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La mafia Imprenditoriale: Radici profonde, rami ovunque…

È evidente a tutti noi siciliani che gli insediamenti imprenditorial-mafiosi siano decisamente più radicati nella nostra regione rispetto al Nord Italia, non a caso, in Sicilia si contano circa 240 cosche con oltre 7.000 affiliati!!!

Per comprendere meglio l’impatto di questa presenza, basta confrontare questi numeri con quelli della ‘ndrangheta calabrese, oggi considerata la mafia più pericolosa: quest’ultima conta “solo” 160 cosche e circa 5.500 affiliati. 

È chiaro, dunque, quanto Cosa Nostra incida negativamente sul nostro territorio!!!

Va detto, però, che queste associazioni non si limitano a operare nei loro territori d’origine, al contrario, estendono le proprie attività criminali al Centro e al Nord Italia, stabilendo veri e propri “uffici di rappresentanza“. 

Queste, pur mascherati da realtà imprenditoriali legali sotto il profilo giuridico e amministrativo, spesso si trasformano in filiali operative, funzionali a riciclare il denaro proveniente dalla casa madre. In tal modo, riescono a far prosperare il loro business, incrementando a dismisura i profitti.

Non c’è settore dell’economia o della vita civile che sia immune da questa aggressività criminale, inoltre, la prassi consolidata delle imprese a partecipazione mafiosa ha portato molti imprenditori, un tempo onesti, ad adattarsi a queste dinamiche.

Pensare, però, che queste nuove formazioni mafiose siano semplicemente soggetti imprenditoriali è fuorviante. 

Un simile approccio rischia di ridurre la mafia a un insieme di comportamenti isolati, quando in realtà essa opera come una struttura ben definita e radicata, con modalità specifiche e una strategia chiara.

La responsabilità di questa situazione, così come del debole contrasto a essa, risiede principalmente nella mancata comprensione della fenomenologia mafiosa nella sua complessità. 

La politica, spesso, preferisce soprassedere per meri interessi personali, perpetuando un sistema basato sul “do ut des” e questo atteggiamento fa sì che molti scelgano di chiudere un occhio, partecipando indirettamente al sistema, piuttosto che impegnarsi nel contrasto alla mafia.

I beni confiscati??? Una cazz… poichè non vengono valorizzati, ma soltanto sfruttati dallo Stato!!!

Ho già scritto decine di post sulla mancata valorizzazione del patrimonio che in questi anni è stato confiscato alle mafie ed a quei soggetti legati alla criminalità organizzata…

Società, impianti, attrezzatture, cave, terreni, ville, macchine di lusso, conti correnti con diversi milioni di euro, per finire nelle tasche dei nostri burocrati… 

Già…da quanto abbiamo letto nelle varie inchieste giudiziarie, quest’immensa mole di beni è stata ahimè parimenti sfruttata in maniera “delinquenziale” da quegli soggetti (istituzionali) che erano stati preposti alla sua salvaguardia ma che nei fatti, si sono dimostrati non soltanto corrotti,  ma ahimè collusi con quel sistema mafioso e clientelare che puntava a sfruttare l’occasione, sì… per  favorire familiari, amici e anche colleghi professionisti, raccomandati anch’essi da taluni uffici della magistratura…

Un patrimonio che a causa della normativa vigente, ma soprattutto della mancanza di professionisti onesti e competenti, cui si sono sommate le abituali lungaggini burocratiche, ha evidenziato nel 99% dei casi il suo più totale fallimento!!!

Il sottoscritto ad esempio (a suo tempo dipendente di una di quelle imprese…) può esser preso ad esempio!!!

Già… dopo aver denunciato – durante un periodo di sequestro e successivamente di confisca – tutta una serie di truffe e raggiri che si stavano compiendo proprio sotto l’amministrazione controllata e soprattutto, dopo esser stato costretto a procedere – per recuperare parte delle proprie somme – all’istanza di fallimento (di quella società “interdetta”), beh… ancora oggi, a quasi cinque anni di distanza dall’evidenziato stato d’insolvenza che per l’appunto ha condotto al fallimento, si ritrova a dover attendere un curatore fallimentare che nel frattempo ha proceduto sì alle vendite, ma a tutt’oggi non ha provveduto a compensare noi creditori privilegiato: non mi resta che auspicando che nel contempo le somme incassate, non siano servite a pagar qualcos’altro (di cui comunque entro l’anno qualcuno – tra quegli organi competenti – mi dovrà riferire)!!!

Comunque, di una cosa sono certo: l’Agenzia per l’amministrazione dei beni confiscati è esattamente l’opposto di ciò che tutti noi crediamo!!! 

Sono comunque felice di sapere che anche un altro mio omonimo “Nicola” la pensi come il sottoscritto, già il procuratore nazionale Gratteri: “L’aggressione ai patrimoni di origine illecita è considerata nelle moderne legislazioni strumento di sicuro impatto nel contrasto alla criminalità organizzata. Se da un lato vi è la piena consapevolezza che strumento fondamentale per la lotta al crimine mafioso ed economico sia l’aggressione ai beni di provenienza illecita, solo in un tempo relativamente recente, si è compresa l’importanza di rimettere in un circuito legale tali proventi, una volta che lo Stato se ne sia appropriato definitivamente”.

Il magistrato spiega: “… l’agenzia nazionale preposta all’amministrazione diretta di tali beni e alla programmazione della loro futura destinazione presenta non poche criticità che di fatto hanno frustrato e frustrano l’obiettivo della sua istituzione. Basti pensare – continua – all’azzeramento per lo più automatico del valore economico dell’azienda e dei beni immobili, all’indomani dei provvedimenti di sequestro. La gestione dei beni confiscati attraverso le procedure e le modalità previste dalla normativa vigente non ha prodotto gli esiti sperati. L’importanza economica che ormai ha assunto il complessivo patrimonio sottratto al crimine e in particolare la sua componente aziendale impone di garantirne quantomeno la salvaguardia, se non la redditività “.

È evidente a chiunque quindi il danno d’immagine che ne è derivato!!!

Lo Stato infatti si è dimostrato totalmente incapace non solo di garantire un perfetto utilizzo di quei beni, ma addirittura si è dimostrato fallimentare nel provvedere anche soltanto alla loro conservazione…

Come dicevo, quando qualcuno elogia quei provvedimenti di sequestro e/o di confisca dice soltanto cazz… e se qualcuno di quei soggetti istituzionali si volesse raffrontare con il sottoscritto, beh… potrei far un elenco con centinaia (se non migliaia…) di esempi in cui lo Stato si è dimostrato attraverso quei suoi uomini/donne non soltanto fallimentare, ma ahimè fortemente colluso!!!

Ah… proposito, permettetemi nel frattempo di ricordare a tutti coloro che si occupano di monitorare quei beni confiscati che qualcosa – già… proprio sotto il loro naso – si sta compiendo!!!

Sì… un’importante mutamento sta avvenendo in quelle società (sì… a suo tempo sequestrate e confiscate), ma come ripeto assiduamente, le nostre Istituzioni sono talmente poco accorte e ancor meno tempestive nel riconoscere le trasformazioni in corso che purtroppo e per l’ennesima volta, vengono prese per il c…!!!

Ovviamente non sperate che questa volta giunga dal sottoscritto l’ennesima segnalazione, perché finito il tempo degli esposti: d’altronde ho la casa talmente piena che non saprei più dove collocarli!!! 

Quale convenienza ha un’impresa, ad aderire a un consorzio?

Ed allora ripartiamo dall’inizio e proviamo a rispondere alle seguenti domande: cos’è un Consorzio stabile e perché è conveniente per un’impresa aderirvi??? 

Sappiamo già che il “Codice dei contratti pubblici” annoveri i Consorzi Stabili tra gli “operatori economici” ammessi a partecipare alle procedure di affidamento. 

Li definisce “soggetti” e sono costituiti tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società di produzione e lavoro.

E’ quindi possibile costituire in maniera agevole una struttura di imprese che consenta l’utilizzo dei requisiti in capo al Consorzio, ancorché posseduti dalle singole imprese consorziate, in base al criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa”, per il conseguimento delle categorie e delle classifiche contenute nell’Attestazione SOA. 

I Consorzi stabili eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara, senza che ciò costituisca subappalto e con la possibilità di contemporanea autonoma partecipazione alle gare da parte delle altre consorziate non designate per la medesima gara. 

Sono quindi evidenti le molteplici potenzialità e risorse che il Consorzio Stabile mette a disposizione dei propri soci.

In sostanza, la singola Impresa, ancorché micro, piccola o media, operante in qualsivoglia settore del comparto delle Costruzioni, entrando in un Consorzio Stabile, pur conservando la completa autonomia soggettiva ed operativa al di fuori del medesimo, assumerebbe in sé tutte le potenzialità operative del Consorzio, dotandosi così di uno strumento molto versatile per favorire la propria crescita dimensionale in tempi ragionevolmente rapidi.

La possibilità di partecipare alle gare d’appalto in tutte le categorie e classifiche a disposizione del Consorzio Stabile di appartenenza, pur non presenti nella propria Attestazione SOA, fornisce ad ogni singolo socio l’utilizzo del veicolo migliore per centrare gli obiettivi aziendali.

Le strutture operative, tecniche ed organizzative in dotazione al Consorzio Stabile, garantiscono altresì il corretto accesso al mercato delle Costruzioni, assistendo e tutelando i propri soci in tutte le fasi delle attività consortili e di esecuzione delle opere pubbliche acquisite.

È indubbio altresì che le strutture tecnico/dirigenziali del Consorzio Stabile vigilano affinché le Imprese che vengono indicate quali esecutrici siano poi effettivamente in grado, sotto il controllo del Consorzio Stabile stesso, di eseguire la tipologia e l’entità del lavoro per il quale sono state indicate; in caso di necessità sarebbe il medesimo consorzio ad intervenire in proprio o a designare una ulteriore Impresa esecutrice.

Con l’ingresso quindi in un Consorzio Stabile, le imprese associate possono trovare un efficace strumento di soluzione alla decennale e perdurante crisi economica del settore delle Costruzioni. 

In particolare, recuperando subitamente il gap di requisiti che la mancanza di commesse possa aver procurato si potenziano massicciamente le opportunità competitive, anche per nuove e diversificate tipologie di intervento. Il rapporto con gli altri soci è anch’esso opportunità di sinergica e fattiva collaborazione, contribuendo a risolvere positivamente eventuali problematiche operative. Il tutto nella completa salvaguardia delle garanzie tecniche, economiche e organizzative atte a garantire il cliente finale.

È del tutto evidente come, nelle attuali condizioni operative generali, sia difficile per ogni Impresa, di qualsivoglia tipologia dimensionale, salire nella categoria superiore, in quanto il percorso si mostra lungo e difficoltoso. 

Peraltro lo stesso istituto dell’Avvalimento, oltre a consentire solo in parte di sopperire alla carenza delle categorie e/o delle classifiche dell’Attestazione SOA, è oberato di condizioni operative tali che ne rendono difficoltoso e sempre più complicato l’effettivo utilizzo. 

Lo stesso meccanismo dello scorporo di rami d’Impresa, da complessi aziendali in via di disfacimento, con la successiva immissione sul mercato, è incorso in situazioni di gestione “al limite” ed è sempre meno utilizzato…

Per i Consorzi stabili quindi si riscontra un meccanismo complessivamente funzionale e funzionante, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove il sistema delle Imprese di Costruzione e dei Professionisti di Ingegneria è frammentato in molteplici unità di dimensioni micro e piccole, che hanno comunque diritto e necessità di tentare il salto di qualità, da realizzare in tempi ragionevoli, senza che questo costituisca un problema per il sistema delle stazioni Appaltanti e per l’interesse pubblico.

Quante sono le imprese controllate dalla mafia??? Ancora troppe…

Quelle delle imprese “controllate” è un tema di difficile soluzione e ciò è dovuto al fatto che dietro ciascuna di quelle imprese si nasconde un prestanome che con i soli controlli solitamente effettuati, risultano essere slegati da affiliazioni o parentele con uomini di cosa nostra…    

Ma il problema da affrontarsi (in maniera seria) su quei controlli di trasparenza, non dovrebbe esser ristretto ai soli dati anagrafici di quei soggetti che improvvisamente decidono di svolgere la figura d’imprenditori, bensì dal loro reale potere economico e soprattutto finanziario!!!

Mi riferisco a quella semplice condizione per diventare un’imprenditore, a dirlo tra l’altro è proprio il termine stesso, basta cercarlo su “google”: Per diventare imprenditore servono abilità, impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto risorse di denaro!!!

Ecco, siamo giunti nuovamente alla mia premessa e cioè quella che per fare impresa bisogna dimostrare d’aver capacità economica, d’altronde senza questo fondamentale requisito, sarebbe facile per chiunque fare impresa…

Ed allora, quando un soggetto diventa a tutti gli effetti di legge “imprenditore”, attraverso la costituzione di una società o l’acquisizione di una esistente (solitamente con l’estromissione dei precedenti titolari, grazie anche all’omertà delle vittime determinata non solo da paura ma anche dai pregressi rapporti con i componenti del sodalizio), ecco, quando si formalizza quella nomina di legale  rapresentante, dovrebbero immediatamente partire i controlli, non solo quelli conosciuti come “Protocolli di legalità“, ma tutta una serie di richieste come ad esempio informazioni bancarie, le stesse che possono evidenziare la reale capacità finanziaria di quel soggetto ora promossosi ad imprenditore…

Comprendere quindi quali somme egli abbia gestito nel corso della propria vita, ma soprattutto analizzare come esse siano state realizzate, concretizzate, alimentate e verificare i fatturati che hanno permesso ad egli un’eventuale crescita finanziaria e di vitale importanza per fermare anzitempo una nuova attività illegale!!!      

Altrimenti sarebbe troppo semplice, ga chiunque sarebbe data così la possibilità di diventare imprenditore ed è proprio ciò che la maggior parte di essi fa, sì… facendosi finanziare da quelle organizzazioni criminali e sfruttando gli strumenti posti a disposizione da quel capitale mafioso che incontra, si mescola e si occulta, con quello legale…

Non dobbiamo quindi credere che quell’imprenditore rappresenti un soggetto deliquenziale o che preferisca procedere sin dal suo insediamento in maniera “illegale”, ad esempio mancando di rispettere le norme su contratti di lavoro, le imposte e/o contributi previdenziali, no… i nuovi imprendori e soprattutto la nuova criminalità interessa poco o nulla operare sul mercato in maniera illecita, anzi tutt’altro, quest’ultima ha deciso di restare in maniera stabile nel territorio e vuole quindi affermarsi sul mercato legale, non solo nella propria regione , ma anche nelle altre…

Queste “imprese” difatti sfruttando quella propria capacità finanziaria derivata dal riciclaggio di denaro sporco, per far crescere quelle loro imprese a dismisura e non ha alcuna importanza se durante quella loro gestione, si presenta una eventuale perdita, perché quest’ultima verrebbe coperta in maniera celere, grazie ai profitti derivati da altre attività commerciali e ad un sistema di scambi vantaggiosi con le altre imprese affiliate…

Già… ad esse interessa poco incrementare i profitti o abbattere i costi attraverso il lavoro, poiché non si ha alcun problema di liquidità e quindi, grazie all’ingresso costante di capitale da ripulire, ci si dedica principalmente ad infiltrare in quegli appalti milionari e nei fondi pubblici posti a disposizione… 

E’ evidente come mentre in passato la mafia deprimeva l’economia di un territorio riducendo quindi la capacità di spesa pubblica locale, adesso le nuove imprese “controllate” hanno le competenze per poter attrarre più investimenti pubblici nelle loro zone di influenza, in modo da vincere facilmente un maggior numero di appalti!!!

Queste imprese sono diventate delle vere e proprie agenzie di servizi, pronte a mettersi a disposizione dell’economia con il proprio capitale (illecitamente accumulato), creando così consenso sociale, politico ed un controllo amministrativo nel territorio in cui operano, grazie alla corruzione alimentata, ma soprattutto attraverso la grande disponibilità di posti di lavoro offerti, nuovo baratto di sodalizi clientelari… 

E quindi, nonostante gli sforzi fatti nel corso degli anni dai vari governi nazionali, con l’introduzione ad esempio della Banca dati unica, della documentazione antimafia e di quella stessa autocertificazione antimafia, lo Stato ha di fatto subito una sconfitta!!!

D’altronde la dimostrazione è palese: tutti questi strumenti hanno evidenziato una lacuna in quanto alla maggior parte di quelle imprese controllate è stato semplice aggirare i controlli, già… semplicemente ricorrendo ad uno dei tanti prestanome!!!

Nella provincia di Catania, ad un’impresa di Castel di Iudica, un escavatore è stato dato a fuoco!

Ho appreso la notizia soltanto stamani su quanto accaduto nei giorni scorsi ad un’impresa di Castel di Iudica, in provincia di Catania…

Trovate il video della cronaca presso Rainews Sicilia al link:  https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2024/01/linea-palermo-catania-secondo-attentato-in-meno-di-sei-mesi-98dd32a1-068f-4c4e-8a65-f460c8f3bd98.html

Certo, ascoltando le parole del giovane titolare si resta sgomenti ed in questi casi noi spettatori, comprendiamo la difficoltà di chi deve esprimere ciò che realmente pensa, provando quindi a rimettere a chi di dovere, in particolare alle forze dell’ordine, affinché possano risolvere in tempi celeri quanto accaduto…

Certo, osservare come le fiamme abbiano avvolto il mezzo meccanico fa certamente un effetto terribile e crea in ciascuno di noi, ma ancor più al titolare di quell’impresa e ai suoi collaboratori, una qualche forma di apprensione, visto che con molta probabilità si tratta di un un’azione incendiaria di matrice dolosa, anche se in queste circostanze, non si possono escludere altre ipotesi…

D’altronde parliamo di un danno da oltre 200 mila euro e la certezza del dolo sommata alla convinzione non riportata che forse dietro il rogo ci sia un avvertimento…

Evito in questa circostanza di parlare d’attacco mafioso, anche perché mi da fastidio dover credere che ogni qual volta accada in questa terra qualcosa di spiacevole si vada sempre alla ricerca di un mandante affiliato a quell’associazione criminale chiamata “mafia” e quindi, anche se può sembrare eccessivo, preferisco attendere la conclusione delle indagini delle forze di polizia, peraltro toccherà a loro ricostruire l’accaduto e cercare di arrivare al più presto ai responsabili, se pur ripeto quanto accaduto, resta estremamente inquietante…

Permettetemi comunque di concludere dando un parere da investigatore “Profiler“, visto che sono da sempre appassionato e grande lettore di libri gialli/polizieschi, tanto da immedesimarmi in alcune circostanze da esperto psicologo criminale… 

Penso che per comprendere cosa sia realmente successo, bisogna inevitabilmente inquadrare il lavoro svolto da quell’impresa, comprendere a quali appalti essi sono attualmente interessati, chi sono i loro committenti o gli abituali fornitori, a chi potrebbe in questi anni aver dato fastidio ad esempio per un appalto aggiudicato a scapito di un diretto concorrente, mi riferisco in particolare a quel suo voler incedere in maniera considerevole verso una nicchia di mercato che forse, qualcuno dai piani alti, aveva già prestabilito e di cui loro non facevano parte…

Sicuramente quando è stato provocato segue un preciso disegno criminale, auspico comunque che in questo momento l’intensa animosità fortemente presente rientri nuovamente in quei criteri razionali ed una nuova quiete rassereni gli animi di tutte le parti in causa, affinché si eviti che quanto accaduto possa diventar l’inizio di un qualcosa le cui conseguenze oggi nessuno è capace di prevedere!!!

Bilanci gonfiati e occultamento dello stato di progressivo dissesto…

Ravenna: la guardia di finanza su delega della Procura ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 7 milioni di euro nei confronti degli ex amministratori (presidente e vice-presidente del Consiglio di amministrazione) nonché soci di una società di rilievo nazionale…

L’azienda SPA, società concessionaria della gestione di numerosi punti di ristoro anche lungo arterie autostradali e all’interno di strutture sanitarie pubbliche e finita in concordato nel 2022.

Il sequestro eseguito ora, si inserisce in un’ampia indagine di polizia giudiziaria avviata dalla Gdf a seguito dell’ammissione della società al concordato preventivo in continuità e dei conseguenti esposti presentati dall’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bologna…

Difatti, nel corso delle indagini, i finanzieri hanno esaminato le varie poste dei bilanci della società svolgendo quindi dei riscontri documentali ed assumendo informazioni da alcuni testimoni, tra cui diversi ex dipendenti e  fornitori della società. 

Sulla base di quegli approfondimenti è emerso che gli ex-amministratori avevano reiteratamente gonfiato, tra il 2015 e il 2020, i bilanci di esercizio, “indicando rimanenze di magazzino fino a 10 volte superiori a quelle realmente esistenti e modificando, con vere e proprie alterazioni materiali, i contratti con importanti fornitori al fine di contabilizzare crediti commerciali in realtà fittizi!!!

Le indagini ancora in corso, hanno permesso di individuare una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale e crediti inesistenti per milioni di euro e sulla base delle condotte illecite contestate, le Fiamme Gialle ravennati hanno proceduto anche a quantificare in oltre sette milioni di euro il profitto personale ottenuto dagli indagati sia, in qualità di soci di riferimento, in termini di risparmio per non aver dovuto ripianare le importanti perdite d’esercizio che senza i falsi si sarebbero concretizzate e sia, in qualità di amministratori, al fine di prolungare artificiosamente la vita dell’impresa e continuando nel contempo di usufruire d’importanti stipendi e benefit aziendali… 

L’autorità giudiziaria di Ravenna ha quindi emesso un provvedimento di sequestro preventivo in via d’urgenza, la cui esecuzione ha permesso il sequestro di quattro unità abitative, di cui due villini e due appartamenti, un deposito ed una quota parte di oltre 100 terreni agricoli. 

L’ennesimo condominio truffato…

Sig. Costanzo buongiorno e buone feste, 

le scrivo con riguardo al post da Lei pubblicato al link: https://nicolacostanzo.wordpress.com/2021/12/17/superbonus-110-truffato-un-condominio/ per raccontarLe quanto sta per capitare anche al nostro condominio.

Il problema è che abbiamo l’amministratore che secondo me fa la parte dell’impresa che lui stesso ha scritto una clausola e tutti in maggioranza hanno approvato tranne io e un altro condomino abbiamo votato contro persone che hanno votato senza rendersi conto della gravità cioè la clausola che ha scritto l’amministratore identico a quello che avvisa il suo blogs.

Qualora l’impresa inizia i lavori per un totale di 2.000.000 milioni di euro compreso lavori extra senza sconto in fattura a mio avviso un ricatto e dopo effettuato lavori per 30 – 40% e la banca non gli dà i soldi, significa che dobbiamo pagare noi, bella truffa.

Caro Sig. Vincenzo, come può vedere ho pubblicato quanto ricevuto, poiché quanto sta accadendo al Vs. condominio, è eguale (ahimè) a tanti altri…

Mi permetta di darLe comunque un consiglio, Lei – anche se oggi si sente solo o quantomeno in minoranza (insieme a un altro condomino ) – ha ancora la possibilità di ribaltare la sua posizione, perché la legge ( anche se a volte lenta come una lumaca…) è per fortuna dalla sua parte, si tratta solo di non avere paura e denunciare quanto sta accadendo in quel condominio!!!

Posso assicurarLe che oggi, chi crede di vantare un potere al di sopra delle parti, si ritroverà – se sono stati compiuti realmente dei reti o delle procedure illegali – improvvisamente in un Tribunale, ma dalla parte inquisita e Lei potrà finalmente ritrovare “giustizia”!!!

D’altronde, qualcosa in questi giorni è cambiato – visto purtroppo quanto accaduto violentemente a Roma in una riunione condominiale – e difatti ora, gli organi di polizia e la stessa magistratura, hanno finalmente compreso che dietro a quelle riunioni di spese per le parti comuni, non vi soltanto beghe condominiali, ma un giro consistente di denaro e soprattutto reati commessi o in procinto di commettere di ogni tipo…

Il sottoscritto infatti, proprio su questo argomento, ha pubblicato ad inizio mese un post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/quando-la-giustizia-dorme-o-si-rende.html dal quale può prendere alcune considerazioni importanti, quale ad esempio: l’Articolo 2700 del Codice Civile.

In ogni caso, se volesse ricevere ulteriori consigli su come procedere oppure avere qualche dritta su come accelerare le procedure giuridiche affinché vengano sospese le procedure adottate dall’assemblea e dal suo amministratore, mi contatti nuovamente che – se attuerà quanto le dirò (ormai su questo argomento sono diventato un esperto…) – posso garantirLe che in tempi abbastanza celeri, riuscirà a limitare o ancor meglio a far sopprimere tutte quelle procedure che sicuramente potrebbero determinare non solo a lei, ma a tutto  il condominio, gravi danni economici e non solo… 

Cordialmente, Nicola Costanzo.

Un giovane non trova lavoro perché manca di esperienza!!! Ma non è che manca di esperienza proprio perché non trova lavoro???

Leggo spesso in molte proposte di lavoro per giovani la dicitura: …….. ma “con esperienza“!!!

Mi chiedo, ma come fa un giovane, ancora alle sue prime armi, ad avere esperienza se in quel mondo del lavoro deve ancora entrare???

Comprenderete come trattasi dell’ennesima “presa per il culo”!!!

Difatti, per un lato i datori di lavoro tendono ad assumere giovani affinché le loro imprese possano godere dei benefici previsti quali ad esempio quelli previdenziali vedasi gli sgravi sui contributi previdenziali, non mi riferisco solo alle assunzioni under 36, perché vi sono anche molte altre agevolazioni, l’assunzioni di donne, gli apprendistati, le assunzioni al sud, gli over 50 anni, la sostituzione dei lavoratori prossimi al congedo, i disabili, le rioccupazione, i lavoratori provenienti da aziende in crisi, i percettori Naspi e via discorrendo…

Diciamo che se un’impresa oggi vuole realmente assumere, lo Stato mette in condizione l’imprenditore di beneficiare di parecchie agevolazioni, non solo previdenziali ma anche fiscali, certamente non si può avere tutto e quindi un sacrificio quel datore di lavoro deve doverlo compiere…

In particolare la formazione è alla base di quel rapporto, l’addestramento, istruire il giovane ai compiti richiesti, l’insieme delle misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto durante quei compiti assegnati, debbono rappresentare dei concetti prioritari, aggiungerei fondamentali, già… ancor prima che qualsivoglia lavoratore inizi il suo nuovo incarico. 

Non si può pensare di mandare un neo assunto allo sbaraglio, peraltro è quanto solitamente accade, dimenticando che per quel giovane, quella in atto, rappresenta la sua prima esperienza…

Egli infatti, passa da una condizione che definirei “protetta” qual era fino a pochi giorni prima la propria casa, la scuola, il cortile, a un contesto nuovo, pieno di insidie e rischi…

Bisogna concedere quindi del del tempo, d’altronde avendo essi poca familiarità con il luogo di lavoro, non possiede – per come si vorrebbe – quella necessaria esperienza, ma non solo, egli, proprio per quella sua tenera età, affronta quelle nuove mansioni con incoscienza, l’età infatti lo porta a non prendere sufficientemente sul serio i rischi che da lì a poco potrebbe dover affrontare…

E’ stato dimostrato infatti che i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno almeno il 50% di probabilità in più di subire un infortunio sul lavoro, proprio perché sono più vulnerabili e non si tratta di renderli semplicemente edotti o consapevoli sui compiti assegnati, oppure di rispettare i diritti e soprattutto i doveri posti in bakeka, no… si tratta d’impegnare e trasformare quei fanciulli inesperti, in uomini e donne maturi. 

Perché proprio l’immaturità a costituire il loro più grande handicap, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico; la mancanza di competenze, la non conoscenza degli obblighi previsti e le proprie responsabilità, a cui va aggiunta il più delle volte, una mancanza di coraggio di fronte ad un’emergenza, ad un problema, nel doversi confrontare con gli altri dipendenti…

Quanto sopra rappresentano vere e proprie insidie, vulnerabilità che vengono il più delle volte  sottovalutate dalla maggior parte dei datori di lavoro, in quanto essi – per loro natura – mirano essenzialmente alla “produzione” o come solitamente accade, non essendo essi i reali interpreti di quel ruolo, ma soltanto di diritto, rappresentando di fatto la figura di meri prestanome, ecco che non hanno in se alcuna capacità imprenditoriale e ancor meno culturale per quel ruolo e sono proprio questi i motivi che comportano a quelle palesi vulnerabilità alle quali non riescono a fornire quelle appropriate soluzioni, che sono rappresentati dalla formazione, supervisione e soprattutto salvaguardie!!!
Cercasi giovani con esperienze”: sì… ma dove sono???

"Imprenditori" rapaci!!!

Cerco sempre di calmare quest’ansia che mi si innesca ogni volta che cammino e mi guardo intorno, ogni volta che salgo le scale, prendo gli ascensori, osservo dai balconi e quando strusciando le suole su zerbini, supero le soglie di quegli ingressi. 

Non posso fermare un rimuginio d’anima perenne su come sono stati e ancora oggi vengono realizzate le nostre costruzioni e se poi ho qualcuno a portata di parola, riesco con grande difficoltà a trattenermi dal raccontare sul come si tirano su quegli appalti, quelle enormi strutture fatte di piani, balconi e coperture. 

Non è un senso di colpa universale che mi pervade, né un riscatto morale verso chi è stato cassato dalla memoria del sentiero della storia, non riesco a non pensarci, ho sempre questo vizio, una vera perversione, già, non riesco a dimenticare come funziona il ciclo del cemento quando vedo una rampa di scale, come non mi distraggo nell’osservare quelle impalcature verticali mal realizzate, no… non riesco a far finta di nulla. 

Penso a tutto, anche a quella semplice malta e alla cazzuola che la genera con quel suo movimento, penso persino ai calli che genera il manico di legno del frattazzo usato sino allo stiramento del polso per spianare l’intonaco. 

Sarà forse che chi nasce in questa terra ha un rapporto con alcune sostanze in modo singolare, forse unico, un legame che altrove non potrebbe che essere diverso. 

Non tutta la materia difatti viene recepita allo stesso modo, già da noi in meridione il cemento è l’elemento portante e non esiste impero economico del sud che non abbia visto il passaggio nelle costruzioni. 

Appalti, gare d’appalto, cave, cemento, inerti, malta, mattoni, impianti, mezzi d’opera, operai rappresentano l’armamentario dell’imprenditore italiano è quest’ultimo vive quel proprio impero costruito quasi sempre dal nulla (grazie non certo alle proprie capacità imprenditoriali, ma soprattutto beneficiando di quel sostegno personale e finanziario offerto loro in cambio d’interessi più generali) quasi fosse il proprio “principato” o dovrei dire un feudo offerto ad egli come semplice “valvassore“!!!

Potremmo immaginare questo imprenditore con la sua valigetta, simile a quella che qualche anni fa produceva quelle famose macchinine, dalla quale aprendola escono  micro betoniere, nano escavatori, terne, autocarri, gru e ovviamente operai lillipuzziani…

Se dovessimo pensare a molti di quei nostri imprenditori siciliani, dovremmo immaginarli così… con quella valigetta,  pronti a volare per diventare “prenditori”, potenti e vincenti!!!

D’altronde questo è il mestiere più semplice per far soldi nel più breve tempo possibile, acquistando fiducia in quegli ambienti mafiosi, assumere persone consigliate per diventare voto di scambio durante le elezioni, accaparrarsi finanziamenti, moltiplicare il proprio volto e soprattutto la propria presenza in quel proprio territorio. 

Ha un talento di quel cosiddetto “prenditore” e cioè quello di essere nello stesso tempo mediatore e rapace, egli possiede la pazienza del certosino compilatore di documentazioni burocratiche, di attese interminabili, di autorizzazioni sedimentate come lente gocce di stalattiti pere poi uscire gli artigli, quel talento rapace capace di planare su terreni insospettabili, sottraendoli per pochi quattrini e poi serbarli sino a quando ogni loro centimetro ed ogni bruco divengono rivendibili a prezzi esponenziali. 

L’imprenditore rapace sa come usare becco e artigli, d’altronde chi c’è dietro di loro accorda il massimo credito, e non mi riferisco ad istituti finanziari o banche, no queste ultime necessitano di garanzie valide ed essi, questi prenditori, di fatto non possiedono nulla, quantomeno nulla è di loro, ecco perché si ha la necessita che vi sia qualcuno “celato” chi garantisca per quella sua società!!! 

Io so bene come viene costruito il nostro Paese, in particolare la nostra regione che presenta ribassi folli oltre il 30%, ne ho le mani in pasta, conosco la maggior parte delle imprese ed i progetti da realizzarsi con quegli pseudo “miglioramenti“, ma non solo, so bene la provenienza degli inerti e da dove essi vengono prelevati per essere utilizzati in quelle costruzioni…

Si sa… i vantaggi che hanno queste ditte e attraverso di essi quei loro committenti sono infiniti; gli inerti vengono saccheggiati portati via abusivamente, mentre le ditte d’estrazione autorizzati per sottrarre quantità minime, in realtà mordono e divorano intere montagne. 

Quintali e quintali di massi e pietrisco a basso costo, finiscono per partire da quei luoghi. 

Sono inerti a costo zero, montagne e colline sbriciolate che vengono impastate nel cemento per finire ovunque.ma non solo, oltre ad aver guadagnato dall’estrazione abusiva, queste imprese creano luoghi per nascondere i propri rifiuti, altro denaro quindi che si somma per rendere le proprie ditte ancor più competenti e al servizio in subappalto delle migliori holding di costruzioni in circolazione. 

Ecco perché quasi tutto intorno a noi ha al suo interno quel veleno, ma si sa… non accadrà nulla sin quando quelle strutture non inizieranno a deteriorarsi ed allora sarà così che forse qualche operaio, intervenuto per le necessarie riparazioni, e nel respirare quelle polveri, chissà dopo qualche anno, qualcuno incolperà per il suo cancro la malasorte. 

Si comprendono i motivi per cui oggi alcune ditte rispetto ad altre sono capaci di stravincere per prezzi e qualità, perché ogni vantaggio viene scaricato sulla gestione della manodopera e sulla scadente qualità delle forniture e dei materiali. 

Ecco in quali modi questi individui si trasformano in manager da auto e barche lussuose (tutte da pagare…), in assalitori di gruppi commerciali, in acquirenti di imprese e società di produzione, ma prima di tutto questo e dietro tutto questo c’è come sempre il cemento, le ditte in subappalto, gli inerti, i noleggi, i trasporti ed i furgoni stracolmi di operai che lavorano senza sosta ed a volte scompaiono al mattino, abbandonati in qualche strada secondaria, dopo esser violentemente caduti da qualche ponteggio di cantiere, realizzato non a norma. 

Non bisogna quindi meravigliarsi di nulla, in fin dei conti è’ questo lo spessore dei nostri imprenditori, peraltro è lo stesso su cui poggia ahimè l’economia, la politica e soprattutto la corruzione nel nostro Paese!!!

La mafia si è radicata al Nord grazie all’ausilio di imprenditori disonesti…per sostenere

La mafia si è trasferita??? No… è da tempo che si è ormai radicata!!!

Già… è finito il tempo degli anni 60-70, quando i criminali provenienti dal sud provavano ad infiltrarsi in quei territori sottoposti alla “mafia del Brenta, comandati da quel Felice Maniero…  

Ci avevano provato, ma il terreno non era libero ed allora hanno iniziato pian piano ad addentrarsi, in particolare nella politica e poi in quel mercato particolare delle costruzioni…

Da lì si è dato il via al trasferimento d’intere famiglie, a cui sono state affidate talune attività commerciali da poco acquisite… e grazie ad esse si è andati alla ricerca di nuove e più interessanti imprese nelle quali diventare partner, grazie anche a quei loro proprietari ben disposti a interessarsi a nuove logiche di mercato, ma soprattutto di opportunità. 

Il tutto è stato realizzato in silenzio… e lo Stato si è dimostrato impreparato poiché ha sottovalutato quel processo pianificato che ha di fatto condotto al controllo di quei territori sotto il profilo economico e sociale…

I nuovi imprenditori garantivano lavoro, liquidità e soprattutto “voti” per sostenere sul territorio i loro  amici politici… 

Ecco perchè quei boss di oggi comandano nel nord del Paese, perché sono influenti, perché decidono chi deve sopravvivere e chi deve chiudere i battenti… 

Loro, con quell’enorme disponibilità finanziaria di cui sono in grado di disporre, fanno il buono e il cattivo tempo, acquisiscono per pochi euro le imprese in difficoltà (in particolare a causa dell’emergenza sanitaria) e nel contempo, portano avanti le proprie, mai in sofferenza grazie al riciclaggio di denaro sporco… 

Tutto ovviamente deve procedere sul filo del rasoio, nulla deve essere lasciato al caso, in particolare i rapporti con quei loro amici e/o conoscenti sottoposti a indagini da parte degli organi inquirenti dovranno essere tenuti il meno possibile anzi bisognerà allontanarli da quegli uffici, affinchè nessuno sopetti che dietro quell’immacolata gestione finanziaria, si nascondano intrecci a cui far seguire controlli da parte della magistratura…

Il fine ultimo è quello di non farsi scoprire, si tratta di giocare una partita di scacchi, dove le mosse compiute serviranno ad evitare in tutti i modi possibili sequestri e/o confisca dei propri beni, perché quanto fatto non vada distrutto e costringendo l’intera struttura imprenditoriale/criminale a doversi riorganizzare, ripartendo con altra società, ma soprattutto con nuovi imprenditori dai casellari giudiziari limpidi…

Ma alla fine non sarà quest’ultimo il problema, perché come si dice: morto un papa se ne fa un altro…

Infati, anche quì… è la stessa cosa!!!

"Prenditori" ai tempi di Salvi e "prenditori" oggi!!! Già… un po’ di anni son passati, ma basta osservare per la città e ci si accorge come nulla sia cambiato!!!

Certo, la necessità di affrontare le molte implicazioni prodotte dalla pandemia ha costituito per quei cosiddetti “prenditori” una “prova da stress”, costringendo molti di loro ha cambiare parte di quei loro business…

D’altronde va detto, questi pseudo “imprenditori” non possiedono minimamente alcuna capacità o iniziativa d’impresa e se non fosse che è proprio grazie a quel oleato sistema corruttivo e clientelare, fortemente legato alla criminalità organizzata che permettere loro attraverso gli apparati politico/burocratici di aggiudicarsi la maggior parte degli appalti, sì… difficilmente sarebbero riusciti a superare un momenti difficili come quello appena trascorso… 

Difatti, mentre in molte regioni d’Italia la maggior parte delle imprese hanno chiuso i battenti ( e mi riferisco a società che erano sul mercato da oltre mezzo secolo… ), viceversa da noi, le stesse società – i cui nomi sono stati negli anni legati a vicende giudiziarie – si ritrovano oggi presenti sul mercato e stranamente ancor più floride di prima, quasi che quell’essere stati marchiati dalla magistratura, abbia assegnatogli a loro nuove facoltà, tra cui quelle di aprire porte che fino a qualche tempo fa gli erano state precluse… 

Se andiamo poi ad analizzare nel dettaglio quanto accaduto, ci si accorge come molte di loro si sono coalizzate e quindi quel coretto spirito imprenditoriale di competizione, oggi è andato scomparendo, anzi posso aggiungere che non esiste più tra loro più alcuna concorrenza, in quanto il più delle volte affrontano insieme gli appalti o in molti casi, essi stessi rinunciano per favorire l’impresa amica… 

Qualcuno potrebbe pensare che quanto sopra sia stato dovuto all’esigenza di affrontare queste occorse sfide e che quindi le misure organizzative messe in atto siano state necessarie per rispondere a una situazioni imprevista qual è stata la pandemia, ma credetemi non è così… 

Quanto attualmente in atto, serve esclusivamente a non farsi la guerra, perché gli interessi economici e finanziari vengano prima di tutto ed anche forse perché questi rappresentano gli ordini ricevuti dall’alto hanno e se qualcuno di loro pensasse di fare diversamente, sono certo che soccomberebbe in maniera definitiva nel giro di pochi mesi!!! 

Ed allora come si dice, l’unione fa la forza, già… “uno per tutti e tutti per uno”, affinché nessuno resti deluso, niente più liti e tutti così possono crescere in maniera equivalente, ma soprattutto, la circostanza sicuramente più importante è quella che il sistema resti di fatto inalterato, sotto il loro controllo, già… nessuna ingerenza esterna è permessa! 

Il bello è che sono in molti ad aver chiuso gli occhi, fanno finta di non vederli, anzi no… fanno di peggio, li definiscono “Imprenditori“??? 

Ma per favore, diceva bene il Colonnello Manno, questi nostri imprenditori sono soltanto “ladri di futuro“, aggiungendo inoltre che più che imprenditori, andrebbero definiti con il loro nome: “Prenditori”!!!

Peraltro, come non ricordate le parole dell’ex Procuratore di Catania Giovanni Salvi anch’egli sulla stessa linea del Colonnello, affermando come quegli imprenditori di allora ( che poi sono gli stessi di oggi…) erano esclusivamente dei “rapaci”!!!

Difatti, osservando quanto sta accadendo, come dare torto a quelle parole…

Quando il sistema antimafia fallisce totalmente….

Quanti di Voi hanno visto la puntata del 3 Aprile 2017, s’intitolava “quando l’Antimafia cerca di fare affari“!!!
Alcuni amici miei, sapendo quanto mi sono battuto in questi anni, affinché certe verità scottanti potessero emergere, mi hanno consigliato di guardarla, peccato che dopo averla vista… non sono rimasto minimamente sorpreso!!!
La puntata trattava la gestione amministrativa da parte dello Stato e analizzava quella cosiddetta “casta” privilegiata degli “Amministratori giudiziari”, nominati dai Tribunali… che in più di una occasione (come si è visto… purtroppo), si sono dimostrati ben peggiori, di quegli stessi soggetti ai quali di fatto, erano stati sottratti i beni, attrsverdo i provvedimenti interdittivi…
Bene in quella vicenda, come in molte altre, si è evidenziata la capacità di quest’ultimi, di privilegiare gli interessi, non della Stato o della comunità che con quel loro incarico rappresentavano, bensì quelli personali…
Difatti, contrariamente alla regola del “buon padre di famiglia”, in molti casi, si è proceduto con una gestione arbitraria, effettuando vere e proprie operazioni… immobiliari, di transazioni o di compravendita, si è proceduto ad investimenti come se si fosse a tutti gli effetti veri e propri proprietari di quei beni, svolgendo con le proprie azioni, attività imprenditoriali che hanno avuto quale conseguenza, quella di condizionare il libero mercato, tentando così facendo… d’incrementare la redditività!!!
Infatti, l’attività di questi  inconsueti amministratori, dovrebbe consistere nel difendere i beni o l’impresa sottoposta a provvedimento di sequestro e/o confisca, evitando principalmente la sua estinzione e salvaguardando quantomeno le commessr e di conseguenza i posti di lavoro di quei poveri dipendenti… 
Si tratta, per quanto possibile, di ripristinare la legalità… se pur tra mille difficoltà, l’amministratore giudiziario deve tentare di portare avanti tutte le attività in corso, seguitare eventuali vendite, perseguendo quell’unico suo scopo: la sopravvivenza dell’impresa.
E’ stato dimostrato come, l’imprese inserite nel circuito mafioso sono di fatto agevolate, in quanto si trovava inserita in un sistema illecito che ne garantisce la sopravvivenza e ne amplifica le capacità di quanti indirettamente le gestiscono, tutto ciò grazie alla massimizzazione del profitto e soprattutto all’accumulazione della ricchezza…
L’impresa non nasceva come tale… ma era diventata un mezzo attraverso il quale l’organizzazione mafiosa reinvestiva i suoi proventi, provenienti delle loro attività illecite, al fine di poterne aumentare i profitti ed estendere in tal maniera, la loro influenza ed il proprio potere.
Il codice di procedura penale… mai aveva contemplato la figura dell’amministratore giudiziario, nonostante prevedesse la possibilità di sequestrare beni di ogni genere. 
L’ausiliario del giudice che doveva occuparsi dei beni sequestrati veniva chiamato “custode”… d’altronde l’etimologia di questa parola, porta a concetti quali coprire, nascondere e difendere… 
Il bene interessato da un accertamento penale poteva essere sottratto momentaneamente in attesa della definizione del giudizio e l’ausiliario del giudice, non doveva far altro, che stare di guardia e controllare che nessuno lo sottraesse o lo deteriorasse…
Difatti… in una visione liberale, soltanto il privato e solo il mercato può regolare l’amministrazione di un bene: l’intervento dello Stato nulla può e nulla deve fare del bene sequestrato; lo deve “congelare” finché non diventerà proprietà dello Stato o viceversa dovrà restituirlo al privato…
Con l’introduzione delle misure di prevenzione patrimoniali, ecco che compare nella nostra legislazione la figura dell’amministratore giudiziario in quanto ci si rende conto che la criminalità accumula ricchezza non solo immeritata perché frutto dell’illegalità, ma anche tossica perché alimenta illegalità…
Nel procedimento di prevenzione deve essere quindi possibile bloccare in via cautelare la ricchezza che potrebbe essere confiscata con un provvedimenti di sequestro; in tal caso quindi, il Tribunale deve nominare un giudice delegato alla procedura tra i componenti del collegio e poi un amministratore giudiziario scelto tra professionisti iscritti nei rispettivi albi (avvocati, procuratori legali, dottori commercialisti, ragionieri o altre persone dotate di comprovata competenza nell’amministrazione dei beni del genere di quelli sequestrati).
Questo amministratore conserva la ricchezza in attesa della confisca per evitare che essa venga dispersa, ma al contempo ha il compito di farne un uso aderente alle regole di legge; così prima ancora di assicurare un bene patrimoniale allo Stato, ci si cura di depotenziarne la tossicità… 
Per farlo, questo professionista abilitato e regolarmente iscritto all’albo, deve principalmente godere della fiducia dell’autorità giudiziaria ed operare sotto il suo controllo. 
I requisiti formali del professionista venivano sostituiti dalla “comprovata esperienza” in amministrazione giudiziaria; ma l’esperienza si ricollegava al pregresso esercizio di tali funzioni e non vi era alcun criterio che potesse far valere quelle le reali capacità…
Per cui, leggendo quanto sopra riportato… c’è qualcuno che può spiegarmi quale parte del discorso non è stato chiaro a quei signori nominati nel servizio delle Iene???
A me sembra molto semplice e chiaro… ma forse è proprio questo il problema, tutti, dal primo all’ultimo di quell’ambiente giudiziario, hanno preferito non comprendere quanto in maniera semplice la legge prescriveva… 
Ed anche a noi, come si può chiedere di fingere o continuare a far finta, che non sia accaduto nulla???
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La paura di denunciare il "pizzo"… non è donna!!!

Attualmente vive sotto un programma di protezione testimoni lontano dalla sua città, distante dalla
famiglia, lontano da quei sapori, dai colori e dagli odori che da sempre hanno caratterizzato la sua vita, la
sua essenza, le sue radici. In esclusiva per Sicilia Journal, una importante testimonianza, quella di una donna che dal 2010 subisce minacce di morte.
In seguito a richieste di pizzo respinte per l’attività commerciale del marito, racconta la sua esperienza di coraggio e dignità con la quale si è sottratta al racket dell’estorsione scegliendo così un percorso lontano dall’omertà, riponendo fiducia alle istituzioni,
realizzando l’unica cosa giusta da fare: parlare, denunciare e testimoniare!!!
Una testimonianza resa possibile grazie al lavoro dell’Associazione “Libera Impresa” di Belpasso, rappresentata e condotta da Rosario Cunsolo.
Ti insultano, ti minacciano, ti tolgono la dignità. 

Vai avanti morendo giorno dopo giorno…

Sentivo che se ne sarebbero andati solo come fanno i parassiti con la morte dell’ospitante. 
Ti seguono, persino quando vai a prendere i bambini a scuola, solo per farti capire che sei braccata, non hai scampo. 
Devi subire, e basta”, racconta la donna con tono umiliato, ma deciso, forte, coraggioso, il tono di una donna alla quale la mafia ha reso nemica persino casa propria. 
Li ritrovava lì, dinanzi alla porta, sentono l’odore della paura e credono che una donna non sia in grado di comprenderla e superarla, ma loro sottovalutano che “dentro una donna c’è un universo. 
La natura ci ha dato un corpo per sopportare dolori che gli uomini neanche immaginano. 
I mafiosi non si aspettavano le mie testimonianze, mi hanno sottovalutato ma mai sottovalutare una donna a cui vengono minacciati di morte i propri figli”, coraggiosa e dignitosamente madre nell’affermare quanta crudeltà si cela dietro certe minacce che non guardano in faccia niente e nessuno, vanno avanti senza timore, senza pudore, spogliati di vergogna – loro – convinti che il mondo sia ai loro piedi, sicuri che nessuna donna possa urlare il proprio no! 
E invece c’è chi non ha paura, o meglio, chi della propria paura ne trae il coraggio per garantire un futuro migliore ai propri figli, in una Sicilia libera dall’omertà, dal terrore e dal buio nel quale la mafia cerca di far vivere le proprie vittime. 
Manca solo la consapevolezza della forza che ognuno di noi ha dentro di sé. 
Bisognerebbe prendere coscienza dei nostri punti di forza, nel mio caso i miei figli e la speranza, lo dichiara con tenacia e convinzione, quasi un’eco da far sentire al mondo, a quella realtà che non crede a un possibile cambiamento, “ho lottato, lotto e lotterò contro coloro che pensano di poter sopraffare un altro essere umano, facendo leva sulla paura, perché sono loro piccoli e deboli”!!!
“Noi donne non siamo deboli. Reagite, parlate e denunciate”, è l’urlo di Marilena (nome di fantasia)
contro il silenzio omertoso ben costruito dalla mafia, è la storia di una donna che nonostante tutto
continua una vita normale e presto raggiungerà dei traguardi importanti e invita a indossare la propria
paura come strumento di difesa contro chi uccide la dignità, la libertà, l’animo umano. 
Trovando il coraggio di abitare la propria vita senza alcun compresso, guardando in faccia la paura consapevoli di aver intrapreso il cammino più importante, quello della legalità.

Tornato… per la gente!!!

Il 17 Marzo nel mio post avevo scritto che sarei rimasto a guardare gli eventi…
Riprendo così un articolo di pochi giorni fa:
Già, in questi giorni purtroppo, mi sono dovuto allontanare dal mio blog per concentrarmi su problemi personali e quindi, pur leggendo ed osservando quanto stava accadendo… non ho potuto esprimere quanto pensavo e quindi ho affidato al cellulare gli appunti presi… 
Riprendendo quindi da dove avevo lasciato e cioè su quanto avevo comunicavo all’ex Presidente di Riscossione Sicilia, Avv.  Fiumefreddo: “ora credo che Lei sia giunto ad un bivio: denunciare pubblicamente tutti i nomi di coloro che dal suo lavoro stavano avendo un qualche danno d’immagine ( e soprattutto finanziario…), pur sapendo che così facendo verrà allontanato definitivamente da quei palazzi, oppure soprassedere… e sperare nuovamente di rientrarci… io staro qui ( ma credo che saremo in molti… ) ad osservare gli eventi”… quegli stessi eventi che ora confermano come Egli… sia nuovamente rientrato nel palazzo!!!
Ed allora comincerei con quanto ha dichiarato dopo la nomina: “questa non è una mia vittoria, ma una vittoria della gente onesta”. 
Ed allora ne approfitto subito per chiederLe (premetto sin d’ora che in questi giorni formalizzerò ufficialmente tale richiesta a mezzo Pec a direzioneprovincialect@pec.riscossionesicilia.it) come debbo rispondere a quanti in questi giorni mi stanno esprimendo il proprio disagio…
Mi riferisco ai molti dipendenti dell’impresa IN.CO.TER. S.P.A. che a causa del provvedimento di pignoramento dei c/c della società (realizzato appunto dalla società: Riscossione Sicilia Spa) si ritrovano oggi a non poter percepire quanto loro dovuto e di contro, ricevono richieste esattoriali dalla stessa agenzia, per pagamenti dovuti attraverso quelle ben note “cartelle verdi”…
Allora, mi rivolgo a Lei, per nome e conto di tutta quella “gente onesta”, che oggi chiedono i propri diritti e nel contempo vorrebbero mantenere i propri doveri…
Sono tutte persone che sopravvivono grazie al proprio lavoro!!!
Poche migliaia di euro che servono a mantenere la famiglia in modo dignitoso, senza sprechi o divertimenti… perché tolti i costi diretti, d’affitto, d’utenze, di tutte quelle spese necessarie per il mantenimento dei propri familiari… ecco, ciò che resta è il niente… anzi solo qualche nuovo debito, quello appunto richiesto dall’agenzia di riscossione (senza voler entrare nei meriti della legittimità delle richieste…)!
Leggo quindi con piacere che è nuovamente rientrato… sì… con “maggiori poteri” ed allora spero che per un momento venga rivista la posizione della nostra società che ricordo essere “CONFISCATA” (ho la netta sensazione che ormai di questa situazione non glie ne fotte più niente a nessuno…) e che si permetta alla stessa di svincolare tutte le somme attualmente bloccate, per poterle destinare ai lavoratori ( che rappresentano dopotutto proprio quella “gente onesta” a cui Lei si riferisce… non solo, aggiungerei irreprensibile e soprattutto incorruttibile… proprio perché “non collusa“, rappresentante di quell’immagine di correttezza morale a cui in molti vorrebbero immedesimarsi e che nei fatti dimostrano concretamente essere distanti…
Per cui, su quest’ultimo punto, se c’è qualcuno dei cosiddetti “paladini” della legalità che si vuole “pubblicamente” confrontare… il sottoscritto è in ogni momento disponibile!!!
Preg.mo Avv. Fiumefreddo, nel ritornare “più forte di prima”, provi a mettere in campo quel “grande coraggio” espressole dal Presidente Crocetta…
Perché le vittorie per essere concrete devono manifestarsi con i fatti… in caso contrario… restano delle vittorie di “pirro”… 
Quindi, quanto chiedo oggi a nome della Società (anche se dovrebbe essere qualcun altro a farlo… ma la vita è così… come quando si era alle elementari, le caramelle andavano sempre a chi stava buono e a braccia conserte…) è quanto Lei ha già dichiarato… e cioè di voler fare il Suo dovere, come prima… senza sconti a nessuno e rispettando tutti!!!
E noi questo Le chiediamo di rispettarci… proprio per quel senso di rispetto e di eguaglianza a cui Lei tanto s’ispira!!!

O paghi… o paghi!!!

Ci sono più di 700 dipendenti a rischio, a causa dell’inchiesta che ha portato agli arresti alcuni dirigenti ANAS…
Sono i lavoratori della Tecnis, una Società che fino a pochi giorni fa, veniva esaltata sui Tg Nazionali per aver completato i lavori della metropolitana di Tunisi, o per aver realizzato il lotto di un’autostrada della Salerno-Reggio Calabria, con un anno e mezzo d’anticipo sui tempi contrattuali (risultati insoliti e rari nel comparto delle infrastrutture in particolare nel nostro paese…).
Ora i dipendenti chiedono la possibilità di continuare… certo molto dipenderà da quanto sarà capace l’impresa di dimostrare la propria estraneità sui fatti finora emersi… o meglio se potrà confermare, che quell’imposizione… rappresentava la sola, per non dire unica possibilità, per poter proseguire negli appalti…
O paghi… o paghi… perché tanto il rubinetto per far scorre l’acqua l’abbiamo noi…  con queste frasi intercettate la “banda” del malaffare condizionava gli appalti e chi non le accettava era fuori!!!
Altro che “dama” nera o bianca… qui la partita da giocare era ancor più strategica… si trattava di muovere le pedine degli scacchi, dove, gli avversari giocavano al completo dei loro pezzi e l’appaltatore a difesa del suo re aveva soltanto un pedone… 
Capire principalmente l’operato di quei dirigenti (adesso indagati) è fondamentale per comprendere, quale limitato potere contrattuale, avessero quegli imprenditori, ma soprattutto, a quali imposizioni dovevano sottostare… per poter continuare ad operare!!!
Certo… da quella “obbligata” condizione si poteva anche uscirne, chissà… forse avvisando le forze dell’ordine o denunciando i possibili estorsori… ma è anche vero che, con questa giustizia… che presenta falle in molti dei suoi comparti, è difficile avere una totale completa fiducia nel sistema, quando poi è la stessa, a seconda delle circostanze, a ritorcersi contro???
Vediamo ogni giorno… con quali guanti di velluto, vengono esaminate “certe” inchieste, quando cioè ad essere incriminati, sono proprio gli… uomini e donne di quelle istituzioni e come si tenti in vari modi, di coprirle quelle indagini, per non far emergere quanto illegalmente commesso!!!
Se osserviamo con particolare attenzione quanto è accaduto in questi anni… vedremmo come, per quei reati… nessuno di quei soggetti (istituzionali) ha mai pagato…  anzi il più delle volte, quanto emerso è stato insabbiato e la “punizione” inflitta viene concentrata nel classico trasferimento…
Favori con favori… dopotutto tra colleghi… chi ha il coraggio di tirare quella prima pietra??? 
E poi… si è certi di essere senza colpa per poterla scagliare???
Quindi in definitiva, quale possibilità ha una impresa per poter proseguire la propria attività in maniera corretta senza volersi adeguare a quelle richieste??? Nessuna!!!
Paga e basta!!! Perché quel giro di tangenti servono… e sono fondamentali per accontentare tutti… non solo chi, in prima persona, è messo lì a chiederle e quindi a ritirarle quelle bustarelle… ma specialmente chi sta sopra… chi “manovra” non solo quegli appalti da centinaia di milioni di euro… ma in particolare, la stessa sopravvivenza dell’impresa… perché come si dice, quando non si paga, si sa… e se si viene a sapere che, non ci si è fatti indottrinare da quel sistema perverso… allora si esce di scena, si è automaticamente esclusi da quella “casa del malaffare”, da quel circolo vizioso al quale indirettamente si era (pur non volendo… ) entrati ed ora, si viene esclusi, da tutto e tutti… perché senza quelle opportune protezioni (anche politiche) si finisce per essere allontanati e costretti a chiudere…
Comunque… tra le possibili prospettive, c’è anche la probabilità che le inchieste portino la società ad essere sottoposta ad amministrazione controllata, con qualche giudice a modello “palermitano” che nomina per la gestione delle stesse, propri fedeli amministratori e così… in breve tempo, si potrà assistere, come, un’impresa che fino a poco tempo prima godeva di grande prestigio e interesse, ora, finisca per essere accompagnata, verso quella nota standardizzata procedura di… liquidazione o auto-fallimento!!!
In fin dei conti… è di questo che si tratta, di modificare quelle determinate gerarchie, ai tempi… rappresentate dai famosi “Cavalieri del lavoro” ed ora… nei nostri giorni, dalla Sigenco prima e da Tecnis ora…
La regola è sempre quella…  ogni numero di anni… qualcosa deve modificarsi… e soprattutto chi non paga deve andare fuori!!!
Ciò nonostante, bisogna rimanete fiduciosi… tanto quelle commesse appaltate (in corso o da iniziarsi), sono già state decise a chi affidarle, casualmente al quelle solite società/cooperative rapaci (General-contractor del nord) che adesso, come avvoltoi… si lanceranno in picchiata verso quella “preda” in carne, già… ancora piene e gonfie d’appalti… 
Per le nostre società, attanagliate tra le maglie delle reti della giustizia… non ci sarà alcuna speranza di sopravvivere, mentre ai suoi poveri dipendenti… basterà pazientare, una nuova tessera “colorata” di partito e si ritornerà nuovamente a lavorare… 
Nel contempo le nostre imprese spariscono e con loro muoiono anche le speranze di vedere crescere, libertà e autonomia in questa nostra terra… perché la libertà non consiste nell’avere un padrone giusto… ma nel non averne alcuno!!! 

Muore l’edilizia in Sicilia

Sono 52.000 i disoccupati del comparto edilizia in Sicilia… e di scorgere una qualche ripresa non se ne vede neppure l’ombra…

Già anche la speranza di un nuovo governo regionale, non sta ancora producendo i suoi frutti, benché gli interventi finora fatti dal Presidente Crocetta, sulla riduzione degli sprechi e sul programma per una corretta gestione, sono certamente ammirevoli…, ma purtroppo su quanto di concreto si possa fare per i settori produttivi, ecco che ancora siamo in una fase di stallo…
L’edilizia sta toccando un’altro record negativo, da quel periodo buio che seguì tangentopoli, a quelli successivi intorno alla fine degli anni 90’…

Ed ora ci si ritrova nella stessa situazione e in questi due anni la discesa è stata rapida e inarrestabile…

I disoccupati, sono senza alcun sostegno al reddito, le Cig e le disoccupazioni, sono state ormai prosciugate…
Coloro che erano demandati a dare in maniera incisiva, quel forte segnale politico, come le associazioni di categoria, Ance, Collegio dei Costruttori Edili, Ordini professionali, Associazioni di Proprietà, Federazioni Sindacali, ecc…, hanno inciso in maniera superficiale e distaccata, su tutte le decisioni programmatiche fatte dagli ultimi governi: vedasi l’assenza di efficaci politiche di sviluppo, l’aggravarsi di una restrizione creditizia da parte delle Banche, il ritardo pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche causato dal patto di stabilità.
Ed ancora, procedimenti amministrativi da parte dell’Agenzia delle entrate atti al recupero dei debiti fiscali ed ancora, tutte quelle misure preventive e interdittive, che hanno condotto o stanno conducendo le imprese edili sequestrate e/o confiscate alla liquidazione…
Ed ancora, concessioni di mutui inesistenti e crollo del settore immobiliare…
Un comparto edilizio stroncato anche nel suo indotto: l”impresa edile costituisce infatti un grande volano per l’economia, poiché attraverso essa si sviluppa un indotto di estesa importanza.
Infatti, le costruzioni in genere, creano sviluppo in altri settori quali: la produzione di inerti, cemento ed acciai, la produzione di impiantistica sia essa elettrica che idro-termo-sanitaria, la realizzazione di pavimenti e piastrelle, di infissi interni ed esterni, di coperture, di prodotti in legno, prodotti di tinteggiature e verniciatura, finendo anche con gli accessori, i mobili, strutture in metallo, vetri, sicurezza, ecc…  
Quanto sopra per negligenza, ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro, con tutte le ovvie conseguenze…

Ad iniziare dalla diminuzione del gettito fiscale e tributario, da un’ulteriore incremento ulteriore della disoccupazione, dal fallimento purtroppo di importanti realtà produttive,  per finire con quanto di tragico purtroppo stiamo dolorosamente assistendo…
Una situazione allarmante e pericolosa, dove i benefici degli ammortizzatori sociali potrebbero non bastare e che potrebbe sfociare non soltanto nei suicidi disperati di questi giorni, ma ancor peggio in una mobilitazione di massa…
Non si può più perdere tempo in chiacchiere… Bisogna iniziare a dare risposte certe e chiare, sulla ripresa  dei lavori, sbloccare quei cantieri da impedimenti burocratici, svegliare un Governo soporifero Regionale e iniziare a sperare anche in quello Nazionale, che ad oggi è stato assolutamente indifferente sul tema dell’edilizia!!!
Le promesse ormai non ci interessano più…, i voti vi sono stati dati, ve li siete egualmente spartiti, ora per  per favore, prima che sia troppo tardi… datevi una mossa!!!

Oro e argento ai propri concittadini…

Mentre da noi i cittadini diventano sempre più poveri, in altri posti nel mondo, si affida la propria crescita, alle cosiddette risorse umane…
Già, da noi la consuetudine che viene sempre applicata, sia che si tratta di amministrazioni pubbliche, che di società private, è sempre quella di “sfruttare” al massimo i lavoratori e non concedere mai premi per meriti o gratificazioni economiche personali…
Qualunque cosa tu voglia dimostrare, attraverso il tuo costante impegno, ad iniziare da quel sentirsi attaccato alla società dimostrazione di una sentita fedeltà, fiero di appartenere a quel gruppo, ma soprattutto stacanovista nel voler essere sempre presente, non curandosi dell’orario di lavoro, ma anzi, evitando di creare eventuali difficoltà, derivanti dall’utilizzo esagerato ed improprio di permessi, malattie, assenze, ecc…, ecco che purtroppo ci si accorge, che purtroppo quanto finora svolto non è servito a nulla, si… diciamo che ti sei saputo salvaguardare il proprio posto di lavoro e forse con i tempi che corrono non è male…, ma soltanto quello e niente più…
Dicevo all’inizio, che in altri paesi qualcuno ha pensato invece, di premiare i propri lavoratori…
Si è il caso di un cittadina nella Cina, Changjiang, nella provincia di Jinagsu, che per festeggiare il 40 anniversario di un’impresa di proprietà dell’Amministrazione Comunale, ha donato ad ogni cittadino in regalo, un lingotto d’argento e uno d’oro, da 100 grammi ciascuno…

Se considerate che l’impresa in questione, la Jiangsu Xin Chang Jiang Group, è diventata nel corso degli anni una delle prime 20 imprese cinesi, ed oggi opera in quasi tutti i settori, dalle costruzioni, alla produzione d’energia, passando per le industrie di metalmeccanica e chimica, ecco che si è deciso di premiare tutti, con questo regalo importante…

Già inoltre, se si pensa che in Cina le famiglie sono parecchie numerose, ed una famiglia media è costituita da 5 persone, si capisce che questi hanno ricevuto 1 kg tra lingotti d’oro e d’argento…, per un controvalore di circa 25-30.000/euro…
Quindi mentre da noi, le nostre amministrazioni ci dissanguano e le nostre imprese ci licenziano, ecco che ci troviamo a dover invidiare altri paesi nel mondo, dove vengono detratti una parte di utili, per suddividere parte di questi maggiori profitti con tutto il proprio personale…

Un bel esempio di civiltà e di crescita, così lontana da quel modo ancora feudale di gestire invece il nostro Paese, dove ciò che è Suo… resta Suo, mentre ciò che è mio… è sempre Suo!!!