Archivi categoria: giudice

Usi LinkedIn e sei licenziato…

La notizia è di qualche anno fa, ma adesso se ne parla perché giunta dinnanzi a un tribunale…
Sembra che un certo John Flexman, durante l’orario di lavoro, abbia utilizzato il computer per connettersi in rete e aggiornare così il proprio profilo su LinkedIn ( un social network che permette la pubblicazione del proprio curriculum ) ed in particolare per aver spuntato la casella di essere interessato a nuove opportunità lavorative… e dire che proprio lui, essendo responsabile del personale, faceva firmare ai dipendenti assunti dalla compagnia di firmare un documento nel quale dichiaravano di non usare LinkedIn…
Scoperto comunque dalla società  è stato licenziato con la motivazione di aver mancato in etica professionale e di danno d’immagine per la società, in quanto l’aver aggiornato il proprio curriculum vitae su internet, potrebbe essere considerato, un motivo di disinteresse proprio da quel dipendente che con la società ci opera e di cui certamente ne è scontento…., a dimostrazione di ciò, la ricerca di una nuova opportunità…
ed inoltre ha allontanato con questa pubblicazione, anche coloro che avevano forse deciso di proporsi…
Ora  John, dopo essere stato licenziato per giusta causa, ha ovviamente fatto ricorso e spera che la vicenda possa se non reintegrarlo all’interno della società, trovare quel giusto indennizzo a compenso della perdita del proprio posto di lavoro…
Certamente l’aver violato quanto il codice etico prevedeva e di cui proprio lui era a conoscenza, non lo aiuta nel procedimento e soprattutto non può giustificarsi dichiarando di non essere stato a conoscenza, visto che come detto sopra, era proprio lui il responsabile che faceva firmare le dichiarazioni di avversione di questi comportamenti da parte della compagnia…
Certamente ora la questione diverrà di pubblico interesse, dal momento che potrebbe essere la prima volta, in particolare nel nostro paese, dove la decisione di questo giudice, potrebbe essere presa ad esempio, rappresentando così un precedente da utilizzarsi per eventuali analoghe circostanza…
Ovviamente il motivo principale è cercare di salvaguardare il proprio personale, quello su cui si è investito negli anni, quel rapporto di fiducia instaurato ed insostituibile, ma soprattutto quelle informazioni  e quelle  capacità, che potrebbero essere messe a servizio della concorrenza…
Sotto quella velata e falsa moralità, si nasconde il vero motivo che è ovviamente quello di salvaguardare i propri interessi e le proprie ambizioni… ma che contrasta con quell’essere umano che porta ognuno di noi ad aspirare e sperare sempre a qualcosa di meglio…

Risposte ad una ipotetica Intervista…

Ho ascoltato e visto su Youtube una intervista fatta dal giornalista Antonio Condorelli di Live Sicilia al Magistrato ed Assessore, Dott.ssa Caterina Chinnici:

Senza voler entrare in quel commento a distanza e dalle ricevute… mancate risposte, del tutto legittime, mi sono chiesto ed ho voluto immaginare, quali risposte avrebbe invece dato, quel grande Giudice che è stato ai tempi…Rocco Chinnici…

Ed allora… 
A.C. – Cosa pensa di quanto sta accadendo qui in Sicilia ed in particolare del rinvio a giudizio per Mafia???
R.C. – Vede, la mafia è una responsabilità di tutti noi…; noi abbiamo collaborato con il nostro silenzio, certo, non possiamo accusare di collaborazione una cittadinanza che non riceve alcuna protezione dal potere, abbandonata anzi dal potere, una cittadinanza che vede la Mafia padrona quasi assoluta della vita, dei beni, degli interessi della società, in queste condizioni io assolverei i cittadini e parlerei soltanto di paura, di una paura che attanaglia, paura per continuare a vivere, senza continuare a subire le violenze mafiose…

A.C. A volte il cognome che si porta, diventa per molti un icona , un punto di riferimento, è quindi possedere quel cognome è diventare faro d’imitazione e di speranza…
R.C. Non possiamo sentirci tranquilli con noi stessi, e con la nostra coscienza, se non ci sentiamo corresponsabili, se non prendiamo parte attiva in questa lotta che deve coinvolgere tutti…  

Soprattutto noi Giudici, ci dobbiamo sentire particolarmente impegnati, per non leggere poi sul diario dei nostri figli: ” la colpa è dei miei genitori, che non si sono interessati a me…, la colpa è di mio padre che non mi ha dato uno schiaffo e ha sempre detto ” si ” a tutto quello che ho chiesto, così come ha scritto una ragazza statunitense morta per overdose…
A.C. e per quei Siciliani che credono nella lotta alla mafia???

R.C. Nessuno che abbia una sensibilità normale può esimersi oggi, dal dare un contributo alla lotta alla Mafia…

A.C. e per quanto riguarda i nostri politici???
R.C.  quando non si affrontano questi problemi, quando  il politico che avrebbe avuto il dovere di fare e non ha fatto nulla, sentire quel senso di colpa, specialmente da coloro messi al parlamento che non  permettono di darci quelle leggi necessarie.
Il potere ha un  rapporto spregiudicato di do ut des con la Mafia, ed allora come può il potere se ha questo rapporto combattere la Mafia??? Come può combattere se stesso???
A.C. ed allora un’ultima domanda…, pensa che un’eventuale rinvio a giudizio per un politico possa cambiare a lui ed al suo partito qualcosa???
R.C. Qui, dobbiamo aggiungere la responsabilità dei partiti, ma non dobbiamo parlare di responsabilità di tutti, i partiti politici, ma soltanto di quei partiti politici che fino ad oggi hanno detenuto il potere… non si può fare di tutte le erbe un fascio…, dobbiamo essere sereni e abituarci nel formulare i nostri giudizi…
Le leggi che si fanno o per meglio dire le leggi che non si fanno, come dovrebbero combattere il fenomeno mafioso??? 
Ascolti, ci sono lapidi per magistrati, funzionari , ufficiali… ma per la gente che rimane vittima della Mafia che cosa c’è… niente…, niente di niente…, il silenzio, i morti!!!
Mi sono chiesto quali risposte Egli avrebbe dato e stia certo che queste sarebbero state certamente le Sue…
Perché vede, io di mio, non ho aggiunto niente, ho soltanto riportato quanto egli prima di morire andava pronunciando, con la speranza che un giorno queste Sue riflessioni, avrebbero certamente potuto scuotere le coscienze, soprattutto di Noi siciliani… sempre così portati, a preferire di deviarle le risposte, invece di darle…
Immagini per gentile concessione: http://franco.zecchin.book.picturetank.com/

Ricordare Falcone…

Mentre passavo da Capaci mi è venuto spontaneo fermarmi…, ho pensato aquella strage in cui, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capacia pochi chilometri da Palermo,persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvilloe i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo…
Sembra ieri, mentre sono passati20 anni e fermarmi mi è sembrata la giusta scelta, spontanea, dedicare a tutti loro questo pensiero, chissà sperare che forse a lui avrà fatto piacere…, già sapere che una persona di cui non si ha conoscenza, si fermi a ricordare quanto con i propri gesti si è fatto nel corso della propria vita, credo possa rappresentare quell’intimo desiderio di eternità cui i grandi uomini aspirano…
Quest’uomo però, che ha fatto della propria umiltà e di quella profonda discrezione la propria vita, non avrebbe certamente voluto essere famoso, anzi al contrario avrebbe dato la propria vita in silenzio pur di salvare quelle di coloro che a lui stavano vicino…, ecco chissà forse la sua tristezza sarà adombrata da quanto accaduto…, cioè quell’aver colpito lui, distruggendo anche le vite di coloro che per lavoro e per amore si trovavano in quelle auto…

Oggi comunque essermi fermato, mi da quella forza di continuare a voler credere nelle istituzioni, in un momento in cui vediamo che la lotta alla corruzione viene a scontrarsi con le nostre forze politiche, con un sistema che non intende cambiare, dove i privilegi continuano a restare tali, dove coloro che dovrebbero essere colpiti restano impuniti…, dove lo Stato esercita la propria forza attraverso propri uomini che non sembrano essere adatti a tale compito, quel sistema clientelare impossibile da sradicare e quell’accondiscendere sempre a giustificazioni che di morale nulla possiedono…
Ecco, se questo è lo Stato che oggi per nome di un suo parlamentare ( evito anche di dirne il nome …) ricerca il numero uno di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, nelle eventuali ” diversità ” in questo suo modo d’essere bisessuale… ma di cosa sta parlando…, ma si rende conto delle cazz… che dice, quel voler aprire la bocca per attirare attenzione, non sapendo che la storia non prevede l’ingresso al sistema mafioso, a chi possa avere particolari tendenze…, ed ancora queste contraddizioni che soltanto Lei vede… hanno finora permesso a questo Boss di continuare a svolgere quanto è nei suoi compiti, ( pur tenendo conto della terra bruciata fatta attorno a lui), come meglio ha voluto… e stia certo che come per quei Boss che lo hanno preceduto, vedrà che una volta preso, mai penserà di collaborare con gli inquirenti, perché chi sceglie di fare il boss e come chi sceglie di fare il magistrato, ognuno crede in qualcosa, chi sceglie il bene e chi invece il male… e da sempre la storia dell’uomo…, lei invece con questa sua propensione alla Sigmund Freud, con questa pseudo psicologia, non si riesce a capire da quale parte stia…
Purtroppo mi rendo conto che qualcosa è cambiato, manca a coloro che si sono designati ( anche perché questa è stata la loro scelta…, quel giuramento che li ha posti a sostegno di noi cittadini…, in caso contrario avrebbero potuto anche scegliersi un qualunque altro mestiere… ), quell’intimo desiderio di mettersi in gioco, pur sapendo di rischiare la propria vita, quel voler sempre lottare senza accettare compromessi, avere quale unico scopo quello di debellare definitivamente quanto la criminalità realizza… e avere come obbiettivo, quello di completare ciò che altri hanno iniziato prima a fare…
Ecco, in questo posto mi viene di ripensare a quella frase del giudice Falcone ( che mi ha accompagnato dopo la sua morte…), è cioè che ” La mafia avrà una fine… “, ma purtroppo oggi penso, che i tempi e modi, non rientrino forse per quanto in cuor suo… aveva previsto!!!

Dell’Utri… Assolto!!!

Un processo lungo…??? Noooooo… lunghissimo!!! Circa 15 anni… ed è arrivato ai giorni nostri!!!
Qualcuno voleva ancora rinviare, si…, si attendeva la dichiarazioni di Massimo Ciancimino… purtroppo questa deposizione è stata ritenuta dalla Corte d’Appello, assolutamente non necessaria, perché il padre Vito, non ha mai avuto alcun rapporto diretto o indiretto con Dell’Utri…, almeno dimostrabile. 
Dopo la condanna a nove anni di reclusione in primo grado e la successiva richiesta a 11 anni ( erano già trascorsi sei anni dalla sentenza di primo grado ) ecco che finalmente si arriva in Cassazione… 
In tutti questi anni si sono aggiunte nuove prove, nuovi elementi investigativi, nuove dichiarazioni, ulteriori elementi che provano in maniera inconfutabile l’accusa di avere per 30 anni scambiato rapporti con la mafia… 
Marcello Dell’Utri in questi anni, non si è perso una sola udienza, in tutti questi anni, egli ha aspettato la fine di un processo che riteneva ingiusto….
Ecco che finalmente la Prima Corte d’Appello di Milano, presieduto dal Giudice Marta Malacarne, si esprime: il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri è assolto perché il fatto non sussiste, dall’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose. 
Quello appena conclusosi è il terzo processo d’appello sulla stessa vicenda e le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. La cassazione infatti nelle scorse settimane aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della corte d’appello con la quale i giudici avevano riqualificato l’accusa in minacce gravi e avevano dichiarato la prescrizione. 
In precedenza, ancora, la cassazione aveva annullato la condanna a 2 anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla corte d’appello. 
L’assoluzione di Dell’Utri è una sentenza vergognosa, sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare ( repubblicano ) devo avere fiducia nella giustizia… questo è quanto dice Vincenzo Garraffa, l’imprenditore vittima secondo l’accusa della tentata estorsione. La difesa della parte civile farà ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione. E’ stato annunciato dall’avvocato Giuseppe Culicchia, difensore dell’imprenditore Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo. È una sentenza sorprendente, ha dichiarato il legale, sostenendo che fino a ora, i fatti erano stati riconosciuti accertati e Garraffa considerato un testimone attendibile, mentre con questa sentenza, saremmo costretti a tornare a discuterne. 
Pensavate che finalmente la vicenda si era conclusa, no… ancora ne vedremo delle belle… chissà se per altri 15 anni… 
Ecco, forse l’idea e la necessità dei processi breve, non è poi così malvagia, soprattutto quando assistiamo a situazioni come quella di cui sopra…
Non è possibile assistere a processi che iniziano per le ragioni più assurde e si concludono con un nulla di fatto… scusate ma alla fine chi paga???
Chi paga per gli errori commessi??? per le tutte quelle vite rovinate??? per le loro famiglie??? non parlo del danno economico subito e neanche dal rimborso che lo stato concede per il maltorto, discuto del danno morale, quello che neanche dopo tanti anni verrà mai…purtroppo ripulito…

Il sistema processuale italiano attuale non prevede, infatti, specifici meccanismi di adeguamento alle indicate decisioni della Corte Europea mentre la Corte di Cassazione ha affermato che «… la prolungata inerzia dell’Italia corrisponde alla trasgressione dell’obbligo previsto dall’articolo 46 della Convenzione di conformarsi alla sentenza definitiva della Corte europea e, quindi, costituisce una condotta dello Stato italiano qualificabile come flagrante diniego di giustizia».

Oggi, per i magistrati, esiste una responsabilità civile “indiretta” ovvero il cittadino vittima a parer suo di un’ingiustizia, può fare causa allo Stato e solo dopo lo Stato può rivalersi sul magistrato… 

Accade però che, mentre le denunce solo lo scorso anno sono state più di 1300 e lo Stato nell’ultimo decennio ha sborsato più di 400 milioni di euro, nello stesso periodo di 10 anni, solo l’1,3% dei giudici è stato colpito da gravi illeciti disciplinari e solo 7 negli ultimi 3 anni. Ciò vuol dire: che i magistrati, non sbagliano mai o sbagliano raramente e quindi alla fine hanno poco da preoccuparsi, eventualmente basterà coprirsi di una polizza assicurativa; oppure che alla fine dei tanti soldi sborsati dallo Stato, i diretti responsabili non pagheranno mai; 
Come sempre in Italia!!!