Archivi categoria: nazione

Medioriente: il successo ha molti padri. L’insuccesso è sempre orfano!!!

Basta!!!

Non si può continuare così!!! I civili palestinesi non c’entrano nulla, non sono Hamas e soprattutto non sono legati alle politiche di Teheran!!!

Bisogna trovare quindi in maniera celere una soluzione che soddisfi entrambe le parti in causa, iniziando (ad esempio) liberando gli ostaggi israeliani ancora in vita e dall’altra parte, ritirando i mezzi militari attualmente presenti, evitando così le operazioni militari in corso all’interno di Rafah…

Bisogna creare celermente uno Stato Palestinese e l’Assemblea dell’Onu invece di pensare ad approvare risoluzioni che riconoscano sì… in un prossimo futuro la “Palestina” come status di membro a pieno titolo, deve viceversa riunire tutti gli Stati arabi limitrofi e Israle, per trovare una soluzione territoriale definitiva che possa soddisfare tutti!!!

D’altronde ritengo che non bisogna ripetere gli errori fatti in passato e mi riferisco a ciò che non vuol essere storicamente riportato dopo la sconfitta della coalizione araba!!!

Difatti poco o nulla si riporta sulle aspre ricriminazioni che si scatenarono tra i palestinesi e i loro alleati arabi, in particolare nel momento in cui quei disperati profughi giunsero nei territori degli stati confinanti!!!

Quest’ultimi infatti, se da un lato aprirono loro i confini, di fatto, diedero vita a forti tensioni sociali, avendo considerato quei loro “fratelli” palestinesi dei veri e propri codardi, sì… non solo per aver abbandonato la loro patria, ma per aver altresì preteso che altri combattessero al loro posto.

Ecco perché credo che tutti i Palestinesi debbano nuovamente riunirsi (sì… per come hanno fatto a suo tempo gli ebrei di tutto il mondo, subito dopo la seconda guerra mondiale) all’interno di un nuovo Stato approvato dall’ONU!!!

D’altronde resto dell’idea che se lo Stato d’Israele avesse a suo tempo perso la guerra, quel suo territorio non sarebbe stato – per come molti storici vorrebbero farci credere – ceduto ai Palestinesi, ma viceversa (vedasi d’altronde quanto la storia insegna) sarebbe stato suddiviso tra le forze vincitrici arabe, per quella semplice ragione che mai nessuno di essi – ieri come oggi –  ha mai considerato il territorio della Palestina, una vera e propria nazione autonoma!!!

E’ proprio vero: il successo ha molti padri. L’insuccesso è sempre orfano!!!

Il futuro è dei giovani!!! Sì… peccato che la maggior parte di loro vive in modo precario e non crede che vi sia alcun futuro…

Escludendo i soliti raccomandati di questo Paese, giovani che come i loro padri hanno beneficiato di un paese corrotto e clientelare, beh… per tutti gli altri, quelli meritevoli, quelli che hanno dimostrato con le proprie capacità, attraverso gli studi, di valere e di far a meno di quel posto “fisso”, ecco che questi encomiabili giovani sono costretti a fare delle scelte drastiche, iniziando ad allontanarsi prima dalla propria terra e poi anche da una nazione ingrata!!!
Sì… vediamo come da questo governo promettono, d’altronde va detto, lo stesso hanno fatto tutti prima di loro, ma cosa ci si vuole aspettare da dei soggetti che hanno da sempre goduto di privilegi e da un sistema di scambi (illeciti) di favori e protezioni familiari???
Ci hanno raccontato come gli investimenti del Pnrr avrebbero determinato un miglioramento della condizione dei nostri giovani, ma la verità è che quei soldi finiscono sempre nelle solite tasche e la condizione dei nostri giovani non solo non è migliorata, ma rischia di peggiorare ulteriormente!!!
Nessun lavoro, solo precarietà, un “Decreto Lavoro”, che liberalizza il tempo determinato e sdogana l’utilizzo ancora di quegli odiosi voucher…
Ma come dovrebbero mai investire nel futuro i nostri ragazzi, con i voucher, perché non si fanno pagare loro con i voucher, sì… a presenza, così intento iniziamo a risparmiare una barca di soldi, viste le loro assidue assenze!!!
Ho letto l’ultimo rapporto Istat, che parla di 1,7 milioni di giovani entro i 30 anni, che non studia, non lavora e non è inserito in alcun percorso di formazione…un ragazzo su due tra 18 e 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione, si tratta di 4 milioni e 870 mila persone. 
Non parliamo poi della condizione giovanile femminile che raggiunge quasi il 21% e diventa il 28% per i residenti nelle regioni del Mezzogiorno!!!
I giovani abbandonato la scuola senza ottenere il diploma secondario, mentre i laureati che hanno deciso di  migrare dalle province del Sud verso quelle del Nord, sono all’incirca 200.000, senza considerare la crescente quota di pendolari a medio e lungo raggio, cui si sommano coloro che hanno deciso di espatriare, pari al 9,5 per mille tra gli uomini e al 6,7 per mille tra le donne!!!
E’ evidente quindi di come al nostro Paese manchi del tutto una concreta progettualità che permetta di raggiungere in tempi ragionevoli dei risultati apprezzabili, ma soprattutto sono i tagli all’istruzione e alla ricerca, a cui si somma la scarsa attenzione all’occupazione, a far si che la precarietà e lo sfruttamento a nero determini questo attuale stato di fatto!!!
Un Paese come il nostro che non tutela i giovani è un Paese predestinato a morire, d’altronde la scarsa natalità evidenzia come i giovani si sentano ormai rassegnati, etichettati da un cliché che li definisce generazione “senza”, già… senza fretta di crescere, senza un lavoro stabile e alcuna prospettiva certa, senza un’intenzione ravvicinata di famiglia, senza quelle prerogative sociali possedute a suo tempo dai loro genitori, senza più spazi o ruoli di rilievo capaci di offrire sicurezza e fiducia. 
Una condizione grave che determina debolezza e difficoltà d’inserimento nel sociale, ma soprattutto provoca un rallentamento in quel cammino naturale che dovrebbe condurre a quel ruolo di adulti, ma che una serie provocata di eventi e di condizioni impedisce a loro, di poter coltivare quella desiderata speranza nel futuro!!!

L’italia dei cachi…

Si dice che la musica – intesa come espressione del mondo – è una lingua universale al massimo grado, e la sua universalità sta all’universalità dei concetti, più o meno, come i concetti stanno alle singole cose…
Il testo che desidero riproporvi è del 1996, appartiene al gruppo Elio e le storie tese… e sono passati parecchi anni d’allora, eppure quelle parole sono tutt’ora attuali!!!
In particolare quando dice “Italia sì, Italia no“… quando si fa cioè riferimento alle contraddizioni di una nazione divisa, ad un popolo che ormai non crede più alle istituzioni o alla politica, che deve fare i conti con una democrazia corrotta e con una mancanza di ideali e di valori, soffocati da troppo tempo, da una economia globale che impone al nostro paese, regole e diktat…    
Già… siamo un paese senza alcuna speranza, governato da personaggi incapaci e di cui molti ahimè “impresentabili”… sotto tutti i punti di vista!!!
Siamo come quella terra lì… dei “cachi”.
Com’é che diceva…??? Ah… sì… 
Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi 
Tanta voglia di ricominciare… ABUSIVA!!!
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati… che scippano donne truccate
Il visagista delle dive è truccatissimo…
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto
Italia sì, Italia no…
Italia sì, Italia no, Italia bum, la strage impunita!!! 
Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita…
Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffè
C’è un commando che ci aspetta per assassinarci un po’
Commando sì, commando no, commando omicida 
Commando pam, commando papapapapam, ma se c’è la partita 
Il commando non ci sta e allo stadio se ne va 
Sventolando il bandierone non più sangue scorrerà 
Infetto sì, infetto no, quintali di plasma
Primario sì, primario dai, primario fantasma
Io fantasma non sarò e al tuo plasma dico no
Se dimentichi le pinze fischiettando ti dirò
Ti devo una pinza
Ce l’ho nella panza
Viva il crogiuolo di pinze 
Viva il crogiuolo di panze 
Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande così
Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi… 
Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi
Una pizza in compagnia, una pizza da solo
Un totale di due pizze e l’Italia è questa qua
Fufafifì fufafifì, Italia evviva
Italia perfetta, perepepè nanananai
Una pizza in compagnia, una pizza da solo 
In totale molto pizzo, ma l’Italia non ci sta
Italia sì, Italia no, 
Italia sì, uè, Italia no 
Uè uè uè uè uè
Perché la nostra è come quella terra dei cachi… anzi no… è la terra dei cachi!!!

Forza Italia: un partito nato dalla trattativa Stato-mafia!!!

A dirlo fu Massimo Ciancimino, figlio di Vito Alfio Ciancimino, politico e mafioso siciliano, appartenente alla Democrazia Cristiana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e corruzione…
“Mio padre – a parlare è Massimo Ciancimino – mi diceva che il partito di Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti quegli accordi”. 
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Ingroia, il figlio dell’ex sindaco ha ripercorso il contenuto di un pizzino consegnato ai magistrati di Palermo.
Pochi sanno che Massimo Ciancimino nel 1994 riceve un incarico dallo sconosciuto Ing. Lo Verde (ben più famoso con il nome di Bernardo Provenzano, capo mafia insieme all’amico Totò Riina), il quale gli consegna una lettera destinata… indovinate a chi…??? A Dell’Utri e Berlusconi!!! 
Immediatamente Ciancimino Jr. la portò al padre che all’epoca soggiornava presso lo Stato o meglio in un suo penitenziario… e nel leggere quella lettera comprese che si voleva richiamare Berlusconi e Dell’Utri, perché ritornassero nei ranghi…. d’altronde quel partito… “Forza Italia”, era nato proprio grazie alla trattativa Stato-mafia e che il Cavaliere, era parte attiva di quell’accordo…
Purtroppo di quella lettera… è rimasta soltanto una parte (almeno questo è quanto riportato), eppure, prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa di Ciancimino Jr. (nell’ambito di un’altra indagine), il documento era intero… cosa sia successo dopo… non si sa!!!
Sembra rivivere quanto accaduto dopo l’arresto di Toto Riina, con il mistero della perquisizione effettuata dopo 18 giorni: difatti, dal 15 gennaio al 2 febbraio del ’93, i suoi uomini “d’onore”, ripulirono la villa di Via Bernini… ed ebbero persino il tempo… d’imbiancare le pareti!!!
Se osservate bene, tra le righe del documento qui allegato, potrete leggere: “… posizione politica intendo portare il mio contributo (che come potremmo vedere successivamente, vista l’ascesa politica del “Cavaliere” non sarà certamente di poco conto…) perché questo triste evento non abbia a verificarsi. 
Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive”. 
Si comprende come il cosiddetto “triste evento” faceva riferimento ad un atto intimidatorio nei confronti del figlio di Silvio Berlusconi… 
Ciancimino Jr. ha spiegato che: “Provenzano voleva una sorta di consulenza da parte di mio padre: questo concetto di mettere a disposizione le reti televisive l’aveva suggerito proprio lui a Provenzano, qualche tempo prima. Mio padre si ricordava di quando Berlusconi aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Repubblica. Diceva che se un suo amico fosse sceso in politica lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti”!!! 
La lettera di Provenzano, fu poi rielaborata da Ciancimino (Padre) e indirizzata a Marcello Dell’Utri (Co-fondatore di Forza Italia) e per conoscenza fu consegnata all’allora Presidente del consiglio Silvio Berlusconi… il figlio Massimo nel frattempo… venne incaricato di riportarla al boss Bernarso Provenzano… che fine poi abbia fatto quella lettera e se venne consegnata, non si sa… 
Vi starete chiedendo in quali modi la trattativa fra Stato e mafia, durante le stragi del 1992 avrebbe coinvolto il cavaliere e il suo partito….???
Bene… quella cosiddetta trattativa, avrebbe avuto una “terza fase” – a dirlo è il figlio dell’ex sindaco di Palermo: “A Vito Ciancimino difatti nei rapporti con Cosa nostra, si sarebbe sostituito Marcello Dell’Utri”, aggiungendo “Mio padre mi disse che fra il 2001 e il 2002 Provenzano aveva riparlato con Dell’Utri”!!! 
Nella cosiddetta “bozza” di Ciancimino Jr. c’è un passaggio importante mai emerso… rispetto al documento sequestrato nel 2005 e fatto sparire!!! 
Vi è scritto nella parte finale: “Se passa molto tempo e non sarò indiziato del reato di ingiuria sarò costretto ad uscire dal mio riserbo che dura da anni e convocherò finalmente una conferenza stampa“. 
Ed allora il Pm Nino Di Matteo intervenendo chiede: “Ma cosa mai… sua padre minacciava di svelare???”. 
Ciancimino Jr.: “L’origine della coalizione che aveva portato in politica Silvio Berlusconi” e che risaliva al 1994-1995″.
Comprenderete come qualcosa in quell’indagine non sia andata per come si doveva… e forse una parte dei nostri servizi segreti (certamente “deviati”…) hanno soffocato tutta la vicenda, che potremmo dire ha inizio con le stragi di Falcone e Borsellino… con i documenti del giudice lasciati all’interno degli scatoloni e abbandonati nei piani interrati di qualche archivio o come quell’agenda rossa improvvisamente scomparsa!!!
Lo stesso Cianciminino Jr. dichiarò di essere stato personalmente contattato da uno di loro, che lo invitò caldamente a tacere e a non parlare più di certe vicende, perché tanto non sarebbe stato mai  coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre… circostanza che effettivamente avvenne, visto che negli anni successivi e fino al 2008, dal momento in cui aveva deciso di collaborare con i magistrati, nessuno lo interrogò più…
Analoga circostanza accadde durante gli arresti domiciliari, nei quali Massimo Ciancimino avrebbe ricevuto una visita “particolare”: Già… un capitano dei carabinieri che lo invitò a non parlare più della trattativa e soprattutto dei rapporti con il Silvio Berlusconi!!!
D’altronde se durante la perquisizione del 2005 nella sua villa di Mondello, nessuno dei carabinieri presenti, chiese ad egli di aprire la cassaforte ben visibile nella stanza del proprio figlio… fa intuire come qualcosa di strano ci fosse in quella investigazione… e dire che proprio lì dentro, era ben conservato il famoso “papello” ed altri documenti riservati, che avrebbero messo a repentaglio la democrazia di questo nostro paese…
Infatti.. di lì a poco… Ciacimino Jr. ricevette una intimidazioni ben visibile sul parabrezza della sua auto, nella quale era riportata la frase: “neanche i magistrati di Palermo ti potranno salvare”.
Ora, da quanto sopra espresso, qualcuno tra voi potrebbe pensare che il sottoscritto ha un unico intento, quello di mettere in cattiva luce questo partito “Forza Italia” e soprattutto i suoi principali esponenti… tra cui per l’appunto il “Cavaliere”… 
Ma se andate a ritroso nel mio blog, potrete vedere come il sottoscritto, un tempo, aveva dato fiducia a quel leader e ne sosteneva con il proprio voto “libero” quel suo partito… senza essersi mai iscritto o andare ad una loro manifestazione, senza mai richiederne la tessera, evitando di andare ad ogni loro invito a quei convegni o in quelle apposite segreterie… libero ero allora… e libero sono rimasto oggi!!!
Purtroppo in quel periodo fui preso come molti alla sprovvista… 
L’Italia dopo il fallimento di “Mani Pulite” andava ricostruita ed il “Cavaliere” sembrava… già sembrava… la persona giusta a cui poterci affidare!!!
Mai scelta fu così infausta per il nostro Paese!!!
E quindi oggi, dopo aver compreso attraverso la pubblicazione di “documenti ufficiali” e non per come molti suoi “lacchè” vorrebbero farci passare, indicandoli come “fake news“, beh… ho finalmente compreso, chi fosse in realtà quel mio interlocutore… lo stesso che per l’ennesima volta si presenta a noi tutti, quasi fosse il “salvatore della nazione“!!!
Quindi non mi chiedete di far finta di nulla… anche se siete in molti a desiderare una sua vittoria alla prossime competizioni elettorali del 4 Marzo, un partito di cui sono certo, raggiungerà una soglia percentuale molto alta, che permetterà ad egli di essere convocato dal Presidente Mattarella, per far nascere –in collaborazione di molti suoi amici del centro-sinistra– il nostro prossimo governo nazionale!!!
Ma ciò non toglie comunque che egli… è quel suo partito, resteranno agli occhi del sottoscritto, una macchia indelebile di questo nostro paese che non potrà mai essere cancellata!!!
Chissà forse fra trent’anni, i miei nipoti avranno la possibilità di conoscere un’altra storia, quella vera, certamente diversa da questa finora proposta!!!    

Quel "Pizzo di merda…"

C’era chi come Peppino Impastato diceva: “la mafia è una montagna di merda” o anche chi come Pippo Fava riportava: i mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione´!!!
Perché non basta innalzarsi ad “antimafia”, sedersi sui palchi d’onore per partecipare a quelle parate in prima linea per commemorare tutti quei poveri morti per mafia, se poi alla fine… essi stessi hanno ancora oggi le mani in pasta…
In questi giorni nel cuore di Palermo sono comparsi dei manifesti di questo tenore che invitano alla ribellione dal “pizzo”. 
Nelle settimane scorse altri manifesti che invitavano i commercianti alla ribellione erano stati appesi sulle vetrine. 
Il foglio è firmato dall’Associazione “Contrariamente” studenti di Giurisprudenza in movimento… 
Il questore Di Cirillo ha dichiarato: «Ben vengano queste forme di collaborazione se sono autentiche; la polizia è aperta alla collaborazione e al dialogo sotto qualsiasi forma civile».
Il manifesto riporta: 
ONORE AGLI AUTORI DEL MANIFESTO !!
….che sia l’inizio di una nuova stagione….
LA MAFIA E’ UN PIZZO DI MERDA
IMPRENDITORI RIBELLATEVI !!
….i giovani di questa città sono con voi…..
‘Una nazione si può ritenere felice se non ha bisogno d’eroi’
Associazione Contrariamente – Studenti di Giurisprudenza in movimento.
C’è un punto sul quale vorrei soffermarmi ed è una dichiarazione del nuovo presidente dell’AESEC”, Nicola Grassi: noi lavoriamo da volontari, a differenza di chi punta ad assorbire quelle risorse finanziarie dell’anti-racket, che hanno finito col corrompere lo spirito che dovrebbe animare chi si batte contro mafia e pizzo…
Tanto è vero che essi stessi, sono usciti dal FAI (Associazione anti-racket italiana).
Ha aggiunto inoltre: la verità è che in questi anni, c’è stato un proliferare di associazione di legalità a causa certamente dei cosiddetti “Pon” sicurezza, ma quanto poi si è fatto in concreto da parte di esse, se non costituirsi parte civile nei processi, per incassare denaro da elargire all’associazione stessa o meglio ancora… per pagare degli stipendi a qualche parenti inserito all’interno di quella struttura!!!
Quel denaro di contro va distribuito -almeno per un buon 80-90% – alle vittime della mafia, a chi ha il coraggio di denunciare… e non certo per fare diventare l’Associazione un vero e proprio ufficio di collocamento… per i “soliti noti “… familiari e amici!!!     
Ho letto in questi giorni un “post” che diceva:
Ma… diciamo che negli ultimi 20 anni ci si è addormentati un pochetto qui in sicilia. 
A parte la stagioni delle grandi stragi (omicidi Falcone-Borsellino) non si vede da tempo una manifestazione contro la mafia!!!
Per il resto, beh…. ricordo dopo l’uccisione di Falcone un anonimo politico dell’epoca (attuale presidente della Regione Sicilia) in diretta televisiva, al MCS, che disse: i mafiosi in sicilia non esistono!!!
Che dire….. la situazione è peggio degli anni 70’…???
C’è anche chi tra i commercianti ha scritto che, per estendere il controllo sul territorio, l’associazione criminale abbia usato ultimamente una tecnica inedita ed anche, che gli strumenti finora adottati per aiutare le vittime o a chi si ribella, sono purtroppo ancora poco efficaci.
La prima telefonata al 112 di Palermo arrivò pochi minuti dopo le 9 del mattino: «Mi hanno riempito la saracinesca di adesivi che sembrano annunci funebri» avvertì allarmato per l’appunto il commerciante dall’altro capo del telefono… 
L’operatore pensò subito a una sciocchezza e rispose all’uomo di stare tranquillo: «Verificheremo» gli disse laconico. 
Dieci minuti dopo però le chiamate diventarono tre. 
E nel giro di mezz’ora la situazione fu chiara a tutti: i negozi del centro erano tappezzati di volantini bianchi listati a lutto. 
La scritta diceva: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». 
Sabato 3 luglio a Vibo Valentia si ripeté la stessa scena. 
Le principali strade della città calabrese piene di striscioline di carta: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». 
Così, in pochi giorni, due solidissimi fortilizi di mafia e ‘ndrangheta si sono ribellati all’irrimediabilità del racket: una gigantesca gabella stimata in 5 miliardi di euro che finisce ogni anno nelle casse delle cosche. 
Soldi che permettono di mantenere gli affiliati e le loro famiglie. 
Sono circa 160 mila i commercianti taglieggiati in Italia. 
Ci sono posti dove al pizzo non sfugge nessuno: negozi, ristoranti, imprese edili, bancarelle: «Qui non si salvano neppure i chiodi» diceva qualche anno fa, in un’intercettazione telefonica, un mafioso del clan palermitano di Brancaccio… 
Le cose, ultimamente, non sono cambiate molto… 
Le organizzazioni criminali hanno rivisto i loro metodi: «Pagare meno, ma pagare tutti» è la nuova strategia di molte cupole. 
Le denunce, intanto, crescono a malapena: nel 1998 erano 3.534, l’anno scorso 3.754. «Inutile girarci attorno: restano poche» si rammarica il magistrato siracusano Roberto Centaro, presidente della commissione parlamentare Antimafia. 
«Ci sono città in cui le cose stanno migliorando, come Napoli e Catania, ma altre, Palermo o Reggio Calabria per esempio, dove nessuno ha il coraggio di accusare i propri estorsori». 
A chi denuncia il racket la legge offre soldi e protezione. Bruno Piazzese, 39 anni, ha visto bruciare per la prima volta il suo pub irlandese Ulysses il 19 marzo di tre anni fa. 
A quei tempi era uno dei locali più in voga di Siracusa: proprio sul lungomare di Ortigia, la passeggiata buona della città. 
La sera arrivavano a centinaia per ascoltare musica dal vivo e bere un boccale di birra. 
C’era un gran movimento e la cosa non sfuggì…
Piazzese cercò di farli ragionare: «È facile alzarsi la mattina e chiedere soldi. Qui c’è il sudore mio e di mio padre». 
L’uomo gli rispose: «Supra nù re ce n’autru re», su ogni re c’è un altro re, tu non sei padrone di niente. 
A quel punto l’imprenditore denuncia tutti. 
E una notte di marzo l’Ulysses fa il botto. 
Piazzese però è uno con la testa dura: lo Stato, per la sua collaborazione, gli dà 237 mila euro. 
Lui usa i soldi per ricostruire il locale. 
A dicembre del 2002 c’è l’inaugurazione. 
Otto mesi dopo, alle 4 di mattina, arriva una telefonata in commissariato: «Sta bruciando l’Irish pub» dice una voce femminile prima di riattaccare. 
«Non è stato un atto contro di noi, che avevamo già pagato, ma contro le istituzioni e gli altri commercianti» ritiene oggi l’imprenditore. 
«Il messaggio era chiaro: denunciare non serve a niente». 
Invece, un mese fa, il locale è stato riaperto per la seconda volta. 
Adesso Piazzese vive blindato. 
Due uomini lo seguono ovunque: «Le istituzioni mi hanno aiutato, certo. Ma mi hanno pure lasciato solo». 
Racconta di aver visto qualche giorno fa uno dei suoi estorsori: «lo vedo girare tranquillamente sul motorino: con la moglie e senza casco… Lui tranquillo sul motorino, io a soffocare dentro l’auto blindata». 
È amareggiato: da due anni e mezzo aspetta che il ministero dell’Interno gli paghi 140 mila euro… 
Gli spettano come risarcimento per il mancato guadagno dopo la denuncia. «Senza quei soldi sarà costretto a chiudere».
La storia di Piazzese è emblematica: pene blande e rimborsi troppo lenti!!! 
Centaro promette un nuovo corso: «I processi devono durare di meno e servono pene più severe senza patteggiamento: inseriremo presto queste proposte in un disegno di legge». 
I risarcimenti poi… 
Il presidente ammette: «Purtroppo gli uffici nelle prefetture non sono sempre adeguati. 
Bisogna velocizzare l’iter: le procedure possono essere snellite». 
Per questo, annuncia, il governo si è impegnato a dare autonomia finanziaria al fondo per i risarcimenti. 
Pagare meno, pagare tutti, la nuova tecnica. 
«La criminalità si aggiorna, lo Stato no» spiega Lino Busà, il presidente della Fai, la federazione che riunisce quasi la metà delle 75 associazioni antiracket italiane… 
«Su questo tipo di reati sta calando il silenzio: la stragrande maggioranza degli imprenditori non sa nemmeno dell’esistenza di una legge che li tutela e li risarcisce. 
La macchina istituzionale è troppo burocratizzata!!! 
Anche quei pochi che denunciano e rischiano la vita subiscono ritardi e disservizi. 
Allora gli altri pensano: Chi me lo fa fare??? 
Paolo Mangiafico se lo è chiesto mille volte. 
Vive a Floridia, paese a pochi chilometri da Siracusa, dove gestisce col fratello una grossa azienda di costruzioni. 
«Quando entro al bar i miei compaesani escono»… lui sorride, già mi considerano un infame. Secondo loro avrei dovuto pagare e tacere». 
Ha 35 anni, gli ultimi tre passati sotto scorta. 
Nel 1997 la sua ditta aveva vinto dei grossi appalti nel porto di Gioia Tauro, in Calabria. 
Si è piegato alle richieste della ‘ndrangheta per tre anni. Poi è andato dalla polizia… 
«Dopo la denuncia ho perso un mare di contratti: qui la legalità non dà vantaggi» dice amareggiato. «Adesso lavoriamo solo al Nord, dove ci considerano gente perbene. Da noi siamo visti come persone che creano problemi». 
«Abbiamo pagato per due anni, poi abbiamo detto basta» racconta Silvana Fucito, 52 anni. 
Con il marito gestiva un grande negozio di vernici a San Giovanni a Teduccio, un quartiere di Napoli. 
Per due anni ha cercato di soddisfare le richieste della camorra: qualche favore, latte di vernici, piccole somme. 
Poi i sodali del boss aumentarono le pretese… ma Lei rifiutò. 
La notte fra il 19 e il 20 settembre 2002 il suo capannone venne incendiato. 
«Bisognava fare una scelta» racconta. 
«Ho parlato con la mia famiglia. Siamo stati tutti d’accordo: dovevamo denunciarli». 
Nel luglio dell’anno scorso sono stati arrestati in 14… grazie alle loro deposizioni!!!
«È stata dura» ammette la signora, ma sono così felice di averlo fatto…
Perché adesso posso essere orgogliosa… e quando andremo al processo, saranno loro a dover abbassare la testa… non io!!!

padania…nuova nazione!!!



Ormai i leghisti non sanno più cosa dire ed allora con l’unico portavoce che si ritrovano ( si gli altri sono soltanto dei quaquaraqua… ) si esprime in quel suo più completo e folle delirio di onnipotenza…

Diceva Hitler: ” Le masse non sanno cosa farsi della libertà e, dovendone portare il peso, si sentono come abbandonate… esse non si avvedono di essere (…) private della libertà (…) e ammirano (… ) i suoi scopi, (…)… capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità… pertanto la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d’ordine martellate ininterrottamente finché entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. Si è parlato bene quando anche il meno recettivo ha capito e ha imparato…” ed ancora ” Qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità “…

E quindi di cosa può parlare ai suoi elettori che quotidianamente sta martellando facendo pagare tasse a più non posso…, e quindi giù con le solite cazzate…” La padania e’ una nazione stimata e conosciuta in tutto il mondo “, strano perché non la conosce nessuno!!! Debbo provare a lanciare la proposta di pubblicare in rete, dei video girati in tutto il mondo dove l’interlocutore chiede se conosce prima la padania e poi ovviamente l’Italia…, ci sarebbe certamente da ridere…!!!




Ed ancora ” L’Italia sta in piedi perché’ c’é la Padania che pompa i soldi, altrimenti cadrebbe”, si il problema e che da un lato li pompa… dall’altro però, prima li evade e quindi li esporta nei paradisi fiscali…

L’unica cosa che ha detto giusta è di cominciare ad organizzarsi per le elezioni…, spero proprio che anche coloro che finora l’hanno votato si siano resi conto che forse ( come per quelli del PDL ) anche per la lega è venuto il momento di cambiare pagina…