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Per trenta (milioni…) denari, non si tradisce!!!

Ho letto di un post che conferma pienamente quanto ho riportato in questi anni e cioè che la campagna stragista sia servita per creare quelle necessarie condizioni per l’affermazione di una nuova forza politica…

Gli investigatori della Dia di Firenze e di Milano stanno in questi giorni perquisendo alcune abitazioni, nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti delle stragi di mafia del 1993: Fonti della procura confermano l’attività in perquisizioni, ispezioni e sequestri.

Gli agenti avrebbero ispezionato anche vari uffici sequestrando elementi utili alle indagini, certo non credo proprio che documentazioni così “pericolose”, possano ancora circolare o essere presenti all’interno di un qualche armadio o cassaforte, viceversa ritengo che se queste non siano state ancora distrutte, è perché attraverso di esse, si può pensare di ricattare chi di dovere… 

Secondo la procura di Firenze vi sarebbe stato di fatto una vera e propria istigazione a cosa nostra, sollecitando l’allora boss Graviano ad organizzare e attuare una campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di una nuova forza politica,  nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale effettivamente ottenuto, la promessa di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche…

Sembra di scoprire l’acqua calda, ormai questa è una storia che conosciamo bene e quando il Sig. Baiardo ha dichiarato di essere in possesso di una foto dinnanzi a un bar, che ha poi esibito al giornalista Massimo Giletti, possiamo essere certi, che questa esiste, come esistono i documenti che dimostrano quanto sopra…

Certo quanto sopra ha un costo, ma d’altronde, per non tradire, trenta denari non bastano più!!! 

E difatti, abbiamo letto in questi giorni a quanto ammonta quel richiesto silenzio e chissà se prima o poi quella verità verrà fuori: già… perché molto dipenderà da un’unica circostanza e cioè se la somma a suo tempo promessa, gli verrà prima o poi versata oppure no!!!

Ma se i siciliani votano come amministratori i soggetti che hanno legami di parentela e/o di affiliazione alla mafia, mi chiedo: a quali principi di legalità aspirano???

Ho letto di un Sindaco appena eletto che, all’indomani delle elezioni amministrative, è stato visto in compagnia di un esponente della cosca locale…

L’articolo del post riportava: “Parentele scottanti e, sullo sfondo quell’intrecciato e fitto tessuto relazionale, costituito da rapporti di parentela e di affinità, fra gli amministratori e soggetti gravati da condanne per associazione di stampo mafioso che riguardano alcuni degli assessori e dei consiglieri comunali, eletti o nominati nelle ultime votazioni, sia nelle file della maggioranza che della minoranza consiliare”.

Già…  prima vengono eletti dai cittadini a rappresentarli in quelle delicate cariche amministrative  e dopo poco tempo, quegli stessi consigli comunali, si ritrovano a seguito di provvedimenti giudiziari, senza più alcuna rappresentanza…

Tra l’altro, la situazione più indegna non è tanto quella rappresentata nelle relazioni prefettizie che rimarcano gli interessi compiuti da quelle associazioni a delinquere, parliamo tra l’altro di gruppi locali conosciuti in  contesti territoriali e storicamente legati ad alcune famiglie di “cosa nostra”, no… incredibilmente quei loro concittadini – quando chiamati al voto – pur sapendo l’opera negativa condotta da quelle cosche in quel territorio e conoscendo i legami di parentela e/o affiliazione con taluni politici, vere e proprie “teste di legno”, incredibilmente li votano, dimostrando attraverso quella apposta “X”, quanto anch’essi siano profondamente collusi con quel sistema dedito al malaffare!!!

Riporto quanto l’organo ispettivo ha evidenziato e cioè che le informazioni fornite dalle forze di polizia, hanno posto in evidenza i rapporti e le cointeressenze sussistenti tra una parte dell’apparato politico e burocratico comunale, con degli esponenti del locale crimine organizzato!!!

Si parla di relazioni personali riferite a soggetti «chiave» dell’amministrazione comunale dalle quali non sono esenti Sindaci, Consiglieri e dipendenti posti in uffici preposti, una gestione quella dell’amministrazione comunale che evidenzia l’assoluta inerzia tenuta in materia di appalti e che ha di fatto comportato l’affidamento diretto di lavori e servizi (talvolta operato in somma urgenza) ad un numero ristretto d’imprese, solitamente legate a quegli “amici degli amici“, in spregio a quanto disposto dal codice dei contratti e dal codice antimafia in materia di rotazione!!!

Tali modalità operative hanno peraltro consentito a molti Comune “contagiati da malagestio” di procedere alla concessione di beni del patrimonio immobiliare dell’ente locale e al rilascio di licenze comunali a soggetti o imprese privi dei requisiti per poter contrattare con la pubblica amministrazione in quanto direttamente o indirettamente legati o riconducibili alla criminalità organizzata!!!

Ecco perché ancora oggi non riesco a comprendere a quali principi di legalità tendano i miei conterranei, già… vorrei conoscere quali motivazioni conducono loro a piegarsi alle richieste di quei loro concittadini, prestati ora alla “politica”, pur sapendo a quali familiari essi appartengono, gli stessi che nel corso degli anni si sono macchiati di fatti gravi dinnanzi alla giustizia!!!

Tranquilli… ormai l’avete votati??? 

Quindi preparatevi, perché tra un po’ in quel vostro Comune, inizierà: “L’ora Illegale“!!!

Falcone e Borsellino non possono essere celebrati da chi convive con i collusi!!!

Nel mese di marzo avevo scritto: “Togliete immediatamente le foto dei giudici Falcone e Borsellino dai vostri uffici: non siete degni di rappresentarli!!!” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/togliete-immediatamente-le-foto-dei.html 

Ed ora, l’ex magistrato oggi in pensione Alfredo Morvillo, fratello di Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, ricordando il collega Borsellino ha dichiarato: “Paolo invitava a rifiutare il puzzo del compromesso morale. Ma oggi a Palermo aver fatto accordi con la mafia viene ritenuto da tutti disdicevole?”.

Ribadendo le accuse che aveva già lanciato alcuni mesi fa, l’ex magistrato evidenzia come non si possa più accettare di condividere quei momenti tristi di partecipazione in ricordo delle vittime della mafia, con personaggi politici e/o istituzionali, che se pur inevitabilmente invitati, hanno dimostrato con le loro azioni che nulla hanno a che fare con i nostri eroi indimenticabili giudici, militari e quanti si sono ribellati a quel sistema criminale, a differenza di chi viceversa – dall’alto delle loro responsabilità istituzionali – non tralasciano di mandare alla cittadinanza messaggi di pacifica convivenza con quegli ambienti e con i loro affiliati e/o ammiratori, notoriamente in odore di mafia…

Basti osservare quanto accade quotidianamente, da una parte vi é una Sicilia che lotta con quegli esigui siciliani perbene e d’altra parte un’altra Sicilia, ahimè ben più numerosa che appoggia di fatto cosa nostra, le va dietro, chiede ad essa favori, posti di lavoro, raccomandazioni e la sostiene attraverso i suoi politici, molti dei quali in carica, grazie proprio all’appoggio di ex esponenti già condannati per mafia!!! 

Come ho scritto più volte, provocando chi di fatto strizza l’occhio a certi personaggi collusi o mafiosi: quelle morti sono state inutili!!!
D’altronde ditemi, quanti sono coloro che ogni giorno, attraverso fatti concreti, dimostrano di voler contrastare quei noti meccanismi illegali, corruttivi e clientelari, con cui vengono costantemente messi alla prova… 

Non chiedo ovviamente ai miei conterranei di esporsi personalmente o di diventare rappresentanti  “antimafia”, ma quantomeno chiedo loro di non mettere in pratica quelle irregolari richieste, imposte solitamente da loro dirigenti e funzionari di quelle PA compiacenti oppure di dar seguito alle richieste formali di certi imprenditori “celati” dietro quelle “teste di c…” pardon “di legno” (vedasi quanto già scritto su quest’ultimi – http://nicola-costanzo.blogspot.com/search?q=teste+di+legno e http://nicola-costanzo.blogspot.com/2016/12/amministratoriliquidatori-posti-nelle.html ) che fanno sì che quel “mondo di sotto” possa continuare ad ampliare le proprie radici di forza e pericolosità, le cui ragioni affondano nel terreno fertile della società civile…

Già… con la premessa purtroppo che sembra che tutti siano d’accordo è che la mafia sia la principale responsabile dello stato di degrado in cui versa la Sicilia, dimenticando che sono i siciliani collusi a renderla tale!!! 

Basti osservare d’altronde i bassi livelli di istruzione scolastica, la grave disoccupazione, lo sfruttamento dei lavoratori in nero, la profonda arretratezza culturale, lo scarso o quasi nullo interesse da parte della grande imprenditoria, l’emigrazione di tanti validissimi giovani in altre parti d’Italia o all’estero, a cui vanno sommati i frequenti condizionamenti illeciti di ogni aspetto della vita dell’Isola, con particolare riferimento all’attività della pubblica amministrazione, alla gestione del denaro pubblico e alla circostanza di queste ore, già… le consultazioni elettorali che stanno per compiersi!!!

Ecco, per una volta non sprecate il vostro voto, cercate di darlo alla persona giusta, a chi sapete esser  stato nel corso degli anni corretto, leale, disponibile a sostenere i più deboli, ma soprattutto slegato da quei meccanismi corruttivi e mafiosi: sicuramente se dovesse essere eletto non potrà aiutarvi personalmente, ma farà in modo che attraverso il suo operato “retto e onesto”, porterà giovamento a tutta la collettività!!!

Cosa nostra??? Non c’è più!!! Il 41 Bis??? Va eliminato!!!

Ecco su quale percorso giudiziario si è indirizzato il nostro Paese!!!

 “È in corso una smobilitazione della legislazione antimafia, si dice che Cosa Nostra non c’è più e che va abolito il 41 bis”, ovviamente non sono io a dirlo o meglio, il sottoscritto lo va ripetendo da un bel po’ di anni, ma comprenderete come il mio giudizio non rappresenti nulla di eclatante, dal momento che non ricopro alcuna posizione istituzionale, ma certamente l’operato compiuto costantemente come semplice cittadino – prima ancora che come delegato di un’associazione antimafia – mi ha portato a comprendere come in questi anni la giustizia, abbia deciso di percorrere una strada volta ad ostacolare o quantomeno a ritardare le attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e soprattutto verso la corruzione!!!

Quanto sta di fatto accadendo grazie a magistrati compiacenti presso taluni Tribunali, ha permesso di creare quei meccanismi deviati di complicità, compromessi, boicottaggi, ostruzionismi, rallentamenti, occultamenti, coperture, tutte procedure irregolari per creare disordine e caos, affinché la verità non giunga mai ad esser riconosciuta!!!  

Il sottoscritto in questi lunghi anni ha potuto vivere sulla propria pelle il fastidio dato per aver fatto il proprio dovere!!!

Vi è quasi una repulsione a questo modo di essere e non mi riferisco ai cosiddetti affiliati o a quanto dimostrano d’appartenere con le loro azioni a quella criminalità organizzata ed anche a quel sistema deviato politico/massonico/imprenditoriale, no… quei soggetti in un qualche modo, proprio per quel loro essere senza dignità, in un certo senso li comprendo… 

Ciò che viceversa mi da maggiormente fastidio è vedere gli occhi di quelle persone “comuni”, di coloro che vorrebbero farti credere d’essere onesti, già di avere anch’essi qualcosa in comune con il sottoscritto, ben sapendo nel loro intimo, quanto lontani siano dal solo potersi paragonare al sottoscritto!!!

Certo mi si dice a volte di essere “pesante“, di non comprendere i limiti, quando è giunto il tempo di doversi fermare, già… come se alla legalità si possa dare un termine, una linea di demarcazione, oltre la quale tutto è possibile, sì… tutto permesso!!!

Io comprendo questo ambiguo comportamento, perché quando un individuo nel corso della propria vita si è svenduto, quando si è compromesso, ecco che inizia a  pensare che anche gli altri debbano essere come lui, a giustifica del loro scorretto operato iniziano a credere che non può esserci chi viceversa è riuscito a non piegarsi, già… a non farsi corrompere, perché durante il corso della propria vita c’è sempre qualcosa di cui si ha bisogno e quindi non si può fare a meno degli altri, delle loro raccomandazioni, di quei favori strettamente personali, delle mazzette, di tutti quei meccanismi deviati e lerci con cui essi viceversa stanno convivendo… 

Dice bene il mio omonimo Nicola: “Il potere non vuole “gente pensante”, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”

Già… il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Gratteri, risponde così alla domanda sul perché negli anni siano sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine a prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. 

Nicola… Nicola… tu sei come me… noi siamo uguali e noi siamo precisamente come ho scritto in un mio post “Ribelli” e questa tipologia di soggetti a modello “cani sciolti”, liberi e indipendenti, non potranno mai far carriera, perché noi non siamo ricattabili e quindi sfuggiamo a qualsivoglia inquadramento!!!  

“La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto (Procuratore, mi permetta di aggiungere che forse un giorno scopriremo quanto realmente accaduto in questo nostro paese) è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha dichiarato Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo. 

“Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.

Procuratore, se la cultura della legalità passasse da uomini come Lei, me e molti altri, questo nostro paese sarebbe sicuramente meraviglioso e non esisterebbe più alcuna associazione criminale e la politica e i suoi interpreti, sarebbe libera da qualsivoglia compromesso!!!

Ma purtroppo tra un po’ Lei non ci sarà a svolgere quel suo incarico, di me forse… resteranno le condanne, le denunce in corso, quelle presentate e  quelle rimaste celate dentro i cassetti di un qualche magistrato e chissà se forse queste mie parole, espresse da un semplice Blog e seguite da tutti quegli incontri dove ho provato a trasmettere quel messaggio di legalità a molti ragazzi, ecco… chissà se forse un giorno, quanto si è insieme seminato, Lei col suo incarico ed io con la mia passione, porterà finalmente a quel rinnovato cambiamento a cui da sempre fortemente credo, perché rappresenta uno dei motivo fondamentali della mia vita, dandomi la forza a per continuare, ma soprattutto per non fermarmi!!!

Nicola, cosa aggiungere: andiamo avanti…

Stato deviato, massoneria e mafia: meno male che c’è chi riesce ancora a contrastarli!!!

Vi è un alleanza in Sicilia tra uomini dello Stato “deviato”, celati scimuniti con i “grembiulini”, a cui si sono aggiunti pseudo mafiosi che pensano di comandare, quando alla fine prendono soltanto ordini!!!

Ovviamente nessuno vuole parlare di questi chiari collegamenti, né le istituzioni e ancor meno i media, anzi sono in molti a fare in modo che questo fenomeno e i suoi collegamenti, vengano descritto come un qualcosa che appartiene alla fantasia, a modello dei racconti descritti nei suoi best seller da Gleen Cooper… 

D’altronde fateci caso, la riservatezza sull’argomento e i fatto compiuti che si tengono nascosti dentro quel sistema e non si rivelano mai a nessuno, fanno in modo che poco si sabbia di ciò che realmente avviene dietro le quinte, tra l’altro, anche la Dia nella sua ultima relazione, alla parola “massoneria” dedica soltanto una note a piè di pagina, già… una sola citazione per quelle logge massoniche, comprenderete davvero poco per un fenomeno così da sempre, fortemente radicato nella nostra isola… 

La “massoneria” è all’interno di ogni ambito e fa in modo che chi appartiene ad essa, goda di favori di una rete di protezione personale, avanzamenti di carriere per se e per i propri cari, crescita in ambito sociale, sostegno politico e soprattutto mazzette di denaro da poter spendere per beni di lusso… 

Una cosa è certa, la massoneria è presente, ma non solo in ambito economico e sociale, no… essa interferisce e influenza molti apparati istituzionali, Enti locali, la gestione degli appalti pubblici, la formulazione e il capovolgimento di talune sentenze nei tribunali, le notizie sui media, ma non solo, attraverso uomini “al di sopra di ogni sospetto” si occupa di antimafia, di gestione dei beni sequestrati e confiscati, promuove le nomine degli amministratori giudiziari ed anche di collusi liquidatori… 

Certo, evidenziare i collegamenti non è semplice, d’altronde la maggior parte di coloro che dovrebbero darne notizia preferisce farsela alla larga e chi prova a parlarne, come ad esempio l’amico Giletti, finisce senza più alcun programma (peraltro osservate quanto compiuto dai  suoi colleghi, tutti zitti, in silenzio, guai a voler prendere le sue difese, nessuno di loro lo ha più invitato, d’altronde va detto, se ciascuno di essi lavora per quegli stessi editori a cui le inchieste di Massimo erano rivolte (o si stavano per rivolgere…) e a anche quella parte di politica che purtroppo controlla la Tv pubblica…), in quanto quello stesso sistema “deviato” prevede, come riportavo sopra, la messa in atto della rete di protezione dei suoi “fratelli” adepti!!! 

La verità è che in questa terra infetta si viene ogni giorno condizionati e quei pochi uomini delle Istituzioni che fanno il loro dovere – potrei farvi alcuni nomi, penso tra l’altro che a breve li farò perché è giusto dire chi in questa terra è diverso da tutti gli altri e dimostra con il proprio ruolo e con grande coraggio di meritare quella toga o la divisa che indossano – e sono questi gli uomini e le donne che fanno la differenza…

Questi eroi, perché soltanto così possono essere chiamati ( e sì… perché va detto, non bisogna ahimè diventare “vittime della mafia” per esser così definiti…), beh… questi signori come dicevo, li trovate lì… occupati nelle Procure nazionali di Catania, Messina, Caltanisetta e anche Palermo, ma non solo, anche nelle Pg e in talune Gdf (sì perché… per altre purtroppo è meglio stendere un velo pietoso, naturalmente resto sin d’ora disponibile per evidenziare e far emergere quanto negativamente espresso…), continuando… nel gruppo NOE, ma anche in altri ambiti, come ad esempio quelli relativi alle Guardia Costiere o alle Protezioni Civili…

Ultimamente ad esempio, vorrei lodare gli addetti dell’Ufficio Consultazione Atti del Tribunale di Messina, Sig.ri Triglia e Bonasera, che prima telefonicamente e poi con l’invio delle mail, hanno evidenziato grande disponibilità e soprattutto professionalità nel risolvere le formali richieste formulate dal sottoscritto che seguivano alcune denunce presentate dallo stesso in taluni procedimenti penali e che, a causa della mia assenza per motivi di lavoro dalla regione, non mi permettevano di potermi presentarmi presso quell’ufficio per ritirare i fascicolo di rinvio a giudizio…  

Ecco perché se da una parte c’è lo schifo, l’infezione e quel cancro maledetto che ci attanaglia ovunque, dall’altra parte ci sono persone perbene che ogni giorno compiono il proprio dovere, con alta dedizione e passione…

Sono loro, già quest’ultimi… esigui soggetti che ancora mi danno la forza di combattere e non arrendermi, sì…neppure dinnanzi a situazioni drammatiche o a quelle a cui non crederesti mai, eppure quest’ultime continuano ancora oggi a cadermi addosso, ma come diceva il giudice Falcone: questi fenomeni sono umani e come tutti i fenomeni umani hanno un principio, una sua evoluzione e avranno quindi anche una fine!!!

“C’è chi ha costruito carriere sul processo trattativa”!!!

Ho sempre pensato che il giudice Borsellino fosse troppo intelligente per non aver fatto quantomeno una copia di quella sua agenda rossa, avendo già compreso che di li a breve, dopo il caro amico Giovanni Falcone, avesse anch’egli potuto subire un possibile attentato, circostanza quest’ultima che purtroppo è accaduta!!!

E quindi se quei documenti ipotizzando esistono – e non possono che essere stati in questi anni conservati gelosamente in qualche cassetta di sicurezza della famiglia – forse, e ripeto forse, chi ha avuto modo di leggerli, troverà quanto ora accaduto nel merito del processo sulla trattativa tra lo Stato e cosa nostra, qualcosa da ridire, ma forse non è il momento giusto per portare alla luce quelle verità nascoste o forse qualcuno avrà implorato loro di tenerle celate…     

Ho letto in questi giorni quanto dichiarato dalla figlia minore del giudice, Fiammetta Borsellino, che nei giorni scorsi ha incontrato a Bologna migliaia di studenti per parlare del padre, del depistaggio e dei tanti misteri che ancora avvolgono le indagini sulla strage di via D’Amelio..

“Non ho letto la sentenza, quindi preferisco non entrare nel merito del processo trattativa, però una cosa la voglio dire: c’è chi ha costruito le loro carriere su questo processo, immeritatamente”. 

Si comprende da quelle frasi come ella non nasconda la propria amarezza, aggiungendo: “Sa quale è il danno più grande? Questo processo, come altri prima, sono stati celebrati fuori dalle aule di giustizia, prima ancora che si esaurissero nei tre gradi di giudizio. A prescindere dalla innocenza degli imputati”.

La figlia del giudice Paolo Borsellino se la prende, senza mai citarli, con i magistrati dell’accusa che sono stati ospiti in numerose trasmissioni televisive. “L’ho trovato un comportamento scorretto che fa male alla società tutta; è assurdo che tutti conoscano un processo di questo tipo solo perché mediaticamente è stato pubblicizzato, mentre nessuno conosce processi come il ‘Borsellino quater’”. “Io mi soffermo sul fatto che prima ancora che finisse l’iter giudiziario, sono stati pubblicizzati da chi li aveva in carico, ripeto: prima ancora della fine del processo. E’ un atteggiamento che ho sempre criticato”. “Poi, è ovvio che la giustizia debba fare il suo corso, ma è deontologicamente scorretto fare una operazione del genere. Ribadisco che su questo c’è chi ha costruite delle carriere, sul nulla. Su processi che poi si sono dimostrati dei fallimenti. Ne faccio una questione deontologica”.

“E’ un messaggio brutto da dare alla società – aggiunge Fiammetta Borsellino – che alla fine si costruiscono carriere su processi che vengono pubblicizzati prima della fine del processo”

Aggiungendo inoltre: “Ci sono stati anche giornalisti che sono stati complici di operazioni del genere… c’è tutto un sistema che va dietro al potere. Queste persone hanno raggiunto questa fama, che non è fondata su nulla se non sull’autorefenzialità. E il messaggio che si da ai giovani non è positivo. Passa il messaggio che basta scrivere libri o andare in tv per diventare famosi”.

Ed infine concludendo: “Non commento la sentenza ma il comportamento portato avanti in questi anni, lo ripeto. Una operazione altamente scorretta”.

Ma ormai tutti noi da tempo abbiamo compreso quanto è realmente accaduto, sentenze o non sentenze la verità storica è ormai accertata e quanto è accaduto grazie all’appoggio di uno Stato deviato e da complicità politico/militari, non sarebbe stato possibile, se ciascuno non avesse fatto la propria parte!!!

Dispiace solo che i nostri giudici e tutti gli uomini delle scorte, insieme alle centinaia di vittime della mafia, abbiano dovuto pagare un prezzo così alto, per uno Stato che si è dimostrato e ancora oggi evidenzia – almeno una parte di esso – di essere legato e colluso con quelle associazioni criminali, attraverso i suoi politici, mafiosi e soprattutto a quanti affiliati alle varie logge massoniche!!!

Quando si parla di componente massonica in ambito d’associazioni criminali, (come da tempo ripeto…) non si parla quasi mai di massonerie regolari!!!

A dirlo è il magistrato della Dda di Catanzaro, Giuseppe Lombardo, che ritiene questo un dato di particolare rilievo, che necessita di una ulteriore specificazione. 

Questo dato non significa che non ci possano essere componenti regolari che si trasformano in componenti deviate, irregolari, per entrare a far parte dei sistemi criminali di tipo mafioso particolarmente evoluti…

La teoria si accompagna tra l’altro ad esempi tratti da inchieste dove nelle intercettazioni citate a più ripetizioni, si tratteggiano sfumature massoniche all’interno di quelle organizzazioni criminali. 

Vedasi ad esempio quanto emerso nelle inchieste “Purgatorio” e “Bellu lavuru“, dove l’ascolto di taluni affiliato ha portato a quanto segue: «La ‘ndrangheta gliel’abbiamo lasciata a quattro “storti”. Adesso quelli che contano sono coloro i quali fanno parte della massoneria – ed ancora – «Attenzione, non conta la componente visibile, che è la ‘ndrangheta di base, che deve vedersi, per manifestarsi sul territorio. Quello che conta, io ne faccio parte da qualche anno, è la componente invisibile o massonica»!!!

Il procuratore Lombardo tra l’altro nel sottoporre alla Commissione una serie di elementi, ricorda come questi conducano all’affermazione della esistenza di una sola organizzazione, che in sé racchiude le mafie di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania!!! 

Difatti continuando, quando iniziamo a sentire collaboratori di giustizia siciliani ai quali poniamo domande non su Cosa nostra, ma sulla ‘ndrangheta, questi cominciano a raccontare tutta una serie di particolari, che il collaboratore calabrese ovviamente bypassava nel suo racconto…

Un pentito ad esempio rispondendo ai magistrati della Dda di Reggio Calabria nel 2014 la prima cosa che dice è:

 “lo sapete che io collaboro dal 1994? Sì. E lo sapete che già in quegli anni io ho parlato di Calabria? Sì. E ci avete messo 20 anni, però, per venire a sentirmi. In questo sistema accanto alla componente tipicamente mafiosa, devono operare altre componenti: istituzioni deviate o infedeli, professionisti al servizio delle grandi mafie, purtroppo anche componenti politiche, mi viene da dire, appartenenti infedeli anche ai servizi di sicurezza. È una costruzione complessa «in grado di interagire con tutti i centri di potere che contano», e “deve” contenere anche «la componente massonica nell’accezione che vi spiegavo prima”!!! 

Ecco… si sa tutto di quel sistema massonico, eppure quest’ultimo continua a operare come nulla fosse, d’altronde permettetemi di ricordare come i nostri stessi deputati regionali e i componenti del governo, avrebbero dovuto dichiarare la loro eventuale iscrizione a logge massoniche e non hanno risposto e quindi, cosa ci si può aspettare se non quella abituale inconsistenza prodotta dalla politica e dalle normative poste in campo per contrastare quel sistema corrotto e criminale, quanto poi di fatto si preferisce tenere tutto in piedi???   

Antimafia a Messina??? Sì, per discutere…

Come al solito ho letto del consueto giro di audizioni previste in scaletta, dei temi al centro del confronto con la Commissione regionale antimafia, della geografia criminale presente nell’area del messinese e di quali sono le principali indagini aperte…

Sono seguite le discussioni sulla scopertura di magistrati negli organici, di quelle poltrone di vertice ancora da nominare, della carenza di risorse poste a disposizione, sia umane che strumentali…

Certo, tutti a ricordare come la mafia messinese rappresenti un nodo cruciale alle risorse, un’associazione criminale quella peloritana, in grado di manipolare l’economia legale, basti osservare le numerose inchieste per infiltrazione degli appalti pubblici, in articolare quelle relative allo sfruttamento del territorio, dei fondi europei e nella gestione dei rifiuti… 

Eppure con una situazione così delicata, incredibilmente… sì per non voler dire “volontariamente”, la città di Messina evidenzia la totale mancanza di un procuratore capo, un procuratore generale e un presidente di Corte d’Appello, a quanto appena detto, va sommata la mancanza di un procuratore capo in uno dei Comuni più a rischio, quello di Barcellona Pozzo di Gotto… 

Eppure si parla, si discute, ci si incontra, ma alla fine non accade nulla!!!

Siamo alle solite… dinnanzi ad un sistema criminale che controlla tutta la provincia, cosa si fa… si discute… 

“Chi ogghiu persu e che tempu persu” avrebbe detto mio padre e così, mentre loro perdono tempo a discutere, le ecomafie si impadroniscono dei milioni di euro di contributi, fondi destinati all’agricoltura…

Non parliamo più dello scioglimento dei Comuni dove è ormai evidente non solo il tentativo, ma la certezza di come alcune famiglie si siano di fatto sostituite, con propri familiari e uomini ad essi legati, alle gestione delle amministrazioni pubbliche, ah dimenticavo, nel frattempo comunque qualcuno sta discutendo… 

Ma d’altronde a cosa serve sciogliere gli organi politici quando poi i soggetti collusi infiltrati all’interno di quegli uffici restano seduti lì???

Ma le colpe non vanno ricercate soltanto in questi uffici, perché c’è anche chi, a differenza di quanto si potrebbe credere, fa in modo che tutto resti così com’è, mi riferisco a certi provvedimenti che dimostrano essere assolutamente “ambigui” e i cui giudizi dimostrano essere fortemente “arbitrari”, forse chissà per proteggere quel sistema massonico così palesemente presente all’interno di quella struttura giudiziaria…

Tranquilli, stanno tutti aspettando la terza “tranche” dei fondi del Pnrr, così potranno accaparrarsi anche quelli e a differenza di quanti scrivono oggi su eventuali pericoli a cui i magistrati sono rischio, beh… sono certo che nessuno mai invierà loro ” buste con proiettili per piegarsi ai voleri di chi intende intimidire la vita amministrativa ed economica di questo territorio“, no… tranquilli, basterà semplicemente inviare la busta con qualcos’altro e le cose vedrete si sistemeranno da sole e nel migliore modo possibile!!!

D’altronde si sa, la legalità passa prima dagli uomini e solo dopo, viene messa in pratica da essi…

Perché se manca quel fondamentale requisito, il resto serve a poco, anzi potremmo dire a nulla ed allora in questi casi cosa si fa??? 

Nulla… semplicemente si discute!!!

   

Ahi…ahi… ahi: Giletti, ecco come si finisce quando si toccano argomenti di cui non si dovrebbe mai parlare!!!

Massimo, ma come hai potuto pensare che in questo paese ti avrebbero fatto svelare segreti che nessuno vuole che emergano???  

D’altronde, quando si tratta di far arrestare qualche mafioso oppure quando si vuole evidenziare l’ottimo lavoro delle nostre forze dell’ordine e di qualche magistrato, quando le circostanze fanno emergere gravi situazioni di corruzione o malaffare, ecco che va tutto bene e potremmo dire che vi è una certa celerità sia nelle inchieste che negli arresti…

Ma quando si prende di mira la politica, alcuni suoi personaggi influenti, quando ad esempio ad essere presi di mira sono taluni Tribunali, alcuni suoi uomini o donne magistrati, quando si scopre che quei suoi addetti sono corrotti, ecco che improvvisamente in questo Paese s’inizia ad insabbiare tutto e chi ha voluto portar avanti certe notizie viene distrutto!!!

Ecco quindi che anche a La7 non si fanno sconti… e dire che che lo stesso Massimo Giletti, durante quel suo programma “Non è l’Arena”, si è fortemente limitato nel far esporre ai suoi ospiti quanto fossero a conoscenza, eppure con tutto questo riserbo egli non è riuscito a fare in modo che il programma andasse avanti, già dalla mafia, dal boss Messina Denaro ora si stava salendo di livello su quelle complicità che gli avevano permesso di rimanere latitante per trent’anni… ed allora, viste le prove o quantomeno gli stratagemmi messi in campo in questi trent’anni per celare quanto era stato compiuto nel perdio stragista, grazie ad un sistema deviato, ecco… ora che stavano per emergere quegli inganni, incredibilmente si è deciso di stoppare quella voce e quindi  quel programma televisivo!!!         

Ecco con quale motivazione l’azienda ha scaricato il giornalista : “La7 ha deciso di sospendere la produzione del programma “Non è l’Arena” che da domenica prossima non sarà in onda. La7 ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione. Massimo Giletti – si specifica – rimane a disposizione dell’Azienda”

Ecco cosa accade a chi vuol essere ad esempio come il sottoscritto: ribelle!!!

La verità non la vuole sapere nessuno, in quanto la maggior parte delle persone è fortemente compromessa e quindi odia chi sanno non essere ricattabile, perché quei soggetti, a differenza loro, sono liberi, ma soprattutto possono fare ma soprattutto dire ciò che vogliono, perché nessuno mai potrebbe farli tacere, ancor meno comprarli!!!

Leggo ora la giornalista Gruber affermare dal suo programma: “Noi a La7 stiamo bene, facciamo ottimi ascolti che è sempre una garanzia di autonomia… e però per fare buoni ascolti bisogna essere anche molto liberi. E abbiamo un editore Cairo che ci dà una grande libertà, questo ricordiamolo sempre. Altrove, chissà. Chi ha orecchie per intendere, intenda…”.

Si nulla a che dire sul suo programma che trovo molto interessante, ma non mi sembra – ad esclusione delle interviste compiute al giornalista Marco Travaglio – che si sia mai entrato nello specifico di situazioni gravi che intaccavano uomini delle nostre Istituzioni o che avevano a che fare ad esempio con taluni gruppi imprenditoriali…

Già… cose da raccontare ve ne sarebbero tante, ricordo di palazzi svenduti, di una crisi finanziaria milionaria di un noto gruppo editoriale, di ricorsi finiti malamente, di indebitamenti e prepensionamenti, di azioni legali negli Usa e via discorrendo…

Ecco, di questo e di molto altro in quella sua trasmissione non ho mai sentito parlare, sicuramente sarà perché la brava giornalista non può certo conoscere tutti i fatti che vengono portati a conoscenza dell’opinione pubblica e qualcosa, nel preparare quella sua trasmissione, sarà certamente sfuggita, ma sicuramente ci sarà tempo per recuperare…  

Comunque alla fine ciò che resta è che la trasmissione di Giletti è stata chiusa, ma d’altronde vi sono altri sistemi per far emergere le notizie, in particolare taluni social, alcuni di essi per fortuna restano ancora “liberi” ed è possibile pubblicare su di essi le proprie notizie o i documenti di cui si è in possesso, che non si vorrebbero far circolare…

D’altronde pensare che la libertà di espressione in questo paese non venga censurata, sia nel “pubblico” a causa dell’ingerenza politica che in quella “privata”, manipolata costantemente dai suoi editori, è voler essere disonesti e chi dichiara il contrario si rende con le proprie affermazioni certamente ridicolo!!!

Chissà, forse ora avendo compreso di esser stato tradito, l’ex boss di cosa nostra potrebbe iniziare a raccontare quelle verità scomode che molti preferirebbero restassero celate???

Chissà se forse la malattia o l’avvenuta convinzione di essere stato tradito, non conduca Matteo Messina Denaro ha parlare con i giudici, in particolare di quegli aspetti “stragisti” rimasti finora oscuri e di cui certamente molti vorrebbero tener segreti, quantomeno per altri trent’anni…

L’ex boss di cosa nostra qualche passo verso quella direzione lo sta realizzando, difatti ha deciso (dopo il suo arresto ad inizio gennaio) di non nascondersi, per come avevano fatto quei suoi predecessori, in particolare egli ha fatto comprendere di essere stato affiliato a quella associazione criminale, di avere dato anche ordini per eseguire omicidi, di cui si è assunto la paternità, ma viceversa si è scaricato di talune azioni violente commesse da quell’associazione criminale, nei vari anni del suo comando, tra questi ha dichiarato al gip di Palermo Alfredo Montalto: “Non ho dato l’ordine di uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo”!!!

Le nuove dichiarazioni del boss scaricano la colpa su Giovanni Brusca, capo mandamento di San Giuseppe Jato, un’assassinio ritenuto (a suo dire) ingiusto, il ragazzino venne brutalmente strangolato e poi sciolto nell’acido a soli 12 anni per aver quale colpa, quella di essere figlio di un collaboratore di giustizia: Santino Di Matteo. 

Se solo si aprisse ancora un po’, già… se soltanto decidesse di raccontare chi c’è stato dietro a quelle stragi ed ancora, dove è finita l’agenda rossa del giudice Borsellino e chi l’abbia presa per poi farne che cosa???

Sì… chi aiuto la mafia a compiere la strage di Capaci, quali servizi deviati o militari hanno portato l’esplosivo necessario e tutta la strumentazione atta a potersi compiere quell’attentato???

Ed ancora, chi tra i nostri politici ha permesso la sua latitanza, quali partiti hanno usufruito dell’appoggio della mafia negli anni scorsi e in quelli attuali, quanti tra essi “ricattabili” sapevano di quella sua latitanza e non hanno parlato???     

Dice bene Don Luigi Ciotti (fondatore di Libera)durante il corteo organizzato a Milano per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, a proposito della cattura di Matteo Messina Denaro: Chiederci che questa latitanza – 30 anni – nasconde altre latitanze. La latitanza di chi avrebbe dovuto fare di più la propria parte. Non è possibile che una persona per 30 anni sia latitante”!!!

Non ci resta quindi che auspicare che quel suo essere stato capo, al comando tra l’altro di una delle organizzazione più numerosa al mondo, possa permettergli ora di dimostrarlo, sì… dall’interno di quel penitenziario, dimostrando a tutti noi – senza alcun dubbio – che egli fosse l’unico boss rimasto, dopo Riina e Provenzano, un boss capace di prendersi le responsabilità di aver fatto commettere molti di quei fatti gravi accaduti, come viceversa, rinnegare o rigettare ad altri, quelli da egli non commessi…

Ed allora, riprendendo una frase di un suo ex compagno di viaggio di quel mondo criminale, divenuto successivamente collaboratore di giustizia, mi riferisco a Tommaso Buscetta, per la sola circostanza che egli sia stato il vero capo per come in molti hanno raccontato, ma anche soltanto averne assunto quel ruolo per tutti questi anni, non può esimerlo dal continuare ad esserlo fino in fondo, sì aggiungerei… fino alla morte!!!

Ed allora è proprio questo il momento di farsi sentire, di dimostrare a tutti che – anche nelle attuali condizioni da recluso – egli resta sempre un capo, perché quel ruolo, quell’essere superbo di aver sempre comandato, non si può perdere, neppure se rinchiuso all’interno di quattro mura!!!

Ed allora riprendo le parole di don Masino rivolte al suo ex predecessore Totò Riina: voglio sentire il ruggito di un leone e non  ahimè… lo squittio di un topo!!!

Lo Stato chiude gli occhi: già… con il tetto del contante più alto, sarà ancor più facile riciclare!!!

A denunciarlo è il procuratore capo del Tribunale di Bari, Roberto Rossi, durante la presentazione in Senato della relazione conclusiva della commissione Antimafia…

Nel presentare il rapporto tra gioco d’azzardo e mafie il Procuratore ha dichiarato: “Non si può più parlare di infiltrazioni. Quello del gioco è un settore ormai nelle mani della criminalità organizzata“. 

Il sottoscritto tra l’altro nel 2019 aveva scritto un post intitolato: Non è che lo Stato sul gioco, sta favorendo la criminalità organizzata??? link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/non-e-che-lo-stato-sul-gioco-sta.html ed ora leggo: “La raccolta di tutte le indagini che abbiamo acquisito ci mostra come la presenza della criminalità organizzata sia diventata pervasiva” (Giovanni Endrizzi, ex senatore M5s, nella scorsa legislatura a capo del IV Comitato della commissione Antimafia. che si è occupato proprio dell’influenza e del controllo della criminalità sulle attività connesse al gioco). 

Continuando: “Con diversi provvedimenti abbiamo verificato come …. il mercato dei videopoker sia in mano alle mafie locali, che li gestiscono e li impongono attraverso imprenditori collusi. Quando siamo andati a vedere gli elenchi dei maggiori vincitori c’erano diversi personaggi della criminalità organizzata, che facevano milioni di puntate. Come è possibile? Semplice, perché si ricicla“!!!

Ma non solo: “Abbiamo trovato poi come molti punti gioco fossero in mano a parenti di malavitosi. Cosa bisogna fare dal punto di vista normativo? Gare per le concessioni, controlli antimafia per chi apre i punti di gioco, tracciabilità per giocatori sia quando versano somme per poter giocare, sia quando vincono”!!!

Secondo i numeri stimati dagli inquirenti e dalla Direzioni investigativa antimafia il volume di affari illegale è cresciuto, un trend confermato e che evidenzia come il confine tra legale e illegale è andato negli anni dissolvendosi; sono circa 130-140 miliardi di euro per quanto riguarda il gioco legale, oltre venti quelli del mercato illegale!!! 

Dinnanzi a  questo Stato cieco, ecco che le mafie riescono sviluppare i propri business, ampliandoli anche verso nuovi  mercati d’investimento tra cui ad esempio criptovalute e bitcoin, nuove conquiste di cui ancora poco si conosce e dei quali sviluppi nessuno è in grado di comprenderne le potenzialità e soprattutto la difficoltà di rintracciarne i reali possessori in quanto coperti da un muro di anonimato!!!

Eppure l’attuale Governo ha deciso d’innalzare il limite del contante e così vedrete, sarà certamente più facile per quelle associazioni criminali poter riciclare!!!

Ma d’altronde questo è un paese in cui la lotta alla illegalità è fatta spesso all’acqua di rose, già… per sconfiggere la corruzione è necessario sconfiggere la cultura che la sostiene, non a parole, ma con il silenzio dei fatti… 

Peraltro va detto, ai nostri governanti interessa poco contrastare, ad essi interessa trasgredire o ancor peggio modificare o violare le leggi o le prescrizioni vigenti, ma nel compiere quelle azioni sanno bene che per essere responsabili o quantomeno corresponsabili, gli sarà sufficiente far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo o ancor peggio, accorgersi e non fare nulla, che è per l’appunto ciò che attuano!!!

E così mentre lo Stato chiude gli occhi, gli altri li tengono viceversa… bene aperti!!!

Quale criminalità organizzata, oggi? Struttura e attività – nuove strategie di intervento a contrasto.

Avrei voluto esserci, ma il lavoro mi ha condotto quest’anno ad essere lontano dalla mia Catania, anche se quotidianamente seguo quanto accade non solo nel capoluogo etneo, bensì in tutta la regione… 

Tra l’altro, il convegno di cui sto per parlarvi, organizzato dalla associazione “Alfredo Agosta” di cui mi pregio di aderire, è stato realizzato presso lo stesso Istituto che frequentavo quand’ero adolescente, già… quell’Istituto Tecnico Superiore Statale: “G.B. Vaccarini”.

Sono passati parecchi anni da quando mi diplomai in quel lontano 1985 e credo che se oggi ho potuto fare affidamento su certi principi, come per l’appunto quelli della legalità (che mi vedono da anni impegnato in prima linea…), molto lo si deve principalmente agli insegnamenti ricevuti allora da quella scuola e dai suoi professori, che ricordo ancora con affetto…   

E’ difatti fondamentale provare in ogni circostanza a trasmettere ai nostri giovani quella cultura della legalità, che dovrà essere principio fondamentale della loro vita e a cui crescendo, non dovranno mai rinunciare.

Il tema del convegno è stato: Quale criminalità organizzata, oggi? Struttura e attività – nuove strategie di intervento a contrasto”.

Ad aprire i lavori è stato il Dirigente Scolastico Prof.ssa Salvina Gemmellaro, la quale si è soffermata sull’importanza di affrontare unitamente ai ragazzi temi sulla legalità e sulla criminalità organizzata.

Presenti tra i relatori, il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Antonella Barrera, che ha evidenziato come la mafia si autoalimenta con i propri comportamenti illeciti (estorsioni, sostanze stupefacenti, appalti ecc…) e proseguendo conversando con i ragazzi, si è soffermata sull’importanza non solo di credere, ma soprattutto di trasmettere quella cultura di liceità, parola che è stata più volte ripetuta durante il convegno.

L’Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta, rappresentata dal segretario Alessandro Patanè, ha portato i saluti istituzionali del Presidente Ing. Carmelo La Rosa, spiegando come l’Associazione  si muova sul territorio e quali compiti si prefigga di ottenere; ad egli, è seguito successivamente l’Avv. Antonio Cannavaro collaboratore esterno dell’Associazione, che ha illustrato ai ragazzi l’importanza della denuncia, ma anche del diritto di difesa.

Era presente altresì il dott. Giuseppe, figlio del Maresciallo Alfredo Agosta, che ha raccontato ai ragazzi della sua vita personale, d’altro canto comprendere come vivere senza un padre non sia per nulla facile, soprattutto quando lo si è perso in quel modo così crudele, vittima di quella brutalità umana o per meglio dire: “inumanità” chiamata “mafia”!!!

Giuseppe Agosta esordisce comunque con parole pregevoli che trasmettono a quei giovani presenti la speranza, un messaggio importante quello cioè che nella vita si può sempre scegliere e decidere dove stare e soprattutto con chi: “nella mia disgrazia sono stato fortunato, perché ho avuto alle spalle una grande madre e una famiglia ovvero l’Arma dei Carabinieri”.

E importante sempre e in ogni circostanza far comprendere a quei discenti cosa li attenderà fuori dalla scuola, quanto il loro essere onesti, prima con se stessi, sarà di grandissima importanza, in quanto primo passo per migliorare se stessi, ma anche il Paese in cui credono!!!

Questi giovani devono comprendere che è da loro che passerà il futuro, essi potranno rappresentare con le loro scelte la differenza, ma nel far ciò non dovranno mai piegarsi o aver paura o patire le pressioni dell’ambiente circostante, perché quest’ultime con il passar del tempo ci saranno e faranno in modo da condizionare qualsivoglia loro decisione, subendo pressioni anche in maniera coercitiva, pur di far raggiungere quelle azioni disoneste… 

Ed è per queste motivazioni che essi in questa loro crescita dovranno scegliere, cioè… rendersi conto che non potranno mai essere onesti verso gli altri, se prima non lo saranno in fondo con se stessi!!!

Ed allora, mi permetto di condividere il pensiero di un uomo che posandomi da fanciullo la mano sul mio capo mi disse: non importa quanto tu sia buono o monello, l’importante è che tu sia sempre onesto!!! Era… il Presidente Aldo Moro.

Nel salutare quindi, lascio quest’ultimo messaggio a modello eredità, confidando che attraverso di esso, si possa orientare se stessi verso quei naturali principi di giustizia e legalità, gli stessi che faranno in modo da sostenervi e affrontare la vita in maniera dignitosa.

Diceva Sigmund Freud: “Essere completamente onesti con sé stessi è un buon esercizio, ma esserlo con gli altri, sarà musica per le loro orecchie”.

  

Sono Mario Caniglia: testimone di giustizia!!!

Mi chiamo Mario Caniglia, sono nato a Scordia (CT) il 20/05/1947 dove ancora oggi vivo. 

Mi sono laureato a 11 anni con la quinta elementare, da quel giorno la mia penna stilografica è stata la mia zappa; zappo la terra da oltre 58 anni e sono diventato imprenditore per necessità.   

Nel 1998 una sera dopo una lunghissima giornata di lavoro, mentre io e la mia famiglia stavamo cenando squilla il telefono, una voce contraffatta dice queste testuali parole “Brutto cornuto o paghi 500 milioni di lire o se no ammazziamo te e la tua famiglia“; naturalmente non potevo e non dovevo pagare, chiamo subito i Carabinieri dicendo cosa mi stava accadendo e loro arrivano subito come un fulmine; mentre io stavo raccontandogli quella telefonata squilla il telefono, chi era? La mafia, dicevano “Cornuto hai chiamato i Carabinieri? Ora ti facciamo saltare in aria”. 

E qui devo dire Grazie ad un Maresciallo che sa il fatto suo che mi suggerisce di trattare e così io feci. 

Nei giorni seguenti arrivarono sempre più spesso altre telefonate minacciose; in quel periodo mio figlio il più piccolo facevo il soldato di leva e lo faceva a Catania, dicevano che se io non pagavo quel mezzo miliardo di lire prendevano mio figlio, lo ammazzavano, gli staccavano la testa dal busto e me l’avrebbero fatta trovare dietro la porta. 

A quel punto il mio compito era quello di proteggere la mia famiglia e mi offro volontario dicendo al magistrato “appiccicatemi addosso una micro spia che io vado alla ricerca dei miei estortori”, così fecero, mi hanno appiccicato una micro spia addosso e io sono andato alla ricerca dei miei estortori, andando in giro scopro che a Scordia il pizzo lo pagano tutti!!!

Arrivo davanti ai miei estortori e inizia una lunga trattativa, mi chiedono di pagare una tassa di 20 milioni di lire anno; facendomi forte di quella micro spia e sapendo che dall’altra parte c’era lo Stato che ascoltava, io dico che non pago e gli lancio una contro offerta per poterli incastrare di 5 milioni di lire, loro mi rispondono che l’offerta è troppo povera e che non possono accettarla; da quel momento c’è stato un lungo silenzio e poi hanno accettato la mia offerta; ho preso di tasca mia 2 milioni e mezzo di lire , assieme ai Carabinieri li abbiamo fotocopiati e messi dentro una busta “tutta l’Italia ha visto la consegna di quella busta” dicendo che gli altri 2 milioni e mezzo di lire glieli avrei portato al più presto possibile cosa che io non ho fatto mai. 

Ma loro, i mafiosi, presto si fanno sentire, mi spaccano oltre 500 quintali di angurie facendo un taglio netto a forma di croce su ognuna di esse, un messaggio forte e chiaro che significa “vedi cosa succede a chi non mantiene i patti”; in un casolare adibito a deposito di attrezzi agricoli me lo scassano e rubano tutto ciò che c’era, sparano persino sulla porta di quel deposito, un altro segnale che io devo morire.  

Nel gennaio del 1999 si presentano a casa mia degli alti funzionari del Servizio Centrale di Protezione dicendo che io e la mia famiglia dovevamo fare le valigie ed andarcene da Scordia perché a giorni dovevano arrestare i miei estortori: “Io dissi che non ero io ad andarmene ma gli altri, dissi che se qui in Sicilia tutte le persone oneste che denunciano devono andarsene qui restano solo i mafiosi ed io questa soddisfazione a questi mafiosi non gliela do; dissi pure che se lo Stato a me mi vuole proteggere, nella mia Scordia mi deve proteggere”. 

Il 2 febbraio 1999 vengono arrestati i miei estortori , da quel giorno la mia vita è cambiata e forse per sempre perché vivo sotto scorta ; provate voi ad immaginare il contadino il contadino con la scorta, sono stato il primo Testimone di Giustizia in Italia a rimanere nei luoghi d’origine, nonostante ciò sono contento perché sono un uomo libero, sto lavorando come prima e meglio di prima. 

Quando io denunciai lavoravano con me 15 operai, oggi ne lavorano oltre 70; per questo devo dire grazie allo Stato ma soprattutto al Messia dell’antiracket Tano Grasso; è qui doveroso dire qualcosa di questo grande uomo, nel 1999 quando vennero arrestati i miei estortori la mia storia ebbe un risalto mediatico molto alto e ne parlarono tutti i quotidiano nazionali e la tv. Io questo grande uomo non lo conoscevo, ma ne avevo sentito parlare tanto; Lui mi venne subito a trovare ha portarmi solidarietà; io in quei giorni ero molto turbato perché casa mia era sorvegliata dai Carabinieri, mio figlio per questioni di sicurezza veniva congedato e posto sotto scorta, un ragazzo di soli vent’anni, anche mia moglie e pure le mie due figlie femmine e loro mariti. 

In quei giorni non mi rendevo conto dei cosa avevo fatto e mi sentivo prigioniero sia io che tutta la mia famiglia; avevo deciso di togliermi la vita, perché togliendomi io di mezzo avrei liberato la mia famiglia. 

Questo Grande uomo, Tano Grasso, Messia dell’antiracket, capì subito che in me c’era qualcosa che non andava e mi disse una cosa molto semplice ed elementare come me ”non avere paura perché da questo momento non sei più solo e se c’è d’andare a morire ci andremo insieme“. 

Ebbene io non sono stato lasciato solo neanche per un istante.   

Il giorno che sono andato a testimoniare contro i miei estortori, sono in l’aula del Tribunale molto grande, quel giorno quell’aula era piena e spaccata in due, da una parte c’erano i miei estortori in gabbia, accanto a loro i loro parenti, gli amici, gli amici degli amici, i mafiosi che con sguardi violenti e penetranti ti ammazzavano; dall’altra parte c’ero io e non ero solo, accanto a me c’era tutto il Consiglio Comunale di Scordia, l’Associazione Antiracket di Scordia, che si costituirono parte civile, c’erano tutte le Associazione Antiracket della Sicilia e oltre lo Stretto, ma quel giorno accanto a me c’era soprattutto lo Stato, rappresentato da Tano Grasso, Commissario Antiracket Ordinario e Straordinario di Governo.   

Concludo dicendo a tutti Voi che leggete questa mia storia, che Tano Grasso è un uomo straordinario, lo conosco da oltre 18 anni e se un giorno io dovessi affidare la mia famiglia a qualcuno, io la affiderei a lui perché è l’uomo più onesto di questo mondo.

Mario Caniglia, testimone di giustizia.

Baiardo: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Terza parte.

Chi ha mandato Baiardo da Giletti per riportare quella “profezia”?

Su questo punto egli è stato chiaro, non sono stati i Graviano, d’altronde ditemi: se sono internati al 41bis come avrebbero potuto farlo??? Quindi è stato qualcun altro, forse chi ha preso (da tempo…) le redini  di cosa nostra, quello stesso soggetto che per agevolare la transizione a un carcere meno duro, ed avendo intuito che i tempi fossero finalmente quelli giusti, ha dato l’approvazione a riprendere i contatti politici lasciati da tempo sospesi, già… sin da quando venne a formarsi quel  cosiddetto “governo tecnico” del presidente Monti…

Ricordiamo tutti cosa è accaduto in questi lunghi anni: lo scioglimento anticipato delle Camere, il proseguo del governo di larghe intese, l’ascesa del M5stelle e dei suoi due governi e ancora, il Covid-19 ed infine… il governo Draghi.

Quindi, dopo oltre dieci anni di attesa e inazione forzata, ecco che finalmente sopraggiungono le nuove elezioni nazionali, ed allora, si può dare il via a quei contatti politici a suo tempo interrotti o quantomeno accantonati, causa le vicissitudini di cui sopra…

Ed allora “eccitati” dalla imprevista notizia della fine del governo Draghi, iniziano a riallacciarsi quei passati rapporti, in particolare viene riproposto quel sostegno elettorale con la promessa in cambio di ricevere da quei loro “alleati” politici (in un paio d’anni e nell’assoluto silenzio generale…) una norma che abolisse l’ergastolo ostativo.

Affinché questa richiesta venga accolta, “cosa nostra” promette a quei referenti politici (facenti parte della nuova coalizione di governo) due cose: la prima il sostegno attraverso i propri voti, la seconda, un particolare “regalino”, che di fatto è quanto poi hanno mantenuto!!!

Viene quindi spontaneo chiedersi: ma è stato realmente Matteo Messina Denaro a farsi arrestare, avendo dovuto subire la richiesta formale della “Commissione”, giunta ufficialmente attraverso quel loro “passepartout” chiamato Salvatore Baiardo??? Un messaggio, fatto pervenire ad egli, non con un pizzino, ma durante una nota trasmissione televisiva presentata da Massimo Giletti e quindi dobbiamo credere che quanto occorso successivamente in questi giorni, sia la diretta conseguenza di una promessa data ed ora mantenuta e cioè che quel boss “stragista”, è stato venduto??? 

Tra l’altro, vi sono alcune circostanze che mi fanno pensare che egli non fosse così pronto a volersi consegnare…

Per prima cosa non credo che egli (seppur parliamo di un soggetto non certo da prendere quale esempio sotto il profilo morale…) fosse così egoista, dal non avvisare quantomeno chi lo avevano in tutti questi anni “coperto”, concedendo a quest’ultimi, la possibilità di allontanarsi celermente (insieme ai propri familiari) dal nostro paese…  

Inoltre, quella enigmatica scatola di “Viagra” trovata nel covo, comunemente utilizzati in presenza di una disfunzione erettile e quindi quella sua presenza ed il suo presunto uso, manifesta di fatto all’opinione pubblica quello sgradevole concetto di “impotenza”!!! 

Ora dico… egli – se fosse stato a conoscenza dell’arresto – quella scatola l’avrebbe fatta sparire e forse anche tante altre cose presenti in quel covo oppure – come penso – qualcun altro ha posto appositamente lì quel prodotto per farci intendere che nulla era concordato e che quindi egli fosse discorde a consegnarsi agli organi di polizia…

Peraltro, vorrei aggiungere, un soggetto che non ha mai trascorso un giorno in carcere e che ha fatto di tutto per restare libero, ora improvvisamente – solo perché malato – ha deciso di farsi catturare, ma poi ditemi, per farsi curare in una cella di un carcere, ma quelle stesse cure, anzi sicuramente di migliori le avrebbe ricevute standosene tranquillamente libero… 

E quindi, man mano che giungono nuove informazioni, mi convinco sempre più che Matteo Messina Denaro, a  tutto pensava tranne che a farsi catturare!!!
Fine Terza parte 

4) A tutto c’è una spiegazione… 

Il re di denaro…

Mi permetto di condividere una nota del presidente dell’Associazione “LIBERA”, Luigi Ciotti: Abbiamo appena ricordato il trentesimo anniversario dell’arresto di Totò Riina, e oggi ci arriva la bella e confortante notizia dell’arresto, dopo trent’anni di latitanza, di Matteo Messina Denaro, una notizia di cui essere felici ed è giusto, anzi doveroso, il riconoscimento alle Forze di polizia e alla Procura, che per tanti anni, con sforzo e impegno incessanti, anche a costo di sacrifici, hanno inseguito il latitante.

Ciò che però un po’ preoccupa è rivedere le stesse scene e reazioni di trent’anni fa: il clima di generale esultanza, l’unanime plauso dei politici, le congratulazioni e le dichiarazioni che parlano di “grande giorno”, di “vittoria della legalità” e via dicendo. Non vorrei si ripetessero pure gli errori commessi in seguito alla cattura di Riina, e di Provenzano.

Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi.

La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere.

Ci auguriamo che all’arresto segua una piena confessione e collaborazione con la magistratura, che il boss di Cosa Nostra sveli le tante verità nascoste, a cominciare da quelle che hanno reso possibile la sua trentennale latitanza: non si sfugge alla cattura per trent’anni se non grazie a coperture su più livelli. Occorre che queste complicità emergano, anche perché solo così tanti familiari delle vittime di mafie che attendono giustizia e verità avrebbero parziale risarcimento al loro lungo e intollerabile strazio.

La lotta alla mafia non si arresta con Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto. Dunque esultiamo pure per la cattura di Messina Denaro ma nella consapevolezza che l’arresto di oggi non è la conclusione ma la continuità di un lungo percorso, di una lotta per sconfiggere le mafie fuori e dentro di noi.

La libertà non può mai essere "Pizzo"!!!

Una presa per il cul…. 

Già, prima vittima della mafia e poi dell’antimafia!!!

Sembra incredibile eppure – a suo dire – da entrambe, questo imprenditore campano, ha subito di fatto un estorsione. 

Ed allora raccontiamo questa storia…

Siamo nel marzo 2020 e alcuni affiliati alla camorra chiedono ad un imprenditore di pagare il pizzo, seimila euro all’anno, sì… questo era il prezzo da pagare per poter continuare la propria attività.

L’imprenditore decide allora di denunciare e così pochi giorni dopo iniziano le ritorsioni, cui son seguite di lì  a poco, minacce, furti, precisamente due furgoni.

L’imprenditore comunque si dimostra fermo nelle sue posizioni e non paga e così con il passar del tempo, il suo caseificio viene un giorno avvolto dalle fiamme, un danno quantificato secondo i consulenti assicurativi intorno al milione di euro!!! 

Comprendere da voi come in quell’incendio, non sia bruciata la sola azienda, ma tutta la vita di un onesto imprenditore e soprattutto il futuro della propria famiglia; ma non solo, grazie a questo Stato fallace nel saper proteggere quei cittadini coraggiosi, è andata in fumo anche quel po’ di legalità che ancora sopravviveva!!!

E sì… perché le cose vanno dette con il loro nome e cognome, senza giri di parole, senza quei classici proclami o quelle abituali iniziative del caz…, peraltro sono le stesse che sappiamo bene non portano a nulla, perché lo Stato, si quello stesso Stato che tanto si vanta ora (dopo trent’anni…) di aver preso il boss di Castelvetrano, deve saper dimostrare di esserci sempre, in particolare proprio quando accadono fatti gravi come quelli sopra descritti!

Ma sappiate comunque che la circostanza più grave non è quella riportata sopra (se pur certamente gravissima…), già… perché dopo essere stato vittima di quell’associazione criminale, ecco giungere per quell’imprenditore una nuova batosta: l’associazione antiracket!!!

Difatti, chi avrebbe dovuto affiancarlo con un supporto legale in quella lotta alla criminalità, per come d’altronde riportato in quel loro Statuto “promuovere l’elaborazione di strategie di difesa e di contrasto al racket delle estorsioni, all’usura e a tutte le forme di criminalità che ostacolano la libertà d’impresa. Inoltre, si impegna a garantire assistenza legale e solidarietà agli imprenditori vittime del fenomeno mafioso ed in particolare a chi è colpito da attività estorsive ed usurarie – e veniamo agli obblighi – gli associati hanno l’obbligo di svolgere la propria attività verso gli altri in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, anche indiretto”, si dimostra nei fatti altrettanto esecrabile, chiedendo a quel disperato imprenditore, un costo di tremila euro al mese, per intervenire a favore della sua causa…

Sorge quindi una domanda: ma in quello Statuto l’Associazione non dichiarava di garantire il gratuito patrocinio? Ed allora com’è possibile che accade il contrario (già le circostanze fanno pensare che esse non siano nei modi così dinnanzi anzi tutt’altro…), perché “per essere difesi, bisogna pagare” e così quell’imprenditore è costretto ad effettuare i bonifici richiesti, due da tremila euro ciascuno, con causale: spese legali!!!

La storia ovviamente continua con rassicurazioni, promesse di denaro che non giungeranno mai ed infine prese di distanza da parte del Presidente dell’Associazione antiracket (che ha dichiarato di essere sorpreso e di non sapere nulla di questa vicenda), per quel loro associato che ha evidenziato, comportamenti e atteggiamenti, inqualificabili. 

Quest’ultimo, va detto è stato denunciato dall’associazione antiracket e si è dovuto dimettere dall’incarico.

In questi anni ho scritto post feroci su talune associazioni antimafia di facciata (basti scrivere su “cerca” la parola “antiracket”), non per nulla le stesse cronache giudiziarie, hanno evidenziato come queste organizzazioni non siano nuove a questa tipologia di comportamenti e le denunce presentate in tutta Italia, da tantissimi imprenditori, confermano ma soprattutto rafforzano, quelle disonorevoli prassi!!!

Certo non proprio una pagina di legalità di cui andare fieri, per fortuna che queste rappresentano la minoranza nel Paese…

Come riuscire a combattere la mafia, quando i cittadini dimostrano d’aver ancora paura di essa!!!

Sì… il boss è stato arrestato, ma per le strade e le piazze non si festeggia la vittoria dello Stato, no… la maggior parte dei cittadini preferisce non scendere a manifestare quell’asserzione di forza, ma restano chiusi in casa, evidenziando per l’ennesima volta, viltà ed omertà dinnanzi alla mafia!!!

Difatti, la paura di essa e quella pochezza d’animo, evidenzia quanto ancora sia difficile partecipare ad azioni pubbliche contro la criminalità organizzata… 

Perché la verità è che la mafia esercita purtroppo ancora oggi una forte influenza nella società, in particolare in quei territori dell’entroterra, dove intimidazioni e minacce limitano tutti coloro che provano ad opporsi ad essa. 

Ecco perché – lo stiamo vedendo proprio in questi giorni in tv – la cultura dell’omertà rende difficile alle persone parlare apertamente di quella associazione elle attività criminali, parlare male di quei suoi affiliati (soprattutto se vicini di casa) e soprattutto denunciare gli abusi o i fatti di cui si venuti a conoscenza.

Certo, dobbiamo sempre ricordare come in molti in questo Paese abbiano superato la paura e lottato contro quella criminalità organizzata, non parlo solo delle vittime, ma anche dei loro familiari, di quelle associazioni di legalità, di quei gruppi gruppi di cittadini che organizzati lavorano per promuovere ogni giorno il diritto e per combattere la criminalità organizzata, perché unendo le forze che si può aumentare l’impatto delle azioni.

Sappiamo bene come in molti hanno denunciato la criminalità organizzata, vi sono anche i pentiti, certo avremmo preferito che quest’ultimi avessero compiuto quel gesto di ravvedimento quando ancora non erano stati arrestati… ma non si può dire che non sia grazie al loro contribuito che molte vicende di quelle organizzazioni criminali siano crollate grazie alle loro dichiarazioni…

E’ importante sempre e comunque che le autorità garantiscano la sicurezza e la protezione per coloro che denunciano le attività illegali e che tutta la società civile li supporti e l’incoraggi, perché attraverso questa simbiosi, questa unione che si può promuovere una cultura della legalità, iniziando e promuovendo una maggiore educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità, dell’integrità e dell’anticorruzione, perché solo così si può aiutare a creare una maggiore consapevolezza e a promuovere una cultura della legalità.

Inoltre è necessario alimentare il contrasto dello Stato e per far ciò bisogna: rafforzare le istituzioni responsabili dell’applicazione della legge e della giustizia, come gli organi di polizia, i tribunali e la magistratura, solo così si può aiutare a garantire che la legge sia applicata in modo equo e che i colpevoli vengano puniti.

C’è bisogno infine di trasparenza e responsabilità: promuovere le istituzioni e le imprese può aiutare a garantire che le decisioni vengano prese in modo equo e che i responsabili siano tenuti a rendere conto delle loro azioni.

Solo e soltanto così ci potrà essere una maggiore partecipazione di tutti, in particolare della società civile che è proprio quella che da sempre (a esclusione di pochi momenti significativi ) è venuta a mancare, anche purtroppo, in quest’ultima circostanza!!!

Una "mascariata"!!! Ma da parte di chi….

Da siciliano conoscevo bene quel termine, ma l’avevo sempre abbinato a circostanze “mafiose” e quindi, nel leggere ora un post sul web che utilizzava per l’appunto quella parola, ho pensando leggendo articolo, che forse mi stessi sbagliando, ed allora sono andato a ricercarla…

Debbo ringraziare Salvatore Calleri che in un suo post del 2019 al link: https://www.juorno.it/mascariare-larte-subdola-di-schizzare-fango-e-delegittimare-chi-combatte-la-mafia/ riportava: “Mascariare” è un termine siciliano, difficile da tradurre per un continentale. Termine usato attualmente dalla mafia e dai suoi sostenitori oppure dai suoi utili idioti, a volte consapevoli a volte ignari.

Ecco, leggendo quanto sopra mi sono sentito rinfrancato nel vedere che non mi ero allontanato di molto da quella supposizione, d’altronde lo stesso Calleri continuando scriveva: la mia personale traduzione sensoriale (su quella parola) è quella di cammuffare… al fine di confondere. Di rendere grigio il bianco ed il nero. Il “mascariamento” è la base per delegittimare una persona che (ma non solo) combatte la mafia!!!

Certo debbo confidarvi che non ho ben compreso cosa centrasse quella parola “mascariata” con quanto avevo letto sul post di “Live Sicilia” e di conseguenza con quella eventuale associazione criminale: l’articolo peraltro parlava di pareri, gestione dell’amministrazione pubblica, rilascio di autorizzazioni, efficienza, monitoraggio, innovazione, sviluppo, trasparenza, tutela dell’ambiente e della salute umana e quindi mi dispiace dover ammettere, come a tutt’oggi il sottoscritto, non ne abbia compreso il significato…

Ho provato a intuire quale messaggio si volesse trasmettere e soprattutto a chi, per fortuna a mio sostegno è intervenuta ancora una volta la frase del post di Calleri: Sei un giornalista, un magistrato, uno sbirro, un politico, un membro di un’associazione, un tecnico che da fastidio alla mafia? Non ti preoccupare che il “mascariamento” è dietro l’angolo. Sei stato minacciato, ti han fatto un attentato che magari è stato sventato? Non ti preoccupare diranno che te lo sei fatto da solo ed insinueranno il dubbio!!!

Ed allora, restando in attesa di scoprire quale messaggio si volesse inviare e soprattutto a chi, per “par condicio” riporto quanto dichiarato alla fine di quel (particolare) post e cioè: i dati “dimostrano” che contro quella gestione sia stata montata una campagna con l’obiettivo “di mascariare”!!!

Il controllo del territorio passa innanzitutto nel dare prospettive di lavoro ed un futuro certo, ai giovani disagiati di questo nostro paese!!!

Quante chiacchiere sento dai nostri politici, da una parte delle nostre istituzioni, da quanti dovrebbero contribuire a realizzare quelle indispensabili modifiche legislative, ma credetemi, non lo dico per fare la solita critica sterile, a chi non prova mai a cambiare, no… quanto desidero esprimere è dentro me e rappresenta il profondo disagio di chi non vede alcun mutamento delle condizioni sociali, in particolare per quei luoghi a rischio, dove la criminalità organizzata trova i suoi più giovani seguaci…
Lo Stato contro la mafia“!!! Già… ma qual é l’offerta di entrambi ai nostri ragazzi, parlo di quelli che vivono in quei quartieri disagiati a modello “Gomorra”, cosa propone l’una e cosa l’altra, quale prospettiva viene data loro e quale scelta faranno nel decidere il proprio futuro???

Ecco pensando a quanto sopra, mi vorrei ricollegare a un noto dialogo tra il boss Pietro Aglieri e il giudice Alfonso Sabella; quest’ultimo infatti, durante un interrogatorio aveva provato a convincere il boss a collaborare con la giustizia; ma ecco che egli nel rifiutare quell’offerta, offre al magistrato una spiegazione su quanto accade in quei luoghi, che ci fa comprendere il perché di certe decisioni o di talune scelte che dir si vuole: “Vede dottore, quando voi venite nelle nostre scuole a parlare di legalità, di giustizia, di rispetto delle regole, di civile convivenza, i nostri ragazzi vi ascoltano e vi seguono. Ma quando quegli stessi ragazzi diventano maggiorenni e cercano un lavoro, una casa, una assistenza economica, sanitaria, a chi trovano??? A voi o a noi? Dottore, la verità…??? Trovano a noi, e solo a noi!!! Lei… si Lei che è come me siciliano, lo sa bene che è così… Mi dica quindi, cosa collaboro a fare allora???  Per fare arrestare qualche padre di famiglia o per farvi trovare qualche pistola arrugginita??? Cosa potrebbe cambiare se vi dicessi quello che volete sapere di me???”.

Il problema difatti è questo, ma ahimè rappresenta anche ciò che non si vuol cambiare, perché come ho scritto più volte in questo mio blog, la mafia fa comodo a molti, troppi, già… a tutti coloro che grazie ad essa “campano” e non mi riferisco ai suoi affiliati, no… parlo di coloro che dichiarano di contrastarla e di quanti viceversa professionalmente si nutrono di essa!!!

Ecco perché il controllo del territorio è demandato a quell’associazione criminale, in quanto senza la mafia non ci sarebbero dall’altra parte loro, migliaia e migliaia d’individui e professionisti, che ogni mese – con la scusa del contrasto – percepiscono un congruo stipendio o parcella, convincendo altresì tutti noi, grazie anche alcuni media asserviti, della necessita della loro presenza, l’esserci quindi a tutti i costi per assicurarci sicurezza, legalità e soprattutto giustizia…

Ma basterebbe semplicemente distruggere – una volta e per tutte – qualsivoglia concetto di mafia, l’idea stessa che essa possa esistere, si tratta semplicemente di mettere in pratica poche regole, incontestabili, ma soprattutto incontrovertibili e non come abbiamo visto fare in questi trent’anni dai nostri governi nazionali, dai suoi politici e ahimè anche da una parte delle Istituzioni!!!

D’altronde basti rivedere negli anni quanto accaduto, quei continui ribaltoni, accomodamenti, dibattiti, tentennamenti, che hanno di volta in volta evidenziato o quantomeno dato l’impressione di uno Stato debole, già… di uno Stato che si è piegato alle logiche del ricatto – chissà forse per evitare la divulgazione di documenti infamanti, quali potrebbero essere stati quelli della “trattativa Stato-mafia” – dimenticando, ma soprattutto offendendo, tutte quelle vittime che hanno donato la propria vita per questo ingrato Paese!!!

Pnrr – parte seconda

Come riportavo nel precedente post, la comprovata abilità di “cosa nostra” ha dato il via a tutta una serie d’infiltrazione in particolare nei settori chiave degli apparati che riguardano lo Stato, alla luce dei finanziamenti pubblici che stanno per giungere o già stanziati per rilanciare l’economia del Paese…

Nessuno lo dice, ma la verità è che l’economia legale è già sotto attacco, sì… da parte della criminalità organizzata, la stessa che negli ultimi vent’anni si è dimostrata capace di intercettare milioni di euro di quei fondi strutturali e di investimento europei, posti a sostegno dell’economia nazionale, non soltanto per le misure previste, ma anche per quelle in via di adozione. 

Questi fondi infatti, rappresentano lo strumento principale della politica degli investimenti dell’Unione europea per favorire la crescita economica ed occupazionale degli stati membri e delle loro regioni, ma non solo, essi addirittura mirano alla cooperazione territoriale; comunque, nello specifico troviamo in modo articolati cinque fondi e precisamente: il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

Su ciascuno di quei fondi abbiamo visto attraverso le varie inchieste giudiziarie, come talune associazioni criminali vi abbiano già messo le mani, facendo sparire milioni e milioni di euro… 

D’altronde anche le risorse da impiegarsi nell’ambito del NextGeneration UE sono state inviolate e vedrete come tra qualche anno scopriremo come quei fondi destinati al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati illegalmente sottratti…

La minaccia in tal senso è indubbia ed è rappresentata dalla inclinazione dei propri affiliati, gli stessi che sono capaci di avvicinare e infiltrare i propri uomini in quell’area grigia che annovera al suo interno, professionisti compiacenti e pubblici dipendenti infedeli, ciascuno in grado di consentire l’inquinamento di quei settore chiave e il cuore stesso della cosa pubblica.

Da quanto sopra descritto si comprende come la “mafia” abbia saputo mutare la propria natura violenta in qualcosa di diverso, di più manageriale, parliamo di una nuova “mafia” affaristica che si avvale di società di comodo e soprattutto d’imprenditori compiacenti (o quantomeno assoggettati..) e che continua a confermare il proprio interesse su tutti i settori nevralgici per l’economia del sud del Paese…

Imprenditori siciliani disonesti??? Analizzando in maniera obiettiva si scopre che…

Come ben sapete ritengo che chi pecca nel compiere la propri professione debba sempre pagare, ma ci sono dei casi che m’inducono a pensare che non sempre la colpa sia da imputare a quei pochi imprenditori – mi riferisco naturalmente a tutti coloro che nulla hanno a che fare con affiliazioni a strutture legate alla criminalità organizzata o per meglio dire appartengono di fatto a quel sistema clientelare, corruttivo, ed  anche mafioso – che possiamo definire “onesti“.

Certo quest’ultimo termine è certamente difficile da affibbiare a quanti operano nella mia Sicilia, ma come dicevo esiste ancora una parte sana che si sta in questi ultimi anni, forse a causa delle difficoltà finanziarie provocate dal “covid” e non solo, in questi mesi determinate dall’aumento esponenziale del settore energetico e petrolifero, che stanno mettendo in crisi parecchie imprese e che hanno determinato in molti imprenditori la decisione di chiudere definitivamente i battenti o quantomeno di resistere, sì… ribellandosi anche a quelle regolari richieste a cui da sempre si erano sottomessi!!!

Desidero affrontare stasera questo tema, dopo aver letto in questi giorni ho letto di talune inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolti alcuni imprenditori ora indagati per corruzione…

Naturalmente lungi dal sottoscritto pensare che qualsivoglia forma di pagamento di tangente possa non essere considerata una vera e propria forma di corruzione e che essa costituisca un reato, no… ciò che vorrei dire e che il più delle volte, per compiere in maniera onesta la propria attività, ci si ritrova a doversi sottomettere ad un sistema che preclude viceversa la possibilità ad operare…

Perché diciamoci la verità, in Sicilia ( ma non solo lì…)per lavorare bisogna pagare: da sempre è così e così continuerà fintanto che le leggi sono permissive e soprattutto non difendono chi vuole contrastare quel sistema e vuole non farne parte…

Già perché da noi si sa, per dimostrare di essere onesti bisogna farsi sparare o quantomeno far comprendere a tutti – mettendoci in primis la faccia – che non si ha paura di niente e di nessuno, perché soltanto così lo Stato è costretto a intervenire, altrimenti -quegli imprenditori- dovranno sottostare al sistema oppure chiudere definitivamente, abbandonando le aspirazioni di una vita e i desideri di continuità da consegnare ai propri figli… 

Ho letto nell’articolo di un imprenditore che ha affermato di avere pagato, già… ma non per accaparrarsi i lavori, ma per velocizzare l’affidamento del proprio cantiere, alla luce di un’aggiudicazione che sarebbe avvenuta in maniera del tutto trasparente. 

Quindi, una mazzetta per comprare non l’appalto, ma il tempo di chi avrebbe dovuto seguirla in maniera corretta e soprattutto celere!!! 

Ed allora mi sono permesso di verificare gli appalti aggiudicatisi da quell’impresa e penso di poter confermare che essi avessero alcun bisogno di pagare per inseguirne altri, d’altronde consentitemi una riflessione: se analizziamo i ricavi prodotti da quegli appalti e quanto essi rendano alle nostre imprese – considerati i ribassi intorno al 30% , beh… lasciatemelo dire con molta franchezza, soltanto chi esegue i lavori in maniera difforme dai previsti Capitolati e soprattutto chi possiede i favori delle Dl,  può pensare di ricavarne oggi un utile, altrimenti… si ci rimette sempre!!!

Ed allora m sono chiesto: cosa avrebbe potuto fare quell’imprenditore dopo essersi aggiudicato in maniera corretta e trasparente l’appalto??? Mi direte tutti: semplice denunciare quel funzionario alle autorità competenti??? 

Già… una risposta scontata, si vede che siete in pochi quelli che hanno avuto a che fare con la giustizia e soprattutto coi i suoi tempi interminabili, che vedono, ahimè il più delle volte – grazie a giudizi iniqui – ribaltare quei giudizi a favore di chi per l’appunto era stato denunciato!!!

Comprenderete altresì come dopo quella denuncia, nessuno più vorrà aver a che fare con quell’impresa, in particolare nessun funzionario o dirigente sarà più disposto a verificare quei lavori in corso (o da eseguire a seguito aggiudicazione), in maniera serena, ma staranno tutti lì – già… con il fucile puntato – a verificare la regolarità di quelle opere in tutte le loro fasi di esecuzione, osservando in particolare dettagli che altrimenti sarebbero stati fatti sorvolare, ma ora il rischio è che ci sia dietro qualcuno disposto a contestare!!!

La verità??? Questo paese è come quel cane che si morde la coda!!! E’ un problema senza via di uscita, una situazione che conduce tutti, dopo aver risolto un problema, a doverne affrontarne un altro, un ciclo vizioso e perverso nel quale ci troviamo tutti ad essere coinvolti, anche ahimè quei pochi imprenditori che con grande difficolta provano a restare retti!!!

Meloni: stretta sulla giustizia!!!

Sì al carcere ostativo e nuove misure contro i rave party, ma non solo, niente rischio “liberi tutti” per i boss mafiosi che si sarebbe potuto concretizzare l’8 novembre quando, con ogni probabilità, la Consulta si sarebbe riunita per dichiarare definitivamente incostituzionale l’ergastolo ostativo, e cioè il principio giuridico secondo cui un condannato per mafia e terrorismo non può avere accesso ai benefici!!!

Dopo mesi in cui la giustizia non è stata minimamente toccata dall’ex premier Draghi, finalmente questo nuovo Consiglio dei ministri ha approvato quei decreti fondamentali contenenti le misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di quei detenuti o di quei soggetti attualmente  internati, che non hanno mostrato interesse o volontà di collaborare con la giustizia. 

Ed allora meglio passare al carcere ostativo, senza più benefici nei nostri penitenziari per i condannati che si sono macchiati di colpe gravi, quali sono i reati di mafia o di terrorismo, anche in assenza di collaborazione con la giustizia o se è avvenuta una “riparazione pecuniaria” del danno alle vittime e se è stata dimostrata la cessazione dei collegamento con la criminalità organizzata attraverso “elementi specifici”…

Pensavo alcuni giorni fa:

se realmente il governo del nuovo Presidente Meloni decidesse di mettesse mano al contrasto dell’illegalità di questo nostro Paese, partendo da tutti quei fenomeni corruttivi dilaganti, proseguendo con quei procedimenti nel pubblico in cui vi è la mano “perversa” della burocrazia, già… se si provasse a tenere sotto controllo quanto avviene in molti tribunali, in particolare in quelli dove vi è una forte presenza massonica e se ancora, si volesse realmente contrastare quei fenomeni mafiosi, sì… se a quanto sopra si provasse definitivamente a colpire l’evasione costantemente perpetrata ponendo sotto la lente d’ingrandimento coloro che ogni giorno evadono a cui si sommano quanti commettono reati sul territorio, ah… se solo si potessero eliminare del tutto quelle imprese affiliate alla criminalità organizzata e – ma solo per concludere – si provasse ad annullare del tutto, quei meccanismi clientelari di cui hanno finora beneficiato molti nostri politici, mi riferisco anche a livello comunale, beh… penso che più del 30% del nostro paese, potrebbe essere deportato in un isola, certamente più ampia di quella di Alcastraz!!!

Sì qualcosa si sta facendo, certo… con molta calma e forse un po’ troppo tempo per rispettare quei tempi della giustizia: si sa… qualcuno pagherà, qualcun altro ahimè la farà franca e qualcun altro ancora appartenente a quell’elité se ne sarà andato precocemente e non sconterà in questa terra mai alcuna pena, non ci resta che sperare in quella divina… 

Vedremo… sono piccoli passi, ma meglio del nulla fatto finora, purtroppo è come riportato a suo tempo dal procuratore Gratteri: Questo sistema???  Fa comodo a molti, mi creda”!!!

Il presidente Schifani inizia il suo mandato revocando qualche incarico!!!

Il presidente della Regione, Renato Schifani, in qualità non solo di Presidente della Regione ma di commissario delegato per l’attuazione degli interventi ha iniziato a rimuovere alcune figure note, da tempo dirigenti di importanti Dipartimenti regionali…

Mi sentirei quasi di anticipare i nomi che a breve verranno rimossi da altre strutture ma seppur ho già anticipato a qualche amico/a i nomi, lascio al tempo e soprattutto al Presidente il piacere di comunicarli…
 

Certo, l’inizio non è male, d’altro canto se realmente quanto dichiarato “Il mio governo sarà inflessibile sull’applicazione del principio della massima trasparenza e della massima responsabilità. Se vi sono soggetti che tendono a delinquere, spacciandosi per tutori della legalità, prima o poi pagheranno. Noi saremo molto rigorosi nella selezione preventiva dei futuri direttori generali, non solo sotto il profilo della moralità, dell’affidabilità, ma anche della qualità professionale, di come hanno operato in passato. La corruzione è un male che dobbiamo combattere”, verrà messo in campo, forse qualcosa finalmente nella nostra regione – dopo tanti proclami inutili, potrebbe cambiare…

 
Il sottoscritto – per come ho già scritto, in particolare sui fondi del PNRR che stanno per giungere – non crede molto a quanto è stato detto, anche se mi fa piacere sapere che il Presidente appena insediatosi ha detto: “verrà costituito un organismo di tre soggetti che, probabilmente a titolo gratuito, vigileranno sui flussi di denaro del Pnrr. Questo gruppo di lavoro sarà composto da altissimi esponenti delle istituzioni in pensione, i quali avranno funzioni di controllo ma serviranno anche da deterrente per la mafia attratta dai flussi di parecchi miliardi di euro che arriveranno in Sicilia. La mafia non ha colore politico, guarda l’interesse, noi dobbiamo stare molto attenti e lo saremo”!!! 

Minc… che frase altisonante, la mafia stara certamente tremando dinnanzi a queste forti dichiarazioni!!!

Vorrei permettermi di non menzionare quelle analoghe frasi dette dai suoi predecessori in questi lungi anni, ma preferisco soprassedere, d’altronde basti costatare come molti di essi siano stati negli anni non solo indagati, ma bensì condannati per associazione mafiosa!!!  
Quindi, caro Presidente Schifani, mi permetta di aggiungere che con le parole non si fa niente… perché con i fatti che si è fatta la storia della nostra bella terra e che ahimè a portato a contare i morti, già… di chi realmente la mafia la combattuta (e purtroppo non c’è più…) e di chi viceversa con quella associazione criminale ci è andata a braccetto e ancora – grazie ad essa – siede in quelle poltrone vellutate!!!
I fatti daranno ragione, vedremo a chi dei due…

Beni confiscati: c’è ancora molto da fare!!!

Sono in molti a manifestare sorpresa per la condanna in appello dell’ex giudice e Presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accusata per corruzione, concussione e abuso d’ufficio, nello scandalo dei beni confiscati… 

Nel “cerchio magico”  visto sono finiti in molti, un vero e proprio “sistema” che avrebbe i fatto pilotato l’assegnazione di molte amministrazioni giudiziarie dei beni sequestrati alla mafia in cambio ovviamente di favori.

Non mi va di ripetere quanto altre testate hanno in questi giorni pubblicato in maniera dettagliata e neppure ripetere quei nomi altisonanti riportati, tra cui ahimè un ex prefetto, un tenente colonnello della Gdf, un Preside della facoltà di Giurisprudenza, un amministratore giudiziario, un ingegnere, un docente universitario ed altri ancora, già… ciò che vorrei evidenziare è che quel sistema non è stato l’unico, d’altronde basta semplicemente spostarsi di pochi chilometri, per verificare come quel meccanismo ben collaudato serva tutt’oggi a molti per far carriera o per incassare regalie…

Ma non solo, sono certo che se si verificasse l’operato di quanti oggi sono posti in quei ruoli chiave, si scoprirebbe come la gestione di quelle società confiscate sia compiuta all’acqua di rose.

Qualcuno ora potrebbe obbiettare quali prove io abbia a supporto: beh… potrei rispondere a chi di dovere che dovrebbe andarsi a leggere le 600 pagine e i due Dvd rimasti gelosamente custoditi in quell’ultimo cassetto destro di una nota scrivania di un secondo piano di un noto palazzo istituzionale,  a saperlo quei fogli avrei potuto rilegarli con una bella copertina di colore rossa, d’altronde hanno fatto la stessa fine di quella nota “agenda”; mi sembra di rivivere uno di quei romanzi gialli, noir, legal thriller o spionaggio di cui sono appassionato!!!

Peraltro se ancora oggi leggo certi nomi posti in quei ruoli chiavi, ho la certezza assoluta che ancora molto deve essere fatto e che – come sempre accade in questo nostro Paese – si è cercato di colpire solo una tra tanti, per dare un forte segnale, sì per far vedere a noi cittadini che lo Stato c’è, ma soprattutto che non guarda in faccia nessuno: ma ciascuno di noi sa bene come quanto deciso serva esclusivamente a colpire il classico “capro espiatorio“!!!

L’auspicio è che quanto ora deliberato per quei soggetti, possano dar seguito anche ad altri nominatovi!!!

Un giudice senza paura…

Danneggiando una targa, non si cancella la memoria di uomo, che non ha avuto alcuna paura e ancor meno titubanza a presiedere il maxiprocesso a Cosa nostra! Alfono Giordano è questo il nome del magistrato a cui era stata dedicata recentemente una targa dal Comune di Palermo in piazza Edison, nel quartiere Matteotti, è che ora è stata danneggiata tentando anche di rimuoverla. 

Un gesto certamente esecrabile, ma che non scalfigge minimamente il coraggio di un uomo che non si è piegato neppure dopo le minacce velate, sotto forma di augurio, espresse dal “papa” di cosa nostra, Michele Greco: “Io desidero fare un augurio. Vi auguro la pace signor presidente, a tutti voi auguro la pace perché la pace è la tranquillità e la serenità dello spirito e della coscienza e per il compito che vi aspetta la serenità è la base fondamentale per giudicare. Non sono parole mie, sono parole di Nostro Signore che lo raccomandò a Mosè: quando devi giudicare, che ci sia la massima serenità, che è la base fondamentale. Vi auguro ancora, signor presidente, che questa pace vi accompagni per il resto della vostra vita”.

Ecco perché  oggi quello sfregio alla targa dedicata al giudice Alfonso Giordano, non rappresenta nulla, non ha alcun valore neppure come semplice atto vandalico, già perché non scalfigge minimamente la memoria di un grande magistrato che ha avuto il coraggio (pochi al suo posto l’hanno fatto…) di presiedere quel  maxiprocesso alla mafia, un periodo in cui a Palermo venivano uccisi quotidianamente uomini delle nostre istituzioni e tutti avevano paura di contrastare la mafia e i suoi uomini. 

Ecco perché è importante quel giorno storico, perché con quella sentenza, lo Stato ha iniziato a scrivere una pagina indelebile nella lotta alla mafia che ahimè non si è ancora conclusa… 
Non servono targhe, busti, etc… per ricordare i grandi uomini di questa nostra terra, basterà semplicemente il passaparola e vedrete come la memoria del presidente Giordano, non verrà mai cancellata!!!

La mafia vuole accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro!!!

Preparatevi, d’altronde l’avevo anticipato in un mio precedente post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/draghi-rivolge-le-sue-attenzioni-al-sud.html, ma ora iniziano ad esserci i primi riscontri.

Basti osservare quanto sta accadendo, sì… nella nostra regione. 

Guardate i nomi dei candidati oppure chi alle ultime elezioni è stato eletto…

Ed ancora chi a breve siederà in quelle poltrone così importanti e chi viceversa sembra stare nascosto; poi c’è chi è uscito allo scoperto, eppure non dovrebbe parlare visti i suoi trascorsi inquietanti per quanto scontato come pena definitiva a causa di quei suoi rapporti con quelle associazioni mafiose ed infine dovremmo contare quanti sono stati in questi mesi arrestati e/o o accusati di scambio elettorale politico-mafioso. 

A breve comunque avremmo le nuove elezioni, ma non solo, dovrebbero iniziare ad arrivare un bel po’ di miliardi, grazie a quel famoso Pnrr….

E c’è chi ha già una sua strategia su come impossessarsi di quel denaro pubblico e parlo di un’organizzazione chiamata “cosa nostra”, che ha già messo in moto i suoi politici, le imprese affiliate e  tutta l’organizzazione costituita da veri professionisti, che si occupano di smistare sui vari comparti quel flusso di denaro.

Il messaggio che si vuole far passare è che quel sistema collaudato “democristiano“, sta nuovamente ritornando, d’altronde come dimenticare il messaggio che circolava allora: con la mafia si lavora, mentre con lo Stato si muore di fame!!!

I cittadini d’altronde dimostrano con molte loro azioni di aver bisogno di fare affidamento su questi individui, gli stessi d’altro canto a cui offrono la loro preferenza e a cui poi chiedono qualcosa in cambio, già questi particolari miei conterranei sono più vomitevoli di quei personaggi corrotti o mafiosi da cui siamo ahimè circondati. 

Qualcosa si sa non va, ma in molti siciliani ahimè c’è ancora forte la convinzione che è proprio grazie a quel sistema clientelare/imprenditoriale/mafioso che si potrà iniziare a stare nuovamente bene e a produrre ricchezza, principalmente per se stessi, più che per il proprio territorio…

Già… in quante cazzate si spera, non capendo che si continuerà a morire di fame fintanto che si resterà succubi di certi personaggi inadeguati e soprattutto rapaci, compromessi moralmente e legati a quel sistema criminale!!!

Ma d’altronde se i miei conterranei preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro cosa si vuole aggiungere, già… quando in molti c’è la convinzione che lo Stato è qualcosa di estraneo, di astratto, un semplice contenitore da cui prendere o rubare, senza dar mai nulla in cambio…

Lo stesso peraltro fa proprio quel meccanismo perverso che proverà attraverso i suoi uomini (più o meno affiliati) ad accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro (il 40 per cento dei 235 miliardi destinati al nostro Paese) che proprio il Pnrr, quel Piano nazionale di ripresa e resilienza, è pronto a far giungere nel Sud e di cui la quota più consistente verrà destinata alle imprese che operano nel settore delle costruzioni e infrastrutture…

Speriamo che le nostre istituzioni e soprattutto le procure nazionali intervengano prima che quei fondi finiscano in mani sbagliate, almeno così potremmo auspicare che qualcosa di profondamente diverso possa in questa nostra terra essere finalmente compiuto!!!  

Il "tallone d’Achille" nelle organizzazioni mafiose…

Sì… perché a differenza di quanto si possa pensare, anche le associazioni criminali possiedono un unto debole e quest’ultimo è costituito dalle tracce che lasciano dietro di sé, in particolare i movimenti di denaro connessi alle attività più o meno legali svolte…

Si tratta quindi di verificare lo sviluppo di quelle tracce, ad esempio come riportavo nel post di ieri, attraverso un’indagine patrimoniale si prova a seguire il flusso di denaro, quasi sempre (si scoprirà essere) di provenienza illecita e quindi ciò fa comprendere come bisogna attenzionare in maniera minuziosa –nel corso delle investigazioni da parte degli organi inquirenti – il reticolo di prove documentali, le quali dovranno esse precise e dettagliate, affinché possano successivamente essere confermate in qualsivoglia possibile riscontro.

Difatti, attraverso questa particolare metodologia si potrà giungere ad accertare le responsabilità di ciascun soggetto indagato e di tutta la rete di connivenze e complicità che, a qualunque livello, hanno permesso a quel fenomeno certamente illegale, di affermarsi e prosperare.

Più questi risultati verranno verificati e quindi saranno apprezzati, maggiori saranno le possibilità di comprendere quali movimenti di denaro sono stati utilizzati per quelle particolari attività produttive, certamente legate alla criminalità organizzata, ma non solo, seguendo le tracce dei movimenti di denaro, si potrà facilmente ricostruire un quadro probatorio capace di far luce non solo sui reati commessi, fine a se stessi, ma anche su quei metodi coercitivi utilizzati nello specifico quale mezzo per delinquere.

Non è casuale, d’altronde, che proprio queste organizzazioni criminali abbiano saldamente assunto il controllo di molte attività lucrose; quest’ultime infatti per funzionare in maniera perfetta, richiedono non soltanto un’articolata organizzazione, ma soprattutto hanno necessità di avere accanto un  ampio collegamento esterno con soggetti posti ciascuno in strutture pubbliche e/o uffici istituzionali, ed è proprio per questi motivi che diventa difficile agli organo competenti, far emergere nel corso delle indagini, eventuali complicità o ancor più dimostrare un possibile legame o affiliazione con quell’associazione mafiosa.

Aste fallimentari??? Sono cosa nostra…

Già… quelle esecuzioni immobiliari sono – come si dice in quegli ambienti – cosa nostra!!!

Sì perché a differenza di quanto si possa pensare non vi è solo la mafia a caccia di quegli affari, perché dietro l’accesso a quelle aste non troviamo esclusivamente individui prestanome/usurai legati a quell’associazione criminale, bensì anche soggetti istituzionali e politici…   

Sono beni immobiliari che vengono svenduti e guarda caso a fare shopping troviamo tutti e non parliamo delle conseguenze morali ed economiche subìte da quei cittadini o da quegli imprenditori costretti a svendere le loro proprietà per quattro soldi… 

Un fenomeno che vede ormai affaristi e  mafiosi, mettersi d’accordo fuori da quegli uffici delle aste giudiziarie, in particolare si prova a suddividersi quei beni al minor costo possibile, senza mai far lievitare il prezzo d’acquisto, e soprattutto riuscendo a riciclare quel denaro ottenuto da attività illegali quali malaffare e corruzione…

La stessa Commissione Antimafia ha evidenziato come il più delle volte sia la stessa mafia a ricomprarsi le case o i terreni “confiscati”, presentando al posto loro dei semplici prestanome ed il gioco è fatto!!! 

L’organismo parlamentare ha difatti sottolineato l’urgenza di proteggere le fasce più deboli della popolazione, contrastando la crescente acquisizione da parte di quelle realtà non solo mafiose che ritirano quei debiti in sofferenza e gli immobili delle famiglie indebitate, sottraendole così in maniera furtiva alla loro disponibilità… 

Bisogna aver coraggio, in particolare nella nostra regione che a causa della pandemia “Covid-19” ha permesso non soltanto alla mafia, ma anche a tutti quei soggetti che avendo grandi disponibilità finanziarie – grazie all’enorme liquidità da riciclare – stanno tentando di creare un nuovo servizio parallelo di “welfare”, acquistando per l’appunto non solo quegli immobili, ma anche quelle attività/imprese cadute in totale crisi.

Quell’amico di "cosa nostra"…

Pian piano emergono nuove notizie… 

Ho letto in questi giorni un articolo nel quale l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, alcuni mesi prima che gli fosse consegnato un avviso di garanzia per concorso esterno da parte della Procura di Palermo, era stato considerato in un rapporto negli USA: “amico di cosa nostra”!!!

Il documento riservato è del 19 giugno del 1992 ed era stato inviato dal Dipartimento di Stato americano ai diplomatici dei Paesi della Nato, alla Casa Bianca, alla CIA ed anche alla “FBI”…

In quel documento si analizzava come l’assassinio di Falcone, avesse di fatto allontanato definitivamente la possibilità al premier della Dc di diventare Presidente della Repubblica, proprio per via dei rapporti che il capo del governo intratteneva con alcune figure sospettate di essere in odore di mafia e ciò porto quindi come conseguenza all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla Presidenza della Repubblica al posto suo.

Il rapporto è citato anche in un libro di Andrea Spiri “The end, 1992-1994. La fine della prima Repubblica negli archivi segreti americani”, ma d’altronde l’omicidio di Salvo Lima aveva ben evidenziato quali collegamenti vi fossero tra cosa nostra e gli uomini di  governo.

Da quanto sopra si possono intuire quali motivi abbiano condotto a quell’assassinio, è risulta evidente come il piano fosse stato perfettamente elaborato, in particolare grazie alle garanzie ricevute da parte di taluni soggetti che avrebbero assicurato che l’uccisione di quel uomo così vicino ad Andreotti, non avrebbe comportato disordini o problemi a quell’organizzazione criminale, ma viceversa, grazie proprio a quell’azione, si poteva prospettare un rivoluzionario cambiamento di uomini e partiti in quel palazzo di governo…

Il nuovo movimento politico, avrebbero concesso a quell’associazione importanti rassicurazione di crescita nel territorio e viceversa quest’ultima avrebbe garantito una diretta protezione…

Già… stava per insediarsi un nuova forza politica che godendo della presente reazione della società civile e dimostrando di voler abbattere quella politica nazionale dimostratasi corrotta e che stava per sgretolarsi, iniziava da quella situazione a trarne giovamento per la scalata al governo nazionale e per limitare qualsivoglia operazione di controllo da parte delle forse dell’ordine, che difatti negli anni successivi si sono dimostrate alquanto blande!!!

Viceversa, il nuovo connubio istauratosi andò sempre più fortificandosi e grazie a nuove leggi e soprattutto ai voti che negli anni andarono sempre più incrementandosi, spostandosi da quell’ex partito democristiano a questa nuova realtà.

Ha detto bene ieri in un post il Presidente Claudio Fava: “noi abbiamo bisogno di verità, se non ci interroghiamo sulla nostra storia e sulle verità che mancano rimarremo sempre un paese dimezzato, una democrazia sospesa”.

Forza mafia…

I siciliani sono troppo forti o meglio dovrei precisare che qualche siciliano coraggioso tra migliaia di omertosi c’è e dimostra di essere coriaceo, di non aver paura di dire con i fatti ciò che pensa di una parte della nostra politica e soprattutto di alcuni suoi referenti: “Forza Mafia, Make mafia great again, Democrazia collusa”!!!

Ecco, con questi poster qualcuno ha tappezzato la citta di Palermo, dove solitamente erano stato esposti dei manifesti elettorali…
Certo, uno schiaffo morale per tutti quei concittadini che in questi giorni s sono recati ad ascoltare in piazza chi è stato è stato condannato per concorso esterno e favoreggiamento alla mafia!!!

Ma d’altronde la maggior parte dei miei conterranei sono fatti così…

Da un lato dicono di contrastare la mafia e tutti quegli atteggiamenti che fanno riferimento ad essa, dall’altro con le loro azioni, ne promuovono ogni forma pratica, in particolare quando si stratta di mettere in atto comportamenti corruttivi e clientelari…
Se soltanto avessero un po’ di dignità (chiii??? Ma chi è si mangia….???), impegnerebbero ogni loro secondo per promuovere quei principi fondamentali di legalità, in particolare allontanando qualsivoglia legame con tutti quei soggetti che n passato si sono macchiati in passato di grave colpe!!!
 

Altrimenti non serve a nulla commemorare le vittime della mafia,  quando poi che le proprie azioni, con lo svendersi quotidianamente a quei meccanismi immorali, illegali, dissoluti, e soprattutto quando con la promessa di una preferenza data al momento richiesto, ci si vende a quel sistema tentacolare che tanto si dichiara di contrastare ma di cui di fatto si appartiene da sempre!!!

Per fortuna che tra mille pecore “mafiose” e omertose, c’è chi alza la testa e grida “NO… io non ci sto” e sono questi ultimi a dare ancora un po’ di speranza ad una terra che si dimostra essere ahimè ancora collusa e infetta!!!