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L’ex procuratore Pignatone indagato a Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia!!!

L’ex procuratore Pignatone ora indagato per favoreggiamento ha dichiarato: Dimostrerò la mia innocenza.

Sembra dalle accuse che l’ex magistrato abbia insabbiato le indagini del 1992 sui rapporti tra esponenti di Cosa Nostra e il gruppo guidato da Raul Gardini. 

Sono indagati insieme ad egli l’ex pm Natoli (che ha fatto parte del pool di Falcone e Borsellino) e il generale della Guardia di Finanza Screpanti

Certo che questa vicende su mafia e appalti sembrano non trovare mai soluzione o quantomeno ogni qualvolta sembra esser giunti ad una soluzione, ecco che improvvisamente si torna indietro, già… come in quel gioco dell’oca!!!

La nuova accusa è di favoreggiamento alla mafia e difatti il magistrato nella giornata di ieri si è presentato al palazzo di Giustizia di Caltanissetta per essere interrogato: «Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato e mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta».

Secondo la procura sembrerebbe che l’ex procuratore possa aver avuto un ruolo – in concorso con gli altri due indagati e con l’allora procuratore Pietro Giammanco (deceduto nel 2018) – nell’insabbiamento delle indagini su mafia e appalti, su cui Paolo Borsellino iniziò a lavorare nel 1992 dopo la morte di Giovanni Falcone. 

In particolare sono i presunti rapporti tra i mafiosi Buscemi e Bonura ed il gruppo guidato da Raul Gardini ad interessare oggi la procura nazionale di Caltanissetta, ma non solo si sospetta anche che gli indagati abbiano insabbiato un’indagine della procura di Palermo di cui si chiese l’archiviazione. 

Certamente una situazione difficile quella che negli ultimi anni ha colpito gran parte della magistratura e soprattutto taluni suoi referenti ed in ciò, anche noi semplici cittadini troviamo alquanto difficile comprendere ciò che è reale da quanto rappresenta una finzione, già… fin dove possiamo fidarci di questo Stato e soprattutto di quegli individui posti lì a rappresentare la giustizia e quindi a fare in modo che le inchieste giudiziarie giungano ad un soluzione senza dimostrarsi ogni giorno che passa farlocche o quantomeno compromesse!!!

Sì ditemi… dove sta la verità, perché mi sembra di esser come nella foto allegata!!! 

Una talpa in Procura??? Vedasi quale novità…

E’ stato scoperto un commesso giudiziario che sarebbe negli anni divenuto una talpa all’interno della Procura di Palermo!!! 

Già… interi fascicoli sarebbero stati non solo fotografati, ma addirittura portati all’esterno del Tribunale, affinché si provvedesse ad informare gli eventuali indagati… 

Difatti, ora la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha arrestato il dipendente infedele con l’accusa di favoreggiamento, continuato e aggravato!!!

Le indagini – delegate alla squadra mobile e alla sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato – si sono concentrate su un addetto al trasporto dei fascicoli dalle segreterie dei pubblici ministeri agli altri uffici del Tribunale. 

Ed è durante uno di quei trasporti che il commesso avrebbe consultato i procedimenti, fotografato e diffuso notizie coperte dal segreto istruttorio, sottratto i fascicoli ed informato all’esterno le persone sottoposte ad indagini in corso… 

La soffiata riguardava soprattutto le intercettazioni e l’impiegato così avvisava chi veniva ascoltato dagli investigatori, ed è per questo motivo che si parla di grave danno alle indagini.

Il commesso giudiziario sarebbe così diventato nel tempo il “punto di riferimento” per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano che intendevano verificare l’esistenza e/o lo stato di indagini a loro carico. 

Ora, come sempre accade in queste circostanze, sono in corso tutta una serie di perquisizioni.

va premesso che il dipendente proveniva dal bacino degli “ex pip”, sì… quegli ex precari del bacino di emergenza di Palermo: durante le indagini, le forze dell’ordine sono riuscite ad istallare un trojan nel suo cellulare, scoprendo così che il commesso avvertiva gli indagati del fatto che fossero intercettati!!! 

Certo sembra assurdo, ma quanto ora emerso è qualcosa che non fa più notizia, d’altronde sono convinto che egli rappresenti solo uno dei tanti dipendenti infedeli che operano all’interno dei nostri Tribunali, anche perché, oltre a loro, vi sono tutta una serie di soggetti che partecipano attivamente affinché quei palazzi di giustizia non funzionino per come dovrebbero.

Potrei farvi un elenco delle tante situazioni che non vanno; ad esempio vi sono documenti che spariscono dai fascicoli, note che vengono riportate in ritardo o peggio ancora,  registrate oltre i termini previsti di legge, poi ovviamente c’è chi dichiara che non è stato possibile procedere a causa di problemi tecnici nel sistema informatico, senza però che vi sia alcuna effettiva prova su quanto riportato…  

Vorrei altresì ricordare come taluni soggetti, posti all’interno di uffici – ripeto di grande responsabilità e riservatezza – risultano di fatto essere familiari di soggetti, che per gli incarichi espressi, risultano essere in conflitto con quella loro professione, ma la circostanza assurda è che chi dovrebbe controllare, stranamente chiude tutte e due gli occhi e così si continua a procedere tra insabbiamenti, ostacoli, occultamenti, falsità e quant’altro…

Quindi mi chiedo: perché meravigliarsi??? 

Incredibile!!! Può essere mai che nessuno lo abbia riconosciuto???

E’ dire che in una delle foto che avevo realizzato in un mio post egli è somigliante almeno al 90% http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/10/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html eppure nessuno incredibilmente è stato in grado di riconoscerlo…

Il sottoscritto tra l’altro, nella foto principale pubblicata allora in formato “gif”, creata appositamente quasi a voler paragonare questa immagine bruciata nel fuoco con la cosiddetta “punciuta” compiuta dagli affiliati di cosa nostra, aveva eliminato da quella foto gli occhiali, proprio per far si che il viso fosse più chiaro e leggibile, in quanto l’effetto movimento provocato dal fuoco, rendeva a mio parere poco riconoscibile la fisionomia del latitante… 

Ma incredibilmente così non è stato, eppure era facile riconoscerlo, non era cambiato di molto, era semplicemente invecchiato, ma chiunque – bastava restare un po’ più attenti e avere quel coraggio che evidentemente è mancato – l’avrebbe potuto riconoscerlo e quindi denunciarlo, anche in forma anonima!!!

Difatti, nell’immaginare quel latitante  il sottoscritto aveva realizzato varie ricostruzioni, tutte ipotetiche ma in fondo poco si sono distaccate da questo soggetto ora arrestato…

Basti rivedere ad esempio un altro link http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/gli-investigatori-stanno-cercando.html da cui si evidenziava una certa somiglianza con le foto appena pubblicate in queste ore dall’Arma dei Carabinieri…

Ma poi mi viene spontaneo chiedere: arriva un nuovo soggetto in un paesino siciliano, prende un’abitazione in affitto, evidenzia di essere autonomo, recita in quel circondario l’immagine di un pensionato qualsiasi, ma se lo si osserva con attenzione si comprende come non dimostra di avere un età così avanzata, ed allora se non un pensionato significa che è una persona certamente benestante e perché si è trasferito lì???

Peraltro osservandolo ancor più con attenzione, chiunque avrebbe notato che vestiva elegante e che sicuramente durante le uscite settimanali si cambiava spesso, forse anche troppo visto il quartiere in cui viveva, inoltre un occhio attento, avrebbe riconosciuto l’orologio al polso e soprattutto un qualsiasi vicino (di quelli cosiddetti “cuttighiari“) avrebbe compreso che egli non svolgeva alcuna vita mondana, nessuna frequentazioni, mai alcuno che lo cercava e ancor meno visite, neppure di notte… 

Ed infine, come può essere che nessun controllo in quel paese è stato eseguito da parte delle forze dell’ordine, eppure sarebbe stato spontaneo verificare chi fosse questo cosiddetto geometra” appena trasferitosi in quel paese e soprattutto per quale motivo, visto che non svolgeva di fatto alcuna professione???

Lo dico perché il sottoscritto, in qualità di collega (del boss) – almeno per quanto riportato in quel documento d’identità – ogni qualvolta che si è trasferito per lavoro e quindi preso domicilio in una località italiana, in particolare nel nord del paese, ultima questa in Toscana, è stato sottoposto ad accertamenti, in primiss dalla Polizia Municipale e successivamente dai Carabinieri…  

E allora mi chiedo, perché questi controlli non sono stati mai effettuati in quella sua residenza??? 

Non è che forse si sapeva chi risiedeva in quella abitazione e come ho scritto in un mio post (nel quale è possibile osservare altre ricostruzioni del visohttp://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/03/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html si è preferito soprassedere proprio poiché a nessuno interessava prenderlo???

Oggi difatti il rischio più grande, lo sta affrontando chi in questi questi anni lo ha protetto; già… se egli decidesse di parlare con i magistrati e raccontare quanto sa o ancor più, se barattasse quei documenti in suo possesso, per ottenere quella desiderata (e protetta) libertà, ecco che sarebbero molte le teste che vedremmo cadere!!!

Non credo comunque a quest’ultima ipotesi (anche se in cuor mio spero profondamente che ciò avvenga…), come d’altronde mi sento di aggiungere che, se egli decidesse di ravvedersi e collaborare, difficilmente vedrete (dall’alto di quei poteri collusi) glielo permetteranno!!!  

Niente più bonus, detrazioni e agevolazioni fiscali alle imprese che evadono o che pagano il pizzo!!!

Se lo Stato volesse realmente contrastare l’illegalità ed il malaffare presente nel paese, sì…  come fosse un pugile che fa valere il proprio peso “massimo”, dovrebbe iniziare a cambiare metodologie, applicare regole ferree, senza più non continuare per come sta facendo e cioè mettendo in campo quella forza irrisoria, paragonabile ad un peso piuma… 

Serve una legge che renda sconveniente la connivenza, una norma che inibisca l’accesso ai bonus fiscali agli imprenditori che pagano le estorsioni e soprattutto non denunciano perché conniventi direttamente o indirettamente con quelle associazioni mafiose.

E’ corretto quanto espresso dall’associazione “Addiopizzo” che proprio nel giorno dell’anniversario della pubblicazione della lettera dell’imprenditore Libero Grassi (vittima della mafia per avere detto no alle estorsioni), fa un appello al Parlamento. 

Sono passati ben 32 anni dalla “Lettera al Caro estorsore” di Libero Grassi (pubblicata il 10 gennaio del 1991 sulle pagine del Giornale di Sicilia), un periodo vergognosamente troppo lungo per non prendere ancora una posizione chiara, che conduca in maniera definitiva alla fine di quel mondo sommerso ed estorsivo. 

Riporta correttamente “Addiopizzo”: “Il tempo impone un’analisi sulla lotta al racket delle estorsioni, sui passi in avanti compiuti e su quanto invece ancora deve essere fatto. Sebbene ci sia ancora chi continua a pagare, va evidenziato che oggi la scelta di opporsi alle estorsioni è possibile e non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi”.

Certo, non tutti la vedono allo stesso modo, anzi c’è chi mette le mani avanti sul pagare il racket (o su chi si pone nella posizione di pagare e tacere), non trovandosi per nulla d´accordo con chi per l’appunto propone di colpire penalmente chi è vittima delle estorsioni e/o sceglie quindi la linea del silenzio, spesso per paura, andando incontro così all’accusa di favoreggiamento.

Secondo alcuni giuristi, il pagamento del pizzo in condizioni di intimidazione non può configurarsi come reato, negare può costituire favoreggiamento, non perché si paga, ma perché non si informano i magistrati sull’estorsione subita. 

In ogni caso è corretto non prendere decisioni approssimative in particolare quando promosse da pregiudiziali sociologiche o ideologiche astratte del tipo: quelli che pagano sono tutti vittime o quelli che pagano sono tutti collusi!!!

È necessario quantomeno sotto un profilo giudiziario distinguere attentamente ogni caso in base a concrete circostanze e al contesto in cui esse si manifestano, anche se comprendo quanto sia difficile distinguere quelle situazioni di ambiguità, tra chi in un primo tempo è vittima e in un momento successivo connivente.

Certamente va ricordato come a seguito del periodo di lock-down a causa della pandemia, le mafie abbiano sostituito quel metodo coercitivo con un nuovo trend; sì… hanno acquistato direttamente tutte quelle imprese in difficoltà e così da alcuni anni la richiesta del pizzo ha ceduto il passo all’acquisizione dei bilanci di esercizio per aggiudicarsi parte dei guadagni; il fine ultimo delle organizzazioni non è più quindi commettere reati, ma ottenere vantaggi economici!!!

Serve quindi a poco invitare imprenditori e commercianti a non pagare, bisogna viceversa definire nuove strategie d’interventi, passando da “futili e  idealizzati” propositivi, ad azioni concrete di prevenzione, ma soprattutto di “rimozione”, con riferimento particolare a tutte queste ultime società improvvisamente rinnovate.

E’ soltanto attraverso l’uso di specifiche funzione di monitoraggio di quelle attività che si potrà colmare il divario in corso tra lo Stato e quelle società “mafiose”; e così, mentre la magistratura proverà a debellare il malaffare in corso ed eliminare dal circuito di mercato quelle imprese, lo Stato potrà viceversa provare a sostenere quelle imprese (ancora operative se pur tra mille difficoltà) “regolari”, sia in termini di sicurezza, che di bonus, detrazioni ed agevolazioni fiscali!!!

Forza mafia…

I siciliani sono troppo forti o meglio dovrei precisare che qualche siciliano coraggioso tra migliaia di omertosi c’è e dimostra di essere coriaceo, di non aver paura di dire con i fatti ciò che pensa di una parte della nostra politica e soprattutto di alcuni suoi referenti: “Forza Mafia, Make mafia great again, Democrazia collusa”!!!

Ecco, con questi poster qualcuno ha tappezzato la citta di Palermo, dove solitamente erano stato esposti dei manifesti elettorali…
Certo, uno schiaffo morale per tutti quei concittadini che in questi giorni s sono recati ad ascoltare in piazza chi è stato è stato condannato per concorso esterno e favoreggiamento alla mafia!!!

Ma d’altronde la maggior parte dei miei conterranei sono fatti così…

Da un lato dicono di contrastare la mafia e tutti quegli atteggiamenti che fanno riferimento ad essa, dall’altro con le loro azioni, ne promuovono ogni forma pratica, in particolare quando si stratta di mettere in atto comportamenti corruttivi e clientelari…
Se soltanto avessero un po’ di dignità (chiii??? Ma chi è si mangia….???), impegnerebbero ogni loro secondo per promuovere quei principi fondamentali di legalità, in particolare allontanando qualsivoglia legame con tutti quei soggetti che n passato si sono macchiati in passato di grave colpe!!!
 

Altrimenti non serve a nulla commemorare le vittime della mafia,  quando poi che le proprie azioni, con lo svendersi quotidianamente a quei meccanismi immorali, illegali, dissoluti, e soprattutto quando con la promessa di una preferenza data al momento richiesto, ci si vende a quel sistema tentacolare che tanto si dichiara di contrastare ma di cui di fatto si appartiene da sempre!!!

Per fortuna che tra mille pecore “mafiose” e omertose, c’è chi alza la testa e grida “NO… io non ci sto” e sono questi ultimi a dare ancora un po’ di speranza ad una terra che si dimostra essere ahimè ancora collusa e infetta!!!
 

C.S.M.: Centro Smistamento Marciume

Ho letto alcuni minuti fa un articolo che iniziava con queste tre frasi: “Degenerazioni correntizie“, “giochi di potere” e “traffici venali“ e proseguiva… “Un dramma, una vicenda assimibilabile “a quella della P2“. Il Consiglio superiore della magistratura è a pezzi: quattro consiglieri togati – quelli eletti dagli stessi magistrati – su sedici si sono autosospesi”!!!
Ed allora anche il sottoscritto, continuando quanto avevo riportato alcuni giorni fa sul medesimo argomento http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/05/toghe-sporche-se-dimostrate-le-accuse.html 
riprende quanto accaduto in queste ultime ore…
Certo… non ci sono parole per descrivere gli eventi di questi giorni che rappresentano una dolorosa ferita per la magistratura sana di questo paese e per il Consiglio superiore… 
Ma credo che ormai non ci sia più nulla di che meravigliarsi… d’altronde la degenerazione si è talmente inserita a ogni livello istituzionale da avere corrotto anche quelli che un tempo rappresentava l’unico potere che garantiva la giustizia in questo paese… 
Un tempo… già ma quel tempo è passato da un bel po’… e ciò che leggiamo quotidianamente in inchieste giudiziarie che vedono quei togati sempre più coinvolte su quanto riportato all’inizio del post…
Sono iniziate le autosospensione e le dimissioni di una parte di quei magistrati, a cui si sono aggiunte le dimissioni di alcuni indagati per favoreggiamento e violazione di segreto… 
Non credo che vi siano parole per descrivere quanto sta emergendo e di cui molto verrà per ovvi motivi “insabbiato”… 
Ecco perché preferisco per chiudere questa pagina vergognosa, usare le parole di quella parte di colleghi del CSM certamente rispettabili che difatti si sono dichiarati immediatamente: “sgomenti e amareggiati da quanto emerge dall’inchiesta perugina… che gettano grave discredito sull’istituzione, che deve essere e apparire assolutamente indipendente. Non possiamo accettare – aggiungono – comportamenti, non importa se penalmente irrilevanti, che gettino discredito. L’auspicio, quindi, è che gli accertamenti in corso si concludano con la massima celerità e che sia fatta chiarezza, nel contempo noi tutti intendiamo con nettezza prendere le distanze”.
Speriamo che quanto accaduto non abbia a ripetersi…

Gli investigatori stanno cercando Matteo Messina Denaro: Sì… ma solo per avvisarlo sulle indagini in corso!!!

Non si contano più gli anni da quando si è dato inizio al programma di cattura del più importante latitante di “cosanostra”
Ogni tanto sentiamo notizie nei Tg in cui si è prossimi alla sua cattura ed altre volte in cui ci viene raccontato che egli è defunto da parecchi anni…
Poi c’è la volta in cui qualche pentito ci rivela che è vivo e vegeto, ed altre volte in cui ci viene proposto il nome del nuovo boss che ha preso il suo posto…
Una cosa è certa… la confusione è totale!!!
Anzi… ho come il sospetto che forse quanto accade viene appositamente compiuto… affinché tutto resti inalterato!!!
D’altronde diceva Arthur Schnitzler: “L’ordine è qualcosa di artificioso… il naturale è il caos”!!!
Come dargli torto, ogni qualvolta che sembra si stia giungendo al suo arresto, ecco dissolversi tutto, in primiss egli.. che sembra svanire come un fantasma, già, è come se venisse puntualmente informato da qualcuno…
Pensate che quanto appena detto sia un sospetto??? 
No, ora non più… ne abbiamo avuto la certezza, infatti, con questa pesante accusa la Procura della Repubblica di Palermo ha fatto scattare le manette ad un ufficiale della Dia di Caltanissetta, ad un carabiniere in servizio a Castelvetrano e non solo, insieme a loro è stato arrestato anche l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, in passato in contatto epistolare con il boss latitante. 
Sembra che dalle indagini i due militari, di cui uno in servizio presso la direzione investigativa antimafia di Caltanissetta e l’altro un appuntato presso la compagnia di Castelvetrano, siano accusati di rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatico e favoreggiamento… 
Ora finalmente, si comprendono meglio i motivi per cui uno dei boss più ricercati al mondo e forse l’unico ancora rimasto che conosce i segreti delle più importanti stragi di mafia, sia ancora latitante.
Come riportavo sopra è finito in manette anche l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino., detto “Svetonio”, un soprannome sembra attribuitogli proprio dal boss latitante Matteo Messina Denaro, all’epoca in cui lo stesso, per incarico del Sisde (del generale Mario Mori), intrattenne una corrispondenza con il capo mafia latitante, qualcuno racconta all’insaputa di quest’ultimo, sperando in una sua resa. 
Circostanza inconsueta quella adottata dal boss che, una volta scoperto l’inganno  o per meglio dire il doppio gioco, non l’abbia punito… 
Comunque, questa operazione ha definitivamente confermato quelle collusioni che da sempre chiunque di noi – semplici cittadini – avevamo sospettato e cioè che al servizio del boss, vi fossero alcuni di quegli investigatori, che sulla “carta”, erano impegnati nella sua cattura…
Cosa aggiungere… 
Ho l’impressione che nessuno abbia realmente interesse a prendere quel boss, forse perché egli garantisce con la sua presenza, quell’equilibrio interno necessario a quell’associazione criminale, che viceversa, senza la sua supervisione, sarebbe sicuramente a rischio e darebbe il via a una serie di guerre fratricide già viste… non solo in Sicilia ma in tutto il territorio nazionale, ed è proprio ciò che lo Stato non vuole e quindi, buona latitanza…

Malta… la nuova "casanostra"!!!

Per molti la notizia potrebbe rappresentare una novità, eppure vi posso garantire che non è così…
Il collegamento con talune “famiglie” siciliane risale agli anni 70’…
Pensate che un siciliano… diventato noto per essere diventato il capo di “cosa nostra”, si recò insieme alla sua sposa proprio su quell’isola… ad essere precisi in quella adiacente, sì… l’isola di Gozo, per festeggiare la propria luna di miele.
Qualcuno ricorda ancora oggi il nome di quel siciliano, “Totò”!!!
Amava così tanto quell’isola che spesso vi tornava, passando gran parte del suo tempo vicino un villaggio sul mare che vantava allora come oggi, una favolosa vista sulle isole di Comino e Malta, nonché una lunga storia d’insediamenti…
Il nome di quel villaggio era Qala e in molti, in particolare coloro che possedevano dei locali nella pjazza San Frangisk, conoscevano bene Totò…
Egli d’altronde non era ancora il temuto padrino di Corleone, già a quel tempo era ancora un picciotto… mentre il boss era Luciano Liggio detto “Lucianeddu”, l’unico a capo di quell’associazione criminale…
Salito al potere Totò non si dimenticò di quell’isola, tanto che raggiunto l’apice del controllo sulla Sicilia, estese quella sua influenza anche in quelle isole che ricordava con tanto affetto…
Eguale considerazione d’altronde ebbero altri esponenti di cosa nostra e così, pian piano, quell’isola è diventata un’importante centro per per quelle attività illegali, in particolare quelle di riciclaggio, grazie alla presenza del casinò o attraverso le scommesse dei giochi online, dove con il reclutamento di sviluppatori software si è riusciti a creare un casinò online in grado di bypassare quei pagamenti gateway sicuri come Emoney o Skrill e lasciare così i pagamenti non rintracciabili…

Fonti interne all’industria del gioco d’azzardo hanno raccontato agli inquirenti che quei clan mafiosi avrebbero mandato loro a raccogliere presso quei centri di scommessa la loro parte…
Denaro che è stato quindi riciclato in quello stato maltese grazie ad intermediari del luogo, per mantenere in funzione la struttura e prendere il possesso di una parte di quegli uffici istituzionali…
Vanno ricordati inoltre gli arresti compiuti delle forze dell’ordine internazionali che ha visto coinvolti personaggi siciliani, maltesi e libici nel contrabbando di carburante libico e di quello stato islamico noto come Isis, partito dalle sponde del libano per giungere da noi ed essere inserito nel mercato nazionale ed europeo…
Si comprende quindi come Malta rappresenti oggi una Hub fondamentale per quelle attività criminali che da anni utilizzano, proprio quelle isole, ma soprattutto il tratto di mare internazionale, per estendere la portata dei loro profitti.

D’altronde, avevo scritto in un mio post alcuni giorni fa http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/la-mafia-siciliana-continua-i-suoi.html – di come Malta permetta a quelle società di operare, peraltro si è visto in questi anni quanto alle autorità maltesi interessi principalmente il denaro che entra nelle loro casse, senza stare lì a controllare in maniera meticolosa, se la provenienza sia legale o illegale…
Una vigilanza quella compiuta dalle autorità maltesi fatta appositamente con molta superficialità o forse dovrei aggiungere, con una metodologia che da adito a sospetti di complicità e favoreggiamento… e che si dimostra nei fatti o ad ogni richiesta da parte delle nostre autorità, sempre meno collaborativa!!!
Chissà forse un giorno – come noi – pagheranno il prezzo di quella correità…
Già c’è un detto perfetto per quegli amici maltesi che dice: “Chi male ha seminato, resta povero e gabbato”!!!

Operazione "Beautiful Hybrid"…

Che le forze dell’ordine siano meno impegnate rispetto agli anni 80′ & 90′ è cosa indubbia…. 
“Cosa nostra” d’altronde ha modificato quelle sue metodologie violente, dedicandosi principalmente al business degli affari, attraverso il riciclaggio del denaro sporco in attività imprenditoriali, quali ad esempio il mondo delle costruzioni, le attività commerciali, industriali, turistiche e di ristorazione, che garantiscono senza sparate un colpo, un elevato giro di denaro che permette loro di acquistarsi tutti i favori politici e personali… 
Ecco perché viceversa, alcuni componenti dell’arma, avendo a disposizione del tempo libero, hanno pensato di dedicarsi all’agricoltura, in particolare alla coltivazione di una particolare pianta, la marijuana…
Purtroppo le cose non sono andate proprio per come volevano… e a causa di ciò, due poliziotti e un carabiniere  Traffico di marijuana e “protezione” per le coltivazioni: in manette 
Sono stati quindi arrestati dalla squadra mobile di Catania, che ha eseguito inoltre un’ordinanza di custodia cautelare (oltre che per loro), anche per 21 persone ritenute responsabili a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, a cui si sono aggiunti i reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale…
Non c’è che dire… se non fosse che nel gruppo criminale (della zona del Calatino), vi appartenessero per l’appunto questi “uomini dello stato”, che in quel contesto non dovevano esserci, non ci sarebbe nulla di che meravigliarsi…
Ma come ripeto molte volte, nessuno è immune dal dio denaro ed è il motivo per cui da tempo, non mi meraviglio più di niente…
Certo, bisogna dare merito anche ai collaboratori di giustizia, che hanno saputo condurre (la parte limpida) delle forze dell’ordine, a quella struttura adibita alla produzione di sostanze stupefacente (cocaina e marijuana), presidi che erano tenuti non solo protetti, ma informati costantemente da quel sodalizio che garantiva loro eventuali rischi di controlli da parte delle forze dell’ordine… 
Cosa aggiungere… se non quanto avevo scritto a suo tempo,”Servitori dello Stato…certamente NO”: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/06/servitori-dello-stato-certamente-no.html
Ecco il perché pubblico queste foto…  sì qualcuno di voi potrà dirmi che nulla centrano con quei soggetti… ma quantomeno posso apprezzare quella divisa dell’arma, portata da un legittimo “corpo” meritevole!!! 

Concorso esterno… l’Avv. Lipera: E’ una mostruosità!

Desidero condividere una lettera di redazione dell’Avv. Giuseppe Lipera, nel dibattito che si è acceso dopo la sentenza di proscioglimento nei confronti dell’editore Mario Ciancio.
Sono dell’opinione che in uno stato di diritto, ognuno possa esprimere liberamente la propria opinione e quindi mi dissocio da quanti hanno voluto screditare l’intervento del legale, ritenendo “paradossale” lo spazio concesso da Live Sicilia, al Suo pensiero… 
La critica espressa, rappresenta difatti una situazione vergognosa, in quanto contrasta con quella libertà di espressione presente sempre nei paesi civili e che di contro, ispira con la propria limitazione, quei paesi in cui vige la dittatura!!!
Perché in ballo non vi è soltanto la difesa di quelle testate (per fortuna ancora libere…) che cercano con il loro operato d’informare il pubblico in modo corretto e completo, ma il diritto dei tanti lettori, di poter leggere ampi interventi, che a volte possono risultare discordanti rispetto al pensiero di ciascuno di noi…
Non bisogna dimenticare, che la libertà di manifestazione del pensiero rientra secondo la Corte Costituzionale, tra i «diritti inviolabili dell’uomo» con la conseguenza logica di garantirla sempre e ovunque, contrastando l’eventuale sopprimibilità della stessa…
Venendo quindi al merito della questione, la nota riportata dall’Avv. Lipera, tiene principalmente conto dei soli aspetti giuridici processuali (o da quei riconoscimenti), senza tentare mai di voler entrare nei meriti, in quei condizionamenti basati il più delle volte a diritti di cronaca (o di critica giornalistica), che il più delle volte basa in maniera limitata i propri giudizi su principi legislativi e affida di contro le proprie affermazioni su esternazioni umane…