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"Iddu, l’ultimo padrino"!!!

A meno di un anno dalla sua morte (25 Settembre) ecco che esce un film con interprete Elio Germano nel ruolo di Mattia Messina Denaro.

Il cast è costituito anche da Toni Servillo, nel ruolo di Catello, l’uomo che lo avrebbe cresciuto, un ex politico che uscito di prigione per mafia cerca di recuperare il tempo perduto, collaborando coi i servizi segreti per catturare l’ultimo grande latitante…

Il film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si intitola “Iddu – L’ultimo padrino” e verrà tra qualche giorno presentato in Concorso a Venezia alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema.

Il racconto inizia quando i servizi segreti chiedono a Catello aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo Messina Denaro, ultimo grande latitante di mafia in circolazione e da lì inizia un racconto fantasioso che secondo il sottoscritto poco o nulla abbia con la realtà dei fatti…

Difatti, quel boss – per come stanno evidenziando le investigazioni delle forze dell’ordine – in questi anni ha potuto godere della massima libertà, sia attraverso una serie di soggetti che si sono offerti di prestargli la propria identità, ma non solo, egli ha avuto la protezioni da parte di uomini politici e istituzionali, che hanno garantito trent’anni di latitanza…

Infatti tutti ne parlavano, ma nessuno aveva intenzione di arrestarlo, per ovvie ragioni in quanto ago della bilancia di molte trattative, ma soprattutto garante di una pax territoriale e di quello scambio di voto richiesto da molti suoi amici politici… 

Sappiamo tutti che per Messina Denaro era giunta ormai la fine, i suoi medici gli avevano concesso meno di un anno ed egli – nelle condizioni di latitante – non avrebbe potuto mettere a posto e quindi ordinare quanto doveva in maniera celere compiere, in particolare recuperare quel rapporto con la figlia, certamente sua unica erede… 

Certo a pagarne le spese sono stati tutti coloro che si sono prestati in questi anni ad assecondarlo e da quanto stiamo leggendo la lista è molto lunga, ma ormai il suo tempo era giunto e qualcuno – già… proprio da quell’associazione criminale – in procinto delle nuove elezioni nazionali, ha deciso di venderlo per compiacere qualcuno appartenente a quella coalizione, affinché si evidenziasse a tutti noi cittadini che questo nuovo governo fosse diverso dai precedenti e la cattura del boss latitante da trent’anni ne era l’esempio…

Ci si dimentica che in quei lunghi trent’anni non è stata la “Sinistra” o il “M5Stelle” al governo, ma bensì proprio un partito il cui fondatore è stato condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (difatti… ne ha scontati 4 in carcere e uno ai domiciliari) essendo stato riconosciuto mediatore tra “Cosa Nostra e Silvio Berlusconi”!!!

Ma si sa… nei film si preferisce raccontare storie fantastiche invece che rappresentare in maniera coerente quanto realmente accaduto e allora accogliamo questa ulteriore pellicola cinematografica su quei padrino di “cosa nostra” come l’ennesima opera di fantasia…

Ma d’altronde si sa… tutto ciò che viene quotidianamente rappresentato in questo Paese non è altro che qualcosa d’immaginario e aggiungerei anche di utopistico, ma ai miei connazionali – ahimè – va bene così!!! 

A caccia dei fiancheggiatori del boss Messina Denaro

Ora che si è conosciuto il mezzo di trasporto con il quale il boss di cosa nostra si muoveva in questi lunghi anni per le strade siciliane, credo diventi per le forze dell’ordine agevole comprendere i luoghi e soprattutto le persone che egli ha incontrato… 

D’altronde quando parlo di una condizione “fattibile”, per non dire certamente comoda, è perché paragono questa attuale condizione a quella a suo tempo proposta in un film del 1998 interpretato da Gene Hackman e Willy Smith, intitolato – vedasi la coincidenza – “Nemico Pubblico”!!! 

Già… in quel film furono memorabili alcune scene tra cui le riprese satellitari, già… con le quali era possibile pedinare dall’alto gli spostamenti delle persone monitorate.

Parliamo di molti anni fa, ma ciò che sembrava allora fantascienza è diventato da un po’ di anni realtà, difatti tra satelliti, cimici, microfoni, controlli telefonici e verifiche incrociate di telecamere stradali (le cui memorie ricordo sono solitamente conservate in archivi backup “iCloud”), diventa elementare utilizzare quelle fonti per processare in maniera “inversa” i vari spostamenti che quel boss ha compiuto, ma soprattutto – visto i luoghi in cui si è recato – gli eventuali soggetti con cui di fatto egli si è incontrato!!!

Certo ora si tratta di voler portare a compimento quanto iniziato dopo la sua cattura e difatti sono attualmente in corso tutta una serie di perquisizioni – disposte della Dda di Palermo – che vanno da Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazzara, etc., per individuare tutta la rete dei fiancheggiatori del boss di cosa nostra, Matteo Messina Denaro.

Come in quel film si sta ora provando a ricostruire gli spostamenti di quel capomafia nei mesi precedenti all’arresto e soprattutto determinare la disponibilità degli immobili e dei covi segreti di cui soltanto lui era a conoscenza… 

D’altronde dal giorno del suo arresto sono state trovate alcune chiavi e come in quel film si sta ora cercando tramite immagini satellitari, celle telefoniche, tabulati del cellulare e videocamere piazzate in diversi punti della provincia Trapanese, a determinare dove e chi abbia incontrato quel boss.

Difatti è grazie a quella sua “Alfa” – l’auto con cui il boss latitante si spostava – che gli investigatori stanno verificando gli spostamenti, scoprendo dove si recava e non solo per la gestione di quelle sue attività fraudolente.

Si stanno quindi provando le varie chiavi sequestrate, se qualcuna apra degli appartamenti, garage o dei locali tecnici insignificanti, nei vari complessi immobiliari nei quali si era recato… 

Chissà se proprio oggi – data di commemorazione del Giudice Borsellino e della sua scorta – non venga improvvisamente ritrovata, già… in uno dei suoi covi, la nota Agenda Rossa, a suo tempo prelevata dagli uomini di quel suo capo, Totò Riina, per poi – immagino – esserv stata conservata in quella sua cassaforte, purtroppo mai aperta dal “Capitano Ultimo”… a causa di un ordine ricevuto dai “piani alti”!!!

Già… ritrovarla sarebbe una bella impresa ed un regalo per tutte le vittime della mafia!!!

Ovviamente va detto… sempre che si decida da parte delle nostre Istituzioni di pubblicarne il contenuto: sì… perché comprendere come questa decisione potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova peripezia!!!

E’ morto… in attesa di verità e giustizia!!!

Ho avuto modo di conoscere durante un evento antimafia il Sig. Vincenzo D’Agostino, non sapevo chi fosse quel signore con la barba lunga e ancor meno conoscevo i motivi che lo spingevano a non tagliarla…

Ho scoperto successivamente che quella barba rappresentava un impegno preso nei confronti dello Stato e difatti il giuramento preso diceva: “Non mi taglierò più la barba fino a quando non saprò la verità“!!!

Edora la circostanza che lo vedrà tumulato ancora con quella barba, la stessa d’altronde che da quel 5 agosto del 1989 – da quando cioè i killer di cosa nostra uccisero a Villagrazia di Carini il figlio poliziotto Nino e la moglie  Ida Castelluccio oltre il bimbo che aveva in grembo –  aveva deciso di non tagliare fintanto che lo Stato non avesse dato ad Egli e a sua moglie: “Verita e giustizia”!!! 

Ma d’altro canto in questo paese per conoscere verità e giustizia bisogna attendere oltre 30 anni, sempre se si è fortunati di poter assistere ad una sentenza definitiva, altrimenti – come solitamente accade – si crepa prima e quindi, non si otterrà mai in vita, quella tanto ricercata giustizia!!!

E difatti, anch’egli ha dovuto attendere il 2023, precisemente il 6 ottobre, per avere conferma da parte della Corte d’Appello della condanna per il boss di Resuttana che secondo l’inchiesta, fu il mandante di quell’omicidio.

Durante quella sentenza, il Sig. D’Agostino alle domande dei giornalisti aveva risposto: “Sono soddisfatto perché hanno condannato il macellaio di mio figlio e di mia nuora”!!!

Certo, avrebbe desiderato che durante la lettura di quella sentenza ci fosse stata accanto la moglie, ma purtroppo era già deceduta da ben cinque anni prima, quantomeno avrebbero potuto dire insieme: “finalmente giustizia è fatta!!!

Lo stesso D’Agostino aveva anticipato che forse avrebbe tolto la scritta sulla lapide della consorte che riportava: “‘morta in attesa di verità e giustizia‘”: ma chissà… forse è giusto lasciare tutto così, d’altronde riteno inammissibile attendere 34 anni per giungere ad una sentenza definitiva!!!

Sì è una vergogna e lo Stato ha evidenziato in tutti questi anni la propria inadeguatezza!!!

Peraltro permettetemi di aggiungere che quanto sopra accaduto non rappresenta per questo Paese una novità… se pensate per un momento che per arrestare un latitante ci sono voluti (altri) trent’anni, ah… tra l’altro proprio in questi giorni i Tg nazionali hanno pubblicato l’identikit del suo diretto successore: già… ora vedremo quanti altri anni ci vorranno prima di poter assistera al suo arresto!!!

Ah… io comunque, in attesa di vedere finalmente molti celebri processi giungere a sentenza definitiva, comincio a farmi crescere la barba… 

La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.

Dal 1961 ad oggi sono morte 1061 persone tra cui 115 ragazzi!!!

Bambini e adolescenti ammazzati dalla mafia, già da coloro che si definiscono “uomini d’onore“…

Quindi a morire non sono soltanto gli uomini delle forze dell’ordine e neppure magistrati, ancora meno preti, sindacalisti, uomini delle istituzioni, professionisti, imprenditori, giornalisti o ahimè anche quelle donne, madri, mogli e figlie che si ribellano ai propri familiari affiliati … 

No… questa volta sono i bambini a pagare per le colpe dei padri oppure perché si trovavano causalmente lì a giocare o accanto ad un adulto che la criminalità aveva deciso di ammazzare!!!

La situazione più assurda è che quegli assassini, non ci hanno pensato un secondo a rimandare l’esecuzione sapendo bene che con quella loro azione, forse (ma di fatto quel dubbio… se solo l’avessero avuto…) un bimbo poteva restarne vittima!!!

Ma quelli se ne fottono dei bambini…

Potremmo chiamare quanto accaduto con il titolo di un film: “Il silenzio degli innocenti“; ancora oggi per molti di essi si attendono i nomi degli esecutori e soprattutto i mandanti!!!

In ricordo di ciascuno di essi è stato scelto un giorno importante, il primo giorno di primavera, il 21 marzo, deciso in quanto “simboleggia sia la rinascita, sia la vita“; l’inizio di un percorso di impegno e di speranza di lungo periodo, un momento nel quale, a causa dei conflitti in corso, non è garantito a questi fanciulli nulla, neppure quella semplice sopravvivenza…

Ho scritto in questi lunghi anni tantissimi post su queste giornate della memoria e vedrete come in alcuni casi non mi sia trovato d’accordo; il sottoscritto in questi trent’anni avrebbe voluto avere la sensazione che lo Stato fosse presente o quantomeno si dimostrasse più forte, certamente coeso contro quell’associazione criminale chiamata “cosanostra”, viceversa ho solo sentito belle parole, tante iniziative come proprio quelle di oggi, tantissime promesse, propaganda a non finire, ma nella sostanza – e potrei fare un elenco infinito di circostanze non compiute – tutto è rimasto sterile, facendo sì che negli anni la mafia abbia aumentato il proprio potere, non solo economico e finanziario, ma purtroppo sociale!!!

Sì… qualcuno vorrebbe illuderci con qualche arresto eccellente, ma la verità è che tutto è rimasto inalterato, chi comanda ora quell’associazione criminale è ancora seduto lì, ah… ricordo a chi di doverem che anche questo boss, come il suo predecessore, è di fatto “latitante” (speriamo quantomeno che questa volta non dobbiamo attendere altri trent’anni prima di giungere al suo arresto…) e la struttura che attualmente gestisce, è a tutt’oggi, rimasta inalterata!!!

Ma ormai da tempo ho capito che allo Stato fa comodo così, d’altronde il rischio è quello che realizzando una lotta seria verrebbero a saltare molte di quelle poltrone ed è questo il reale motivo per cui tutto alla fine così com’è!!! 

Comunque per oggi lasciamo andare, d’altronde non credo proprio che proprio stamani qualcuno si sia alzato in maniera volenterosa per fare una crociata contro la mafia ed arrestare un qualche noto criminale; già… con questa bella giornata…  lasciamo perdere e continuaiamo a goderci il profumo del mare e questo bel sole!!!    

La figlia del boss "degenerata nell’animo"??? No… quella è una donna ferita e soprattutto una figlia da imitare!!!

Ho ascoltato in questi giorni le parole (di delusione…) espresse dall’ex boss di cosa nostra sulla propria figlia: “Le altre cresciute oneste, lei è degenerata nell’intimo”!!!

Ecco, vorrei dire che non condivido minimamente il pensiero di quell’uomo, permettetemi ma non posso definirlo “padre“, perché quello è un concetto estraneo ad egli, certamente non gli si può assegnare, d’altronde permettetemi, ma il termine “padre” da tempo non indica più l’uomo che ha generato la prole e ancor meno può semplificarsi con la parola “pater” che indicava il nome del capofamiglia e che, per quella la radice “pa” (di pascere), pensava a nutrire e proteggere…

Già, forse egli – a causa del lungo periodo di latitanza – non ha potuto appurare come in questi lunghi anni, quella figura del padre padrone sia andata cambiando nel tempo…

Il genitore oggi non è più quel soggetto autoritario che imponeva le proprie regole e faceva si che tutti si sottomettessero ad egli, qui non si è a modello “cosa nostra”, il cosiddetto capo famiglia, quel cosiddetto padre e ancor prima genitore, è colui che sta vicino ai figli, che si rende sì… “latitante” al mondo intero per dedicarsi pienamente ai bisogni di essi, che li accompagna costantemente nella crescita, che è capace di dire “no” quando serve, senza doverli compiacere comprando regali o concedendo denaro con il fine di acquistare il loro affetto!!!

Perché i figli di quegli oggetti superflui non ne hanno bisogno, loro vogliono soltanto “amore”, desiderano avere accanto a loro una persona che li aiuti sempre, quanto hanno bisogno, quando si sentono soli, quando desiderano giocare, un genitore che li faccia ridere e anche sgridare quando serve!!!

Una figura fondamentalmente presente, che sia lì in ogni istante del loro percorso di crescita e non – per come ha dovuto subire sua figlia –  una presenza affettiva estranea e soprattutto distante… 

Il ruolo educativo di un padre è qualcosa che non si può comprare o affidare ad altri, allontanandosi dai propri figli si sa… si perde la loro stima, ma soprattutto si perde la legittimità ad essere ancora considerati genitori!!!

Oggi ci sono soggetti che pur sapendo di non aver concepito loro i figli della loro compagna, dimostrano con i propri gesti quotidiani, di essere in tutto e per tutto i migliori “padri” che quei figli potessero avere, perché essi ci sono sempre, sono presenti nella vita di quei fanciulli ed attuano quanto necessario, in modo propriamente “paterno”, per aiutarli a crescere.

Definirsi genitori senza esserlo mai stato è troppo facile, mi sembra di rivedere quel programma di Canale5 “C’è posta per te”, diretto da Maria de Filippi, dove ogni tanto intervengono, tra lacrime di coccodrillo, quei cosiddetti “padri“, posti dietro a quella busta, speranzosi che i rispettivi figli possano riaprirla…

Tuttavia, ci si guardi bene dal voler tirare la pietra, tutti possono sbagliare, ma bisogna essere in grado di capire come certe situazioni, per come quelle ad esempio vissute da quel boss (e da suo padre prima di egli), portano ad allontanarsi per sempre da quegli affetti familiari e dai propri figli… 

Il benessere economico e finanziario da solo non rappresenta nulla e soltanto un figlio “degenerato“, che pensi esclusivamente ad un genitore a modello “bancomat”, può far finta di nulla e accettare quella incresciosa condizione…

Ma la figlia del boss, senza dover rinnegare (scelta che condivido pienamente), ha deciso di andare avanti e – appena raggiunta la maggiore età – fare a meno di quel “padre“, che sicuramente avrà provveduto ad essa, al proprio sostentamento, ma certamente è venuto a mancare in quell’unico ruolo in cui la figlia l’avrebbe voluto presente e a cui viceversa ha dovuto da sempre rinunciare… 

Ecco perché sua figlia va imitata, perché a differenza di molte sue coetanee, ha dimostrato d’aver coraggio e di sapersela cavare da sola, andando avanti, portando avanti i veri valori di “famiglia”, quelli che per l’appunto le sono venuti certamente a mancare, una condizione peraltro che non voluto ripetere, ne per se e ancor meno per i propri cari, e da quanto ho potuto leggere, tra mille e mille difficolta, è riuscita finalmente a realizzare…

Ecco perché a differenza di quanti ora sui social si sono eletti a critici e giudici, non posso viceversa che augurare a Lei e alla sua nuova famiglia (ristretta) i migliori auguri… 

Catania: Il pericolo di fuga di notizie??? C’è sempre stato!!!

A proposito del segreto d’ufficio o di quella protezione delle notizie riservate di cui proprio alcuni giorni fa avevo scritto, volevo ora ricordare una circostanza particolare per la nostra città…
Riguarda quella in cui (allora come oggi) tra le forze dell’ordine – della stessa struttura organizzativa – non vi sia stata la volontà d’informare i reparti operativi ove per l’appunto si stava per compiere l’operazione di cattura…
Mi riferisco al 18 maggio del 1993, quando venne arrestato nelle campagne di Mazzarrone – nell’ambito dell’operazione Luna Piena dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – il latitante Benedetto Santapaola…      
Ecco, in quella circostanza, l’allora vicecomandante della polizia Antonio Manganelli (diventato successivamente capo della Ps), non si fidò di comunicare ai colleghi di Catania l’operazione in atto, ma fece arrivare gli agenti direttamente in elicottero dalla base di Reggio Calabria, proprio perché temeva una eventuale talpa nel gruppo operativo etneo che avrebbe portato ad una fuga di notizie… 
D’altronde questa “ambigua” circostanza non si spiega altrimenti…
Una cattura che – come avviene solitamente con il passar degli anni – si è dimostrata alquanto criptica, certamente diversa da come ci è stata raccontata… 
Ma d’altronde perché meravigliarsi… non stiamo forse assistendo in questi giorni al clamoroso depistaggio dell’indagine sull’attentato al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta???
Peraltro, se ricordate la conferenza stampa (che si tenne in quei giorni nella nostra Questura), ci fu una circostanza elusiva e cioè quando il vicecomandante della polizia Antonio Manganelli, dichiarò che erano entrati nella cascina – ove era presenti il latitante e sua moglie – sfondando la porta in alluminio anodizzato, ma ecco che qualcuno dei giornalisti allora presenti, chiese al vicecomandante, come mai ai loro occhi, quelle porte fossero risultate integre…
Ecco…per come riportavo sopra, le notizie vere – prima o poi – vengono a galla… e infatti, proprio alcuni giorni fa, ho letto un articolo di un giornalista che, aveva potuto interloquire durante un processo (da dietro le sbarre) il boss catanese…
Durante quell’incontro gli chiese se avesse compreso che stavano per arrestarlo e la risposta fu: “ho capito che la polizia aveva circondato la cascina, quando ho visto alcuni poliziotti travestiti da contadini che trasportavano ceste di asparagi. Troppo grossi per la stagione…”; ed allora il giornalista gli chiese: perché non è scappato??? E Santapaola gli rispose: “ero troppo stanco per continuare a fuggire”!!!
Ora, se mi avessero raccontato questa storia alcuni anni fa… non ci avrei minimamente creduto, ma oggi, con tutto ciò che sta accadendo e soprattutto con le molteplici inchieste che stanno gettato discredito non solo ai comandi operativi, ma anche a strutture che fino a poco tempo fa, erano considerati simboli di giustizia come per l’appunto era propriamente il “CSM”… ecco oggi, molte di quelle perplessità stanno iniziando ad avere conferma!!!
E difatti… riprendendo quella vicenda, è emersa ora una nuova verità e cioè quella che a far arrestare il boss fu il “capodecina” del quartiere “Ognina”, Marcello D’Agata, per evitare che Santapaola fosse ucciso dai “corleonesi”, che in quel preciso momento erano in urto con il capo mafia catanese, a causa della sua avversione alle stragi volute e compiute dal capo di “cosanostra” Totò Riina… 
A scriverlo è il “Fatto Quotidiano” che  riporta come la rivelazione sarebbe stata fatta ai magistrati dal pentito catanese Maurizio Avola, aggiungendo inoltre come la cattura del boss fosse in qualche modo predisposta, tanto che quest’ultimo, non adotto alcuna contromisura a sua protezione, come ad esempio la mancata presenza dei suoi uomini fidati, solitamente posti a sentinella di quell’area, nella quale per l’appunto era presente la cascina o come del resto il fatto che egli si fosse rasato e vestito elegantemente, già… come se sapesse che di li a poco, avrebbero proceduto al suo arresto!!!
Come scriveva il grande Pirandello: La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto…

A proposito di Malta: "Soltanto ora casualmente… sono iniziati gli arresti"!!!

Avevo scritto alcuni giorni fa su quello Stato e in particolare sui mancati controlli che ultimamente avevano condotto alcuni personaggi legati alla nostra criminalità ad operare direttamente su quell’isola per incrementare i propri business…
Qualcuno mi aveva risposto a mezzo email che forse stavo esagerando e che vedevo criminali anche dove non ci sono…
E difatti… a conferma di quanto sopra, ieri è stato arrestato il latitante Antonio Ricci, accusato di collegamenti diretti con la ‘ndrangheta e sfuggito proprio a Malta dopo un blitz nel 2018… 
Ma guarda un po’, ora all’improvviso – non è che forse forse perché sollecitati da un “piccolo e insignificante” blogger catanese – qualcuno a quei piani alti ha deciso che fosse giunto il tempo per iniziare a ripulire quella loro terra “infetta”???
D’altronde, l’analogia con quanto il sottoscritto aveva riportato è stupefacente, vedasi link: – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/06/volete-investire-in-sicilia-bene-andate.html – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/la-mafia-siciliana-continua-i-suoi.html – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/malta-la-nuova-casanostra.html – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/malta-porto-sicuro-si-ma-solo-per.html –  perché dalle attuali indagini è emerso che alle spalle del latitante vi fosse un vero e proprio sodalizio criminale di stampo mafioso, dedito all’attività illecita della raccolta abusiva di scommesse “online”…
A quanto sopra vanno sommati quegli ulteriori aspetti penali quali, l’associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso, il riciclaggio, l’omessa dichiarazione di ricavi e truffa aggravata ai danni dello Stato per oltre 60 milioni di euro.
L’indagine ha inoltre permesso di sequestrare i profitti dell’organizzazione criminale, di 23 società estere e 15 società italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, a cui vanno sommati 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di “gambling on line” e innumerevoli quote societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per un valore complessivo corrispondente ad oltre 723 milioni di euro!!! 
Cosa aggiungere, sembra che ora (finalmente) le forze dell’ordine maltesi abbiano deciso di collaborare in maniera più concreta con le nostre autorità di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno e con i reparto dei Comando generali di Polizia e Guardia di Finanza. 
Una sinergia che sono certo a breve condurrà ad altri arresti, in particolare nei confronti di quei latitanti che si sa essersi trasferiti dalla nostra Sicilia verso quell’isola dorata… 

Alla ricerca di… Matteo Messina Denaro!!!

E’ dal 1993 che non se ne sa nulla…
La sua latitanza sembra avvolta nel mistero…
Molti dicono che sia scomparso… ma poi improvvisamente qualche pentito inizia a parlare e dichiara… che è vivo e vegeto!!!

Certo, se dovessimo valutare le nostre forze dell’ordine per la celerità con le quali giungono agli arresti di molti suoi latitanti… abbiamo poco da stare allegri…
Come dimenticare, ad esempio Riina, Provenzano, ed altri come Graviano, ecc…
Sì, col tempo… tutti poi presi e buttati al carcere duro… ma non per lui, già, non per Matteo Messina Denaro, l’ultimo della famiglia dei corleonesi, che resta ancora a piede libero…
Di lui si ha una sola foto, poco più che trent’enne… modificata successivamente al computer, immaginando come sarebbe potuto essere…
Ed allora, proviamo ad immaginare come potrebbe essere quel fantasma… perché di questo finora si tratta… coperto da quei pochissimi referenti, che lo proteggono dalla cattura!!!
Già, a differenza dei suoi predecessori, egli utilizza l’unico espediente possibile per non farsi catturare… ridurre al minimo, quei pochi contatti diretti con quei suoi uomini  di fiducia…
Nulla si sa… e nulla si deve sapere… qualcuno dice addirittura che abbia abbandonato il proprio territorio, una circostanza che da sempre ho ritenuto impossibile, poiché costituirebbe un fatto insolito per quel sistema criminale e soprattutto perché farebbe decadere immediatamente quel capomafia…
Già… non bisogna mai dimenticare, che sono in molti, tra quegli affiliati, a voler aspirare a quel comando… e come ho riportato in un mio precedente post: “Il pastore sta sempre vicino alle sue greggi, si allontana ogni tanto per salire sul monte, alla ricerca di un nuovo pascolo… ma lascia i suoi cani a guardia di quelle pecore e in ogni caso, seppur lontano,egli da lassù… le controlla e osserva che nessuno tra quei suoi cani, trasgredisca al compito assegnato”!!!

Ecco perché ogni tanto si fa vivo e distribuisce ordini ai suoi capi-mandamento, attraverso l’unico sistema valido e collaudato, meglio conosciuto con il nome di «pizzino». 

Trovare quel nascondiglio è quasi impossibile… e difatti gli investigatori hanno in questi anni, fatto un buco nell’acqua!!!
Va aggiunto inoltre che il sistema approntato di protezione, ha funzionato finora alla perfezione…
D’altronde saranno in molti a godere di quei favori ricevuti… innanzitutto i politici, che grazie ad egli riescono ad ottenere quei voti necessari per la propria candidatura… poi vi sono gli imprenditori che ottengono gli appalti desiderati ed infine i professionisti, che si mettono a disposizione di quell’apparato che garantisce loro, clientela e promozione…
A quanti sopra si sommano tutti quei semplici cittadini, che amano quel loro capo, considerato da molti, generoso e magnanime… circostanza quest’ultima, dimostrata dalle intercettazioni dalle microspie degli investigatori… 
Sì è vero… lo Stato è riuscito a sequestrare i beni di quei suoi parenti e amici prestanome, individui che erano in possesso di cifre a sei zeri, ma in confronto al potere economico e finanziario in suo possesso… quanto compiuto, non è altro che la perdita d’utili di un mese!!!l 
Le operazioni… hanno fatto sì “terra bruciata“, ma in fondo il boss continua la sua vita come sempre… in clandestinità, forse… 
Non è detto anche che in questo preciso momento, egli stia girando il mondo insieme ai suoi figli, oppure si trovi in una qualche isola, chissà uno dei tanti paradisi fiscali, nei quali sono stati depositati, la maggior parte dei tesori accumulati negli anni da cosa-nostra…
Miliardi e miliardi di euro, che permettono ad egli di vivere tranquillo, blindato e protetto dalle centinaia di uomini, messi a sua disposizione da quegli stessi governi… 
Vedrete… un giorno forse scopriremo realmente chi sapeva e chi… in tutti questi anni, lo ha di fatto aiutato!!!

La procura chiede 12 anni al cofondatore di "FORZA ITALIA": Marcello Dell’Utri

Siamo nel 1993, quando Marcello dell’Utri insieme all’amico Silvio Berlusconi danno vita al partito “Forza Italia”, lasciando la carica di presidente di Publitalia ’80…

Per chi non lo sapesse, Publitalia ’80 è la concessionaria esclusiva di pubblicità del Gruppo Mediaset in Italia, fondata a Milano nel 1979 per la raccolta pubblicitaria di Canale 5, la rete nazionale lanciata ufficialmente l’anno successivo proprio dal Cavaliere…
Va ricordato inoltre che il Dell’Utri, nel 1995 fu arrestato a Torino con l’accusa di aver inquinato le prove nell’inchiesta sui fondi neri della società da egli amministrata (per l’appunto… “Publitalia ’80”).
Nell’anno seguente (gennaio 1996), mentre era imputato su quanto sopra riportato, per false fatture e frode fiscale, viene indagato a Palermo per Mafia…
L’11 aprile 2014 la Corte d’Appello di Palermo ha dichiarato Marcello Dell’Utri latitante…
Lo stesso difatti si era reso irreperibile –in base a quanto dichiarato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo– alla quale era stata delegata la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dello stesso emessa dalla terza sezione penale della Corte d’Appello di Palermo.
Constatata la latitanza viene esteso dagli organi di polizia italiani un mandato di cattura internazionale presso l’Interpol e attraverso il coordinamento dei servizi della Direzione Investigativa Antimafia, viene localizzato sul territorio libanese per mezzo dell’incrocio delle informazioni relative ai tabulati telefonici e alle risultanze di una carta di credito in suo possesso utilizzata per i pagamenti e conseguentemente arrestato all’interno di un albergo di Beirut, in Libano, il 12 aprile 2014.
L’operazione è stata condotta localmente dalla Intelligence libanese che ha fermato Dell’Utri all’interno del hotel “Intercontinental Phoenicia“; al momento dell’arresto era in possesso di due passaporti di cui uno diplomatico (già scaduto) e di una somma di denaro in contante pari a 30.000 euro…
In questi giorni la Procura di Palermo ha chiesto la condanna a 12 anni di carcere dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. 
Dell’Utri sta già scontando una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per l’ex capo del Ros, Mario Mori sono stati chiesti 15 anni: è imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
Infine una condanna a sei anni di carcere è stata chiesta per l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza… (già, tutti noi stiamo ancora aspettando di poter ascoltare quelle intercettazioni telefoniche con il Quirinale…).  
Ed infine richiesta di condanna, rispettivamente a 16 e 12 anni di carcere, per i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, mentre per il pentito Giovanni Brusca, che rispondeva dello stesso reato, i pm hanno chiesto l’applicazione dell’attenuante speciale prevista per i collaboratori di giustizia e la dichiarazione di prescrizione delle accuse.
Chiesta anche la dichiarazione della prescrizione per le accuse di concorso in associazione mafiosa contestate nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia a Massimo Ciancimino. 
Ciancimino rispondeva anche della calunnia dell’ex capo della polizia De Gennaro: per questo reato sono stati chiesti 5 anni di carcere. 
Per i pm le condotte di concorso in mafia sarebbero cessate con la cattura del boss Riina (gennaio 1993), per questo la richiesta di dichiararle prescritte.
Non so perché ma ho come la sensazione che a breve… qualche altra Procura Nazionale (e chissà se non sia proprio quella Etnea…) estenderà ad altri membri di quel partito, eventuali inchieste su taluni procedimenti “criptici”, dei quali forse esistono già, delle indagini in corso, ma di cui ancora oggi, quantomeno noi cittadini, non siamo venuti ancora a conoscenza…
Speriamo quantomeno che quanto sopra emerga prima dello svolgimento delle prossime elezioni nazionali del 4 marzo!!!
Se non altro, per evitare che quei voti dati a probabili soggetti “collusi” (di cui come ultimamente avviene, scopriamo essere stati legati a note associazioni criminali…), possano indirettamente influenzare il corretto esito numerico delle votazioni, consegnando la vittoria alla coalizione, che più di altre, ha saputo condizionare (e forse anche suggestionare…) in maniera risoluta, il giudizio di noi “ingenui” elettori!!! 

I condomini godono dell’immunità nei confronti del proprio amministratore!!!


Lo ha deciso il giudice di pace Elena Biasutti, che ha assolto un condomino accusato di ingiuria e diffamazione… 
Si trattava di un settantaduenne residente in Prato della Valle…
L’inquilino in assemblea condominiale aveva criticato l’operato dell’amministratore, con frasi e giudizi aspri, su presunti conteggi errati… 
Lo aveva accusato d’essere un “prestigiatore di contabilità” e di “furbizie contabili“!!!
L’amministratore condominiale ovviamente sentitosi diffamato, si è costituito parte civile e pretendeva una risarcimento di cinquemila euro, ma purtroppo per lui… se n’è dovuto andare a mani vuote!!!

Sintetizzando… l’Assemblea condominiale aveva avuto luogo il 9 dicembre 2009 ed in quella occasione il condomino era andato giù pesantemente nei confronti dell’amministratore e di quella sua contabilità… 

Alla fine dell’assemblea, il settantaduenne aveva rincarato la dose con accuse gravi, inviando a mezzo fax le sue disapprovazioni, direttamente all’ufficio dell’amministratore. 
In quei fax il condomino accusava l’amministratore di “collusione” e di presunti fatti “illeciti” effettuati dal precedente amministratore, inoltre, gli contestava di aver compiuto appropriazioni indebite e movimenti contabili senza alcun riscontro documentale…
Nel gennaio 2010 l’amministratore aveva presentato un esposto contro il condomino, che era stato rinviato a giudizio…
L’avv. Malipiero ha difesa del condomino, ha chiesto l’assoluzione del cliente perché il fatto non costituiva reato.
L’avvocato ha portato in aula una sentenza della Corte di Cassazione del 2014; ebbene, i giudici di quella Suprema Corte avevano annullato una sentenza di condanna per fatti simili a quelli contestati al settantaduenne. 
I supremi giudici infatti, avevano affermavano il diritto di critica di un condomino che aveva si offeso l’amministratore ma in maniera motivata (anche se nel caso della sentenza annullata i conteggi erano risultati regolari), non gratuita e senza attacchi alla sfera personale…
Quindi, la Corte di Cassazione ha riconosciuto alla sfera condominiale una valenza particolare in cui i limiti del diritto di critica verso l’amministratore si ampliano rispetto ai valori normali, dando via libera a confronti accesi e aspri, purché non trascendano sul piano personale, nel dileggio, nella gratuità…
Non per ultimo difatti la Corte di Cassazione ha giudicato non meritevole di censura il comportamento di una condomina che ha pubblicato nell’atrio condominiale una dura lettera di critiche nei confronti dell’amministratore, definendolo “latitante e “incompetente“.
Nella fattispecie è stato esercitato un legittimo diritto di critica, pertanto, non ricorrono gli estremi dei reati ingiuria e diffamazione…
Analoga situazione lo ha stabilito la Corte di Cassazione (quinta sezione penale, sentenza n. 41785/2016) pronunciandosi sul ricorso promosso da un condomino, condannato per i reati di ingiuria e diffamazione avvenuti in ambito condominiale nei confronti dell’amministratore…
E’ stato riportato che “non commette diffamazione il condomino che inserisce dei volantini nella buca delle lettere degli altri proprietari accusando l’amministratore di violare la legge fiscale e rappresentandolo come un personaggio col naso lungo e con un cartello al collo con la scritta “Pinocchiopoulos“.
Quanto sopra rientra infatti, nel diritto di critica se non vengono utilizzate espressioni gravemente infamanti e inutilmente umilianti.
Quanto all’uso di un personaggio come “Pinocchio”, invece, è idoneo ad integrare il diritto di satira!!!
Quindi… come vedete, quando volete criticare il Vs. Amministratore, esistono parecchi modelli da seguire,  l’importante comunque è che le analisi di dissenso siano valide…
Io se posso consigliare, indico sempre la strada più affidabile… quella della denuncia presso gli organi giudiziari!!!
Non bisogna avere remore morali, oppure farsi prendere dalla paura o da quel senso di sottomissione… solo ed esclusivamente perché altri, si comportano come pecore o chissà, forse dimostrano con quel loro esimersi, sentimenti celati di collusione o ricattabilità!!!
Tranquilli, la legge è sempre dalla parte degli onesti e quindi… dalla nostra!!!

La mafia c’è e si vede!!!

Innanzitutto, è opportuno tenere ben presente che, quanto ci vogliono finora “dare a bere” e cioè che la Stato, attraverso le istituzioni ed i propri uomini, ha il controllo del nostro territorio, non rappresenta un dato veritiero, ma una credulona propaganda creata a voler tranquillizzare la collettività ed in particolare i suoi concittadini…
Non sto dicendo che la lotta alla criminalità non venga svolta in modo preciso e puntuale, dico soltanto che gli strumenti che permettono a questa di poter essere definitivamente debellata… non vengono attuati o ancor meglio… non esistono!!! 
Non passa giorno infatti, in cui non emergono nuove indagini, queste condotte dalle varie procure dell’isola, e come, si sia giunti a scoprire ulteriori attività illecite, queste realizzate attraverso società legate o associate ad ambienti mafiosi, individui che si offrono a prestanome di organizzazioni affiliate a soggetti latitanti, e via discorrendo…
Partono le denunce, seguono gli arresti, i sequestri e le confische…
Sì… ma poi… il sistema mafioso si riordina nuovamente e riprende come se nulla fosse…
Il giro d’affari è immenso e ciò è dimostrato da tutti quegli interessi a cui essi si rivolgono… 
Sono nuove attività… non più rivolte a specificità illegali di un tempo, come, estorsioni, usura, recupero crediti, gioco d’azzardo o traffico di droga… quelle ci sono sempre…, bensì, oggi punta ad affari più sostanziosi e soprattutto legali, come per esempio quelle attività legate agli appalti (vedasi quanto sta avvenendo con i centri d’immigrazione), alle costruzioni/edilizia, ai trasporti ed allo smaltimento dei rifiuti…
Società di comodo che servono esclusivamente a produrre “cassa” (queste sono infatti di breve periodo e nel giro di pochi anni… cessano l’attività…) ed i cui utili, vengono rinvestiti in nuove società, queste totalmente “cristalline”, affidate a nuovi “colletti bianchi” dal pedigree casto…, che iniziano la loro vitalità, investendo principalmente in attività  finanziarie e immobiliari…
Quindi, realizzato questo primo passaggio e creata la compagine del nuovo “asset societario”, si passa alla programmazione del livello inferiore e cioè, quello di diversificare le attività e soprattutto i rischi (non parlo di quelli economici, ma mi riferisco a quelli di controllo, tentando quindi di limitare, l’operatività di coloro che svolgono i propri incarichi tra le forze dell’ordine… ), nuove scatole cinesi, che ora danni vita ad attività alimentari, d’abbigliamento, bar e ristoranti, hotel e resort…
Ovunque c’è la mafia… e questa dimostra essere strutturata e ben organizzata…
Non sono più i pastori di pecore che scendevano dalle montagne con la coppola di traverso, questa è gente preparata e professionale, a cui ora, sono stati inseriti diplomati e laureati, i quali, mettono la loro esperienza e capacità, al sevizio di questo sistema criminale…  
Un sistema che nel corso degli anni… ha investito negli uomini…, i propri uomini, molti dei quali, sono infiltrati in quelle strutture pubbliche, associazioni, società di servizi, ma soprattutto, nella politica che conta…
Tutto ciò, rappresenta per la nuova mafia, il migliore investimento economico, già quello delle risorse umane è certamente quanto di più “raffinato”, una mente criminale, possa partorire…
Un fiume di denaro considerevole, che, da un lato, fa indirizzare sui propri uomini, quegli incarichi prestigiosi dirigenziali o quei necessari voti…, dall’altro, utilizza gli stessi, per ottenere informazioni riservate, indirizzare appalti, aggiudicazioni, influenzare i mass media, limitare non solo quei processi di cambiamento sociale, ma soprattutto, alimentare quel conflitto mediatico con il quale si tenta sempre più, di allontanare la partecipazione sociale ed il consenso popolare dalle istituzioni…, dopotutto come si dice da noi… con la mafia si mangia e con lo Stato si muore di fame!!!
Finiamola quindi di prenderci in giro…, finitela di raccontarci fandonie… è venuto il tempo d’esser seri, di trovare una nuova metodologia… che non pensi esclusivamente a colpire, ma che diriga il proprio intento, verso quel processo naturale di riconciliazione…, di crescita collettiva nel quale ognuno apporti quanto di meglio sa fare…
E’ finito il tempo di “guardia e ladri”… bisogna cercare di andare oltre… di vedere al di là dei soliti interventi della magistratura,.., bisogna tentare di cambiarla dal di dentro questa “mela marcia”, offrire a quanti lo desiderano, una nuova strada, quella della legalità…
Nuove opportunità di crescita, di sviluppo e d’investimento sono necessarie,…, perché soltanto così, si potrà sperare in quel reale e profondo cambiamento…
Tutto il resto, rappresentano solo belle parole… inconsistenti, perché non porteranno ad alcuna trasformazione culturale e tutto quanto… resterà eguale.
Per favore… non ditemi più che la mafia non esiste… perché questa c’è… e permettetemi d’aggiungere… c’è e si vede!!!