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Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva. Già… bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi!!!

Ho voluto vedere l’altra sera la fiction pubblicata sulla vita dell’autorevole nostra ricercatrice Rita Levi Montalcini e se pur deluso dalla narrazione che si è voluto dare a quella sceneggiatura, inserendo fatti inventati, come ad esempio la storia della figlia del custode che suona il violino, ciò che è risultato evidente da quella narrazione è la volontà di una donna a combattere in prima persona l’inutilità di una burocrazia incapace di saper andare oltre, di una gerarchia sociale che imponeva regole e dettami, prima maschilisti e poi con l’avvento del fascismo razziali… 

Brava l’attrice Elena Sofia Ricci, che da sola è riuscita a compensare la carenza di quel adattamento televisivo, ma che ha saputo far emergere in maniera intensa, non solo la figura di quella ricercatrice, bensì di una donna, capace di rinunciare alla propria vita sentimentale per mettere in luce le difficoltà di una società civile che non permetteva al genere femminile di farsi largo all’interno di quel mondo accademico… 

Inoltre – come accade ahimè ancora oggi a molti di noi – anch’ella ha dovuto combattere con la burocrazia e con quei funzionari incompetenti, incapaci di comprendere le esigenze di una ricercatrice di tale statura, ma si sa… la mancanza della politica di comprendere come la ricerca fosse essenziale per il nostro Pese e soprattutto per la nostra sanità, ha portato ad evidenziare – in questo periodo di emergenza pandemica – i ritardi e le difficoltà a cui purtroppo stiamo assistendo!!! 

Già… nella vita non bisogna mai rassegnarsi o arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi!!!

Assicurazioni: Truffe da oltre 1 milione di euro!!!

Solitamente sono le assicurazioni a non rispettare gli accordi stipulati… vedasi ad esempio alcune polizze tra cui quelle del ramo vita (o infortuni) oppure per danni a beni materiali, ed anche ahimè… nel ricercare somme non dovute, a soggetti che nulla hanno a che fare con esse..  
In questo caso però ad essere state fregate… sono state loro!!!
Già, il gruppo di professionisti, erano circa in venti, avevano escogitato il sistema di simulare incidenti stradali, il tutto condito dalla complicità di quegli abituali “colletti bianchi” tra medici, infermieri ed anche avvocati (ultimamente stiamo assistendo ad un nutrito gruppo di quell’ordine, che viene con molta assiduità sempre più coinvolto, per fortuna che tra essi, esistono anche professioni seri e onesti… ed il sottoscritto ha il piacere di conoscerne qualcuno…)!!!
Ritornando al raggiro, questi “signori”, procuravano alle false vittime dei proficui risarcimenti da parte delle compagnie assicurative….
Sono scattate le misure cautelari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di numerose compagnie assicurative RC auto, corruzione e sostituzione di persona e falso: in sei sono finiti in carcere, 10 ai domiciliari ed altri 4 sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria… 
Dalle informazioni riportate, il danno alle assicurazioni, ammonterebbe ad oltre un milione di euro…
Si è saputo dalle indagini che il tutto era preparato nei migliori dei modi… tanto da fare concorrenza ad una fiction d’azione: il gruppo infatti, predisponeva i sinistri in dei giorni stabiliti, quello in cui tutti gli appartenenti a quel gruppo erano di turno… 
La scena era pronta… gli incroci stradali pure, i mezzi da far scontrare anche e gli attori partecipanti completavano il film…
Ovviamente, appena giunti nelle strutture ospedaliere vi erano di turno quegli ortopedici associati… che effettuavano quelle necessarie operazioni e prendevano atto dei sinistri, documenti che poi finivano nelle pratiche di risarcimento. 
Molti di quegli “attori” si è scoperto risultavano aver partecipato a decine d’incidenti stradali, anche con gli stessi automezzi…
Ed infine… ecco la stipula dei documenti necessari, la redazione dei falsi certificati diagnostici, l’attestazione di cure fisioterapiche, necessarie ad incrementare appositamente gli importi di risarcimento da parte delle Compagnie di Assicurazione… ed infine il gruppo dei legali, che allestiva quanto necessario e si predisponeva ad una eventuale mediazione, prima di essere costretti a dover procedere con una eventuale causa civile, a cui avrebbero ovviamente, in caso di vittoria, aggiunto le proprie commissioni…

Catania, altro che fiction "Gomorra"!!!


Nell’ultima serie… la terza, della fiction “Gomorra”, si racconta del figlio del boss di Secondigliano (Pietro Savastano) Gennaro, detti Genny, che costretto a rientrare nuovamente nella propria terra, escogita un sistema criminale, per mettere insieme, la propria società di servizi d’onoranze funebri da poco acquistata, con la disponibilità di alcuni soggetti, dipendenti all’interno dei cimiteri, degli ospedali o in  servizio presso le ambulanze, affinché avvisino tempestivamente i suoi uomini, su potenziali decessi… 

Nel vedere quelle puntate, ciascuno di noi avrà pensato, che quanto stesse accadendo in quello schermo, fosse certamente da attribuire alla fantasia, perché mai nella realtà, fatti del genere potevano accadere, ancor meno nella mia città etnea…
Ma purtroppo, ecco che quel pensiero positivo si è venuto a scontrare con la realtà dei fatti… anzi, quanto ora scoperto, supera di gran lunga quella stessa fiction e forse soltanto un grande scrittore di horror, qual’è Stephen King, avrebbe potuto prevedere una simile sceneggiatura…
La storia difatti raccontata da un pentito, durante un programma Tv, precisamente “Le Iene”, ha qualcosa d’incredibile; sembra che un barelliere, avrebbero iniettato dell’aria, nella vene di almeno tre persone anziane e malate… per poi suggerire ai loro familiari, un servizio “amico” di onoranze funebri a pagamento…
Alcuni mesi fa, avevo letto la trilogia di Poul Hoffman, il cui primo libro s’intitola ” La mano sinistra di Dio”… e qui, qualcuno si è innalzato a giustiziere, non tanto per portare a compimento quanto richiesto da un familiare e/o amico, infermo di un male incurabile o a causa di quella malattia, privato dei propri movimenti, tali da non permettergli di compiere quanto vorrebbe compiere, mi riferisco al provvedimento legislativo da pochi giorni approvato… di eutanasia e biotestamento…
Qui la gente non moriva per propria scelta (decisione quest’ultima che può essere condivisa o meno e ritengo impropria questa sede, per affrontare un tema così importante…), ma bensì, quanto realizzato, serviva a far guadagnare… 300,00 €. 
Ecco quindi che i Carabinieri di Catania, hanno arrestato un barelliere (ma ci sono altri due indagati per analoghi episodi…), con l’accusa di omicidio volontario e con l’aggravante d’aver agevolato gli interessi dell’associazione mafiosa…
Le indagini sembrano riguardano ben 50 casi… e secondo il collaboratore di giustizia, le morti avvenivano durante i trasporti dagli ospedali alle abitazioni dei pazienti, dimessi da quelle strutture sanitarie, poiché ormai in fin di vita.. 
Ed è per i sopracitati motivi, che nessuno tra i parenti di quei malati, sospettava nulla, in quanto giungevano già in agonia e il loro decesso, era previsto di li a poco… 
Ed allora, secondo quanto raccontato dal pentito, questi cosiddetti paramedici, durante quei trasporti, iniettavano aria nel sangue e i malati morivano di “embolia” appena erano giunti a casa… 
Ed era proprio durante quella circostanza dolorosa che questi paramedici, approfittavano per proporre ai parenti, il nominativo di un’agenzia d’onoranze funebri di loro conoscenza… dalla quale poi si è scoperto (grazie al pentito testimone), ricevevano 300 euro a salma…
Così, come in quella fiction camorrista, in questa ennesima storia, vi è lo zampino della nostra mafia…
Ovviamente ora i cittadini hanno rinominate quei mezzi di trasporto urgenti… “le ambulanze della morte” e d’altronde come dare loro torto…
Purtroppo…anche questa è Catania!!!

Tutto cambia affinché nulla cambi…

In questi giorni ho visto in streaming una fiction intitolata “Maltese. Il romanzo del commissario“… con protagonista Kim Rossi Stuart, collaborato da un cast eccellente, dove anche la comparsa più insignificante è stata interpretata da attori bravissimi…
Nulla a che fare con quelle serie televisive nelle quali, si cerca di ricreare ambienti e costumi siciliani con attori che definirli “cani” offende quel genere animale… 
Già definirli “scadenti” è quasi un merito, in particolare quando recitano e dimostrano quella improvvisata incapacità professionalità… e difatti, quando vengono proposti sceneggiati di quel tipo, con quegli attori “raccomandati”, dopo solo alcune scene, cambio e passo ad altro…
Questa viceversa, a differenza di quelle, è perfetta, per di più… ambientata in una Trapani bellissima degli anni 70’…
I colori, le immagini di quel territorio, i paesaggi di quella parte di Sicilia occidentale, sono posti in maniera scenografica e fanno da sfondo all’indagine del commissario… nondimeno, senza farsi “insudiciare” da tutti quegli omicidi che nel corso di quelle investigazioni vanno, di volta in volta, sopraggiungendo…
Il protagonista, Dario Maltese, fuggito anni prima come in molti dalla Sicilia, ritorna in quella sua terra, dove il padre, anch’egli commissario, si era suicidato molti anni prima, per le accuse infamanti e ingiuste, che lo avevano colpito…
Stessa fine aveva fatto il suo migliore amico, quando un giorno prima delle sue nozze era stato barbaramente assassinato, ed è il motivo principale che lo ha spinto nuovamente a ritornare in questa sua città natia…
Guardare oggi quella fiction, mi ha fatto comprendere come, da allora ad oggi… nulla sia cambiato… anzi tutto è rimasto inalterato!!!
Sì… sono cambiati gli uomini delle istituzioni, quelli dei servizi deviati, i mafiosi, i politici, i partiti i governo e d’opposizione, gli imprenditori, gli uomini di chiesa, le marionette della PA, tutti “pupi” di un sistema che ha continuato a tenere le fila ed i cui “pupari” si sono tramandati negli anni quell’eredità, da padre in figlio…
Mi piace la dicitura che compare alla fine della fiction che dice: “i personaggi riportati potrebbero essere reali, ma rappresentano nomi e vite sostanzialmente di fantasia“…. 
E’ bellissima questa frase, chissà forse ci si è resi conto durante la realizzazione della fiction, di quanto la verità di quella sceneggiatura, non fosse poi così lontana, dalla realtà che negli anni, noi siciliani abbiamo vissuto e che purtroppo ancora oggi, stiamo subendo!!! 
Ho letto sul web che ad ispirare questa fiction sia stato il commissario Cassarà… assassinato sotto la propria abitazione il 6 agosto del 1985, insieme ai due agenti dell scorta, da un gruppo di nove uomini armati di mitragliatori (AK-47), appostati sulle finestre e sui piani dell’edificio in costruzione di fronte alla propria palazzina…
L’agente Roberto Antiochia, che era uscito dall’auto per aprire lo sportello a Cassarà, venne violentemente colpito dagli spari e cadde a terra davanti al portone di ingresso dello stabile, mentre Natale Mondo (l’altro agente di scorta) restò illeso, riuscendosi a riparare sotto l’automobile bersagliata dai colpi dei killer, ma sarà ucciso anch’egli il 14 gennaio 1988…
Il commissario Cassarà, spirò sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l’accaduto insieme alla figlia dal balcone della propria abitazione… 
Stranamente – come per il giudice Borsellino – dopo l’assassinio (e/o contemporaneamente a esso), sparisce in questura la sua agenda, dove si presume fossero annotate informazioni importanti…
Sembra retorico… ma tutti coloro che hanno provato a cambiare questa terra, che hanno voluto combattere in prima linea, sono finiti ammazzati… mentre tutti gli altri, già coloro che hanno scelto di allontanarsi e dirigersi verso la capitale, casualmente negli anni, hanno occupato posizioni prestigiose di governo… 
Ma… forse la storia non è quella che abbiamo letto in tutti questi anni, forse nulla centra con quanto riportato da quei media fortemente legati a quei poteri “occulti” che hanno fatto in modo di limitare o filtrare, tutte quelle notizie sconvenienti… a discapito di quel giornalismo libero, che oggi, finalmente grazie al web, dimostra di essere certamente più coraggioso!!!
Quella Sicilia degli anni 70’… non è minimamente lontana da quella del 2017, dove la lotta per la verità si trova a scontrarsi quotidianamente con la prevaricazione, i ricatti, le coercizioni e le intimidazioni, e via discorrendo… in un territorio costantemente violentato, da abusi e sopraffazioni…
Ma tanto lo sappiamo bene, è tutto predisposto alla perfezione: affinché tutto cambi… per non dover cambiare!!!

Sono il Signor Wolf e… risolvo problemi!!!

Vi ricordate il film Pulp Fiction il Signor Wolf… quello che veniva chiamato per risolvere i problemi… oppure Jules che prima di uccidere le sue vittime proclamava: il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te” (Ezechiele 25:17).
Vi starete chiedendo a cosa sia dovuto questo mio risveglio biblico… a nulla… o meglio, si direbbe a margine di una trama a me sconosciuta, che alcuni giorni fa, girovagando sul web, mi è pervenuta… sotto gli occhi.
Ciò che mi ha interessato, sono i nomi delle società e i soggetti ai quali si faceva riferimento… che sembrano in un primo momento tra di essi scollegati, ma che alla fine si comprende perfettamente, come  fossero tutti tra loro legati in quella tela di ragno…   
Si parla di un’area immensa… (quasi 1.400.000 mq), l’ex area Falck, dove sorgevano le acciaierie più famose d’Italia!!!
Ora finalmente, dopo tante disavventure, sembra aver preso forma il progetto di riqualificazione della Bizzi & partners development, la società di sviluppo immobiliare guidata da Davide Bizzi, con un investimento complessivo di 2,6 miliardi di euro è il piano di recupero urbanistico più ambizioso in Europa. 
E dire che questa, è la stessa area che ha visto nascere a suo tempo un’inchiesta dalla Procura di Monza, su odor di tangenti… e da quella indagine venivano indagati due professionisti, considerati dai Pm, organici alle cooperative emiliane; erano precisamente: Francesco Agnello e Gianpaolo Salami.
Nel 2011 “LiveSicilia” riportava quanto si diceva su Francesco Agnello: “un professionista di origini siciliane, rappresentante di politici del centrosinistra, che si era proposto come mediatore tra la proprietà e le cooperative che erano intenzionate ad acquistare una parte delle aree Falck” -secondo indiscrezioni, era legato al senatore democratico, Giuseppe Lumia- ed è stato iscritto nel registro degli indagati insieme al suo “gemello”, Gian Paolo Salami: ad entrambi è stata affidata una consulenza che gli inquirenti, ritengono “sospetta”… 
Soldi presi per “per non fare nulla” ha dichiarato Pasini ai magistrati mentre il Pm che si occupava del caso (Walter Mapelli) ha incaricato le fiamme gialle di verificare che fine abbiano fatto quei 2 milioni e 400 mila euro della consulenza… il sospetto è che si sia trattato, anche in questo caso, di un’altra tangente… 
Ricominciamo daccapo…
Giuseppe Pasini è l’imprenditore dell’area Falck, ne è stato il proprietario ed è quello che ha innescato lo scompiglio… avendo dichiarato e fatto mettere a verbale, d’aver versato mazzette destinate a Filippo Penati: è stata la CCC-Consorzio Cooperative Costruzioni, colosso edile di Bologna, a indicarmi i soggetti in questione – tant’è vero che proprio il vicepresidente della CCC, Omer degli Esposti, sarebbe fra gli indagati, mentre la Procura “non smentisce e non conferma”. 
In ogni caso, Pasini afferma d’averli pagati, come consulenti dal 2002 al 2004, versandogli la bellezza di due milioni e mezzo di euro, ma senza una mansione precisa, una sorta di tangente mascherata.
Agnello e Salami – ed è bene dire che rigettano ogni accusa – hanno presentato le fatture ai magistrati, i quali però non ne sono rimasti convinti… 
Peraltro, il Pm Walter Mapelli è andato ancor più indietro…

Parlando con Achille Colombo, storico dirigente della Falck (quando ancora i terreni non erano stati dismessi) ricorda la presenza di quell’avvocato “siciliano” (che poi è Agnello) già nel 2000, ai tempi delle prime trattative…

E dunque, molto interessante scorrere le loro pressoché -più che altro intrecciate- vicende professionali. 
Agnello, avvocato d’affari 58enne è di Palermo, in Sicilia si muove con sicurezza; Salami, 61 anni, è invece di Reggio Emilia, anche se fa base più che altro a Sassuolo, provincia di Modena. 
E si vede che ad entrambi, piace lavorare a stretto gomito: risultano associati in una marea d’imprese, consulenze aziendali e costruzione d’immobili ecc… 
Senza contare che, Agnello ha partecipato alle attività societarie di veri colossi della cooperazione come la Cmc di Ravenna – ma questo è solo uno dei tanti esempi… 
In ogni caso, significativo risulta essere proprio il loro giro d’affari siciliano…
I loro nomi compaiono, direttamente o indirettamente, in quella che appare come una catena di società collegate – Sviluppo Messina Srl, Sviluppo Trapani Srl, e poi Sviluppo Catania, Sviluppo Palermo, Sviluppo Licata… 
Una ragnatela che copre pressoché l’intero territorio dell’isola. 
Francesco Agnello direttamente, Gianpaolo Salami, attraverso una società che ne detiene percentuali di quote, la Servizi Globali Generali-SGG Srl, con sede proprio a Sassuolo – che peraltro annovera fra i soci anche un Mario Agnello.
Proviamo dunque a seguire le attività delle società che sopra abbiamo elencato… ed anche in questo caso, tutte risultano strettamente collegate a quelle delle cooperative emiliane. 
In sostanza: c’è il progetto di aprire un centro commerciale – Ipercoop, per dire – in un determinato Comune, e allora si dà mandato alla società di Agnello e Salami (Salami attraverso la SGG, ripetiamo) affinché sbrighi le pratiche burocratiche e sistemi le cose sul territorio –contrattazioni col proprietario del terreno, beghe comunali,  eventuali contenziosi-. 
Poi, una volta spianata la strada, ecco che parte il progetto, in genere realizzato dalla coop di turno…
Uno schema che però non sempre va a buon fine. Prendiamo Messina: lì, nell’area di Pistunina, era per l’appunto in progetto la realizzazione di una grande Ipercoop. 
Chi si prende in carico la faccenda?
La Sviluppo Messina Srl., che peraltro, oltre ad Agnello e alla SGG, annovera tra i soci anche Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia – questo per dire che i due indagati a Monza non sono proprio gli ultimi. 
Comunque: la coop che dovrebbe realizzare il centro versa una caparra alla Sviluppo Messina perché si attivi, e questa a sua volta versa un’altra caparra alla società proprietaria del terreno, la Decon Spa.
Pare vada tutto per il meglio, quando il Comune decide che, invece, quell’area rientra nel piano legato al porto di Tremestieri. 
Un canovaccio già visto: ecco la vicenda della la Sviluppo Trapani – fra i soci sempre Agnello e la SGG di Salami. 
In questo caso succede che la Immobiliare Grande Distribuzione, società quotata in Borsa i cui soci di maggioranza sono Coop Adriatica e Unicoop Tirreno, sottoscriva un contratto preliminare per l’appunto con la Sviluppo Trapani, sempre in vista della realizzazione di una galleria commerciale che ospiterà anche un’Ipercoop. 
Alla Sviluppo Trapani viene versata nel 2005 la consueta caparra, 5 milioni e 467mila euro, corrispondenti al dieci per cento dell’investimento complessivo. 
Solo che la faccenda non decolla, in Comune si scontrano e la burocrazia si mette di mezzo. 
E nel gennaio 2009 la IGD si ritrae, comunicando che otterrà la restituzione della somma versata. Ancora lo stesso schema: la coop, per costruire il centro commerciale, dà mandato ed eventualmente soldi ad Agnello e Salami affinché risolvano i problemi locali (ecco spuntare nuovamente il Signor Wolf…) , poi – se va tutto come deve – si parte col progetto.
Analogo schema viene riproposto in provincia di Catania, dove nel 2009 viene inaugurato il Centro commerciale Katanè: 100 milioni di euro di investimento complessivo, 33400 mq di area di vendita, una galleria commerciale di 70 negozi, 1300 posti auto. 
Per realizzare il Centro commerciale di Gravina di Catania, vengono rilasciate varianti che ai sensi del regolamento urbanistico sembravano difficili da ottenere, difatti, la stessa Confcommercio di Catania, denunciò le frettolose procedure con cui, verranno concessi i pareri autorizzativi…
Altri (per lo più concorrenti… siamo negli anni in cui a Catania si realizzavano più centri commerciali di quelli di cui aveva bisogno Parigi…), fecero ricorso al TAR per la violazione di alcune norme urbanistiche, quali per esempio il rispetto della tangenziale (o per esempio, le linee aree di alta tensione che sormontano l’edificio…), ma i giudici amministrativi, giudicarono il ricorso inammissibile… 
Aggiungerei inoltre che, proprio nel 2005 la magistratura fosse a conoscenza di una rivelazione da parte di un pentito… e cioè, che si stava dando il via in tutta la Sicilia alla costruzione di enormi centri commerciali, per riciclare centinaia e centinaia di milioni di euro, attraverso un sistema che legava tra loro, mafia, finanza e politica e colui che dichiarava quanto sopra, non era certamente un “pinco pallino” anzi tutt’altro, era un pentito di primissimo livello: Francesco Campanella.

Era lo stesso consigliere comunale di Villabate che falsificando alcuni documenti d’identità, permise al capo mafia, Bernardo Provenzano, di recarsi in Francia per compiere un intervento chirurgico…
Ed alla fine, come abbiamo visto, quei centri commerciali furono quasi tutti realizzati (si manca all’appello quello di San Gregorio, ne ho parlato in un mio precedente post…) e per molti di essi (basti guardare le vetrine chiuse in questi anni…), sta già iniziando a percepire quella pericolosa fase discendente… vera e propria causa d’implosione per colpa della crisi ed anche, della troppa concorrenza …

Comunque, ciò che è emerso e che questa coppia, Agnello-Salami, ha gestito per conto del mondo cooperativo, appalti tutt’altro che irrilevanti!!!
Peraltro, sempre la SGG, non ha operato esclusivamente in Sicilia ma si è occupata di realizzare un polo turistico nel territorio di Castellammare del Golfo (hotel e residence e servizi, cinquanta di milioni d’investimento) e la gestione (attraverso un’altra società di nome Phaedora) della Fortezza Vecchia di Livorno (e dire che anche lì… l’allora candidato sindaco Marco Taradash, denunciò l’appalto, adombrando il dubbio che questo fosse stato ottenuto per i collegamenti indiretti fra SGG e ancora IGD quest’ultima titolare anche di un altro progetto proprio nel livornese… ma non servi a nulla…).
Concludo infine con un intervista: “temo che quello di Sesto San Giovanni sia un modello collaudato (suggeriva l’esponente politico emiliano che accettò, in modo anonimo, di parlare con il giornalista di “LINKIESTA”), nel quale, personaggi come Agnello e Salami, altro non sono, che meccanismi di un complesso sistema di gestione del potere, su cui la classe dirigente avrebbe dovuto intervenire ben prima che la magistratura aprisse le inchieste!!!
La verità è che le gare d’appalto sono per alcune persone… una vera e propria passione. Già, appena ne sentono parlare, partono per la tangente!!!