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In attesa della decisione del GUP: Finanzieri indagati!!!

Una cittadina siciliana…

Un summit…

Dei soggetti, tra cui alcuni ufficiali della Gdf, si incontrano in un bar e…

Beh, trovate l’articolo completo su: https://innocentedigela.com/2023/04/07/complotto-di-gela-finanzieri-indagati-presto-dal-gup-video-esclusivo/

Ovviamente quanto ora riportato sul sito web deve essere ancora confermato dal GUP e quindi – come giusto che sia – bisogna attendere che la giustizia faccia il proprio corso…

  

Ex Procuratore a giudizio…

Un ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo ed un ex giudice tranese, sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Potenza per concorso in corruzione. 

I due compariranno dinanzi al Tribunale di Potenza il prossimo marzo.

Secondo l’accusa, l’ex magistrato si sarebbe attivato affinché il Csm nominasse l’ex procuratore di Trani, in cambio, il capo della Procura tranese avrebbe svenduto le sue funzioni di procuratore per assecondare le illecite richieste del magistrato nella gestione di alcune indagini. 

A carico del magistrato vi era anche l’accusa di concussione ai danni di taluni soggetti che il gup ha qualificato come “Induzione indebita a dare o promettere utilità” ed ha dichiarato il reato prescritto. 

Ci tengo a precisare quanto segue: sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine, è definitivamente accertata, solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.

Ma guarda un po’: non può essere celebrato a Messina il processo sulla gestione del condominio…

Già… non potrà essere il Tribunale di Messina a dover trattare il procedimento a carico di alcuni amministratori per la gestione di due condomini accusati a vario titolo di appropriazione indebita, truffa, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, sostituzione di persona, minaccia. 

Sembra infatti che tra gli inquilini parte lesa, via sia anche un magistrato in servizio al Tribunale peloritano, a stabilirlo è il giudice per le indagini preliminari che accogliendo l’eccezione di incompetenza sollevata dai difensori, ha disposto che il fascicolo venga trasmesso a Reggio Calabria e saranno i giudici reggini ad occuparsi della vicenda.

Certo incuriosisce questo aspetto, proprio nei miei ultimi post avevo parlato di “ricusazione” nei confronti di alcuni giudici che si macchiano di gravi colpe ed oggi questa vicenda mi fa comprendere come a volte, ad esempio in questa circostanza, non vi siano le condizioni serene affinché si possa procedere con un processo giusto… 

Ancora più grave quanto accaduto successivamente e cioè “La decisione del Gup di dichiararsi incompetente ai sensi dell’art. 11 cpp su invito delle difese degli imputati” che avrebbe dovuto essere già assunta dall’Ufficio di Procura nella fase dell’espletamento delle indagini.

Consentitemi di ricordare che art. 11 cpp prevedono quanto segue:

1. I procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di persona sottoposta ad indagini, di imputato ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato, che secondo le norme di questo capo sarebbero attribuiti alla competenza di un ufficio giudiziario compreso nel distretto di corte d’appello in cui il magistrato esercita le proprie funzioni o le esercitava al momento del fatto, sono di competenza del giudice, ugualmente competente per materia, che ha sede nel capoluogo del distretto di corte di appello determinato dalla legge.

2. Se nel distretto determinato ai sensi del comma 1 il magistrato stesso è venuto ad esercitare le proprie funzioni in un momento successivo a quello del fatto, è competente il giudice che ha sede nel capoluogo del diverso distretto di corte d’appello determinato ai sensi del medesimo comma 1.

3. I procedimenti connessi a quelli in cui un magistrato assume la qualità di persona sottoposta ad indagini, di imputato ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato sono di competenza del medesimo giudice individuato a norma del comma 1.

Ed è quanto la polizia giudiziaria aveva rilevato e cioè di come tra le persone offese e danneggiate dal reato vi fosse un magistrato svolgente funzioni nel distretto di corte di Appello di Messina.  

L’inchiesta nasce da una serie di denunce incrociate tra amministratori e condomini ma posso assicuravi che non è la sola denuncia attualmente presentata in quel Tribunale o presso gli uffici di competenza giudiziaria di quel particolare capoluogo, difatti, in quegli altri procedimenti che sono tra l’altro pubblici, sono celati altri soggetti coinvolti per reati ancor più gravi – che non riguardano semplicemente azioni di di mala-gestio da parte di amministratori, ma si parla di uomini e donne che se pur incaricati nei propri uffici istituzionali, sono legati e sottomessi ad un sistema parallelo posto a protezione dei propri “confratelli” ed è così che dall’interno di ciascuno di quei loro uffici, provano a condizionare quei procedimenti giudiziari, proteggendo in tutti i modi, leciti e non, coloro che fanno parte di quella loro appartenenza per non chiamarla con il suo nome: loggia!!!

Vedrete, non passera molto tempo prima di leggere in una nuova inchiesta giudiziaria, anche i loro nomi…  

Anche i mafiosi chiedono un risarcimento di 50 milioni di euro allo Stato.

Dando seguito su quanto riportato alcuni mesi fa http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/07/salvatore-borsellino-non-bisogna.html  sul depistaggio compiuto nelle indagini della strage di Via D’Amelio che ha condotto all’assassinio del Giudice Borsellino e della sua scorta e che vede ora coinvolti tre poliziotti accusati da parte della Procura di concorso in calunnia,  ecco… da quanto sopra, all’udienza preliminare il gup del Tribunale di Caltanissetta, ha ammesso come parte civile i familiari del magistrato assassinato.

Secondo la Procura, i tre poliziotti avrebbero creato ad arte, il falso pentito Vincenzo Scarantino, affinché facesse i nomi di alcuni mafiosi, condannati – quantomeno per quella strage.- ingiustamente!!!
Ora gli stessi, avendo appreso dell’inchiesta in corso nei confronti di quegli uomini delle forze dell’ordine, hanno immediatamente avanzato la richiesta di potersi costituire parte civile…
Tra essi vi sono, Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Cosimo Vernengo, Gaetano Murana e Gaetano Scotto…

La circostanza comunque che più di tutte sembra incredibile, è che proprio quei “mafiosi” hanno citato in giudizio (nella qualità di responsabile civile) anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno!!!

Già… ascoltate un po’: Chiedono allo Stato un risarcimento di 50 milioni di euro!!!
D’altronde pensavo, perché non darglieli… 
Già, sarebbe come non voler riconoscere, il grave danno “morale” subito da essi in questi lunghi anni….
No… no… non è giusto, prendersela così… con i più deboli… no…no…

Magistrocrazia!!!

Una cosa è certa: la legge protegge i magistrati!!!
Ma quando la magistratura dimostra di non essere giusta… chi paga???
Ritengo doveroso separare in prima analisi, coloro che operano all’interno di quest’organo giudiziario… tra chi si occupa nella qualità di Gup (Giudice dell’Udienza Preliminare) di decidere – durante un’udienza preliminare – sulla richiesta da parte del pubblico ministero di rinvio a giudizio di un imputato o ancora, colui che nella qualità di giudice “super partes“, dovrà occuparsi del pronunciamento delle sentenze… e dall’altra parte la cosiddetta  magistratura “togata” di cui fanno parte il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) – che interviene in determinate procedure nella fase delle indagini preliminari – e il Pubblico Ministero (PM) – che si occupa dell’esercizio dell’azione penale -.
Ecco, da quanto sta avvenendo ultimamente nelle nostre aule dei tribunali, si ha come la sensazione che vi sia una vera e propria discordanza, tra chi svolge quelle indagini preliminari e chi successivamente dovrà esprimersi nel giudizio di quegli indagati e di conseguenza, degli eventuali reati commessi…
Potremmo dire che in talune circostanze, vi è una forte discrepanza tra le indagini e i processi… alterando in noi tutti quel giudizio su una professione… che evidenzia palesemente come “l’abito non faccia il monaco…”.
La legalità peraltro non va promossa solo nella forma, ma va coltivata anche nella sostanza ed è sbagliato ergersi senza meriti dalla parte dei giusti!!!
Come dimenticare quanto diceva Paolo Borsellino: “Sapete che cos’è la Mafia… faccia conto che ci sia un posto libero in Tribunale e che si presentino 3 magistrati; il primo è bravissimo, il migliore, il più preparato, il secondo ha appoggi formidabili dalla politica, mentre il terzo è un fesso… Sapete chi vincerà??? Il fesso. Ecco, questa è la MAFIA!!!”

Non si tratta quindi di criticare particolari decisioni o di prendere in esame singoli magistrati per comportamenti o atti da egli adottati, con i quali non ci si trova concordi… ma di comprendere cosa sta accadendo all’interno di quella istituzione e se forse non sia il caso, di trovare alternative soluzioni, che permettano di dare maggiori garanzie a questa fondamentale potere… in particolare quando viene compiuto nella nostra terra…
D’altronde non è corretto fare di tutta un’erba un fascio, così come non si può dire che la tutta la magistratura non faccia il proprio dovere, ma certamente una gestione diversa di questi uomini e donne, potrebbe portare sicuramente a migliorare quel mondo giudiziario…

Non dimentichiamoci che anche loro sono persone come noi… e conosciamo bene il pericolo insito nella natura umana, sin da quella prima mela concessa dal serpente ad Eva per darla ad Adamo: primo modello di tentazione!!!
Noi tutti sappiamo bene come veniamo quotidianamente tentati… sì basta poco e da quel momento, nell’accettare quella lusinga, si diventa di fatto…ricattabili!!!

Difatti, per contrastare in maniera energica quel possibile rischio, nei paesi più evoluti – a differenza del nostro – si applica la cosiddetta “rotazione”: ciò difatti, permette a chiunque operi su incarichi istituzionali, di non avere una sede operativa “eterna”, ma quella sua professionalità viene a seconda del periodo “temporale” previsto, di volta in volta modificata, affinché non si determinino quei cosiddetti “rapporti confidenziali”, che sono per l’appunto i motivi che condizionano quel proprio operato!!!

Ritengo che proprio in una terra come la nostra, fortemente compromessa da influenze clientelari politico/mafiose, sia giunto il tempi, che si rivedano quegli incarichi, facendo ruotare – nei tempi e modi giustamente prestabiliti – tutti i giudici che si occupano di processi per mafia: chissà infatti, se molti di quei processi finora svolti, fossero stati valutati da Magistrati provenienti dall’Alto Adige o dal Trentino, chissà… forse alcune di quelle sentenze determinate con giudizi d’assoluzioni… non avrebbero ricevuto un eguale verdetto… 
Ma riprendendo quanto diceva il giudice Borsellino… è così che deve andare!!!