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Francesca Morvillo

Oggi scrivo solo per ricordare un appuntamento che si svolgerà giovedì 15 dicembre presso la Biblioteca Comunale di Giardini Naxos (ME) si parlerà di mafia e giustizia, ma anche di amore, di tenacia e legalità, il tutto magnificamente narrato dallo scrittore Felice Cavallaro 

Nel libro c’è amore e intesa. L’impegno e il sacrificio in un Paese in tempo di guerra. Ci sono gli amici e i nemici, le battaglie e i processi, la vita quotidiana e una parte importante della nostra storia, interrotta improvvisamente quel tragico giorno di maggio del 1992, oscurato dalla strage di Capaci. 
Al centro della scena è una donna, Francesca Morvillo, insieme all’uomo cui ha scelto di stare accanto fino all’ultimo, consapevole del pericolo: Giovanni Falcone. Le loro vite si intrecciano nella stagione più difficile del conflitto tra lo Stato e Cosa Nostra. Francesca è figlia, sorella, moglie di giudici e magistrato a sua volta. 

Giovanni lancia la sfida più ambiziosa alla mafia insieme ai giudici del Pool. Felice Cavallaro ne rievoca in queste pagine i caratteri e la complicità, la forza e le debolezze. E ripercorre come in un romanzo le tappe della loro vita, dall’adolescenza al primo matrimonio di lei, dal loro incontro agli anni più felici, dal comune impegno civile alla diffidenza dei colleghi, dall’esilio forzato all’Asinara con il giudice Paolo Borsellino e sua moglie Agnese all’attentato scongiurato nella villa dell’Addaura. Fino agli intrighi più odiosi. 

Sullo sfondo uno Stato assente, distratto, forse anche colluso. Poi le polemiche per il trasferimento di Falcone a Roma e quel rientro a Palermo per una vacanza che non faranno mai. 
Dopo l’esplosione a Capaci Francesca sembra ancora in vita. I suoi occhi si aprono per l’ultimo istante. Il tempo di sussurrare poche parole: «Dov’è Giovanni?».
Cosa aggiungere, un appuntamento da non perdere, ci vediamo alle 16.30…

A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare???

C’è stato un tempo in cui si è agito, un tempo in cui alcuni uomini hanno portato l’azione sul campo, ma quanto altro tempo bisognerà attendere per vedere i cittadini disponibili a lottare???
Già… sono tutti lì in attesa, aspettano sempre che ci sia qualcuno che faccia per loro il lavoro…
Si sentono con la coscienza apposto… d’altronde come dicono spesso (quella parte di “collettività”), la loro parte l’hanno già fatta, partecipando a pagare in quota quello stipendio del magistrato…
Ed allora rivediamoli quei magistrati che hanno deciso di lottare, mentre gli altri… tutti gli altri sono rimasti lì nascosti: Cesare Terranova, Gaetano Costa,  Gian Giacomo Ciaccio-Montalto, Rocco Chinnici, Alberto Giacomelli, Antonino Saetta, Rosario Angelo Livatino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino. 
Questi uomini hanno deciso di lottare e per questo sono stati uccisi, hanno voluto sacrificare se stessi per questo Stato, sono morti per le loro idee e per non piegarsi a quel sistema… eguale a quello di oggi, corrotto e mafioso!!! 
Eroi… che hanno messo il proprio impegno prima di tutto, che hanno vissuto quella propria professione come una missione, per concludere la loro vita, come un vero e proprio martirio!!! 
Già, vivono la loro esistenza nella totale indifferenza e consentono all’ingiustizia di regnare incontrastata…
Ma soprattutto quel loro modo di essere priva tutti quei cittadini onesti (pochi, pochissimi… ma per fortuna esistono…) che la giustizia primeggi e che la libertà di ciascuno venga in ogni circostanza garantita, anche a costo della vita…
E difatti per servire come pochi questa mia terra, ciascuno di essi, senza alcuna esitazione hanno preso il posto di chi l’aveva preceduti, senza timori, senza indugi, uno dopo l’altro… perché ciascuno di essi ha avuto il coraggio di lottare per un bene più grande, quello della dignità!!!
Perché a cosa serve vivere se non c’è il coraggio di lottare???