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Antimafia di facciata!!!


A volte quando scrivo di certi argomenti…, qualcuno mi suggerisce di evitare di scriverli, perché il più delle volte… sono troppo rigido nelle mie posizioni e soprattutto che, nel voler parlare di certi presunti paladini o di determinate associazioni, finirò alla fine di ritrovarmele… tutte contro!!!   

Certo quando parlo di antimafia “leggera” alcuni storcono il naso, non vorrebbero mai essere messi in discussione… loro rappresentano la legalità… sono gli stessi che dicono di combattere il crimine, che promuovono e organizzando tutte quelle manifestazioni sul sociale…
Non voglio ripetermi, nei miei precedenti post ho già scritto abbastanza su questi “professionisti dell’antimafia”, finalmente comunque mi accorgo di non essere in quei giudizi più tanto solo…, qualcuno, certamente più autorevole del sottoscritto, ha deciso finalmente di distaccarsi, di manifestare la propria posizione, attaccando finalmente questa “antimafia di facciata”!!!
Manfredi Borsellino, figlio del Giudice ucciso, prende le distanze come la sorella Lucia – da poco dimessa da Assessore regionale alla sanità – dichiarando che il 19 Luglio, per la commemorazione del proprio genitore, Lei, insieme al fratello e alla sorella… non ci saranno!!! 
“Non ho tempo per commemorazioni senza senso” ha dichiarato Manfredi ( oggi commissario di polizia a Cefalù ) debbo lavorare sono di turno…
Per cui, quest’anno, dei tre figli del Giudice… non ci sarà nessuno!!!
Ed è giusto così… un vero schiaffo morale. 
A cosa serve infatti “urlare a bassa voce ” quando giornalmente vediamo come nulla cambia… anzi assistiamo ad una criminalità che si evolve, si trasforma… e chi dovrebbe rappresentare quel giusto contrasto, alla fine si dimostra non soltanto colluso, ma anche associato!!! 
Dice bene quando ripete di essere stato educato da suo padre all’etica del lavoro, alla concretezza del fare, a quel totale rifiuto d’inutili passerelle, dopotutto, è stato propriamente quello stesso sistema ad aver tramato, prima contro l’amico e collega Falcone e poi contro egli stesso… 
Inoltre, dichiara che non serve a nulla commentare gli arresti di quei noti personaggi campioni dell’antimafia – presidenti d’importanti associazioni – soggetti che si scialacquavano la bocca, con la parola “legalità” e che oggi è stata arrestata…
Una famiglia, quella dei Borsellino ( e non solo…), che ha dovuto pagare un alto prezzo per questo nostro paese, lo stesso paese che prima ha lasciato da solo il padre ed oggi, anche i suoi figli…
Lucia Borsellino ci ha provato a cambiarla questa corrotto nostra regione, ha cercato con quell’innato senso profondo trasmessogli dal padre, di farcela…, già, in cuor suo sperava che la politica avesse cambiato rotta, che la lotta alla corruzione e alla illegalità, avesse prevalso su quel totale marciume presente a tutti i livelli, che si potesse debellare questo stato di cose…
Così purtroppo non è stato…, gli interpreti che rappresentano ancora quel sistema, sono “contaminati” ed è per questo che taglia corto dicendo: non capisco l’antimafia come categoria, sembra quasi un modo di costruire carriere; la legalità per me non è facciata, ma la precondizione di qualsiasi attività».
A noi – siciliani onesti – non serve avere commemorazioni per vedere le solite facce di bronzo dei nostri politici, “impupati” e in prima fila… perché il ricordo per il Giudice Borsellino è già dentro di noi e vivrà con noi per sempre!!!
Oggi è proprio grazie al loro padre se scrivo contro la mafia…, perché come sapeva dire: Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale, la gente mi moriva attorno… 

Festival internazionale di cinema itinerante contro le mafie…

Ci sono tanti modi di promuovere quella cultura della legalità, uno di questi è assistere a documentari, film, cortometraggi, che hanno quale argomento, quello di promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica…
Tra questi c’è ne una che avevo piacere di evidenziare…

L’Associazione Libera in collaborazione con Cinemovel.it, da 1° di Luglio e fino al 15 Ottobre 2015,  ha dato inizio in alcune città italiane, alla programmazione di film famosi, incentrati sui temi caldi della criminalità organizzata e con particolare attenzione alla lotta alla mafia. 
Tra i film in programmazione ci sono: 
Le mani sulla città di Francesco Rosi, 1963.
Anime Nere di Francesco Munzi, 2014
La zuppa del demonio di Davide Ferrario, 2014.
La terra dei santi di Fernando Muraca, 2015.
Noi e la Giulia di Edoardo Leo, 2015.
Let’s go di Antonietta De Lillo, 2014.
La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto (Pif), 2013.
Fortapasc di Marco Risi, 2008.
La manifestazione chiuderà le proprie proiezioni nei giorni del 11 e 15 ottobre, rispettivamente in due grandi capitali, Berlino e Parigi.
Un’espressione interessante, che permetterà di esporre attraverso la visione dei film, quella forza comunicativa data dalla visione delle immagini ed in particolare dall’ascolto dei linguaggi…
Un modo nuovo di manifestare pubblicamente, quel disagio culturale, che non permette a questo nostro paese, in modo particolare alla nostra terra, quella doverosa crescita culturale…  
Libero Cinema in Libera Terra, Festival Internazionale di Cinema itinerante contro le mafie, permette di esporre uno spaccato quotidiano di vita vissuta, del malessere generalizzato, della recrudescenza subita in questi ultimi quarant’anni, attraverso la proiezione di film su temi quali la gestione politico/mafiosa, lo scambio di voti, il potere economico e la gestione del sacco edilizio, i beni confiscati alle mafie e restituiti alla legalità…
Ogni estate dal 2006, “Contro le mafie” porta le emozioni del cinema direttamente nelle piazze, promuovendo in tal modo, non solo l’apertura verso spazi democratici più ampi, ma soprattutto, sviluppando quel bisogno di cultura chiamato “legalità”.
Se potete nei giorni prestabiliti, andate a vedere questi film, anche nei casi in cui, l’abbiate già visti…, già, rappresenterà una nuova esperienza di riscoprire, l’emozione condivisa di stare insieme e di aderire ad eguali speranze…
La mafia può essere sconfitta… perché come ha detto il nostro Presidente Sergio Mattarella: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’umana convivenza!!!
Però… per far ciò… c’è bisogno i tutti!!!
Per qualsivoglia ulteriore informazione:
tel. 338.7814778 – 335.7202743 – 393.4053112
Ufficio stampa Barbara Perversi 347.9464485 – barbara.perversi@gmail.com

Urlano tutti…si… ma a bassa voce!!!


Come diceva il nostro Sciascia… questi sono i nuovi professionisti dell’antimafia!!!
Già, in questi anni, tra associazioni, istituzioni, fondazioni, forum, comitati, e via discorrendo… il fenomeno delle associazioni per la legalità è cresciuto in modo esponenziale…
Prendendo infatti a modello, quelle associazioni “autorevoli” come Libera di Don Ciotti, le Agende Rosse, Addiopizzo, daSud, e qualche altra che non sto quì ad elencare…, ecco che, l’aver dato origine ad un qualcosa che possa divenire punto d’incontro per parlare di contrasto alla criminalità organizzata, diventa il primo passo fondamentale, per iniziare a fare concretamente numeri…, perché dopotutto…, di questo si tratta, di una semplice raccolta di nomi e  di firme!!!
Infatti, queste “pseudo” associazioni, sono astute… si muovono in punta di piedi…
Grazie ai soci fondatori che rappresentano coloro che sin dall’inizio ispirano e sovvenzionano l’associazione, si comincia ad essere accreditati in quei modelli onlus ( senza cioè alcun fine di lucro ) e dove il principale obbiettivo risulta essere quello del contrasto alla illegalità ed alla corruzione, volgendo ispirazione per quei valori naturali, andati ormai perduti, quali il rispetto, la moralità e la correttezza!!!
All’inizio, ci si rivolge a parenti ed amici, una forma d’incontro, nato a modello di circolo ricreativo, poi, pian piano, migliorando la struttura e l’organigramma, si da inizio alla raccolta di piccoli contributi, quasi sempre volontari, che con il tempo, possono ufficializzarsi, attraverso il 5 per mille dei contributi Irpef…
Si consegna una tessera personale, si passa alla ricerca di nuovi membri e nel contempo, si pubblica su carta stampata o su pagina web, quanto si ha intenzione di proporre in manifestazioni e scambi culturali…
Tutte belle iniziative che però nascondono il vero fine…, e cioè, fare in modo che il consenso possa, sempre più… aumentare!!!
Quindi stabilite le regole ed avendo proceduto alla realizzazione di un modello di statuto con il quale determinare quali necessarie direttive servono per l’organizzazione del gruppo, ecco, che si procede a depositare il contratto dell’associazione e dare finalmente inizio a quanto si desiderava realizzare…
La speranza, e quella che con il passar del tempo, il numero degli iscritti aumenti… e quando finalmente ci si accorge che, il proprio consenso è divenuto importante, quando si ha un forte visibilità, ecco che quello può rappresentare il momento dell’evoluzione…, quel cambiamento che sonda, se l’interesse maturato, può essere apprezzato e/o barattato da qualche esponente rappresentativo, preferibilmente istituzionale, che hanno un particolare interesse, a candidarsi nel mondo della politica…

Sembrerà assurdo, ma quanto avviene all’interno di queste associazioni è off-limit…  nessuno infatti, è nelle condizioni di poter confermare, se all’interno di queste associazioni, si celino personaggi che hanno interessi con le attività criminali…

Ormai, come possiamo osservare, nelle nostre città…, è difficile trovare quelle vecchie segreterie di partito…, queste non esistono più, non solo perché sostenerle, aveva dei costi proibitivi, tra affitti, utenze, dipendenti e spese varie, ma soprattutto perché necessitavano quotidianamente della presenza illustre della figura politica, che da alcuni anni, preferisce non mostrarsi, continuare con la propria professione e quando eventualmente disponibile, dedicarsi alla presenza di quelle sedute pubbliche a cui deve presenziare, per godere di quel famoso gettone di presenza…, ma soprattutto,  poiché quelle segreterie partitocratiche erano diventate totalmente inutile… in quanto sono rimasti in pochi, quelli che ancora, ci si rivolgevano, sperando appunto, nei loro buoni propositi…
Ed allora ecco che i ns. politici…  hanno alzato l’ingegno, sono nate, a sostituzione proprio di quelle segreterie, nuove associazioni; le chiamano culturali (ma non ci troverete neppure un libro… ), di volontariato, ambientaliste, per i consumatori, ricreative, ed ovviamente quelle più rappresentative… contro la mafia… tutti con nomi di grande interesse, importanti, a modelli #hastag, dove il riconoscimento immediato del nome deve costituire il modello e l’indirizzo a cui l’attività associativa si è ispirata…
Eccoli, sono i nuovi paladini…, alcuni hanno scelto nomi illustri che attraverso la lotta alla mafia hanno fatto grande il nostro paese, ma quasi sempre, dietro queste associazioni non vi è neppure un loro parente…, altri, usano la tecnica di copiare termini omonimi o nomi similari a quelli di associazioni autorizzate, inviando direttamente a casa, una richiesta economica a sostegno della stessa, su bollettini di c/c precompilati, senza poter conoscere, ne dove andranno a finire i soldi inviati e soprattutto chi è il reale beneficiario…
Se poi analizziamo concretamente cosa fanno…, quali lotte vanno combattendo, quante denunce presentano, quali dibattiti organizzano, in che modo fanno sentire la loro voce… , con quale foglio di giornale, rivista, pagina web contrastano la lotta alla mafia…, come URLANOOO a gran voce…, lo schifo che li circonda… ecco, ci si accorge, che tutto è fatto a bassissima voce… quasi in silenzio… per non disturbare… per non fare quei nomi e cognomi sconvenienti…, per non risultare fastidiosi agli occhi di tutti, in particolare proprio di quei soggetti malavitosi o con i colletti bianchi… dopotutto, vanno ripetendo: perché denunciare noi… lo farà qualcun altro…, le lotte dobbiamo sempre iniziarle noi con la nostra associazione e gli altri invece cosa fanno… dov’è lo Stato, i suoi uomini, che siamo essi a farle quelle lotte…, dopotutto loro… sono pagati anche per questo…noi no!!!
La verità è che alla fine, la lotta, la fanno sempre gli altri, quelli invisibili, quelli a cui le medaglia non verranno mai date…
La maggior parte… sta nell’ombra, anzi, grazie a queste associazioni si riciclano, sono quegli stessi personaggi che allontanati per varie vicissitudini dalla politica, ora, attraverso queste associazioni, tentano di riavvicinarsi alle poltrone perdute, grazie all’Antimafia. 
Soggetti con la doppia identità, che, protetti ora dallo stendardo dell’antimafia ( dopo essere stati a fianco di personaggi collusi con la criminalità organizzata oppure aver ricevuto contributi economici per la propria sede associativa, da quelle figure oscure, ora rimosse da quegli incarichi in quanto condannati per abuso di ufficio, concussione, corruzione, ecc…, ecco che, come se nulla fosse, sfilano in prima fila, in quelle marce per la legalità, al fianco di chi, quotidianamente, la combatte la mafia, come le istituzioni, le forse dell’ordine e quei pochi cittadini onesti…
Ormai il sistema è stato svelato, l’immagine pubblica di certi personaggi è stata smascherata, denunciata, rinviata a giudizio…, per truffa, peculato, malversazione o ancor peggio… per infiltrazione mafiosa…
Personaggi politici, che di giorno sfilavano nei cortei, ma che di notte cenavano insieme agli “amici” per decidere quali accordi elettorali proporre…, personaggi che attraverso quei propri movimenti e quelle fondazioni antimafia, hanno letteralmente intascato fiumi di denaro pubblico, investiti poi in attività commerciali proprie, personaggi infami che presentandosi come paladini della giustizia, hanno foraggiato queste attività fraudolenti…
Si mettono – come si diceva una volta – i vestiti buoni della domenica per andar in chiesa…, per mostrare quelle loro facce, a modello ispirazioni di sani principi, ma che nascondono di fatto, il loro vero volto, tra falsità e ambiguità…
Un sistema creato ad hoc, che tenta di sostituirsi ai vecchi ladri, sperando così di ricevere “gratuitamente” i beni di quelle aziende confiscate dallo Stato, dove, attraverso la costituzione di ipotetiche cooperative o associazioni, si ci trova coinvolti, nel gestire patrimoni milionari, ottenute a costo zero e soprattutto foraggiate, in quanto accreditate in quella lotta contro la criminalità…
Perché vestirsi di antimafia era diventato un business… ma oggi lo è ancora di più…
Un nuovo modo astuto, per ripulire la propria immagine…., quasi si trattasse d’immergere se stessi, in un cosiddetto bagno “purificatore”…

Purtroppo, ancora in molti pensano che con la mafia bisogna convivere…

Quando si parla di mafia, sentiamo dire, da parte delle istituzioni, da personalità altissime di governo, dai esimi politici, da presidenti d’associazioni, ecc…, che questa guerra deve essere in ogni luogo combattuta, in particolare bisogna contrastarne il potere economico e colpire quello fiscale, bloccare l’elevate disponibilità finanziarie, ovunque gestite da pseudo imprenditori, prestanome di un sistema corruttivo… 
Si è vero lo Stato, ad oggi, ha confiscato moltissimi beni alle mafie, ma se poi costatiamo come questi vengono riutilizzati, ecco che ci si accorge che non si è fatto alcun danno alla mafia…, la quale riorganizzata, non fa altro che spostare su altre società le propria attività illecite…
Ma poi, quando assistiamo ad ogni livello come la mafia è interconnessa nel nostro tessuto economico e sociale, ecco che il peso di quelle parole… conta poco… per non dire nulla!
Mafia è controllo…, sugli appalti, nei mercati, nelle licenze, nella gestione delle aree ancora fabbricabili, nella sanità, nell’agricoltura, nel commercio, e poi ci sono gli affari cosiddetti “sporchi” come droga, prostituzione, gioco d’azzardo e l’odioso pizzo ai vari commercianti… 
Ma in particolare, mafia vuol dire agganci con la politica, con pezzi importanti delle istituzioni deviate, con imprenditori di quelle corporazioni di famiglie, che rappresentano sostanzialmente, l’economia del ns. paese.
Ed allora mi chiedo, chi dovrebbe combattere realmente questo sistema???
Questa tanto proclamata “antimafia”, a chi è affidata…, a quei pochi magistrati onesti, ai soliti integerrimi procuratori, oppure a quell’esiguo numero di volontari, sempre più isolati e abbandonati, anche dalle stesse istituzioni???
La guerra alla corruzione e alla mafia passa dall’insegnamento culturale delle regole, da quel senso profondi di legalità e d’amore per la propria terra…
Quando oggi assistiamo a come i nostri governanti pranzano al tavolo di cosa nostra, quando decidono quali trattative ed equilibri politici adottare, quando i voti vengono assiduamente ricercati e scambiati, ecco che allora mi chiedo, ma come si pensa di volerlo cambiare questo nostro paese ed in particolare la nostra Sicilia???
Lo stato che fa patti con l’anti-stato, legalità e illegalità che camminano a braccetto, un matrimonio di convenienza che ha prodotto i suoi frutti “amari” non soltanto nel recente passato, ma purtroppo anche oggi, nel presente,. 
L’importante è sapere che contro la mafia ed i suoi protettori nelle istituzioni, si può vincere, certo giungere ad una soluzione finale non è semplice…, bisogna intanto cominciare a stravolgere completamente gli uomini a cui si è stato demandato quel compito… troppi tra essi, sono ancora collusi con quel sistema, sono gli stessi professionisti e/o funzionari pubblici, che grazie a quegli incarichi ricevuti ( mai per essere stati vincitori di concorso o per proprie virtù quali per esempio, il riconoscimento di titoli professionali o ancor meno… per essere stati capaci di dimostrare che nel corso di quella lunga carriera, di meritare tale mansione ) grazie ai soliti amici degli amici (uomini politici e non ) legati alla sessa organizzazione malavitosa, ecco che proprio questi – sono i peggiori – influenzano e limitano quella libera concorrenza e soprattutto i veri principi di democrazia.
Fintanto che questi “disonesti” resteranno lì seduti nelle loro comode poltrone… difficilmente si riuscirà a convincere la parte integra dei cittadini onesti, che non è per nulla vero quanto si dice in giro, e cioè, che con la mafia bisogna conviverci!!!
    

Art. 41 bis…

La Corte di Appello di Catania inaugura l’anno giudiziario dinnanzi a un pubblico striminzito per non dire assente, in particolare ciò che colpisce è rappresentato da quelle sedie riservate… che come è possibile vedere nella foto allegata, sono assolutamente vuote!!!
Tralasciando comunque la “classica” relazione del Magistrato e Presidente della Corte d’Appello, Alfio Scuto, che evidenzia tutti gli sforzi fatti quest’anno dalla magistratura, a causa del deficit di risorse costituito dal minore organico di personale presente, durante la cerimonia è stata manifestata la contrarietà sulla mancata nomina del Garante siciliano dei detenuti, posizione ormai vacante da più di 16 mesi e sono state espresse parole di condanna sull’adozione e prolungamento nell’applicazione dell’art. 41 Bis…
Per chi non lo sapesse… l’articolo 41 bis fa parte della legge 354 del 1975 sul trattamento penitenziario modificata nel 2002 ed è inserito nel capitolo IV (regime penitenziario) e precisamente:

Art. 41-bis
Situazioni di emergenza
In casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il ministro di grazia e giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati.
La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto.
Quando ricorrano gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, anche a richiesta del Ministro dell’interno, il Ministro della giustizia ha altresì la facoltà di sospendere, in tutto o in parte, nei confronti dei detenuti o internati per taluno dei delitti di cui al primo periodo del comma 1 dell’articolo 4-bis, in relazione ai quali vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con un’associazione criminale, terroristica o eversiva, l’applicazione delle regole di trattamento e degli istituti previsti dalla presente legge che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di sicurezza.

La sospensione comporta le restrizioni necessarie per il soddisfacimento delle predette esigenze e per impedire i collegamenti con l’associazione di cui al periodo precedente.

bis.
I provvedimenti emessi ai sensi del comma 2 sono adottati con decreto motivato del Ministro della giustizia, sentito l’ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice che procede ed acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia e gli organi di polizia centrali e quelli specializzati nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva, nell’ambito delle rispettive competenze. 
I provvedimenti medesimi hanno durata non inferiore ad un anno e non superiore a due e sono prorogabili nelle stesse forme per periodi successivi, ciascuno pari ad un anno, purchè non risulti che la capacità del detenuto o dell’internato di mantenere contatti con associazioni criminali, terroristiche o eversive sia venuta meno.
In ognuno di noi, ovviamente, prevale quel sentimento d’umanità che vorrebbe mai vedere privati quei principi di libertà o l’applicazione di sistemi coercitivi, utilizzati ancora oggi da certi regimi totalitari, ma, voler considerare o preferire dimenticare, a chi tali provvedimenti son diretti, è come voler negare quanto accaduto e soprattutto scorretto nei riguardi di chi, per quelle circostanze ha perso la propria vita…

Bisogna sempre ricordare che l’uomo si differenzia dalle “bestie” non soltanto per il proprio intelletto… ma soprattutto perché ispira se stesso ai veri bisogni dell’umanità… ma quando queste necessità, diventano d’esclusivo bisogno personale e quando a ciò, si somma la violenza che conduce alla privazione delle altrui libertà… ecco che allora, per questi modi d’essere,  vanno non solo contrastati ma anche fortemente condannati!!! 
Quindi, il voler valutare (da parte di taluni professionisti ) questi soggetti, eguali a tutti gli altri individui, pur sapendo – per presa coscienza – che nel corso delle loro vite, hanno commesso di tutto e di più… ecco che forse, la sola applicazione dello stesso art…. risulta essere – per quanti l’hanno meritato – il modo più tenue per espiare le proprie colpe…
Dopotutto, se si trovassero oggi… nel restaurato califfato dell’ISIS, verrebbero gettati dai tetti oppure, come quei poveri ladri accusati alcuni giorni fa di banditismo, legati a delle croci di metallo e quindi fucilati di fronte alla folla!!!
Per cui… se pur contrario alla celebre frase “occhio per occhio e dente per dente” ed all’applicazione di una giustizia sommaria… è altrettanto improprio voler considerare questa nostra giustizia, “incivile o immorale”, quando di fatto, dimostra d’essere sempre giusta…, se pur sommersa da tutti quei benefici di legge ( ottenuti attraverso miracolanti strategie di nuovi azzeccagarbugli ), che rendono l’applicazioni delle pene, meno gravose e sempre più… leggere!!!
Non dimentichiamo inoltre, che proprio la Corte Europea dei Diritti dell’uomo, ha riconosciuto la piena legittimità della misura di restrizione… che rendono quindi, eventuali proclami ed esibizioni, del tutto vani ed inconsistenti!!!

Non dimentichiamoci che è proprio grazie, alla lungaggine dei processi ed alle infinite interpretazioni giudiziarie, che è stato possibile, mandare in prescrizione in questi ultimi dieci anni, circa un milione e cinquecentomila processi!!!
Ciò ha permesso (se c’è ne fosse stato bisogno…) di evidenziare come, la nostra classe politica, continui a collaborare, proprio con quegli stessi soggetti, che di fatto, andrebbero combattuti!!!
Ma si sa che, chi ha i voti… ha il potere, ed avere l’appoggio di chi ha il controllo su quei voti è di fondamentale importanza per sperare di sedersi in quelle belle poltrone vellutate…
E’ chissà… se non è per questa particolare ragione, che si cerca “sempre di mancare” a quei, fondamentali appuntamenti istituzionali…, ovvero, per non commettere l’errore di manifestare – con la propria presenza – un equivoco comportamento che possa infastidire chi, ancora oggi si sa disporre, di quello “specifico” potere!!!

Expo… in odor di mafia!!!

Ad oggi, le imprese escluse dai lavori dell’Expo, per infiltrazioni criminali, sono ben 68!!!
La prefettura di Milano ha disposto le cosiddette “interdittive” avendo verificato ben 368 aziende…
Quindi se si prova a fare due conti…, vedrete che quelle che non possedevano i requisiti di legalità sono più del 10% sul totale… e cioè che che le infiltrazioni mafiose hanno coinvolto circa una ditta sulle 9 tra quelle impegnate nei lavori dell’Esposizione Universale di Milano. 
Società che erano già state ammesse nelle cosiddette “white list”, ma che successivamente sono state escluse… in particolare, per aver utilizzato mezzi d’opera non in regola poiché utilizzavano targhe clonate. 
Il sistema prevedeva, l’utilizzo di subappaltare i lavori a società poco “limpide” che per ingannare i controlli, utilizzavano targhe clonate (preventivamente autorizzate ) in automezzi diversi da quelli verificati…
Un altro caso ha visto l’allontanamento di una società amministrata dalla moglie, il cui marito era stato sottoposto ad interdizione per traffico internazionale di droga; la società è stata espulsa dai lavori, in quanto si è dimostrato che i movimenti economici, servivano per il mantenimento del familiare e delle spese legali necessarie…
Da un’ulteriore controllo, si è scoperto che un’altra impresa di Crotone, utilizzava esclusivamente personale originario della cittadina calabrese, che di fatto non costituisce di per se un problema… se non fosse che dagli accertamenti è emerso che, molti di essi erano pregiudicati o ancora peggio, legati ad associazioni malavitose…
Stessa situazione si è poi ripetuta per molte aziende a conduzione familiare, amministrate da prestanomi o parenti incensurati…
E’ dire che il nostro paese, aveva convinto gli investitori stranieri, a puntare su quest’investimento… dichiarando che l’evento, sarebbe stato “mafia free“… 
Non vorrei comunque, che proprio questo modo “delicato” d’intendere la mafia è cioè in quel modo del tutto “libero”, ha permesso che quanto oggi scoperto, derivi proprio da quel modo “inconsistente” di fare i controlli… e che consente ad ogni occasione, certi cosiddetti “imprenditori”, di continuare ad operare in quelle grandi opere, permettendo – grazie ad uno Stato disimpegnato – di utilizzare quei soldi pubblici, che vanno non solo a ripulire, ma soprattutto a saziare, le casse di tutte quelle associazioni criminali, che di fatto, sin dall’inizio si volevano ( a parole ) contrastare!!!

ROMA…LADRONA!!!!

Ladri, delinquenti, farabutti, disonesti, lestofanti, banditi, truffatori, furfanti… e potrei continuare in eterno… è questi sono soltanto gli aggettivi cosiddetti educati… poi potrei continuare con una sfilza di quelli…. molto… ma molto volgari che certamente, ancor più si addicono, a questi cosiddetti criminali…

Il bello è che ancora tra loro c’è chi dice che nulla centri con quanto emerso e continua a girare con una macchina blu, l’autista e quattro poliziotti…
Altro che associazione malavitosa… altro che mafia… qui c’è rappresentato tutto lo schifo del nostro paese!!!
Dalla politica… ai funzionari, dai dirigenti… ai terroristi…. dai delinquenti… fino (proprio per non farci mancare nulla…) ai poliziotti, naturalmente anch’essi corrotti!!! 
Come sempre il business è costituito dagli appalti pubblici… dalle aggiudicazioni, dalle infiltrazioni nel mondo imprenditoriale, ai campi d’accoglienza per nomadi e immigrati….
I reati ci sono tutti… associazione di stampo mafioso, usura, estorsione, turbativa d’asta, corruzione, bilanci societari fasulli, fatturazioni inesistenti, riciclaggio di valori e denaro proveniente da altri reati e via discorrendo…
Dalle indagini si è potuti risalire a tutta una serie di personaggi, che gravitano nel mondo della Capitale e che hanno permesso a pochi soggetti, di affondare le proprie radici in un sistema malato e colluso, grazie in particolare a intimidazioni puntuali e mirate…
Ora tutta la politica s’indigna… ed allora dico… noi cosa dovremmo fare…
Non mi interessa chi c’era a capo dell’organizzazione e chi erano i suoi collaboratori… (quelli, questo hanno sempre fatto da sempre ), ma ciò che mi preme sottolineare è il sistema corruttivo attorno che si era venuto a creare, gente insospettabile, che per poche migliaia di euro, hanno venduto la propria dignità…
Non sto parlando di quanti percepivano 20/30.000 euro al mese… quelli seppur schifosamente ladri… possono, “se non moralmente”, essere ancora giustificati da una condotta umana “meschina”, alla quale tutti quelli che oggi si mostrano come sdegnati, pronti a lapidare i colpevoli, ecco non so quanti di questi, trovandosi al loro posto… si sarebbero comportati diversamente…, ovviamente entrambi offendono i principi di giustizia e coscienza morale, ma sono quelli che si sono accontentati e venduti per pochi euro che mi danno ancor più disgusto…, meschini accattoni, che per un caffè al giorno si sono prestati a questo gioco infame…
Ora ci diranno che si prenderanno nuovi provvedimenti, che le regole cambieranno… come sempre dopotutto fino alla prossima eclatante scoperta…

Si giustificano con i sequestri realizzati, con i milioni recuperati in proprietà, aziende, bar, ristoranti, pizzerie, locali vari, appartamenti, terreni, auto e moto…  e dopo che si sono mangiati Roma… dopo che hanno fatto sparire milioni e milioni di euro… ecco… che come i cowboy… arrivano finalmente le forze dell’ordine… quelle “oneste e pulite “.

Chissà se poi, oltre la capitale il giro non sia anche da estendere a tutta la regione Lazio, chissà se a breve non uscirà un’altra inchiesta analoga ( pensavo l’altra sera, se la stessa vicenda, non possa essere stata realizzata anche da noi, proprio qui in Sicilia, dove maggiore sono gli sbarchi ed in particolare se in quei centri d’accoglienza la gestione da parte di queste cosiddette organizzazioni internazionali dell’immigrazione, sia altrettanto limpida e controllata, vedasi per esempio Mineo – con il più grande centro per richiedenti asilo in provincia di Catania – oppure il Tropicana ( ex discoteca ) di Ragusa o al centro Papa Francesco di Priolo Gargallo a Siracusa, tutti ubicati lontano dai centri abitati, in un mondo a sé, in cui il richiedente asilo, vive in una situazione di spaesamento e di profonda distanza…

Tutte strutture che presentano le stesse caratteristiche, da quelle in provincia di Foggia (Borgo Mezzanone) per passare a Castelnuovo di Porto (Roma), dal centro di Bari (Palese) fino a quello di Crotone… tutti infatti rispondono ad una precisa strategia e cioè quella di – tenere lontano i richiedenti asilo dai cittadini limitrofi, ridurre al massimo ogni possibilità d’incontro e d’accoglienza – impedendo di fatto, la cosiddetta “integrazione” che nelle tante manifestazioni propagandistiche, viene promossa…
Si è vero… i migranti possono spostarsi… ma per andare dove???
Ora si vuole fare chiarezza e trasparenza, sempre dopo comunque…, giustificati questa volta dal fatto che le indagini subivano sì dei ritardi, ma a causa delle informazioni trasversali che venivano riportate a chi si trovava indagato, che ovviamente provvedeva lautamente -per tali informazioni- a ringraziare…

Mi chiedo… ma come hanno fatto gli stessi colleghi a non accorgersi che, all’improvviso, qualcuno nel loro gruppo modificava quel proprio tenore di vita, come per esempio… un’orologio al polso costoso, il cambiare l’auto con un modello di fascia alta, il trasferimento d’abitazione, il vestirsi meglio oppure con un viaggio in crociera o settimanalmente, la pubblicazione sul proprio social network o su quello della propria compagna, di foto in resort in cui alloggiare nei fine settimana???
Cos’è, per intuire o comprendere quanto stava accadendo attorno a voi, avevate bisogno di vederli sfrecciare sulle strade di Roma, chissà… se non proprio, dinnanzi al Colosseo, con belle e sgargianti colorate monoposto da F1???
E’ impossibile non avvertire dei dubbi o subodorare che qualcosa si nascondesse in quel collega, quel particolare tenore di vita a cui voi non potete aspirare… o debbo presumere che forse…non erano i soli ad appartenere a quel corrotto sistema???
Qualcuno certamente sapeva ed ha taciuto… qualcun’altro ha fatto finta di non sapere, mentre molti altri, si son girati per non vedere…
Per fortuna comunque, che alla fine – qualcuno ha fatto la sua parte… e la giustizia ha vinto!!!
Come ripeto sempre qui non si tratta di aspettare i passi indietro o l’autosospensioni, qui il popolo sovrano deve iniziare a decidersi con chi stare…e non da chi deve essere governato, ma da quali soggetti vuole essere amministrato, se continuare ad avere questa “gentaglia” o iniziare definitivamente un percorso di pulizia e rinnovamento… e “purtroppo” per una volta da Siciliano… mi devo venire a trovare d’accordo con un leghista: Salvini…
Credo che ormai, sia giunto il tempo della completa metamorfosi!!!

La solitudine di un numero uno


Sono in molti a dire che intorno a noi qualcosa sta cambiando e che si sono fatti passi da gigante nei modi di concepire le istituzioni ed il potere che essi rappresentano…

E’ quindi tutti a dirci che sul fronte delle lotte alla criminalità sono stati raggiunti dei traguardi importanti, poi, a quale prezzo di vite umane queste lotte sono costate, quello… è tutt’altro discorso!
Va be… diciamo senza alcuna retorica che alcuni cambiamenti si sono verificati, ma quanto questi abbiano realmente modificato le coscienze civili è ancora da vedere… perché nella stra-maggioranza dei miei conterranei è ancora insita quella convinzione per la quale, la legittimità di quel potere “occulto” garantisce lavoro, ordine, una cosiddetta “giustizia” espressa senz’altro in tempi più celeri di quella ordinaria…, possiamo considerarla, una vera e propria auto-legittimazione, che garantiva e garantisce quel consenso di voti ed al stesso tempo permetteva a questo “sistema” l’invisibilità…
Osserviamo nelle cronache di questi giorni come le indagini realizzate da parte degli organi inquirenti, conducano sempre a collusioni e trattative ” enigmatiche” dove da una parte ci sta la mafia e dall’altro un nemico “oscuro” che sta anch’esso dall’altra parte della legalità e cioè il cosiddetto anti-stato. 
Uno “stato” dentro lo Stato… che trama segreti e che influenza a seconda dell’evenienza il potere democratico e civile…
Uno “stato” al cui interno si è ricorso con molta frequenza, per sistemare certe situazioni “equivoche”, che avrebbero dovuto non saltare fuori, che non dovevano emergere e se scoperte, andavano immediatamente insabbiate, in particolare se tra questi ci sono i loro uomini…
Perché se da un lato si crede di aver smascherato quelle possibili connivenze, ancora tantissimo va fatto, per combattere la tendenza di molti settori ampi della politica ed imprenditoria nel considerare ancora la mafia come una risorsa, qualcosa da cui ottenere vantaggi, che sostiene economicamente certe candidature e che risulta essere presente nei momenti decisivi…
Altresì, è altrettanto evidente osservare come alla politica non gliene frega niente di certe manifestazione organizzate de quelle associazioni contro le mafie, infatti stranamente, non si vedono mai… segretari di partito o leader politici, ecco che da tale evidenza, si dimostra come nel nostro paese nulla sia cambiato…
Ed è per questo motivo che ormai il sottoscritto ha una idiosincrasia per queste esibizioni di “legalità” espresse da “taluni” personaggi che si presentano in quelle manifestazioni, più per loro esibizione, che per voler realmente ricordare quegli eroi – uomini dello Stato – che insieme ai propri agenti di scorta, hanno perso la vita…
Ma noi, non abbiamo bisogno di questa “propaganda politica”, noi quelle persone veramente eroiche le abbiamo conosciute ed abbiamo avuto modo di vedere come, nello svolgere i loro incarichi, non abbiano mai esibito se stessi agli altri, anzi, hanno sempre cercato di far credere noi tutti, che stavano avendo una vita normale, c’incoraggiavano a pensare che la lotta alla mafia, fosse una cosa possibile ed a disposizione di tutti… altrimenti si correva il rischio di avere una prospettiva errata della lotta, di poter credere di avere di fronte a dei miti, fama, notorietà e applausi, ma di fatto, scoprire che nulla era cambiato e che un passo avanti non era stato fatto!!!.
La verità è che in molti hanno paura, una paura che nasce dalla consapevolezza di perdere ciò che hanno, infatti, se questo “sistema” iniziasse ad essere smantellato, se “l’impalcato degli incarichi“, iniziasse a scricchiolare, ecco che sarebbero in tanti quelli a cadere…  a perdere quelle posizioni prestigiose o quelle funzioni “immeritatamente” ottenute… 
Ecco perché, quando un semplice cittadino inizia a effettuare quelle azioni di contrasto, tali da scardinare quello strutturato e collaudato sistema, ecco che, nel momento in cui vengono toccati i suoi uomini… inizia una strategia dell’abbandono, la persona indicata inizia ad essere lasciata sola…, non perché egli possieda in tasca chissà quale segreto o un papello prodigioso che possa nascondere un cifrario con i nomi di quanti collusi o appartenenti al sistema, ma soltanto perché la forza ed il coraggio delle sue idee, è capace, da sola, d’incrinare e scardinare un potere ormai diffuso a tutti i livelli, nella nostra isola….
Ed allora cosa avviene…, parte un piano di contrattacco che serve, prima ad intimidirlo e successivamente, ad allontanarlo dal proprio ambito professionale…
Sorgono nuove diffidenze, lo si vede quasi fosse un animale strano… uno di quelli da cui non fidarsi, anche perché impossibile da ammaestrare e quindi alla fine, invece di premiare l’impegno dimostrato, s’iniziano a monitorare le sue azioni, si cerca d’intravvedere un eventuale punto debole o si va alla ricerca si quale scheletro conservato nell’armadio…

Un vero “preoccupante” fastidio si manifesta per quel suo modo d’essere e chissà se forse non rappresenta proprio in ciò, quella avversione personale oggi avviata… quasi s’avesse invidia per quel coraggio finora dimostrato…

Ora, nel sentirsi isolato e circondato, capisce che deve trovare nuovi alleati a lui certamente inconsueti… deve superare quella limitata porzione di silenzi di alcuni uomini dello Stato…, va oltre, guarda, ascolta, si rivolge all’esterno, a quelle figure non ancora compromesse, a quelle associazioni composte da cittadini onesti, a quegli uomini politici che non vengono influenzati dagli interessi del partito ma che sanno farsi carico direttamente dei valori istituzionali, perché questi debbano essere messi sempre al di sopra di tutto…
Ma il potere è sempre lì nell’ombra, invisibile, come qualcosa di superiore, impersonale, ma soprattutto in modo latente va tramandando le proprie ostilità… ed è per questo che alla fine… tutti i numero uno… verranno sempre guardati con tanta sfiducia e molto sospetto!!!

La negazione ai valori di giustizia e legalità…

Caro Paolo,
oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante partecipare il 23 maggio ed il 19 luglio… a quelle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà.
E come se non bastasse, Paolo, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e a barattare l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato dei facili privilegi.
Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. 
Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti.
Voi che a null’altro credete se non alla religione del potere e del denaro, e voi che non siete capaci di innalzarvi mai al di sopra dei vostri piccoli interessi personali, il 19 luglio tacete, perché questo giorno è dedicato al ricordo di un uomo che sacrificò la propria vita perché parole come Stato, come Giustizia, come Legge acquistassero finalmente un significato e un valore nuovo in questo nostro povero e disgraziato Paese.
Un paese nel quale per troppi secoli la legge è stata solo la voce del padrone, la voce di un potere forte con i deboli e debole con i forti. 
Un paese nel quale lo Stato non era considerato credibile e rispettabile perché agli occhi dei cittadini si manifestava solo con i volti impresentabili di deputati, senatori, ministri, presidenti del consiglio, prefetti, e tanti altri che con la mafia avevano scelto di convivere o, peggio, grazie alla mafia avevano costruito carriere e fortune.
Sapevi bene Paolo che questo era il problema dei problemi e non ti stancavi di ripeterlo ai ragazzi nelle scuole e nei dibattiti, come quando il 26 gennaio 1989 agli studenti di Bassano del Grappa ripetesti: Lo Stato non si presenta con la faccia pulita
Che cosa si è fatto per dare allo Stato una immagine credibile La vera soluzione sta nell’invocare, nel lavorare affinché lo Stato diventi più credibile, perché noi ci dobbiamo identificare di più in queste istituzioni».
E a un ragazzo che ti chiedeva se ti sentivi protetto dallo Stato e se avessi fiducia nello Stato, rispondesti: «No, io non mi sento protetto dallo Stato perché quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla magistratura e alle forze dell’ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale». 
E proprio perché eri consapevole che il vero problema era restituire credibilità allo Stato, hai dedicato tutta la vita a questa missione.
Nelle cerimonie pubbliche ti ricordano soprattutto come un grande magistrato, come l’artefice insieme a Giovanni Falcone del maxi-processo che distrusse il mito della invincibilità della mafia e riabilitò la potenza dello Stato. 
Ma tu e Giovanni siete stati molto di più che dei magistrati esemplari. Siete stati soprattutto straordinari creatori di senso.
Avete compiuto la missione storica di restituire lo Stato alla gente, perché grazie a voi e a uomini come voi per la prima volta nella storia di questo paese lo Stato si presentava finalmente agli occhi dei cittadini con volti credibili nei quali era possibile identificarsi ed acquistava senso dire “ Lo Stato siamo noi”. 
Ci avete insegnato che per costruire insieme quel grande Noi che è lo Stato democratico di diritto, occorre che ciascuno ritrovi e coltivi la capacità di innamorarsi del destino degli altri. 
Nelle pubbliche cerimonie ti ricordano come esempio del senso del dovere.
Ti sottovalutano, Paolo, perché la tua lezione umana è stata molto più grande. 
Ci hai insegnato che il senso del dovere è poca cosa se si riduce a distaccato adempimento burocratico dei propri compiti e a obbedienza gerarchica ai superiori. 
Ci hai detto chiaramente che se tu restavi al tuo posto dopo la strage di Capaci sapendo di essere condannato a morte, non era per un astratto e militaresco senso del dovere, ma per amore, per umanissimo amore.
Lo hai ripetuto la sera del 23 giugno 1992 mentre commemoravi Giovanni, Francesca, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. 
Parlando di Giovanni dicesti: «Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? Per amore! 
La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato».
Questo dicesti la sera del 23 giugno 1992, Paolo, parlando di Giovanni, ma ora sappiamo che in quel momento stavi parlando anche di te stesso e ci stavi comunicando che anche la tua scelta di non fuggire, di accettare la tremenda situazione nella quale eri precipitato, era una scelta d’amore perché ti sentivi chiamato a rispondere della speranza che tutti noi riponevamo in te dopo la morte di Giovanni.
Ti caricammo e ti caricasti di un peso troppo grande: quello di reggere da solo sulle tue spalle la credibilità di uno Stato che dopo la strage di Capaci sembrava cadere in pezzi, di uno Stato in ginocchio ed incapace di reagire.
Sentisti che quella era divenuta la tua ultima missione e te lo sentisti ripetere il 4 luglio 1992, quando pochi giorni prima di morire, i tuoi sostituti della Procura di Marsala ti scrissero: «La morte di Giovanni e di Francesca è stata per tutti noi un po’ come la morte dello Stato in questa Sicilia. 
Le polemiche, i dissidi, le contraddizioni che c’erano prima di questo tragico evento e che, immancabilmente, si sono ripetute anche dopo, ci fanno pensare troppo spesso che non ce la faremo, che lo Stato in Sicilia è contro lo Stato e che non puoi fidarti di nessuno. 
Qui il tuo compito personale, ma sai bene che non abbiamo molti altri interlocutori: sii la nostra fiducia nello Stato».
Missione doppiamente compiuta, Paolo. 
Se riuscito con la tua vita a restituire nuova vita a parole come Stato e Giustizia, prima morte perché private di senso. 
E sei riuscito con la tua morte a farci capire che una vita senza la forza dell’amore è una vita senza senso; che in una società del disamore nella quale dove ciò che conta è solo la forza del denaro ed il potere fine a se stesso, non ha senso parlare di Stato e di Giustizia e di legalità.
E dunque per tanti di noi è stato un privilegio conoscerti personalmente e apprendere da te questa straordinaria lezione che ancora oggi nutre la nostra vita e ci ha dato la forza
necessaria per ricominciare quando dopo la strage di via D’Amelio sembrava – come disse Antonino Caponnetto tra le lacrime – che tutto fosse ormai finito.
E invece Paolo, non era affatto finita e non è finita. Come quando nel corso di una furiosa battaglia viene colpito a morte chi porta in alto il vessillo della patria, così noi per essere degni di indossare la tua stessa toga, abbiamo raccolto il vessillo che tu avevi sino ad allora portato in alto, perché non finisse nella polvere e sotto le macerie.
Sotto le macerie dove invece erano disposti a seppellirlo quanti mentre il tuo sangue non si era ancora asciugato, trattavano segretamente la resa dello Stato al potere mafioso alle nostre spalle e a nostra insaputa.
Abbiamo portato avanti la vostra costruzione di senso e la vostra forza è divenuta la nostra forza sorretta dal sostegno di migliaia di cittadini che in quei giorni tremendi riempirono le piazze, le vie, circondarono il palazzo di giustizia facendoci sentire che non eravamo soli.
E così Paolo, ci siamo spinti laddove voi eravate stati fermati e dove sareste certamente arrivati se non avessero prima smobilitato il pool antimafia, poi costretto Giovanni ad andar via da Palermo ed infine non vi avessero lasciato morire.
Abbiamo portato sul banco degli imputati e abbiamo processato gli intoccabili: presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari nazionali e regionali, presidenti della Regione siciliana, vertici dei Servizi segreti e della Polizia, alti magistrati, avvocati di grido dalle parcelle d’oro, personaggi di vertice dell’economia e della finanza e molti altri.
Uno stuolo di sepolcri imbiancati, un popolo di colletti bianchi che hanno frequentato le nostre stesse scuole, che affollano i migliori salotti, che nelle chiese si battono il petto dopo avere partecipato a summit mafiosi. 
Un esercito di piccoli e grandi Don Rodrigo senza la cui protezione i Riina, i Provenzano sarebbero stati nessuno e mai avrebbero osato sfidare lo Stato, uccidere i suoi rappresentanti e questo paese si sarebbe liberato dalla mafia da tanto tempo.
Ma, caro Paolo, tutto questo nelle pubbliche cerimonie viene rimosso come se si trattasse di uno spinoso affare di famiglia di cui è sconveniente parlare in pubblico. 
Così, ai ragazzi che non erano ancora nati nel 1992 quando voi morivate, viene raccontata la favola che la mafia è solo quella delle estorsioni e del traffico di stupefacenti.
Si racconta che la mafia è costituita solo da una piccola minoranza di criminali, da personaggi come Riina e Provenzano. 
Si racconta che personaggi simili, ex villici che non sanno neppure esprimersi in un italiano corretto, da soli hanno tenuto sotto scacco per un secolo e mezzo la nostra terra e che essi da soli osarono sfidare lo Stato nel 1992 e nel 1993 ideando e attuando la strategia stragista di quegli anni. 
Ora sappiamo che questa non è tutta la verità.
E sappiamo che fosti proprio tu il primo a capire che dietro i carnefici delle stragi, dietro i tuoi assassini si celavano forze oscure e potenti. 
E per questo motivo ti sentisti tradito, e per questo motivo ti si gelò il cuore e ti sembrò che lo Stato, quello Stato che nel 1985 ti aveva salvato dalla morte portandoti nel carcere dell’Asinara, questa volta non era in grado di proteggerti, o, peggio, forse non voleva proteggerti.
Per questo dicesti a tua moglie Agnese: «Mi ucciderà la mafia, ma saranno altri che mi faranno uccidere, la mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno». Quelle forze hanno continuato ad agire Paolo anche dopo la tua morte per cancellare le tracce della loro presenza. E, per tenerci nascosta la verità, è stato fatto di tutto e di più.
Pochi minuti dopo l’esplosione in Via D’Amelio, mentre tutti erano colti dal panico e il fumo oscurava la vista, hanno fatto sparire la tua agenda rossa perché sapevano che leggendo quelle pagine avremmo capito quel che tu avevi capito.
Hanno fatto sparire tutti i documenti che si trovavano nel covo di Salvatore Riina dopo la sua cattura. Hanno preferito che finissero nella mani dei mafiosi piuttosto che in quelle dei magistrati. 
Hanno ingannato i magistrati che indagavano sulla strage con falsi collaboratori ai quali hanno fatto dire menzogne. 
Ma nonostante siano ancora forti e potenti, cominciano ad avere paura.
Le loro notti si fanno sempre più insonni e angosciose, perché hanno capito che non ci fermeremo, perché sanno che è solo questione di tempo. Sanno che riusciremo a scoprire la verità. Sanno che uno di questi giorni alla porta delle loro lussuosi palazzi busserà lo Stato, il vero Stato, quello al quale tu e Giovanni avete dedicato le vostre vite e la vostra morte.
E sanno che quel giorno saranno nudi dinanzi alla verità e alla giustizia che si erano illusi di calpestare e saranno chiamati a rendere conto della loro crudeltà e della loro viltà dinanzi alla Nazione.
Dal discorso completo, pronunciato da Roberto Scarpinato alla commemorazione per il ventennale dalla strage di Capaci il 19 ottobre 2012.

Da quando… mafiosi???


Secondo una leggenda, sarebbero tre i fondatori di mafia, ‘ndrangheta e camorra. 
Avevano strani nomi, Osso, Mastrosso e Carcagnosso e fuggiti da Toledo nel 1412 dopo aver vendicato l’onore della sorella, questi tre cavalieri spagnoli giunsero in Sicilia, precisamente a Favignana, dove rimasero nascosti in grotte sotterranee e soltanto dopo il trentesimo anno iniziarono a fondare le prime società segrete simili alla “garduna”, cui appartenevano in terra iberica.
Per cui, Osso, fondò la mafia in Sicilia; Mastrosso si stabilì in Calabria, dove mosse i primi passi per la ‘ndrangheta e l’ultimo Carcagnosso viaggiò fino a Napoli, dove fondò la camorra. 
Così come nella “garduna”, anche in queste, vigerebbe un codice d’onore e complessi riti di iniziazione, affiliazione e ovviamente di punizione. 
Sembra che ancora oggi, da quanto emerso nelle ultime indagini realizzate nel 2007 per la strage di Duisburg in Germania, gli affiliati della ‘ndrangheta giurino fedeltà in nome dei tre cavalieri di Toledo, bruciando un santino di san Michele Arcangelo e spillando tre gocce del proprio sangue… 
Ma tralasciando ora le leggende, bisogna giungere precisamente al 1875 per sentire parlare di mafia e cioè da quando, nella relazione finale della Commissione d’inchiesta Franchetti-Sonnino si legge che “la mafia non è un’associazione che abbia forme stabili e organismi speciali… non ha statuti, non ha compartecipazioni di lucro, non tiene riunioni, non ha capi riconosciuti, se non i più forti ed i più abili, ma è piuttosto lo sviluppo ed il perfezionamento della prepotenza diretta ad ogni scopo di male”
Ed ancora, “questa forma criminosa, non… specialissima della Sicilia, esercita sopra tutte queste varietà di reati…, una grande influenza imprimendo a tutti quel carattere speciale che distingue dalle altre la criminalità siciliana e senza la quale molti reati o non si commetterebbero o lascerebbero scoprirne gli autori; si rileva, inoltre, che i mali sono antichi, ma ebbero ed hanno periodi di mitigazione e di esacerbazione e che, già sotto il governo di re Ferdinando, la mafia si era infiltrata anche nelle altre classi, cosa che da alcune testimonianze è ritenuta vera anche oggidì”.
Per cui, da quanto sopra è evidente che sin d’allora, il problema mafia, si manifestava in tutta la sua gravità se si legge che nella richiamata relazione – le forze militari concentrate per questo servizio in Sicilia risultavano 22 battaglioni e mezzo fra fanteria e bersaglieri, due squadroni di cavalleria e quattro plotoni di bersaglieri montani, oltre i Carabinieri in numero di 3120…
Sappiamo come da allora, bisognerà attendere i tempi del prefetto Mori per registrare un tentativo di seria repressione del fenomeno mafioso, ma i limiti di quel tentativo, sono ben noti a tutti.
Nell’immediato dopoguerra e fino ai tragici fatti di sangue della prima guerra di mafia degli anni 1962/1963 gli organismi responsabili ed i mezzi di informazione sembrano fare a gara per minimizzarne il fenomeno. 
Al riguardo, appaiono significativi i discorsi di inaugurazione dell’anno giudiziario pronunciati dai Procuratori Generali di Palermo.
Nel discorso inaugurale del 1954, il primo del dopoguerra, si insisteva nel concetto che la mafia «più che una associazione tenebrosa costituisce un diffuso potere occulto», ma non si manca di fare un accenno alla gravissima vicenda del banditismo ed ai comportamenti non ortodossi di “qualcuno che avrebbe dovuto e potuto stroncare l’attività criminosa”; il riferimento era chiaro…
Nella sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Viterbo il 3/5/1952, il dott. Pili venne espressamente menzionato in una frase nella quale il bandito Giuliano disse di avere avuto rapporti, oltre che con funzionari di Pubblica Sicurezza, anche con un alto magistrato, precisamente con chi era a capo della Procura Generale presso la Corte d’appello di Palermo, appunto il dott. Emanuele Pili.
Nella relazioni inaugurali degli anni successivi gli accenni alla mafia, in piena armonia con un clima generale di minimizzazione del problema, sono fugaci e del tutto rassicuranti.
Così, nella relazione del 1956 si legge che il fenomeno della delinquenza associata è scomparso e, in quella del 1957, si accenna appena a delitti di sangue da scrivere, si dice ad «opposti gruppi di delinquenti».

Nella relazione del 1967, si asserisce che il fenomeno della criminalità mafiosa era entrato in una fase di «lenta ma costante sua eliminazione» e, in quella del 1968, si raccomanda l’adozione della misura di prevenzione del soggiorno obbligato, dato che «il mafioso fuori del proprio ambiente diventa pressoché innocuo».

Nella seconda metà degli anni 70’, pertanto, cosa nostra con le sue strutture organizzative, coi canali operativi e di riciclaggio già attivati per il contrabbando e con le sue larghe disponibilità finanziarie, aveva tutte le carte in regola per entrare, non più in modo episodico come nel passato, nel grande traffico degli stupefacenti.
In più, la presenza negli Usa di un folto gruppo di siciliani collegati con Cosa Nostra garantiva la distribuzione della droga in quel paese.
Non c’è da meravigliarsi, allora, se la mafia siciliana abbia potuto impadronirsi in breve tempo del traffico dell’eroina verso gli Stati Uniti d’America.
Anche nella gestione di questo lucroso affare l’organizzazione ha mostrato la sua capacità di adattamento avendo creato, in base all’esperienza del contrabbando, strutture agili e snelle che, per lungo tempo, hanno reso pressoché impossibili le indagini.
Alcuni gruppi curavano l’approvvigionamento della morfina-base dal Medio e dall’Estremo Oriente; altri erano addetti esclusivamente ai laboratori per la trasformazione della morfina-base in eroina; altri, infine, si occupavano dell’esportazione dell’eroina verso gli Usa.
Tutte queste strutture erano controllate e dirette da “uomini d’onore”. 
In particolare, il funzionamento dei laboratori clandestini, almeno agli inizi, era coordinato da esperti chimici francesi, reclutati grazie a collegamenti esistenti con il “milieu” marsigliese fin dai tempi della cosiddetta “French Connection“.
L’esportazione della droga, come è stato dimostrato da indagini anche recenti, veniva curata spesso da organizzazioni parallele, addette al reclutamento dei corrieri e collegate a livello di vertice con “uomini d’onore” preposti a tale settore del traffico.
Si tratta dunque di strutture molto articolate e solo apparentemente complesse che, per lunghi anni, hanno funzionato egregiamente, consentendo alla mafia ingentissimi guadagni.
Un discorso a sé merita il capitolo del riciclaggio del denaro. 
Cosa Nostra ha utilizzato organizzazioni internazionali, operanti in Italia, di cui si serviva già fin dai tempi del contrabbando di tabacchi, ma è ovvio che i rapporti sono divenuti assai più stretti e frequenti per effetto degli enormi introiti, derivanti dal traffico di stupefacenti. 
Ed è chiaro, altresì, che nel tempo i sistemi di riciclaggio si sono sempre più affinati in dipendenza sia delle maggiori quantità di danaro disponibili, sia soprattutto dalla necessità di eludere investigazioni sempre più incisive.
Per un certo periodo il sistema bancario ha costituito il canale privilegiato per il riciclaggio del danaro.
Di recente, è stato addirittura accertato il coinvolgimento di interi paesi nelle operazioni bancarie di cambio di valuta estera.
Senza dire che non poche attività illecite della mafia, costituenti per sé autonoma fonte di ricchezza (come, ad esempio, le cosiddette truffe comunitarie), hanno costituito il mezzo per consentire l’afflusso in Sicilia di ingenti quantitativi di danaro, già ripulito all’estero, quasi per intero proveniente dal traffico degli stupefacenti.
Questi brevissimi richiami storici danno, solo in parte, la misura di come il problema mafia, sia stato sistematicamente sottovalutato da parte degli organismi responsabili o di quanti appartenenti in maniera collusa a quel sistema, hanno permesso nel tempo, a questo fenomeno, di non esaurirsi, ma anzi, proprio a quei “legami” familiari e grazie a certe connivenze politico/amministrative/giudiziarie, ha potuto accrescere quella propria pericolosità e soprattutto determinare e influenzare le scelte strategiche, economiche e sociale della nostra terra.

Il coraggio di denunciare…

Resto attonito nell’ascoltare tutti questi precettori che dalla loro posizione, danno linee di condotte morali e orientamenti su come un cittadino deve sapersi comportare…
Ho sentito che: se prima si poteva dire che i segnali non venivano carpiti, compresi, ora quest’alibi non c’è più…, perché prima magari era pure vera questa giustificazione, ora diventerebbe un alibi e gli alibi non sono consentiti…
E’ evidente come da parte della Direzione Distrettuale Antimafia si sproni i cittadini ad aprire gli occhi e soprattutto a denunciare eventuali apprese attività illecite da parte del malaffare organizzato, sottolineando quanto siano importanti le denunce dei cittadini nella lotta alla criminalità organizzata…, già, è quanto riportato da un magistrato: se più spesso venissero dal procuratore e dai magistrati a riferire ciò che vedono e ciò che sanno, probabilmente molti più processi penali verrebbero messi in campo e probabilmente molti più responsabili verrebbero individuati…
È vero in passato i cittadini hanno da sempre preferito non accorgersi di tutto ciò che attorno a loro accadeva e probabilmente hanno preferito fare in modo di non cogliere quei segnali ” ben conosciuti” da noi e certamente si sono sempre astenuti dal presentare denunciare su quanto sapevano… 
Ed è per questo che il sostegno che potrebbe arrivare ai magistrati dalle denunce diventa fondamentale, perché – come vanno ripetendo i procuratori quando intervistati, in televisione, nei media ed in tutte quelle opportune sedi istituzionali, e cioè che “tante volte non si ha certezza dell’esistenza di fenomeni e attività illegali proprio perché nessuno collabora con l’autorità giudiziaria per disvelarle… ed è proprio su questo punto, che i giovani non possano più avere alibi, poiché sono proprio loro, l’investimento per quel necessario cambiamento, per poter aspirare ad un futuro migliore senza dover dire un giorno… ” io non sapevo, non sono stato avvertito, no io non c’ero…”.
Perché ormai tutti sanno… già, tutti hanno avuto modo di assistere personalmente o di conoscere attraverso la lettura della nostra storia quanto accaduto nella nostra terra, ed oggi, sono stati ulteriormente avvertiti che non si possono più tenere comportamenti e condotte che vadano ad arricchire quella cultura fatta d’illegalità e sostenuta da un clima ormai diffuso di malaffare…
Denunciare quindi possibili infiltrazioni, attività illegali, presenza di soggetti poco chiari, sperequazioni finanziarie, furti, ecc…, secondo quanto riportato sopra, dovrebbe servire a migliorare – non solo quel corretto rapporto con la giustizia o con gli organi inquirenti, ma soprattutto dovrebbe permettere di elevare i cittadini verso quel superiore livello di crescita della propria moralità…
Ma, adesso siamo coerenti…
Quando lo Stato, viceversa quelle “necessarie” segnalazioni le riceve… cosa fa???
Come è possibile che invece di tutelare quei soggetti, ci si rivolta contro…???
Uno Stato di m…. , uno Stato che proprio attraverso i suoi delegati uomini , continua quotidianamente a fare c…. e soprattutto quando queste por… vengono evidenziate, tenta, come i bambini di difendersi, mettendo avanti le proprie mani “sporche” e non certo di cioccolata…
Quindi, cari educatori… prima di voler fare morali di legalità a noi, ancora prima di ogni altra cosa…, allorché decideste di dirci come comportarci, ecco, forse è meglio che Vi riflettiate nello specchio della vostra vita, vedrete le volte in cui siete stati codardi, riguarderete quel poco coraggio mostrato… già come ancora oggi siete, ma soprattutto, come non sarete mai… e se osserverete accuratamente l’interno di quello specchio, ecco, potrete ammirare il nostro di coraggio… già quel coraggio che avreste voluto avere e che invece vi è mancato e che adesso viceversa… ricercate in noi!!!
Alcuni giorni fa, un amico mi ha detto che… quando si tenta di portare avanti le proprie idee contro un predisposto sistema, ecco che prima o poi, sarà proprio quel sistema a rivoltarsi contro ed a provare di schiacciarle quelle idee…
Ma come si dice… le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente!!!

Trattativa Stato-mafia


Certo, sarebbe stato bello poter ascoltare le intercettazioni telefoniche… non so se ricordate… ma l’anno scorso il gip di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha “distrutto” ( almeno così si dice… ) le conversazioni nel carcere dell’Ucciardone, dove erano conservati i file, dando seguito su quanto ordinato dalla Cassazione che ha ritenuto “inammissibile” la richiesta di Massimo Ciancimino di poter ascoltare le telefonate…, ed invece ora che quegli importanti “colloqui” sono stati distrutti… ecco oggi, siamo qui ad ascoltare ( come sempre dopotutto nel nostro paese…) una “limitata e parziale” verità…

In molti hanno ritenuto “folle” la decisione della Corte d’assise di Palermo che ha consentito ad un rappresentate legale di un capomafia di poter interrogare il nostro Presidente… la più autorevole istituzione dello stato… 
Già, ma quanto da noi sembra assurdo… in altri paesi è lecito… prendiamo ad esempio quanto accaduto negli USA con gli ex Presidenti Nixon e Bill Clinton… 
Non m’interessa quindi entrare nei meriti delle dichiarazioni “gentilmente” concesse, tanto la storia è ben conosciuta e non è importante sapere se una eventuale trattativa ” con bacio o senza bacio” ci sia mai stata, ma ciò di cui siamo certi è che lo Stato ha lasciato soli… i suoi migliori uomini…, i Giudici Falcone e Borsellino e che successivamente si sia trovata a dover gestire un vero e proprio conflitto con la mafia, fatto di continui attentati ed a cui non si riusciva a porre fine…
Era evidente che gli attentati avessero quale unico fine quello di voler intavolare con lo Stato una trattativa tale da per modificare quel provvedimento duro del 41 bis, ecco, quello ha rappresentato un primo passo per cercare d’iniziare una mediazione… se non si vuole usare quella parola “offensiva” meglio conosciuta come… trattativa!!!
Infatti, la storia ha dimostrato che le bombe hanno avuto successivamente l’effetto desiderato… ed infatti nei cinque anni che andranno dal 1989 ed il 1994, assisteremo a continue stragi che avranno come effetto quello di giungere ad accordi e patti, certamente non scritti, ma che hanno avuto l’esito ricercato e cioè quello di fermare le stragi… 
Per cui, volerci fare credere che lo stato ( o una parte di esso… ) non sia sceso a “bassi” compromessi con quella cosiddetta associazione criminale è qualcosa a cui nessuno crede e non servono testimonianze di sorta, per di più, fatte a quasi 20 anni di distanza… sono soltanto inutili!!! 
Gli stessi servizi segreti avevano avvisato Napolitano di un possibile attentato alla sua persona ed a quella di Spadolini…, non per nulla gli attentati alle chiese romane, davano un segnale preciso e cioè quello d’indirizzare proprio a questi due soggetti i prossimi attentati… difatti, le chiese sono intitolate a due santi… che portano “casualmente” gli stessi nomi di battesimo…
Ovviamente non ci verranno mai ufficializzati i rapporti dei nostri servizi segreti, quelle note redatte dal Sismi e dal Sisde… resteranno coperte dal timbro “Top Segret” per almeno i prossimi cent’anni… e forse chissà, soltanto sperando di trovare un nuovo Julian Assange ( fondatore di WikiLeaks ) si potrà conoscere la verità su quel periodo violento, nel quale il ns. Stato è stato posto sotto assedio…
I segni sono ancora visibili… autostrada uscita Capaci, via d’Amelio a Palermo, via Palestro, a Milano, via dei Georgofili a Firenze e le due autobombe di Roma, in piazza San Giovanni in Laterano e davanti alla Chiesa di San Giorgio al Velabro…
Lasciamo perdere quindi misteriosi papelli, baci in bocca e stronzate varie… ma una cosa è certa le stragi finirono attraverso il nuovo boss Provenzano ( applicando una nuova strategia, sicuramente meno violenta… rispetto al suo predecessore Riina ) continuando comunque nel frattempo a portare avanti i propri “affari di famiglia” da quella masseria della sua Corleone, fino all’arresto del 1996, dopo oltre quarant’anni di latitanza, già da quel lontano 1963 in cui iniziò la propria clandestinità…, nascosto e protetto da quei tanti appoggi che non vanno ricercati soltanto in quegli ambiti mafiosi, ma indubbiamente in quelli deviati dello stato… 
Non bisogna infatti dimenticare che, proprio in un locale attiguo alla masseria dove egli si nascondeva, furono trovati dei volantini propagandistici delle elezioni politiche appena svolte qualche giorno prima … ( precisamente il 9/10 aprile), che facevano riferimento ” casualmente” al presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, candidato al Senato per l’Udc… una strana coincidenza visto che è stato successivamente condannato definitivamente a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra…

Disposti a lavorare per la mafia…

E’ stata realizzata una indagine dalla quale è emerso che più del 50% dei disoccupati, sarebbe disposto, pur di lavorare, a farsi assumere da una società… con legami malavitosi.
Non stiamo parlando di delinquere… lì, secondo un’altra indagine, uscita proprio questa mattina, la percentuale sarebbe dell’8%, e questa notizia rappresenterebbe qualcosa di veramente grave, in quanto, per la prima volta verrebbe ad intaccarsi il principio della moralità che… mai dovrebbe essere scalfito da “particolari” proposte e che invece, per poter vivere… si è disposti a compromettere…
La moralità diventa di fatto qualcosa di relativo, non più un principio, ma una regola sulla quali non si è più certi e che a seconda delle circostanze può essere modificata…
E’ difatti alta… la percentuale di quanti, sarebbero disposti a lavorare in aziende o attività commerciali, gestiti da soggetti legati alla criminalità organizzata…
E’ cosa voler dire (in un momento di crisi come questo), a quanti…, sono ben disposti a fare i propri acquisti, presso quei punti vendita, che attraverso i prezzi adottati ed a seconda del prodotto offerto, riesce ad offrire ai propri clienti quel risparmio notevole…

Sono in tanti a credere – in particolare nella ns. regione – che comunque, la criminalità organizzata da sempre ha fornito quelle occasioni di lavoro che oggi, con questi governanti, e attraverso le lotte adottate dagli organi inquirenti, sono ovviamente diminuite…
Sappiamo bene che quando i cittadini si sentono abbandonati dallo Stato che avrebbe dovuto garantirli, proprio quando la fame e la povertà inizia a farsi sentire, ecco che allora le persone sono più disposte ad accettare compromessi e connivenze…

E’ soltanto l’inizio di una forma di violenza, che in casi gravi può sfociare in ribellione e che trova proprio nei soggetti malavitosi, i principali protagonisti nell’accensione di quella scintilla, necessaria per accendere quel fuoco della protesta… e che ovviamente trova sostegno in quei tanti disoccupati che non riescono ad arrivare a fine mese…

E’ come dargli torto dopotutto… quando bisogna mantenere la famiglia, quando si deve provvedere ai bisogni dei propri figli… , quando dall’altro, si assiste a gente “inutile” che si arricchisce ingiustamente alla faccia proprio dei suoi concittadini… 

E’ ovvio che poi, la criminalità organizzata trova terreno fertile in un tessuto sociale ed economico come quello presente, un paese come il nostro, indebolito dalla crisi e con livelli di disoccupazione record del 13% che sale al 42% per i soli giovani… ed è ovvio quindi, che in questo contesto, la criminalità organizzata trovi quel supporto e quel sostegno dei propri concittadini, che vedono in quelle loro azioni, le uniche capacità imprenditoriali che possano almeno garantire, nuove opportunità di lavoro…
Bisogna intervenire al più presto per poter bloccare questa situazione incresciosa che lega la criminalità alla crisi, iniziando ad intervenire con procedure che favoriscano, in maniera celere ed immediata, l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, che rappresentano – per queste organizzazioni criminali – la principale fonte da cui attingere quelle necessarie risorse umane, per concretizzare i loro principali obbiettivi e cioè quelli delle collusioni e del malaffare…
Come si dice… l’onestà paga,  la disonestà quando accettata… viene anch’essa pagata!!! 

Io… mi chiamo Giovanni Tizian!!!

Giovanni... non è un eroe e neppure un simbolo…, fa soltanto la sua parte in questa società civile…, mentre altri, in molti ormai…, da tempo… vi hanno rinunciato e come dice Lui… se non lo facciamo noi… chi dovrebbe farlo???
Ecco, con queste parole si presenta Giovanni Tizian, un giornalista che si occupa d’inchieste sulle mafie, costretto a vivere da anni sotto scorta…
Giovanni… figlio di Peppe Tizian, ucciso il 23 ottobre del 1989, vittima innocente di quella mafia calabrese… di quella cosiddetta “‘ndrangheta“.
E’ nata una campagna per difendere il cronista militante dell’associazione DASUD, con la quale si tenta di fare in modo che non si abbassi mai l’attenzione su questa grave piaga sociale, su quegli affari finanziari poco puliti, sui quei procedimenti che tentano, proprio grazie ad una “voluta” disinformazione, di realizzare indisturbati i propri malaffari e soprattutto i mega profitti…
Già, sono pochi i giornalisti coraggiosi, che attraverso il loro lavoro fanno in modo che le inchieste possano diffondersi sul ns. territorio e sono ancor meno coloro che si mettono in gioco contro un sistema che li vuole – sotto tutti i punti di vista – distruggere, ecco Giovanni è uno di questi!!!
Non ha bisogno di testate giornalistiche i cui i cosiddetti “padroni”, decidono quali notizie pubblicare e quali no, lo fa, con quella insita professionalità congenita, che da sempre lo contraddistingue, dedicandosi con passione – essenza di quella propria esperienza personale – ad un lavoro “precario” con cui documenta gli intrecci del malaffare, politica che con i suoi uomini esaudisce le richieste di quelle associazione criminali, vero connubio d’attività ben descritte in ogni minimo particolare, restando sempre obbiettivo nei fatti e senza mai farsi condizionare da quelle proprie esperienze o proprie interpretazioni personali…
Giovanni, descrive in modo dettagliato le connivenze di un sistema degenerato e malato…
E’ per questo che analizza tutti quegli aspetti deviati, con cui la mafia si arricchisce, dai traffici di droga, alla prostituzione, dagli appalti pubblici all’usura, dal pizzo ai giochi d’azzardo, dalla compravendita d’armi ai trasferimenti di denaro verso i famosi paradisi fiscali, tutte situazioni “illegali” che trovano possibilità d’esistere in un paese come il nostro… che si dimostra ancora oggi  “debole” in quelle strategie di contrasto necessarie, un paese in cui “certi” soggetti non sono soltanto legati tra loro dalle famiglie, ma anche da quelle ambigue amicizie, unite esclusivamente da tornaconti economici, tipico modello di quel dare/avere… che trova proprio in questi soggetti, quella sicura e certa disponibilità – infatti, anche nei casi in cui questi non partecipano attivamente, restano di fatto, dei collaboratori esterni che in modo velato, infiltrandosi cioè sotto-copertura, fanno in modo, che con il loro operato, si riesca a condizionare ed occultare, tutte quelle procedure necessarie, per far sì che la verità alla fine possa emergere…  
La sfida è stata lanciata e Giovanni non può essere lasciato solo in una guerra che interesse tutti noi…
Puoi anche tu… fare parte della campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian” attraverso incontri, iniziative, presentazioni, dibattiti, campagne web e comunicazione…
Per aderire basta inviare una mail a iogiovannitizian@dasud.it

Anti-corruzione…

Raffaele Cantone, Presidente dell’Authority A.N.AC ( Autorità Nazionale Anticorruzione ) durante un convegno a Cernobbio, ha chiesto alla Confindustria di applicare la stessa metodologia utilizzata nella regione Sicilia e cioè che – venga realizzata la stessa battaglia che e’ stata fatta per la mafia…
Infatti in Sicilia, Confindustria ha deciso di espellere gli imprenditori collusi!!!
C’è sempre la convinzione da parte di tanti che, soltanto attraverso l’autorità giudiziaria si possano superare le difficoltà create da quel meccanismo perverso creato con le famose tangenti…

Bisogna iniziare a ripulire innanzitutto la pubblica amministrazione, colpire con pene severe, quei dipendenti infedeli che si lasciano travolgere dalle mazzette e che mancano di operare quei necessari controlli, ma che partecipano attivamente perché quel sistema corruttivo possa continuare indisturbato…
E’ cosa dire di tutti quei meravigliosi consulenti “oxfordiani” che interpretano, leggi, regolamenti e norme vigenti, in modo del tutto arbitrario e soprattutto nel momento in cui, iniziano a farsi emergere – da qualcuno estraneo – responsabilità dirette e personali, allora ecco che tentano di difendersi, attaccando essi stessi, quanti proprio a quel sistema non desiderano appartenere e/o non vogliono partecipare…
E’ evidente comunque che in nessun caso, il perseguimento dell’interesse pubblico o societario può giustificare una eventuale condotta disonesta.
Gli Enti Pubblici, debbono non solo iniziare a redigere un Piano di Prevenzione della Corruzione, ma soprattutto di quel piano iniziare a condividerne le norme e le azioni, demandando così a tutti, dal segretario generale, ai dirigenti, fino agli impiegati, l’osservanza di quelle direttive, volte a prevenire la corruttela ed in particolare le infiltrazioni mafiose nella gestione dell’attività posta in essere, ognuna di esse, nel rispetto del proprio settore di competenza.

Ora c’è chi parla di applicare il Codice Etico… ma quello ha senso soltanto quando i soggetti rappresentanti d’imprese, organizzazioni o singoli operatori, applicano nella propria condotta, quei comportamenti etici, evitando di appropriarsi di benefici, sfruttando la propria posizioni di forza.

Ovviamente il codice è improntato ad un ideale sinergico in vista di una possibile e reciproca collaborazione, un vantaggio per ciascuna delle parti coinvolte, nel rispetto del ruolo di ognuno, in modo che ciascuno agisca secondo principi e regole ispirate ad un’analoga idea di condotta etica…

Secondo l’Anticorruzione s’intende indirizzare le strategie future sul controllo delle PA, per cui chiarisce il Presidente Cantone, ho si adottano di un codice etico o presentano un piano di trasparenza, in attesa del decreto organizzativo che dovrebbe giungere entro l’anno…
Certamente si auspica di allargare la collaborazione anche a Confindustria, perché è stato dimostrato che in questo ns. paese ( purtroppo… ) non tutti gli imprenditori hanno quella corretta “cultura di legalità” anzi il più delle volte sono essi stessi ( o chi per essi… ) i primi a commetterne i reati…

Ovviamente bisogna garantire l’imprenditore onesto, colui che denuncia, anche coloro che presentandosi in veste di pubblici ufficiali, richiedono per chiudere un’occhio, la consegna di somme di denaro…
E’ ovvio che adesso, a seguito della denuncia presentata, quell’imprenditore onesto, si ritroverà esso stesso sotto mira, proprio di quei “sostituti” colleghi che ovviamente – ligi al proprio dovere – sapranno ricercare ogni possibile condotta illegale tra quelle carte ( ora visionate in modo professionale… ), dalle quali ora emergono movimenti – più o meno chiari – che portano a sanzionare ( in maniera sicuramente feroce… ) il malcapitato imprenditore onesto!!!
Sì… l’obiettivo dichiarato è quello di non perdere tempo, di valutare le fasi di un appalto impiegando al massimo dai sette ai quindici giorni, però, se a giudicare saranno gli stessi uomini, sottoposti oggi ad indagini o a possibili condanne, è ovvio che allora… quanto sperato di certo non potrà funzionare…
Diceva Giorgio Bocca: sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia.
Sono passato per alcuni innamoramenti, la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il centro-sinistra. 
Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti: i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa. Invece mi trovo un paese in condominio con la mafia. 
E il successo di chi elogia i vizi, i tipi alla Briatore… 

Assegnazione dei beni confiscati??? Soltanto un problema!!!

C’è lentezza nell’assegnazione dei beni confiscati è quanto dichiarato dall’ex Capo della Direzione Nazionale Antimafia, oggi Presidente del Senato, Pietro Grasso, in questi giorni in visita a Palermo…

Si è voluto ricordare l’imprenditore Libero Grassi, che il 29 agosto di 23 anni fa venne ucciso in via Vittorio Alfieri dalla mafia per per essersi pubblicamente rifiutato di pagare il pizzo…
Durante l’iniziativa il Presidente ha dichiarato aspramente che “ la lentezza nell’assegnazione dei beni confiscati è un problema ed allo stesso tempo, affidare questi beni ai Comuni senza alcun progetti di rivalutazione è un modo parziale – aggiungerei per non dire del tutto inutile – di utilizzarli”
Bisogna far fruttare al massimo i beni confiscati, sfruttando le loro potenzialità, abbiamo migliaia di giovani volontari e dobbiamo cercare di potenziare tutta questa volontà dei ragazzi di partecipare alla lotta a cosa nostra. – ha aggiunto Grasso – agevolando i progetti come fa proprio l’associazione Libera…
Il coraggio di Libero Grassi  non può essere dimenticato e resta ancora il simbolo di una lotta che non si è mai esaurita, se si considera che ancora oggi, dopo più di vent’anni, si continua ovunque a pagare il pizzo alla mafia…

Aveva detto in una diretta Tv dell’11 Aprile 1991… lo stesso Libero Grassi: io  non divido le mie scelte con i mafiosi, non sono pazzo e non mi piace pagare!!! 
Un guanto di sfida lanciato alla mafia, da un uomo che diventa sinonimo di “cattivo esempio” per tutti i commercianti e quindi un’uomo che doveva pagare con la propria vita quel gesto coraggioso… ed è per quella frase, per quella sua lotta vera, alla legalità ed alla libertà, che ha dovuto pagare con la propria vita…
Oggi vengono in tanti a commemorare la sua morte… in particolare proprio coloro che avrebbero dovuto fare in modo che quanto avvenuto, non avrebbe dovuto compiersi…
Ma questa è la nostra Italia, si discute molto… ma si fa sempre poco, anzi, in verità non si fa proprio nulla!!!
Perché in fondo è così che va… dopotutto tutto il sistema è colluso ed è per questo che non si riesce mai a modificare nulla… e non serve arrestare e condannare… le nostre carceri sono strapiene di detenuti – senza voler aggiungere delle condizioni intollerabili e di mancanza di dignità in particolare per quanti oggi che debbono scontare pene lievi per reati che nulla centrino con gravi situazioni criminali, legate ad avvenimenti per appartenenza ad associazioni mafiose… –  che alla fine, vengono tranquillamente sostituiti con altri… ed il sistema continua in maniera equivalente!!!
Non è più quel seme che doveva germogliare… questo col tempo è diventato un’arbusto i cui rami hanno diversificato verso nuove diramazioni, inglobando al loro interno soggetti “al di sopra di ogni sospetto“, che pur facendo parte di quelle categorie cosiddette “garanti di legalità”, non denunciano, anzi, partecipano con i loro uomini “attivamente” affinché quella collaudata macchina del malaffare, possa proseguire senza alcun ostacolo… 
Del resto, come diceva Libero Grassi, l’insegnamento è quello di fare ognuno di noi, la propria parte, da cittadini liberi, affermando sempre la legalità e difendendo con forza i propri diritti e certamente anche il proprio dovere!!!.   

Vice Presidente ANCE…

La notizia è di quelle che lascerebbe tutti sbigottiti… se non fosse che ormai ci siamo abituati a notizie del genere…
Quando parlo dei famosi colletti bianchi “collusi” mi riferisco proprio a quanti, celati dietro quell’apparente posizione, prestigiosa ed influente, operano in modo occultato, affinché si possano realizzare quelle attività illegali, attraverso cui, generare nuovi meccanismi per tangenti, evasioni, ecc…, tali da garantire a quel sistema politico/mafioso/clientelare un continuo sostentamento con cui poter continuare ad operare in modo dissimulato e garantendo quanto chiesto dai soggetti criminali…    
Certo ogni tanto il sistema s’incrina, ed ecco quindi che anche individui all’interno di quel sistema malavitoso iniziano collaborare, diventando veri e propri collaboratori di giustizia… 
E’ il caso di Vincenzo Sinacori – capo del mandamento mafioso di Mazara del Vallo – dalle cui dichiarazioni è emerso un collegamento tra imprenditori del settore degli appalti pubblici, posti ai vertici di associazioni nazionali di categoria e ritenuti vicini a boss mafiosi…
L’operazione coadiuvata dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, ha visto provvedimenti in tutta la provincia trapanese…
In particolare nei confronti di Pietro Funaro – Vice Presidente dell’ANCE ( Collegio Nazionale dei Costruttori Edili ), che per “onor di causa”, bisogna dire che da sempre – attraverso convegni e partecipazioni – in qualità di associazione di categoria, manifesta in modo attivo la lotta contro eventuali infiltrazioni malavitose, denunciandone sia il sistema ramificato, che, allontanando quanti (iscritti all’associazione) successivamente vengono ad essere incriminati per associazione mafiosa… 
Certamente dover sentire ( previe ovviamente tutte le necessarie e corrette verifiche in corso da parte degli organi inquirenti ) che quanto emerso, coinvolga anche personaggi di spicco di una categoria che da sempre si batte contro l’illegalità, fa infelicemente venire i dubbi, anche purtroppo sulla loro stessa irreprensibilità…
Già perché coloro che fanno parte di questa associazione, in particolare se dirigenti, hanno l’obbligo, non soltanto di sviluppare e rafforzare gli imprenditori iscritti nell’associazione, ma ispirare principalmente la coscienza di quei valori civili e sociali…
L’impegno quindi, non è soltanto rappresentato nel far rispettare a tutti, leggi, regolamenti e normative in genere emanate dallo Stato e dagli altri enti pubblici, ma quello di garantire e blindare, l’adempimento  di quei contratti essenziali per lo svolgimento degli appalti pubblici, attraverso il rispetto e la verifica costante dei C.C.N.L. della manodopera propria o di quella in sub-appalto, della sicurezza, ed infine anche quanto svolto dalle società di servizi e di forniture…  
Essere quindi garanti d’incorruttibilità, denunciando ed allontanando definitivamente quelle imprese ed i loro titolari, che pur essendo iscritti all’associazione, ne hanno violato le regole etiche, concorrendo in comportamenti sleali pur di raggiungere i propri fini… certamente quest’ultimi…criminali. 
Quanti altri sequestri e confische dobbiamo attendere, prima che si vedano realizzare –da parte di tutte le associazioni nazionali di categoria– quelle procedure chiare, precise e metodiche, tali da permettere a chiunque, in modo inconfondibile, il rispetto di quella libera concorrenza, condizione necessaria per lo sviluppo del mercato del lavoro, che premia non soltanto il processo produttivo, ma sicuramente la qualità dell’impresa stessa???

In ricordo di Boris…

Dovevo pubblicarlo ieri sera… ma sfortunatamente la connessione Wi-Fi non funzionava…
Comunque desideravo ricordare l’investigatore e capo della Squadra Mobile, Boris Giuliano, morto a soli 35 anni fa, con sette colpi di pistola sparati vigliaccamente alle spalle, mentre faceva come sua abitudine, colazione in un Bar di Palermo!!!
L’ennesimo ricordo di una persona perbene… di quelle che un tempo c’erano e che adesso si contano sulla punta delle dita…
Ora, viene ricordato con manifestazioni e con la posa di corone di fiori, ma questi sono solo gesti ( che certamente faranno anche piacere ai familiari ) che però hanno – come vado sempre ripetendo – un peso fugace, non compensano minimamente le azioni ed il sacrificio di queste vite, cadute per la lotta alla mafia…
Si parla. sì… si discute tanto di come fare, di quali procedure attuare, certamente indispensabili perché si possa un dì assistere a quel reale cambiamento nella vita sociale di ogni giorno…
Una giornata come tante altre, come quella di ognuno di noi, verso le otto del mattino ( siamo il 21 luglio del 1979), mentre si dirige verso quell’amato caffè mattutino… muore… ucciso!!!
Muore, già e per cosa… per quel senso dello “stato“… lo stesso che poi tratterà successivamente con i mandanti????
Oppure per quel ruolo di funzionario in cui fortemente credeva o per quelle indagini cui dedicava impegno e dedizione???
O forse per quell’essere stato soprannominato “lo sceriffo” dai propri colleghi… o per aver capito prima di chiunque altro, che soltanto indagando nei patrimoni economici, era possibile determinare i possibili collegamenti sulle famiglie ed i legami di cosa nostra, già, quegli intrecci di capitali e stupefacenti, che facevano da spola tra l’America e la Sicilia…
Un lavoro professionale quello del Capo della Squadra Mobile, che ha certamente contribuito a delineare gli interessi e le collusioni imprenditoriali di quel periodo, ma che purtroppo, pur tenendo conto delle numerose condanne effettuate attraverso il maxi-processo, non hanno permesso ancora oggi, l’eliminazione totale di questa abominevole piaga dal ns. territorio…  
Proseguire la lotta, fare memoria, educare sin dalle scuole i ragazzi alla legalità è di fondamentale importanza perché si eserciti quel rinnovamento culturale, che porti con impegno ad una lotta contro questo crimine organizzato…
E’ vero, bisogna darne atto, che da alcuni anni… “finalmente” un rinnovato Stato, attraverso nuovi irreprensibili uomini, onesti e leali, si è potuto – grazie ad un’incessante lotta a 360° – tagliare molti di quei tentacoli, che fino a poco tempo fa, erano del tutto ignoti… 
Ma ancora molto comunque resta da fare, in primis, deve “sciaguratamente” saper fare uno sforzo, lavare quei propri panni sporchi, che ancora parte di quel sistema e mi riferisco a quanti, all’interno della politica, delle forze dell’ordine, delle amministrazioni pubbliche ed anche di coloro che godendo di quegli incarichi istituzionali prestigiosi, invece che servire correttamente lo Stato, operano – attualmente – in maniera servile e celata, per obbedire ai loro reali padroni…!!!     
Non ho paura delle parole dei violenti… ma del silenzio degli onesti….

Papa Francesco: tutto questo sta cambiando e cambierà

Mai nessun pontefice aveva assunto una posizione così drastica contro la mafia, e proprio ad una settimana dalla vergognosa processione di Oppido Mamertina, con la statua della Madonna costretta a inchinarsi davanti alla finestra di un boss, ecco che Papa Francesco ha dichiarato: tutto questo sta cambiando e cambierà!!!

Certamente per far ciò, per contrastare qualsivoglia attività organizzata di queste associazioni criminali, bisogna immergersi, penetrando nelle viscere interne, limitazione quest’ultima difficile da poter attuare, visto l’arduo vaglio selettivo che viene imposto, per essere inseriti all’interno di una famiglia mafiosa… 
Per cui, cercare di approfondire la conoscenza di questo fenomeno, significa potersi calare in prima persona direttamente e/o indirettamente in una realtà diversa da quella finora vissuta, immedesimandosi in quanti ne hanno fatto parte, e che soltanto da pentiti, ne hanno svelano i retroscena di quella misteriosa “onorata” società…

Sono in tanti quelli che giornalmente si propongono come nuovi paladini della legalità e per tentare di contrastare questo fenomeno, vanno richiedendo il sostegno dell’opinione pubblica, tentando di stimolarla, attraverso pubbliche manifestazioni, convegni, stampa, libri, social network, ecc… ma la verità, è che il dibattito, sulla presenza nel nostro territorio della mafia, non interessa a nessuno…, sono pochi infatti coloro che scrivono e ancor meno quelli che si mettono di traverso, nessuno denuncia e comprensibilmente  ancor meno parlano…
La mafia… è un fatto a se… cammina adiacente con la vita di ognuno di noi, in modo parallelo, distaccato, quasi fosse un’ombra estranea, già, non ci sfiora, anzi sta come noi…al proprio posto, ed è soltanto per quelle notizie di cronaca che vengono riportate, che, veniamo a sapere di quanto vicino a noi accade, un coinvolgimento soltanto momentaneo, dove le indagini dei pool antimafia, non condizionano affatto quell’estrema chiusura che da sempre c’è storicamente nella nostra isola e che ha radicato e sviluppato una mentalità “particolare” che riflette purtroppo quello che sono gli aspetti deteriori di noi siciliani in genere e cioè quello di caratterizzarsi per il vizio privato e per la pubblica virtù…

A parole siamo tutti bravi, rispettosi, crediamo in quei principi fondamentali di legalità, capisaldi intaccabili d’innanzi alla comunità, ma nella realtà, nella vita privata di ognuno di noi, per motivi sociali e/o familiari, il fine perseguito è quello dell’interesse privato… e ciò è dovuto in particolare, a causa di quel decadimento morale e culturale a cui la società ormai si è abituata, favorendo di fatto l’immiserire di quelle che rappresentavano le vere motivazioni comunitarie…

Alla fine quindi, ci si occupa soltanto del proprio “orticello”, protetto da una difesa ad oltranza, si tenta di non perdere ciò che si ha, e non necessariamente perché si è egoisti con quanto è della collettività, ma bensì, perché si diventa sempre meno individui pensanti e si preferisce adeguare se stessi al corso degli eventi… ed è così che alla fine, la legalità… va a farsi benedire!!!
Ed allora tutti in fila, a rincorrere la strada più semplice, quel dare/avere, quel sottomettersi ad un potere politico, che permetta successivamente l’assegnazione di posti, di privilegi, di favori, ognuno di essi convinti di stare operando in modo giusto e corretto, di procedere in maniera onestà e nel realizzare ciò, si è ormai convinti di non intaccare la propria dignità… 

E’ l’esempio istituzionale che da sempre i nostri politici hanno dato… e tutti, a quella modalità generalizzata s’accodano!!!
L’interesse comune è stato sostituito dall’interesse privato, sarà per necessità, sarà per mancanza di valori, sarà perché non si ha più voglia di combattere contro un sistema precostituito, sarà che da quando si è nati… ci si è sempre comportati da pecore…, sarà… per come riportava quel testo di una canzone ” sarà quel che sarà “…, ma alla fine si cavalca l’onda per poter appagare soltanto i propri personali bisogni…
Ovviamente sono in tanti a ripetere che: se non lo faccio io, lo farà qualcun’altro e quindi alla fine sarò sempre io a rimetterci… mentre lui godrà di quei ricevuti benefici…
Purtroppo quanto detto è anch’esso vero…, ma la vita non è soltanto fatta di vantaggi e beni materiali, perché ci sono i sogni ed è soltanto attraverso quelli che si può tentare di cambiare questo mondo infame…
E’ come essere dei semi di legalità, che sognano un mondo perfetto…sotto questa terra amara!!!
Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l’unica felicità…

Il Procuratore aggiunto Gratteri critica il Ministro dell’interno Alfano!!!

Dopo la scandalosa vicenda sull’inchino effettuato durante la processione a Oppido Mamertina, il ministro Alfano, ha voluto prendere le distanze, dichiarando che la lotta alla mafia, inizia proprio nell’allontanarsi il più possibile da essa, opponendosi a quei comportamenti di soggezione e servilismo, che soprattutto in certe occasione anche rituali, riemergono quotidianamente in tutta la loro gravità…
Il ministro Alfano, si è così voluto complimentare con i carabinieri, che hanno saputo condannare quegli atti come “incommentabili”… – ora su ciò mi verrebbe di aprire una parentesi, con riferimento ad un ” particolare ” visita di cortesia, espletata proprio dal ministro qui a Catania, prima delle elezioni…

Mi piace comunque evidenziare, quanto dichiarato dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri e cioè che se è vero che lo Stato, attraverso gli esigui mezzi e gli strumenti che ha a disposizione, sta facendo di tutto, anzi di più…per combattere la criminalità è altrettanto vero che le richieste di maggiore sostegno, fatte proprio al ministro dell’Interno ( aveva promesso 800 uomini in più ), avrebbero dovuto almeno questi…vedersi.
Il ministro, aveva anche promesso una task force e 5 sedi necessarie all’estero, che ovviamente, non sono state realizzate… Il Procuratore aggiunto, spera che alla fine, almeno giungano i 100 uomini ed un po di soldi per le volanti…
Alla fine di questa dichiarazione, mi sarei anche aspettato la richiesta esplicita per un po’ di carburante, già per quelle stesse auto che ancora per poco sono in giro a controllare il ns. territorio e poi si vedrà…
E’ logico che ognuno di noi, deve fare il proprio dovere e ancor più lo deve fare, chi è stato demandato a far perseguire tale compito, attraverso un programma culturale, di rinnovamento e cambiamento…
Le parole dette in tali circostanze sono sempre piene di significati molto profondi, sia che queste vengano espresse da Papa Francesco o direttamente dai rappresentanti dello Stato, ma certamente trovano poca valenza se i rapporti, continuano ad essere basati su legami che uniscono uomini delle mafie a politici, religiosi e funzionari dello Stato…

Quindi belle parole, ma che non trovano alcuna pratica nella realtà, dove tutti – direttamente o indirettamente – continuano ad omaggiare i vari personaggi della criminalità organizzata o di quanti stanno loro accanto… ed è per questo – ha spiegato il Proc. Gratteri – che il piano redatto contro l’associazione ’ndrangheta, ideato proprio dal ministro dell’Interno, è del tutto inefficace…, in particolare perché il personale predisposto per tale lotta, potrebbe risulterebbe inadeguato, senza alcuna esperienza sul campo, un territorio infido e ingannevole, pericolo e difficile da controllare, dove la popolazione difficilmente partecipa e dove chi appartiene a quel sistema è legato da rapporti di parentela stretti e quindi non collabora mai con le istituzioni, ed ecco quindi che si vuole gettare nella mischia questi giovani militari, quasi fossero poveri marines da lanciare in guerra nel Vietnam…

Il Procuratore aggiunto Gratteri si è poi detto convinto, che si riusciranno a cambiare le regole del gioco intervenendo sul blocco della prescrizione per le condanne di primo grado, sull’approvazione del falso in bilancio, sulle misure contro il voto di scambio.
Ed ancora, ai parlamentari della commissione dice – in Europa s’indaga poco e questo perché, negli altri Paesi manca l’articolo 416 bis; bisogna quindi insistere affinché l’Europa applichi il ritardato arresto, una regola che in Italia funziona e permette di arrivare ai grandi carichi evitando, magari, di arrestare i piccoli corrieri…
Per finire, è certamente rappresenta il pensiero più importante, ha chiesto di investire nella cultura, ricominciare ad insegnare ai ragazzi quelle materie, storia, geografia, arti, che hanno rappresentato quanto di positivo c’è stato nella società pensante calabrese, una rinascita culturale, necessaria per iniziare quel processo di trasformazione, passaggio obbligato che permetta una radicale eliminazione di quanto ancora presente nelle coscienze e dando finalmente così ai giovani, quella la possibilità di veder prosperare questa loro terra, privata in questi anni, anche dalle più semplici regole di legalità…

Amara terra di Sicilia…

Preg.mo Logaritmo,
ho letto quanto da Lei riportato ( Live Sicilia del 06-07-2014 ) e riprendendo una sua frase “amara terra di Sicilia “, riporto un passo, scritto nel 1964 dall’allora Cardinale di Palermo, Ernesto Ruffini: mi trovo in Sicilia da 18 anni e ritengo poter dire di conoscere abbastanza questa grande e splendida Isola nonché il suo popolo, intelligente, generoso e buono. 
Quindi per l’appassionato amore che mi stringe alla verità e la profonda stima che andò sempre crescendo nel mio spirito per questa terra privilegiata, sento di dover dire una parola che dissipi pregiudizi e rettifichi concezioni le quali più della carità offendono la giustizia.
In questi ultimi tempi si direbbe che è stata organizzata una grave congiura per disonorare la Sicilia; e tre sono i fattori che maggiormente vi hanno contribuito: la mafia, il Gattopardo,ed il pubblicista Danilo Dolci…
La mafia: una propaganda spietata, mediante la stampa, la radio, la televisione ha finito per far credere in Italia e ali’Estero che di mafia è infetta largamente l’Isola… e che i Siciliani, in generale, sono mafiosi, giungendo così a denigrare una parte cospicua della nostra Patria, nonostante i grandi pregi che la rendono esimia nelle migliori manifestazioni dello spirito umano, inoltre se è vero che il nome di mafia è locale, ossia proprio della Sicilia, è pur vero che la realtà che ne costituisce il significato esiste un po’ ovunque e forse con peggiore accentuazione. 
Per non rifarmi a vecchie date, chiunque abbia letto anche di recente i giornali ha potuto notare – non di rado con somma indignazione e forte deplorazione – delitti inqualificabili commessi altrove, in Europa e fuori, da bande perfettamente organizzate. 
Quelle città e quelle Nazioni hanno il vantaggio di potere isolare le loro nefandezze, non avendo un nome storico che le unisca, ma non per questo giustizia e verità permettono che si faccia apparire il popolo di Sicilia più macchiato delle altre genti.
Il Gattopardo: un altro motivo di diffamazione è stato tratto, di certo contro l’intenzione dell’autore, del romanzo Giuseppe Tommasi,- Duca di Parma e Principe di Lampedusa, che ha raggiunto mezzo milione circa di esemplari.
Il volume, riprodotto in un film piuttosto seducente, è divenuto purtroppo, per una grande moltitudine, la fonte storica della Sicilia. 
Vi sono dipinte, a colori oscuri, la aristocrazia e la borghesia siciliane all’epoca del passaggio dal regno borbonico al regno d’Italia, che il lettore o lo spettatore può ritenere ancora viventi.
La rilassatezza dei costumi, l’ironia talvolta volgare sulle persone e sulle pratiche religiose danno un quadro assai spiacevole. 
Le miserie che affliggevano nel 8oo il popolo siciliano, dalle strade impervie all’assenza di igiene, dalla mancanza di istruzione a una pigrizia paga delle glorie antiche. . . è una lunga serie di motivi deprimenti che suscitano profondo scetticismo e creano disistima per il popolo cui il principe apparteneva.
Ora mi domando: è giusto fare della società di cento anni addietro la società di oggi? è giusto dar credito a un romanzo che un principe deluso compone nell’ultimo anno di vita e nulla sa trovare nella sua gente all’infuori dei difetti, che sono forse anche i suoi, e non riesce a vedere i Iati profondamente sani e in parte ammirevoli, quali la bontà semplice e robusta, il senso della famiglia ancor oggi resistente a ogni forza avversa, il senso dell’onore, il forte attaccamento alle più pure tradizioni cristiane, e altri pregi ?
Danilo Dolci: ecco alla mafia e al Gattopardo si aggiunge, per declassare la diletta Isola, il pubblicista Danilo Dolci, il quale venne a Palermo, per iniziare un’apparentemente campagna benefica, ma che doveva abbruttire il vero volto della Sicilia.
Basti dire che dopo più di dieci anni di pseudo-apostolato questa terra non può vantarsi di alcuna opera sociale di rilievo che sia da attribuirsi a lui, eppure continua a tener conferenze in diverse Nazioni, facendo credere che qui, nonostante il senso religioso e la presenza di molti Sacerdoti, regnano estrema povertà e somma trascuratezza da parte dei poteri pubblici. 
Intanto raccoglie plausi e denaro, destando viva commiserazione in quanti l’ascoltano per il popolo di Sicilia.
Dopo questa succinta descrizione della battaglia morale che si combatte, un po’ ovunque, contro una regione nobilissima, mi sia consentito manifestare l’intima pena che provo nel constatare come nella nostra stessa Nazione abbia preso incremento, in non pochi manovratori dell’opinione pubblica, il pessimo gusto di diffondere a tinte marcate i torti – talora falsi o, per lo meno, ingranditi – della Sicilia, le colpe e i delitti che vi si commettono, mentre si passano sotto silenzio le singolari prerogative che la rendono degna di rispetto e fanno concepire le migliori speranze per il suo avvenire.
Vede, rileggendo questi passi, emerge l’evidente volontà di non riconoscere quanto stava allora accadendo e rappresenta, per similitudine, la stessa insensibilità azione, manifestata negli anni passati, contro la mafia e le sue connivenze…
Le lotte condotte da parte dello Stato in questi ultimi anni, hanno certamente determinato un rinnovamento nelle coscienze che ha sì portato ad un risveglio culturale da troppo tempo assopito, ma che, nel quotidiano, hanno influito in maniera poco incisiva, perché è evidente a tutti, quanto ancora resta da fare…
la verità è che questo “sistema”, a differenza di quanto riportava il Cardinale, è ancora basato proprio sulla frase finale del libro “ Il Gattopardo “ e cioè che “ i suonatori cambiano ma che la musica resta sempre la stessa“ e dove, l’inquadramento all’interno dell’organigramma piramidale di questa associazione a delinquere, prevede a priori – a seconda dell’intervento giudiziario – quella naturale modifica dei propri “adepti, con il fondamentale principio che tutto però continui a funzionare, senza alcun inceppamento, sempre ed ovunque, nello stesso modo.
E’ evidente quindi che il sistema per continuare a funzionare, deve sempre avere dei validi sostituti, che ovviamente, vengono con il tempo preparati, inseriti nel contesto di quei nominativi “ricattabili”, scelti tra coloro ben disponibili a prestarsi per essere utilizzati successivamente come marionette, selezionati tra quanti sono ben disponibili ai compromessi, certamente anche per un personale tornaconto, economico o di carriera, che viene loro garantito, fintanto si ha la necessità di poterli utilizzare; in seguito, cioè quando ritenuti non più necessari, questi… saranno buttati, conseguenza logica di uno schema che correttamente Lei definisce “dare-avere” ma che io riduco in “usati e buttati“.
Trovare oggi le giuste correzioni è alquanto difficile, ancor più ricercare soluzioni che si possano adattare a tutte quelle possibili variabili, difficili da prevedere poiché in costante trasformazione, aggiornamento continuo di rinnovamento di quei processi deviati, necessari per attuare nuovi meccanismi illegali.
Credo che ognuno di noi, debba fare la propria parte per debellare questa piaga e mi piace ricordare il Giudice Falcone, che disse: la mafia, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano,vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.
Caro Logaritmo, stia certo che sarà il tempo a dare noi le giuste risposte e lì sapremo, una volta per sempre, da che parte eravamo tutti… realmente schierati!!!

Lo schifo continua: Bocciato l’emendamento perché i partiti mantengono il vitalizio ai condannati!!!

‪I condannati ringraziano tutti coloro che si sono astenuti o che hanno volontariamente non votato…
Di fianco trovate tutti i nominativi di ha votato, di coloro che si sono astenuti e dei restanti che se la sono fatta – come si dice – alla larga…
‎Cuffaro‬ e tutti coloro che lo seguiranno, ringraziano ovviamente il Governo ed in particolare Pd‬.
Con questo mancato voto, si permette a quanti condannati, di ricevere il vitalizio per i reati previsti dal 416, 416 bis e ter, e la fattispecie di aggravante prevista dal DL. 152/1991 e dalla L. 203/1991 Ps. il 416 ter è il reato di voto di scambio.
L’ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, da tre anni riceve dall’Assemblea regionale siciliana un vitalizio mensile da ex deputato di 6 mila euro lordi.
Nel ns. paese – potrebbe sembrare assurdo ma è così – non esiste alcuna norma che vieti la corresponsione del vitalizio agli ex parlamentari in cella e ciò è possibile in quanto i loro colleghi ( chissà forse perché ricattabili… )  non hanno mai votato un’emendamento che escludesse la possibilità di percepire il vitalizio o la pensione regionale ai condannati per i reati sopra descritti…
Non voglio fare campagna elettorale al M5Stelle è veramente una questione di dignità ed in questo momento, si vuol dimostrare ai cittadini, che se pur condannati i cosiddetti privilegi… restano inalterati e continuano ad essere goduti…
Comunque su Facebook sta girando un post di SUD- PRESS dove riprendendo quanto pubblicato sul web dal Movimento 5 Stelle, indica i nomi ed i cognomi dei deputati che hanno votato contro la sospensione del vitalizio ai condannati per mafia ed i cui nominativi sono i seguenti: deputati PD Mario Alloro, Giuseppe Arancio, Maria Cirone, Giuseppe Lupo, Bruno Marziano, Antonella Milazzo e Giovanni Panepinto. Esponenti di Articolo 4 come Salvatore Cascio, Carmelo Currenti, Luisa Lantieri, Lino Leanza, Salvatore Lentini, Raffaele Nicotra, Paolo Ruggirello, Luca Sammartino e Valeria Sudano. Per la lista Megafono, Giovanni Di Giacinto, Antonio Malafarina. Per l’Mpa, Giuseppe Federico. Per Forza Italia Santi Formica e Vincenzo Figuccia. Appartenenti al Pid-Grande Sud Michele Cimino e Bernadette Grasso e Roberto Clemente. Dell’Udc, Nicola D’Agostino, Nino Dina, Orazio Ragusa e Mimmo Turano, edinfine per il gruppo misto Beppe Picciolo del Democratici riformisti e Pippo Gianni.
Chiedo quindi a quanti sopra elencati, in considerazione del fatto che norma mirava principalmente ad abolire il vitalizio per coloro che sono stati condannati per reati legati alla mafia, mi sembra che la bocciatura dimostri – senza alcun ragionevole dubbio – che nel ns. paese ed in particolare nella nostra terra… la Sicilia, quanto dichiarato in lotta all’illegalità sia realizzato soltanto per ipocrisia, perché nella sostanza, quando cioè si tratta di schierarsi e dichiarare in modo chiaro e deciso la propria posizione, ecco che le “gambe tremano” e si dimostra che ad esporre belle parole si è bravi, ma quando si tratta di sostanza i fatti dimostrano il contrario…
Mi auguro che ognuno di questi, dichiarino esplicitamente le motivazioni che li hanno indotti a votare contro una norma irreprensibile e rispettabile anche se presentata da uno schieramento contrario al loro…
Perché qui non si avvantaggiava nessuno…, non si vincevano punti e neanche alcuna preferenza partitiche o politica, qui avrebbe vinto il rispetto delle regole, già, quel tentare di recuperare un principio fondamentale noto con il nome di legalità!!!
Non si è fatto… ed io – ma suppongo siamo in tanti – siamo a chiederci perché…????
Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone 

La nave della legalità…

E’ entrata a Palermo questa mattina la “Nave della legalità “.

Cosa dire, è in un qualche modo la rappresentazionente perfetta della lotta antimafia finora espressa è cioè sempre in ritardo!!!
Ma si… cosa sarà mai un’ora e mezza di ritardo…, si, peccato che è lo stesso ritardo con cui si è deciso di revocare la scorta al Prof. Marco Biagi…
E’ bello vedere 1.500 ragazzi  delle scuole d’Italia che commemorano insieme ai loro coetanei siciliani i Giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è importante ricordare al futuro di questo paese, che la speranza non debba mai morire…
Poi, che su questa vicenda, da un ventennio qualcuno ci marci sopra è altrettanto palese…, in particolare tutte quelle figure istituzionali che in questi anni sono saliti sopra la nave e/o che si sono fatto trovare pronti nei rispettivi moli, ma che di fatto hanno poi dimostrato, l’opposto esatto di quei valori propri della legalità, grazie proprio a quegli incarichi ricevuti… che è dimostrato, dall’elenco sempre in aumento delle persone denunciate…!!!
Che dire… Sciascia li chiamava i “professionisti della legalità…” e mi piace sottolineare quanto riportava Giorgio Bocca e cioè che forse il vero torto è rappresentato nell’esporre tesi, di muovere critiche, di fare ipotesi che stanno fuori dagli opposti schieramenti, che non collimano esattamente né con i dogmi dell’Antimafia né con le ipocrisie e le seduzioni della mafia. Seguendo Sciascia questo suo suo acuto intuito ha spesso indicato ciò che noi non sapevamo o che forse non volevamo sapere… 
A cosa serve quindi ancora parlarne… quando ovunque assistiamo a questa totale illegalità!!!
L’illegalità non è solo e soltanto quella espressa da chi delinque… e cioè da quelli che fanno da sempre parte di quel sistema, ma da tutto un sistema ancor più pericoloso, che si muove in modo velato, con la compiacenza ovviamente di quanti operano in quei settori chiave…
Un sistema dannoso che approfitta di compiacenti e collusi, per poter realizzare i loro sporchi affari. come quello della circolazione a più livelli di tangenti…
Una seconda ” entrata ” economica, elargita quest’ultima a forma d’incentivo per premiare quelle omesse responsabilità o per aver fatto sparire qualche documento compromettente…
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso proprio dell’incontro notturno sulla Nave della legalità ha dichiarato che “per combattere la corruzione bisogna individuarla e farla emergere“…. ma quando ciò avviene che succede… il nulla, il silenzio più assoluto, in particolare se le eventuali denunce riguardano personaggi pubblici e/o vengono intaccati proprio quegli uomini che lo Stato aveva scelto per rappresentarli e/o posti alla salvaguardia ed al controllo…
Si parla di combattere il grande alleato della mafia è cioè l’ignoranza… ancora oggi, si vuole fare credere che la mafia sia rappresentata dai cosiddetti pastori… , da personaggi che scendano da chissà quale montagna per governare il ns. paese…
Ma per favore, coloro che oggi regolano le fila di questa associazione, sono proprio coloro che hanno avuto posizioni primarie all’interno del governo e/o delle regioni ed è proprio grazie a queste complicità che si e permesso a certi soggetti di rimanere impuniti per più di un trentennio…
Sta proprio in questo il problema e cioè in quanto non si è fatto per combatterlo, esasperando in tal maniera la cultura della complicità che così ha potuto infiltrarsi e, grazie al potere economico ed anche con l’aiuto di qualche escort, giungere a contagiare anche quegli stessi “uomini deviati” dello Stato.
Bisogna finirla di “approfittare” della lotta alla illegalità, attraverso manifestazioni, strutture, associazioni che hanno come unico scopo quello di dare visibilità a qualche personaggio più o meno pubblico, questo volerlo mettere in mostra, che prende applausi e consensi, iscritti e firme, ma che poi rappresenta soltanto una lotta antimafia di facciata e che passati gli anniversari tragici da ricordare, viene dimenticata nell’oblio…
Una finta lotta fatta esclusivamente di belle parole, totalmente diversa da quanti oggi in prima linea continuano a lottare, senza volersi arrendere a quel ripugnante fetore meglio definito come “compromesso” e dove con quel modo d’essere e/o d’operare, vengono bistrattati e pian piano abbandonati, ridotti da questo marcio sistema all’assoluto silenzio, proprio da quanti nel contempo si ergono a baluardi della legalità!!!
diceva il Giudice G. Falcone: perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere…

Ma quale Inno d’Italia…

Oh, say can you see, by the dawn’s early light…,

Di’, puoi vedere alle prime luci dell’alba 
ciò che abbiamo salutato fieri all’ultimo raggio del crepuscolo…
Di’ dunque, sventola ancora la nostra bandiera adorna di stelle 
sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi? 
Dobbiamo perciò prevalere quando la nostra causa è giusta 
e questo è il nostro motto: “Abbiamo fede in Dio”. 
E la bandiera adorna di stelle per sempre garrirà 
sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi! 
Con queste parole, gli americani gridano a squarciagola il proprio inno!!!
Già avete mai visto cantare l’inno a degli americani…??? Sono tutti presi… è come se entrassero in uno stato di “trance” e dove il solo appartenere a quel paese è sinonimo di fierezza!!! Essere un U.S.A., basta questo per farli sentire orgogliosi e chissà forse al di sopra di tutti!!!
Un popolo che da sempre ha espresso valori di moralità e di fermezza, pur a volte passando attraverso scelte difficili, scelte non condivise, da prendere da soli e che in talune situazioni pagate con un alto numero di vittime…
Coraggio ed alto senso d’umanità, hanno permesso ad altri paesi a giungere ad una democrazia, che ha saputo garantire principi di libertà ed uguaglianza…
Da noi invece assistiamo ad una situazione che è tutto l’opposto!!!
E’ bastata una partita, la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, che si è scatenata una disistima per un paese che in questi anni ha saputo, grazie ai suoi interlocutori, creare soltanto diversità sociale!!!
Uno spregio quello di fischiare l’Inno d’Italia, che vuole, attraverso una manifestazione in visione mondiale, manifestare tutta il proprio disamore per un paese che li ha ormai abbandonati, in particolare per coloro che in questi anni l’hanno mal gestito…
Un gruppo sociale, quello della cosiddetta casta, che ha potuto usufruire di privilegi ed interessi economici a scapito di quella collettività, che ha rappresentato finora la vera produttività del paese e che ha di contro subito in maniera pregiudizievole, le ingiustizie e le differenze che hanno condotto alle attuali gerarchie sociali…
Non si tratta quindi ( come in molti vorrebbero farci credere… ) di una protesta vissuta dall’episodio calcistico, ma di una vera e propria presa di posizione, manifestata ad alta voce, per fare sentire il proprio disagio…
Ho letto che comunque, bisogna fare in modo che questi episodi in futuro non si ripetano…
Ma scusate, ma come si pensa che ciò possa avvenire, quando fino a ieri assistiamo ammutoliti a come un ns. ex ministro ed i suoi “compari” hanno utilizzano un’avvenimento importante come l’EXPO per realizzare fondi neri, spartizione d’appalti e tangenti ai vari amici politici e non…, una vera immorale indecenza, realizzata da personaggi meschini che, fino a qualche giorno fa, venivano invitati in televisione a dare consigli ed opinioni!!!
Ora si discute di malessere sociale e di come questo trovi, in queste particolari occasioni, il modo per esplodere, paragonando i fischi a nuove recrudescenza…
Non vi è alcuna violenza nel voler gridare e pretendere legalità, nel richiedere il rispetto per le istituzioni e per i suoi uomini, nell’esigere la garanzia che nel corso del proprio dovere non ci siano poteri forti tali da creare coercizioni nel proprio operato, liberi cioè da decisioni esterne per poter condurre in maniera fattiva quelle lotte necessarie ad individuare tutti questi continui e patetici colpevoli…
Non possiamo più accettare di vedere sempre le stesse storie, le stesse connivenze, gli stessi soggetti, che anni dopo anni, si riciclano per poi ritornare e fare ovunque danno!!!
Basta con questi continui fatti di cronaca che uccidono i giusti valori e danno la possibilità a chiunque di credere che il marcio è ovunque e che nessuno può esserne escluso!!!
Basta con questa politica, questo modo di gestire la cosa pubblica, tutto ciò è vergognoso ed intollerabile!!!
Basta con questi “politichesi” da quattro soldi, con questi soggetti che proprio in questi giorni ci chiedono il ns. voto, basta con quei sorrisi e quelle frasi fatte con cui cercano di ammaliarci, personaggi quasi sempre impreparati, incompetenti ed inconcludenti che, non certo per meriti propri, tentano di cavalcare l’onda lunga del mestiere del politico, permettendo così a se stessi di usufruire di lauti compensi, senza mai muovere un dito… ne per se, ma soprattutto per questo nostro paese!!!

Ci sono voluti 20 anni… forse…

Sono passati vent’anni da quando si è iniziato a parlare del Senatore Dell’Utri!!!.
Tutto è iniziato nel lontano 1994 con l’iscrizione nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il procedimento, continuato con la condanna in appello… a subito un’ulteriore stop con il rinvio da parte della Cassazione; quindi, un’ulteriore condanna a sette anni nell’appello Bis ed ora forse finalmente si giunge al giudizio definitivo da parte della Cassazione!!!
 Certo alla vigilia di questo nuovo processo, l’indagato che fa??? Vola casualmente all’estero per curarsi… 
In Libano per esattezza dove da poche ore è stato fermato in attesa dell’estradizione.
Secondo l’inchiesta le collusioni, sono ad ogni livello, dalla politica a cosa nostra!!!
In particolare sembra che proprio il suo intervento abbia garantito al leader di Forza Italia ed al Suo partito, quei voti e quelle “particolari ” protezioni.
Centinaia e centinaia di dibattimenti e udienze, pentiti, testimoni, fino alle attuali condanne.
,Come avevo preannunciato al cavaliere in un mio post, tutto inizia a crollare e la barca su cui si reggeva tutto, pian piano affonda ed i topi scappano… 
Dell’Utri ricercato, il Cavaliere affidato ai servizi sociali, gli ex amici si allontanano, Alfano, Cicchitto, Lupi, Bonaiuti, Letta tutti saldi negli ex tre governi del Cav. ed ora come fratelli di Giuda l’abbandonano!!!!
L’assurdo è che ora hanno la faccia tosta di riproporsi a noi… 
Ormai è certo il giochino dei due “grandi” partiti sta iniziando a saltare ed anche la coalizione messa insieme con forza dal Centro-Destra… farà certamente un buco nell’acqua!!!
Gli elettori sono stanchi di questi giochetti e di personaggi che hanno distrutto – ahimè purtroppo anche e soprattutto con i ns. voti – questo nostro meraviglioso Paese!!!
Ma non pensiate comunque che la vicenda giudiziaria di Dell’Utri sarà definitiva!!!
Già perché martedì 22 c.m. la Cassazione, dopo che verrà pronunciato il verdetto e nel caso in cui dovesse giungere una condanna ( senza dimenticare che Dell’Utri è all’estero )  l’ex senatore, potrebbe ancora richiedere un nuovo processo il cosiddetto appello-ter!!!
Come si dice la Storia Infinita… prosegue!!!

Quella valanga d’indagini…

Ogni giorno aprendo i nostri quotidiani o guardando i notiziari nazionali, assistiamo ad una valanga di denunce, indagini, arresti, come se quanto appreso fosse normale, una consuetudine a cui nessuno può sfuggire…
Che si tratti di un delinquente o di un politico, alla fine ciò che emerge è che sono tutti collusi è questo purtroppo è un sistema talmente generalizzato che non si riesce ad estirpare, non cambia e la cosa peggiore è che non si trovi un solo individuo disposto o interessato a modificarlo…  
Abbiamo potuto vedere come la politica in questi ultimi anni abbia saputo mostrato il suo lato migliore e cioè si è potuto assistere come Presidenti, Amministratori, Assessori, Consiglieri, siano stati, giorno per giorno, arrestati, indagati, condannati, in quanto appartenenti ad associazioni criminali, lo stesso dicasi per quei molti Comuni sciolti per mafia. 
Ora dire che di scandali siamo saturi è il minimo…, soprattutto perché il più delle volte con questa ns. Giustizia “a marcia ridotta“, prima che si giunga a veder condannare definitivamente qualcuno, quello è già morto di vecchiaia…
E’ poi, eliminato dalla scena politica uno, c’è ne sempre un’altro che ne prende il posto, di solito il figlio o qualche parente… per cui come si dice… ” cambiano i personaggi, ma la storia resta sempre la stessa…“.
Ormai e direi frequentemente, assistiamo a rassicurazioni da parte dei ns. organi inquirenti, dove attraverso presentazioni e conferenze stampe, si narra di azioni repressive e di lotte ferree che hanno quale unico obbiettivo, quello di rassicurante noi e le ns. coscienze…
Ma se analizziamo poi in concreto, quanto realmente è avvenuto nel territorio o nel sociale, ci accorgiamo che ciò, ha modificato in maniera insignificante questo ns. tessuto sociale…, anzi, potremmo aggiungere che non lo ha scalfito neanche… 
Basterebbe vedere in quale modi l’evasione continua ad esistere, perché le regole non sono chiare e perché permettono a chiunque di bypassarle…, in modo tale che una grossa fetta di “brave persone” continuino tranquillamente ad operare.
E’ non parlo soltanto dei cosiddetti “soldi sporchi” realizzati da quegli esponenti mafiosi o di criminali legati ai vari clan, ma parlo di tutti quei colletti bianchi, professionisti, che pur di avere ville, macchine lussuose e qualche amante ” a pagamento”, realizzano ogni giorno nei propri studi, migliaia e migliaia di “nero“…, parola che ovviamente nulla centra con il razzismo!!!
Come si dice… personaggi della ” Catania bene ” che di bene poi per la propria città… non ne hanno mai fatto, se non per fini strettamente personali, ma che nelle loro false manifestazioni e nella pochezza delle loro quotidiane azioni, manifestano tutto il loro disamore per questa terra.    
E’ non si tratta di dover denunciare o di contrastare attraverso associazioni varie, quell’omertà intrinseca nelle coscienze dei siciliani, ma di vedere definitivamente, che qualcosa di concreto si realizzi e che la prospettiva di un futuro migliore per le prossime generazioni, sia una garanzia e non una incertezza…
La devastazione è ovunque…, si fa finta di non volerla vedere, guai a parlarne, e tutto ciò grazie a scelte precise da parte dei nostri uomini politici!!!
Piani regolatori modificati e ridisegnati, speculazione edilizie, gestione dei rifiuti, inquinamento del territorio e delle falde acquifere, appalti aggiudicati ad imprese amiche, sono serviti soltanto a riciclare i soldi dei traffici sporchi, una economia parallela, costituita da personaggi cosiddetti “limpidi” che trasformano attraverso una apparente economia legale, quanto si nasconde invece in maniera illegale.
Un continuo riciclaggio e appoggi, che s’intersecano attraverso società e personaggi ambigui, che fanno da mediatori tra la criminalità, le amministrazioni e l’imprenditoria. 
Alla luce dei fatti finora emersi, delle risultanze degli investigatori, dalle condanne effettuate, ecco è da queste certezze che bisogna ripartire, arrivando ad azzerare ed eliminare, quegli intrecci politico-mafiosi che attanagliano questo nostro sistema.
Soltanto tagliando i flussi economici e sottraendo il potere alle amministrazioni pubbliche ed ai suoi interlocutori, che si può iniziare quel processo di rinnovamento controllato, che permetta di eliminare quelle collusioni e quelle tangenti che sono finora servite ad alimentare ognuno di loro, di quei singoli tentacoli che hanno permesso di sopravvivere… e purtroppo mi duole dirlo, questa è una lotta che appartiene in competenza allo Stato ed ai suoi predisposti uomini e che non può oggi essere imputata e/o demandata a semplici associazioni di legalità o ancor peggio a noi cittadini!!!!
  

Meglio non discutere di mafia…

Se provate in questi giorni a capire e/o a discutere su quali partiti o su chi, potrebbero essere indirizzati i voti della mafia in Sicilia…, vedrete che sull’argomento non otterrete alcuna risposta…
C’è come sempre il massimo riserbo e nessuno preferisce manifestare le proprie opinioni oppure si riservano di esprimere eventuali pareri, in sedi più appropriate e certamente poco frequentate…

In questo particolare momento politico instabile è palese che nessuno oggi assicura a quel ” peculiare sistema ” alcuna garanzia, ed allora, perché doversi impegnare a dare un’ipotetico appoggio a qualcuno, se non si è certi dell’eventuale ritorno, considerato che si riceve un sostegno garantito che ancora oggi è in grado di orientare su tutta la regione, circa il 10 per cento dell’elettorato…, meglio attendere!!!
Non è ancora venuto il momento di muoversi, bisogna attendere con riservatezza gli eventi, valutare le strategie politiche nazionali che vanno giornalmente evolvendo… in particolare sulle strategie che vanno adottata da Renzi e Berlusconi…

Ormai è certo che quei partiti creati per l’occasione alle ultime politiche, per poter fare affluire i propri consensi… sono ormai saltati, in particolare sono falliti proprio a causa delle nuove forze scese in campo quali ad esempio il M5Stelle, che ha condizionato e influenzato le coscienze dei cittadini, dirottando su di esso voti che sarebbero dovuti convergere verso altri…
Non deve quindi stupire se oggi la mafia sta a guardare quanto sta accadendo, non soltanto per ciò che concerne tra destra o sinistra, ma anche all’interno di quel movimento ecclesiastico che da sempre ha appoggiato certe scelte… ma che ora, con le disposizioni dettate da Papa Francesco… non trovano più un’antico e duraturo reciproco sostegno…

Per cui, chi non è più disponibile al dialogo, chi non è nelle condizioni di poter stringere e mantenere accordi, non può più godere di quei vantaggi personali o per la propria parrocchia, che ora quindi viene sempre più spogliata dei propri fedeli ma soprattutto delle vantaggiose offerte… la mafia al suo interno, sta divenendo sempre più laica. 

Comunque una cosa è certa… e cioè che si sta lavorando “sottobanco”… alle proprie probabili candidature e/o ai personaggi da dover scegliere.
E’ quindi individuati tali soggetti rispondenti alle caratteristiche ricercate, ora si tratta soltanto di imporre queste candidature, all’interno di un partito che dovrà però risultare vincente… il problema è quale???

Per evitare ciò, un primo passo potrebbe essere quello di bonificare questo corrotto sistema, stabilire un codice etico che impedisce la presentazione di candidati condannati e/o con procedimenti penali in corso…
Già, basterebbe questa iniziativa per ripulirebbe un buon 40% di candidati…
Ad oggi, ad esclusione del M5Stelle ( è l’unico che richiede prima di una eventuale candidatura, la verifica dei soggetti attraverso il Certificato Casellario e/o Carichi Pendenti….), il resto dei partiti invece, ha ancora al suo interno personaggi che andrebbero certamente esclusi dalla vita politica ed anche amministrativa…
Se a questi soggetti aggiungiamo poi i comuni/regioni ed altri enti che sono stati sciolti e/o commissariati allora la percentuale del malaffare sale ad un buon 70%.
Ha detto bene Beppe Grillo quando dal suo palco esclamava che “ la mafia ascolta, per capire come doversi comportare…”.
Ecco in questa frase si raccoglie l’essenza stessa del fenomeno mafioso e cioè in quella propria capacità di sapersi sempre trasformare ed adeguare a seconda delle circostanze….
Una certezza l’abbiamo e cioè che la prossima campagna elettorale, sarà contrassegnata da una grande indecisione e soprattutto da un numero rilevante di astensionisti…
Ovviamente non bisogna mai dimenticare che, alla base di tutto c’è sempre bisogno di un consenso… per cui scegliere per chi votare, farà ognuno di noi più o meno complice con quel sistema…
L’indifferenza infatti è il peggiore degli atteggiamenti e fa perdere una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini…

Rianimato il Pregiudicatellum…

Che una nuova legge elettorale andava fatta siamo tutti d’accordo e che per realizzarla ci si debba mettere d’accordo anche…
Ora il problema nasce nelle modalità che si sono volute adottare per giungere a questo accordo…
Innanzitutto, non mi è piaciuto da parte del nuovo segretario Renzi quello di rincorrere soggetti che oggi sono (per le ragioni che ben conosciamo) estromessi dalla politica e che quindi pur godendo di un grande consenso elettorale, non possono permettersi di esprimere alcuna valutazione sulle riforme da farsi… e come voler chiedere in Sicilia alla mafia di volersi esprimersi sulle riforme politiche ed amministrative da compiersi, visto che dopotutto… nel periodo elettorale riesce a ottenere un gran numero di preferenze che vengono indirizzare sui quei “propri” candidati…
I cittadini non possono restare a guardare come tanti deficienti… non è ammissibile che siano i partiti a scegliere i parlamentari!!!
Innanzitutto bisogna impedire a tutti coloro che oggi sono condannati e/o pregiudicati di poter partecipare alla competizione elettorale, fatto ciò bisogna intervenire in modo tale che qualunque possa liberamente presentarsi scegliendo a quale partito aderire..,. senza aver dovuto svolgere al suo interno quella macchinosa routine obbligatoria, quel doversi sottomettere ai vari predecessori… una scala iniqua che privilegia soltanto i raccomandati e lascia sempre indietro i meritevoli…
La certezza di fare governare chi vince è positiva, ma proprio nelle ultime elezioni abbiamo assistito come il primo partito ( M5Stelle ) non è stato minimamente tenuto in considerazione… ma anzi è stato appositamente allontanato…
Certamente giungere definitivamente a sapere chi deve governare ( e certamente meglio di quanto finora fatto… ) è fondamentale per poter dare una svolta al ns. paese…
Ma come ben sappiamo nessuno dei tre partiti oggi maggioritari nel ns. paese, M5Stelle, Pd e Forza Italia, da soli, non raggiungono quello sbarramento del 35% è ovvio quindi che l’aver deciso questa percentuale serve a voler riunire altri partiti minori, all’interno delle proprie coalizioni e quanto sopra è fatto ovviamente per escluderne una dai giochi… o cioè quella di Grillo!!!
Non bisogna essere certamente dei geni per capire che il sistema è stato creato per dare la possibilità, solo e soltanto a due di vincere e chissà se poi alla fine non si sia messi già d’accordo ( solita politica all’italiana ) per governare “inciuciamente” insieme…
Grillo chiama questa legge elettorale Pregiudicatellum, io direi che forse il nome nasconde al suo interno un significato ben più importante della sola parola ” pregiudicato”m ma che in essa si nasconde l’essenza ed il concetto di ciò che si voleva realmente ottenere e cioè quello di essere pregiudizievoli… il volere raggiungere una legge svantaggiosa per qualcuno e favorevole e garantista per qualcun’altro… la certezza di poter governare per uno dei due restanti partecipanti!!!
Renzi la chiama Italicum e ieri sera nel programma Porta a porta di Vespa un’euforico Brunetta ne magnificava le lodi, supportato dal solito casini che spera in qualche incarico di governo e dai soliti cosiddetti “direttori” di giornali che ovviamente ben si tengono alla lontana di dichiarare quanto realmente pensano… di questa ennesima porcata…
Renzi citando Cicerone dice a Grillo: fino a quando continuerai ad abusare dell’intelligenza dei tuoi parlamentari, persone molto appassionate che lanciano grida di dolore…
Caro Renzi, le grida di dolore non le stanno lanciando soltanto quel numero ristretto di parlamentari del M5Stelle… e mi piace sottolineare questo punto… perché mi fa comprendere che tutti gli altri… tra cui quelli proprio del tuo partito, non stanno minimamente soffrendo!!!
Ma sono i cittadini a gridare per quanto debbono assistere giorno per giorno, allo scempio che state commettendo, quella vs. incapacità di governare, di migliorare le nostre impresa, di creare competitività e sviluppo economico, di dare rigore e moralità ad una paese in cui tutti credono di essere furbi… perché sanno essere ladri…
Nel frattempo, proprio qualche minuto fa leggevo di una società la Micron,  che stamani ha annunciato licenziamenti per 420 unità… tra Agrate, Napoli, Avezzano ed anche Catania.
Ecco questa è la nostra Italia… c’è chi soffre e chi pensa invece a fottere gli italiani con nuove riforme elettorali…
Il vero problema non sono le nostre leggi… ma chi dovrebbe iniziare a rispettarle!!!

Siciliani al voto… cosa fare???

In base all’ultimo sondaggio, il voto dei Siciliani per le prossime politiche, dovrebbe subire qualche cambiamento…
Il M5stelle dovrebbe restare il primo partito con circa il 25% dei consensi seguito dal Partito Democratico intorno al 17%…
Seguirà ( decadenza permettendo… ) il partito del Cavaliere ( Forza Italia ) con il 15%, seguito dal suo fedele delfino Alfano con il nuovo partito ( per così dire… ) Nuovo Centro Destra che dovrebbe aggirarsi intorno al 12%.
A questi due d’ispirazione centrodestra dovrebbero aggiungersi gli altri quali il nuovo Movimento per Alleanza Nazionale e Fratelli d’Italia, Grande Sud, Mpa, Intesa Popolare, Mir, Pensionati, Liberi per l’Italia Equa e per finire ( per ciò che può contare da noi ) la Lega Nord…
In maniera incredibile però, la nuova coalizione di centrodestra, formata da questi “spezzatini”, costole di quel partito principale del Pdl, porterebbe ovviamente il Cavaliere a riappropriarsi della nostra Isola. 
Resta quindi difficile se non impossibile, alle forze opposte e rimate ancora in campo, riuscire a contrastare questo orientamento, anche perché il Pd pur appoggiandosi a SEL ed a l’Udc ( privo ormai di molti interlocutori passati con Alfano ) e sperando anche nel contributo dato loro dal presidente Crocetta, potrà però, difficilmente incidere numericamente…
Cosa fare quindi per rivoltare questo prestabilito contesto, per far valere la nostra voce, per cambiare questo stato di cose, per superare questo momento di profonda crisi???
Già, sembra infatti che tutto debba restare immutato, statico, ancorato a quel sistema clientelare/politico/mafioso che non deve mai cambiare…,
Ci ritroviamo sempre nello stesso punto di partenza, come se tutto debba restare bloccato, immutabile, impedito di poter migliorare e andare avanti proseguendo verso quei principi di prosperità per la collettività intera… 
Una soluzione potrebbe esserci… e cioè quella di far saltare questo sistema… cioè dal momento che l’astensione con il suo 43% rappresenta da solo oggi il partito più consistente, ecco, se questo dato aumentasse di pochi punti, questo farebbe saltare ogni forma di complicità, frantumando una volta e per sempre questa compagine, inutile consistenza di un sistema politico…
Di quante altre chiacchiere si ha bisogno, per prendere coscienza che ormai la nostra regione è in completo fallimento???
Imprese che chiudono, industrie trasferite in nord Italia o all’estero, commercianti che abbassano le proprie saracinesche, disoccupazione alle stelle, giovani laureati e precari che non hanno cosa fare, una politica sul turismo inesistente, città abbandonate a se stesse…
Un siciliano su due sta sopravvivendo, grazie e soprattutto a quei pochi euro dei genitori, prelevati da quella minima pensione loro data ed è per questo che molti giovani, non trovando alcuno sbocco, vengono insidiati e plagiati dalla criminalità locale, che in queste condizioni, pian piano ( in particolare alla vigilia di elezioni… ), ritrova ad interessarsi ai problemi economici dei propri concittadini, creando così, quel consenso popolare da barattare poi… con alcuni loro ” amici ” politici…
Questa purtroppo è la realtà, poi si può fare a meno di volerla vedere, di sentire o leggerla!!!
Quando questa merda intorno
 sempre merda resterà… 
ne riconoscerai l’odore
perché questa è la realtà!!! 
Quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai “che ora è…? ” 
che la vita è sempre forte… 
molto più che facile quando sposti appena il piede, 
lì il tuo tempo crescerà
sopra il giorno di dolore che uno ha!!! 
( Il giorno di dolore che uno ha -Ligabue )

La Sicilia, clichè di "cosa nostra"…

Non c’è una volta in cui, trovandomi all’estero, appena sentito che fossi siciliano, qualcuno non mi dicesse: ah… mafia…., corleone, il padrino, ecc…
Le meraviglie della nostra terra, per fortuna sono poi talmente tante, da sovrastare questa consuetudine negativa, che purtroppo ci ha fatto conoscere così negativamente nel mondo…
In questo bisogna aggiungere, che proprio una mano c’è stata data anche dalla cinematografia hollywoodiana e da quella di casa nostra ( qui non c’è termine migliore… ), che con quei film realizzati ed ambientati nel nostro territorio, hanno dato modo di farci conoscere…
Ed allora, ecco che qualcuno vedendo in ciò un business ( che è poi l’interesse principale di cosa nostra… ), si propone di pubblicizzare il proprio locale, attraverso l’immagine di questa organizzazione criminale…  

Abbiamo visto in Austria il ristorante ”Don Panino”, mentre da poco è nato in Danimarca, un analogo locale questa volta una pizzeria, che propone nel proprio menù la pizza del mafioso o la pizza di Al Capone…, non so se nel menù troviamo anche altri nomi eccellenti della associazione mafiosa… anche perché l’elenco sarebbe molto lungo, per non dire infinito!!!
Ecco, credo che invece sarebbe stato molto bello, chiamare un ristorante… “per non dimenticare”, proponendo nel menu, tutti coloro che per combattere la mafia sono caduti… e sarebbe un monito per quanti ( in particolare per i giovani… ) che oggi credono e vedono in questo tipo di vita e modello, qualcosa da imitare e soprattutto da voler emulare quelle geste che a loro modo sono esemplari…

Abbiamo visto come nei ragazzi il film ” Il Capo dei Capi ” che descriveva l’ascesa dei cosiddetti ” Corleonesi” in particolare la vita del boss Toto Reina ( interpretato in maniera perfetta da Claudio Gioè ), e come questo abbia suscitato nei giovani quel particolare interesse su quella vicenda e sulla facilità di giungere ad ottenere quanto si desiderava, in maniera rapida, grazie ai modi violenti, giungendo ad un successo personale certamente difficile da ottenere percorrendo una strada diversa e cioè quella della legalità e della ragione.
Dispiace vedere che la nostra regione, debba subire un così deplorevole considerazione nel mondo, considerato che da sempre questa è prima, in cultura, lingua, arte, musica, prodotti, bellezze del territorio, cucina e soprattutto ospitalità e solidarietà ( lo stiamo proprio vedendo in questi giorni, nei riguardi degli immigrati che stanno sbarcando nelle nostre spiagge…)
Certamente però, quanto finora fatto da parte dello Stato, risulta ancora molto modesto e limitato, con l’aggravante che proprio coloro che sono stati scelti a rappresentarla ( politici a vario titolo nelle varie amministrazioni, da quelle di Governo ai cosiddetti consiglieri), sono stati quasi tutti inquisiti per associazione mafiosa…
Quindi alla fine mi viene da chiedere… ma attraverso quale modi si pensava di correggere e modificare questa immagine negativa della nostra terra, se ancora i suoi uomini ” d’onore” si trovano fortemente legati a quelle inestirpabili radici, chiamate ” cosa nostra “???