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Dopo 24 anni gli restituiscono il patrimonio confiscato!!!

Diceva il magistrato Piecamillo Davigo: “Chi di giustizia ferisce di giustizia perisce”. 

Aggiungerei, sempre che si ha la fortuna di giungere a una fine, perché il più delle volte il rischio – considerati i tempi che la giustizia raggiunge tra tutte le fasi processuali – è quello di non riuscire a giungere alla fine in quanto si è passati ad altra vita…

Per fortuna non è il caso di Antonio Giordano, un imprenditore di Misilmeri edile che ha visto riottenere dai giudici la revoca della confisca definitiva dei beni, dopo la revisione del processo e l’assoluzione dall’accusa di mafia!!!

Certo un risultato ottenuto (grazie all’assistenza dell’avvocato Baldassare Lauria) dopo 24 anni di azioni legali che sono iniziate nel lontano anno 2000…

Tutti infatti iniziò con un arresto per associazione mafiosa, per poi esser stato condannato a cinque anni di reclusione ed ancora, nel 2011 i giudici della sezione misure di prevenzione disponevano altresì il sequestro delle imprese e dei beni immobiliari del valore di una decina di milioni di euro, provvedimento che divenne definitivo.

Ora dopo 24 anni, la Corte d’appello, presieduta da Gabriella Di Marco, ha stabilito che i beni possono essere restituiti all’imprenditore, ritenendo il venir meno dei requisiti legali avevano giustificato la confisca. Si tratta di una decisione che supera la consolidata giurisprudenza conservativa dello stesso tribunale palermitano – spiega il legale di Giordano – In materia di prevenzione l’appartenenza mafiosa (che giustifica la confisca) è sempre stata ritenuta una nozione diversa dalla partecipazione all’associazione mafiosa (che diversamente integra il reato di cui all’articolo 416 bis), cosicché l’eventuale assoluzione non ha mai determinato alcuna interferenza sul giudicato di prevenzione. Attiveremo adesso le azioni risarcitorie per il recupero del patrimonio perduto e dell’ingente danno patito dal Giordano».

Bisogna ricordare che l’imprenditore si era sempre protestato innocente ed aveva lottato per dimostrare che l’intercettazione con un presunto mafioso non lo riguardava personalmente e che l’interlocutore indicato dagli inquirenti non era lui…

E difatti, la persona interessata aveva poi confessato di essere il reale interlocutore del presunto capomafia e difatti, la stessa perizia fonica prodotta dalla difesa, aveva escluso che la voce (che si confrontava con il boss) potesse essere riconducibile a quella dell’imprenditore Antonino Giordano. 

Ed ecco quindi che finalmente si è giunti a quest’ultima sentenza che lo ha visto scagionato dalle accuse, ed ora ha aggiunto l’Avv. Lauria – a seguito dell’assoluzione di revisione – sono venute meno le ragioni che avevano giustificato il giudizio di pericolosità sociale, evidenziandosi che gli accertati rapporti personali non andavano al di là della mera contiguità, del tutto irrilevante…

Certamente quanto sopra rappresenta una vicenda preoccupante, sì… per le modalità con cui si è giunti a quelle condanne e cioè attraverso una semplice e banale intercettazione telefonica e soprattutto a causa di una voce somigliante…

Ora, nel leggere quanto sopra pensavo ai rischi che oggi potrebbero verificarsi, sì… a ciascuno di noi, a causa ad esempio dell’utilizzo di un software che sfrutta l’IA( Intelligenza Artificiale ) capace quindi di riprodurre non solo testi interi con la voce femminile e/o maschile – vedasi ad esempio il link – https://www.naturalreaders.com/ – ma ahimè di clonare una voce e riprodurla in maniera perfettamente eguale a quella di chiunque si voglia essere, basti semplicemente scaricare un software come quello offerto da  https://elevenlabs.io/ di cui se volete, potete osservare (in questo link su “Youtube”) il suo diretto funzionamento: https://www.youtube.com/watch?v=z4QPcjsJKu8.

Una talpa in Procura??? Vedasi quale novità…

E’ stato scoperto un commesso giudiziario che sarebbe negli anni divenuto una talpa all’interno della Procura di Palermo!!! 

Già… interi fascicoli sarebbero stati non solo fotografati, ma addirittura portati all’esterno del Tribunale, affinché si provvedesse ad informare gli eventuali indagati… 

Difatti, ora la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha arrestato il dipendente infedele con l’accusa di favoreggiamento, continuato e aggravato!!!

Le indagini – delegate alla squadra mobile e alla sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato – si sono concentrate su un addetto al trasporto dei fascicoli dalle segreterie dei pubblici ministeri agli altri uffici del Tribunale. 

Ed è durante uno di quei trasporti che il commesso avrebbe consultato i procedimenti, fotografato e diffuso notizie coperte dal segreto istruttorio, sottratto i fascicoli ed informato all’esterno le persone sottoposte ad indagini in corso… 

La soffiata riguardava soprattutto le intercettazioni e l’impiegato così avvisava chi veniva ascoltato dagli investigatori, ed è per questo motivo che si parla di grave danno alle indagini.

Il commesso giudiziario sarebbe così diventato nel tempo il “punto di riferimento” per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano che intendevano verificare l’esistenza e/o lo stato di indagini a loro carico. 

Ora, come sempre accade in queste circostanze, sono in corso tutta una serie di perquisizioni.

va premesso che il dipendente proveniva dal bacino degli “ex pip”, sì… quegli ex precari del bacino di emergenza di Palermo: durante le indagini, le forze dell’ordine sono riuscite ad istallare un trojan nel suo cellulare, scoprendo così che il commesso avvertiva gli indagati del fatto che fossero intercettati!!! 

Certo sembra assurdo, ma quanto ora emerso è qualcosa che non fa più notizia, d’altronde sono convinto che egli rappresenti solo uno dei tanti dipendenti infedeli che operano all’interno dei nostri Tribunali, anche perché, oltre a loro, vi sono tutta una serie di soggetti che partecipano attivamente affinché quei palazzi di giustizia non funzionino per come dovrebbero.

Potrei farvi un elenco delle tante situazioni che non vanno; ad esempio vi sono documenti che spariscono dai fascicoli, note che vengono riportate in ritardo o peggio ancora,  registrate oltre i termini previsti di legge, poi ovviamente c’è chi dichiara che non è stato possibile procedere a causa di problemi tecnici nel sistema informatico, senza però che vi sia alcuna effettiva prova su quanto riportato…  

Vorrei altresì ricordare come taluni soggetti, posti all’interno di uffici – ripeto di grande responsabilità e riservatezza – risultano di fatto essere familiari di soggetti, che per gli incarichi espressi, risultano essere in conflitto con quella loro professione, ma la circostanza assurda è che chi dovrebbe controllare, stranamente chiude tutte e due gli occhi e così si continua a procedere tra insabbiamenti, ostacoli, occultamenti, falsità e quant’altro…

Quindi mi chiedo: perché meravigliarsi??? 

Le partecipate sono un serbatoio elettorale!!!

Rappresenta solo l’ultima delle tante relazioni della commissione Antimafia e non c’è da meravigliarsi tanto, basta semplicemente osservare quanto accade ogni giorno…

Ho letto che “I lavori dell’Antimafia sono iniziati dopo l’esito dell’indagine della procura di Palermo, per verificare le responsabilità politiche, dell’amministrazione regionale sulla partecipata che si occupa di trasporto pubblico nell’Isola; l’operazione coordinata dalla procura di Palermo aveva fatto emergere una gestione delle assunzioni che rispondeva ai desiderata della politica”

La partecipata – dalle intercettazioni – sembra stesse diventando un vero e proprio ufficio di collocamento, di un noto partito…

D’altronde un’azienda, per quanto partecipata, per quanto vigilata dalla Regione, possiede un’autonomia gestionale quasi assoluta, tanto da permettersi di sforare il budget di 3,5 milioni ed è veramente assurdo che nessuno fosse a conoscenza di ciò o quantomeno portasse l’informazione di quel “esubero” a chi di dovere…

Comunque, così non è andata e le lacune nella gestione di quelle partecipate sembrano esser tante e sperare che ora finalmente le cose potranno cambiare, con questo sistema colluso, credetemi… è una mera illusione!!!

Su quanto sopra riportato mi permetto di segnalare un post interessante al seguente link: https://www.corrieretneo.it/2021/07/22/il-lato-oscuro-della-regione-dossier-di-sunseri-m5s-denuncia-gli-sprechi-le-partecipate-ci-costano-235-mln/

L’Antimafia spiata??? Non ci resta che ridere…

Un comune motto massonico riporta “Audi, vide, tace, si vis” è una locuzione latina che significa letteralmente: Ascolta, guarda e stai zitto se vuoi vivere in pace…  

E così un massone “clandestino” è stato beccato ad origliare la commissione parlamentare antimafia in missione a Trapani, proprio mentre si stavano svolgendo le audizioni dei vertici delle logge trapanesi e l’argomento riguardava le connessioni che portano al latitante Matteo Messina Denaro.

Certo, un episodio singolare, che ha allarmato l’Antimafia, riaccendendo i sospetti sui rapporti perversi tra i frequentatori dei templi massonici e la mafia locale e soprattutto mentre si stava parlando dell’uomo più ricercato d’Italia!!!

Ma d’altronde perché ci si meraviglia, abbiamo visto nel corso di questi lunghi anni come vi sia un servizio deviato, inserito perfettamente all’interno delle nostre istituzioni, che da sempre si occupa di occultare, manipolare, trasformare, condizionare e quando occorre far sparire quei documenti pericolosi oppure inserirne di nuovi preparati accuratamente!!!

A pensare che in uno dei posti più blindati, proprio al centro di un ufficio che si occupa di comprendere quali circostanze permettono al capo di cosa nostra, latitante dal 2 giugno 1993, ad anticipare sempre le mosse degli investigatori, ecco che s scopre che qualcuno ascoltava…

Intrecci massoni si legano tra mafia e politica, d’altronde va ricordato come questa stessa commissione antimafia, sin dalla sua proposta nel lontano 1948, subì un profondo stop prima di essere nuovamente ripresentata nel 1958 su iniziativa di Ferruccio Parri, ma anche in quella occasione venne osteggiata politicamente da più parti e si dovette attendere quasi quindici anni, precisamente il 20 dicembre del 1962, per vedere approvata la legge!!!

Ora, se tra le sue azioni vi è quella di rendere più coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali, quale prevenzione delle attività criminali al fine di costruire uno spazio giuridico antimafia anche a livello di Ue e quindi pensare che quanto sopra accaduto possa venir condizionato da eventuali infiltrazioni mafiose e/o massoniche attraverso quei proprio referenti, fa comprendere – se ve ne fosse ancora bisogno – i motivi che hanno condotto a quei particolari momenti storici che hanno determinato ahimè i delitti e le stragi di carattere politico-mafioso a cui va detto, ad oggi non si conoscono i reali mandanti!!!

Il problema a Catania… resta sempre quello: I colletti "grigi" e quel loro "Do ut des"…

Quanti post ho scritto in questi anni su quell’agenzia di riscossione… e cosa è cambiato…???
Nulla, si è continuato ad operare come se quelle notizie riportate dal sottoscritto non avessero alcun fondamento… 
Ma si… che scriva pure questo Sig. Nicola Costanzo… tanto che vuol fare??? Cambiare con le parole la realtà delle cose???
Non mi meraviglio quindi di leggere degli arresti di stamani, in particolare dei legali coinvolti…
Avevo già scritto un post a riguardo…
Già… s’intitolava casualmente: “Riscossione Sicilia??? Paradiso dei legali”.
Ed ora scopriamo che tra quegli arresti vi erano alcuni avvocati che grazie ad alcuni dipendenti infedeli di quella agenzia di riscossione, ricevevano informazioni riservate…
Ora sono in 29 le persone finite nell’inchiesta: tre sono in arresto e posti ai domiciliari, mentre in 26 restano indagati… 
Come ripeto spesso, le cose accadono perché c’è sempre qualcuno disposto a svendersi, a volte per migliaia di euro ed altre volte per poche decine…
Si resta basiti nell’ascoltare quelle intercettazioni ambientali, nel vedere come in maniera telematiche i documenti riservati diventavano di dominio pubblico, erano tutte informazioni utili, utilizzate da quello studio legale, in violazione a quanto previsto dai regolamenti interni di quell’agenzia di riscossione…
La cosa assurda è che tra gli indagati vi sono anche due dipendenti dell’Inps e un conservatore della camera di commercio di Catania…
Sì…la speranza è che qualcosa prima o poi cambierà in questa città… ma fintanto che conteremo soggetti che penseranno esclusivamente al proprio di orticello, ecco che di queste inchieste… vedrete, ne conteremo purtroppo ancora tante!!!
Gira e rigira i volti sono sempre gli stessi… con l’unica differenza che per questa volta, i visi sono quelli di Riscossione Sicilia… 

Il Giudice era fan di "Vasco": "Coca cola si, coca cola, coca, casa e chiesa ( e tribunale)"…


Si tratta di un giudice, di 35 anni, in servizio al tribunale penale di Agrigento…

Durante lo svolgimento del proprio incarico, avrebbe chiamato al telefono il proprio spacciatore per chiedere della cocaina…
Ovviamente le forze dell’ordine, in particolare la squadra narcotici, stavano intercettando il “pusher” ma non sapevano a chi avrebbe dovuto consegnare la “roba”…
Mai avrebbero pensato che quella polvere bianca era destinata proprio ad un magistrato!!!
Gli agenti allora iniziano a seguire i movimenti dello spacciatore e senza farsi accorgere gli stanno dietro, anche perché il delinquente si muove con circospezione ed è molto prudente, si gira e si rigira, cambia stradine continuamente, si inoltra nella confusione e tra i ragazzi della cittadina… sa quello che deve fare A.D.B….
Ecco quindi che intorno alla mezzanotte, il giudice telefona tre volte allo spacciatore per avere un appuntamento…
Riporto quanto ho letto sulla intercettazione “Compare dove sei?” ripete… “Sono in via Mazzini”, gli dice il pusher; è davanti ad un pub, uno dei locali più gettonati delle notti palermitane; lo spacciatore e il giudice si salutano, si scambiano qualche parola. È un attimo…. arriva la narcotici!!! 
Certo quanto accade dopo mi insospettisce non poco… anche perché sarebbe bastato a quegli agenti ripetere quanto si vede nei film americani polizieschi o in qualche nostro casereccio sceneggiato “orribile”, per vedere come, solitamente, si attende il passaggio della refurtiva o della droga, prima di procedere all’arresto…
Ma da noi… “STRANAMENTE” avviene il contrario… e cioè “i ragazzi della Narcotici piombano sull’insolita coppia. DB ha 25 dosi di cocaina in tasca, evidentemente sperava di fare grandi affari ed invece, si ritrova in manette; l’uomo che è accanto a lui (IL GIUDICE) non ha alcuna droga, ne in mano e neanche in tasca!!!
Ma guarda un po’… non è che forse qualcuno (di quelli che danno gli ordini all’interno di quelle reparto), avendo compreso che l’acquirente era proprio un giudice, ha pensato bene… (si fa per dire… ) di fare sì. .. il proprio dovere, ma con quella operazione attuata casualmente in anticipo, si è permesso al magistrato di poter godere di una possibilità, che sicuramente, con la droga in suo possesso non avrebbe potuto avere giustificare…????
Certo, immaginatevi la vergogna della notizia… che già così – visto che esistono le intercettazioni – evidenzia qualcosa d’incredibile, ma che per lo meno, può sempre permettere al giudice di giustificarsi, dicendo che voleva incontrare l’amico… ma che non sapeva di quanto egli svolgesse… dopotutto le nostre forze dell’ordine sono state così brave nel loro compito…
Certo basterebbe fare due analisi di laboratorio… ma ve lo immaginate, un Giudice che si sottopone di sua spontanea volontà… e poi in Italia… ma per favore, ma chi vorrà mai crederci…
Un qualunque cittadino che non ha problemi di droga lo farebbe immediatamente… ma non credo che sarà questo il caso… 
Già, mi sembra di rivedere quell’azione di polizia compiuta dopo l’arresto di Toto Reina, nella sua abitazione, una villa che per tre giorni è stata lasciata abbandonata dalle forze dell’ordine, affinché venisse ripulita di tutti quei documenti compromettenti conservati all’interno della cassaforte…  
Comunque… riprendendo, il giudice appare nervoso e con molta “nonchalance“, espone (certamente per quell’atteggiamento di superiorità…) il proprio tesserino: “Sono un giudice“…  quasi a voler dire in maniera ostentata “cosa volete… come vi permettete“… 
Serve a poco, i poliziotti della Mobile di Palermo. seguono la procedura (non certo quella corretta…), comunque qualcuno ha scritto nel web… “si segue la legge“, ma, io resto legato ai miei dubbi!!!
Comunque, ora c’è il nome di un giudice nella lista dei clienti eccellenti degli spacciatori della cosiddetta “Palermo bene”…
Sì perché in quella lista di cosiddette persone perbene troviamo tutta una serie di professioni, in particolare vi sono 15 avvocati (se facessero i controlli che periodicamente verifichiamo noi agli autisti, il sottoscritto insieme al medico competente, ha svolto a Catania non so quanti controlli… ecco, se facessero a campione questi controlli su molti nostri professionisti… ah… sono certo, ci sarebbe da rimanere sconvolti…) assistenti di volo, noti ristoratori del centro della città, dentisti, assicuratori… ecc… come dicevo prima, tutte persone perbene e amanti delle “bollicine”!!!
Bevi la coca cola che ti fa bene
Bevi la coca cola che ti fa digerire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Coca cola si, coca cola me mi fa morire
Coca cola si, coca cola a me mi fa impazzire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Piccolo spazio pubblicità…

Pino Maniace: non c’è ne sono istituzioni pulite in Italia, sono tutti "ingrasciati, mangiatari e cos’inutili"!!!

Riporto l’intercettazione riportata su link:
Non so più cosa pensare… sono allibito!!!
Stanno cadendo a colpi d’intercettazioni, giorno dopo giorno, quei pochi paladini di giustizia e legalità che si pensava altresì essere vittime della mafia!!!
Ovviamente attendo come sempre gli esiti dell’inchiesta per valutare se le intercettazione in parte pubblicate, rappresentano effettivamente i fatti fin qui rivelati…
Questa circostanza (come altre emerse in questi giorni…) lasciano ovviamente me completamente basito!!!
Riprendendo solo quanto pochi giorni fa avevo scritto… resto con “l’Amaro” in bocca…
Sempre di più mi vado accorgendo che in questa nostra terra… non ci si può fidare di nessuno!!! 
E’ decisamente strano… già non riesco a comprendere il perché molti… preferiscono accarezzare i propri desideri, invece di cercare d’esaudirli!!!
Jane Austen diceva: Sono poche le persone che amo veramente, e ancora meno quelle che stimo!
Più conosco il mondo, più ne sono delusa… ed ogni giorno di più viene confermata la mia opinione sulla incoerenza del carattere umano e sul poco affidamento che si può fare sulle apparenze, siano esse di merito o di intelligenza…

Il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello è indagato dalla procura di Potenza per associazione a delinquere!!!

Con qualche giorno di ritardo… (a volte ho l’impressione di essere precursore dei tempi) è giunta la notizia che il numero due di Confindustria (ed ex capo degli imprenditori siciliani) Ivan Lo Bello è stato indagato dai pm di Potenza di associazione a delinquere!!! 
La vicenda è quello dello stoccaggio del greggio…
L’accusa è collegata a Gianluca Gemelli (l’ormai noto compagno dell’ex ministra Federica Guidi) e al Presidente della Camera di Commercio di Siracusa (chissà perché ma non ne sono minimamente sorpreso…).

Il fidanzato dell’ex  ministro Guidi al telefono chiamava (nelle intercettazioni) il Presidente Lo Bello “Ivanuccio“… ho chiesto in agenzia per l’acquisto di quel terreno che mi dicevi tu…

Tra i denunciati vi è anche Paolo Quinto (capo della segreteria della senatrice Anna Finocchiaro) che però non risulta indagato!!!
Sembra, secondo l’accusa che i soggetti di cui sopra, si sarebbero interessati per compiere una lunga lista di abusi nei riguardi della pubblica amministrazione: abuso di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente…
In particolare vi era l’assegnazione e l’aggiudicazione della concessione demaniale di un pontile presso il porto di Augusta… e dove inoltre, si puntava a realizzare un deposito costiero di prodotti petroliferi…. 
E’ attraverso una intercettazione che esce il nome di Lo Bello: ieri ho chiamato Ivan, perché ti ricordi che mi aveva detto quel terreno vicino alle banchine per fare serbatoi, ho trovato…
Inoltre il “gruppo” mirava alla realizzazione di impianti energetici in tutto il paese, nello specifico… al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota e ad altri progetti da far confluire in un accordo di programma tra il Mise e singole regioni…

Il resto lo trovate sul web… come per esempio:

http://livesicilia.it/2016/04/17/le-indagini-su-ivan-lo-bello-ha-perorato-la-nomina-di-cozzo_739389/ 
State certi che l’inchiesta non è minimamente conclusa, anzi a giorni presenterà nuovi ulteriori retroscena…

Certo, se ripenso alla sua presidenza… caratterizzata da slogan poderosi (per una terra in cui cedere al racket dell’estorsione è la regola…) che riportavano: “Chi paga il pizzo verrà espulso”, adesso, prendendo atto da quanto emerso… ho la conferma di ciò che vado da anni ripetendo… e cioè, che non esiste alcuna “rivoluzione culturale” e di come, la maggior parte di quei noti “paladini della legalità”, si stia sempre più dimostrando inadatta al compito a cui erano stati destinati, venendo meno di fatto, a quel ruolo che sicuramente andrebbe dato a chi ha saputo dimostrare nel corso della propria vita d’essere stato fuori da schemi preordinati… che attestano essere sempre più… fenomeni corruttivi e collusivi!!!

Ma quando un Governatore della Regione Sicilia… diverso???


Tutto sembra nascere da una intercettazione che dice: “Lucia (Borsellino) va fatta fuori come suo padre”…

E’ il mensile Espresso ad aver svelato l’intercettazione incriminata…, ma ad oggi, di quella frase, non sembra essercene l’ombra!!!
Certamente se dovesse saltare fuori, credo ci sia poca speranza che il Sig. Rosario Crocetta possa continuare a fare ancora politica… anzi in quel caso, si dovrebbe allontanare definitivamente dei pubblici uffici, già… sarebbe il minimo.
Ciò che però risulta strano è che – da alcune verifiche da parte della procura – sembra che di questa intercettazione, non ve ne sia traccia…
Allora mi chiedo… cosa sta succedendo???
Siamo dinnanzi ad un nuovo “De Silva” della situazione???
Può essere che ci sia il pallino dei servizi segreti, deviati o quant’altro che abbiano deciso ( chissà poi per quali motivi) di far fuori il presidente Crocetta???
Ed ancora, quanto richiesto dallo stesso, direttamente al mensile l’Espresso, mi sembra opportuno e legittimo: se ha questo materiale, lo consegni alla magistrature!!!
E’ difficile intuire come, intercettazioni così delicate, possano essere consegnate a giornalisti senza che nessuno s’accorga di nulla…, debbo pensare che forse, quanti predisposti all’ascolto delle intercettazioni, facciano di queste registrazioni, uso personale, chissà… forse per arrotondare il proprio stipendio???   
Dopotutto il direttore del settimanale, Luigi Vicinanza, ha difeso l’articolo ad oltranza… sostenendo che un suo redattore, ha potuto ascoltare l’intercettazione e l’abbia trascritta da un atto “secretato”.,, alla faccia della riservatezza!!!
Ma…, se per sfiduciare un presidente, si doveva progettare un modello “Watergate” tipo quello avvenuto per l’ex Presidente della casa bianca, Richard Nixon, mi sembra… un po tutto… esagerato.  
Crocetta ora parla di “golpe”, ma anche lì,  si da l’impressione di voler enfatizzare…  anche perché di questa sua gestione, per come la chiama lui… “primo governo antimafia”, dobbiamo dire…si è visto pochissimo…, una lotta ( se c’è stata…) con il contagocce… lieve, talmente leggera che non è stata nemmeno avvertita dai cittadini…
Se dovessimo pesare concretamente il lavoro svolto o la lotta fatta per quei principi di legalità, allora sarei il primo a dirgli… presidente, per favore, cambi lavoro… si dimetta, non sentiremo la sua mancanza… come non abbiamo più sentito la necessità di sentire parlare dei tuoi predecessori…
Sono d’accordo su due cose:
– la prima, quella di poter vedere ( prima di passar ad altra vita…)  questa nostra terra completamente riformata, con individui estranei alla politica… e lontano da quegli intrecci con quel sistema malavitoso; non posso desiderare certamente un “golpe”… ma qualcosa che intervenga con decisione e ponga definitivamente fine a questo clientelare modo d’operare… che ci sta ormai conducendo, verso il fallimento!!! 
– la seconda, e riprendo le parole di Rita Borsellino, che in tutta questa vicenda è emerso, solo e soltanto…squallore, ribrezzo per quelle parole riportate…
E’ proprio questo atteggiamento che si deve invertire, questo modo d’essere che va cambiato…
Diceva Paolo Borsellino:
L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. 
Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.
Paolo Borsellino – 26 gennaio 1989.