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E’ la mafia che ha preso dai siciliani o sono i siciliani che hanno preso dalla mafia?

Quando si parla di mafia nel mondo… si pensa sempre a noi siciliani…

E’ difficile individuare con questo termine un reale significato, perché l’argomento ed il fenomeno che ne rappresenta, unisce al suo interno, una molteplice e varia tipologia d’eventi, che è difficile comprenderle in una sola parola… appunto la parola “mafia”…
Ciò di cui invece siamo sicuri è a chi appartiene questo termine… ed ecco che qui, entriamo in ballo, proprio noi siciliani…
Secondo alcuni studiosi, la parola Mafia, deriva da un modo di intendere noi siciliani, cioè di comprendere con una frase quei modi propri, quegli atteggiamenti che sono insiti negli individui che appartengono ad questo territorio….
Siamo nel 827 e da lì inizia la conquista islamica della Sicilia, attraverso lo sbarco a Mazara del Vallo che dura fino al 902, anche se l’ultima città bizantina a cadere fu Rometta nel 965… 
Ecco, in quel periodo, gli arabi, avendo modo di conoscere i siciliani, li definirono “Ma-Hias” cioè spacconi, anche se altri studiosi, hanno riconosciuto, la parola mafia, in un’altro atteggiamento dei siciliani, in quella loro predisposizione (sempre e ovunque), di saper aiutare gli altri, in particolare coloro che sono in difficoltà, ed ecco quindi che la parola mafia, tradotta in arabo Mu’afak, ha come riferimento quello di saper proteggere i deboli…
In tempi più moderni, intorno al 1282… (durante la conquista del regno angioino), alcuni ribelli (vedasi mio post del 12.11.2011 – Sicilia e i Vespri siciliani), gridano in battaglia la parola “mafia” che significava “morte” ai francesi…
Ed ecco quindi giungere al 1863…, dove per la prima volta, la parola mafia è legata al soggetto, al mafioso, a colui cioè… che è uomo d’onore, che con il suo coraggio si contrappone alle istituzioni…
Qualche anno dopo, la mafia, unisce tutti questi uomini d’onore “mafiusi” in una associazione… la mafia…
Quindi, abbiamo visto come c’è una corrispondenza biunivoca, tra i siciliani e la mafia e viceversa…
La mafia, seppur se ne dica… è dentro ognuno di noi… è quell’atteggiamento proprio, metaforico, è rappresentativo della nostra indole, che ovunque vada… non ha paura, non si tira indietro, coraggioso anche quando è solo!!! 
Il siciliano è un modello raffigurativo, a volte emblematico, che con i suoi modi ha catturato e trasmesso negli altri… quel senso di superiorità…
Egli rappresenta quel soggetto, che se pur perennemente soggiogato, ha dimostrato di non essersi mai sottomesso, ha conservato quella propria dignità che ha sempre voluto esprimere, facendo valere le proprie ragioni, a tutte quelle potenze che nel corso dei secoli l’hanno conquistato…
Possiede quell’unico mix di Dna, caratterizzato dalla mescolanza storica, provenienza di quelle molteplici culture… determinate dalle continue invasioni, dai greci ai fenici, dai romani ai vandali, dai bizantini agli arabi, dai normanni agli angioini e quindi aragonesi, spagnoli, piemontesi, austriaci, borboni ed infine Garibaldi e la sua unità d’Italia…per giungere ai tempi nostri… 
Questo esempio diventa esportabile ed ecco quindi che i nostri conterranei, emigrano, verso gli stati uniti, nei paesi latino americani, in sud america… e da lì tentano “riuscendoci”la scalata economica al potere…
Sono gli stessi boss siciliani, “incarcerati” negli Stati Uniti, che vennero contattati dalla CIA, durante la seconda guerra mondiale, per favorire lo sbarco degli Alleati ed il controllo della stessa… e da lì inizio nuovamente quel potere, che era andato scemando nel periodo fascista, con il prefetto Mori… 
Negli anni i veri valori  – quelli diciamo “giusti”(rispetto, cultura, famiglia), sono andati pian piano scomparendo, fino a trasformarsi, annullando anche quei valori, su cui era stato impostato l’impianto della mafia… come l’onore, la segretezza, la lealtà, il rispetto dell’amicizia, delle altrui  mogli, ecc… divenendo sempre più una cozzaglia di criminali, nel quale, l’unico valore è rappresentato dal dio denaro… con cui si pensa di comprare, tutto e tutti…, e dove per ottenere ciò che si vuole, non ci si pone limiti… omicidi, furti, sequestri, prostituzione, gioco e droga, diventano regole fondamentali, del nuovo uomo d’onore…
Violenza che produce altra violenza… una continua evoluzione con l’alternarsi di nuovi proseliti, che trova sempre ed ovunque, soggetti disposti a piegarsi alle regole del malaffare e della corruzione…, una società dentro la società civile… che vive in simbiosi con essa, trasformando quei principi di legalità, quella promozione delle istituzioni, come qualcosa da contestare, su cui non si può contare… perché è proprio con lo Stato o con i propri rappresentanti, che non si riesce più ad interloquire, un rapporto sempre più distaccato che ha condotto allo scontento popolare…, ed è proprio su questo, che il fenomeno mafioso, creare il suo punto di forza…  …
Quindi, mi chiedo, ma come pensano le nostre istituzioni, i ns. governanti, i detentori della cultura, quanti di fatto influenzano con le loro scelte il nostro paese, ecco, quali metodi verranno attuati per combattere definitivamente questo fenomeno???
Come si può pensare di cambiare questa cultura, che per quanto sopra esposto, ha dimostrato d’essere “intrinseca” con la nostra stessa natura…
In quale modi o con quale “effetti magici” si potrà eliminare questo nostro cancro, che ha sviluppato i propri tentacoli, anche in quei soggetti che finora hanno mostrato d’essere onesti??? 
Mi sto convincendo ogni giorno di più… che diventa difficile credere, per la maggior parte di noi uomini siciliani, – di poter estirpare, ciò che da sempre appartiene organicamente al dna della nostra vita…, accettato nei secoli, dal corpo e dalla mente… potrei dire… metaforicamente… che è ormai… una “cosa nostra”!!!

Il Distretto Produttivo della Pietra Lavica dell’Etna


Venerdì 6 dicembre alle ore 18.00, presso l’Orto Botanico di Catania, sono stato invitato ( dagli amici Dott. Alfio Grassi e Giuseppe Buccheri ) a presentare il sito che, insieme all’amica Valentina avevamo realizzato per l’occasione.

Noto purtroppo che (consuetudine ormai diffusa), agli incontri cui vado saltuariamente partecipando, il tempo dedicato a relazionare sul programma annunciato, non permetta, causa il limitato tempo a disposizione, di poter approfondire e dibattere l’argomento principale, a causa dei ” soliti ” cambiamenti”, che hanno quale unico fine, quello di far convergere sugli organizzatori dell’evento le proprie attenzioni…   

Comunque (tralasciando questa personale critica), l’incontro per il tempo messo a disposizione è stato molto interessante, grazie e soprattutto alle personalità che sono state invitate a parteciparvi.
Sono intervenuti, il Direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università degli Studi di Catania Dott. Pietro Pavone, l’Assessore all’Energia ed ai servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana Dott. Nicolò Marino e l’Assessore del Comune di Catania ( Ordinario di Diritto romano e di Epigrafia e Papirologia giuridica nelle Università  La Sapienza di Roma e Magna Grecia di Catanzaro) Prof. Orazio Licandro.

Sono inoltre seguiti gli interventi del Presidente del Distretto Produttivo della Pietra Lavica dell’Etna nella persona del Dott. Ing. Alfio Papale e del docente di Vulcanologia Prof. Carmelo Ferlito, che ha relazionato sui criteri per la certificazione e la valorizzazione della Pietra Lavica.
Un particolare ringraziamento al Dott. Ing. Marcello Messina, progettista della revisione del Piano Cave Regionale per il bacino Lavico Etneo.

Egli, nel suo intervento ha reso noto al pubblico presente ed in particolare all’Assessore N. Marino, dell’iniziativa progettuale intrapresa dal Distretto Produttivo della Pietra Lavica dell’Etna, in merito alla revisione del Piano Cave Regionale approvato nel 2010, con il quale si sta elaborando una pianificazione particolareggiata dei bacini lavici estrattivi presenti nel comprensorio Etneo, sottoposti a tutela ambientale, ma certamente di gran interesse per il futuro della pietra lavica dell’Etna.

Un plauso infine deve essere fatto al Distretto Produttivo della Pietra Lavica dell’Etna, che, senza alcun contributo finanziario di natura pubblica, sta attuando un modello di sviluppo della Filiera, merito particolare dell’impegno volontario degli associati e soprattutto da una politica oculata di autogestione economica, che ha permesso al Distretto: il riconoscimento da parte dell’Assessorato all’Energia, quale soggetto proponente in merito alla revisione del Piano Cave Regionale nel bacino etneo, la realizzazione di un sito web ( presentato dal sottoscritto… nella sopraddetta conferenza ), nonché, l’implementazione di un piano commerciale a gestione consortile che permetta a breve il rilancio e la valorizzazione del prodotto lavico in tutte le sue forme, oggi duramente colpito dalla grave crisi internazionale, che ha comportato, per le aziende della filiera un drastico ridimensionamento del fatturato annuale, pregiudicando la stessa sopravvivenza del comparto, nell’ambito della competitività internazionale aggravata dalla concorrenza cinese che in questi anni, ha introdotto nel mercato mondiale, prodotti in pietra lavica di scarsa qualità, ma con prezzi di gran lunga inferiori a quelli applicati dalla filiera Etnea.

L’evento si è poi concluso con la presentazione di prodotti d’arte e artigianato, realizzati tutti con la ns. meravigliosa Pietra Lavica.

Vista l’incessante crescita del tasso di disoccupazione, questo enorme bacino, con il suo settore in espansione grazie alla propria filiera, potrebbe, qualora le istituzioni decidessero definitivamente di implementarlo, diventare per i giovani siciliani e per quanti, laureati e tecnici alla ricerca di una nuova tipologia di lavoro, diventare una particolare e interessante prospettiva, idea vincente d’investimento per i prossimi anni a venire.
Consiglio quindi a quanti interessati di tenersi aggiornati, visionando quotidianamente i seguenti indirizzi link:
http://www.distrettopietralavicadelletna.com
http://www.facebook.com/pages/Distretto-Produttivo-Pietra-Lavica-dellEtna