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Il sistema che non tace: dimissioni, appalti e verità nascoste…

Giorni fa avevo pubblicato un post intitolato: Il vento della giustizia: perché molti politici stanno abbandonando in queste ore?

Lo trovi qui: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/03/dimissioni-in-massa-giustizia-alle-porte.html

Successivamente, il 21 marzo scorso, avevo scritto un altro intervento dal titolo: Dimissioni in massa: giustizia alle porte?

Puoi leggerlo a questo link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/03/dimissioni-in-massa-giustizia-alle-porte.html

In quel secondo contributo, chiudevo con una domanda aperta: E tu, cosa ne pensi? Credi che sia solo coincidenza o che ci sia qualcosa di più sotto la superficie?

Oggi, però, una notizia firmata da Saul Caia, pubblicata su “Il Fatto Quotidiano”, sembra dare una risposta tangibile a quel dubbio. L’inchiesta della Procura di Agrigento sta facendo emergere dettagli inquietanti su presunte tangenti legate a pubbliche forniture, coinvolgendo figure di spicco del panorama politico siciliano.

L’articolo è disponibile qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/21/agrigento-

Riprendendo quindi quanto espresso nei miei precedenti post, non posso fare a meno di collegare quelle riflessioni all’attualità dei fatti. Il sospetto che dietro le dimissioni di tanti esponenti politici si celassero avvisaglie di inchieste in corso, oggi appare sempre più fondato.

Già… il vento della giustizia, forse, sta iniziando a soffiare forte!

In queste settimane, da nord a sud del Paese, assistiamo a un fenomeno che lascia molti cittadini perplessi, scettici e talvolta persino indifferenti. Politici, dirigenti di assessorati, funzionari pubblici e figure di spicco delle istituzioni stanno rinunciando ai propri incarichi, spesso senza fornire spiegazioni convincenti o addirittura con comunicazioni fredde e formali. Dimissioni improvvise, apparentemente sincronizzate, che sembrano suggerire che qualcosa di significativo stia accadendo dietro le quinte del potere. Ma cosa si nasconde davvero dietro queste uscite? È possibile che si tratti solo di coincidenze, o c’è qualcosa di più profondo?

C’è chi parla di un semplice ricambio generazionale, chi di scelte personali dettate da motivazioni private, e chi invece vede in queste dimissioni un segnale di cambiamento, forse perfino l’inizio di un’epurazione silenziosa. Indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche e pressioni esterne potrebbero aver costretto alcune figure a fare un passo indietro prima di essere travolte da scandali. Si fa strada l’ipotesi che qualcuno o qualcosa stia portando alla luce scheletri nell’armadio, notizie compromettenti che spingono questi personaggi a farsi da parte prima che sia troppo tardi. Ma è davvero così semplice?

Prendiamo ad esempio quanto emerso di recente a proposito di un ex assessore all’energia e industria della Sicilia, ora indagato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Agrigento. L’accusa è pesante: associazione per delinquere finalizzata al reperimento e alla distrazione di risorse pubbliche, attraverso meccanismi spartitori di appalti, progettazioni e incarichi amministrativi. Secondo gli inquirenti, egli avrebbe agito in concorso con pubblici funzionari e imprenditori compiacenti, orchestrando un sistema che ha permesso di aggiudicarsi lavori milionari. 

Un sistema che, secondo l’accusa, non solo ha favorito interessi privati, ma ha anche contribuito a creare un intreccio di corruzione e condizionamento che coinvolgeva dirigenti, progettisti e funzionari pubblici. Non si tratta solo di un caso isolato, ma di un esempio lampante di come la politica possa diventare terreno fertile per interessi malsani, che vanno ben oltre il semplice clientelismo.

È difficile non vedere in tutto questo un meccanismo perverso, un circolo vizioso che lega politica e imprenditoria in un abbraccio mortale. Da una parte, ci sono imprenditori che foraggiano la politica per ottenere favori, appalti e privilegi; dall’altra, ci sono politici che utilizzano il proprio potere per alimentare questo sistema, garantendo vantaggi a pochi a discapito di molti. 

E non parliamo solo di criminalità organizzata, anche se quella gioca certamente un ruolo importante. Parliamo di un sistema che permea una parte dell’apparato istituzionale, dalla classe politica fino alla struttura pubblica, dove funzionari e dirigenti possono essere coinvolti in pratiche che compromettono la trasparenza e la correttezza dell’amministrazione. Un sistema che, purtroppo, sembra resistere nel tempo, adattandosi alle circostanze e mutando forma, ma sempre pronto a riemergere quando le condizioni lo permettono.

Ma allora, queste dimissioni rappresentano davvero un passo verso la giustizia? O sono solo un tentativo di salvare la faccia, lasciando intatti i meccanismi di potere che hanno permesso certi comportamenti? È una domanda difficile, e la risposta non è scontata. Da un lato, c’è chi spera che queste uscite siano il segno di un cambiamento in atto, un segnale che la magistratura e l’opinione pubblica stanno mettendo sotto pressione chi, fino a ieri, sembrava intoccabile. Dall’altro, c’è il timore che si tratti solo di una manovra per evitare il peggio, un modo per far tacere scandali senza affrontare le vere cause del problema.

Una cosa è certa: il cittadino osserva, aspetta e pretende risposte. Perché ogni dimissione non è solo un addio, ma un’opportunità per riflettere su come vogliamo che siano gestiti i nostri interessi e su chi merita davvero di rappresentarci. 

Dietro ogni politico che si dimette, c’è una storia che va oltre la persona stessa. C’è un sistema che spesso premia chi sa navigare tra interessi privati e pubblici, chi riesce a muoversi in quel confine grigio dove le regole sembrano elastiche e i principi negoziabili. Ma c’è anche una società che, forse lentamente, sta iniziando a chiedere conto di tutto questo. Una società che vuole trasparenza, giustizia e responsabilità.

E tu ora, in virtù anche di quanto emerso,cosa ne pensi? Credi che queste dimissioni siano solo coincidenze, o che nascondano qualcosa di più profondo? Rifletti su questo: fino a quando non cambieremo il modo in cui guardiamo alla politica e al potere, sarà difficile spezzare quel meccanismo perverso che continua a favorire pochi a discapito di molti. 

Forse è arrivato il momento di pretendere di più, di chiedere verità e di non accontentarci di risposte superficiali, perché solo così possiamo sperare di costruire un futuro migliore, per noi e per le generazioni che verranno.

Dimissioni in massa: giustizia alle porte?

In questi ultimi mesi, un’ondata di dimissioni ha colpito figure di spicco delle nostre istituzioni: politici, dirigenti di assessorati, enti pubblici e uffici statali sembrano abbandonare i propri incarichi in modo quasi sincronizzato. Cosa sta succedendo?

C’è chi vede in queste dimissioni un segnale di cambiamento, un’epurazione silenziosa dettata da indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche o pressioni esterne. Altri parlano di un semplice ricambio generazionale o di scelte personali. Ma è possibile che dietro queste uscite si nasconda qualcosa di più profondo?

Si fa strada l’ipotesi che qualcuno o qualcosa stia portando alla luce notizie compromettenti, scheletri nell’armadio che spingono queste figure a farsi da parte prima di essere travolte da scandali. 

In un’epoca in cui l’informazione viaggia alla velocità della luce e la trasparenza è diventata un’esigenza irrinunciabile, è difficile nascondere verità scomode.

Ma queste dimissioni rappresentano davvero un passo verso la giustizia o sono solo l’ennesimo tentativo di evitare il peggio, lasciando intatti i meccanismi di potere che hanno permesso certi comportamenti?

Una cosa è certa: il cittadino osserva, aspetta e pretende risposte. Perché ogni dimissione non è solo un addio, ma un’opportunità per riflettere su come vogliamo che siano gestiti i nostri interessi e su chi merita davvero di rappresentarci.

E tu, cosa ne pensi? Credi che sia solo coincidenza o che ci sia qualcosa di più sotto la superficie?

Il vento della giustizia: perché molti politici stanno in queste ore abbandonando?

In queste ore, da nord a sud del Paese, assistiamo a un fenomeno che sta lasciando molti cittadini perplessi e, in alcuni casi, persino scettici. 
Un numero crescente di politici sta rinunciando ai propri incarichi, spesso senza fornire spiegazioni chiare o convincenti. 
Dimissioni improvvise, annunciate con fredde comunicazioni ufficiali, che lasciano intuire che qualcosa di significativo stia accadendo dietro le quinte del potere.
Cosa si nasconde dietro queste uscite?
Le ipotesi, ovviamente, sono molte. Ma una sembra prevalere: il “vento della giustizia” sta soffiando più forte del solito. 
Indagini giudiziarie, inchieste anticorruzione, pressioni della magistratura e, forse, anche un cambio di rotta nell’atteggiamento dell’opinione pubblica stanno mettendo in difficoltà chi, fino a ieri, sembrava intoccabile. 
Parliamo di politici che hanno costruito le proprie carriere su appoggi familiari, clientelari o, in alcuni casi, su legami con ambienti criminali. Ora, questi stessi personaggi si trovano di fronte a un bivio: resistere e rischiare di essere travolti, oppure abbandonare la scena prima che sia troppo tardi.
Credo che quanto stia accadendo dipenda principalmente da un fattore: la società civile è diventata più consapevole e intollerante verso i privilegi e le ingiustizie. I social media, le inchieste giornalistiche e, in particolare, il lavoro instancabile di blogger indipendenti hanno contribuito a creare un clima di maggiore trasparenza e responsabilità. Questi cosiddetti “cani sciolti” della nostra sosietà, spesso operando in condizioni difficili e rischiose, hanno portato alla luce scandali e irregolarità che altrimenti sarebbero rimasti sepolti nel silenzio.
A tutto questo si aggiunge la pressione delle istituzioni europee e internazionali, che stanno esercitando un controllo sempre più stringente per garantire che i Paesi membri rispettino standard etici e legali più elevati. L’Europa, in particolare, non sembra più disposta a chiudere un occhio di fronte a pratiche opache e illegali.
Ora però… se da un lato queste dimissioni potrebbero rappresentare un segnale positivo di cambiamento, dall’altro è legittimo chiedersi se non siano solo un modo per “salvarsi il c…”, ovvero per evitare conseguenze più gravi. 
Molti credono che queste uscite rappresentino l’inizio di un processo di rinnovamento della classe politica, ma io resto scettico. Temo che quanto stia avvenendo sia soltanto un’operazione di facciata, una manovra per proteggere il sistema esistente e garantire che, una volta passata la tempesta, tutto possa tornare come prima.
In questo contesto, diventa quindi fondamentale mantenere alta l’attenzione e continuare a pretendere trasparenza e rispetto delle procedure da parte dei nostri rappresentanti. La partecipazione attiva alla vita politica non può più essere un optional: è un dovere civico. 
Dobbiamo sostenere le iniziative anticorruzione, diffondere una cultura della legalità e fare pressione affinché le istituzioni agiscano nell’interesse pubblico, non di pochi privilegiati.
Solo così possiamo garantire che questo “vento della giustizia” non si trasformi in una semplice brezza passeggera, ma diventi finalmente una forza duratura, capace di portare a un cambiamento definitivo. 
Il futuro del nostro Paese dipende da noi, dalla nostra capacità di non abbassare la guardia e di lottare per un sistema più giusto e trasparente.

Catania: Il conto alla rovescia è iniziato.

Sì… c’è qualcosa nell’aria a Catania.

Un fermento silenzioso, quasi impercettibile, che sta iniziando a scuotere le fondamenta di un sistema che per troppo tempo ha creduto di essere intoccabile.
Grazie all’arrivo di nuovi sostituti procuratori, la giustizia sembra aver ritrovato un nuovo slancio. E mentre i nomi di alcuni iniziano a circolare in modo insistente tra gli uffici dei magistrati, c’è chi già trema all’idea di ciò che potrebbe venir alla luce.
Ovviamente ci sono notizie che, per ovvie ragioni, non possono esser rivelate. Sapete bene che non si possono divulgare dettagli, nomi o indagini in corso. 
Ma di una cosa sono certo: chi crede di essere al sicuro, chi pensa di aver coperto le proprie tracce con cura, farebbe meglio a ricredersi.
Perché la giustizia, quando si mette in moto, non si ferma davanti a nulla e Catania, oggi più che mai, sembra essere al centro di una tempesta che sta per abbattersi su chi ha sempre giocato con le regole, convinto di poterle piegare a proprio piacimento.
Il messaggio è chiaro: il tempo delle certezze è finito. 
E mentre alcuni sanno già di essere nel mirino, altri farebbero bene a guardarsi alle spalle, perché la caccia è appena iniziata, e nessuno può dirsi al sicuro.

Certe inchieste non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…

Sì, come la canzone di Antonello Venditti, anche la Giustizia fa lo stesso. E come riporta quel testo, “ma amici mai“, infatti non ci si dimentica. Proprio come quell’amore, prima o poi ritorna.
C’è una verità che spesso viene sottovalutata: nessuna storia d’amore può considerarsi al sicuro per sempre. Già, perché c’è sempre qualcosa, qualcuno che può ribaltare quella certezza.
La stessa cosa vale per le inchieste giudiziarie. Sì, anche quelle che ci sembrano concluse possono improvvisamente riaprirsi, riportando alla luce fatti e responsabilità che si credevano sepolti.
Nuove prove emergono, testimonianze inedite vengono alla luce, errori procedurali vengono corretti, e ciò che sembrava un punto finale può trasformarsi in un nuovo inizio.
La giustizia è come un fiume che scorre: a volte lento, troppo lento, a volte impetuoso. Ma una cosa è certa: non si ferma mai!
Per cui, chi è stato assolto in passato non può dormire sonni tranquilli, perché la legge ha una memoria lunga, ma soprattutto, è chi pensa di essere al di sopra di ogni sospetto che dovrebbe ricordare: nessuno è veramente al sicuro finché la verità non ha fatto completamente il suo corso.
Certo, per esperienza posso affermare che la giustizia può metterci tempo. Può sembrare distratta, distaccata, a volte persino indifferente. Ma prima o poi, ecco che ritorna. E quando lo fa, non guarda in faccia a nessuno.
Ecco perché nessuno può considerarsi definitivamente tranquillo. Basta osservare quanto sta accadendo in questi giorni: quel “dire non dire“, quei messaggi subliminali, mi sembra di essere dentro al testo di Venditti: “fanno dei giri immensi e poi ritornano“. 
E qui sembra la stessa cosa: la giustizia ha deciso di bussare nuovamente a quella porta!

Siracusa: Mafia e affari sporchi, favori in cambio di voti.

L’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa, ha portato alla luce un sistema di scambi illeciti tra politica e criminalità organizzata. 

Al centro delle indagini emerge un patto tra esponenti politici e gruppi mafiosi, basato sulla promessa di favori in cambio di sostegno elettorale.

Secondo le ricostruzioni investigative, un ex sindaco avrebbe stretto un accordo con un clan mafioso in vista delle elezioni amministrative. 

In cambio del sostegno elettorale, l’ex primo cittadino avrebbe offerto denaro e favori, tra cui la promessa di interventi per favorire la scarcerazione di un detenuto legato alla cosca e il pagamento delle spese legali necessarie.

Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato che l’ex sindaco avrebbe versato del denaro come anticipazione per i voti promessi. Il clan, viceversa, avrebbe supportato la sua candidatura attraverso azioni mirate, come la pressione sugli elettori e la gestione della comunicazione sui social media per contrastare i critici.

Nonostante questi sforzi, la candidatura dell’ex sindaco si è conclusa con una netta sconfitta. Tuttavia, il caso ha messo in luce l’ennesimo meccanismo perverso di scambio tra politica e mafia, che mina alla base la democrazia e la fiducia nelle istituzioni.

Questa vicenda, insieme alle altre che proprio in questi giorni sono state portate alla luce, rappresentano un esempio emblematico di come la criminalità organizzata cerchi di infiltrarsi nelle amministrazioni locali, utilizzando il voto di scambio come strumento per consolidare il proprio potere.

Tuttavia, proprio in questa oscurità, si accende una luce di speranza…

Gli sviluppi futuri delle inchieste potrebbero rivelare ulteriori connessioni, evidenziando la necessità di un impegno costante per contrastare queste forme di corruzione e illegalità. Sì… è proprio nella lotta senza sosta contro queste pratiche illecite che si costruisce un futuro più giusto e trasparente, dove la democrazia possa fiorire libera dalle ingerenze criminali.

Incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati.

Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso… 

E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr,  la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…

Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro abbia rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta determinando nelle varie “famiglie” una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia a cui fa riferimento, senza più mettersi di traverso o intralciare il business delle altre famiglie presenti nelle altre aree… 

In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra le parti, ma tutti comandano in egual maniera all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa di collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…

Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzati per pagare i costi della manovalanza e delle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province a cui fanno parte le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare le “dure” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni più “soft”, già… con  l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi negli appalti …

Non si tratta quindi epr come accadeva un tempo di imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza per quelle note Società monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo, sono realizzate a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata mafiosa nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti, ed allora ecco che si sono bypassati quei controlli del territorio con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’so indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione indiretta di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili a effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, hanno preferito rinuciare a quei lavori…

D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri numerosi appalti pubblici negli Enti Locali, sì… attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’l’infiltrazione, come ad esempio cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi d’infedeli funzionari pubblici e di tecnici: ove  nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…

Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso e le attività più significative e redditizie restano di fatto in mano alla criminalità ache se poi quest’ultime sono formalmente intestate o per meglio dire vengono gestite dalle solite “teste di legno” soggetti che agli occhi delle Prefetture risultano “puliti”; ma parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra” al fine d’infettare non solo il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a propri investimenti derivati dal riciclaggio di denaro…

Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor si sequestri, cambiano celermente riferimenti e a volte proprietà, affinchè quei programmati interventi, si dimostrano alla fine del tutto inutili!!!..

Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati… 

Finalmente a Catania un controllo del territorio degno d’esser chiamato tale!!!

Sapete bene quanto critico sia stato il sottoscritto in questi anni, osservando la poca presenza militare nelle strade della mia regione, a differenza di quanto viceversa ho potuto costatare in questi ultimi anni in altre realtà, come ad esempio quella Toscana, già… fin a giungere all’isola d’Elba…

Difatti, sono giunto a credere che si trattasse di una semplice differenza, sì… numerica, parlo del personale preposto ciascuna regione, ma poi ho pensato che forse si trattasse di un qualcosa legato alle criticità del territorio…

Ovviamente mi riferisco alle truffe e/o ai raggiri che vengono quotidianamente compiuti nel nostro Paese, perché in questo posso assicurarvi che – senza alcun campanilismo –  il nord si è dimostrato da sempre più specializzato nel compiere truffe, viceversa… il sud porta con sé quella brutta nomina, forse chissà perché certi business (illegali) non vengono compiuti (come nel nord) in maniera professionale o si preferisce utilizzare quelle diverse attività illegali legate agli stupefacenti, estorsioni, sfruttamento sessuale e contraffazione, mentre  da Roma in su, si riesce a fare milioni e milioni di euro, sì… senza mai sporcarsi le mani!!!

Comunque ritornando ai controlli, sono sicuro che il numero del personale militare delle forze dell’ordine attualmente presente nella mia isola sia alquanto adeguato, certamente non è inferiore a quello di altre regioni e quindi ritengo si tratti semplicemente di saperlo disporre in campo!!!

Ora come dicevo per anni mi è sembrato che non vi fosse nessuno, già… scorgere una pattuglia per strada era come “trovare un ago in un pagliaio” e difatti i miei post particolarmente critici, mettevo a risalto questo grave problema, perché il mancato controllo del territorio rappresentava – secondo il sottoscritto – una vera e propria manchevolezza, che si trasformava  in inefficienza!!!

D’altronde aver letto in questi mesi come il “numero uno” tra i latitanti italiani ed uno dei maggiori ricercati al mondo – mi riferisco all’ex boss Messina Denaro – circolasse tranquillamente per le nostre strade siciliane, fa comprendere come qualcosa certamente non funzionasse!!!

Per fortuna qualcosa ora sembra esser cambiato, sono giorni che vedo ovunque posti di blocco in direzione Messina, Ragusa, passando per Catania o verso Palermo…

Sarà forse dovuto al fatto che proprio in questi mesi alcune inchieste giudiziarie hanno portato all’arresto di soggetti legati alla criminalità organizzata, ma soprattutto quei controlli hanno portato al sequestro di notevoli quantità di armi d’assalto ben nascoste a dimostrazione quindi di una recrudescenza che forse stava per iniziare…

Resto sempre convinto che la nostra regione abbia necessità di avere una presenza costante ed è per questo che da sempre invoco i militari quale ausilio delle nostre forze dell’ordine; d’altronde… visto che ancora in guerra la maggior parte dei nostri soldati (per fortuna) non è stata inviata dal nostro governo, anche se rappresentiamo primo tra i contributori occidentali alle missioni delle Nazioni Unite, ecco che, non avendo altri impieghi – se non stazionare inutilmente dinnanzi a quei palazzi ufficiali – ecco che potrebbero viceversa esser impegnati nella sicurezza del territorio, come ad esempio nei luoghi sensibili come ospedali, scuole, università, ma anche per le strade, negli ingressi dei traghetti e in quelle zone periferiche ad alto rischio criminale!!!

Comunque per adesso accontentiamoci, d’altronde meglio questo che niente, già… è un buon deterrente per tutti coloro che pensavano di poter circolare liberamente, senza subire mai un controllo.

Quindi, se si riesce a tenere quotidianamente e per parecchie ore questo servizio, penso che in pochi mesi una parte di legalità verrà ripristinata e certamente saranno maggiori le inchieste attualmente in corso (da parte dei nostri procuratori nazionali) che potranno così beneficiare anche dei dati provenienti direttamente da quei posti di blocco.

La festa dei corrotti…

Pensavamo di aver risolto il problema con l’inchiesta Tangentopoli, ma quanto accaduto in quel lontano 1992 era nulla paragonato a quanto compiuto successivamente, già… fino ad arrivareai giorni nostri!!!
Parliamo di un sistema corrotto che unisce politici, imprenditori e mafiosi, un sodalizio affaristico nel quale ciascuno riceve qualcosa, chi voti, chi appalti e chi denaro e soprattutto coperture istituzionali per evitare di finire in manette.
Ho letto alcuni minuti fa su “Amazon” di migliaia di prodotti in offerta speciale, mi riferisco a tutta una serie di libri sui corrotti, che vanno da quello scritto da Luiz Scarpelli “Le infiltrazioni delle mafie nello Stato, la sfiducia nelle istituzioni, la cittadinanza attiva” a “Tangenti in Confessione” di Pino Nicotri e continuando con “Operare siu ciò che è stato corrotto” di Caterina Lasagna o anche “I corrotti e gli inetti. Conversazioni su Machiavelli” di Antonio Gnoli e Gennaro Sasso…
Come dicevo sopra sono migliaia i titoli interessanti che con pochi euro possono esser acquistati, consiglio due altri titoli interessante: “STATALI 3 – Gli utili idioti: I servi del potere corrotto, i meschini che aiutano il potere ingiusto” di Arduino Rossi e “Corrotto” di di Tahar Ben Jelloun e E. Volterrani…
Il fine è quello di riuscire a portar a compimento i loro affari sporchi, grazie anche alla maggior parte dei cittadini da tempo inermi, stanchi, avviliti nello spirito, parliamo d’individui che hanno perso consapevolezza e sono da troppo tempo distanti dal partecipare attivamente alla vita politica e alla governance di questo Paese…
D’altronde a venir meno sono stati propriamente quei loro interlocutori, quella classe politica e dirigente che non ha saputo rispettatto quel contratto sociale, consegnato dai cittadini a mezzo delle urne…
Ci hanno raccontato in questi lunghi anni di una serie di strumenti normativi posti in atto per  contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione e l’infiltrazione della criminalità organizzata, ma nulla di ciò è stato realmente compiuto, anzi tutt’altro, le radici del male che sarebbero dovute state esser estirpate da tempo si sono diffuse, intrecciate, già… con quella natura umana ed i suoi connaturati difetti. 
In questi trent’anni non si contano gli episodi di corruzione, di cui circa il 46% ha riguardato l’area di rischio dei contratti pubblici, particolarmente esposta ai fenomeni corruttivi!!!
Il sistema è marcio fino al midollo perché tutti vogliono partecipare a quel sistema collaudato che foraggia mensilmente mazzette e difatti nessuno dipendenti coraggioso, meglio conosciuto come”whistleblower”  ha mai segnalano casi di corruzione o malversazione, sia  nel settore pubblico che in quello privato!!!
Dal governo nazionale ci evidenziano – attraverso quelle Tv privatizzate, sia nazionali che non – di tutta una serie d’iniziative messe in atto, già… di obblighi di trasparenza, di leggi spazza-corrotti, di divieto di finanziamenti ai partiti o a fondazioni ad esse legate, ma la verità che nulla si è fatto per inasprire le pene per tutti quei reati di corruzione ogni giorno commessi!!!
In questi giorni ci stanno chiamano al voto, ma vorrei chiedere a ciascuno di loro: perchè dovremmo votarli???

Già… cosa hanno fatto in questi anni da meritare il nostro voto??? Hanno forse dimostrato attraverso quei loro referenti di partito d’esser stati onesti, al sottoscritto non sembra, anzi tutt’altro, vedasi tra l’altro proprio quanto sta accadendo in queste ore, in molte regioni, ma non solo…

Fintanto che saranno questi i nostri interlocutori, posso assicurarvi che non andremo da nessuna parte, sì… potremmo ancora godere per l’anno in corso e per tutto il 2025 dei fondi concessi dall’Ue, dopodichè, auspicando di non entrare in un conflitto armato… obbligati dalla Nato, beh… quel denaro finirà e noi tutti ritorneremo ai dati negativi di rating medio basso, pubblicati a suo tempo da Standard & Poor’s, prima della Pandemia…
Ah… proposito, ho scoperto che tra le offerte in atto per i “corrotti” vi sono anche le cravatte, consiglio quindi vivamente a tutti quei soggetti di acquistarle, già… prima di finire in rovina o come ormai solitamente accade, all’interno di un penitenizario!!!
 

Permettetemi di dedicare un’effigie al magistrato A. Fanara, per il suo incarico alla Procura Nazionale Antimafia di Roma.

Mi ero ripromesso che avrei dedicato un post sul Sostituto Procuratore Antonino Fanara, nel momento in cui fossi venuto a sapere di un suo trasferimento, purtroppo però per gli impegni lavorativi e quelli familiari, non mi hanno permesso a suo tempo di scrivere quanto avrei voluto.

Ieri, con la circostanza di trovarmi dinnanzi a quel suo ex ufficio e successivamente ad una udienza in una delle aule poste al piano terra del nostro Tribunale di Catania, nel vedere sopra quella porta una raffigurazione della “giustizia”, ho pensato stamani di portare a compimento quanto avrei voluto fare da tempo…

E quindi, se pur felice per l’incarico prestigioso ricevuto presso la Procura Nazionale di Roma, tuttavia provo molta nostalgia a sapere che questa nostra città abbia perso uno degli uomini più retti e soprattutto preparati, in quelle dinamiche “negative”, che tanto affligano questa mia terra.

Mi riferisco a tutte quelle evoluzioni compiute dalla criminalità organizzata, passando alle ben note collusioni di politici, dirigenti, imprenditori e professionisti vari, cui seguono a ruota quei numerosi infedeli funzionari e/o responsabili, che atraverso abituali comportamenti illegali, alimentano quell’intricato sottobosco di miseria umana, fatto di favori personali, ricatti, guadagni, un sistema clientelare determinante per quella continuna corruzione sistemica.

Debbo dire che il sottoscritto, osservando taluni sviluppi di quelle numerose indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Fanara e comprendendo come molte di quelle inchieste avessero fatto emergere quei particolari interessi tentacolari, sin da subito ho previsto che quella infida “piovra” colpita, avrebbe iniziato – già… come il nostro vulcano – a sputare tutta la propria violenza nera per macchiare l’immagine e soprattutto l’operato di un grande magistrato, retto e soprattutto incorruttibile!!! 

Permettetemi – per far comprendere meglio quanto è accaduto e ahimè quanto ancora accade in questa nostra provincia catanese – riporto una celebre frase da un Suo emerito collega, Paolo Borsellino, che spiega in maniera esplicita questo ancora presente sistema illegale e mafioso: Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine a occuparsi, esse solo, del problema della mafia. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no!!!

Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!!! 

Procuratore Fanara, nel reiterare quindi come la notizia del Suo nuovo incarico a Roma mi abbia reso felice (d’altronde ritengo che nessuno o quantomeno pochi lo meritavano più di Lei), colgo l’occasione di congratularmi e augurarLe buon lavoro, permettendomi di dedicarLe quella stessa effigie che per tanti anni l’ha vista annunciare il suo ingresso in quell’aula del nostro Tribunale. 

Con affetto, Nicola Costanzo. 

Fa parte della "natura umana": chiesti trecentomila euro per pilotare una sentenza!!!

Avevo scritto proprio ieri sulla natura umana dei magistrati, della circostanza che essi non fossero dei supereroi, inattaccabile sotto il profilo morale, vero e proprio baluardo della legalità… si belle parole, ma nei fatti uomini e donne restano e come tali si comportano, non tutti per nostra fortuna, ma qualcuno ogni tanto “cade” ed è quanto accaduto in questi giorni ad uno di essi, ora accusato di tentata concussione per aver chiesto 300mila euro a un imprenditore che intendeva costruire un hotel…

Come dicevo, vi sono anche i magistrati retti, quelli che svolgono in maniera corretta la propria professione, anche quando si tratta di dover compiere delle indagini nei confronti di un collega, ed è così che un pm della Procura di Bari, insieme alla Guardia di finanza, ha dato il via – dopo la denuncia dell’imprenditore – ad un provvedimento che si è concluso con la notifica agli indagati.

Come riportavo sopra, la vicenda vedeva un’imprenditore, a cui erano state contestate delle cartelle esattoriali per circa 2 milioni di euro e per le quali aveva si era opposto con ricorsi alla giustizia tributaria, ricorsi accolti ma poi impugnati dall’agenzia delle entrate.

Ecco però che prima dell’appello, qualcuno avrebbe chiesto al costruttore del denaro soldi per dirottare la causa giudiziaria in suo favore, all’incirca 300.000 euro… 

L’imprenditore viceversa si sarebbe rifiutato di pagare e di conseguenza i procedimenti si conclusero con l’accoglimento dell’appello dell’agenzia delle entrate, nel frattempo però le denunce presentate portarono agli arresti del magistrato e di suoi complici, per corruzione in atti giudiziari..

Scriveva Giuseppe Scarpino: “Un uomo è tale se sceglie sempre di entrare dall’ingresso principale”!!!

La Sicilia: ultime notizie su coletti bianchi e sui processi che li vedono coinvolti…

Se pur lontano dalla mia Sicilia, mi piace leggere quotidianamente degli articoli sul web che parlano della mia terra, in particolare quando i post vengono scritti da giornalisti bravi che meritano di esser posti in evidenza, come ad esempio nel caso specifico questo riportato di seguito, redatto dalla giornalista Laura Di Stefano. 
La macchina della giustizia non si ferma mai. 

Uno stop lo hanno subito solo i processi già incardinati: le udienze infatti riprenderanno a pieno regime a settembre dopo il fermo agostano. Nel calendario di questo autunno giudiziario, che si annuncia caldissimo per tanti motivi, c’è una postilla da mettere in premessa. E cioè il cambio nella guida alla procura. Carmelo Zuccaro, infatti, è stato nominato dal Csm nuovo Pg e il 15 settembre si insedierà al posto del facente funzioni Carlo Caponcello destinato alla Procura generale di Messina. Cambio di testimone che potrebbe avere degli effetti nel sistema organizzativo del lavoro. Ma tornando alla materia prima del Palazzo di giustizia, sono diversi i processi da “segnare” negli ultimi fogli dell’agenda 2023.

Colletti bianchi al bivio

I protagonisti che catalizzano l’attenzione sono i colletti bianchi, alcuni anche per il ruolo istituzionale che rivestono tutt’ora. 

Partiamo dai catanesi che sono nello scacchiere della giunta regionale a Palermo. Il 26 settembre è la data fissata per l’apertura del processo sullo scandalo nella Società Interporti Siciliani per induzione indebita a dare e promettere utilità che vede imputati Marco Falcone e Gaetano Armao, rispettivamente attuale ed ex assessore regionale all’Economia. Con loro alcuni mesi fa sono stati rinviati a giudizio l’ex deputato Ars Nino D’Asero, l’ex amministratore Sis Rosario Torrisi Rigano, l’ex segretario di Falcone Giuseppe Li Volti, la dipendente della Sis Cristina Sangiorgi. Con l’accusa di corruzione Salvatore Luigi Cozza. Le difese di tutti gli imputati sono convinti che dimostreranno nel dibattimento l’infondatezza della ricostruzione accusatoria. Sono due i processi per corruzione elettorale che sta affrontando il vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino: il primo è frutto di un’indagine della Digos (nella prossima udienza è previsto il proseguimento dell’esame di un esponente della polizia giudiziaria) e il secondo invece è figlio di un troncone dell’inchiesta Report del Gico della guardia di finanza sulle regionali 2017 (è imputato assieme a un gregario dei Laudani Lucio Brancato). Il politico ha sempre dichiarato – anche in aula – la correttezza del suo operato nell’attività politica fin dal primo giorno in cui ha deciso di scendere in campo.

Da Palazzo d’Orleans a Palazzo degli Elefanti. Il neo vicepresidente del consiglio comunale Riccardo Pellegrino tra qualche mese conoscerà l’epilogo del lungo processo che lo vede accusato di corruzione elettorale assieme (per citarne alcuni) Ascenzio Maesano e Biagio Susinni, rispettivamente ex sindaci di Aci Catena e Mascali. La procura ha chiesto per il consigliere azzurro – sicuro di uscirne con un’assoluzione piena – una condanna a tre anni. Nella prossima udienza in programma ci saranno le ultime arringhe difensive.

Rimanendo nella cerchia dei politici (anche ex) c’è molta attesa di conoscere l’esito dell’udienza preliminare fissata per il 7 settembre sull’operazione sui progetti sanitari e sul posto da direttore amministrativo all’Ordine dei Medici di Catania. I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione e turbativa d’asta. La pm Alessandra Tasciotti ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 persone, tra cui gli ex assessori regionali Antonio Scavone e Ruggero Razza e il potenziale candidato sindaco Pippo Arcidiacono. I registi del sistema scoperchiato dagli investigatori sono Aldo Missale e il dentista Ezio Campagna, che sta andando verso il patteggiamento.

Prosegue a ritmi lentissimi invece il processo sugli appalti per l’accoglienza dei migranti al Cara di Mineo, che vede coinvolto il deputato nazionale Giuseppe Castiglione. Il dibattimento è in pieno svolgimento con un’udienza fissata i primi di novembre.

Va a vele spiegate invece il processo Università Bandita. A Bicocca ricominceranno le udienze sulla concorsopoli accademica che vede tra gli imputati gli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, ma anche l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco (che ha da affrontare anche il processo per il falso in bilancio al Comune).

E dopo cinque anni e mezzo potrebbe concludersi entro il 2023 il processo di primo grado a carico dell’imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo (la prima udienza fu a marzo 2018) accusato di concorso esterno. In scaletta a fine settembre l’arringa della difesa cominciata prima del break estivo.

Ma quale caz… di "antimafia"!!!

Cosa avevo scritto alcuni giorni fa… 

Ecco le foto esposte presso le pareti di quella scuole con le immagini delle nostre vittime della mafia, giudici, uomini delle istituzioni, militari, ma anche semplici cittadini coraggiosi e poi, sempre in quella scuola ( ma potrei dire anche in tantissime altre, vedasi quanto accaduto a certi insegnanti di Campobello di Mazara…) ci sono loro, quei soggetti che vengono tra l’altro insigniti dal nostro Presidente della Repubblica, per la loro opera di “legalità”!!!

Minch…, mi viene da dire, ma prima di dare plausi e insignire onorificenze non sarebbe il caso di valutare quei particolari soggetti così fortemente dediti alla legalità, riconoscendone con i fatti, il reale contributo dato sul campo nel contrasto di quelle attività promosse da quella associazione criminale???

L’avevano chiamata la “preside antimafia” ed ora che i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo sono andati a notificarle l’ordinanza e rimasta quasi sorpresa… 

Questa preside insieme al suo vicepreside e ad una dipendente di una rivendita di prodotti informatici, sono ora accusati di peculato e corruzione, tutti ai domiciliari per una indagine che ha svelato l’ennesimo sistema criminale messo in atto in questo fragile e corrotto paese…

Ora certo sono tutti a meravigliarsi su quanto accaduto, direi quasi sorpresi, come se nessuno sapesse che queste situazioni sono all’ordine del giorno, d’altronde basti vedere quanto accaduto poche ore fa a Latina, con l’arresto di un magistrato che si occupava di beni sequestrati ( di cui parlerò domani…) e che dimostra ancora una volta, come anche nei Tribunali lo schifo è fortemente presente e chi ha il coraggio di denunciare – ecco caro Presidente Mattarella forse sono questi i soggetti che le dovrebbe premiare, ma lasciamo perdere, tanto è fiato perso – si ritrova coinvolto in un sistema che gli si ritorce contro, già… un muro di gomma fatto di connivenze e affiliazioni massoniche!!!

Come riportavo sopra le prove ci sono è le denunce altrettanto, ma nonostante quanto fatto da quei cittadini coraggiosi, ci si ritrova sempre a dover combattere contro un sistema posto a protezione degli amici degli amici, già proprio come quelli di cosa nostra, ma questi hanno le toghe, posti lì a fare in modo che alla fine ci si scoraggi e ci si arrenda, questo ovviamente è quanto essi sperano… poveri illusi: non sanno con chi hanno a che fare!!!

Già… come dicevo è veramente incredibile quanto avviene, ma d’altronde non vi è modo di contrastare questo sistema corruttivo e clientelare, poiché la maggior parte di quei magistrati, con quelle loro arbitrarie azioni, con quegli ambigui provvedimenti, con quei sospetti stralci e quant’altro posto in campo, evidenziano palesemente di essere fortemente compromessi!!!

E difatti ritengo dalla mia personale esperienza, che è soltanto attraverso azioni di forza come quelle mediatiche, che si riesce – il più delle volte – a far primeggiare la verità, sempre che si riesca a coinvolgere quei direttori di quotidiani o testate web, disposti a metterci la propria faccia e a seguire quelle valide argomentazioni, altrimenti ahimè si finisce come il giornalista Massimo Giletti, zittito e limitato dalla propria redazione, pur di insabbiare tutte le verità scomode di cui era venuto a conoscenza e che qualcuno ha imposto che non venissero portate alla luce!!!

E la chiamano “antimafia”: si del caz…!!!

Gratteri: le mafie e la Pa corrotta…

Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, durante un evento organizzato intitolato: “Legalità e Solidarietà: diritti ed etica per un welfare moderno”.

Una cosa è certa, che le mafie utilizzino i canali delle PA per raggiungere i loro scopi è cosa ormai risaputa e quindi nel sentir parlare di “etica” in un paese che non conosce la distinzione tra bene e male, non può che farmi sorridere…
Certo, parlare di etica è veramente difficile, in quanto quel concetto è strettamente legato a comportamenti morali a cui la maggior parte dei miei connazionali dimostra indifferenza, anzi loro hanno scelto il peccato rispetto all’obbligo morale di tendere verso il bene del paese, facendo valere così non virtù, ma quei propri vizi, gli stessi che determinano tutte quelle circostanze illegali, collusive e corruttive, di cui  abitualmente sentiamo parlare nei notiziari.

Ciò che non si vuol comprendere è che quei responsabili delle pubbliche amministrazioni, proprio per il ruolo che ricoprono, sono chiamati quotidianamente ad agire in modo etico e morale, cercando quindi di fare sempre ciò che è giusto per il bene comune.

“Il problema del contrasto alla corruzione e ai collegamenti con le mafie – precisa ancora il Procuratore – è difficile da risolvere perché quest’ultime non fanno più uso di metodologie coercitive bensì mirano a trovare accordi anche con quella parte della pubblica amministrazione che preferisce farsi corrompere”.

E sì perché va detto, a nessuno di loro viene richiesto in maniera forzata di compiere quelle azioni irregolari o contrarie alla legge, non si tratta quindi di dover subire pressioni esterne che rendono quindi difficili le decisioni da prendere, quelle eticamente giuste…

No… essi si prestano in maniera spontanea a quelle azioni, offrono a quel sistema corruttivo se stessi pur di ricevere qualcosa in cambio, tra l’altro va detto, quella mancata moralità porta ciascuno di essi a non pensare minimamente a quelle eventuali conseguenze negative che si potrebbero ahimè patire, perché sanno che la giustizia, quella messa in campo dentro i Tribunali, non giungerà mai a loro… 
D’altro canto va detto, a poco o nulla servono quegli strumenti di controllo, ad esempio i codici etici, di condotta, i controlli interni ed esterni etc… accertamenti che non modificano minimamente le azioni improprie di molti funzionari pubblici, che per come vediamo ogni giorno, continuano ad essere costanti se non in aumento…

E difatti, “negli ultimi decenni – sottolinea Gratteri – c’è stato nel nostro Paese un forte abbassamento della morale e dell’etica che ha investito il mondo delle professioni, facilitando le mafie e portando ripercussioni nel lavoro. In particolare le mafie, non hanno più il problema di doversi arricchire perché già lo sono di loro, il reale problema difatti consiste nel giustificare la ricchezza posseduta, in particolare quando chiamati in causa dalle forze dell’ordine, ed allora ecco che improvvisamente si scopre come quel denaro sia servito per acquistare alberghi, ristoranti, pizzerie, terreni, attività commerciali, imprese, ma nonostante tutto ciò, non sono ancora capaci di fare il riciclaggio sofisticato”!!!

Ma d’altronde va detto, osservando come la corruzione si sia fortemente connessa con quasi tutte le attività di questo Paese, grazie soprattutto anche a decisioni politiche scellerate che vanno nella direzione opposta ai concetti di legalità, ecco che si palesa ovunque una totale sfiducia dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, ma non solo, anche di quel sistema giudiziario che si macchiato di connivenze massoniche e mafiose, le stesse che hanno fatto perdere efficienza ed efficacia alle istituzioni pubbliche, causando un danno sociale ed economico significativo.

Il Procuratore Gratteri suggerisce quindi che per i sopraddetti motivi vi sia bisogno di “sbloccare le assunzioni nella pubblica amministrazione, perché in Italia a soffrire sono le forze dell’ordine e gli uffici giudiziari. Solo sbloccando le assunzioni, avremo persone specializzate e capaci”!!!

Ma vorrei chiedere al procuratore, quando ad essere assunti saranno i giovani “raccomandati”, quando quelle assunzioni verranno – per come abitualmente avviene – pilotate da quel sistema corrotto, quando quei giovani sono i figli dei genitori immorali e soprattutto ricattati di questo Paese, gli stessi che hanno trasmesso ai loro figli quel germe infetto della corruzione, mi dica, cosa ci potremmo mai aspettare da questa nuova linfa che trasporta solo fetido marciume???   .

Procuratore, comprendo il suo nobile sentimento d’aspettazione fiduciosa che ha nei confronti delle nuove generazioni, ma ritengo che questa sola speranza non basti a cambiare il Paese, perché solo cambiando le regole, rafforzando la trasparenza, adottando leggi e normative che impongono la pubblicazione di informazioni sulle attività svolte e soprattutto attraverso l’accesso del pubblico a tali informazioni, di cui la maggior parte di esse, mostra essere ancora obsolete.
Proprio ieri ad esempio, nel ricercare un contatto telefonico all’interno di una pagina web istituzionale, mi sono imbattuto su numero telefonici del tutto inesistenti (difatti sto già preparando il mio prossimo post…).

Ecco, da quest’ultimo esempio si comprende in quale paese viviamo, uno Stato dove ai suoi cittadini  non interessa nulla, se non le proprie “robe” già come quel “Mazzarò” nella novella del Verga;  pensano tutti ai propri interessi o come ripeto spesso, al proprio orticello, poi per il resto, ciascuno, si fai i caz… propri e degli altri pensa: possono pure morire!!! 

 
Auspicare quindi che attraverso lo sviluppo di una cultura d’integrità e responsabilità si possa modificare questo attuale stato di cose o che attraverso la formazione e la sensibilizzazione di giovani funzionari pubblici si riesca finalmente ad elevare a quei valori etici ed morali, gli stessi che dovranno guidare nel tempo ogni loro azione, beh… mi sembra tutto alquanto magnifico, peccato che tutto ciò, sia ancora fortemente distante dalla realtà!!!
La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle.
Sant’Agostino

Scusate, ma ho difficoltà a comprendere quanto sta accadendo da anni in quel Tribunale di Messina!!!

Sento ovunque riportare dagli uomini/donne delle nostre Istituzioni, a iniziarsi dal nostro Presidente Mattarella, fino all’ultimo Sindaco dei nostri Comuni, e continuando, con tutti quei rappresentanti di note associazioni di legalità e anche togati della nostra Chiesa: “denunciate, denunciate sempre, segnalate fatti gravi di cui siete venuti a conoscenza alle autorità competenti, ricordate che denunciare è un atto che richiede coraggio ma bisogna farlo, informate chi di dovere è un dovere” – ed ancora – “chiunque abbia notizia di un reato perseguibile deve immediatamente informare il pubblico ministero o un ufficiale di polizia giudiziaria” e potrei continuare all’infinito con tutte queste bellissime frasi fatte, ma poi cosa accede dopo aver compiuto il proprio dovere??? 

Perdonatemi, ma tra l’altro vorrei conoscere quanti di questi soggetti abbiano mai presentato un esposto con il proprio nome e cognome, non quindi coperti da un qualche incarico istituzionale o da una propria associazione, già… perché si sa… in quei casi, si è come protetti da eventuali ritorsioni personali, ma questo comunque fa parte di un altro contesto di cui per il momento preferisco soprassedere!!! 

Andiamo a noi…

Premetto che alcuni anni fa, ho presentato un esposto per un impianto di depurazione presso il Comune di Giardini Naxos, precisamente in località Recanati, Via Rocce Nere, che proprio in quel periodo inquinava in maniera preoccupante, in quanto il depuratore – che raccoglie tutte le acque reflue dei comuni adiacenti (sia domestiche che industriali ed urbane), dopo i trattamenti chimici previsti per il suo corretto funzionamento, dimostrava non funzionare a dovere, gettando le acque sporche sia nelle foci del torrente Alcantara che in quelle del mare prospiciente!!! 

Una costa – permettetemi di ricordare – essere tra le più belle e famose al mondo – ricordo da ragazzo come quell’area fosse qualcosa di meraviglioso, le cui spiagge ed un mare cristallino competevano con quelle delle Bahamas – eppure si è stati in grado negli anni di distruggere tutto, grazie a una politica scellerata ed a referenti incompetenti, che invece di proteggere la prima culle della cultura classica nella nostra penisola (Naxos è ritenuta la prima colonia greca fondata in Sicilia nel 735 a.C.), l’hanno lasciata andare sempre più allo sfacelo o quantomeno non sono stati in grado di realizzate quelle necessarie infrastrutture che l’avrebbero certamente resa oggi più appetibile al turismo e non continuare a sopravvivere all’ombra della meravigliose Taormina e Isola bella… 

Comunque, a quell’esposto, il gruppo NOE (Comando Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica) è intervenuta solo dopo pochi giorni, il sottoscritto ha compiuto insieme ad essi un sopralluogo su quelle aree, dalle quali si evidenziato come quanto dichiarato dal sottoscritto fosse coerente e che le condizioni di quell’area si dimostravano in quel preciso momento, assolutamente inquinate!!!

Incredibilmente però, dal Tribunale di Messina, dopo quasi 5 anni dal mio primo esposto, perché nel contempo ne sono seguiti molti altri, di cui alcuni altrettanto gravi (se non di più), quantomeno sotto il profilo di raggiro, truffa, evasione, etc… hanno trovato anch’essi conferma dal lavoro svolto dal NOE, PG di Messina e Gdf di Taormina!!!

Permettetemi in questa sede di fare un plauso a coloro che operano in questi uffici, che hanno saputo evidenziare con le loro indagini, non solo alta professionalità, ma soprattutto rispetto del ruolo e degli incarichi ricevuti, un atteggiamento fondato sulla consapevolezza della divisa che portano, a cui non posso che dare meriti e che fa sì che il sottoscritto possa credere ancora nella giustizia, seppur mi trovo costantemente a scontrarmi con un altro apparato, quello giuridico, di taluni Tribunali, i cui procedimenti ho estrema difficoltà a comprendere… 

E difatti, di pochi giorni, la conferma di quanto appena detto e cioè che l’esposto presentato dal sottoscritto è stato incredibilmente stralciato dal magistrato!!!

Non ho ancora in mano le motivazioni di quest’ultimo, la documentazione richiesta (a mezzo delega in quanto mi trovo ad operare attualmente fuori dalla mia Sicilia… ) non mi è stata ancora pervenuta a mezzo Pec, ma di una cosa sono certo, la vicenda di cui sopra è stata  “STRALCIATA“!!!

Sì… “Denunciate, denunciate, ed ancora DENUNCIATEEEEEEEE…” ed ecco cosa avviene dopo che denunciate!!! 

Ma allora mi permetto di fare una domanda: ma se le motivazioni portate avanti dal sottoscritto erano fallaci, errate, folli, già… se a causa di quell’area fluviale/marina “avessi preso un granchio” o ancor di più, se il lavoro svolto in maniera certosina da quei pubblici ufficiali (i quali ricordo hanno evidenziato quanto il sottoscritto avesse dichiarato), non è stato neppure tenuto in considerazione, perché allora il magistrato non procede ora ad attuare quanto previsto nell’Art. 2700 che riporta testualmente: “L’atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso [221 c.p.c.], della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti” e quindi, nel momento in cui si è deciso quel procedimento di stralcio, perché non si provvede a denunciare anche quei pubblici ufficiali che hanno condotto le verifiche di falso??? 

Comunque a dare ragione al sottoscritto (ed anche a coloro che avevano condotto le indagini…) vi è la conferma di pochi giorni fa che, tutta quell’area – vedasi foto pubblicate – è stata sottoposta a sequestro, peraltro ricordo che anche quel depuratore è già stato a suo tempo sequestrato – vedasi link: https://ilsicilia.it/polizia-di-stato-e-gdf-sequestrano-il-depuratore-sud-giardini-naxos/…  

Nell’attendere quindi le motivazioni che hanno condotto allo stralcio (auspico soltanto che quanto compiuto, non sia stato realizzato per celare altre e ben più gravi motivazioni, che potrebbero essere state “deliberatamente” inserite all’interno di questo stesso fascicolo, che nulla centravano con l’inchiesta denunciata sull’inquinamento di quell’area, forse chissà debbo pensare, affinché anch’esse vengano a breve stralciate da qualche altro giudice…???), spero di sbagliarmi, ma appena avrò quegli incartamenti nelle mani – procederò se le motivazioni non mi convincono chiederò ai miei legali di procedere con l’opposizione – poiché ritengo già sin d’ora il decreto emesso di stralcio, infondato o quantomeno non corrispondente al vero, d’altronde basti osservare quanto accaduto in questi ore!!! 

Ah… non sapendo comunque quale motivazione sia stata utilizzata per motivare quello stralcio, mi permetto comunque di anticipare l’unica opinabile riflessione su cui quel giudice possa aver basato (erroneamente) quel suo provvedimento, ma di cui sono certo poter dimostrare d’aver ragione in quanto: l’acqua clorata proveniente da una piscina, deve essere considerata inquinante e deve essere trattata prima di essere scaricata. Ricordo tra l’altro che proprio la legge, stabilisce che quell’acqua, non si può scaricare in fognatura o sul suolo o in acque superficiali!!!

DENUNCIATE, DENUNCIATE: Già, mi dispiace dover leggere anche quanto compiuto da altri cittadini che dal 2020 si sono interessati a far emergere questo problema chiamando in causa sia il Comune che gli Enti preposti a salvaguardia della salute dei bagnanti e di quel loro territorio, ma ahimè, anche per loro non è accaduto nulla…

Mi permetto infine di pubblicare sull’argomento tutta una serie di articoli pubblicati in questi ultimi anni, i quali dimostrano in maniera chiara ed evidente, quanto il sottoscritto già nel 2017 (precisamente il 21.06) presso la Casa comunale di Giardini Naxos aveva anticipato all’allora Sindaco, poi successivamente nel 2018 denunciati per come riportati sopra: 

https://www.blogsicilia.it/messina/parametri-non-conformi-scatta-il-divieto-di-balneazione-nel-mare-di-giardini-naxos/761026/amp/

– https://www.facebook.com/watch/?v=559187918394261&extid=NS-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&mibextid=1YhcI9R&ref=sharing

– https://www.informasicilia.it/blog/2021/03/05/acqua-contaminata-a-taormina-giardini-e-letojanni/

– https://www.teleacras.it/2021/09/13/sicilia-disastro-fogne-e-depuratori/

– https://www.facebook.com/watch/?v=1843361032493731&extid=NS-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&mibextid=1YhcI9R&ref=sharing

– https://www.facebook.com/watch/?v=2308945299397376&extid=NS-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&mibextid=1YhcI9R&ref=sharing

– https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid031uS3RQY29mjvcuAQb7vPopfJFdPvdqFCMiFbaT7PKueTR9WdhwLLdC9DR5NPGsyjl&id=923493084380494&sfnsn=scwspmo

– https://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/11/foce-dellalcantara-un-tempo-oasi.html

Il presunto sistema di corruzione… conduce ad un Pm!!!

Sembra che su quel togato calabrese, magistrato in servizio da oltre 16 anni si sia scritto tanto…

Ho letto un post che riportava… “E non perché non avevamo altro da fare, o per chissà quale altro motivo o peggio per il sol gusto della calunnia, ma perché ogni qualvolta ci siamo trovati di fronte a vicende giudiziarie viziate o mancate, relative agli intrallazzi dei colletti bianchi e degli amici degli amici, quel nome che aggiusta le cose, spunta sempre. 

Infatti, tutti sanno che quando c’è da “intestarsi” qualche fascicolo su inchieste che riguardano i reati contro la pubblica amministrazione o su truffe allo stato, quel “bella chioma” ———— è sempre il primo ad alzare la mano. 

E non è un caso che quelle poche inchieste, istruite non certo per senso di giustizia ma con lo scopo di “pilotarle” o per usarle come arma di ricatto, sono tutte finite con un nulla di fatto o con assoluzioni. 

Tutti flop investigativi e “mancate condanne” che nessuno gli rimprovera, nemmeno le vittime dei suoi “errori giudiziari” che è quanto dire! 

Fallimenti che compensa, per necessità statistiche d’ufficio, arrestando qualche fumatore di spinelli o disperati vari che non possono permettersi qualche avvocato del suo giro, d’altronde qualche inchiesta che va a buon fine deve pur produrla….

Il post continua in maniera feroce… prendendo anche spunto da quanto compiuto dal Csm e continuando: Per… quel pm …. i problemi dei reati contro la pubblica amministrazione erano talmente gravi e all’ordine del giorno (noi lo scriviamo da sempre e continuiamo a farlo) da richiedere il lavoro e l’impegno di in terzo della forza lavoro presente in procura. E con quali risultati? Zero!  Non serve scomodare quella buonanima della Signora in Giallo per capire il perché quel sempre sul pezzo che alza la mano ogni qualvolta c’è da intestarsi qualche inchiesta su politici intrallazzati, colletti bianchi corrotti e imprenditori dalla bustarella facile… 

Basta leggere i risultati delle sue inchieste: “zero tituli”. 

Il post ovviamente continua in maniera dettagliata, ma m’interessa riportare una frase interessata: “Non ci aspettiamo niente perché sappiamo che cane non mangia cane”…

Certo, non so dirvi quanto di vero vi sia un quella formale accusa e sarebbe importante che chi di dovere si dia una mossa a valutare se quanto palesemente riportato sul web rappresenti qualcosa di concreto, perché se così fosse, sarebbe grave non intervenire, come viceversa, è opportuno – nel caso in cui le invettive non trovassero riscontri – fare in modo che quel magistrato venga protetto…

Ritengo che questa attuale incertezza, va in ogni caso definitivamente interrotta!!!  

Imprenditori siciliani disonesti??? Analizzando in maniera obiettiva si scopre che…

Come ben sapete ritengo che chi pecca nel compiere la propri professione debba sempre pagare, ma ci sono dei casi che m’inducono a pensare che non sempre la colpa sia da imputare a quei pochi imprenditori – mi riferisco naturalmente a tutti coloro che nulla hanno a che fare con affiliazioni a strutture legate alla criminalità organizzata o per meglio dire appartengono di fatto a quel sistema clientelare, corruttivo, ed  anche mafioso – che possiamo definire “onesti“.

Certo quest’ultimo termine è certamente difficile da affibbiare a quanti operano nella mia Sicilia, ma come dicevo esiste ancora una parte sana che si sta in questi ultimi anni, forse a causa delle difficoltà finanziarie provocate dal “covid” e non solo, in questi mesi determinate dall’aumento esponenziale del settore energetico e petrolifero, che stanno mettendo in crisi parecchie imprese e che hanno determinato in molti imprenditori la decisione di chiudere definitivamente i battenti o quantomeno di resistere, sì… ribellandosi anche a quelle regolari richieste a cui da sempre si erano sottomessi!!!

Desidero affrontare stasera questo tema, dopo aver letto in questi giorni ho letto di talune inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolti alcuni imprenditori ora indagati per corruzione…

Naturalmente lungi dal sottoscritto pensare che qualsivoglia forma di pagamento di tangente possa non essere considerata una vera e propria forma di corruzione e che essa costituisca un reato, no… ciò che vorrei dire e che il più delle volte, per compiere in maniera onesta la propria attività, ci si ritrova a doversi sottomettere ad un sistema che preclude viceversa la possibilità ad operare…

Perché diciamoci la verità, in Sicilia ( ma non solo lì…)per lavorare bisogna pagare: da sempre è così e così continuerà fintanto che le leggi sono permissive e soprattutto non difendono chi vuole contrastare quel sistema e vuole non farne parte…

Già perché da noi si sa, per dimostrare di essere onesti bisogna farsi sparare o quantomeno far comprendere a tutti – mettendoci in primis la faccia – che non si ha paura di niente e di nessuno, perché soltanto così lo Stato è costretto a intervenire, altrimenti -quegli imprenditori- dovranno sottostare al sistema oppure chiudere definitivamente, abbandonando le aspirazioni di una vita e i desideri di continuità da consegnare ai propri figli… 

Ho letto nell’articolo di un imprenditore che ha affermato di avere pagato, già… ma non per accaparrarsi i lavori, ma per velocizzare l’affidamento del proprio cantiere, alla luce di un’aggiudicazione che sarebbe avvenuta in maniera del tutto trasparente. 

Quindi, una mazzetta per comprare non l’appalto, ma il tempo di chi avrebbe dovuto seguirla in maniera corretta e soprattutto celere!!! 

Ed allora mi sono permesso di verificare gli appalti aggiudicatisi da quell’impresa e penso di poter confermare che essi avessero alcun bisogno di pagare per inseguirne altri, d’altronde consentitemi una riflessione: se analizziamo i ricavi prodotti da quegli appalti e quanto essi rendano alle nostre imprese – considerati i ribassi intorno al 30% , beh… lasciatemelo dire con molta franchezza, soltanto chi esegue i lavori in maniera difforme dai previsti Capitolati e soprattutto chi possiede i favori delle Dl,  può pensare di ricavarne oggi un utile, altrimenti… si ci rimette sempre!!!

Ed allora m sono chiesto: cosa avrebbe potuto fare quell’imprenditore dopo essersi aggiudicato in maniera corretta e trasparente l’appalto??? Mi direte tutti: semplice denunciare quel funzionario alle autorità competenti??? 

Già… una risposta scontata, si vede che siete in pochi quelli che hanno avuto a che fare con la giustizia e soprattutto coi i suoi tempi interminabili, che vedono, ahimè il più delle volte – grazie a giudizi iniqui – ribaltare quei giudizi a favore di chi per l’appunto era stato denunciato!!!

Comprenderete altresì come dopo quella denuncia, nessuno più vorrà aver a che fare con quell’impresa, in particolare nessun funzionario o dirigente sarà più disposto a verificare quei lavori in corso (o da eseguire a seguito aggiudicazione), in maniera serena, ma staranno tutti lì – già… con il fucile puntato – a verificare la regolarità di quelle opere in tutte le loro fasi di esecuzione, osservando in particolare dettagli che altrimenti sarebbero stati fatti sorvolare, ma ora il rischio è che ci sia dietro qualcuno disposto a contestare!!!

La verità??? Questo paese è come quel cane che si morde la coda!!! E’ un problema senza via di uscita, una situazione che conduce tutti, dopo aver risolto un problema, a doverne affrontarne un altro, un ciclo vizioso e perverso nel quale ci troviamo tutti ad essere coinvolti, anche ahimè quei pochi imprenditori che con grande difficolta provano a restare retti!!!

Depuratori e acque reflue: è giunto il tempo di dare in gestione alle società private (preferibilmente estere) gli impianti presenti su tutto il territorio nazionale!!!

Desideravo stamani scrivere su un grave problema relativo alle acque reflue, sulla gestione dei depuratori e soprattutto su chi dovrebbe effettuare i controlli, per non parlare di tutte quelle commissioni infinite che si occupano di depurazione, dei loro servizi e di quei funzionari che dovrebbero rendere efficienti ed  efficaci le procedure previste, ma che se ne f… ampiamente!!! 

Nella sola Sicilia sono ben otto i depuratore in procedura di infrazione perché non depurano l’acqua dei propri cittadini e delle aziende in maniera corretta e le criticità vanno ben oltre le procedure di infrazione in atto. 

Ho letto su un quotidiano web un commento di un lettore che desidero riproporre perché rappresenta perfettamente il mio pensiero ed è quanto vado costantemente ripetendo in questo mio blog: “Ah… se ciascuno facesse onestamente il proprio lavoro (soprattutto chi è predisposto ai controlli contro azioni così vandaliche e criminose) senza “chiudere gli occhi” volutamente, senza farsi corrompere, con spirito di giustizia e di servizio! Quanto altro è sotto gli occhi di ciascuno di noi, ma  nessuno denuncia e, se qualcuno segnala, nessuno interviene. Un esempio: è stato più volte segnalato il cattivo odore di plastica/gomma bruciata che si spande da anni nelle zone Uditore, Viale Regione Siciliana, dannoso alla salute pubblica e che costringe a chiudere tutti gli infissi. Potete verificare anche in internet. Chi  è intervenuto? Nessuno ha la competenza, ma scherziamo? Un cosi grave problema per la salute pubblica! È solo un esempio! Chi lavora oggi con coscienza? Giocano solo a “scarica  barile” in tutti i settori. È una vergogna! Ogni tanto un articolo sul giornale, solo parole, mai fatti e il tutto si spegne senza soluzione in un paio di giorni.

Ed ancora: Mah che strano! Se ne sono accorti solo ora! Nessuno lo sapeva. I nostri politici locali, regionale, nazionali, i nostri amministratori locali e regionali dopo diversi decenni probabilmente se ne stanno accorgendo ora grazie alla Commissione Ecomafie (anch’essa se n’è accorta ora…). Boh !!

Cosa aggiungere, questo è il sistema che si vuole e quelle esigue persone oneste che provano a contrastare quel meccanismo corruttivo e clientelare, vengono come vediamo, allontanati o zittiti… 

Ma non è facile zittire tutti, c’è chi non si piega e come il sottoscritto denuncia apertamente il fango di questa indegna realtà!!!  

E’ solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti la stessa fine fanno!!!

Che vi sia di fatto una forma di infiltrazione massonica nelle organizzazioni criminali è certo, ma soprattutto è quanto si ottenuto da una pluralità di risultanze che vanno dalle audizioni alle acquisizioni documentali… 

Sì è visto più volte come il tema del rapporto tra mafia e massoneria, soprattutto in Sicilia e Calabria, affiori in modo ricorrente in molte inchieste giudiziarie, con una intensificazione nei tempi più recenti, sia in connessione con vicende criminali tipicamente mafiose, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione.
In tale prospettiva, si è accertato come vi sia stato un vero e proprio cambiamento nelle attività mafiose, in particolare sul loro nuovo modo di agire totalmente diverso dal periodo corleonese, difatti l’ordine demandato da parte della “Commissione mafiosa” è quello di utilizzare modalità più collusive/corruttive e quindi meno violente, ma che si dimostrano certamente più inclusive di una pluralità di soggetti all’interno della gestione degli affari, attraverso accordi di cui si fa garante il consenso e le relazioni di cui gode e a cui conferisce forza per il tramite della propria “riserva di capitale”.
Di tali accordi corruttivi in cui sono presenti esponenti mafiosi si rinviene traccia ormai in tutte le indagini dei nuovi affiliati, in cui si è visto sono confluiti soggetti dell’impresa, della politica, dell’amministrazione e ovviamente di quelle famiglie legate alle organizzazioni mafiose.

E’ evidente come le infiltrazioni mafiose all’interno di quelle logge massoniche servano a essa per interloquire con molti soggetti istituzionali coinvolti nella politiche e nella gestione degli interessi territoriali in Sicilia e Calabria. 

In tal senso si può affermare che l’associazione mafiosa controlla gestisce e soprattutto verifica quanto accade nel territorio, in particolare regola i rapporti solidaristici volti all’acquisizione del consenso degli associati e della società civile. 
L’imprenditoria, ad esempio, non è più vessata dall’imposizione del pizzo ma viceversa riceve ora un sostegno economico in cambio della titolarità di un parte delle quote di quelle imprese ed è grazie a questo solidale accordo che oggi vediamo molte imprese crescere il proprio volume d’affari a dismisura, merito di quei vantaggi ottenuti nella contrattazione con la pubblica amministrazione, mi riferisco ai numerosi appalti aggiudicati, meccanismi che di fatto finiscono per avvantaggiare e rafforzare non solo l’impresa “affiliata” ma soprattutto quell’associazione mafiosa. 

D’altronde basti osservare a riguardo i numerosi procedimenti penali sui condizionamenti degli appalti dove si evince, ancora una volta, l’assoggettamento dei pubblici interessi a quelli di cosa nostra ed ovviamente del suo capo (da anni latitante e soprattutto vivo, a differenza di quanti tentano di smentire costantemente con notizie fuorvianti…) Matteo Messina Denaro, che dimostra essere ancora al centro di tutte le dinamiche mafiose non solo della  Provincia di Trapani, ma di tutta la Sicilia!!!

Bisogna ripartire quindi dai numeri… dalla crescita esponenziale che certe società hanno avuto in questi anni, riesaminare i loro referenti, la maggior parte di essi vere e proprie “teste di legno” di quel sistema criminale e corrotto, osservare il potere economico raggiunto in pochi anni attraverso attività di sperequazione che hanno portato di fatto a raggiungere livelli non possibili – in così breve tempo – attraverso il semplice lavoro onesto… 
Si sa come hanno fatto, non ci vuole mica un genio per capirlo e debbo dire che mi consola sapere che da cittadino anche altri sanno di quella notevole crescita e sono gli stessi che provano ogni giorno a contrastarne le attività di quel sistema criminale ed illegale…
Ma d’altronde è solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti alla fine, fanno la stessa fine!!!

Appalti:Astutezza=Inganno:Raggiro

Irregolarità nel’esecuzione dei lavori, opere realizzate in modo difforme da quanto previsto dal capitolato, materiali di qualità scadente o inferiore e senza l’utilizzo di strumenti, attrezzature o mezzi d’opera previsti per l’esecuzione a regola d’arte…

Chi opera in questa tipologia di appalti sa bene a cosa mi riferisco, d’altronde sono quelle abituali irregolarità a cui in qualità di tecnici o di responsabili si assiste quotidianamente, chi più chi meno non ha bisogno di leggere quanto avviene in quegli appalti pubblici (o privati…) attraverso le inchieste compiute delle forze dell’ordine e portate allìopinione pubblica attraverso le note testate web… 

No… tutti sanno cosa avviene durante quei processi di produzione, certo si sa…  non sempre è possibile eseguire quei lavori con la massima perfezione, qualcosa sfugge, come dice quel detto ” chi mangia fa molliche…” e qualche situazione conduce a realizzare quell’opera non proprio in maniera corretta… 

Ma il problema reale che deve essere affrontato non è rappresentato dall’errore dettato da una errata procedura o da quell’insieme di tecniche che a causa di talune circostanze, quali ad esempio la celerità nell’esecuzione oppure l’avvicinarsi di una condizione ambientale sfavorevole o anche la rottura meccanica di un mezzo d’opera oppure l’infortunio o il malessere di un addetto ai lavori…

No, il problema diventa grave quando dietro a quei lavori vi è una frode, già… un raggiro elaborato sin dall’inizio dell’opera, già, sin da quando quei suoi progettisti hanno previsto l’utilizzo di forniture o di procedure che potremmo definire al limite della normativa, in quanto essi – pur difar rientrare in quei paramentri richiesti dalla Committente – ne modificano i parametri reali, alterano cioè i valori anche solo di poche percentuali, compiono tutta una serie di manipolazioni affinchè quei criteri richiesti rientrino nelle valutazioni previste, necessarie per la realizzazione di quelle opere…

Parliamo quindi di materie prime, fondamentali e necessarie in quanto elementi di base o costituenti principali di quelle lavorazioni e di quei trattamenti, previsti e riportati nel capitolato d’appalto…

Il resto lo sapete bene… perché il problema ora è se compiere il proprio dovere o far finta di nulla, diventando partecipe di quei meccamismi illegali!!!

Mi sento come il Commissario Montalbano, che come riporta: "La lurdia è dentro di noi"!!!

Ad ascoltare ogni giorno quelle notizie che riguardano le nostre istituzioni, i suoi uomini, da quelli più in alto “togati” fino agli ultimi – come dice Catarella – “ruote del carretto“, mi sento davvero male!!!
Ecco perché mi permetto di riproporre un video dell’episodio 11, intitolato “Il giro di boa“, di quel lontano 22 settembre 2005 in quanto – seppur passati 14 anni – mi sento oggi come quel Commissario, perché mi accorgo che non è migliorato nulla!!!
Peraltro… ricordate i fatti accaduti all’interno della Scuola Armando Diaz di Genova durante lo svolgimento del G8 nel 2001, quando dei reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni (non tutti per fortuna) battaglioni dei Carabinieri, fecero irruzione e arrestarono ben  93 attivisti mentre 61 furono portati in ospedale in quanto feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma….

Per chi non ricorda quell’avvenimento passato, furono posti sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, per quello che fu definito dalla stampa un pestaggio da “macelleria messicana“!!!

Certo sono passati 18 anni d’allora, ma se osserviamo quanto è successo quest’anno, si ha come l’impressione che nulla sia cambiato… o per meglio dire, che una parte di quelle Istituzioni, rappresentata da uomini e/o donne, ci abbia di fatto traditi!!!
Perché è così che mi sento oggi… già come quel Commissario Montalbano, fortemente ingannato da tutto ciò in cui credevo, sì… in quella giustizia che ritenevo al di sopra delle parti, in quei soggetti delle nostre forze dell’ordine che reputavo incorruttibili e soprattutto moralmente integerrimi!!!
Ma abbiamo visto che è così… e leggere quelle inchieste che hanno portato agli arresti, magistrati, funzionari di polizia, finanzieri, uomini dell’arma dei carabinieri e gdf, per proseguire con dirigenti e funzionari all’interno di quegli apparati statali, ecco… non so voi, ma io mi sento leggermente… “schifiato“!!!
Vero… non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, ma se ciascuno stelo di quel “fascio” avesse controllato meglio quanto accadeva intorno ad esso, forse non saremmo arrivati a questo punto!!!

Ma d’altronde si sa… è la natura umana a condizionare gli uomini, in particolare tutti coloro che per l’appunto nascono “deboli“!!!

Già… perché subentrano dei fattori determinanti, quali ad esempio la paura di esporsi, sì… personalmente, quel modo d’essere di fatto omertosi, l’evitare di mettersi in cattiva luce nei confronti dei propri colleghi con il rischio d’essere ritenuti – a causa di quelle denunce – dei traditori…
Ed ancora, il voler proteggere i propri colleghi, il voler difendere l’apparato nel quale si opera, ecco quanto sopra conduce ciascuno di loro a limitare la propria professionalità, a scapito ovviamente della morale e di ciò che rappresenta (attraverso quella propria appartenenza), la giustizia!!!

Servitori dello Stato“… già così vengono definiti da tutti, ma stranamente proprio nel 2017 avevo scritto un post a riguardo, nel quale  ritenevo già allora, che qualcosa non funzionasse in maniera corretta ed oggi purtroppo le inchieste evidenziate, mi danno ragione: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/06/servitori-dello-stato-certamente-no.html
Concludo quindi con le stesse parole pronunciate da un magistrato chiamato a valutare quegli uomini e donne delle nostre Istituzioni: “non è consentito in uno stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo meritevole qual è quello delle nostre forze dell’ordine, renda immuni da ogni responsabilità e autorizzi persino la commissione di reati, mettendosi al riparo dal subire indagini – Sono soddisfatto che le misure abbiano colpito un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell’impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell’adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari delle nostre forse dell’ordine, verso i quali esprimo ancora una volta, unitamente ai sostituti procuratori tutti, il più incondizionato e alto apprezzamento…
Già…

Toghe sporche??? Se dimostrate… le accuse sono veramente infamanti!!!

Incredibile… nuove indagini di una procura nazionale su un pm!!!
Il ministero della Giustizia che attiva l’ispettorato per fare delle verifiche sull’’ex presidente dell’Anm, indagato ora per corruzione per somme di denaro ricevute…
E… nel frattempo che il numero degli indagati vanno aumentando, anche l’Associazione nazionale magistrati fa sapere di aver chiesto gli atti dei fascicoli.
Il Comitato direttivo centrale ha convocato con la massima urgenza una riunione per i primi giorni di giugno… mentre i difensori di quegli indagati anno hanno provveduto a depositare le documentazioni a giustifica dei viaggi e dei pagamenti effettuati, che secondo gli inquirenti, avrebbero rappresentato il pagamento di quelle presunte corruzioni…
Difatti, secondo le accuse, il magistrato avrebbe ricevuto del denaro, vacanze e altri beni per facilitare un imprenditore e taluni avvocati, anch’essi ora indagati per corruzione e già al centro dell’inchiesta sulle presunte sentenze pilotate in Consiglio di Stato…
Il Guardasigilli data la vicenda, risulta essere molto preoccupato data la delicatezza della vicenda – che coinvolgerebbe anche le nomine del Csm – si riserva sin d’ora d’assumere ogni opportuna iniziativa, nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura che ha aperto l’inchiesta.
Sulla vicenda, l’Associazione Nazionale Magistrati “confida che il percorso decisionale del Csm non sia in alcun modo influenzato da alcun altro fattore, esterno o interno alla magistratura“.
Certo le le ipotesi di reato emerse sono gravi… in quanto trattasi di rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, tangenti per nomine e dossieraggi sui pm “nemici”…
Se pensiamo che questo sistema di potere è riuscito a penetrare all’interno dell’organo di autogoverno della magistratura ed è stato capace (attraverso quelle presunte tangenti…) di veicolare nomine, procedimenti amministrativi, ma soprattutto è riuscito a infangare l’operato di alcuni colleghi magistrati – che avevano per l’appunto individuato taluni procedimenti illeciti – ecco se pensiamo a tutto ciò, viene spontaneo chiedersi se mai ci potrà essere in questo nostro paese, una vera giustizia!!! 
E sì… perché leggendo costantemente di queste inchieste, qualche dubbio viene…

La vera forza della mafia??? I suoi legami esterni!!!

Riportava un tempo l’ex magistrato Luciano Violante: “Per intrecciare relazioni di questo tipo, lo strumento privilegiato dai gruppi mafiosi è, più che la violenza, la corruzione, la quale è per sua natura silenziosa, crea un clima di complicità, favorisce la mimetizzazione, consente di conseguire l’utile desiderato con rischi minori, mina dall’interno le istituzioni”. 
Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero di un altro magistrato siciliano, Antonio Ingroia, che da sempre ha sottolineato la pericolosità dei rapporti esterni della mafia: “Il rafforzamento che deriva all’associazione mafiosa da tali rapporti, è evidente; è in virtù di essi che la mafia è un potere criminale prima ancora che un’organizzazione criminale. Un sistema di potere fondato certamente sulla violenza, ma che per la sua sopravvivenza ha bisogno di un costante rapporto con settori della classe dirigente”!!!
E difatti, quanto fin qui emerso grazie alle inchieste delle varie procure siciliane, dimostra – senza che permanga in proposito alcun ragionevole dubbio – come le organizzazioni mafiose abbiano negli anni curato quella loro politica di relazioni esterne, con tutti gli esponenti di quelle categorie professionali ed in particolare con i dirigenti/quadri degli Enti pubblici, per proseguire con esponenti al vertice del circuito politico-istituzionale…
La presenza di tali soggetti è ormai certa e si estende dal settore finanziario a quello giuridico, da quello degli organi d’informazione, fino ai settori culturali più diversi… 
Ovviamente questi soggetti esterni, non sono dei veri e propri “affiliati“, ma pur non facendo parte direttamente di quella organizzazione mafiosa, ne costituiscono un punti di riferimento per l’individuazione, l’organizzazione, la conduzione e la massima redditività di quell’attività criminale…
Difatti, ciò che ha reso quell’organizzazione criminale così importante, non è rappresentato dalla sua pericolosità espressa in potenza militare, ma dalla rete di relazioni esterne in funzione delle quali è sempre riuscita a superare – ove possibile – indenne, quelle l’emergenze che negli anni si sono manifestate, mantenendo immobile il proprio potere sul territorio e quindi sulla società civile…
D’altronde, se non si comprendono quei legami e quelle relazioni esterne, si comprende poco della mafia attuale…
Infatti, già a suo tempo riportava bene l’ex magistrato Gian Carlo Caselli: “La mafia… è mafia proprio perché ha potuto e può ancora contare su quegli appoggi esterni, indispensabili alla sua esistenza e soprattutto alla sua espansione”…
Ecco perché un gruppo mafioso è più forte di un’altro, a seconda se possiede una maggiore capacità espansiva e cioè se presenta al suo interno, non solo una struttura organizzativa solidale in grado di limitare la penetrabilità e la razionalizzazione delle attività svolte, ma soprattutto perché presenta un’estensione verso l’esterno, permettendo così ad essa un incremento del capitale sociale disponibile. 
Attraverso queste ulteriori capacità relazionali, alcuni gruppi mafiosi hanno accresciuto  maggiormente il loro capitale e di conseguenza i propri utili, che poi hanno riciclato per estendere i loro tentacoli e per intrecciarne nuove amicizie e conoscenze, riproducendosi ed infettando come un cancro, non solo lo spazio delle proprie aree di origine, ma soprattutto quelle di nuove e diversa pertinenza… 
Ecco perché tra quei mafiosi ed i soggetti esterni si è stabilito un vero e proprio “equilibrio” che, pur essendo spesso temporaneo e occasionale, ha reso possibile quella loro cooperazione e quello scambio di favori e corruzioni… 
Fintanto quindi che quei mafiosi avranno la capacità di procurarsi all’esterno i necessari aiuti per compiere quei loro affari illeciti, allorquando ci saranno sempre soggetti disponibili a farsi corrompere e a instaurare con loro rapporti di scambio reciprocamente vantaggiosi, e soprattutto, con un ambiente come quello attuale, pieno d’individui ricattabili legati al mondo della politica e dell’imprenditoria… non mi si dica di credere a quanto ho sentito pronunciare oggi dalla cittadina di Corleone e cioè che lo Stato: “Vince”!!! 

Nuove intercettazioni…??? Inchieste sicure!!!

Se potessi anticipare i nomi di coloro che secondo il sottoscritto a breve finiranno sotto il mirino della nostre Procure siciliane, credo che avrei un’alta probabilità d’azzeccare quei nominativi…
Certo, vi starete chiedendo in base a quale principio affermo questa mia convinzione e posso assicurarvi che non vi è alcuna capacità soprannaturale…
Già… la verità è che queste mie considerazioni, poggiano semplicemente su alcuni fattori, tra i quali quelli di leggere quotidianamente e di osservare i nomi riportati, gli stessi che vengono poi riportati nei giorni seguenti da amici, conoscenti ma anche e soprattutto estranei, pronti come sempre a raccontare di tutto…
Sì… non potete immaginarvi quante informazioni vengono riportati da molti soggetti a noi estranei… 
Al sottoscritto ad esempio capita a volte di fare alcuni nomi, ed altri presenti a quella discussione, iniziano (non so dirvi per quale motivo, forse per risultare al sottoscritto più simpatici) a raccontarmi quanto il sottoscritto non sapeva…
Ecco descritta una delle tante modalità con cui si viene a sapere tutta una serie d’informazioni che – nemmeno se ci fossimo rivolti a rinomate società investigative – avremmo potuto conoscere… 
Perché ciascuno di noi è convinto di vivere in maniera “clandestina“, si pensiamo sempre che ciò che facciamo non sia osservato da nessuno, ed invece non è così… c’è sempre qualcuno che ci guarda, che ci ascolta… e non mi riferisco alle forze dell’ordine, sì… poste all’interno di chissà quale furgone camuffato, pronti ad ascoltare le nostre dichiarazioni, grazie a microspie piazzate al bar o in qualche  ristorante o attraverso quei loro sofisticati microfoni unidirezionali…
No… qui sono gli altri ad intercettarvi, sono per l’appunto gli estranei… pronti ad ascoltare ogni vostra parola, ciascun vostro racconto, per poi andarlo a riferire ad amici e conoscenti vari…
Ma va aggiunto che anche molti di noi (o dei nostri amici/familiari…) non facciamo caso a ciò che pubblicano nei social… ed ecco quindi che basta collegarsi attraverso contraffatti nickname ed il gioco è fatto!!!
Facebook, Twitter, Istagram, Tumblr, Google, Telegram, ed altri ancora… sono tutti metodi utilizzati per scoprire dove siete, dove eravate, chi avete frequentato per un periodo, quali interessi avete avuto e quali state ancora vivendo, se siete in loco o partiti all’estero… ed ancora, con chi siete andati…
Ed ancora, se qualche informazione dovesse mancare, semplice… basta passare al soggetto da voi involontariamente “taggato” ed entrando in quel suo profilo, chissà…sarà possibile determinare le informazioni mancanti!!!
Da quanto sopra si comprende quanto facile sia ricevere informazioni e poterle analizzare e fare come si dice: 2+2.
Ovviamente quanto sopra non ha nulla a che fare con microspie digitali, oggetti spy, dvr nascosti, sms o messaggi “whatsapp”, a cui seguono intercettazioni telefoniche, ore ed ore di chiacchiere inutili d’ascoltare,che sfiniscono anche i più esperti addetti delle forze dell’ordine…
Se pensate che ogni anno lo Stato spende circa 500 milioni di euro per intercettazioni – un dato ovviamente non ufficiale – ma che si può desumere incrociando i bilanci dello Stato con quello degli operatori telefonici, si comprende qual’è il numero degli intercettati… 
D’altronde da questa analisi si desume che non sono solo i telefoni fissi ad essere spiati, ma bensì i telefonini… sembra infatti che ci siano addirittura quasi due milioni d’individui sottoposti a “controlli“, numeri certamente smisurati se paragonati con l’Europa intera…
Come sempre la torta è interessante anche perché a spartirsi quelle fette, non sono soltanto gli operatori telefonici, ma anche molte agenzie private (specializzate nel settore), che operano su appalto delle procure e che forniscono ai pubblici ministeri un servizio completo: dall’esperto che entra nell’appartamento o nell’auto per piazzare la “cimice”, oppure al semplice noleggio delle microspie o dei registratori digitale per incidere quelle opportune conversazioni, ed infine la messa a disposizione di tecnici per ascoltare e trascrivere quelle registrazioni… 
Siamo quindi tutti spiati, chi più chi meno… 
Ma la circostanza forse più interessante è quella di poter utilizzare indirettamente questa inusuale e propria condizione, sì… per far emergere a chi di dovere, alcune informazioni esclusive… 
Perché così facendo – ad esempio parlando al telefono con qualche conoscente – si diventa (senza avere mai una conferma ufficiale) veri e propri “informatori”!!!
E sì… perché quelle notizie “casualmente” riportate al telefono, diventano – appena verificate – veri e propri “scoop” per quelle autorità, da cui seguiranno, vere e proprie indagini… forse possibilmente già in corso!!!
Ecco… forse potrà essere questa la vera ragione che mi spinge a pensare quanto all’inizio riportavo e cioè che leggendo in prosieguo di quelle nuove inchieste (o dei nomi riportati), è come se il sottoscritto sia passato da un’esperienza di “Déjà vu”, la sensazione ricevuta è come una premonizione, avendo già vissuto o quantomeno anticipato, quella successiva attività giudiziaria…  

Delinquenti a Sant’Agata??? Ma com’è possibile…

Siete delinquenti“!!!

Con questa frase, monsignor Barbaro Scionti ha tuonato al microfono appena giunti in piazza Duomo …
Parole fortissime che hanno lasciato in un primo istante tutti in silenzio… tanta era la tensione che si avvertiva, la sensazione era che ciascuno di quei catanesi non sapeva cosa fare, se applaudire o stare in silenzio… e soltanto dopo aver espresso queste dichiarazioni: “Una preghiera di riparazione, perché quello che è accaduto è molto grave. I devoti di Sant’Agata non sono ostaggio di nessuno“… ecco che allora è iniziato un timido applauso… leggermente controllato e solo successivamente, quando il Monsignore ha detto “i devoti di Sant’Agata sono per Sant’Agata, l’applauso e scosciato in una ovazione e a quel punto il monsignor incalzando ha urlato: “Cari delinquenti, perché di questo si tratta, siete soli e isolati”!!!
Certo, ad ascoltare questo grido viene da pensare che qualcosa sia cambiato in questa città… 
Quantomeno quest’anno le regole imposte su legalità e sui controlli predisposti dalla prefettura su quei soggetti indicati per la processione, hanno certamente limitato quel cosiddetto controllo nella gestione nell’organizzazione dei festeggiamenti in onore della patrona di Catania…   
Da un altro punto di vista mi sono chiesto, come mai soltanto ora si urla contro quel sistema, avendo da sempre o quantomeno negli anni passati celato con il silenzio quanto veniva da molte testate giornalistiche denunciato…
Ne ricordo una ad esempio che diceva: “La festa di Sant’Agata è controllata dalla mafia. Cosa Nostra catanese avrebbe dettato tempi e ritmi della processione religiosa, controllando di fatto il business dei fuochi d’artificio e della vendita della cera, influendo persino sulle fortune di venditori di torrone e palloncini attraverso un suo regolare controllo…
Due noti procuratori avevano successivamente riportato: “Le famiglie mafiose sono riuscite a penetrare nella manifestazione di maggior valore simbolico per la comunità catanese, con conseguente accrescimento del prestigio criminale dell’organizzazione stessa e l’affermazione come uno dei centri di potere della città”
E quindi ditemi… ora cos’è cambiato??? 
Come mai si rinnega soltanto adesso quanto si sa essere accaduto per decenni…???
Lo stesso epilogo che ha avuto nella mattinata la fine della celebrazione, con la decisione del capo vara di evitare la salita di San Giuliano per motivi di sicurezza, ha provocato come si è visto la reazione di una parte dei devoti al traino del fercolo, che hanno successivamente proseguito da soli con i cordoni in mano…
Un particolare certamente non da poco se si pensa che – secondo quanto a suo tempo riportato in un noto quotidiano nazionale – l’allungarsi a dismisura i tempi della festa, fa crescere proporzionalmente anche i ricavi e gli eventuali benefit per i portatori delle candelore a cui qualcuno aggiungeva di un giro di scommesse clandestine, collegate ai festeggiamenti….
Sappiamo che indagini negli anni ne sono stati fatte tante, alcune concrete ed altre considerate semplici “Vox populi”, ma certamente senza che mai cambiasse nulla!!!
Mentre quest’anno è come se ci fosse stato un giro di vite, già come se si fosse voluto punire qualcuno o qualcosa di quell’ingranaggio collaudato, l’impressione ricevuta, quantomeno da noi cittadini, è che nella festa, ci sia stata un’altra “festa”, dove due opposti schieramenti, si sono voluti misurare, senza giungere mai di fatto allo scontro, ma per fare comprendere forse a chi di dovere, chi gestirà il prossimo anno questa festa… 
Ed allora non mi resta che concludere con la classica frase di rito: “Semu tutti devoti tutti? Cittadini….cittadini… evviva S.Aita!”

A leggere il mensile "S" si resta senza parole!!! Ed allora mi chiedo: "Di quanto altro tempo hanno bisogno i miei conterranei per comprendere che i tempi sono definitivamente cambiati"?

Ci sono delle notizie, che più di altre lasciano senza parole…
Non è facile scoprirle, in quanto solitamente non fanno parte delle vita vissuta di ciascuno di noi, ed allora diventa difficile scoprirle e soprattutto comprenderle, perché d’altronde non si ha alcun interesse a ricercarle…
Ed è in questo preciso istante che si commette il più grave errore, quello di lasciare che le cose procedano inalterate…
D’altronde perché volerle cambiare, comprenderle, non è forse demandata ad altri soggetti il controllo del territorio, non è compito della giustizia ripulire questa terra da tutti quei soggetti che, giorno per giorno, l’avvelenano…

Comodo, certo troppo comodo attendere che siano sempre gli altri a fare la loro parte, mentre noi si resta come al cinema, semplici spettatori che guardano in maniera distaccata uno schermo, sì una storia che ci sembra così lontana, ma che invece è proprio li… vicino a noi!!!
E’ dire che proprio taluni argomenti dovrebbero interessarci, d’altro canto questi episodi dimostrano essere messi in pratica costantemente, in maniera “endemica”, visto che ben il 95 per cento dei miei conterranei, considera la corruzione un fenomeno “dilagante” su tutta la Regione…
ma come ripeto sempre, “Tutti sanno tutto, ma nessuno fa niente”, già sono in molti a dire: ma perché cosa dovremmo fare noi da soli?
Non comprendono ad esempio, che basterebbe semplicemente non essere collusi con quel sistema corruttivo, fare in modo che quando si viene ricercati per quei loro malaffare ci si rifiuta di compierli, non cadere nelle tentazioni d’arricchimento personale, per impoverire quella già loro gracile condizione morale…
Alla fine come dico sempre basta poco, si tratta semplicemente… di essere onesti!!!
Certo, comprendo perfettamente le motivazioni che spingono molti a “prostituirsi“!!!
Sì… uso appositamente questo termine così duro, in quanto lo ritengo particolarmente efficace per far comprendere a chi si presta a quelle azioni spregevoli, che si comporta come una prostituta, una che svende se stessa per sopravvivere, no… qui a perdere è il concetto di dignità stessa… e a perdere è anche la famiglia,  si perché indirettamente anche i familiari restano ahimè coinvolti da quelle indegne decisioni, compiute solo ed esclusivamente per ricevere sempre più quel vile denaro o chissà, forse debbo credere, per una posizione sociale più elevata…
Ed allora ecco a cosa serve leggere mensili come “S”, perché ci fa comprendere come, proprio nel momento in cui si sta provando a compiere quelle azioni corruttive, qualcuno ci sta osservando, sta controllando i nostri telefoni, monitorizza gli spostamenti ed anche le persone che quotidianamente incontriamo, sì… senza saperlo siamo intercettati!!!

Ecco, se per un momento quei soggetti pensassero che forse dall’altra parte non ci sono soltanto “babbi“… ma individui certamente “sperti“, che utilizzano tutte quelle loro capacità professionali aggiunte ad una moltitudine d’innovazioni tecnologiche, necessarie per la registrazione ed il controllo di quelle loro azioni… sì, se solo riflettessero su quanto sopra riportato, sono certo che molti di quei reati compiuti, non verrebbero neppure iniziati…
Ma si sa… se bastassero le inchieste o le condanne (a cui assistiamo quotidianamente) a far sospendere quegli individui dai loro propositi, se soltanto gli arresti fossero quantomeno di monito per far cessare quelle azioni illegali, già, se anche soltanto leggere un mensile come “S”, potrebbe riuscire in quell’intento, si… questa nostra terra, potrebbe diventare finalmente “bellissima“…
Ed allora consiglio tutti di sfogliare questo nostro mensile, per comprendere come alla fine, tutte le azioni corruttive compiute, portano disgraziatamente sempre verso uno stesso luogo… e come potrete immaginare, non è per nulla piacevole!!!
Ed allora cosa dire: Auguro a tutti… una buona lettura!!!

Gela: "Qui… moriranno tutti di tumore"!!!

Già… come se ci fosse bisogno d’attendere qualcuno che si autodenunciasse in Tv, per scoprire quanto accade con i rifiuti industriali all’interno dei nostri petrolchimici… 
Il sottoscritto resta basito… 
La domanda da porsi è sempre la stessa: dov’erano tutti coloro che avrebbero dovuto controllare??? Forse a prendersi la mazzetta??? 
Perché non si spiega altrimenti, non si può far finta di non vedere una situazione grave come questa, una montagna di scarto di quelle lavorazione chimiche, prelevate e trasportate con gli autocarri, per poi farle sparire…
Mi piace questo paese: “Nessuno che ha visto, nessuno che sapeva, come sempre l’omertà la fa da padrona e ciascuno di quei responsabili ai controlli, girati (casualmente) dall’altro lato, ma partecipando in maniera attiva e aggiungerei criminale, a quella contaminazione!!!  
Il loro silenzio…??? Mille e mille volte peggiore di quelle azioni criminali compiute!!!
Certo ora – come sempre – a fatto compiuto, vengono avviate le indagine… 
Sì… dopo aver visto la testimonianza del Sig. Emanuele Pistritto dinnanzi alle telecamere del programma di RAI2 “Nemo”, s’inizia a muoversi e si comprendono ( come se non lo si sapesse… ) quali metodologie sono state utilizzate per far sparire quei prodotti altamente inquinati, rifiuti provenienti dal petrolchimico ENI…
Pistritto, proprietario e manovratore di mezzi d’opera da tempo in pensione, ha raccontato soltanto ora, come per tanti anni si è interessato a realizzare alcuni movimenti terra per conto del petrolchimico, in particolare proprio per quelli inerenti le materie prime e di  scarto prodotte in quello stabilimento. 
Durante la sua testimonianza ha raccontato di come gli scarti di lavorazione della chimica e della raffineria, sarebbero stati sotterrati in grandi vasche da oltre 500 metri quadrati e della profondità di 15 metri, adiacenti proprio al petrolchimico. 
All’interno di quelle enormi vasche, sarebbe stato scaricato di tutto e poi con i cingoli di quei mezzi d’opera, si è provveduto a frantumare i materiali altamente pericolosi…
Alcune sere fa ascoltavo il programma delle “iene”, in particolare il servizio che riguardava i danni ambientali e l’aumento esponenziale del 400-500% dei tumori nella cittadina di Cosenza (rispetto alla media nazionale), molto probabilmente causati dal petrolchimico abbandonato e che, da quanto si dice, sono oltre vent’anni che si attendono l’inizio dei lavori di bonifica… 
Nel frattempo, migliaia tra bambini e adulti sono morti  di tumori e molti ancora oggi, molti cittadini sono in cura, mentre tutti coloro che hanno commesso quei crimini, sono andati via, lontano, a godersi i frutti di quei loro misfatti…
Perché tutti sapevano, come ora tutti sanno… 
Infatti, riporta -quasi- correttamente il Pistritto: “Gli ingegneri dicevano che qui fra 50 anni moriranno tutti di tumore'”!!!
Si “quasi”… perché non c’è stato bisogno d’attendere mezzo secolo, i morti sono già lì numerosi… basta semplicemente contarli!!!  
In una sua poesia Luigi Di Ruscio scriveva: 
“Questa notte vi ho sognato tutti
splendidamente vivi
ritornammo a rivedere
tutti gli orrori di quel reparto ridendo…
Non sono riusciti ad ammazzarci
siamo ancora vivi
nuovi come fossimo risuscitati
non più contaminati dalla sporca morte”…

Non provate a minacciare Claudio Fava!!!

Questa mattina nel leggere il quotidiano “La Sicilia”, mi ero sorpreso nel non trovare un sol articolo che parlasse d’inchieste giudiziarie, arresti eccellenti, minacce mafiose estorsive e/o personali… 
Nulla… non vi era nulla, “che bello” ho pensato, finalmente ogni tanto a Catania non succede niente di grave, su cui dover scrivere… 
Ma giunto a casa, quella bella sensazione è sparita immediatamente, si perché purtroppo, durante il notiziario delle 14.00 su “Telecolor“, hanno dato la notizia della minaccia recapitata all’Ars per il Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Claudio Fava…
Una busta con all’interno una pallottola di calibro 7,65 inviata all’ufficio di Presidenza della commissione e indirizzata esplicitamente al “presidente Claudio Fava”!!!
Come solitamente avviene in questi casi, il proiettile è stato consegnato alle forze dell’ordine per le opportune indagini… ma certamente la minaccia, segue l’approvazione della legge proposta proprio dal Presidente Fava al Parlamento regionale, una legge che impone a tutti i deputati regionali di dichiarare, la propria eventuale affiliazioni alla massoneria!!!
Chissà… forse a qualcuno questa legge avrà dato fastidio e pensa che inviando una pallottola possa intimidire i prossimi impegni del Deputato…
Ma bisogna essere degli stolti a pensare di minacciare un soggetto che ha già subito in prima persona – a causa di quell’associazione criminale – l’omicidio del proprio genitore, Pippo…
La famiglia Fava peraltro, ha dimostrato da sempre di non aver paura di niente e di nessuno, e certamente non saranno quattro codardi che si nascondono dietro una busta anonima a farli scoraggiare, anche perché essi non sono soli!!! 
E difatti, per nome e conto di tutti i Siciliani perbene, dico a quei signori: “State attenti…  non provate a minacciare Claudio Fava”!!! Ciascuno di noi sarà lì al momento opportuno, si a difenderlo… ponendo anche se necessario il proprio corpo per proteggerlo da quella pallottola… 
Perché noi, come egli, non abbiamo paura di sacrificarci per il bene di questa terra… perché verrà il giorno in cui questo fenomeno mafioso, come tutti i fenomeni umani… avrà una fine!!! 
“Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre… ma è bello morire per ciò in cui si crede: chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”!!!
Claudio… noi siamo con te.

E’ deceduta il magistrato dell’inchieste di "Mafia Capitale" e del Clan "Spada"…

E’ stata trovata morta nella sua casa della capitale, il magistrato Simonetta D’Alessandro…
Un cognome che per i non addetti ai lavori dice poco, eppure è stata durante la sua carriera, uno dei magistrati posti più in prima linea, avendo seguito in prima persona, alcune tra le più importanti inchieste giudiziarie, sia sulla criminalità organizzata, che in particolare sui reati nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Come riportato, è stata trovata morta nella sua casa al centro storico; a dare l’allarme è stato il figlio che non avendo avuto più notizie della madre, si è rivolto nel pomeriggio alla stazione dei carabinieri. 
Gli uomini dell’arma si sono quindi recati nell’abitazione del magistrato trovando al suo interno il cadavere del magistrato… 
Dalle prime indagini sembra che non vi fosse alcun segno di effrazione, ne sulla porta d’ingresso e neppure sulle finestre, ed inoltre, lo stesso medico legale – da un primo esame – ha dichiarato di non aver riscontrato alcun segno di violenza, ed è uno dei motivi che ha spinto gli investigatori ad ipotizzare un malessere improvviso….
Certo, l’eta cosi giovane del magistrato, 58 anni, ha fatto sorgere al sottoscritto dei sospetti, forse perché solitamente metto sempre in discussione tutto, anche le circostanze che per la maggior parte delle persone risultano ovvie…
Ma si sa… oggi esistono molteplici possibilità per commettere un omicidio e non lasciare tracce… 
Sicuramente non è questo il caso, ma considerato che stiamo parlando di un magistrato che solo a inizio anno aveva firmato come gip, l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 persone del “clan” Spada ed anche di 13 rinvii a giudizio per una porzione dell’inchiesta “Mafia Capitale” legata all’assegnazione dei lavori compiuti in alcuni campi nomadi, qualche sospetto lo crea…
Ed ancora, è sempre Lei la titolare dell’inchiesta Fini-Tulliani ed ancora lei il magistrato che nel 2016, si è occupata dell’archiviazione dell’inchiesta sulla morte del Banchiere Roberto Calvi (presidente del Banco Ambrosiano trovato nel 1982 impiccato a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri)…
Ed infine, va ricordato che la Dott.ssa Simonetta D’Alessandro e tra i magistrati che si è occupata di terrorismo e di nuove Brigate rosse…
Con un curriculum professionale così importante, credere che nessuno desiderasse la sua morte, mi sembra alquanto riduttivo…
Mi auguro quindi che gli investigatori rivedano le decisioni prese, non vorrei che la fretta di chiudere gli accertamenti, abbiano preso il sopravvento, su una decisione celere, che potrebbe risultare errata…
E quindi ai nostri investigatori vorrei trasmettere questo mio pensiero: Vorrei evitare di scoprire tra qualche mese, che quanto oggi è stato ipotizzato come un malore, possa celare qualcosa di diverso…
Spero comunque… di sbagliarmi!!! 
Mentre ai familiari vorrei dire, che sono loro molto vicino nel dolore e pur sapendo che in questi momenti non esistono parole adatte per colmare un vuoto così grande, vorrei esprimere un’emozione che sento dal profondo: quella di sentirmi onorato, d’aver potuto ricordare – anche solo per un momento – un grande magistrato.
Sentite condoglianze. 

Provano a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di legalità e lotta alla mafia!!! Ma se sono questi i modi…

Fateci caso… ogni giorno assistiamo a promozioni e partecipazioni ad eventi di carattere culturale, su temi di legalità e contrasto alle mafie.
I mass media, in particolare le televisioni, aprono quei loro Tg con notizie destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica, dove una costante attenzione è dedicata al condizionamento che alcuni giornalisti subiscono a causa delle loro inchieste…
Abbiamo visto in questi anni le intimidazioni e le violenze fisiche subite da essi e di come successivamente a causa di quelle palesi aggressioni, trasmesse in tutti i notiziari nazionali e non solo, lo Stato abbia deciso finalmente di reagire (dopo anni e anni di assoluto silenzio…). 
Ma non tutti mostrano quel coraggio, anzi taluni “giornalisti”, pur di far “lievitare” l’audience del proprio programma televisivo, hanno invitato nelle reti nazionali proprio i familiari di quelle famiglie mafiose che – senza alcuna presenza, per un eventuale contrapposizione – hanno potuto pubblicamente attaccare il nostro sistema giuridico, mettendo in discussione anche quel sistema dei collaboratori di giustizia…
E stata permessa un’informazione inesatta, si è effettuata una vera e propria forma a difesa di quel fenomeno mafioso, è passato un messaggio “riduzionista” nel quale essa non è più pericolosa e dove lo Stato ha dimostrato potere su quelle organizzazioni criminali…
La realtà si sa… è tutt’altra, in quanto quelle associazioni mafiose, grazie alla propria forza economica/finanziaria, al sostegno della politica e al controllo diffuso del territorio, traggono ogni giorno che passa, sempre più consenso sociale…
D’altronde chi dovrebbe contrastare quel potere criminale non è nelle condizioni di farlo, sia perché dimostra di non essere libero da condizionamenti, ma soprattutto in quanto risulta incapace di esercitare con vigore quella necessaria lotta…
Peraltro come si sa… la mafia, attraverso un cambio di strategia che li ha condotti a tenere un profilo basso, è riuscita ad accrescere i propri  affari… senza far rumore, ma soprattutto evitando di dare notizie in pasto ai giornali, il tutto ovviamente grazie anche ai numerosi cittadini omertosi o certamente disinteressati, alcuni dei quali purtroppo, facenti parte di quei reparti operativi, che preferiscono svolgere quel proprio operato presso il Bar adiacente oppure restando davanti al proprio terminale, con le fette dei prosciutti negli occhi… 
Ecco il motivo per cui non è oggi la “negazione” a rappresentare il reale problema alla lotta alla criminalità o al malaffare, bensì l’ostacolo principale per i cittadini più coraggiosi è dover superare quelle barriere istituzionali, trovare cioè quegli “Uomini dello Stato”, capaci di occuparsi di tutti gli episodi di cui si è venuti a conoscenza e non solo di quelli che danno loro visibilità mediatica o risultano per i quotidiani più eclatanti…
D’altro canto si è visto… molte di quelle denunce presentate non vengono neppure prese in considerazione!!!
Molto probabilmente debbo pensare che all’interno di quegli uffici istituzionali, sopravvivono ahimè ancora individui  compiacenti, reticenti o ancor peggio collusi… 
E’ incredibilmente lo so, ma sono proprio loro i primi con cui un cittadino perbene deve scontrarsi, poiché questi proveranno in ogni modo a insabbiare le denunce presentate o certamente faranno in modo di sfiancare ogni vostra velleità, affinché con il tempo, quanto da voi presentato, venga alla fine tralasciato… 
L’unico modo che si ha per contrastare quell’indolenza,  fare in modo che quelle denunce presentate, vengano portate a conoscenza di chi sta ancora più in alto di loro o nella peggiore situazione, utilizzare i social o quei programmi Tv che si occupano di servizi e inchieste; sì… forse soltanto così si avrà la certezza che nulla resterà celato!!!
Ho l’impressione che sia giunto il momento di togliere quelle foto istituzionali appese all’interno dei nostri uffici pubblici!!!
Già… è tempo di sostituirli con una frase, quella del giudice Paolo Borsellino: A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”!!!