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Le regole non bastano: quando la legalità diventa un’illusione.

Buongiorno a tutti, oggi vorrei condividere con voi una riflessione che mi ha accompagnato in queste ore…

Spesso ci affidiamo a regole, protocolli e sistemi di controllo pensando che siano sufficienti a garantire legalità, trasparenza e giustizia. Ma è davvero così?

Sì è vero… viviamo in un mondo in cui esistono norme, leggi e procedure studiate per prevenire abusi, frodi o comportamenti illeciti. Eppure, nonostante tutto questo, ci sono sempre interlocutori affiliati, ben collegati o semplicemente abili nel muoversi tra le maglie del sistema, che riescono a bypassare i controlli. Come è possibile?

La risposta, purtroppo, è più complessa di quanto sembri. Le regole da sole non bastano. Perché? Perché un sistema, per quanto ben progettato, è sempre gestito da persone. E dove ci sono persone, ci sono interessi, relazioni, pressioni e, a volte, corruzione. 

Chi ha il potere, le conoscenze o le connessioni giuste può trovare il modo di aggirare i controlli, rendendo quei protocolli inefficaci o, peggio, strumenti di facciata.

E allora? Allora dobbiamo renderci conto che la legalità non è solo una questione di regole scritte. È una questione di cultura, di etica, di responsabilità individuale e collettiva. È necessario un cambiamento più profondo, che parta dalla consapevolezza che ogni sistema, per funzionare, ha bisogno di persone oneste, coraggiose e disposte a fare la differenza.

Non basta applicare le regole. Bisogna vigilare, denunciare, pretendere trasparenza e, soprattutto, non abbassare mai la guardia. Perché chi vuole bypassare il sistema è sempre un passo avanti, e sta a noi non permetterglielo.

E voi miei cari lettori, cosa ne pensate? Avete mai assistito a situazioni in cui le regole sono state aggirate? Come credete si possa contrastare questo fenomeno? Fatemi sapere…

Legalità in teoria, ma non in pratica: il paradosso delle regole aggirate.

Da un po’ di tempo in Sicilia ho come l’impressione che tutto proceda in maniera perfetta…

Già… scorgendo i quotidiani e/o le notizie sul web, occasionalmente mi ritrovo a leggere di qualche inchiesta giudiziaria, ma per lo più delle volte, gli argomenti trattano argomenti futili o certamente di poco conto.

Ed allora mi sono chiesto come fosse possibile che la regione che ha ottenuto i maggiori finanziamenti europei (sì perchè con 5,9 miliardi di euro, la Sicilia è prima tra le regioni italiane, seguita da Lombardia con €. 5,5 mld e Campania con €. 5,2 mld) e con una rete diffusa di appalti in corso (e in fase di progettazione) non sia più sotto le mire di quella ben nota organizzazione criminale.    

Ma soprattutto mi chiedo: come può essere che quel l’intreccio da sempre indissolubile, tra mafia, economia e politica, abbia deciso improvvisamente di sciogliersi? 

Ed allora debbo credere che quanto avvenga sia soltanto di facciata, che si è semplicemente passati ad una modalità che potremmo definire accomodante e soprattutto “occultata“; si tratta semplicemente di operare in maniera celata, facendo in modo che ad aggiudicarsi gli appalti siano proprio quelle loro imprese affiliate…

E così una grossa fetta di quegli appalti finisce nelle loro tasche, soffocando di conseguenza, non tanto lo sviluppo della regione – che grazie ai miliardi pervenuti sta volando a gonfie vele – no… è in quel voler entrare a gamba tesa nell’economia e negli aspetti sociali che ahimè, riesce a condizionare la vita di ciascun conterraneo.

Sì… vediamo saltuariamente alcuni colpi inflitti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, ma “cosa nostra” continua di fatto a rappresentare una minaccia persistente e in continua evoluzione. 

Peraltro, anche il più ingenuo cittadino ha comrpeso come quell’organizzazione mafiosa si dimostri abile nel reinventarsi e nel trovare nuovi spazi di azione evidenziando proprio in quei fondi del PNRR il loro interesse, infiltrandosi così nei gangli vitali del tessuto economico ed in quello politico-amministrativo.

Difatti, è proprio grazie a questi legami che si permette a quell’organizzazione di esercitare un controllo capillare sul territorio, sfruttando vecchie logiche e, al contempo, promuovendo nuovi referenti per gestire i suoi affari illeciti.

Qualcuno potrebbe obiettare che esistono i controlli, che vi sono norme da rispettare, che c’è un protocollo di legalità che sovrasta qualsivoglia procedimento. Ma quanto queste azioni risultino concrete, beh… è tutto da verificarsi. D’altronde, ditemi: chi controlla i controllori?

Affidarsi alle regole non è sufficiente!!!

 Il sistema – secondo il sottoscritto – risulta ancora troppo bypassabile. E se qualcuno fa finta di non averlo compreso, è solo perché gli fa comodo così!

Un Paese pieno di corrotti e corruttori!!!

Sappiamo bene come la corruzione rappresenti  un fenomeno diffuso nella nostra società, in particolare alcuni cittadini o talune associazioni criminali, fanno sì che il loro potere influenzi o determini benefici illegali, certamente illeciti… 

Potremmo definire corrotti, coloro che accettano mazzette o tangenti oppure ricevono benefici personali, mentre i cosiddetti “corruttori” sono rappresentati da quanti quei benefici li offrono.

La corruzione è dimostrato può avere gravi effetti negativi sulla società, tra cui la distorsione della concorrenza, la riduzione dell’efficienza economica, la perdita di fiducia nei governi e nei sistemi giudiziari, ma soprattutto la diminuzione dello sviluppo socio-economico.

Certo, sono tante le misure che andrebbero adottate per combattere la corruzione, ad esempio, bisognerebbe realizzare nuove norme anti-corruzione, migliorare i processi di educazione e di sensibilizzazione, alimentare quella necessaria trasparenza nella gestione pubblica, incrementando le responsabilità di quei funzionari e infine accrescere le sanzioni per corrotti e corruttori.

Sì… è vero, esistono diverse linee guida realizzate da organizzazioni internazionali, tra cui la OECD e ONU, questi difatti hanno sviluppato dei modelli standard per prevenire e combattere la corruzione, ma finora quanto da loro attuato è rimasto ahimè solo sulla carta…

Ritengo infatti che la lotta alla corruzione sia un compito arduo e complesso, esso va realizzato quotidianamente e richiede l’impegno di tutti, dal governo ai cittadini, perché sono proprio quest’ultimi a dover comprendere come solo attraverso la messa in pratica di azioni rette, che si può creare una società equa e giusta.

Tra l’altro, se analizziamo la differenza principale che esiste tra corrotti e corruttori o il loro ruolo nell’atto di corruzione, possiamo comprendere come i corrotti sono predisposti – per loro natura – ad accettare o ancor peggio a chiedere mazzette, tangenti o altri benefici quali ad esempio regalie personali, il tutto in cambio di far compiere a quei funzionari pubblici una serie di azioni illegali o quantomeno atti che non andrebbero essere realizzati, vedasi ad esempio quanto realizzato da taluni dirigenti o funzionari pubblici che (sappiamo bene…) non compiono in maniera corretta il proprio dovere… 

Viceversa i corruttori sono lì ad offrire tangenti, garantiscono benefici, offrono posti di lavoro, concedono favori, come ad esempio il caso di un imprenditore che offre denaro o concede favori a un funzionario pubblico in cambio dell’aggiudicazione di un appalto o per evitare una qualche sanzione pecuniaria o distruggere o occultare atti pubblici…

Se volessimo descrivere in sintesi questi due gruppi spregevoli, potremmo definire corrotti coloro che accettano tangenti, mentre corruttori coloro che le offrono!!!

Come riportavo, vi sono diverse misure che possono essere adottate per prevenire e combattere la corruzione, alcune delle quali sono:

– Leggi anti-corruzione: leggi che criminalizzano la corruzione, come il sovrapprezzo, il conflitto di interessi, la frode e il riciclaggio di denaro, sono elementi importanti nella lotta alla corruzione.

– Trasparenza e responsabilità: sì… trasparenza nella gestione dei fondi pubblici e responsabilità dei funzionari sono requisiti importanti per prevenire la corruzione. La rendicontazione trasparente delle entrate e delle spese pubbliche, la pubblicazione di informazioni sui contratti pubblici e la rendicontazione delle attività dei funzionari pubblici sono alcune delle misure che possono essere adottate.

– Educazione e sensibilizzazione: la società deve essere consapevole dei danni causati dalla corruzione e comprendere quali modalità possono essere adottate per combatterla.

– Indipendenza della magistratura e dei media: la magistratura e i media debbono restare indipendente, in quanto essenziali per garantire che i corrotti e i corruttori siano perseguiti e puniti.

– Sanzioni efficaci: le sanzioni sono fondamentali, vedasi ad esempio la confisca dei beni, la revoca dei contratti pubblici e la privazione dei diritti civili, sono necessari per dissuadere chiunque dalla corruzione.

Collaborazione internazionale: abbiamo visto come la corruzione sia spesso transfrontaliera, quindi è importante che i vari governi mondiali cooperino per combattere questo abietto fenomeno.

– Cultura della integrità: bisogna incoraggiare una cultura morale di onestà, sia nella società che nella pubblica amministrazione, incentivando l’etica e la legalità, incoraggiando una maggiore partecipazione di tutti e promuovendo infine una maggiore trasparenza.

Ovviamente quanto sopra riportato, rappresenta solo in parte quanto potrebbe essere adottato per contrastare quella diffusa immoralità; è tempo ormai di mettere in pratica quanto necessario, sviluppando anche soluzioni diverse, l’importante è raggiungere in tempi celeri quelle esigenze di legalità di cui ormai da tempo il nostro paese dimostra avere tanto bisogno!!!

L’Italia è lo specchio di una realtà che c’era, c’è stata, e ancora oggi purtroppo si ripete!!!

Siamo tra i primi nelle classifica dei paesi più corrotti della terra…
Siamo stati per di più superati (secondo Transparency International) anche da nazioni come Rwanda, Botswana, Costa Rica e Namibia!!!
Ora con molta fatica e soprattutto in maniera troppo lenta, stiamo cercando di migliorare la nostra reputazione, ma ancora – basti vedere tutte le inchieste in corso – siamo ancora lontani da quella perfezione…
Certo le leggi stanno andando verso quella direzione ed anche il governo giallo/verde sta provando a contrastare questa totale corruzione, ma affinché ciò possa realizzarsi vi è la necessità di colpire tutti quei settori pubblici, che dimostrano essere non a prova di legalità…  
A conferma che c’è ancora molto da fare basti osservare quanto avviene quotidianamente il che dimostra d’incidere negativamente non solo nell’opinione pubblica, ma soprattutto sugli investimenti esteri, che vedono il nostro paese in fondo e soprattutto tra i meno attrattivi… 
Non se ne può più di avere nella politica e in quei settori della pubblica amministrazione soggetti ripugnanti che si svendono al miglior offerente e cosa ancor peggiore che restano impuniti da questo sistema giudiziario…
Si parla di anti-corruzione, di contrasto all’illegalità, di politiche di trasparenza, ma alla fine chi gestisce la cosa pubblica, si comporta come se quella struttura fosse una cosa propria…
Inoltre vanno aggiunti tutti quei soggetti quali professionisti legati alla politica, agli affari, alle istituzioni, alle consulenze, all’imprenditoria, potremmo anche dire – se non fosse per come si comportano – individui destinati al buon funzionamento di questo Paese. 
Ma d’altronde il nostro Stato è lo specchio di una realtà che resiste ad ogni epoca, a ogni regime politico, e purtroppo ancora oggi si ripete con le stesse modalità, sono uomini e donne che tradiscono se stessi e soprattutto la fiducia dei  cittadini per quel vile denaro, mostrandosi corrotti, indegni, ricattabili e senza alcuna dignità… 
Mai come adesso viviamo in un contesto nel quale s’è persa la necessaria integrità morale e disgraziatamente a tutt’oggi non si riesce a trovar nulla di scoraggiante per limitare quei comportamenti disonesti, affinché non si operi con le modalità illecite fin qui adottate… 
Non c’è più tempo, bisogna iniziare immediatamente a trasformare le coscienze dei cittadini, in particolare dei più giovani, affinché questi comportamenti disonesti non abbiano in futuro più a doversi ripetere!!!

Un Paese che si regge sull’illecito è perfetto e non privo d’una sua armonia – Seconda parte

Continuando il post pubblicato ieri: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/un-paese-che-si-regge-sullillecito-e.html :
Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale (già il nostro etneo…) decideva d’applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino a allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. 

Ma come sempre accade da noi… il sentimento dominante anziché essere la soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse d’un regolamento di conti d’un centro di potere contro un altro centro di potere…
Cosicché era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle battaglie intestine tra interessi illeciti, oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e d’interessi illeciti come tutti gli altri.
Naturalmente una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale che con le proprie attività criminali (fino a giungere a quelle più modeste come lo scippo sullo scooter…) s’inserivano come un elemento d’imprevedibilità nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei interni, ma anche esterni, in particolare verso quelle località ben disponibili a affari con “cosanostra“, da cui prima o poi certo riemergevano – grazie a vari riciclaggi – in mille forme inaspettate di finanza lecita…
In opposizione al sistema guadagnavano terreno anche le altre organizzazioni, quali quelle terroristiche che, usando quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge, e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini, illustri e oscuri, si proponevano come l’unica alternativa globale al sistema… 

Ma il loro vero effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile, confermandone la convinzione d’essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla!!!

Così tutte le forme d’illecito, da quelle più sornione a quelle più feroci si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilità e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici gli abitanti di quel paese, non fosse stato per una esigua categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: “gli onesti”!!!
Erano costoro onesti non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi principi, né patriottici né sociali né religiosi, che non avevano più corso…), erano onesti per abitudine mentale, per non danneggiare gli altri, per condizionamento caratteriale, erano moralmente onesti… e basta!!!
Insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno col lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione d’altre persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto loro erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. 
Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtù sono cose che trovano troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in malafede.

Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per sé (almeno quel potere che interessava agli altri); non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenute più nascoste; in una società migliore non speravano perché sapevano che il peggio è sempre più probabile.

Dovevano rassegnarsi all’estinzione? 
No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una contro società di ladri, truffaldini, ricattati, voltagabbana, delinquenti, mafiosi, ecc…, una contro società che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare la società, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo d’esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e vitale, così la contro società degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità , di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è…

Estrazione: lettera aperta sull’incompatibilità tra controllori e controllati.

Ho ricevuto stamani una mail, che mi permetto di riassumere:
Preg.mo Sig. Costanzo, ho letto quanto pubblicato ieri “http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/cave-abusive-nel-parco-delletna-sono.html ” ed avendo svolto per oltre vent’anni un incarico in questo settore, mi permetto di condividere con Lei una riflessione su quelle attività di estrazione che presentano, un vero e proprio, conflitto di interessi? 
Quali? Semplice.
Può ad esempio un “controllore” coprire quel ruolo, quando viceversa svolge la propria funzione come sindaco, consigliere comunale, assessore, ecc…???
Oppure, come si comporterà quando egli è imparentato con uno di quei controllati?
Quanto desidero evidenziare è che in quel post (premetto realizzato in maniera perfetta), molti di quei controllori, svolgono direttamente (o indirettamente) quel loro incarico di funzionari, come fossero liberi professionisti, sviluppando attività di consulenze, offrendo consigli per effettuare quelle tipologia di lavori, consigliando o proponendo la vendita di mezzi d’opera, attrezzature, accessori e quant’altro, usando quella loro influenza (nei confronti di quei controllati), per condizionare quelle attività di estrazione.
Esprimendo quindi comportamenti elusivi o certamente non rispettosi di quel codice deontologico, questi “controllori” svolgono – nei limiti della legalità – tutte quelle necessarie procedure che danno adito a possibili conflitti d’interessi.
Tuttavia, quando l’agire professionale di quel soggetto “controllore” è finalizzato alla sola ricerca di un vantaggio che si traduce in un beneficio personale, si comprende come nei fatti si palesi un approccio non più super partes, ma che arreca a quelle società sane un danno, a causa di quella concorrenza sleale. 
Certo non è facile dimostrare quanto compiuto da quel controllore o se egli avesse finalità corruttive, ma analizzando in maniera dettagliata quanto compiuto negli anni attraverso quei propri incarico, ci si potrà rendere conto di come egli abbia avuto quale obiettivo primario, quello della tutela degli interessi economici e produttivi di quella sua clientela, al fine di massimizzarne gli utili e far realizzare ad essi, maggiori profitti, di cui anch’egli potrà avvalersi.
Per questo motivo è necessario procedere con la rotazione di quei “controllori”, in particolare quest’ultimi devono essere scelti al di fuori di quei territori di pertinenza, affinché non siano presenti rapporti familiari, d’amicizia o anche solo confidenziali.
E’ tassativo quindi che quei “controllori” possano espletare quelle loro visite ispettive in maniera svincolata, rispettose di quelle necessarie libertà che permettano ove necessario un valido contrasto, senza generare conflitti d’interessi anche solo potenziali…
Ecco perché fintanto che le regole restano così, difficilmente ci si potrà aspettare un vero e proprio cambiamento, ma soprattutto, nessuno – già come Lei ha correttamente riportato nel suo post – “nessuno mai”, avrà interesse a segnalare quelle circostanze illegali, perché purtroppo essi stessi sono all’atto pratico, strettamente connessi – a seconda del legame di appartenenza – a quel sistema corruttivo! 

Le concessioni demaniali marittime e l’applicazione della direttiva "Bolkestein"…

Sabato sera ho accompagnato mia figlia ad un compleanno, organizzato da una sua amica presso uno degli ultimi lidi della nostra Playa di Catania…
Ripercorrendo in maniera opposta per rientrare nuovamente verso il porto, osservavo le condizioni penose di quest’area, alla mancanza di illuminazione, ai rifiuti gettati sui lati della carreggiata, ripensavo a quelle tre spiagge pubbliche che lo scorso anno, insieme alla mia amica Romj, avevamo descritto immortalandole in un video diventato virale sui social… 
Cosa dire… un vero schifo è quasi un complimento, perché la situazione è ben peggiore, anche se bisogna dire, che quei lidi da sempre lì, almeno per quanto concerne a mia memoria, hanno migliorato l’aspetto quantomeno interno di quei luoghi, ma all’esterno tutto è andato peggiorando…
Ho scoperto inoltre che all’ingresso della zona, è stato predisposto un campo rom, mentre quell’area dell’ex fiera è stata adibita a canile…
Tralascio ovviamente di parlare dei costanti incidenti, dei parcheggiatori abusivi, delle prostitute presenti, di quelle aree incustodite adibite a  luoghi d’incontro e quant’altro visibile da chiunque di voi, a qualunque ora del giorno e della notte…
Ma come ripeto sempre, forse soltanto il sottoscritto si accorge di questo schifo… D’altronde il nostro ex sindaco, (per fortuna ex e speriamo di non rivederlo più in quella veste…), che ha saputo non fare nulla, se non chiederci pochi giorni fa, di votarlo nuovamente!!!
Su una cosa però voglio dargli merito: Premesso che il ponte sul Tondo Gioeni era fondamentale, quella fontana, osservata di notte, non è poi così male… certo con quei soldi si poteva fare qualcosa di più utile, ma conoscendo i nostri politici e la loro amministrazione e scoprendo la fine che solitamente fanno i nostri soldi pubblici, forse alla fine è meglio questa… che niente!!!
Ritornando a parlare della Playa, un’altra cosa mi ha dato enormemente fastidio durante quella percorrenza e cioè, vedere come tra un lido ed una altro, non vi sia alcuna possibilità di giungere a mare, non esiste alcun percorso pedonali tra i vari confini dei lidi, che possano permettere a chiunque di giungere in adiacenza del la battigia marina, già, è come se quell’area prospiciente i lidi fosse di loro pertinenza, eppure tutti sanno che non è così, perché essa fa parte del demanio marittimo, e non si comprende quindi perché il passaggio è stato (da ciascuno di essi) interdetto attraverso il posizionamento di recinzioni.
Vorrei ricordare che la disciplina circa il libero accesso alla battigia è prevista dall’Art. 3, comma 1, lettera e) del decreto legge 5 ottobre 1993 numero 400 e convertito in legge il 4/12/1993 con numero 494 sul quale vi è stato anche intervento della Corte Costituzionale circa la sua generale applicabilità.
Per cui, nel caso in cui non si possa accedere per giungere alla battigia, si può sempre chiedere – d’altronde la normativa è invocabile – di attraversare quei lidi privati, che sono lì grazie ad una concessione demaniale: per cui, il cittadino può sempre chiedere gratuitamente di poter accedere alla battigia e il gestore di quel lido o i suoi impiegati, sono obbligati a farli passare o quantomeno ad accompagnarli!!!
Anche perché l’eventuale diniego, costituisce di fatto un illecito!!! 
L’eventuale cittadino che si vede rifiutare l’ingresso o l’accesso alla battigia, può tranquillamente chiedere l’intervento delle forze dell’ordine (ovvero della Guardia Costiera più competente in questo caso) al fine di far ripristinare la legalità!!!
Osservare questo scempio ed avendo come metro di paragone, Iesolo, Riccione, Forte dei Marmi, Lignano Sabbiadoro, Rimini, Viareggio, ecc… mi fa comprendere quanto indietro sia ancora questa terra, rispetto ad altre, non solo più organizzate, ma certamente più disponibili a salvaguardare i propri concittadini, senza imporre limiti strutturali o prevaricazioni fisiche, che precludano il godimento naturale di quella parte di spiaggia…
D’altronde non è nostro il detto: “Cu spatti avi a megghiu parti” e quindi di cosa ci meravigliamo… nessuno che s’interessa, nessuno che controlla e quindi perché meravigliarci se ci sono i furbi!!!
Ecco perché leggere dell’indagine della Procura compiuta con la collaborazione della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza, che ha come obiettivo quello di verificare la quantificazione dei canoni demaniali, che sembrerebbe essere stati sottostimati… non mi sorprende minimamente, non ci voleva chissà quale premio nobel, per comprendere che forse in quei conti qualcosa non quadrava,  in particolare la mancata riscossione degli stessi canoni, che ormai si trascinava da parecchi anni e che sembra aver aver fatto emergere un “buco” di circa 250 milioni… bruscolini!!!
Ma si sa da noi tutto procede così… ciascuno si è fatto i fatti propri, molti di quei controllori avranno beneficiato gratuitamente in tutti questi anni, per se e per i propri familiari, di una cabina all’interno di quelle strutture, hanno preferito vivere tranquilli, nessuno che sapeva, e in quel generale silenzio assoluto, qualcuno ci ha guadagnato…
Una vicenda che è rimasta oscura fino ad oggi, ma che forse ora dopo tanti anni di buio collettivo, potrà rivedere un po’ di barlume e chissà se una parte di quel chiarore luminoso, possa finalmente illuminare anche quella nostra strada, sì… di Viale Kennedy, di cui, come avrete potuto comprendere, ho preferito non pubblicare foto!!! 

I condomini godono dell’immunità nei confronti del proprio amministratore!!!


Lo ha deciso il giudice di pace Elena Biasutti, che ha assolto un condomino accusato di ingiuria e diffamazione… 
Si trattava di un settantaduenne residente in Prato della Valle…
L’inquilino in assemblea condominiale aveva criticato l’operato dell’amministratore, con frasi e giudizi aspri, su presunti conteggi errati… 
Lo aveva accusato d’essere un “prestigiatore di contabilità” e di “furbizie contabili“!!!
L’amministratore condominiale ovviamente sentitosi diffamato, si è costituito parte civile e pretendeva una risarcimento di cinquemila euro, ma purtroppo per lui… se n’è dovuto andare a mani vuote!!!

Sintetizzando… l’Assemblea condominiale aveva avuto luogo il 9 dicembre 2009 ed in quella occasione il condomino era andato giù pesantemente nei confronti dell’amministratore e di quella sua contabilità… 

Alla fine dell’assemblea, il settantaduenne aveva rincarato la dose con accuse gravi, inviando a mezzo fax le sue disapprovazioni, direttamente all’ufficio dell’amministratore. 
In quei fax il condomino accusava l’amministratore di “collusione” e di presunti fatti “illeciti” effettuati dal precedente amministratore, inoltre, gli contestava di aver compiuto appropriazioni indebite e movimenti contabili senza alcun riscontro documentale…
Nel gennaio 2010 l’amministratore aveva presentato un esposto contro il condomino, che era stato rinviato a giudizio…
L’avv. Malipiero ha difesa del condomino, ha chiesto l’assoluzione del cliente perché il fatto non costituiva reato.
L’avvocato ha portato in aula una sentenza della Corte di Cassazione del 2014; ebbene, i giudici di quella Suprema Corte avevano annullato una sentenza di condanna per fatti simili a quelli contestati al settantaduenne. 
I supremi giudici infatti, avevano affermavano il diritto di critica di un condomino che aveva si offeso l’amministratore ma in maniera motivata (anche se nel caso della sentenza annullata i conteggi erano risultati regolari), non gratuita e senza attacchi alla sfera personale…
Quindi, la Corte di Cassazione ha riconosciuto alla sfera condominiale una valenza particolare in cui i limiti del diritto di critica verso l’amministratore si ampliano rispetto ai valori normali, dando via libera a confronti accesi e aspri, purché non trascendano sul piano personale, nel dileggio, nella gratuità…
Non per ultimo difatti la Corte di Cassazione ha giudicato non meritevole di censura il comportamento di una condomina che ha pubblicato nell’atrio condominiale una dura lettera di critiche nei confronti dell’amministratore, definendolo “latitante e “incompetente“.
Nella fattispecie è stato esercitato un legittimo diritto di critica, pertanto, non ricorrono gli estremi dei reati ingiuria e diffamazione…
Analoga situazione lo ha stabilito la Corte di Cassazione (quinta sezione penale, sentenza n. 41785/2016) pronunciandosi sul ricorso promosso da un condomino, condannato per i reati di ingiuria e diffamazione avvenuti in ambito condominiale nei confronti dell’amministratore…
E’ stato riportato che “non commette diffamazione il condomino che inserisce dei volantini nella buca delle lettere degli altri proprietari accusando l’amministratore di violare la legge fiscale e rappresentandolo come un personaggio col naso lungo e con un cartello al collo con la scritta “Pinocchiopoulos“.
Quanto sopra rientra infatti, nel diritto di critica se non vengono utilizzate espressioni gravemente infamanti e inutilmente umilianti.
Quanto all’uso di un personaggio come “Pinocchio”, invece, è idoneo ad integrare il diritto di satira!!!
Quindi… come vedete, quando volete criticare il Vs. Amministratore, esistono parecchi modelli da seguire,  l’importante comunque è che le analisi di dissenso siano valide…
Io se posso consigliare, indico sempre la strada più affidabile… quella della denuncia presso gli organi giudiziari!!!
Non bisogna avere remore morali, oppure farsi prendere dalla paura o da quel senso di sottomissione… solo ed esclusivamente perché altri, si comportano come pecore o chissà, forse dimostrano con quel loro esimersi, sentimenti celati di collusione o ricattabilità!!!
Tranquilli, la legge è sempre dalla parte degli onesti e quindi… dalla nostra!!!

Un uomo… contro tutti!!!

Comprendo perfettamente lo stato d’animo del nostro attuale Procuratore, d’altronde ci sono passato anch’io…
Sì… quel doversi sentire soli, contro tutti!!! 
Questa è la perfetta dimostrazione di come nel nostro paese non esista un’equa misura… passando dalle stelle, alle stalle!!!
Se sei influente… dai fastidio, se sei debole… devi subire, nel contempo, quegli altri inutili personaggi “in cerca d’autore“, sono pronti lì in attesa di pugnalare colui che, negli anni, ha saputo dare dimostrazione delle proprie capacità e che indirettamente, ha oscurato quelle loro vacue personalità…  
Ecco quindi che si viene chiamati a relazionare su quanto compiuto, quasi si fosse commessa chissà quale colpa, se non forse quella, d’aver svolto egregiamente il proprio incarico…
Ma quanto realizzato, è precisamente quanto non si doveva fare… o meglio, si preferiva che quanto scoperto, non venisse fatto emergere in questa maniera esplosiva, sì… così eclatante !!!
Perché qui da noi, in questo nostro paese, funziona tutto all’incontrario…
Ad esempio, si scopre un comportamento illecito, si denuncia quanto si è dischiuso, si evidenziano condotte gravi, si rilevano operazioni irregolari, non ci si blinda dietro quegli abituali atteggiamenti omertosi e soprattutto, si fa emergere quanto sopra ed allora purtroppo… non si va bene!!!
Ah… è questo il problema!!!
Ma come si può pensare di ragionare in maniera diversa o meglio, opposta, a quanto fa la maggior parte degli individui…
Come si può pensare di comportarsi così… facendo bene il proprio dovere, applicando sempre le regole previste, le normative vigenti, rispettando la legge, senza mai volersi ergere a protagonista, ma stando in ogni occasione, un passo dietro gli altri… non si può, almeno non qui!!!
Difatti, ecco che all’improvviso, dopo aver espletato in maniera corretta quanto era nelle proprie funzioni, si viene posti in giudizio,  per essere assolti o condannati…
In questa nuova veste, si è passati da difensori dei principi di legalità, a masnadieri, sempre alla ricerca d’illegali e occulti eventi… 
Incredibile, potremmo definire quanto sta accadendo: la giustizia dell’ingiustizia…
Da quanto sopra infatti, s’intuisce ciò che si vuole realizzare e cioè: creare confusione, alzare la tensione mediatica (per non voler giungere a nulla), mettere in discussione quel concetto di “giustizia” e scegliere quale filo conduttore, non quelle indagini correttamente svolte, ma quanto viene presunto ipoteticamente, dal classico malcostume popolare… 
Quanto si sta tentando di compiere, è voler rendere quel potere istituzionale, non più autonomo e indipendente, ma sottomesso, ad un sistema “infido” politico, che chiede, per nome e conto di quella ingannevole democrazia, che questa libera magistratura, renda loro conto… di tutte le azioni svolte.
Forse è giunto il tempo che una parte di quel potere politico, comprenda come sia ormai tempo di fare un passo indietro, perché è soltanto con il dialogo, che si potranno superare tutte queste attuali frizioni e polemiche!!!
Questo clima esasperato di accuse e divisioni, non hanno fatto altro che lacerare il potere istituzionale, che rappresenta per l’appunto, la peggiore azione che si potesse compiere, per danneggiare ancor più, questo nostro Paese!!!
Non bisogna individuare a tutti costi presunti colpevoli, come certamente non vanno ricercati reati, se questi non esistono!!!
Ma d’altronde non si può e non si deve… obbligare ciascuno di noi a sottomettersi a questo sistema, basato esplicitamente, su quegli scambi illeciti di favori e protezioni politico/amministrative e dove, il più delle volte, si preferisce pur di salvare la faccia, continuare con i… compromessi!!!

La mafia è ancora forte… purtroppo!!!

A dirlo non sono io… ma il Presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario…
Già… pur volendo considerare le notevoli azioni contrasto effettuate dal punto di vista logistico/finanziario e le numerose inchieste che hanno condotto ad arresti e condanne, secondo quella relazione “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti“.
Bisogna d’altronde aggiungere, come il lavoro svolto dalla magistratura, abbia subito in questi ultimi tempi forti rallentamenti a causa dei vigorosi attacchi subiti, sia per le pressioni politiche ricevute che per quelle legislative, che ne hanno di fatto condizionato l’efficienza e l’efficacia, 
Ora da qualche mese sembra esserci stato un cambio di rotta, con nuove iniziative in materia di giustizia, ma soprattutto, con la sostituzione di alcuni uomini e donne di quell’apparato…
Nel contempo, l’organizzazione mafiosa ha beneficiato di quel contrasto a livello istituzionale e di quella debolezza dimostrata dallo Stato, influenzando negativamente i cittadini (in particolare le vittime di quei soprusi), affinché si convincessero di quanto erroneo fosse quella azione di denuncia o comunque di collaborazione con le forze dell’ordine… 
Ecco quindi il motivo per cui ancora oggi, la maggior parte delle attività commerciali o delle imprese, restano sottomesse all’imposizione del pizzo o al pagamento di una quota sugli utili d’impresa…
Ancor peggio, molte di esse, garantiscono con le loro società a “cosa nostra”, d’infiltrarsi in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, espandendo le proprie attività criminali non solo in Italia ma anche all’estero, reinvestimento così… una parte di quei proventi illeciti.
Certamente le azioni fin qui condotte, affiancate alle misure di prevenzione attraverso i provvedimenti di sequestro e confische,  hanno da un lato condotto al ripristino della legalità e di quel libero mercato concorrenziale… ma di contro, ha evidenziato delle grosse lacune nella sua gestione, attraverso amministratori giudiziari collusi e magistrati purtroppo compiacenti…
Certamente se i procedimenti penali finiti nelle aule di giustizia, sono ancora in aumento, si comprende come ancora tanto va compiuto, soprattutto per quanto riguarda alcuni reati, tra cui quelli ambientali, in materia di violazioni edilizie e urbanistiche e soprattutto quelli legati all’abusivismo…
A quanto sopra, vanno ovviamente sommate tutte quelle corruzioni e collusioni quotidiane, connesse in particolare alla gestione della cosa pubblica, dove si evidenzia un desolante quadro d’illegalità diffusa “tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni che nell’impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la pubblica amministrazione e nella fruizione, spesso indebita e fraudolenta, di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture”…
Per cui, pur sapendo che la lotta alla mafia è ancora lunga, non bisogna mai abbassare la guardia e ciascuno di noi tutti, deve cercare di fare il proprio dovere, affinché non si torni a ripetere, quanto soltanto pochi anni fa, uno studente su due a Palermo esprimeva e cioè, che “la mafia è più forte dello Stato”!!!

Una "Catania bene"…

Ho acquistato un libro scritto da Sebastiano Ardita, magistrato e componente della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed oggi, Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Messina…
Nel suo libro descrive in maniera meticolosa i collegamenti tra la mafia catanese e quella della provincia di Messina e l’evoluzione che queste associazioni criminali, hanno avuto dagli anni 80′ ad oggi…
In particolare, viene descritto il passaggio di come queste, si siano con il tempo evolute, passando da quella impostazione rigida e violenta (in particolare contro le istituzioni), ad un nuovo modello, moderno e manageriale, che ha permesso loro, d’integrarsi tra le PA e nella società civile…
Già, in quel percorso si è totalmente rinnovata, passando da una immagine “cattiva e violenta” ad una “buona e produttiva”, riuscendo inoltre a convincere i cittadini (con un’attenta opera di persuasione), di come, attraverso il proprio contributo, si sia migliorato il benessere sociale, colmando le lacune dello Stato, come per esempio… sicurezza e lavoro.
Il tutto è avvenuto grazie a nuove alleanze, nello specifico, con i settori dominanti dell’imprenditoria, della politica, della finanza, delle istituzioni, della stampa e di tutte quelle associazioni che con il loro discreto silenzio, hanno fanno sì, che le collusioni ed il malaffare, abbiano potuto estendere quei  propri tentacoli…
Una mafia “rigenerata”, che ha saputo investire i propri profitti illeciti, in nuove e remunerative, attività imprenditoriali e commerciale, le quali, hanno nel corso di questi anni dimostrato, quella propria capacità di realizzare profitti e impegnandosi inoltre, a creare nuove opportunità lavorative…
Un sistema mafioso vincente (diverso e lontano da quello a suo tempo proposto dai “corleonesi”), che è diventato modello da esportare, anche per le altre associazioni malavitose, del resto d’Italia…
Si è trattato di trovare nuove alleanze tra quegli uomini che contavano nei posti chiave… come per esempio quelli “istituzionali” e quando non si è riusciti nell’intento, si è fatto di tutto per allontanare quelli e sostituirli con propri uomini, certamente più disposti ad alleanze e profitti…
Dopotutto non è il denaro che manca… anzi tutt’altro e con quello si può puntare a conquistare uomini e potere… 
Potremmo quindi concentrare in una parola quanto accaduto: trattativa ( che poi è la stessa parola usata in alcune inchieste note, tra Stato e mafia…). 
Certo la sola parola è di per se imbarazzante e ovviamente, all’interno di quegli uffici istituzionali, non la si vuole prendere nemmeno in considerazione…
Ma quando poi, si assiste a certe indagini delle procure, le quali quotidianamente, fanno emergere reati ed infedeltà da parte di quegli uomini pubblici, ecco che allora si comprende come forse, qualcosa di lesionato in quel sistema c’è!!!
Non per nulla… se il nuovo Procuratore Capo di Catania, Carmelo Zuccaro, nel giorno del suo insediamento in Procura ha dichiarato: “Catania soffocata dalla mafia… abbiamo bisogno che le cose cambino”!!! si comprende come ancora purtroppo, di lavoro da fare… c’è ne. 
Certo dinnanzi ad un sistema criminale così perfettamente integrato nella società attuale, diventa difficile slegare quanti sono legati tra essi… sia per rapporti familiari, di amicizia, universitari, politici e anche professionali senza escludere anche personali… mi riferisco ai legami sentimentali… 
Da quanto sopra è evidente che le famiglie mafiose negli anni si sono evolute… i figli si sono laureati e hanno occupato quelle posizioni dirigenziali lasciate nel corso degli anni libere…
Sono in tutti i settori… nessuno escluso!
Ed è il motivo per cui oggi, ancora più di ieri, diventa chiaro comprendere, il perché la mafia, non sia stata di fatto sconfitta!!! 
Perché i suoi uomini (quelli con i colletti inamidati…) partecipano a fare cadere i reati in prescrizione, perché il sistema carcerario è sottodimensionato rispetto al numero di criminali che delinquono, determinando così, quei presupposti continui d’indulti e amnistie, perché il sistema giudiziario fa più paura ai cittadini onesti che agli stessi criminali, perché non si perde mai occasione per criticare le istituzioni, le forze dell’ordine, i magistrati, facendo in modo che si disinteressino e si scoraggino, nell’intraprendere tutte quelle necessarie azioni di contrasto…
Per quanto sopra è ovvio che gli uomini (e donne…) di questo sistema, si vanno regolando di conseguenza… 
Faranno ovviamente il minimo indispensabile, per non aver problemi, personale e/o professionali…
Continueranno in silenzio ad avanzare di carriera con quel minimo sforzo, per giungere finalmente a quella auspicata “pensione” e sperando nel contempo, di poter tramandare quella propria occupazione ad un proprio familiare…
Dopotutto è di questo si tratta… 
Saper convivere all’interno di quelle regole prestabilite e mai scritte della nostra città: sì di quella soprannominata… “Catania bene”!!!