico inimmaginabile, ( qualcuno già gode per lo spread sceso ieri sotto i 400 punti…) è tutta una illusione, vedrete che coloro che oggi festeggiano, nascondono la reale situazione per evitare di fare crescere il panico tra i cittadini…
Il tempo dirà, chi aveva ragione e chi no…, io spero sempre di sbagliarmi!!!

Amnesty international… è sono 50!!!

Amnesty International ha compito cinquant’anni…
Per chi non lo sapesse, è un’Organizzazione non governativa indipendente e rappresenta il più grande movimento globale difensore dei diritti umani, si riconosce nei principi della solidarietà internazionale. L’associazione fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, iniziò lanciando una campagna per l’amnistia dei prigionieri di coscienza. 
Sono più di un milione le persone che condividono la stessa concezione dei diritti umani in tutto il mondo e che hanno la possibilità di agire rapidamente ed efficacemente sin dal momento in cui ad Amnesty perviene notizia di abusi che, rientrano nella sua missione. 
Queste persone lottano per i diritti umani in modi diversi. Ci sono i soci iscritti all’organizzazione e si uniscono ai gruppi e partecipano alle campagne. I donatori sostengono questo lavoro con contributi finanziari, ed infine molte persone assistono il movimento anche soltanto firmando una petizione di Amnesty International a un tavolino.
In questi anni, Amnesty ha messo a punto nella lotta contro le violazioni dei diritti umani, la cosiddetta ” campagna internazionale “; questa è una delle più impegnative. in particolare, una campagna su un paese o su un tema coinvolge a tutti i livelli il movimento e prevede l’utilizzo delle più diverse tecniche per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la pressione verso i governi violatori: vengono inviati appelli, sono contattate le ambasciate, vengono organizzati eventi pubblici, ed infine si svolgono attività di lobby presso i governi e le organizzazioni internazionali.
Il lavoro di Amnesty per i singoli casi di vittime di violazioni dei diritti umani rimane il cuore delle attività dell’intero movimento, di tutti gli attivisti nel mondo, attraverso gli appelli, le lettere e la pressione costante sui governi responsabili.
Il socio singolo può partecipare anche agli appelli, inviando lettere per contribuire alla pressione internazionale esercitata dal movimento su casi specifici, attraverso migliaia di cartoline, telegrammi, lettere, fax, messaggi di posta elettronica creano intorno ai casi una visibilità e un interesse che mettono in seria difficoltà i governi. 
La dimostrazione è data dai molti prigionieri liberati grazie ad Amnesty!!!
Nel 73′ è nata la tecnica delle azioni urgenti, cioè quando è fondamentale agire immediatamente. 
E’ stata infatti ideata per contrastare l’uso sistematico della tortura, che spesso si concentra nei primi momenti dopo l’arresto, quando è necessario intervenire in tempi rapidissimi per far sentire alle autorità la pressione dell’opinione pubblica.
Un’altra modalità di azione utilizzata da Amnesty è quella della crisi, che viene attivata quando in un paese si verifica un aggravamento delle violazioni dei diritti umani a causa di guerre, conflitti interni, catastrofi ambientali o altre situazioni di emergenza. Il meccanismo della “crisis-response” prevede tante attività fortemente concentrate per fermare gli abusi sui civili e per contribuire a porre i diritti umani al centro di ogni azione della comunità internazionale.
Parte del lavoro di Amnesty è fare richieste e pressione sui governi, rendere pubbliche le loro violazioni e inviare raccomandazioni sul rispetto dei diritti umani, con una delicata attività di rapporti con le istituzioni: le autorità italiane, l’Unione europea, le Nazioni unite e le altre Organizzazioni intergovernative.
Un altro aspetto fondamentale dell’impegno di Amnesty è quello dell’ educazione ai diritti umani. Un processo di lungo periodo che costituisce una strategia preventiva efficace di difesa della dignità e della libertà di ogni individuo. Un lavoro che parte dalle scuole ma si estende a tutti gli ambiti della formazione.
Auguri quindi e grazie per quanto fate…per la mia libertà e per la libertà di tanti… grazie per quella forza, per quella coerenza, per quella determinazione nella lotta, per quella generosità che esalta l’essere umano… grazie perchè con Voi, attraverso i vostri sforzi, il diritto fondamentale alla libertà, alla giustizia, il fondamentale rispetto della dignità umana, potrà sempre essere in ogni luogo garantito…; ad Amnesty International tutta la mia gratitudine, la mia ammirazione e la sempre presente disposizione a collaborare in tutto quanto sia necessario.