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Massacro ad Islamabad!!!

Non avevo sentito nulla nei Tgi nazionali l’altra sera riguardo a ciò che stava accadendo in Pakistan, eppure la situazione a Islamabad – secondo il sottoscritto – meritava grande attenzione.
Mi riferisco all’eventuale massacro avvenuto tra i sostenitori dell’ex primo ministro Imran Khan.

Sì… perché la vicenda mi è stata segnalata da una lettrice della mia pagina su “Bsky”, Sofia PTI, che ha condiviso una foto straziante accompagnata da un articolo che documentava la brutalità degli eventi. 

Le immagini infatti mostravano manifestanti morti, vittime del fuoco diretto delle forze di sicurezza.
Il bilancio delle vittime continua a salire man mano che emergono nuove prove, gettando una luce  inquietante sull’uso sproporzionato della forza contro civili disarmati. I dimostranti hanno definito questo episodio un caso tragico di “terrorismo di Stato“, un’accusa che sottolinea il clima di repressione politica in atto.
La protesta, avvenuta nel cuore della capitale pakistana, era volta a chiedere la scarcerazione di Imran Khan, arrestato in circostanze controverse. Tuttavia, le autorità hanno risposto con una repressione brutale: colpi d’arma da fuoco hanno riecheggiato per tutta la notte, veicoli danneggiati e parabrezza distrutti hanno lasciato il segno del caos. Secondo quanto riportato dalla televisione di Stato PTV, “la zona è stata ripulita dal male e dagli anarchici” – una dichiarazione che alimenta ulteriori interrogativi sulla narrativa ufficiale.
Il ministro dell’Interno, Mohsin Naqvi, ha annunciato che le scuole riapriranno e che Internet sarà ripristinato giovedì, ma queste misure non cancellano il dolore e l’indignazione che aleggia tra i cittadini. La repressione ha disperso i manifestanti dal centro di Islamabad, ma non ha fermato il dibattito sui diritti civili e sullo stato della democrazia in Pakistan.
Sulla piattaforma Bsky, l’utente @hu-you.bsky.social ha condiviso un commento poetico e denso di significato:
O patria delle tre strade di Nisar, dove nessuno dovrebbe camminare a testa alta… Chi vuole andare avanti senza guardare, cammina senza perdere corpo e anima. Legati e liberati, siamo il popolo di querelanti, giudici, e avvocati. Ma chi ci giudicherà?
Queste parole evocano il sentimento di impotenza e frustrazione di una popolazione che sente di essere stata tradita dalle istituzioni.
Questo tragico episodio evidenzia ancora una volta la fragilità della democrazia in Pakistan e il costo umano di un sistema che sembra sempre più incline alla repressione violenta. 
Resta solo da vedere se e come la comunità internazionale reagirà a questa situazione drammatica!!!

Salvatore Borsellino: "Non bisogna indagare solo i poliziotti, ma anche i magistrati. Ho fiducia nel governo"

Quanto emerso in queste ore sulle motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater e cioè del “depistaggio” nelle indagini compiute per i fatti accaduti a Palermo 26 anni fa, mi dispiace doverlo dire, ma la notizia era stata anticipata dal sottoscritto il 19 Luglio dello scorso anno con il post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/07/borsellino-e-la-verita-negata.html
Ora, dopo che è passato un quarto di secolo per dare quantomeno una probabile verità, ci si è accorti di come tutto sia stato depistato, da una parte di quello stesso “Stato” deviato, rappresentato da una parte di quei suoi funzionari infedeli!!!
La chiamano nei Tribunali ricerca di verità e giustizia… ma di quale verità e di quale giustizia parlano se a quanto sembra, alcuni Pm hanno costretto un falso pentito a dichiarare circostanze e nomi, per nulla veritieri…
Ci avevano raccontato che Borsellino  era stato ucciso dalla mafia… da quel gruppo mafioso di “Toto Riina & Co”…
Ma evidentemente su quella vicenda, i contorni erano più quelli oscuri che quelli chiari: Troppe incertezze, troppi i ritardi, troppi gli errori e nessuna assoluta ricerca della verità… anzi, la verità ci è stata di fatto… negata!!!
Tutti s’aspettavano da un momento all’altro – a seguito peraltro della strage di Capaci – l’attentato al giudice Borsellino, sì… tutti sapevano e nessuno ha fatto nulla per impedirlo!!!
La mafia un fenomeno criminale che può essere sconfitto, ma per raggiungere questo obiettivo è indispensabile diffondere tra i giovani, la cultura della legalità” erano queste le parole del giudice Borsellino… ed è proprio su questo punto che lo Stato ha dimostrato principalmente di fallire!!!
Quanto successivamente compiuto serve a poco… indagini, arresti, condanne, sequestri, confische, ma come ripeto sempre, “sono cambiati i suonatori, ma la musica resta sempre la stessa”!!! 
Lo Stato deve dimostrare di essere “Stato” e non solo in quei giorni di doveroso tributo per il sacrificio di quei magistrati…
E’ tempo di finirla con i proclami, dobbiamo affrontare i problemi, in particolare quelli della nostra isola, ed è su questi temi che le istituzioni sono chiamati a svolgere il maggior lavoro, tenendo sempre in mente, l’indirizzo dato da quei suoi uomini esemplari… 
“La lotta alla mafia, rappresenta il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, e non deve essere solo una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolge tutti, specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità…”.
Leggere quindi oggi del depistaggio, di qualcuno che ha partecipato direttamente a quella strage, di chi ha ha saputo costruito quella falsa verità, di chi conosceva perfettamente i particolari di quella pianificazione e li ha poi raccontati al pentito Gaspare Spatuzza… 
Dice bene il fratello del magistrato: “Non bisogna indagare solo sui poliziotti coinvolti, ma anche sui magistrati. Ho fiducia nel governo”!!!
Si… forse ora che il governo è cambiato, un po’ di luce potrebbe iniziarsi a vedere…
Non va dimenticato che le stragi compiute in quegli anni, sono servite anche a cambiare gli equilibri di quei partiti da sempre presenti nel contesto politico nazionale, che sono stati all’improvviso spazzati via, mentre altri, nati proprio sulla scia di quella rivoluzione culturale, hanno preso il sopravvento…
Chi sono i magistrati che hanno avallato questo depistaggio??? Come è possibile che molti di loro abbiano fatto una carriera così rapida??? Che fine ha fatto l’agenda sparita dall’auto di Borsellino???  
Credo che abbia ragione il fratello Salvatore Borsellino quando afferma: “Questa sentenza afferma quello che io grido da sempre: la strage fu accelerate per impedire a Paolo di essere convocato e sentito come testimone a Caltanissetta, come lui chiedeva, su quello che aveva scoperto sulla morte di Giovanni Falcone. E l’agenda rossa fu fatta sparire perché si temeva potesse contenere rivelazioni scomode. Eppure a suo tempo La Barbera disse che Lucia, mia nipote, farneticava quando parlava dell’agenda rossa”.
La giustizia ancora una volta ha dimostrato quanto poco uguale sia, a seconda delle circostanze e degli uomini… 
Concludo con un pensiero del giudice Borsellino, riportato nel lontano 26 gennaio 1989:
L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! 
Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. 
Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. 
Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. 
Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati!!!