Archivi categoria: imprese

La criminalità organizzata sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria: per ora sono solo 35 le misure cautelari ma sono certo che a breve – da altre regioni – si aggiungeranno nuovi nominativi!!!

Certo scoprire che negli appalti per i servizi della rete ferroviaria vi sia – secondo l’ultima indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli – la criminalità organizata potrebbe sembrare una sorpresa ma se si analizzano le procedure di molte di quelle aggiudicazioni si scopre come dietro vi sia l’attuazione di procedure illegali e coercitive…

Difatti, le società che puntano a quegli appalti, ma anche le imprese che vengono solitamente inserite in qualità di subappaltatori, riescono ad ottenere ciò attraverso metodologie molto pratiche e soprattutto dirette ad ottenere quello scopo, vedasi l’utilizzo di metodi estortivi, la turbativa d’asta, l’intestazione fittizia di beni, la corruzione e soprattutto il riciclaggio, il tutto con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa che da un lato permette di controllare quegli appalti e d’altro determina chi deve lavorare e chi no…

Come sempre avviene in questi casi, quando cioè si giunge alla fine dell’inchiesta, ecco che si procede con l’esecuzione dei provvedimenti di misure cautelari, nel caso specifico per 35 soggetti, con i relativi decreti di sequestro preventivo sia di beni mobili che di immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

A questi soggetti sono state imposte, per circa la metà, le misure di custodie in carcere, mentre per tutti gli altri, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria…

Va altresì detto come i provvedimenti cautelari, siano stati eseguiti no solo nelle province di Napoli, ma anche in quelle di Caserta, Roma, Bari e Lecco, e sono stati emessi diversi procedimenti dal gip di Napoli nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, tra cui un avvocato e un responsabile di un’agenzia bancaria…

Ritengo che se quanto svolto in questi giorni dalla Dda partenopea, fosse anche esteso ad altre regioni del nostro Paese, si scoprirebbe come il sistema attualmente perpetrato ed ora per fortuna emerso, grazie all’inchiesta di cui sopra, non rappresenti altro che un esempio perfetto di quanto sta accadendo anche in altre realtà, di cui però finora si è preferito non indagare…

D’altronde non dobbiamo dimenticare come quei grossi appalti siano una manna dal cielo per la nostra politica e per molti referenti istituzionali che trovano attraverso essi un vero e proprio indotto, garanzia occupazionale per i propri familiari e/o amici, nuovi posti di lavoro in un grave momento di crisi, ma soprattutto, questi soggetti “raccomandati” diventano con il tempo, garanzia di quelle preferenze elettorali da sfruttarsi al momento opportuno… 

Quindi cosa dire, fa comodo a molti restare come siamo, poi che gli appalti vengono compiuti in maniera non regolare, che la sicurezza (tanto decantata dai nostri Presidenti e governanti) non venga applicata in maniera corretta, che le forniture siano sotto dimensionate e i raggiri sono sotto gli occhi di tutti, beh… poco importa, perché come si dice da noi “mangia e fai mangiare…”, perché ciò e quanto la maggior parte dei miei connazionali vogliono di fatto ottenere!!!

Penso che a tutti noi non resta che attendere di leggere – su qualche testata nota – la prossima inchiesta giudiziaria sui lavori “ferroviari”; d’altronde, considerate le facoltà magiche personali che molti amici mi attribuiscono, ho la sensazione che a breve, anche nella mia regione Sicilia, potrà accadere qualcosa di analogo con quanto emerso in queste ore… 

Come dicevo, non resta che attendere…

Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!!

Presidenti Mattarella e Draghi, basta con proclami o belle parole sulla sicurezza, d’altronde permettetemi di dire che Voi, non ne sapete nulla su questo argomento ed allora mi chiedo, perché non affidarsi a chi da sempre opera in quel settore!!! 

Il sottoscritto ad esempio opera da oltre trent’anni in qualità  R.S.P.P. (oltre che come Coordinatore e Formatore…), ed in questo lungo periodo mi pregio di non aver mai avuto un solo incidente nei cantieri da me seguiti e posso assicurarvi che non si è trattata di semplice fortuna!!!

Ora, se pensavate per un istante che quanto sopra sia stato dovuto ad una mera casualità, no… miei cari Presidenti, mi dispiace deludervi, ma ciò è accaduto in quanto il sottoscritto, perdonatemi la frase scurrile – “ci ha scassato la minch… ogni giorno, sia ai lavoratori che ai colleghi preposti alla sicurezza” affinché ciascuno di essi compiesse in ogni istante il proprio dovere, senza mai distrarsi ma soprattutto mettendo in pratica quelle necessarie misure di prevenzione e protezione e salvaguardia di ogni fase lavorativa proteggendo tra l’altro anche l’altrui lavoro… 

Perché il problema fondamentale è quello di mettere in pratica – in maniera semplice ma soprattutto facilmente comprensibile – quanto riportato in quel testo unico del D.L.vo 81/08 e s.m.i., ma serve a poco conoscere le norme se poi queste di fatto non vengono  applicate o dovrei aggiungere che chi per primo dovrebbe imporre quelle regole, è proprio lo stesso individuo che se ne fotte!!!

Permettetemi altresì di aggiungere che il sistema per come è strutturato, mi riferisco alla gestione della sicurezza sul lavoro (in sigla SGSL) è di fatto totalmente inconcludente poiché se chi dovrebbe controllare e verificarne l’operativa sul campo è di fatti sottomesso al proprio datore di lavoro, il quale ha solitamente come primo obiettivo quello di mirare esclusivamente alla produttività a scapito della sicurezza, è evidente che il sistema della sicurezza implode su se stesso…

Vi è quindi la necessità di cambiare quelle regole, chi svolge la funzione di controllo deve essere slegato da quel rapporto di sudditanza che lo lega all’impresa stessa; quanto riportato vale anche anche per chi svolge la funzione di Coordinatore: comprenderà bene che se nei lavori privati (ma potrei estendere il concetto anche per quelli pubblici), la figura posta a controllo delle procedure previste e dei controlli, risulta troppo rigida o professionalmente distaccata dal Committente che lo ha chiamato (lo stesso che d’altronde paga le sue fatture), se nel suo operare evidenzia un atteggiamento energico, fermo o risoluto, non permettendo alle imprese o ai lavoratori individuali che si possa violare anche uno solo di quegli adempimenti, ecco che questo professionista, difficilmente verrà premiato e quindi nuovamente chiamato per un altro incarico, no…  al suo posto verrà scelto un collega certamente più disponibile a chiudere un occhio…

La stessa cosa vale peraltro per l’R.S.P.P. o per l’addetto “Preposto” che fintanto dipende dallo stipendio ricevuto da quell’imprenditore (mi riferisco a quello “negligente”, perché ve ne sono tanti altri che dimostrano di tenere alla sicurezza della propria impresa) è evidente che il loro potere decisionale vale nulla!!!
Difatti, riuscire a far la voce grossa, imporsi in quelle scelte fondamentali per la messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro, procedere con gli acquisti dei Dpi, passa tutto in secondo piano quando quel rapporto – a causa delle continue richieste per far fronte a quella inadeguata sicurezza – comporterà l’allontanamento di quel responsabile o l’eventuale modifica del rapporto contrattuale…

Ed infine la situazione peggiore, i “Committenti”: sì, proprio loro che manifestano ovunque a grandi titoli di voler adottare all’interno della propria società quanto necessario per portare a zero quei rischi connessi alla sicurezza, trasmettendo tra l’altro quel messaggio anche ai partner affidatari e di conseguenza alle loro imprese subappaltatrici…

Ora, come dicevo sopra, se quanto fatto resta esclusivamente sulla carta, se sono proprio quest’ultimi i primi a limitarsi ad adottare la sicurezza, espletandola solo dal punto di vista cartaceo, senza poi intervenire in maniera concreta o in particolare, quando emergono gravi problematiche in quei loro cantieri (ah dimenticavo… alcune di esse fanno altresì firmare agli imprenditori nei contratti d’appalto, limiti di riservatezza, affinché nulla di ciò che accade all’interno di quei lavori venga riportato all’esterno in particolare ai media; mi chiedo, non è che forse dovrei pensare che l’intenzione reale è quella di non far giungere mai nulla all’esterno o direttamente a quegli organi competenti o ancor più giudiziari???)!!!

Permettetemi di aggiungere come la circostanza peggiore è rappresentata quando questi – pur venendo a conoscenza delle criticità presenti nei loro cantieri – non si adoperano minimamente per attuare quelle necessarie risoluzione, viceversa si chiudono a riccio, chissà forse per salvare l’onorabilità di quella propria struttura o forse per tutelare quei loro referenti impreparati o certamente inadeguati per occupare posizioni così strategiche e particolarmente decisionali??? 

Ma d’altronde anche loro cercano di salvaguardarsi il proprio orticello, già… quel posto di lavoro ricevuto certamente in maniera immeritata e che ha come unico fine, non tanto il rispetto delle norme previste dai CCNL e/o quanto riportato nei Capitolati d’Appalto, no…  il loro interesse non è sulla salvaguardia delle vite umane, essi viceversa puntano a procedere nella direzione della produttività, affinché i tempi previsti di quei loro cronoprogrammi vengano rispettati e rimettendo così ad altri – mi riferisco ai referenti delle affidatarie o agli addetti della sicurezza delle altre imprese sottostanti – tutti i problemi connessi con quelle fasi lavorative programmate.  

Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sul lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno neppure gli ultimi!!!

Cordialmente, Nicola Costanzo    

P.s. è siamo giunti a – 5

Ispettori del lavoro: servono a nulla i concorsi pubblici!!!

Ho letto in questi giorni un articolo sull’esiguo numero di ispettori del lavoro presenti nell’isola e la  necessità di realizzare un concorso pubblico per integrare quell’Ispettorato di nuove unità…

Beh… il sottoscritto ritiene che il vero problema non sia rappresentato dal numero degli addetti, pensando così di eliminare definitivamente gli incidenti sul lavoro o ancor peggio le morti di quei suoi addetti!!!

D’altronde se volessimo utilizzare lo stesso criterio potremmo dire che un numero importante di funzionari, sarebbe deterrente contro le continue segnalazioni di irregolarità nei cantieri o nelle imprese, già… è come dire che il visto il numero corposo degli addetti alle forze dell’ordine, la mafia o per meglio dire la criminalità organizzata è stata debellata…

Ed allora comprendiamo come il reale problema non sia rappresentato dal numero di ispettori da integrare, ma poi ditemi, chi sarebbero questo soggetti – molti dei quali non possiedono alcuna esperienza diretta sul campo – capaci di invertire questo stato di cose…

Il sottoscritto ritiene che il cambiamento può avvenire solo con la formazione, perché sono le imprese e i loro datori di lavoro, i quali, in collaborazione con i propri Responsabili della sicurezza, preposti, addetti alle emergenze, possono costituire il primo baluardo affinchè circostanze gravi come quelle che si sono presentate lo scorso anno, non abbiano più a doversi ripetere, perché come ripetp spesso, “il pesce puzza dalla testa” e se non si parte con l’intenzione che solo la formazione, l’informazione e l’addestramento, insieme alla consegna dei DPI e DPC, si possono limitare i rischi a cui sono coinvolti tutti i lavoratori… 

Gli ispettori del lavoro servono a poco o quantomeno sono fondamentali per effettuare saltuariamente quei controlli, non necessariamente punitivi (o come si dice sanzionatori…), perché come riportavo sopra, c’è chi prima di loro deve effettuare quei controlli ed è l’impresa, con i suoi uomini, collaboratori e nel caso di appalti pubblici in particolare se di notevole importanza, i Committenti, gli Affidatari, che insieme ai propri  rappresentanti per la sicurezza ( ma non solo, anche per l’ambiente e la qualità…), a cui non dimentichiamo, vanno per normativa integrati i Coordinatori della Sicurezza in fase di esecuzione, …

Quindi se in tutta l’isola vi sono soltanto 63 ispettori del lavoro, sì… saranno certamente pochi, ma ritengo che per quanto debbano svolgere, possono anche bastare… 

D’altronde ditemi, se ogni giorno ciascuno di essi effettuasse un controllo, a fine anno ne avrebbero eseguito ben 16.632, un numero certamente considerevole che sono certo fnora non è mai stato raggiunto… 

Quindi vi prego prima di parlare, prima di scrivere articoli tanto per far aumentare il numero di visualizzazioni nelle proprie pagine web, consultatevi, tra l’altro si sa: parliamo di siti che vengono finanziati da soggetti che hanno certamente interessi personali nel voler realizzare quel servizio, potendo non solo contare sugli introiti delle pubblicità, ma soprattutto utilizzare quel mezzo mediatico così influente per orientare l’opinione pubblica a favore dei loro amici cui solitamente si rivolgono lodi e per rivolgere critiche o disapprovazioni verso chi si schiera contro di essi…

Ecco quindi che prima di pensare a risolvere una questione così grave che da anni fa scorrere fiumi di sangue, bisognerebbe iniziare a pensare di trasformare le culture di tutti i soggetti che operano in quei settori che non desiderano cambiare!!!

Già… mi riferisco a chi cerca ogni giorno di procedere nell’illegalità, ma anche purtroppo chi dovrebbe procedere con i controlli, ma ahimè si piega ( per come abbiamo abbiamo peralto visto, sì… basti ricordare quanto accaduto alcuni anni fa a seguito dell’inchieste giudiziaria che ha visto coinvolti taluni dirigenti di quegli uffici ispettivi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) a quegli abituali metodi corruttivi e clientelari, fondamentali per alimentare il proprio orticello e quello dei propri familiari, già tra l’altro quest’ultimi casualmente inseriti proprio in quelle strutture che avrebbero dovuto essere controllate e che di fatto vengono per gli ovvi motivi… escluse!!!

Già, nel pensare a quanto accade quotidianamente, mi viene in mente un film di qualche anno fa: vai avanti tu, che mi viene da ridere!!!

"Offerta economicamente più vantaggiosa" da realizzarsi in 15 giorni??? Ma per favore… quell’esiguo tempo non basta neppure per studiarsi il progetto!!!

La chiamano “offerta economicamente più vantaggiosa” e la troviamo all’interno di quei bandi d’appalto che dovrebbe portare le imprese partecipanti a realizzare uno studio tecnico tale da migliorare non solo economicamente ma soprattutto tecnicamente il progetto previsto dall’Ente…

Ma funziona veramente così o dietro quella procedura si nasconde di fatto un meccanismo collusivo che permette soltanto alle imprese amiche di poter partecipare???

Innanzitutto, come si può pensare di pubblicare una gara di ben 14 milioni di euro, quindi un progetto importante, il 5 Novembre e prevedere la scadenza il 24 dello stesso mese… 15 giorni contati affinché si permetta alle imprese di presentare un progetto alternativo, quando quei pochi giorni non bastano neppure per studiare il progetto previsto!!!

La mia non è una semplice riflessione personale, qualcuno potrebbe considerarla “insensata”, già… buttata lì a casaccio, no, per chi non lo sapesse, l’appalto di cui sopra fa riferimento ad una pubblicazione in  Provincia di Potenza…

Ed allora viene spontaneo chiedersi, se forse ancor prima della pubblicazione si sia già deciso chi debba vincere a tavolino quell’appalto, delineando un capitolato “ad personam” – il che comprenderete limiti il numero dei partecipanti alla gara, ma soprattutto lo si mette in condizione di avere in anticipo quel progetto, affinché l’impresa amica possa preparare anticipatamente le migliorie tecniche/finanziarie da presentare in fase d’offerta!!!

D’altronde solo chi possiede un amico in quell’ente può sapere quali caratteristiche e quindi quali migliorie possono essere richieste dal capitolato per farsi assegnare un punteggio più alto, d’altronde essendo il progetto a discrezione della commissione, se dovessero partecipare concorrenti inaspettati, potete stare certi che a quest’ultimi verrà riservato un vaglio talmente stringente da dargli un punteggio più basso rendendo di fatto non equa la partecipazione.

Peraltro comprenderete bene come la documentazione da consegnare può essere a seconda dei concorrenti passata al vaglio in modo “severo” o viceversa in maniera “discrezionale”; peraltro ditemi chi dovrebbe mai controllare quei controllori essendo il loro giudizio soggettivo

Va pure detto che si è fortunati a trovare il bando di gara, in molti casi questo viene tenuto il più segreto possibile e come dicevo sopra, soltanto gli amici imprenditori ne conoscono l’esistenza con largo anticipo, per tutti gli altri è una caccia al tesoro, devono riuscire a scovarlo su siti web mai funzionanti, su pubbliche bacheche esposte al pubblico ma accessibili solo in talune ore e che si intrinsecano su collegamenti e rimandi di pagine che credetemi, ci vuole un esperto informatico per riuscire a trovare quei documenti, proseguendo poi su gazzette o pubblicazioni varie, fatte però circolare solo due/tre giorni prima della data di scadenza per la presentazione.

Poi vi sono i casi in cui il bando viene inviato, le gare vengono espletate nei mesi di Agosto o Dicembre a ridosso “stranamente” di vacanze, ponti o festività.

D’altronde cosa dire, siamo in Italia, la nazione più corrotta d’Europa, al mondo infatti, in una scala da zero (gravemente corrotto) a 100 (assolutamente pulito), l’Italia con i suoi 43 punti si colloca tra le nazioni al mondo che non raggiungono neppure la sufficienza in trasparenza!!!

Perché meravigliarsi quindi, non dobbiamo prenderci in giro, si sa… i raggiri utilizzati sono molteplici e vengono usati proprio per eliminare tutti quei partecipanti sgraditi.

Ed infine, non parliamo delle aggiudicazioni, queste se dovesse finire ad una impresa “non gradita”, ecco che a seconda di chi è l’impresa, i tempi di consegna dei lavori si dilatano improvvisamente, fino a giungere a un anno di distanza, sempre che si dia per certo il via di quell’opera…

Nel frattempo l’impresa potrebbe aver perso i requisiti, esser finita in liquidazione oppure è intervenuto un provvedimento interdittivo e via discorrendo, beh… in tutti questi casi l’impresa viene esclusa e casualmente ad aggiudicarsi l’appalto indovinate un po’… è la seconda in graduatoria, proprio l’impresa amica!!!  

Ed infine, sto valutando nella mia regione (Sicilia) un Ente, il quale – a mio modesto parere – non indica mai anticipatamente il giorno in cui verrà espedita la gara e soprattutto sembra aggiudicare il più delle volte i propri appalti a talune imprese…

Ho potuto verificare altresì come la procedura di espletamento della gara venga compiuta dopo alcuni giorni…

Su questo punto ho letto (alcuni giorni fa) un commento sul web che riteneva come qualcuno potesse venire a conoscenza delle offerte presentate, già… attraverso un semplice applicativo ed essere così in grado nel giro di pochi secondi di conoscere – anche soltanto pochi minuti prima dei termini di gara ( ovviamente si riferiva ad un esperto informatico che posto dall’interno di quell’Ente e/o anche un consulente esterno che riusciva ad intervenire su quel software gestionale o ancor peggio qualcuno che era stato in grado d’inserire in quel sistema un software “spyware” ) – il valore esatto di ribasso per vincere l’appalto e comunicarlo così all’impresa amica affinché lo applicasse nell’offerta telematica da inviare solo pochi minuti prima della scadenza!!!

Non so che dire, certo l’ipotesi di cui sopra, se pur molto fantasiosa, ha lasciato nel sottoscritto comunque qualche dubbio…

Le hanno chiamate "Social Housing", ma di "social" non possiedono nulla!!!

Per chi non lo sapesse, l’obiettivo delle “Social Housing” o per meglio dire dell’edilizia residenziale “sociale”è quello di garantire benessere abitativo insieme ad una integrazione sociale…

Difatti, in un unico complesso trovano posto sia i cosiddetti popolari che rispondono alle politiche dell’ente pubblico quanto gli alloggi privati gestiti da Sgr, Fondazioni o Cooperative….
Inoltre questa determinata tipologia d’interventi immobiliari cerca di selezionare gli abitanti in modo da creare una comunità il più possibile equilibrata: ogni progetto ha difatti una quota di giovani, single, anziani, coppie ed anche disabili…
Contrariamente a quanto accade tradizionalmente con l’edilizia pubblica che utilizza criteri burocratici oggettivi attraverso liste e graduatorie, che non possono tenere conto delle peculiarità e dei bisogni delle persone e/o della comunità…
Certamente questo tipo di edilizia sociale tiene conto di politiche di innovazione sociale e smart city, infatti nel medesimo progetto vengono date risposte alle diverse esigenze abitative, creando altresì spazi per la socialità e la condivisione, a cui si aggiungono azioni di riqualificazione urbana e di risparmio energetico…
Infatti questo tipo d’interventi comprendono non solo alloggi, ma spazi aperti condivisi tra gli abitanti,parchi giochi, piazze e aree verdi, il tutto gestito dalla comunità degli abitanti, insieme al gestore sociale e la proprietà, in accordo, quando necessario, con il Comune di riferimento…
Cosa dire, sono dei progetti bellissimi, in particolare quando vengono realizzati con le finalità di cui sopra, un modo nuovo di costituire una comunità che a sua volta può costituirsi in cooperativa o in associazione, il tutto ovviamente senza fini di lucro, dando così vita in alcuni casi ad un nuovo soggetto di residenti che opera in diversi ambiti quali quello sociale, culturale, di aggregazione, ambientale, solidale e di mutuo soccorso…. 
Ed ancora, gli spazi aperti vengono animati su iniziativa della comunità per eseguire manifestazioni teatrali, convegni, concerti e mercatini vari…
Ma come sempre accade, mentre in altre realtà questi progetti diventano un momento da imitare, per aggregazione e solidarietà, viceversa da noi, anche queste banali operazioni immobiliari diventano incredibilmente inchieste giudiziarie…
La svolta è arrivata in questi giorni, col nuovo materiale acquisito dagli inquirenti che fa tremare ora il mondo della politica, compresi dipendenti pubblici e società private…
Attualmente gli iscritti nel registro degli indagati sono cinque, per reati che vanno dal falso, all’abuso d’ufficio, all’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggrava…
La Procura della Repubblica di Caltagirone, dopo numerose segnalazioni, ha dato il via ad una controversa vicenda (perfettamente ricostruita dal mensile S e dalla testata online LiveSicilia) e che ora finalmente sembra essere giunta ad una conclusione…
Cosa dire, senza entrare nel merito della vicenda che trovate riportata in maniera dettagliata nella pagina web di cui sopra sopra, ciò che amareggia maggiormente è vedere come iniziative socialmente utili, vengano di fatto insudiciate in questa terra infetta da quei soliti comportamenti esacrabili…
Credo che non ci sia più nulla d’aggiungere!!!
   

CATANIA: Gdf verifica gli anni di gestione 2013-2018!!!

Lo scorso anno ricordo di aver letto un un articolo realizzato da “contropiano.org” che analizzava in maniera precisa il fallimento dell’amministrazione Etnea: “Il senso di quanto accaduto non risiede solo nella drammatica condizione di alcune migliaia di lavoratori comunali e delle partecipate per il rischio sui pagamenti degli stipendi e nella fruibilità dei servizi da parte della popolazione, ma nella evidente abdicazione del sistema pubblico al mantenimento di strumenti di coesione sociale tra aree territoriali del paese, il cui divario socio-economico è ormai a livelli di guardia.
Il “fallimento” del comune di Catania è la diretta conseguenza dell’applicazione multilivello dei Patti di Stabilità (europeo, nazionale, locale, ndr), il cui effetto, neanche paradossale, è l’instabilità e precarietà esistenziale di parti crescenti del territorio nazionale, soprattutto al Sud. Quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno di secessione reale, sociale ed economica, di parti del territorio nazionale tagliato fuori dai rapporti con il centro produttivo e finanziario del Nord Italia e del nucleo magnetico centrale della Ue, abbandonati quindi alla deriva economica e alla marginalizzazione sociale”.
Ora come sempre avviene “i nodi vengono al pettine” e difatti a piangerne le conseguenze, non saranno solo i cittadini, ma anche le imprese…
Sì… perché con un “buco” di un miliardo e 600 milioni di euro, il Comune di Catania non può che dirigersi verso il fallimento, mentre ai cittadini non resterà che iniziare a soffrire gli aumenti di aliquote sulle già esose tasse… a cui andranno sommati i danni che le imprese subiranno a causa di questo dissesto finanziario, che provocherà a molti di essi – in particolare a coloro che vantano crediti verso lo stesso ente locale – una grave perdita, perché la legge prevede per tali crediti, una svalutazione che oscilla dal 40 al 60%.  
Ovviamente se il buco finanziario c’è… qualcuno l’ha realizzato e quel qualcuno ora è sulla lente d’ingrandimento degli investigatori della Gdf, che proprio stamani si sono recati presso la Segretaria Generale Rossana Manno, da poco insediata, alla quale hanno notificato una delega della Procura di Catania per l’acquisizione di tutti gli atti amministrativi risalenti ad uno specifico periodo, il 2013-2018.
Comprenderete come l’indagine si preannuncia molto “approfondita” tanto che i militari hanno chiesto e ottenuto una stanza presso gli uffici di Ragioneria per svolgere il proprio lavoro.
L’iniziativa (secondo quanto è trapelato), sarebbe da collegare a un’inchiesta avviata dalla Procura di Catania sul dissesto finanziario, per un ‘buco’ da oltre 1,5 miliardi di euro, al momento senza indagati.
Al momento di nomi non ve ne sono… ma sono certo che quando si giungerà alla fine delle indagini – come sempre avviene in queste circostanze – qualche nome uscirà fuori!!!
Ma d’altronde, continuare a pensare come ancora in molti fanno – soggetti che si piegano alle volontà del malaffare e della corruzione – e cioè che la giustizia non giungerà mai alla loro porta… è veramente da sciocchi, perché il tempo dell’illegalità è finito, anche per coloro che finora sono stati (ahimè da questo nostro collaudato sistema clientelare…) ben protetti!!!
Già… forse si dovrebbe dire: troppo protetti!!!

Con 16.000 dipendenti alla Regione Sicilia, soltanto in 11 si occupano di sbloccare i fondi disponibili!!!

Nella Regione Siciliana ci sono 16mila dipendenti e vi sono inoltre ben 260 milioni per le imprese che innovano, ma purtroppo… non c’è il necessario personale, per sbloccare quei progetti!!!
L’Assessorato alle attività produttive infatti, ha soltanto 11 dipendenti che si occupano dei sei programmi europei per i quali sono state presentate complessivamente ben 3.500 domande…
Per analizzarle tutte, con un ritmo di sei pratiche al giorno…. significa che si rischia –quantomeno per i bandi già pubblicati – che la graduatoria giunga non prima di un anno e mezzo!!!
Al momento non c’è soluzione, visto che i dipendenti del dipartimento sono in tutto 134, più una ventina distaccati a Catania, ed hanno attualmente altri compiti di cui occuparsi…
D’altronde come dice  il dirigente generale, Alessandro Ferrara: “Le risorse umane sono quelle che sono, se le spostassi da altri servizi rischierei di provocare un danno erariale”!!!
Così, al momento, si naviga nel buio… 
Da una parte, i fondi europei, indicati come uno dei settori chiave su cui agire per produrre un rapido sviluppo… restano bloccati, dall’altro un dipartimento, quello delle Attività produttive, che subisce ripetuti tagli sugli straordinari, non consentendo a quegli stessi dipendenti volenterosi di completare le pratiche, fuori dall’orario di lavoro… 
Tra i bandi aperti, uno riguarda le imprese appena nate ed ha una dotazione di 30 milioni di euro, ma questa somma ahimè, non basterebbero neppure a coprire le briciole… visto che attualmente sono state presentate 1.169 domande e se accolte tutte, necessiterebbero di poco meno di 750 milioni!!!
Come dicevo sopra… per analizzarle ci sono soltanto due funzionari, che però devono dividersi fra questo e un altro bando, che invece riguarda le piccole e medie imprese: in quest’ultimo caso i fondi messi a disposizione da Bruxelles sono 70 milioni, le domande inviate 500 e gli investimenti progettati dalle aziende superano attualmente i 660 milioni!!! 
Poco più avanti, nello stesso dipartimento, c’è l’ufficio che s’interessa del bando da 20 milioni, questa volta per le imprese artigiane: ovviamente anche in questo caso i funzionari addetti quantomeno sulla carta sono due, di cui uno purtroppo ha avuto dei problemi di salute… (ovviamente colgo l’occasione per porgere i migliori auguri di pronta guarigione), per cui, l’unico dipendente rimasto, deve affrontare una montagna di domande, all’incirca 985, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni.
Come diceva quel detto… ??? “Campa cavallo che l’erba cresce“!!!
C’è comunque chi è più fortunato, trattasi dei bandi sull’innovazione…
Gli addetti questa volta sono 8… ma devono fronteggiare tre programmi europei: quello da 28 milioni per i servizi innovativi alle imprese (con 470 domande), quello da 56 milioni per la ricerca tecnologica (con 43 progetti depositati), ed infine quello per la collaborazione fra aziende, università e Cnr, che ha una dotazione finanziaria di 56 milioni. 
Ovviamente tutti questi progetti se finanziati potrebbero creare una grande opportunità di lavoro, in una regione che ha fortemente bisogno di ciò… 
Ma come riporta perfettamente il titolo del post, quanto può interessare a quei 16.000 dipendenti regionali fare di più – in particolare senza che nessuno li abbia incaricati a quelle mansioni – affinché , grazie al loro operato, si possano creare quelle nuove condizioni di benessere sociale…
D’altronde loro sono “blindati”, un posto c’è l’hanno e non devono dimostrare a nessuno quella loro adeguata professionalità o quantomeno se il loro quotidiano rendimento compensi quanto mensilmente percepito…
Inoltre va aggiunto per correttezza, che se essi fanno molto di più di quanto gli compete, non riceveranno alcuna gratificazione personale e/o economica ecco quindi i motivi che portano abitualmente a vedere firmati i badge dai propri colleghi, richiesta di permessi per malattia insussistenti, interruzioni dai posti di lavoro per passeggiate al bar, a cui si aggiunge solitamente quella indispensabile sigaretta ed infine la necessaria lettura del quotidiano sportivo e quel doveroso passaggio sul web per controllare la propria pagina social…
Ecco, l’estenuante giornata è finita… si timbra il cartellino e si va avanti in attesa… della prossima giornata!!!
Già… sono lontani i tempi del giudice Borsellino, quando diceva: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”…  

Una cosa è certa: la mafia è ovunque!!!

Non si può dire che lo Stato stia a guardare… anzi, se pur con poco dinamismo, si è riusciti in questi anni a effettuare arresti eccellenti e molti di quei prestanome e/o affiliati a quel sistema, sono stati arrestati ed anche condannati…
Ma la mafia si sa… ha continuato ad espandere le proprie ramificazioni e ad ogni potatura, ne ha accresciute di nuove… 
Ed è questo il quadro per l’anno 2016, rappresentato in questi giorni al Senato, dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) per nome del Procuratore nazionale Franco Roberti e dalla Presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi…
Dalla relazione prodotta, emerge quanto è stato compiuto lo scorso anno, tra successi investigativi e processuali, ma purtroppo, le mafie storiche, hanno saputo dimostrare di non subire arresti…. anzi, si sono evolute, per meglio adattarsi ai vuoti provocati per l’appunto da quegli arresti e/o da quelle condanne… un vero e proprio cambio di quella strategia di controllo del territorio, ora certamente meno violento, ma più efficace.
La mafia investe nella società… cerca di condizionare l’opinione pubblica, i processi economici e culturali, ristabilendo quell’autorità che lo Stato, di fatto, fa mancare…
Si punta principalmente ad un metodo ormai collaudato “corruttivo e collusivo”, infiltrando i propri uomini, in quei settori amministrativi ed economici, non più privati, ma soprattutto pubblici… affinché si possa pian piano acquisire il controllo, per poi utilizzarlo illegalmente, per favorire le imprese amiche (mafiose) loro “affiliate”… 
Si punta a tutto, in particolare ai finanziamenti pubblici!!!
Si tenta in ogni modo, di aggiudicarsi tutte le gare degli appalti pubblici in programmazione, tentando attraverso la corruzione prima e la coercizione dopo, di acquisire quegli appalti… Questi difatti, vengono sin dalla loro progettazione, realizzati da professionisti esterni, appartenenti a quel sistema colluso (d’altronde gli uffici amministrativi pubblici, spesso non sono neppure in grado tecnicamente di poterlo redigere…) i quali, s’impegnano nella elaborazione degli stessi, progettandoli affinché nei bandi di gara, vengano imposte tutta una serie di condizioni e requisiti, che fanno in modo di escludere, la maggior parte delle imprese partecipanti… 
Ecco che, alla fine… il nome del vincitore è lo stesso della ditta (affiliata), che aveva prima fatto finanziare l’opera e che poi, aveva impostato il bando di gara, affinché potesse aggiudicarselo…
Ed è per questi motivi che la mafia si è dimostrata – se pur la lotta ferrea da parte dello Stato – capace di rimanere presente su tutto il nostro territorio regionale, operando in ciascun settore, quel metodo d’infiltrazione nei settori principali, quali quello economico e finanziario, consentendo alla stessa, il reinvestimento di tutti i proventi illeciti…
La mafia come si visto, in questi anni si è trasformata in una società per azioni… e si presenta oggi, come una vera e propria ordinata organizzazione, fortemente radicata nel territorio, lo stesso  che ne riconosce, attraverso i suoi sottomessi e omertosi cittadini, quella autorevolezza, che non viene nei fatti, riconosciuta allo Stato, vista ormai quest’ultima, come un’entità assente e distante, dai problemi quotidiani di cui soffrono i cittadini…
La mafia di contro lusinga, garantisce lavoro, offre protezione, sostiene le nuove attività imprenditoriali e interviene perfino nei problemi più comuni dei cittadini…
Così facendo, ha potuto acquisire negli anni quel consenso necessario, che le ha permesso, non solo di aver un controllo economico/finanziario, ma anche politico, amministrativo e sociale… discendendo ancor più nello specifico, in quello individuale…
Il proprio impegno d’altronde, è orientato a risolvere le esigenze dei cittadini, i quali sono sempre pronti lì ad elemosinare un favore personale, che verrà successivamente ricambiato (a quegli stessi uomini “affiliati”) nel momento delle votazioni!!! 
Dice il detto: Dove parla il favore tace la giustizia!!!

Il lavoro in Sicilia… resta un’utopia!!!

A dirlo è il rapporto di BankItalia…

Come avevo io stesso riportato alcuni anni fa… “vedrete che finito l’incentivo “ingannevole” compiuto dal programma del governo del Presidente Renzi… i dati dell’occupazione, mostreranno il loro vero volto“…
Difatti… è quanto sta accadendo, dopo il buon andamento degli anni scorsi, dal 2016 la crescita del numero di occupati si è arrestata, pur aumentando le ore lavorate di ciascun addetto… 
Non si assume, ma si pretende che i lavoratori, facciano 12 ore al giorno… integrando – quando ciò avviene – con una concessa miseria d’incentivo… a “nero”, che fa in modo di concedere  -con denaro contante – quella parte di stipendio definito di regola “straordinario”, ovviamente in una forma sottopagata e inferiore, ma soprattutto non documentata, senza prevedere eventuali supplementi previsti, quali notturni, ecc… 

Tutti sanno di quanto accade nel mondo lavorativo… dai sindacati, agli organi di controllo, dalle associazioni di categoria, alle imprese, fino agli stessi addetti… ma denunciare non porta a nulla, anzi si rischia di perdere il proprio posto di lavoro!!!  

Ho letto che a risentirne maggiormente del calo dell’occupazione sono gli uomini, che rappresentano la categoria più colpita dagli effetti della crisi, mentre le donne, dal 2014 hanno contribuito al buon andamento del mercato del lavoro, in particolare quello regionale, con una crescita degli addetti nel settore dei servizi… 
La Sicilia, rispetto alla media nazionale, ha fatto più ricorso a quelle strane forme flessibili di lavoro, utilizzando “voucher” per remunerare le prestazioni di lavoro richieste…
Dai dati riportati, si evidenzia che nel 2016 sono stati venduti 3,4 milioni di voucher… per una occupazione più a tempo pieno, che a tempo parziale… e con un 2017 iniziato con oltre 30 mila disoccupati senza sostegno al reddito…
La speranza di essere assunti entro l’anno è solo un’utopia, non ci sono “imprese” che possono definirsi tali, le altre ancora in vita e non legate al “sistema” mafioso… non hanno dove andare, mentre quelle colluse e “affiliate”, stanno pian piano “crollando” sotto i colpi inferti da parte della magistratura…
Le uniche che operano nel nostro territorio sono le cosiddette “general contractor”, che come ben sappiamo, usufruiscono di quelle limitate imprese definite “limpide”… almeno questo è quanto viene verificato sulla carta da quei cosiddetti “protocolli di legalità”, fintanto che ci si accorge… quasi sempre alla fine dei lavori, di aver subappaltato una grossa fetta di quegli appalti, ad una impresa stranamente “affiliata”… alla faccia della legalità e di quei controlli dell’Anti-corruzione!!!
Le loro imprese come ben sappiamo, usufruiscono soltanto di personale già da tempo “inquadrato”, contropartita di un altro sistema altrettanto mafioso, ma meglio conosciuto come politico/clientelare… ma ovviamente tutti, fanno finta di non saperlo!!! 
Si sta vivendo un dramma sociale… aggiungerei “esplosivo” dai pericoli imprevisti e che vede la nostra isola in una situazione allarmante, con una disoccupazione ai livelli più alti di tutto il Paese e senza aver a tutt’oggi definito un programma mirato al reinserimento di tutti quei lavoratori over 50, che vedono ormai il lavoro come una chimera.
Il fallimento della politica e dei nostri imprenditori è evidente a tutti… il sistema d’altronde in questi anni ha soltanto generato clientelismo ed una mancata meritocrazia…
Da un paese che ha investito soltanto su quanti appartengono a quel mondo ristretto,  cosa ci si vuole aspettare???
E’ evidente a tutti che, con questi tipologia di cittadini “miserabili” disposti a mediare per salvaguardare se stessi (o i propri familiari), i tentacoli di quella associazione mafiosa, con queste condizioni favorevoli… non potranno che continuare a vincere sempre!!! 
Il resto dopotutto proseguirà come sempre… con tante belle parole!!! 

Volete investire in Sicilia, bene… andate a Malta!!!

Ormai sono stanco di ripeterlo… ma sembra che uno dei nostri maggiori problemi – che dovrebbe essere risolto in Sicilia – non viene neppure affrontato o meglio, viene dirottato verso altri paesi, nuovi paradisi fiscali… specializzati nel proteggere denaro proveniente da meccanismi di evasione e riciclaggio…
Di cosa sto parlando ??? Ma del mondo del lavoro… del problema dell’occupazione!!!
Scusate, ma vorrei chiedere a tutti questi nostri governanti, che perdono quel loro tempo a discutere su elezioni appena concluse o su quelle prossime già in programma, sì… mi rivolgo a ciascuno di essi, sia a quelli “nazionali” che a quelli regionali, (per fortuna ancora per pochi mesi…), ma dove sono i programmi concreti per risolvere questa piaga???
Su quanto sopra debbo concordare con il programma espresso dalla Lega di Salvini, che prevede contro la disoccupazione uno “shock fiscale” in grado di liberare il nostro sistema produttivo da una tassazione “sanguisuga”, considerata tra le più alte al mondo e stabilendo un’aliquota unica intorno al 15% (io ritengo il 23% un dato più corretto…), che renderà conveniente a tutte le società estere investire e soprattutto farà in modo che quelle nazionali, continuino a restare in questo paese a produrre…
Inoltre, bisognerebbe fare una distinta selezione delle imprese… dividere cioè quelle affidabili da quelle fraudolente o ancor peggio, colluse con la criminalità organizzata; imprese che nascono per essere recipienti di voti e utilizzate principalmente per riciclare denaro sporco e creare business illegale…
Bisogna distruggere una volta e per tutte queste società fittizie, incapaci di fare impresa e specializzate esclusivamente nel compiere bancarotte fraudolente…
Basta con personaggi venduti che si prestano a fare gli amministratori prestanome, come vanno cancellati dal mondo del lavoro, tutti quei nominativi che dimostrano essere stati affiliati al sistema “cosa nostra”, lo stesso che ha permesso ad essi, i aggiudicarsi i tanti appalti, sia pubblici che privati…
Ed allora, in una terra in continua evoluzione, con un grande possibilità di sviluppo, ecco che la nostra classe dirigente si attiva affinché queste nuove idee possano concretizzarsi… 

Ne è l’esempio, il congresso di Confindustria a Catania, proprio di qualche giorno fa, i cui ospiti sono stati accolti al Palazzo degli Elefanti, dal nostro sindaco Bianco…
Il tema del convegno è rappresentato da un titolo interessante, perché fa comprendere a tutti, quanto bisogno ci sia del sostegno di ciascuno di quegli operatori, in particolare proprio degli imprenditori, poiché è grazie ad essi, che si potrà compiere quel radicale cambiamento…
Ecco quindi che finalmente, i nostri imprenditori, danno dimostrazione di saper credere in questa loro terra, perché rappresenta l’essenza di ciascuno di essi, un seme venuto alla luce che prende vita grazie a questa terra, la stessa che è stata cara ai loro avi e nella quale oggi vivono familiari, parenti e amici…
E quindi… come pensare di fare a meno di essa, qui è la vita e qui un giorno sarà la loro dimora per l’eternità…
Ecco quindi che gli imprenditori di Confindustria, guidati da Antonello Biriaco, si propongono a noi tutti con un tema avvincente: Malta Opportunità per le imprese italiane nell’ambito dei processi di internazionalizzazione!!!
Ehm… scusate… no… crediamo forse d’aver sbagliato convegno… (“minchia”… ma può essere che abbiamo sbagliato stanza…??? Ahooo… eppure il palazzo è questo??? Siamo ancora a Catania, ma controlla l’invito: L’incontro avrà ad oggetto l’esame del sistema imprenditoriale maltese, che costituisce un’opportunità nell’ambito dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Infatti, negli ultimi tempi Malta che, come noto, già da molti anni è entrata a far parte dell’UE, ha assunto sempre maggiore centralità nelle scelte strategiche degli imprenditori che sentono l’esigenza di assicurare alle proprie imprese una presenza internazionale crescente. Pertanto, l’obiettivo del presente incontro è quello di far conoscere le opportunità che, in questo contesto, Malta può offrire, nonché quello di individuare il corretto approccio rispetto ai processi aziendali da implementare che dovranno tenere conto degli aspetti produttivi, organizzativi, di localizzazione della “intellectual property”, societari e fiscali.
Scusate, ma non dovevamo affrontare il problema del lavoro in Sicilia, di migliorare le opportunità del’isola per indurre gli imprenditori nazionali ed esteri a investire in questo nostro territorio; creare nuove realtà turistico/alberghiere per offrire quanto di meraviglioso offre la nostra isola…
Mare e montagna, un vulcano spettacolare, una cucina unica con piatti realizzati dai nostri prodotti tipici e poi la gastronomia, i dolci, il vino, l’olio, una terra solare capace di dare i migliori frutti del mondo, ma soprattutto arte, siti archeologici, anche l’aria che si respira emana cultura…
Potremmo essere i più ricchi al mondo, se solo il nostri governanti e quei “pseudo” imprenditori, riuscissero a mettere a frutto, una sola parte dei nostri inestimabili tesori, naturali e non…
Ed invece cosa si fa… si organizzano convegni per spiegare al meglio a quei pochi imprenditori ancora intraprendenti, che è meglio che trasferiscano a Malta la loro attività…
Certo andiamo a migliorare quel paese, lo stesso che non si cura dei problemi dei migranti, che fa si che le loro banche non collaborino con le nostre forze dell’ordine per smascherare tutti quei correntisti anonimi, conosciuti esclusivamente con numeri cifrati, nomi e cognomi protetti da note fiduciarie, gente a cui è stata data l’opportunità di avere un passaporto maltese, imprenditori che operano in Italia, ma pagano le tasse lì al 15% … già, è bastato avere la residenza superiore a sei mesi e un giorno… ed infine viaggiano, rientrando nel nostro paese, con un portafoglio pieno di circa 10.000, potendo sempre dichiarare se controllati…  d’aver vinto al casinò di S. Julian.
Inoltre, si potranno acquistare con i soldi evasi o provenienti da attività di riciclaggio (o da quelle criminali), appartamenti, auto, gioielli, attraverso le proprie società appena costituite e a prezzi certamente inferiori, soprattutto perché  esenti da controlli…

D’altronde delocalizzare non costa nulla: una società si costituisce con meno di 250 euro, il c/c viene aperto immediatamente, il volo da Catania A/R costa meno di 150 euro, e con il catamarano se ne spendono 75… e nel frattempo tra una escort ed una puntata al black jack, s’impara pure l’inglese…
Ed allora, con tutti questi benefici, fanno bene a chiedersi questi imprenditori, perché restare in questa terrà e non andare ad investire a Malta???

Si chissà… forse sarebbe meglio, d’altronde osservando quanto hanno saputo fare per questa loro terra, forse è meglio che se ne vadano del tutto…
Almeno lì potranno distruggere quell’altra di isola… tanto la nostra, continueremo a portarla avanti noi… da soli, per come abbiamo fatto finora!!!

"Confische spa" e quei suggerimenti espressi dall’Agenzia Beni Confiscati…

Confische s.p.a. – La ragnatela di imprese di mafia“, con questo titolo, l’amministratore giudiziario e consulente della procura di Palermo, Elio Collovà, ha descritto i suoi quasi trent’anni d’attività, durante i quali, ha amministrato decine di beni e di aziende confiscate alla mafia…

Se avete visto il video pubblicato dal sottoscritto nella giornata di ieri, sarete rimasti certamente annichiliti, in particolare quando si è evidenziata l’assoluta meraviglia, sui fatti accaduti a Caltanissetta, da parte della A.N.B.S.C. ( Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) da parte del suo Direttore, Avv. Dott. Umberto Postiglione, che sembrava cadere (come diceva nel film Checco Zalone) dalle nubi…
La cosa d’altronde – come riportavo ieri- non mi meraviglia affatto, perché costituisce ormai l’andazzo di questo nostro paese… dove ciascuno s’interessa di fare il minimo indispensabile, l’importante però che a fine mese giunga lo stipendio e soprattutto che, quel proprio incarico, scorra senza impedimenti e senza creare ad altri, eventuali problemi…
Di quanto sopra il sottoscritto, ne ha prova certa!!!
Difatti, in data 07.05.2015, aveva segnalato a mezzo Pec, nota personale alla ASBCN sulla gestione “particolare” di alcuni amministratori giudiziari, alla quale era successivamente seguita una ulteriore trasmissione in data 18.09.2015 con la quale il sottoscritto ( allora “Direttore Tecnico” di una delle più importanti Imprese di costruzione Spa in provincia di Catania) offriva –a titolo gratuito- la propria candidatura, per collaborare nella gestione di società analoghe e cioè sottoposte a misure di prevenzione…
Bene in entrambi i casi, posso assicurarvi di non aver ricevuto alcuna risposta!!!
Ecco questo è quanto lo Stato chiede a ciascuno di noi… e cioè di collaborare, di non essere omertosi, di denunciare e via discorrendo… ma quando si compie quanto è corretto fare, ecco che l’impressione che si riceve… è quella che di voi se ne fottono, che quanto fatto da soltanto fastidio, ma soprattutto… ciò che resta, è che i problemi reali, restano proprio a chi ha avuto il coraggio di esporsi, unico su centomila… mentre loro, protetti in quella loro veste… già ognuno di loro, di quel particolare “club dei temerari”, non faranno mai parte!!! 

D’altronde lo Stato ha dimostrato di non essere pronto a gestire i miliardi confiscati ogni anno alle mafie…. ed il motivo è legato principalmente a quella mancata volontà di scrivere leggi in maniera chiare, sia sulla confisca che nella gestione amministrativa di quei beni confiscati…
Quanto si è evidenziato ha dimostrato come la gestione dei beni sia divenuta negli anni… un vero e proprio business, per quanti operano all’interno dei tribunali, degli uomini da esso nominati, di tutti quei consulenti legati a filo diretto con quel sistema che permette loro, d’ottenere tanti mandati e poi infine, una serie lunghissima di professionisti (amici, coniugi, figli e parenti vari…) che hanno ottenuto negli anni, incarichi milionari… alla faccia di quella lotta alla illegalità!!!
Quelle società sono diventate per quel “sistema antimafia” una vero affare… che ha puntato principalmente a svuotarle quelle aziende confiscate, rinunciando a priori a fare impresa e portando le stesse al fallimento…
Nei casi opposti, quando le società avevano capacità di realizzare profitti, ecco che allora quegli amministratori ( ovviamente aiutati da quanto avrebbero dovuto controllare… ) si sono trasformati improvvisamente in “business man”… uomini cioè capaci di darsi all’imprenditoria ( senza averla mai svolta…), i quali, attraverso efficaci stratagemmi, sono riusciti a “spogliare a Cristo per vestire a Maria”, il tutto con il consenso dello “stato” ( quello però… con la “s” minuscola…)!!!   

Ho letto negli anni, da parte di alcuni soggetti (che operano all’interno di quelle strutture), che nel concreto, manca la volontà politica di cambiarle questo stato di cose…
Ma viene spontaneo chiedervi: con un sistema come questo, che produce benessere per tutti… che motivo c’è di cambiarlo…??? Anzi, il motto che passa è: “facciamo in modo che le cose restino per sempre… per come sono”!!!

Siciliani siate fiduciosi, da Cosa nasce Cosa…

Come riportavo alcuni giorni fa, è sbalorditivo osservare con quanta passione i miei conterranei s’interessino di comprendere quanto avviene nel Paese ed in particolare nella nostra regione…
Si cerca altresì di conoscere quanto stia programmando la ben nota “associazione“, affinché, come si dice spesso da noi: “da cosa… possa nascere cosa”.
Sono in tanti ancora a credere a quell’illusione che da sempre condiziona la nostra isola…
Voler insistere in quell’abbaglio che fa credere molti come: “con la mafia si lavora e con lo Stato si muore di fame”!!!
Certo, prendendo atto di quanto è avvenuto nel corso di questi anni, si potrebbe anche pensare che quella associazione sia sempre un passo avanti e che lo Stato purtroppo corre ai ripari, quando ormai è troppo tardi…
E d’altronde come dare torto a quei poveri siciliani in cerca di un lavoro, quando essi stessi prendono atto che la mafia ha messo quel loro “zampino” ovunque, senza dover ulteriormente aggiungere… in quasi tutti gli affari della nostra terra.
Viene spontaneo a loro dire: a chi dovremmo rivolgersi… se non a loro???
Ed è tragico sapere che ancora oggi, sono in molti a pensarla così!!!
Ritengo d’altronde impalpabile quanto compiuto negli anni passati da parte delle istituzioni (per fortuna che qualcosa in questi ultimi anni stia cambiando…) ad iniziarsi da quanto operato contro le infiltrazioni mafiose…
Per esempio, se iniziamo dagli accertamenti d’infiltrazione mafiosa: la verifica di quegli organismi societari… non sempre determina in modo preciso i reali soggetti proprietari (in quanto questi restano “celati” all’interno di quelle imprese), poiché i controlli si fermano ai soliti prestanome…
Le informative prefettizia infatti tengono sì conto delle indagini effettuate dagli organi inquirenti (al fine di evincere l’esistenza di elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi delle imprese), ma nella pratica, si scontrano con quella libertà decisionale che non conduce ai provvedimenti di risoluzione del rapporto, ma sono frutto di una scelta della stazione appaltante, in particolare quando questa è di natura privata.
Il più delle volte si riscontra come tali valutazioni (laddove si dovessero riscontrare indizi non così gravi e precisi) danno luogo a dubbi circa la reale sussistenza del “pericolo di infiltrazione mafiosa”, quindi questo giudizio viene rimesso all’amministrazione richiedente per l’eventuale adozione di provvedimenti ostativi o risolutori al sorgere o alla prosecuzione di rapporti con l’impresa sospetta… che però, nella gran parte delle volte, continua a far continuare la ditta aggiudicataria (chissà. forse anche perché, legata ad essa da collusioni varie…).
Se a quanto sopra si aggiungono i tempi – assai lunghi – che i provvedimenti interdittivi realizzano tra sequestri e confische alle società infiltrate dalla mafia, ecco che si scopre come, le due attività previste e cioè, quella amministrativa e quella giudiziaria, invece di convergere su un’unico obbiettivo, curiosamente divergono!!!
Lo Stato si ritrova così a perdere… in quanto l’attività giudiziaria deve iniziare nuovamente con il proprio operato e nel contempo le “opere pubbliche” continuano a rimanere nelle mani delle organizzazioni criminali e servono quindi a poco, quelle procedure di rilevazione dei dati dell’imprese (affidatarie, subappaltatrici e fornitori di manufatti e servizi) o le richieste generalità delle maestranze presenti nel cantiere o ancora, la stessa identificazione dei mezzi d’opera per comprenderne i proprietari o i noleggiatori degli stessi (a caldo o a freddo).
Andrebbero altresì controllate con maggiore precisione, le norme previste sulla sicurezza sul lavoro e di quelle attinenti la disciplina previdenziale; fondamentale diventa la verifica sulla tracciabilità dei flussi finanziarie e l’eventuale individuazione di quei collegamenti con la criminalità organizzata…
La verità è che questi controlli sono di per se parecchio difficoltosi (e soprattutto vanno estesi in modo capillare a tutte le commesse in corso…), ed è proprio su questo fattore che punta la criminalità organizzata, sapendo che l’esiguo numero di personale, rende di per se quegli stessi controlli… irrisori!!! 
E’ evidente come necessitino nuovi sistemi di verifica in grado di contrastare quelle avanzate metodologie mafiose, che dimostrano purtroppo, come in questo settore, i risultati ottenuti siano scadenti.
D’altronde, abbiamo potuto valutare quanto quei cosiddetti “protocolli di legalità”, siano serviti esclusivamente ad allontanare nell’immediato alcune imprese, a favore di altre concorrenziali e di come successivamente quest’ultime, siano state anch’esse colpite successivamente da quegli stessi provvedimenti interdittivi; peccato che nel contempo quest’ultime abbiano terminato gran parte di quell’opera, consentendo così, a società “infiltrazione”, di poter amplificare la propria attività finanziaria!!!
E’ ovvio che bisogna fare di più… in particolare si deve realizzare una effettiva trasparenza amministrativa che inizi con i controlli sopra riportati e segua momento per momento, l’assegnazione e la gestione degli appalti…
In questa ottica, dovrà essere sviluppato e migliorato lo scambio di informazioni di quei dati, tra i soggetti incaricati dei controlli, gli organi istituzionali, gli enti pubblici amministrativi, completando quella banca dati che racchiuda tutte le società interdette ed i soggetti affiliati ad essa…
Comunque, cari Siciliani… state fiduciosi: sì, mentre attendete con trepidante attesa i cambiamenti positivi da parte del Governo… anche “Cosa nostra” da parte sua, sta lavorando per tutti Voi!!! 

Denuncia: sono circa 1.900 le imprese che a Catania operano senza essere in regola con il Durc!!!

Una notizia sconvolgente… ma di cui improvvisamente non si trova alcuna corrispondenza!!!

Ieri mattina, tra le sette e le otto, mi trovavo in macchina per accompagnare al “Cutelli” mia figlia Alessia con la sua amica Miriam…
Durante il tragitto… solitamente ascolto la radio, in particolare le ultime notizie.
Ecco che tra quelle, si fa riferimento ad una denuncia dell’Avv. Antonio Fiumefreddo – mi sembra sia l’attuale Amministratore Unico della società “Riscossione Sicilia” – nella quale veniva riportava la notizia che, nella provincia di Catania, vi sono… circa 1.900 imprese non in regola con il proprio Durc, in quanto dagli accertamenti, presentano presso l’Agenzia di riscossione, debiti per centinaia di migliaia di euro, ma che grazie a perversi meccanismi poco chiari e il solito colletto bianco “infedele” (che ha provveduto a cancellare quei debiti dal sistema), si è permesso di contro, di far risultare quelle stesse imprese… perfettamente in regola!!!

Ovviamente per quanto sto riportando, dovete concedermi… non certo il beneficio del dubbio, ma l’esattezza di quelle espresse parole, sulle quali posso permettermi comunque di mettere “la mano sul fuoco”, in quanto ritengo perfettamente coerenti… con quanto dal sottoscritto ascoltato!!!

Sembrerà assurdo ma appena sono rientrato a casa ho cercato di leggere sui quotidiani on line la notizia… niente di niente, il silenzio assoluto!!!
Quindi, ho cercato di riascoltare la notizia nell’archivio delle radio, ovviamente non sapevo su quale frequenza fosse stata riportata, ed ho provato quindi con quelle della Rai ( Radio 1-2-3 ) Radio 24, RAI GRS e R101…
Ho puntato direttamente su queste, perché rappresentano le principali 6 stazioni radio memorizzate nella mia auto (la sesta mancante dalla lista di sopra è Radio Sportiva), ma non sono riuscito a risentire in “replay” la notizia… sembra essersi dispersa nell’etere.
Mi sono chiesto è successo qualcosa nel frangente, ho forse sbagliato stazione radio oppure involontariamente avevo cambiato frequenza in maniera automatica ed ora non so più, da quale radio proveniva la notizia… se qualcuno di voi può aiutarmi gliene sarei grato…
Oppure, devo pensare che, essendo quella una notizia “bomba”… qualcuno ha provveduto a far la eliminare!!!
Comprenderete bene che, 2000 imprese costituiscono un numero davvero consistente e se così fosse, salterebbe quell’equo giudizio su una società di riscossione che manda cartelle esattoriali a tutti, in particolare a quei poveri cittadini, con la richiesta di qualche centinaio di euro e di contro, agli “amici degli amici”, imprenditori legati ad un sistema corruttivo, clientelare e certamente mafioso… annulla tutto!!!

Se dovesse essere vera la notizia. nessuno di noi… sarebbe più interessato a pagare quelle cartelle richieste, se non dopo aver fatto luce su quanto accaduto e soprattutto dopo che la società di riscossione dimostri – proprio per quella normativa sulla trasparenza amministrativa – di mettere in evidenza a seconda dell’importo… coloro che devono pagare ( basta una iniziale del  Nome e Cognome… non pretendiamo di mettere allo gogna nessuno…) con il relativo importo a debito riportato di seguito!!!

Si dovrà quindi procedere a quegli incassi milionari… prima di pretendere quelle poche centinaia di euro dai disoccupati, casalinghe, pensionati e poveri dipendenti!!!
La notizia comunque è sparita, almeno io ho difficoltà a reperirla…
Non mi resta che contattare Lunedì mattina l’Avv. A. Fiumefreddo per sapere se la notizia ascoltata fosse vera e nel qual caso, comprendere il perché, non riceva la giusta attenzione…

Comprendo adesso il perché l’Avvocato sia stato attaccato in questi giorni, da tutti, sia dai mass media, che da molti organi ufficiali…

Forse sono in molti ad avere paura di quelle denunce e si cerca in tutti i modi, che quanto ora scoperto  resti di fatto… insabbiato!!!
Avv., se pur in alcuni miei post precedenti non ho condiviso alcune procedure adottate dalla società che Lei rappresenta (vedasi IN.CO.TER S.P.A.), sappia che da ieri, Lei trova in ciò che sta facendo, il mio pieno consenso e mi auguro la piena solidarietà di quanti desiderano un paese onesto!!!
Continui così…  La prego non si faccia intimorire da nessuno!!!

Credetemi… sono il male assoluto!!!

Il primo impegno sarà trasparenza, regole e controlli, costruendo un sistema chiaro, leggibile e meno burocratico possibile“.
Con queste parole il commissario Vasco Errani ha indicato le priorità ed ancora, “Il primo atto sarà costituire un luogo istituzionale in cui discutere e assumere le scelte per ricostruzione, sarà una struttura leggera che decideremo con le Regioni e le autonomie in rapporto alle necessità che ci sono. Servirà accuratezza nella spesa ed il primo impegno sarà la trasparenze delle regole e dei controlli“. 
Le premesse ci sono tutte e speriamo che alla fine quanto sopra, non si trasformi nel conosciuto “gioco di prestigio” dove la metodologia clientelare ha il sopravvento, facendo in modo che la maggior parte degli appalti, vengano affidati a quelle imprese ben inserite nel meccanismo delle cooperative rosse…
Abbiamo già avuto modo di vedere, con quali modi, si attuino quegli scambi illeciti di favori, nei quali, chi ottiene gli appalti, provvederà successivamente a promuovere le istanze di quanti operano nella vita politica e amministrativa di questo paese…
Difatti il cavaliere durante quei lavori di ricostruzione dell’Aquila, impegnò tutto se stesso affinché ad operare, fossero esclusivamente le proprie imprese di fiducia, ed oggi, è logico aspettarsi, che l’attuale Presidente del Consiglio, privilegi quelle di colore “rosso” o quelle eventualmente disponibili a sottomettersi…
Siamo in un paese dove non esistono le regole o meglio le regole ci sono, il problema è farle rispettare affinché chiunque possa beneficiare di eguali condizione.
Sì… purtroppo sono in molti ad aver dimenticato lo scandalo della “Coopservice”, che, in vista della quotazione in borsa di una sua società controllata (la “Servizi Italia”) specializzata in servizio alle imprese, organizzò un giro di azioni (tramite una finanziaria in Lussemburgo), costituendo proprio lì, un tesoretto di circa 36 milioni di euro, ovviamente destinati ai vertici aziendali, con tanti saluti allo scopo mutualistico e non speculativo delle Coop!!! 
Comunque, l’indagine coinvolgeva 46 nominativi, ma soltanto due furono quelli indagati, poiché, quel cosiddetto spirito cooperativo non fu successivamente messo in pratica, anzi tutt’altro; già, cercarono con i fatti, di tradire una parte di essi, per distribuire quelle plusvalenze ad un numero certamente ridotto…
Il Pm comunque.. ( chissà forse aveva quel giorno la toga rossa…) chiese l’archiviazione anche per i due indagati, poiché la procedura di Insader Trading, non poteva essere applicata in quanto la società non era stata ancora ammessa alla quotazione in Borsa… 
Ora, quanto sopra riportato serve per accogliere la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani…
Una coincidenza… una omonimia, comunque, fu accusato di falso ideologico per aver favorito, attraverso un mutuo regionale, il fratello Giovanni – presidente della cooperativa “Terremerse”…
La vicenda, apri un squarcio tra “Coop Rosse” e Partito democratico (Pd), un potere trasversale che ancora oggi detta le regole economiche in una regione, l’Emilia Romagna, dove proprio Lega Coop, può contare su circa 1.500 unità, tre milioni di soci, 145.000 lavoratori ed un fatturato che supera i 50 miliardi di euro…
Bisogna comprendere che soltanto in quella regione, le Coop si aggiudicano un appalto ogni quattro e controllano più del 70% della grande distribuzione alimentare…
Una vera e propria anomalia a livello nazionale e in particolare nel mondo dell’impresa, un intreccio che lega in maniera indissolubile, politica ed economia ed anche mafia… che fa in modo di garantire un elettorato fedele e soprattutto tante poltrone che contano…
Ora ditemi… dopo aver letto quanto sopra, credete ancora che nel procedere alla ricostruzione di quelle zone terremotate, ci sarà trasparenza, regole e controlli, senza che possa intervenire un qualche compromesso o accomodamento??? 
Sì… lo so, ci starebbe bene una di quelle faccine ridenti con le lacrime di… “whatsapp”!!!   

SICILIA: la chiamano "ripresa" ma è stagnazione!!!

Ci vuole coraggio a chiamarla ripresa, ed è veramente un quadro poco consolante quello dato da tutti gli osservatori sulla nostra economia e soprattutto sul lavoro…
Ci raccontano che l’economia siciliana è in crescita, certo, più lentamente di quanto previsto, ma non ci viene detto che coloro che raccontano queste frottole, fanno parte essenziale di quel sistema che vuole, a tutti i costi, che si resti in questo stato di fatto…
Soltanto chi guarda i dati reali si accorge come la nostra produttività e competitività sia ai minimi termini, che la disoccupazione non è diminuita anzi tutt’altro e quei nuovi occupati sono da legare esclusivamente a quei cosiddetti buoni di lavoro “voucher” per professionalità occasionali ( non per nulla, i dati sugli occupati rilevati dall’Istat nella nostra regione parlano di circa 33.000 unità, che stranamente risultano molto più alti rispetto ai dati reali INPS che ridimensionano quella nuova occupazione, ufficialmente registrata in 17.800 unità…
Non parliamo d’imprese sempre più in liquidazione o fallimento ed ancor peggio va alle imprese artigianali…
Mancano di fatto gli investimenti sia quelli privati che anche quelli pubblici!!!
Si salvano soltanto i generi di prima necessità… mentre la parte restante di quel proprio reddito va destinata all’abitazione ed alle utenze e a tutte quelle spese obbligatorie di cui non si può fare a meno, come trasporti, comunicazione, cultura, ed anche… sanità.
Il reddito familiare è sempre più in crisi e non basta certamente a sopravvivere… in particolare quando la famiglia è mono reddito…
Ho letto che con questa dinamica… “occorrerebbero circa 3 anni per ridurre di un solo punto il tasso di disoccupazione e sarebbero necessari circa 6 anni per tornare al reddito procapite del 2008″.
Però c’è sempre il deficiente di turno che ci ripete che “siamo in ripresa“!!!
Forse, debbo credere che quei soggetti, fanno riferimento ad un’altra economia… chissà probabilmente ne fanno parte o ne usufruiscono direttamente…
Può darsi che egli si riferisca al mercato nero… all’economia prodotta dalla nota associazione malavitosa, oppure da tutto quel mondo del lavoro sommerso ancora tanto presente ( tanto non c’è nessuno che controlla…), dalla vendita di prodotti e di gadget clonati, di quel mondo parallelo fatto d’evasione che costituisce certamente la faccia nascosta di quell’altra nostra economia…
Un fenomeno… almeno quest’ultimo, certamente in crescita nella regione e che non viene affrontato a dovere, proprio perché permette a tanti, d’usufruire di quei beni o di ricevere in contanti una parte di quel denaro “invisibile”, per far si, che tutto proceda in maniera illegale e disonesta… 
Dopotutto se nella nostra regione lo scarto tra il reddito dichiarato e i beni posseduti (o i consumi privati realizzati) è il più elevato tra tutte le regioni in Sicilia (140%) un motivo ci sarà… 
E’ certo che, fin quando si continuerà a restare in maniera immobile a guardare così gli eventi, senza che la maggioranza dei cittadini riprenda in mano la propria indipendenza “morale” e soprattutto fintanto che non si ristabilisca con le azioni, quei principi di uguaglianza, rispetto e democrazia… non ci potrà essere mai, alcun futuro…
Resteremo bloccati… qui su questa terra, arida e sterile, a riflettere su noi stessi… quasi fossimo quella nave “arenata” sulla spiaggia, in attesa di un’onda che finalmente ci permetta di riprendere… quel viaggio della speranza!!! 

Requiem… per le imprese edili siciliane.

Non ci resta che pregare…

I dati sul dissesto delle imprese edili siciliane sono terribili: tra imprese chiuse, in liquidazione, prossime al fallimento e sottoposte a provvedimenti giudiziari, quelle rimaste ancora in attività, rappresentano di fatto un numero irrisorio e certamente inadeguato…
Continuare a sperare in nuovi investimenti (pubblici o privati) è una mera illusione… ed è basata su fantomatici appigli, allo scopo di mascherarne le reali motivazioni e cioè, che non vi è alcun segnale di ripresa!!! 
La produzione delle costruzioni dimostra come in questi anni sia costantemente diminuita, giungendo agli attuali limiti negativi del -35/40%.
Le condizioni di rilancio non si vedono (e poi mi chiedo… quali “imprenditori” dovrebbero farle…) e gli unici interventi presenti sono quelli relativi ai lavori condominiali dei privati (per manutenzione straordinarie) e qualche “ripescato” progetto di nuova abitazione…
Le prospettive del mercato immobiliare, contrassegnate da questa tendenza negativa, ha sì… iniziato a dare segnali di svolta, ma rappresenta ancora un fattore debole e poco determinante, in quanto, ad ostacolare la ripresa del comparto, ha contribuito la rigidità dei valori immobiliari, rispetto al cambiamento delle condizioni di contesto… per cui, il mercato immobiliare continua a restare di fatto sospeso, nonostante le condizioni creditizie favorevoli ed i tassi d’interesse relativamente bassi… 
Possiamo dire che ci troviamo (come nel libro di Sebastian Junger) in mezzo a una “tempesta perfetta” senza precedenti… e soprattutto non si vede alcuna rotta o via di uscita…
In fondo… fintanto che i controlli di tutti i passaggi della filiera non verranno opportunamente “blindati”, se il contrasto alla concorrenza sleale non verrà definitivamente eliminato, l’incremento alla corruzione e alla illegalità, continuerà (come vediamo ogni giorno) a farla da padrona…
In questa battaglia, proprio le associazioni di categoria dovranno dare una mano… facendo pulizia anche tra quanti, sono a tutt’oggi loro associati… 
Dopotutto… si tratta di fare il proprio dovere o meglio, di far rispettare quel proprio regolamento e quel codice etico tanto decantato… 
Bisogna infatti valutare le aziende su dati concreti e non su elementi cartacei perfettamente riportati,… si tratta di comprendere la loro reale capacità sul campo, puntando a quel valore aggiunto che sarà in grado di saper esprimere… 
Penso innanzitutto a regole morali, a principi di legalità e di rispetto delle normative vigenti, al miglioramento della qualità dei processi organizzativi, all’innovazione e all’investimento di nuove tecnologie e/o alle risorse umane, ed infine, all’utilità concreta che questa ha nei confronti della comunità…
Ha detto bene in questi giorni Celentano a proposito del prossimo ballottaggio per la poltrona di Sindaco di Roma: “prima di giocare a pallone bisogna ripulire il campo da corruzione!!!
Qui, è la stessa cosa…
Bisogna cambiarla questa situazione e per farlo c’è bisogno di tutte le persone oneste… dai politici ai dirigenti, dai “veri” imprenditori ai professionisti competenti, dalle associazioni sindacali a quelle di categoria e per concludere (ma non certamente meno importante…) alla formazione, data da quegli enti paritetici…
E’ tempo di unità e di condivisione, bisogna allontanare da se propri interessi personali, ma guardare ad una collaborazione strategica e importante… per un futuro diverso da quello a cui siamo indirizzati!!!
E un vero e proprio invito  alla “costruzione” (sembra volontario… ma è causale), a quella voglia di cooperare, per scoprire come alla fine, con le buone idee e la voglia di realizzarle, si potrà crescere tutti insieme, non solo per allontanare in tempi rapidi questa crisi… ma soprattutto per dare un futuro migliore ai giovani di questa nostra terra…

Beni confiscati: perché è impossibile intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli Amministratori giudiziari.

Non passano giorni in cui non emergono gravi e imbarazzanti rapporti sul complesso sistema che ha permesso a molti amministratori giudiziari di ricevere decine d’incarichi in pochi anni, parcelle ricevute per centinaia di migliaia di euro, ma soprattutto, con la distribuzione di favori ad amici e parenti, in cambio di assunzioni, consulenze e quant’altro…
Abbiamo letto tra l’altro come ai nominativi di amministratori giudiziari, siano stati iscritti nel registro degli indagati anche illustri magistrati… tutti accusati a vario titolo di  corruzione, induzione, abuso d’ufficio, violazione di segreto, ecc…
Un sistema clientelare che ha coinvolto molti appartenenti a quella “casta” protetta dove attorno, gravitano tutta una serie di collaboratori esterni che operano di comune accordo: parenti di magistrati, avvocati, militari, dirigenti, cancellieri, che grazie alla gestione di quei beni confiscati, hanno realizzato un modo perverso per incassare denaro in maniera legale, attraverso gli incassi delle vendite dei beni loro affidati…
Non è mia intenzione farvi l’elenco di quei nominativi… basta digitare sul motore di ricerca “google” e vedrete da voi quanti sono i nomi presenti…
Per fortuna che alcune procure (vedasi quella di Caltanissetta) operano meglio di altre o almeno hanno dimostrato di non essere “sottomesse”… facendo emergere quei nomi così imbarazzanti… 
Si parla di un valore complessivo dei patrimoni di oltre 30 miliardi di euro… e di cui quasi la metà sono nella nostra isola!!!
Una ricchezza che in questi anni (in un periodo di forte crisi economica e con una forte riduzione di richieste d’assistenze), ha portato il complesso di quei “consulenti” in dissesto (gli studi chiusi anche a seguito di questi provvedimenti sono migliaia…) a dirigersi verso questo intricato sistema clientelare dei beni confiscati, il quale è riuscito da solo… “a dar da mangiare” ad una grossa fetta di quei soggetti…
Un sistema complesso dove si è tutti interconnessi… dove la gestione di quella ricchezza è ristretta a pochi fedelissimi, anzi potrei aggiungere… sempre agli stessi!!!
Mi chiedevo… se i soci era permesso (avendo scoperto di essere stati posti, all’interno di un meccanismo collusivo) procedere contro quegli amministratori giudiziari “infedeli”, attraverso azioni di responsabilità per danni (previste dagli artt. 2392-2395, c.c.), che dovrebbero di fatto rappresentare il sistema più efficace contro quegli abusi di poteri!!! 
In particolare la legge indica, quali soggetti indicati nel promuovere un’azione di responsabilità (contro quegli amministratori) i soci… gli unici a poter richiedere innanzi al tribunale (nei casi in cui venga dimostrata una gestione “truffaldina”) che quegli amministratori vengano condannati a risarcire i danni causati alla società data loro in gestione… 
Il punto però è comprendere in quali modi l’amministratore abbia compiuto atti di mala gestione o abbia danneggiato il patrimonio della società…???
Inoltre, può essere condannato a risarcire… e con quali beni risponderà per quei danni compiuti, con i propri e se non ne possiede…???
Ed infine, avendo operato per nome/conto dello Stato, non dovrebbe essere quest’ultimo a pagare per quei danni… e successivamente esso stesso valersi sul proprio “collaboratore”???
Certo a questo punto scatta un problema e cioè, quando un’azione di responsabilità può essere promossa…
Possiamo riassumere il tutto in due casi:
– la violazione dei doveri; 
– il danno al patrimonio della società;
Bisogna trovarsi di fronte ad un amministratore che abbia violato gravemente i propri doveri (una situazione alquanto difficile che possa avvenire…) o che abbia danneggiato il patrimonio della società (anche questa difficile da dimostrarsi… le vendite per esempio realizzate nel corso di quella gestione… risultano per esempio, essere necessarie per la continuità gestionale…) e non bisogna dimenticare come in quasi tutte le loro azioni, gli amministratori giudiziari si siano protetti, avendo richiesto all’assemblea dei soci l’autorizzazione a procedere… e quindi alla fine quegli amministratori si ritrovano blindati… da qualsivoglia eventuale azioni di responsabilità…
Tutto considerato, l’amministratore giudiziario è un soggetto nominato dal tribunale, con compiti precisi, che rende conto del suo operato al tribunale (o meglio è ciò che dovrebbe fare…), con l’obiettivo di ripristinare la legalità all’interno della società ad egli affidata….
Inoltre, nel caso specifico in cui questa società è una S.p.A., ecco, in questa particolare tipologia, vi è una ulteriore tutela alle sue azioni…
Mi riferisco alla presenza di un organo -il cosiddetto collegio sindacale- che ha precisi compiti di vigilanza e che possiede la necessaria risolutezza (nei casi di gravi irregolarità degli amministratori o laddove i richiami verso gli amministratori non dovessero avere effetto) per denunciare al tribunale o chiedere allo stesso di revocare l’amministratore nominato o di sostituirlo con un’altro, situazione quest’ultima che il collegio sindacale può operare anche qualora i soci non si attivino o anche quando non esistano soci di minoranza che facciano sentire la loro voce…
Da quanto sopra, si capisce perfettamente, quanto sia difficile trovare notizie dalle quali emergano denunce presentate nei confronti degli amministratori giudiziari… ed anche il perché, in fin dei conti queste… non abbiano mai a realizzarsi!!!

Un grazie di cuore allo Stato e alla ARS: boom di benessere in Sicilia!!!

Vi è una totale incapacità a comprendere i reali problemi di questa terra e si cerca sempre di addossare questa propria inadeguatezza, attribuendoli ad aspetti terribili, alla crisi in corso e ad altre ben futili motivazioni…

Ecco quindi le colpe date ai… mercati finanziari, alla moneta unica, alle guerre in corso, all’immigrazione, ai vincoli imposti dalla CE, alle regole speculatrici delle banche, al terrorismo, alla lotta alla criminalità organizzata e via discorrendo…
Ci si illude sempre che grazie a questi pretesti ed in virtù di non so quale miracolo, all’improvviso si ci ritrovi fuori dalla crisi… 

Gli italiani da sempre sperano che ci sia qualcuno che li tira fuori dai guai… un tempo vi era chi credeva in Mussolini, poi in Andreotti, Craxi, il Cavaliere, quindi Prodi… Monti… ecc…ecc… 

E’ una particolarità del tutta italiana, quella che porta sempre a voler sperare… vittime di quella forma di dipendenza nella quale siamo da sempre ingabbiati e che fa in modo che nulla possa cambiare…
Qualcuno ci ha provato a cambiarlo questo stato di cose… l’Ing. Mattei, il Presidente Aldo Moro, i Giudici Falcone e Borsellino ed abbiamo visto come tragicamente si sia conclusa quella loro esperienza…

Lasciate ogni speranza, o voi che entrate“, difatti… sperare di entrare in questo sistema per modificarlo è soltanto una pura follia!!!  

Riprendendo i numeri (e non le propagande o frottole per come dir si vuole, che ogni ogni giorno ci vengono raccontate…) dei primi tre mesi dell’anno, si scopre come in Sicilia, siano scomparse dal tessuto produttivo circa 20.000 aziende (per l’esattezza sono 23.294…) contro nuove aperture per circa 3.800… 
Ovviamente l’analisi non tiene conto di tutte quelle che oggi sono in stato fallimentare/liquidazione o che sono sottoposte a sequestro/confisca e che –vista l’ormai acclarata incapacità operativa fin qui dimostrata– rappresentano quel ulteriore numero di società, che a breve andranno ad accrescere il numero di quelle ormai estinte!!!
Lo studio è stato realizzato da Confimprese, ed elabora le aperture e le cessazioni nel primo trimestre di quest’anno, ho letto inoltre che i dati sono stati presentati in un convegno (nel nostro capoluogo) dal titolo: sviluppo e azione – Strategie per il progresso della Sicilia…

Una premessa bellissima… che rapportata ai dati presentati… e come dire al “Palermo Calcio” che si è appena salvato dalla retrocessione (da catanese sono veramente felice per i miei amici palermitani e per tutti i Siciliani che amano lo sport…) che l’anno prossimo la squadra vincerà lo scudetto!!!

Comprendere innanzitutto quali motivi hanno causato la chiusura in questi anni di migliaia e migliaia di società, dovrebbe essere il primo obbiettivo; tentare quindi di mutare quelle produzioni superate in nuove o più ricercate (per destinazioni di mercato) potrebbe rappresentare il secondo punto determinante…
Riutilizzare le aree industriali, artigianali, commerciali in qualcosa di rinnovato, puntando verso nuovi prodotti d’avanguardia o appartenenti al marchio “made in Sicily”, ancora tanto ricercati nel mondo…
Puntare verso una maggiore riqualificazione dei nostri prodotti agroalimentari tipici siciliani, rappresentanti della migliore qualità e tradizione della nostra terra…
Bisogna ridare credito agli imprenditori onesti o ai tanti aspiranti che vogliono iniziare una nuova attività…
Lo Stato deve farsi promotore e garante presso le banche, affinché eroghino in maniera celere quanto necessario a quei soggetti che intendono iniziare in maniera seria una alternativa professionale, senza dover però rischiare di ritrovarsi un cappio al collo per tutta la loro vita, a causa di quelle tante firme poste nei moduli per le varie richieste di finanziamenti…
Dopotutto se gira poco denaro non si pagano nemmeno le scadenze… difatti in Sicilia nel 2015 i protesti ammontano a 67 milioni di euro e tra titoli, assegni, cambiali, ecc… si corre sempre di più il rischio di aver alimentato in questi anni, quel mondo parallelo dell’usura…
Certo, se poi assistiamo a come i maggiori referenti di quelle importanti realtà produttive (Camera di commercio, Confindustria, Ance, ecc…) siano stati da parte delle procure posti a procedimenti giudiziari, capiamo perfettamente quanto sia difficile uscire da questa situazione…

Le soluzioni per risolvere questa crisi ci sono… ma per applicarle servono persone capaci… e questo purtroppo rappresenta ancora oggi… il nostro più grande problema… se si vuole procedere con la  volontà di cambiare pagina…
Eliminare radicalmente quel modo subdolo di procedere, fatto di collusioni, protezioni, favoritismi, clientelismi, scambi di favori, richieste personali… di cui noi tutti siamo ben a conoscenza, anche se il più delle volte, facciamo finta di non saperle queste cose… o meglio ne prendiamo atto come se queste capitano soltanto agli altri… dimenticando quelle che giornalmente andiamo compiendo!!!   

Se per un istante (chi oggi ha il potere di farlo…) si sedesse seriamente a lavorare insieme ai propri colleghi… (invece di pensare esclusivamente a salvaguardare la poltrona nella quale si è seduti…) ecco che (forse) pian piano, qualche proposta inizierebbe a concretizzarsi…
In ogni caso… ci si potrebbe altresì affidare a consulenti professionali esterni (mi riferisco a consulenti “capaci” e non a quei consueti “rapaci” e abituali “amici degli amici” che hanno come fine quello di perseguire propri vantaggi personali e finanziari…), che possono modificare l’indirizzo fin qui negativo !!!
Il premier Renzi ha parlato di 12 miliardi di euro per la Sicilia…
Speriamo che almeno questa volta, non sia soltanto la mafia a ringraziare!!!

La Sicilia??? In totale recessione!!!

Non capisco… se sono soltanto io ad accorgermi di quanto sta avvenendo in questa mia terra oppure sono i miei conterranei che preferiscono non vedere!!!
Osservo nei loro modi, un lassismo generale… una rilassatezza pericolosa perché non vuole comprendere o ancor peggio preferisce ignorare, lo sfacelo che ormai ci sta travolgendo…
Qualcuno può obbiettare che sono un disfattista… ed allora evidenziamo concretamente con esempi reali…
Quelle poche imprese che ancora operano… in questo preciso momento, stanno preferendo chiudere l’attività -forse riapriranno sotto un altro nome- (o prestanome…) per non dover affrontare il cosiddetto trimestre “nero” fiscale e cioè quel periodo Aprile-Giugno in cui ricadono la maggior parte dei pagamento dei tributi…
A queste vanno aggiunte le imprese sequestrate e confiscate che ormai sono completamente distrutte…
E quindi, imprese che assumono (a differenza di quanto ci racconta il premier Renzi) non c’è ne… 

Di eventuali appalti privati da mettere sul piatto… mancano di finanziatori, quegli pubblici sappiamo bene in quali modi e da chi sono gestiti e dove il rispetto delle regole risulta inadeguato, determinando enigmatiche aggiudicazioni e sospetti sulle metodologie adottate…

Non parliamo poi dei controlli su quelle opere, di quei requisiti minimi previsti mai applicati che vanno, dal mancato rispetto dei CCNL ad una inadeguata per non dire inesistente sicurezza sui luoghi di lavoro… e poi stranamente ci si meraviglia di come accadano continuamente gli incidenti!!! 
Le famiglie risultano ormai totalmente indebitate… non parliamo dei poveri pensionati… i giovani ormai il lavoro hanno smesso di cercarlo… i negozianti hanno chiuso bottega (vedevo l’altro giorno Via Etnea: dall’incrocio di Via Umberto a risalire è un deserto e non parliamo del tratto successivo con l’incrocio di Via XX Settembre… sono più i negozi chiusi (con i cartelli “affittasi”) che quelli aperti!!!
Denaro in circolazione non c’è ne… quel poco residuo non viene minimamente investito in operazioni finanziarie e soprattutto viene tenuto lontano dalle stesse banche, per un eventuale rischio del “bail-in”…   
Siamo in totale recessione… ma i nostro governanti non ne parlano, anzi propagandano un periodo in arrivo pieno di benessere sociale per tutti… lo definiscono un vero miracolo economico!!!  
Credo ché sarà più facile per noi incontrare in questa vita nuovamente Gesù, che sperare che queste “inutilità” si trasformino in dei veri e propri geni dell’economia!!!
Ovviamente c’è un motivo perché tutto è stato messo in stasi: paralizzato in attesa delle votazioni regionali!!!
Già, bisogna dare atto che su una cosa, i nostri politici primeggiano, sì, nelle furbizie!!!
Stanno aspettando le votazioni regionali, sanno che i siciliani hanno bisogno e il bisogno richiede una mano… ed allora “una mano lava l’altra” tu dai qualcosa a me (il tuo voto) ed io successivamente – quando sarò stato eletto– mi ricorderò di te e delle tue richieste… 
Ma dai Nicola… ormai a queste situazioni non crede più nessuno… 
Voi dite… vedremo in quel periodo; conteremo insieme tutte le pecore che si metteranno in fila dinnanzi quelle “segreterie” politiche (celate sotto altri nomi…) e dove, presentandosi con in mano qualche omaggio personale si potrà svendere la propria dignità e sperare in una elemosina…
Sembrerà d’essere in quei confessionali delle chiese… staranno tutti buoni in fila e in attesa del proprio turno per essere ricevuti… 
Viene allora da chiedersi: ma se tutti stanno male perché nessuno si lamenta???
Allora bisogna precisare che non tutti stanno male, la parte meno produttiva… quella cioè che sopravvive sopra l’operato degli altri, ecco quella “disgraziatamente” sta bene!!!
Dopotutto in tutti questi anni… non hanno mai rischiato nulla: nessun investimento personale nell’imprenditoria, nel commercio o nel turismo, non hanno personale a proprio carico, non devono pagare alcun affitto per uffici o depositi e non hanno costi diretti d’utenze ed anche se non compiono quanto dovrebbero… vengono pagati lo stesso!!!
Ecco il perché… sono tutti quegli uomini e donne che all’interno di quei “casermoni” non si sa cosa facciano… quali e quante pratiche svolgono durante la propria giornata, quante ore concretamente dedicano al lavorare e quante invece a discutere, telefonare, passeggiare, prendersi un caffè con i colleghi e via discorrendo… tanto non c’è nessuno che controlla o meglio, chi dovrebbe controllare è ancor peggio i loro, come si dice da noi: quannu u pisci feti ra testa
A tutto ciò andrebbero aggiunte le solite aggravante, poste sempre dietro l’angolo: corruzione, induzione, concussione, che fanno si che i livelli d’immoralità e dissolutezza, abbiano di fatto il sopravvento su ordine e rigore.
Ecco il perché di questa tolleranza, di questo permissivo atteggiamento, fanno parte tutti della stessa squadra… sono come quei parassiti che vivono sulle spalle (o sulle disgrazie) degli altri!!!
A loro non frega niente di come va questa terra… anzi più male va e meglio è per loro, proprio perché queste situazioni li avvantaggiano, creano quei necessari presupposti affinché essi abbiano ad esistere: infatti aumentano i disagi personali e familiari, crescono le infrazioni, accrescono i reati, si moltiplicano gli abusi e le violenze e i crimini la fanno da padrona!!!
Se a quanto sopra si apporta quel “contributo” ( in termini negativo) dato dalla mafia… allora abbiamo in prospettiva un futuro strabiliante di cui andare orgogliosi…   
Ma io comunque non voglio abbattermi anche se mi sento su quest’isola… come Napoleone all’Elba che ripeteva in quel periodo d’esilio a se stesso: non c’è un’isola più piccola di questa. Mi conviene tentare di nuovo; tanto peggio di così non può andare!!!

Gli appalti pubblici (ed anche quelli privati…) nelle mani della mafia!!!

Finalmente… lo si è capito!!!
Secondo quanto riportano dai pentiti vi è una tariffa imposta… che varia a secondo dell’importo aggiudicato (dallo 0,5 al 5%).
Un’estorsione, che però viene giustificata (da quegli stessi ricattatori) quasi fosse una assicurazione a 360° per le imprese che così otterrebbero una totale protezione contro furti o atti vandalici e che diventa implicitamente una vera e propria… sorveglianza.
Dopotutto è ormai dimostrato come vi sia –da parte di quelle associazioni criminali– un particolare interesse e di come queste ultime abbiano esteso i loro tentacoli su tutti quelle aggiudicazioni pubbliche e non solo… anche in quelle private…
Ritengo che questa prassi, presenti per l’associazione mafiosa una facilitazione non indifferente e cioè quella di ottenere del denaro illecito, compiendo sì un atto criminale, ma catalogato tra quei reati giudiziari minori e difficili da dimostrare proprio perché gli organi inquirenti hanno grande difficoltà a trovare collaborazione in quanti sono stati ricattati… 
Inoltre questo denaro, non è legato a quelle abituali attività illegali come per esempio i sequestri di persona, la commercializzazione della droga, la prostituzione o il contrabbando… tutti introiti che si sa… dovranno essere successivamente ripuliti… 
Qui l’incasso imposto è costituito da soldi puliti, che vengono riutilizzati in acquisizioni immobiliari o esercizi pubblici e che servono per essere posti in garanzia per gli istituti di credito, affinché si possa dare vita ad imprese “cristalline” (amministrate da prestanome), le quali, inserendosi nelle procedure di partecipazione a quelle gare d’appalto, tendono di aprirsi un varco nell’economia legale, riciclando così enormi capitali guadagnati illecitamente…
Lo dimostra la presenza di tutte le numerose società presenti presso le stazioni appaltanti (ad oggi le società iscritte nel registro imprese sono circa 6 milioni… cioè una ogni 10 abitanti) a cui vanno vanno sommate quelle lacune normative che regolano proprio gli appalti pubblici: la suddivisione dei contratti ed il ricorso eccessivo al subappalto, tutti meccanismi che rendono di fatto difficile… per non dire impossibile i controlli da parte delle forze dell’ordine…
Un’altra anomalia è rappresentata dal problema del “massimo ribasso“… sono anni che se ne parla, si conoscono i danni che produce, ma non si fa nulla per cambiarlo…
Poi ci si meraviglia dell’uso di personale dipendente “non registrato”, dell’utilizzo di materiali non di qualità, non certificato o ancor peggio depotenziato, senza considerare che il più delle volte, non si rispettano tutte quelle norme previste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro…
Inoltre, bisogna ribadire che mancano i controlli… difatti, in questi anni abbiamo visto come coloro che erano demandati a verificare le procedure previste… hanno omesso di fatto… di controllare, partecipando anzi direttamente e attivamente a quelle collusioni!!!
Così pian piano le imprese oneste chiudono… mentre quelle “infiltrate” si aggiudicano gli appalti!!!
L’avvenimento comunque più grave, si concretizza con il consenso sociale ed il controllo del territorio!!!
Sono in molti a non comprendere che un’impresa legata alla criminalità organizzata, produce agli occhi dei cittadini dei benefici… 
Questo tipo di imprese difatti: permettono l’ingresso dei giovani nel mondo lavorativo, garantisce e implementa i livelli occupazionali, investe e promuove iniziative sociali nei luoghi in cui opera, s’insinua e sviluppa rapporti confidenziali proprio con quegli uomini che operano nelle pubbliche amministrazioni, esercita una influenza verso il potere politico presente nei luoghi, orientandone le scelte e condizionando il voto (interviene sui propri dipendenti… i quali a seguito dei benefici personali si sentono in obbligo di ripagare quanto finora ricevuto e si impegnano soprattutto a ricercare e ampliare quel consenso attraverso propri familiari e/o amici) per indirizzarlo verso chi si ritiene essere “legato o associato” a quel sistema o che possa dare –grazie all’eventuale incarico ricevuto– un concreto apporto… 
In fin dei conti è noto che l’attività mafiosa (volta costantemente agli illeciti e parassitari arricchimenti) non potrebbe perdurare senza la permanente collusione col pubblico potere!!!

Gli appalti pubblici (ed anche quelli privati…) nelle mani della mafia!!!

Finalmente… lo si è capito!!!
Secondo quanto riportano dai pentiti vi è una tariffa imposta… che varia a secondo dell’importo aggiudicato (dallo 0,5 al 5%).
Un’estorsione, che però viene giustificata (da quegli stessi ricattatori) quasi fosse una assicurazione a 360° per le imprese che così otterrebbero una totale protezione contro furti o atti vandalici e che diventa implicitamente una vera e propria… sorveglianza.
Dopotutto è ormai dimostrato come vi sia –da parte di quelle associazioni criminali– un particolare interesse e di come queste ultime abbiano esteso i loro tentacoli su tutti quelle aggiudicazioni pubbliche e non solo… anche in quelle private…
Ritengo che questa prassi, presenti per l’associazione mafiosa una facilitazione non indifferente e cioè quella di ottenere del denaro illecito, compiendo sì un atto criminale, ma catalogato tra quei reati giudiziari minori e difficili da dimostrare proprio perché gli organi inquirenti hanno grande difficoltà a trovare collaborazione in quanti sono stati ricattati… 
Inoltre questo denaro, non è legato a quelle abituali attività illegali come per esempio i sequestri di persona, la commercializzazione della droga, la prostituzione o il contrabbando… tutti introiti che si sa… dovranno essere successivamente ripuliti… 
Qui l’incasso imposto è costituito da soldi puliti, che vengono riutilizzati in acquisizioni immobiliari o esercizi pubblici e che servono per essere posti in garanzia per gli istituti di credito, affinché si possa dare vita ad imprese “cristalline” (amministrate da prestanome), le quali, inserendosi nelle procedure di partecipazione a quelle gare d’appalto, tendono di aprirsi un varco nell’economia legale, riciclando così enormi capitali guadagnati illecitamente…
Lo dimostra la presenza di tutte le numerose società presenti presso le stazioni appaltanti (ad oggi le società iscritte nel registro imprese sono circa 6 milioni… cioè una ogni 10 abitanti) a cui vanno vanno sommate quelle lacune normative che regolano proprio gli appalti pubblici: la suddivisione dei contratti ed il ricorso eccessivo al subappalto, tutti meccanismi che rendono di fatto difficile… per non dire impossibile i controlli da parte delle forze dell’ordine…
Un’altra anomalia è rappresentata dal problema del “massimo ribasso“… sono anni che se ne parla, si conoscono i danni che produce, ma non si fa nulla per cambiarlo…
Poi ci si meraviglia dell’uso di personale dipendente “non registrato”, dell’utilizzo di materiali non di qualità, non certificato o ancor peggio depotenziato, senza considerare che il più delle volte, non si rispettano tutte quelle norme previste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro…
Inoltre, bisogna ribadire che mancano i controlli… difatti, in questi anni abbiamo visto come coloro che erano demandati a verificare le procedure previste… hanno omesso di fatto… di controllare, partecipando anzi direttamente e attivamente a quelle collusioni!!!
Così pian piano le imprese oneste chiudono… mentre quelle “infiltrate” si aggiudicano gli appalti!!!
L’avvenimento comunque più grave, si concretizza con il consenso sociale ed il controllo del territorio!!!
Sono in molti a non comprendere che un’impresa legata alla criminalità organizzata, produce agli occhi dei cittadini dei benefici… 
Questo tipo di imprese difatti: permettono l’ingresso dei giovani nel mondo lavorativo, garantisce e implementa i livelli occupazionali, investe e promuove iniziative sociali nei luoghi in cui opera, s’insinua e sviluppa rapporti confidenziali proprio con quegli uomini che operano nelle pubbliche amministrazioni, esercita una influenza verso il potere politico presente nei luoghi, orientandone le scelte e condizionando il voto (interviene sui propri dipendenti… i quali a seguito dei benefici personali si sentono in obbligo di ripagare quanto finora ricevuto e si impegnano soprattutto a ricercare e ampliare quel consenso attraverso propri familiari e/o amici) per indirizzarlo verso chi si ritiene essere “legato o associato” a quel sistema o che possa dare –grazie all’eventuale incarico ricevuto– un concreto apporto… 
In fin dei conti è noto che l’attività mafiosa (volta costantemente agli illeciti e parassitari arricchimenti) non potrebbe perdurare senza la permanente collusione col pubblico potere!!!

Edilizia siciliana in croce!!!

Il tempo dell’edilizia in Sicilia è finito!
Non ci sono più imprese o meglio quelle restanti che operano ancora nel mercato… saranno con il “cuore in gola”!
Già, non sanno se dover continuare…(per come stanno facendo) o uscirsene in tempo… avendo intuito di poter far parte di quel gruppo d’imprese che a breve potrebbe essere inserito in nuove inchiesta da parte della Procura… 
Certo tra gli imprenditori vi è un po’ di timore… non si capisce dove vogliano puntare gli organi inquirenti con queste iniziative e soprattutto chi si vuole realmente colpire…  
Al sottoscritto in questi giorni, qualche dubbio è venuto…
Mi chiedevo… se le imprese apprezzabili che operavano nella nostra terra sono state quasi tutte sequestrate, confiscate o poste in fallimento, quelle restanti che attualmente stanno operando (e che in questi mesi si stanno aggiudicando i vari appalti) sono altrettanto “trasparenti” o fanno anch’esse parti (forse) di quel meccanismo perverso nelle quali –imprese in apparenza distinte tra loro– (avendo dopotutto denominazioni diverse) sono di fatto legate tra esse, in quanto riunite in raggruppamenti che si sa essere governati da soggetti legati al malaffare…

Quindi, quante di queste imprese oggi possono ritenersi fiduciose da qualsivoglia controlli in quanto estranee e non legate a quel sistema corruttivo…

Quante cioè tra esse non sono delle imprese mascherate??? 
Certo è strano scoprire come all’improvviso, parecchie di queste imprese di piccole dimensioni stiano all’improvviso crescendo in maniera esponenziale, sia finanziariamente che attraverso aggiudicazioni d’appalti milionari…
Inoltre, voler sperare che i recenti provvedimenti giuridici intrapresi dai Tribunali, possano far riprendere in maniera celere il settore delle costruzioni è sperare in qualcosa d’impossibile, anche perché ormai la crisi del settore edile, ha coinvolto tutto un comparto che finora aveva retto alla crisi, avendo potuto indirizzare le proprie capacità verso quel mercato parallelo privato, dove le ristrutturazioni ed i lavori condominiali l’hanno fatta da padrone… ma ora che anche quest’ultimi hanno ridotto le proprie richieste per quelle imprese, l’ovvia conseguenza è la definitiva chiusura!!!
In questi giorni i segretari nazionali di Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl, hanno presentato un documento congiunto con le associazioni degli imprenditori per affrontare questa crisi, ma quanto si riuscirà in concreto a fare è tutto che dire…  
Penso che ormai è stata superata quella linea di demarcazione oltre la quale il ritorno di ripresa è diventato difficile anche perché il settore edile è ormai in profonda crisi da troppi anni…
Nel contempo, mentre le imprese si riducono in maniera considerevole ed il personale registrato ufficialmente si è ridotto del 50%, il lavoro nero dilaga, dando modo alla criminalità organizzata di poterne beneficiare…
Non parliamo della sicurezza e dei maggiori costi che stanno incidendo sulla comunità… tutte situazioni che nei casi d’infortuni vengono celate da false denunce, dichiarate dagli stessi addetti, come se occorse all’interno delle proprie mura domestiche…
Un problema quello del lavoro nero che dovrebbe colpire tutte quelle imprese che ne fanno uso, provvedendo ad epurarle definitivamente dal sistema imprenditoriale… perché solo così e cioè espellendo queste scorrette società si potrà finalmente avere imprese sane e serie, che rispettano quanto previsto nei contratti collettivi, previdenziali e assicurativi…
Perché fintanto che coloro che sono addetti ai controlli, continueranno a chiudere non uno ma tutti e due gli occhi, ecco che questo mondo imprenditoriale non vedrà alcuna ripresa o certamente non nei tempi celeri che giornalmente i nostri governanti ci vanno prospettando…

La lotta alla mafia non si fa con gli slogan o con i paladini della legalità… ma con le denunce!!!

Si… meglio farli scendere da quel piedistallo, tanto da qui… si sentono i soliti slogan…
Ogni giorno si sente parlare di lotta alla mafia o di associazioni criminali, infiltrazioni e pubblici ufficiali corrotti, ed ancora, assistiamo a convegni promossi sulla legalità e in quelle rare manifestazioni di piazza, ci propinano descrizioni ed elenchi d’azioni di contrasto realizzate…
Difatti, se analizziamo quanto concretamente è stato fatto in questi anni per modificare questo stato di cose, possiamo –lo dico senza alcuna vena critica– elencare certamente una serie di colpi duri alla criminalità organizzata, ai suoi affiliati ed anche a quelle società che si sono prestate ad aderire a quel sistema malavitoso… ma per il resto, ad esclusione quindi di quell’elenco di nominativi e di un resoconto certamente obbiettivo, ciò che emerge è un territorio “arido” nel quale si dimostra, come nulla di fatto sia cambiato…
Il problema è difatti… quello di colpire le coscienze, quella cultura ben radicata in cui si muove questo fenomeno… e dove ancora oggi, un buon 50% della popolazione avverte concretamente la presenza nel territorio di “cosa nostra”…
Abbiamo visto come l’azione criminale si sia in questo ventennio, trasformata…
E’ passata, da quelle logiche cruenti in cui lo Stato e non solo, ha pagato un prezzo altissimo di vite umane… ad un cambio di strategia, dove il principale obbiettivo è divenuto l’aspetto finanziario, quest’ultimo rappresentato da nuove politiche d’investimento –mai prioritari per la creazione di quello sviluppo sociale o per dare un impulso alla occupazione, in particolare a quella giovanile- ma esclusivamente per riuscire ad ottenere vantaggi, diversi da quelli ben noti legati a tipologie proibite ed illegali, ma nuove procedure limpide, ben mascherate da speculazioni edilizie, agrarie, commerciali e industriali…
Inoltre, in questi anni, attraverso i soliti amici collusi politici (personaggi che hanno nel corso degli anni, barattato la loro immagine in cambio di quei voti necessari per la propria carriera…), vengono inseriti propri affiliati all’interno di quegli uffici pubblici, i quali operano affinché si realizzi quanto necessario per l’aggiudicazione delle gare d’appalto o far si che lo svolgimento delle loro “il-lecite” attività, abbiano così a concretizzarsi…
Servono a poco i protocolli di legalità controfirmati, quando poi… procedure compiacenti e del tutto arbitrarie, dirottano gli appalti verso le solite imprese di prestanome… di “amici degli amici”.
Quando ancora oggi (a seguito d’intercettazioni da parte degli organi giudiziari), si scopre come al interno del Consiglio all’ARS o nel nostro Comune di Catania, ci siano “ombre” di esponenti vicini a quelle associazioni mafiosa e di come oggi poco si stia facendo, se non operando semplici “valutazioni”… ecco che si prende atto di come tutto sia ridotto a semplici slogan…
Abituali parole espresse in modo strumentale per far si che qualcuno si presenti in qualità di “paladino della giustizia” ed è strano perché abbiamo visto come quei nomi altisonanti, un tempo premiati per la loro sollecitudine alla lotta alla criminalità… vengono ora sottoposti a inchieste della procura o condannati per aver partecipato attivamente ad azioni moralmente gravi!!!
Le imprese sequestrate e confiscate non si contano più… i politici,  dirigenti, controllori, dimostrato quanto fossero collusi e sono un numero talmente alto, che ormai si è perso anche il conto esatto…
La politica ha fallito… ed anche i loro uomini hanno fallito e non solo… già anche anche coloro che pur non macchiandosi di colpe gravi hanno fallito, perché nulla hanno fatto affinché questo nostra terra potesse cambiasse, anzi viceversa, hanno permesso che tutto restasse eguale ed immutato!!!
Si parla di antimafia, ma chi usa questa parola non ha mai realizzato una sola denuncia in vita sua… ed usa questa dicitura di lotta alla illegalità per fini propri, quasi sempre propagandistici per natura politica o pubblicitaria…
E ora di dire basta a questi soggetti… a quelle associazioni di legalità effimere e inconcludenti, a quanti dichiarano di voler cambiare questa nostra terra e di fatto la bloccano…
Siamo stanchi di questa “gentaglia”… come siamo stanchi di ricevere sempre… le solite parole… Basta!!! E’ tempo di realizzare atti concreti!!! 

Contrasto all’attività imprenditoriale "criminale"…

Se dovessimo dividere i provvedimenti con cui lo Stato colpisce gli interessi imprenditoriali del crimine, potremmo suddividerli in tre macro gruppi…
Il primo gruppo… può includere il  provvedimento più comune e cioè, quello spiccato dalle prefetture che prende il nome di “interdittiva antimafia”…
Questo provvedimento ha la capacità di limitare… per non dire interrompere l’attività dell’impresa, in particolare, quando quest’ultima, ha in corso d’pera la realizzazione d’appalti pubblici…
Il provvedimento infatti viene trasmesso a tutte le Pa… le quali immediatamente provvedono ( senza se… e senza ma… ) alla rescissione dei contratti!!!
Ciò, se pur non limita l’impresa a continuare ad operare… almeno nel privato… la distrugge però completamente nel pubblico… fino a determinarne, innanzitutto i licenziamenti del personale e successivamente la perdita stessa delle commesse… per giungere alla naturale predisposizione della chiusura definitiva…
La cosa peggiore accade quando ci si accorge, che il provvedimento adottato era infondato (in alcuni casi totalmente errato…) o ancor peggio… quando gli imprenditori sospettati di essere vicini ai cosiddetti “clan”… vengono successivamente assolti perché il fatto non sussiste…
Poi c’è il secondo gruppo, quelli per cui è stato disposto il provvedimento di sequestro…
Rappresenta per lo Stato… la metodologia più usata e costituisce il provvedimento delle “misure di prevenzione”, che scatta… a prescindere dall’esistenza o meno di un’inchiesta penale, ma sulla base di sospetti, intercettazioni, pentiti, ecc… anche nel caso in cui, l’eventuale provvedimento (con un periodo massimo previsto in 18 mesi) potrebbe essere successivamente ribaltato da un ricorso…che potrebbe dimostrare l’inesistenza dei fatti incriminati…
Ovviamente quanto però accadrà in quell’anno e mezzo, basterà per devastare completamente la società!!!
Ho letto di un caso… quello della società Italgas: azienda di distribuzione gas (Snam) con tremila addetti, messa sotto amministrazione giudiziaria dal tribunale di Palermo (09-07-2014) sulla base di presunti contatti tra il manager locale e una ditta in odore di mafia; bene, anzi male… il manager non è mai stato indagato, la ditta è stata assolta con formula piena, ma Italgas alla fine è rimasta commissariata!!!
I pm nel frattempo hanno chiesto e ottenuto il rinnovo del commissariamento per altri sei mesi e nel frattempo, gli amministratori nominati dal tribunale hanno presentato parcelle per diversi milioni di euro; non mi meraviglio visto quanto abbiamo potuto leggere per quanto accaduto sulla gestione dei beni confiscati in quel Tribunale…
La lotta tra la vera antimafia e quella corrotta… diventa ogni giorno più pericolosa… se c’è chi, ha interesse a combatterla questa mafia per estirparla definitivamente e chi di contro, ha interessi affinché questa continui ad esistere… per poterla quindi gestire!!!
Secondo alcuni dati, la gestione dei beni confiscati, rappresenta la più grossa holding nazionale… con un valore di beni intorno ai 12 miliardi di euro; la stessa Presidente Bindi della Commissione Nazionale Antimafia, ha parlato di un totale superiore ai trenta miliardi! 

Ma dove lo “Stato-Manager” fa i più grossi danni (è rappresenta difatti anche la parte più consistente di quei provvedimenti) è quando interviene con la confisca (in particolare nei casi in cui il provvedimento risulta parziale…) ed è proprio in questi casi… che l’attività imprenditoriale, finisce per chiudere definitivamente… attraverso la messa in liquidazione o lo stesso auto-fallimento…
Il problema innanzitutto è dovuto ai ritardi “tecnici” giuridici… a tutte quelle procedure legali tra gli opposti schieramenti, che fa si che non si giunga in tempi celeri a quel provvedimento… che determini in modo chiaro, la restituzione dei beni confiscati ai loro legittimi proprietari o la consegna di questi all’Agenzia Nazionale dei beni confiscati, per un loro possibile riutilizzo…
All’interno di quell’infausto periodo… c’è la gestione di quelle società… dove, innanzitutto mancano veri e propri esperti qualificati nella gestione aziendale e patrimoniale… con riferimento alla condizione propria, di queste “peculiari” società…
Il più delle volte infatti, queste vengono affidate a soggetti per lo più incompetenti, limitati, deboli e che hanno dimostrato in questi anni… di partecipare attivamente alle collusioni…
Inoltre questi amministratori giudiziari… oltre ad essere pagati profumatamente, producono danni inimmaginabili per chi sta fuori da quest’ambiente… e non parlo esclusivamente dalla dissipazione dei beni… ma soprattutto di quella incapacità delle gestione di tutte le commesse presenti sin dal giorno del loro insediamento…
Dopotutto… abbiamo scoperto come questi incarichi, rappresentato un business per questi “addetti ai lavori”, non solo economici, ma soprattutto di prestigio personale… grazie a quelle conoscenze che negli anni si sono andate concretizzando, nel concedere “consulenze” ai vari amici, nel garantire attraverso scambi… posti di lavoro a parenti e affini… per concludere quella loro inadeguatezza professionale… con la chiusura definitiva delle società e aggiungerei… delle loro stesse malefatte!!!
Ma come dice il principio di Antoine-Laurent de Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma…” ed ecco quindi una nuova società, un nuovo incarico… e tutto torna nuovamente a ripetersi!!!

Bisogna far ripartire i cantieri…

Poco… ma rispetto ai precedenti anni, qualcosa sta cambiando, siamo passati dai circa 18 miliardi di lavori messi in gara nel 2012 ai circa 25 miliardi dell’anno appena trascorso… 
Sappiamo bene come i lavori pubblici costituiscano un punto essenziale per la crescita del nostro paese e se i livelli di corruzione per questo settore fossero attraverso procedure “blindate” eliminati, certamente la crescita del nostro paese, sarebbe molto più celere e    
Ovviamente bisogna fare si che i bandi di gara abbiano una certa logicità… e non vengano realizzate opere per lo più inutili, che hanno quale unica motivazione, la realizzazione di un giro di spesa, necessario a certi comuni per sovvenzionare quanti operano al loro interno ( ed anche all’esterno ), per poi scoprire successivamente, grazie alle inchieste delle varie procure, che queste avessero quale scopo, quello di far girare le solite tangenti e bustarelle…
Poi ci sono opere, come quelle evidenziate nella trasmissione “Striscia la notizia”, cattedrali nel deserto che oltre ad essere rimaste incompiute, vengono solitamente abbandonate – distruggendo il più delle volte – quel meraviglioso patrimonio naturale e comportando costi esosi per la collettività!!! 
Bisogna che si trasformi quella consuetudine delle amministrazioni pubbliche di realizzare opere non necessarie in qualcosa di più utile, ad iniziarsi con i lavori di ristrutturazione e di sicurezza di quelle strutture già esistenti, come scuole, ospedali, uffici, ecc… e integrando successivamente quanto ancora resta in disponibilità finanziaria per la realizzazione di nuovi cantieri… 
L’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione, deve servire a valutarle anticipatamente quelle opere… per comprendere se il loro realizzo ha necessità di esistere o se la richiesta debba essere bocciata… dopotutto si tratta d’investimenti pubblici e non possono essere lasciati “arbitrariamente” ad uso e costume di pochi politici e dirigenti… 
Qui si tratta di colpire quei noti “mali” del tutto italiani, che scopriamo quotidianamente come vengono ripetuti e che ancora oggi è dimostrato essere difficili da eliminare in tempi rapidi…
Per fortuna qualcosa sta cambiando, grazie alla Legge di Stabilità, infatti si stanno programmando gli stanziamenti verso opere concrete, quali quelle infrastrutturali…
Ad iniziare dalla realizzazione e manutenzione di strade e ferrovie, per passare ai lavori causati da dissesti idrogeologici, la riqualificazione nelle città delle periferie, il patrimonio culturale e architettonico, l’edilizia scolastica, ecc…
Finalmente si punta verso opere coerenti con quanto necessario e soprattutto compatibile con le finanze pubbliche…
Inoltre, l’uscita dal patto di stabilità con il successivo pagamento degli arretrati dalle PA alle imprese affidatarie, sta permettendo di liberare risorse per nuovi investimenti… 
Il vero problema quindi, resta quello di progettare opere essenziali e allo stesso tempo pronte in tempi rapidi per trasformarsi in cantieri funzionali, dando priorità a quelle procedure di legalità e leale concorrenza, che sono di fatto le condizioni, che ahimè il più delle volte, sono venute propriamente a mancare…
Bisogna infine fare pulizia di tutte quelle imprese “prestanome”, le quali non hanno alcuna capacità imprenditoriale ma sono per lo più costituite da soggetti, che fanno riferimento alla criminalità organizzata…
Infatti queste fanno sì… d’aggiudicarsi i lavori (grazie alle certificazioni di cui sono “sulla carta” in possesso) per poi subappaltarli totalmente ad imprese “fittizie ed aleatorie” che non garantiscono minimamente quelle minime condizioni obbligatorie, come quelle relative agli adempimenti fiscali e assicurativi (il più delle volte queste società chiudono alla fine di ogni anno, per poi riaprire una nuova posizione a nome di un parente…) per continuare con i mancati adempimenti sulla normativa contrattuale e con quelle procedure previste per la sicurezza!!!
E dire… che tutte queste (affidatarie e sub-appaltatrici) hanno ancora oggi… la presunzione di definirsi “imprese di costruzione“.
 

Sequestrato il raddoppio della SS 640 Agrigento – Caltanissetta

Un raddoppio quello della SS 640 che rappresenta con i suoi 740 milioni di euro, un interessante business per l’impresa che si è aggiudicata l’opera pubblica e cioè la società consortile Empedocie 2 S.C.P.A. (costituita da CMC Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna 44%, CCC Società Cooperativa 18%, Tecnics di Catania 38%).
Se andiamo a rileggere quanto riportava il protocollo di intesa, osserviamo che la Empedocle SCPA (in forza del contratto a Contraente Generale), potrà affidare ad imprese terze, lavori ed opere, per l’intera realizzazione del progetto
Sarebbe interessante quindi conoscere i nominativi di quelle imprese, che hanno operato su quei tratti stradali e sapere se in questi anni, qualcuna di esse, abbia avuto revocato il certificato antimafia o se siano stati emessi provvedimenti interdittivi o condanne, nei confronti di alcuni loro legali rappresentanti…
Ed inoltre, sarebbe rilevante conoscere se, durante l’esecuzione, siano state violate le clausole di salvaguardia, con riferimento specifico agli impegni normativi e contrattuali e cioè, se dalle verifiche (alle imprese affidatarie e/o sub affidataria dei lavori) siano emerse irregolarità nei confronti dei propri dipendenti o dei lavoratori dipendenti da eventuali imprese sub affidataria, presenti nei lavori appaltati.
Inoltre, premesso che la società Empedocle 2 S.c.p.a. a promosso a suo tempo con la Prefettura di Caltanissetta, la Regione Siciliana, Anas SpA la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e dove tale protocollo avrebbe dovuto di fatto costituire “l’elemento fondamentale” sul quale garantire tutte procedure interne volte ad attivare le ricognizioni e le analisi per la protezione e l’incremento dell’integrità aziendale e della filiera produttiva relativa al lavoro…
Scoprire quindi in questi giorni come, i militari del Reparto Operativo (Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Caltanissetta), abbiano dato corso, ad un serie di procedimenti, iscrivendo 12 indagati per “concorso in frode in pubbliche forniture”… e dove agli interessati è stata contestualmente notificata “informazione di garanzia” e sono stati accusati, a vario titolo, per aver:
– utilizzato calcestruzzo non conforme alle previsioni contrattuali;
– utilizzato gabbie in acciaio per la realizzazione di pali ed altre strutture di misure e/o caratteristiche tecniche non conformi al capitolato;
– occultato alla Direzione dei Lavori difficoltà tecniche ed irregolarità dei materiali;
– omesso di segnalare alla Direzione dei Lavori irregolarità riscontrate, impedendo l’apertura della procedura contrattuale di non conformità e la successiva risoluzione delle irregolarità esecutive, lascia di per se, un po’ perplessi….

Certamente qualche dubbio sulla validità di questi protocolli di legalità nasce, considerato che proprio in questi giorni, ad una delle partecipate, è stata notificata l’interdittiva antimafia in seguito all’arresto dei propri vertici…

Sarebbe altrettanto interessante conoscere per quali ragioni, un’opera che prevedeva i lavori di adeguamento a quattro corsie della strada statale 640 “di Porto Empedocle” (dal km 9,800 al km 44,400), per un importo di circa 378 milioni euro sia giunta oggi a costare quasi il doppio…
Ed ancora, un’opera che prevedeva il completamento entro 1510 giorni dalla firma del contratto (sono circa cinque anni) e che dal quel 2008 è ancora in corso di realizzazione, ma soprattutto, non si sa nemmeno quando si giungerà alla conclusione, considerato che -per quanto emerso- sono state rilevate numerose non-conformità durante i lavori e che queste se pur già segnalate al contraente generale, avranno l’onere di essere sanate… 

Inoltre, mi sembra di ricordare che per ogni giorno di ritardo, il contraente generale avrebbe dovuto corrispondere all’ANAS una penale pari all’1 per mille dell’importo complessivo della progettazione esecutiva e dello 0,5 per mille dell’importo complessivo offerto per i lavori…

Una cosa è certa, questo sistema sugli appalti pubblici, così com’è, non funziona e presenta falle a tutti i livelli… dalla trasparenza delle gare d’appalto (sempre più viziate dalla solita rete di conoscenze e favoritismi) ai controlli ispet­ti­vi an­ti­ma­fia, dai requisiti di moralità professionale dei titolari, alle mazzette ripartite, dai meccanismi di accesso agli appalti, ovvero la qualificazione delle imprese, con quel sistema SOA (società organismo di attestazione) basato su controlli affidati a società private, che avrebbero dovuto sostituire quel carrozzone dell’Albo costruttori, filtrandone l’accesso dei nuovi ingressi ed eliminando tutte quei vecchi scatoloni vuoti, e per finire, quella mancata trasparenza…
Non esiste a tutt’oggi una banca dati informatizzata, dalla quale sia possibile conoscere tutti i contratti pubblici e che permetta a chiunque, di sapere quanto sia costata un’opera (rispetto all’importo originario), a chi è stata affidata, chi erano i subappaltatori, conoscere mese per mese gli stati d’avanzamento di un’opera, ecc…
Non so dire se chi si occupa d’appalti pubblici sia realmente incapace… ho il dubbio invece, che forse, ci troviamo in un comparto gestito da furbi, che fa sì che questo sistema, resti cosi com’è, per poter continuare a ingrassare e oliare, tutte quei soggetti, legati tra loro in anomale procedure ( il più delle volte illecite…) che prendono il nome di… appaltopoli!!! 

I reali problemi delle imprese confiscate…

Le cause di questo vero e proprio fallimento delle imprese confiscate, dipende da molteplici problemi, i quali, non sono esclusivamente da ricercare nella gestione amministrativa o nei suoi interpreti ( quella rappresenta di per se soltanto… un’ulteriore complicazione), ma nasce da ragioni che nulla hanno a che fare, con il provvedimento interdittivo da parte dello magistratura.
La gestione sistematica di quelle imprese, ora, a causa dell’intervento giurisdizionale, fa emergere tutti le problematiche ad essa connesse, portando alla luce, quelle metodologie finora adottate, non sempre funzionali con l’attività dell’impresa, ma che permettevano però alla stessa (se pur tra mille defezioni), di sopravvivere e creare nel contempo nuove opportunità di lavoro…
Con l’intervento dello Stato, alcuni di quegli aspetti prioritari, vengono di fatto a modificarsi, infatti a seguito del provvedimento di sequestro e/o confisca, queste imprese si trovano a dover affrontare tutta una serie di problematiche, che fino ad allora, erano di pertinenza diretta del suo titolare…
Infatti, la modifica camerale intervenuta, con l’avvicendamento da parte delle istituzioni, con la custodia delle quote societarie e la modifica del legale rappresentante, diventa nel concreto, il reale motivo “ostativo” per il quale si vengono a determinare talune conseguenze, tra le quali:
a) Revoca dei fidi bancari: le banche chiudono i “rubinetti”, revocando gli affidamenti e non consentendo all’azienda, già nella fase del sequestro, di proseguire la propria attività;
b) Rapporti con i clienti/fornitori: dopo il sequestro i clienti revocano le commesse e i fornitori chiedono di rientrare immediatamente dei loro crediti, in questo caso spingendo l’azienda alla chiusura;
c) Innalzamento dei costi di gestione: l’azienda sequestrata/confiscata, ricollocata in un circuito legale, sconta l’inevitabile aumento dei costi di gestione relativi alla regolare fatturazione delle commesse e alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro;
d) Gestione conservativa delle aziende: l’autorità giudiziaria e gli amministratori si trovano spesso senza strumenti, risorse e competenze specifiche.
Si tratta di trasformare ogni azienda sottratta alle mafie, in una risorsa in grado di sostenere il Paese in un momento di grande difficoltà economica e sociale, certamente non semplice… 
L’articolo 41 del codice delle leggi antimafia (decreto legislativo n.159 del 2011), stabilisce che, nel caso in cui il sequestro abbia ad oggetto società, l’amministratore giudiziario, venga scelto nella sezione esperti in gestione aziendale dell’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, che però a cinque anni dalla sua nascita, non è ancora diventato operativo. 
Così come, da gennaio 2013 ad oggi, il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale non è stato ancora integrato con i due qualificati esperti in materia di gestioni aziendali e patrimoniali designati, di concerto, dal Ministro dell’Interno e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, per cui il solo consiglio direttivo risulta attualmente l’organo preposto alla destinazione dei beni confiscati. 
In particolare, proprio l’articolo 48 del codice antimafia, stabilisce che i beni aziendali vengano mantenuti al patrimonio dello Stato e destinati, con provvedimento dell’Agenzia che ne disciplina le modalità operative:
–  all’affitto, quando vi siano fondate prospettive di continuazione o di ripresa dell’attività produttiva, a titolo oneroso, a società e ad imprese pubbliche o private, ovvero a titolo gratuito, senza oneri a carico dello Stato, a cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata;
–  alla vendita, per un corrispettivo non inferiore a quello determinato dalla stima eseguita dall’Agenzia, a soggetti che ne abbiano fatto richiesta, qualora vi sia una maggiore utilità per l’interesse pubblico o qualora la vendita medesima sia finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso;
ed infine 
– alla liquidazione: quando non vi sono le condizioni di cui sopra;
Certamente non si tratta di una procedura semplice, ma proprio in questo momento occorre fare uno sforzo da parte di tutti, per supportare il compito dell’Agenzia, la quale (nella sua relazione annuale), esplicitava le criticità di gestione delle aziende e proponeva di estendere alle aziende la disciplina oggi dettata per i beni immobili e consentire allo Stato e agli Enti territoriali di acquisire a titolo gratuito le aziende confiscate. 
Proponeva, altresì, al fine sia di scongiurare la chiusura aziendale ed in particolare, evitare di trasmettere messaggi negativi alla cittadinanza, l’istituzione di un fondo di rotazione che, ricorrendone i presupposti, verrebbe utilizzato per finanziare le aziende che presentano concrete possibilità di rimanere sul mercato. 
Si potrebbe creare – proseguiva la relazione dell’Agenzia – da un lato, una sinergia tra le aziende sequestrate e confiscate per la rotazione delle commesse e, dall’altro, una rete virtuosa che, coinvolgendo le associazioni rappresentative degli imprenditori, dovrebbe far rientrare l’ex azienda mafiosa in un circuito di legalità tramite le commesse provenienti dalle società facenti parte della rete. 
Infine, sarebbe utile attivare protocolli d’intesa per utilizzare manager esperti del mercato di riferimento per la gestione imprenditoriale delle aziende particolarmente complesse. 
Per queste ragioni, è fondamentale l’approvazione in tempi rapidi della proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”, già depositata in Parlamento.
Perché soltanto in presenza di una forte volontà condivisa, si potrà difatti assicurare la ripresa e la restituzione alla collettività, di quelle imprese che permettono potenzialità occupazionali e di sviluppo, non solo in termini economici, ma soprattutto in termini sociali, culturali e di partecipazione democratica.
Ecco questi sono i temi fondamentali che dovrebbero essere affrontati in quei cosiddetti “convegni per la legalità“…, e non come – partecipando in incognito – mi accorga, che metà del loro tempo a disposizione, venga sprecato in preamboli inessenziali… che hanno quale oggetto, la presentazione di coloro che sono stati invitati a partecipare!!!

Gare d’appalto perse nei meandri della burocrazia…

Siamo in Sicilia!!!

Parliamo di gare d’appalti pubblici… di bandi per l’affidamento, di soldi che non vengono utilizzati… 
E’ quanto emerge dai dati dello scorso anno, dove su circa 300 gare indette… soltanto la metà di queste sono state espletate…
Milioni di euro, sono circa 350… che a causa della nostra burocrazia, non riescono ad essere utilizzati 
Un dedalo di procedure, uffici, responsabili, un andirivieni di carte che salgono e scendono, autorizzazioni, riunioni, firme e quant’altro possa servire per far si, che si giunga alla loro definizione…
Se poi si somma che il più delle volte… i rallentamenti sono causati da comportamenti alquanto discutibili, vedasi ad esempio lo spropositato numero discrezionale che provoca di fatto, la presentazione a ricorsi. che bloccano così le aggiudicazioni definitive… 
C’è poi la questione legata alle riunioni da parte delle commissioni, sempre più rare, a causa anche delle riduzioni del gettone, che influisce negativamente sotto il profilo della presenza… 
La verità che ormai tutto è diventato “business” e a nessuno frega più di fare il proprio dovere…
Quindi ecco uscire fuori, interpretazioni soggettiva delle norme, che non producono altro che ritardi o ricorsi al Tar, con l’ovvia conseguenza di una estensione a tempo indeterminato, della definizione procedurale…
Anche l’Ance Sicilia, ha informato di quanto emerso, sia il presidente della Regione Rosario Crocetta, che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio…
Il presidente (facente funzioni) dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone ha domandato: a che serve annunciare roboanti piani di finanziamento di nuove infrastrutture se poi in Sicilia più della metà delle gare bandite non viene aggiudicata, anzi se ne perdono le tracce per sempre, e ciò accade sin dal 2007?
In questi 8 anni e cioè dal 2007, è stato fatto osservare come, la media delle gare d’appalto andate perdute sia stata quasi del 40-50% , se pur nello stesso periodo, il numero degli incanti si sia ridotto di quasi un quarto ed il personale per tale espletamento, è stato di contro, aumentato…
Qualcosa che non va c’è… ed il problema è da ricercarsi, non soltanto sulla mancata presenza costante del personale incaricato, ma soprattutto sulla professionalità che questi manifestano nel ridurre i tempi d’espletamento…
Il problema infatti è che quest’ultimi, non hanno di per se, alcun interesse reale affinché si possa addivenire a ridurre quei tempi… anzi, una estensione dilatata, permette loro, sia una riduzione del carico giornaliero di lavoro per le pratiche in corso e soprattutto permette di rallentare quelle nuove procedure, giunte “disgraziatamente” sulla loro scrivania… 
E’ il solito problema degli uffici pubblici, nessun controllo sulla produttività, badge controfirmati da colleghi compiacenti, nessun incentivo per quanti dimostrano nei fatti di essere meritevoli, senza considerare quanto sta emergendo dalle tante inchieste, che dimostra come senza “oliare” quel meccanismo s’inceppa…    
Se a quanto sopra inoltre, si aggiunge la pretestuosa interpretazione dei criteri di valutazione dei calcoli delle medie per l’esclusione delle offerte… allora capirete bene, come da questa situazione non se ne esce…
E dire che di questi appalti – se pur ridotti – le nostre imprese di costruzioni avrebbero tanto bisogno, vista la crisi finanziaria che ancora le attanaglia e che di fatto non permette ad esse, la ripresa del mercato immobiliare, la certezza di risoluzione al problema legato alla concorrenza sleale, la stretta da parte degli istituti di credito, le troppe tasse sulla casa, e soprattutto, una crisi economica sullo sfondo che non permette quel possibile sviluppo d’investimento sul mattone… 
Se poi si aggiunge il forte calo occupazionale che ha ridotto il comparto ai minimi storici (con un numero di famiglie sempre più piegato dalla crisi) e l’indebitamento delle aziende, ecco che il fallimento è certo…
Non ci resta che augurarci che le cose vadano già con l’anno in arrivo meglio, ma come si dice…  a volte, avere delle speranze, significa illudersi e illudersi significa andare incontro il più delle volte… a delusioni!!!

Piange la Sicilia: tasso d’occupazione più basso tra tutte le regioni europee!!!

Il dato è stato pubblicato su Eurostat Regional Yearbook 2015…

Da quella analisi è emerso, che il tasso di occupazione nella nostra regione – compreso tra i 18 e i 64 anni – è stato nel 2014 del 42,4% e rappresenta il dato più basso, tra tutte le regioni europee….
Difatti, su sei regioni europee, con il tasso di occupazione inferiore al 50% quattro sono proprio in Italia, ma soprattutto al sud… mentre soltanto due si trovano in Spagna ed in Grecia…
Un dato allarmante legato soprattutto alla grave crisi imprenditoriale che attanaglia la nostra terra…
Uno sviluppo quello proprio dell’imprenditoria giovanile in Sicilia che non riesce a decollare e dove i decreti legislativi, atti ad incentivare il sistema dell’occupazione, restano di fatto nel cassetto e non permettono quello sviluppo auto-imprenditoriale che permetterebbe di fatto alla concretizzazione di un vero e proprio auto-impiego… 
Sono anni che se ne parla… e dire, che esiste un vero e proprio Decreto legislativo a riguardo quello del 21 aprile 2000, n. 185 in attuazione dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144. – GU n.156 del 6-7-2000 ) entrato in vigore dal luglio dello stesso anno… e cosa si è riusciti a fare… poco per non dire nulla!!!
Domande e domande presentate e mai evase… o meglio forse servirebbe chissà quale “spintarella” per farle giungere a destinazione… senza dimenticare che che quei giovani (speranzosi), hanno sostenuto tutta una serie di costi per poter presentare le domande… a cominciare da quelli necessari per la costituzione della società, rimasta di fatto virtuale…
E dire che proprio in un momento come questo e cioè di forte crisi economica e sociale, lo Stato ed in particolare proprio gli enti locali, dovrebbero concentrare tutti i loro sforzi, affinché quelle politiche di sostegno, giungessero alla definizione permettendo a queste imprese d’iniziare ad operare… considerato soprattutto la difficoltà che hanno ad accedere senza alcuna garanzia, a quel sistema finanziario bancario…
Infatti, a differenza di quanto avviene nel resto d’europa, dove i finanziamenti della comunità permettono ai giovani di creare quelle imprese, nate a volte da idee geniali e innovative, da noi si spreca tempo e soprattutto denaro, per impedire di fatto, che tali fondi ( di cui molti di questi… negli anni scorsi a fondo perduto) tornassero nelle casse della UE…

Se poi a quanto sopra, si aggiunge quel mancato sostegno dell’occupazione femminile (sono soltanto il 29,6% le donne che in Sicilia lavorano…) ecco che allora la crisi si sente in tutta la sua gravità…

A quanto sopra si debbono aggiungere tutti coloro che in questi anni stanno perdendo il lavoro… sia per le difficoltà imprenditoriali a trovare nuovi sbocchi, ma soprattutto per i soliti meccanismi “corruttivi” che non permettono quella necessaria e libera concorrenza, ma che agevola, sempre e soltanto, le imprese legate a “cosa nostra”… 

Quando poi queste vengono dalle varie procure individuate e colpite, ecco che il numero degli occupati diminuisce ancor più: difatti il sistema finora adottato nella gestione di queste imprese confiscate, ha dimostrato ( secondo gli ultimi dati disponibili aggiornati al 31 dicembre 2012… già da questo dato dimostra quanto indietro sia il nostro paese dal punto di vista dell’informatizzazione…) dall’entrata in vigore della legge Rognoni La Torre del 1982 – come di quelle imprese confiscate in via definitiva – sono 1708 aziende e di cui proprio 623 in Sicilia – la maggior parte di queste, uscite dalla gestione amministrata, siano state di fatto, cancellate dal registro delle imprese e/o liquidate e quindi, ad esclusione di qualche revoca… per il resto si è proceduto alla vendita di tutti i beni a soggetti terzi privati…

Al solito due Italia… una che cresce ed una che muore… un divario a favore della prima con oltre trenta punti percentuali tra il tasso di occupazione più alto come quello di Bolzano con il 76,1% ed alcuni nostri capoluoghi tra i più bassi in Sicilia ( non sto qui ad elencarle perché viene veramente da piangere…).

Cosa aggiungere… sembrerà assurdo, ma tutti quei disoccupati… dovranno sperare in quelle scelte morali o nelle attuazioni responsabili d’integrità etica, proprio di quanti oggi sono al contrario… occupati.
Poiché, il giorno in cui si dovranno decidere le sorti di questa nostra terra, a quelle votazioni… non andranno soltanto quanti oggi sperano in quel profondo cambiamento ( e che a causa di ciò si sentono scoglionati anche ad andare alle urne…), ma soprattutto, andranno al voto, proprio coloro che quel cambiamento non desiderano che avvenga… per non sovvertire il più delle volte, i benefici personali, di cui finora hanno goduto…
Ed è in questa piccola ma rilevante differenza, che si gioca da sempre la partita del nostro bel paese… vere e proprie motivazioni del fallimento di questa terra, che mette in campo una opposta rappresentazione di quelle forze in gioco… e cioè tra quanti appartengono a quel mondo ovattato e privilegiato… fatto di favoritismi clientelari e chi si sforza giornalmente di correggerlo quel sistema… e non soltanto a parole!!!

Quotidianità della corruzione…

Una “sensazione deprimente”… è cosi che la chiama, il procuratore Giuseppe Pignatone, nella conferenza stampa da poco conclusa… 
Già… la “quotidianità della corruzione”… di quelle “borse” ovunque aperte, in attesa di essere riempite… dalle solite “bustarelle”…
Ci sarà mai una fine a tutto questo… o dobbiamo rimanere a contare “quotidianamente” gli arresti delle varie procure???
Siamo stanchi… non ne possiamo più… ogni giorno inchieste, gente corrotta, ovunque malaffare, dipendenti pubblici assenteisti (notizia di poche ore fa… 35 arresti al Comune di Sanremo), concussione, tangenti… 
Il presidente Sergio Mattarella, parlando pochi minuti fa al Quirinale, ai nuovi Cavalieri del Lavoro, ha parlato di “lotta alla corruzione”, condizioni irrinunciabili per la nuova crescita italiana…
Un richiamo alla legalità ricordando che nel nostro Paese, si sta aprendo una nuova stagione, e ha sottolineato, “dobbiamo affrontarla con un di più di consapevolezza delle nostre risorse, e anche con un senso maggiore del bene comune”…
Sono bellissime parole… io ricordo ancora, cosa mi disse da bambino – in una analoga circostanza, – l’allora presidente Aldo Moro sulla legalità… (mi ero ripromesso di scrivere sull’argomento un post… e spero a breve di riuscirci). 
Comunque l’Anas per nome del proprio presidente Armani, ha ribadito la totale estraneità ed ha espresso la piena fiducia nel lavoro della Procura di Roma, con l’auspicio che possa giungere celermente a fare chiarezza sui fatti fin qui emersi…, annunciando inoltre, che la stessa si costituirà in giudizio quale parte offesa!!!
Nelle indagini vi sono pure due nostri conterranei, imprenditori di rilievo (D. Costanzo e C. Bosco), imprese che hanno effettuato e stanno ancora realizzando, considerevoli appalti, non solo in Italia ma anche all’estero…
Non dimentichiamo inoltre che entrambi, hanno ruoli importanti all’interno di due note associazioni e cioè, quella di Confindustria e Ance (Catania).
Oltre gli imprenditori, ci sono tutta una serie di indagini a carico di funzionari dell’Anas (chissà perché questa notizia… non mi sorprende…), sono state arrestare difatti 10 persone tra cui 5 funzionari della stessa Anas ( responsabili del coordinamento tecnico, area progettazione, e ufficio legale), coinvolti anche un ex presidente della Regione Calabria ed anche ex sottosegretario alle Infrastrutture.
Come dicevo sopra, al centro dell’indagine (secondo l’accusa) ci sono queste due importanti società con sedi a Tremestieri Etneo (CT), la Tecnis SpA e la Cogip Infrastrutture S.p.A., entrambe, riferibili ai due imprenditori di origine catanese di cui sopra.
Secondo la procura ci sarebbero probabili pagamenti di tangenti per almeno 150 mila euro… (sarcasticamente… mi verrebbe da dire “pochini”… visto che erano legate all’autorizzazione che era stata richiesta all’Anas per cedere l’appalto da 145 milioni di euro per la costruzione della variante di Morbegno dallo svincolo di Fuentes a quello del Tartano in Lombardia).
Comunque l’indagine è tutt’ora in corso e sono in molti, tra le le forze dell’ordine, ad essere impegnati nelle investigazioni e perquisizioni…
Sono molte difatti le regioni che risultano essere in queste ore, sotto la lente della Guardia di Finanza… dal Piemonte alla Sicilia… già… questa nostra regione che “ininterrottamente” in quella deprecabile elencazione… non manca mai!!!
Diceva bene Piersanti Mattarella: nella capacità di identificare uno sviluppo e di proporre scelte coerenti di carattere produttivo che garantiscano una crescita economica, sociale e civile dell’Isola, c’è anche la risposta essenziale all’eliminazione delle ragioni di fondo del prosperare della mafia nella nostra Regione!!!