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Nomi noti, potere immutato: l’eterna ombra sulla Sicilia

La Sicilia è un’isola che respira storia, cultura e bellezza, ma anche un luogo dove certe ombre non accennano a dissolversi. 

Sono passati decenni, eppure quelle stesse famiglie, quelle stesse strutture di potere criminale, continuano a governare interi territori con la stessa ferrea determinazione. 

Le istituzioni conoscono i nomi, i cognomi, i movimenti, eppure sembra che ogni sforzo per sradicare questo male sia destinato a svanire nel vento.

C’è una resistenza che sfida il tempo, una capacità di adattarsi, di mutare forma senza perdere la sostanza. Le indagini si susseguono, le operazioni si moltiplicano, ma il risultato è sempre lo stesso: un gioco infinito di gatto e topo. 

Le nuove generazioni ereditano non solo i nomi, ma anche i metodi, mentre i vecchi boss, anche dietro le sbarre, continuano a tirare le fila. È un sistema che si rigenera, che trova sempre nuove strade per infiltrarsi nell’economia legale, nelle istituzioni, nella vita quotidiana di chi vorrebbe solo vivere in pace.

Il pizzo non è un ricordo del passato, ma una realtà che ancora oggi strozza i commercianti. La droga scorre come un fiume inarrestabile, arricchendo chi decide, chi vive e chi muore. E mentre le giovani leve sfoggiano armi e lusso sui social, dimostrando una spregiudicatezza senza regole, la vecchia guardia sorveglia, calcola, pianifica. È una convivenza paradossale, fatta di tensioni e alleanze, dove ogni tregua è solo l’attesa della prossima guerra.

Le istituzioni sanno, hanno sempre saputo. Eppure, non basta. Non basta sequestrare beni, non basta arrestare capi e gregari, perché il problema è più profondo, più radicato. È una questione di potere, di paura, di silenzi complici. Finché ci sarà chi abbassa lo sguardo, chi preferisce pagare piuttosto che denunciare, chi considera la mafia un male inevitabile, nulla cambierà davvero.

La soluzione? Forse non esiste una formula magica, ma solo la necessità di una lotta che non si fermi mai, che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma ogni cittadino, ogni famiglia, ogni scuola. 

Perché la mafia non si combatte solo con le manette, ma con un cambiamento che parta dalle coscienze. E finché ci sarà chi ha il coraggio di alzare la voce, di resistere, di credere in una Sicilia diversa, allora forse, un giorno, quelle ombre potranno davvero dissolversi.

Altro che James Bond: la mafia non ha bisogno di "auto subacquee", quando ha il porto di Catania!

Altro che James Bond, 007, auto trasformabili in sottomarini, la droga entrava nell’isola dal Porto di Catania!

Secondo le indagini e quanto rivelato da alcuni affiliati dei clan mafiosi, e a conferma di quanto avevo riportato quest’anno nel mio post intitolato “Droga a quintali in Sicilia: il controllo del territorio che non c’è!” al link https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/04/droga-quintali-in-sicilia-il-controllo.html a cui faceva seguito un altro post dello scorso anno intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!” al link https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html ecco che arriva – ahimè – l’ennesima dimostrazione, sì… di quanto i controlli siano spesso un’illusione, una fragile cortina dietro cui si muovono interessi ben più concreti e soprattutto più sporchi.

Perché la mafia non ha bisogno di gadget fantasiosi o di operazioni degne di uno spy movie quando può contare sulla complicità di chi quelle strutture le gestisce davvero, sui silenzi di chi sa e non parla, sulle porte lasciate aperte da chi avrebbe il dovere di vigilare, e allora viene in mente quella frase di Falcone, “dove c’è la natura umana c’è rischio di corruzione“!

Perché è proprio questo il punto, non servono minacce o intimidazioni quando basta un vantaggio, una raccomandazione, un tornaconto personale per far sì che tutto scorra liscio, come l’acqua tra le fessure di un molo, come la cocaina che arriva dal Sud America e passa indisturbata tra container e documenti falsificati, con la regia di chi lavora dentro quel porto e sa esattamente come evitare i controlli…

Già… come cambiare telefono prima che qualcuno possa intercettare, come usare auto intestate ad altri per non lasciare tracce, perché il vero potere della mafia non sta nella violenza ma nella capacità di infiltrarsi nel quotidiano, di normalizzare l’illecito, di far sembrare inevitabile quello che invece è solo il frutto marcio di una società che troppo spesso abbassa la testa e accetta!

Non importa che si tratti di un impiegato che chiude un occhio, di un professionista che sistema le carte, di un cittadino che preferisce non vedere, l’importante è che il sistema regga ai controlli, non grazie alla paura ma grazie alla connivenza, alla rassegnazione, a quella mentalità per cui “tanto è sempre stato così“…

E così, mentre le indagini della Guardia di Finanza portano alla luce arresti e sequestri, milioni di euro e chili di droga, la domanda vera che dovremmo porci è: quanti altri porti funzionano così? Quanti altri traffici scorrono indisturbati? Quanta altra cocaina arriverà prima che qualcuno decida davvero di cambiare le cose? 

Perché la mafia non è un mostro lontano, è qui, tra noi, nelle piccole cose che accettiamo, nelle complicità che non denunciamo, nell’indifferenza che ci rende complici, e forse è proprio questo il vero male, più della droga, più dei soldi sporchi, più delle pistole, quel silenzio che uccide ogni speranza di giustizia.

Controllo del territorio in Sicilia: i fatti mi danno ragione!

A inizio anno avevo pubblicato un post in cui esprimevo le mie perplessità sulla mancanza di un serio coordinamento per il controllo del territorio in Sicilia.

In particolare, segnalavo l’evidente facilità con cui enormi quantitativi di sostanze stupefacenti giungano ogni giorno dalla Calabria alla nostra isola senza essere intercettati.

Ora, a distanza di mesi, quanto denunciavo a inizio anno – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html – si è purtroppo dimostrato tristemente reale.

Difatti, le recenti indagini della Guardia di Finanza hanno confermato come lo Stretto di Messina rappresenti una cruciale via di transito per il traffico di droga!

Secondo quanto emerso, i corrieri utilizzavano auto a noleggio modificate con sofisticati doppi fondi per trasportare la cocaina lungo la tratta Reggio Calabria-Messina-Palermo; questo sistema, consolidato nel tempo, generava un giro d’affari di oltre 10 milioni di euro all’anno.

Come da me ipotizzato, si è scoperto che i traghetti erano il mezzo preferito dai narcotrafficanti, con le auto che venivano imbarcate e poi scaricate sul suolo siciliano senza alcun controllo efficace.

Avevo a suo tempo suggerito che con misure semplici ma mirate – come l’uso di unità cinofile, controlli a bordo dei traghetti e il rafforzamento della sorveglianza nei principali porti d’accesso – si sarebbe potuto limitare questo flusso. Misure, però, che evidentemente non sono state adottate.

È sconfortante vedere come una strategia tanto elementare sia stata ignorata, permettendo alla criminalità organizzata di prosperare e ampliare il proprio business.

Forse, come avevo già sottolineato, non è solo una questione di disorganizzazione o incompetenza, ma di un sistema che preferisce “voltarsi dall’altra parte“, come tutto ciò che avviene in questa terra “corrotta“.

Già… le mie non erano fantasie, ma riflessioni concrete: il controllo del territorio non è solo un tema astratto, ma una necessità fondamentale per garantire la sicurezza e combattere le attività illecite che avvelenano la nostra “Bedda Sicilia“.

Auspico ora che questa vicenda serva da monito e che le autorità finalmente si decidano a intervenire con determinazione.

Minch… ma quanto deve essere evidente una soluzione perché venga attuata?

La "pandemia mafiosa"!!!

Durante l’emergenza COVID-19, mentre il mondo era impegnato a combattere una crisi sanitaria e sociale senza precedenti, le organizzazioni mafiose hanno trovato terreno fertile per rafforzare la loro presenza e ampliare i propri affari illeciti.

Difatti, abbiamo potuto verificare come le mafie in quel periodo abbiano approfittato del caos economico e normativo per riciclare capitali illeciti attraverso reti internazionali di società di copertura. 

Paesi con legislazioni finanziarie permissive o scarsa trasparenza fiscale sono stati cruciali per ripulire i proventi di traffici di droga, armi, rifiuti e sfruttamento umano. 

Questi capitali sono poi rientrati nei mercati europei ed in particolare nel nostro Paese attraverso investimenti in settori strategici: ristorazione, turismo, logistica e sanità. 

La pandemia quindi ha di fatto accelerato la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico legale, spesso approfittando di imprese in difficoltà o di bandi pubblici emergenziali poco controllati.

Inoltre, la crisi di liquidità ha condotto molti  imprenditori, commercianti ed anche famiglie a finire nelle mani degli usurai ed il debito contratto durante il “lockdown” non si è fermato con la riapertura: chi non è riuscito a ripagare è stato risucchiato in un circolo vizioso di sfruttamento, con la perdita di attività, proprietà e persino libertà personale. 

Ogni soggetto “usurato” è diventato un nodo in una rete di controllo più ampia, utilizzato dalla mafia per acquisire ulteriori risorse o per consolidare il proprio potere sul territorio.

Difatti, basti ricordare come la pandemia non è stata solo una crisi sanitaria, ma si rivelata un acceleratore di disuguaglianze, sfruttata dalle mafie per insinuarsi dove lo Stato era più debole!!!

In alcuni contesti, la criminalità organizzata si è perfino proposta come alternativa allo Stato, offrendo aiuti economici, pacchi alimentari e soluzioni rapide a chi si trovava in difficoltà. 

Un vero e proprio “welfare mafioso”, un’arma invisibile per conquistare nell’immediato consenso sociale, ma devastante nel lungo termine.

E difatti, oltre all’usura e al riciclaggio, le mafie hanno potuto così intensificare il controllo su tutta una serie di attivita che vanno dagli:

– Appalti pubblici: con gare d’emergenza spesso prive di adeguata supervisione, le infiltrazioni criminali hanno avuto vita facile.

– Sanità: la gestione di forniture mediche, mascherine e dispositivi di protezione ha attirato gli interessi delle organizzazioni criminali.

– Immobili e attività commerciali: sfruttando la crisi, i clan hanno acquisito proprietà e aziende, consolidando il loro patrimonio.

Ed allora viene spontaneo chiedersi, cosa ha fatto nel frattempo lo Stato per combattere questa pandemia parallela?

Nulla… già, perché la lotta a quella “pandemia mafiosa” richiedeva interventi mirati che non sono stati di fatto realizzati, anzi potrei dire tutt’altro… 

Mi riferisco ad esempio al provare a rafforzare i controlli sui flussi finanziari, adottando tecnologie avanzate per tracciare transazioni sospette.

Oppure sostenere ad esempio chi era in difficoltà, con misure economiche rapide ed efficaci che togliessero spazio all’usura.

Inasprire pene per tutti quei crimini economici legati alla pandemia, creando così un forte deterrente.

Investire nella cultura della legalità, per sensibilizzare i cittadini e le imprese sul pericolo di accettare aiuti da quei soggetti “mafiosi”.

La pandemia ci ha insegnato che la criminalità organizzata non aspetta, anzi viceversa si adatta ed evolve sfruttando ogni fragilità per rafforzarsi e sopraffare il sistema sociale e di mercato. 

Ecco perché lo Stato avrebbe dovuto prevenire situazioni di emergenza come quelle ahimè vissute, affinchè non si trasformassero in opportunità di crescita per la criminalità organizzata e, di conseguenza, per tutte  le mafie. 

Sì… perché alla fine, come sempre avviene, siamo solo noi cittadini a pagarne le conseguenze!

Stasera non ho intenzione di scrivere perché sto guardando un film bellissimo, intitolato “Afyon Oppio” e tratta di un mafioso americano che si trasferisce in Europa e si immerge nel pericoloso e misterioso mondo della produzione di eroina….

E’ riproposto in maniera integrale su youtube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=iKsiWY2nr5Y e vi è una scena iniziale che riguarda un funerale che rispecchia un periodo non poi così distante…

Vi consiglio di vederlo…      

Nicola Gratteri: “I supermercati dell’hinterland di Milano e i locali vip del centro sono in mano alla ‘ndrangheta”!!!

A dirlo è il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso di un suo intervento durante il convegno svoltosi qualche giorno fa nel Palazzo di Giustizia di Palermo intitolato:“Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”. 

Comunque, quella dei supermercati e dei locali pubblici di divertimento all’interno della cintura milanese in mano alla ‘ndrangheta della Jonica, non rappresenta certamente una novità, d’altronde quella stessa regola vale non soltanto a Milano, ma in molte altre città… 

Durante l’esposizione il procuratore racconta gli anni in cui fu messo sotto scorta, seppur molti colleghi e addirittura le stesse istituzioni minimizzavano il suo rinomato lavoro sulle cosche calabresi: “Ho iniziato nell’89 a fare questo tipo di indagini sulla droga, all’epoca ero già in Venezuela e in Colombia. In Italia i puristi, i grandi magistrati, storcevano il naso e dicevano: ‘Gratteri si occupa solo di droga’. Ci fu un presidente di Commissione Antimafia che a Reggio Calabria, nelle serate d’estate, ridacchiando e non avendo il coraggio di fare il mio nome, disse che la droga non gli interessava – continua – ma anche Procure importanti del Nord Italia hanno fatto una strategia dicendo che non erano importanti le indagini di droga, e in 7 anni a Milano, statistiche alla mano, sono diminuiti del 70% i sequestri e gli arresti per droga, ma anche le indagini per il 74 Dpr 309/90 (articolo del codice penale che racchiude le disposizioni per contrastare il narcotraffico e che punisce il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr…)”.

Trovate l’art. completo al link: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/29/gratteri-tutti-i-supermercati-dellhinterland-di-milano-e-tutti-i-locali-vip-del-centro-sono-in-mano-alla-ndrangheta/7567382/

La verità è che in questo Paese non interessa a nessuno fare il proprio dovere, anzi tutt’altro, già… perché sono proprio coloro che non fanno un cazz… ad andare avanti e chi viceversa lavora, come ad esempio il procurattore Grateri, viene (quando – permettetemi di aggiungere – si riesce a non restare vittima della criminalità e degli apparati dello Stato deviato, come ahimè accaduto ad alcuni suoi illustri colleghi) deriso da individui collusi e ahimè incompetenti!!! 

Ma questo è il Paese che la maggior parte dei miei connazionali vuole, d’altronde l’importante è che il marcio possa continuare a diffondersi, se pur abitualmente “camuffato” in qualcosa di legale!!!

Siciliani… non basta essere "cives" (cittadini) per essere “società”!!! E’ tempo di far seguire alle parole i fatti!!!

Il problema della democrazia in questo Paese e in particolare nella mia isola, è propriamente rappresentato dai suoi cittadini, sì… perché sono loro ad essere custodi di questa terra, del bene comune e della promozione del senso civico, evidenziando quel necessario contrasto alla illegalità…

Ed è il motivo per cui ritengo del tutto inutile parlare di “società civile“, un’espressione che potremmo definire superata in quanto non basta essere “cives” e quindi cittadini, per essere “società!!!

Ciò che bisogna mettere in evidenza ed è ciò che bisogna insegnare ai propri figli, è essere sempre ed in ogni circostanza, cittadini onesti e responsabili!!!

Serve a poco scaricare le proprie responsabilità su altri individui, come ad esempio le forze dell’ordine, la magistratura, le associazioni di legalità, oppure dare sempre la colpa di quanto avviene in questa terra a quella presenza capillare chiamata “mafia”, dimenticando tra l’altro che essa basa tutta la propria forza su questa presenza debole, ben rappresentata dai suoi omertosi conterranei!!!

Se quella associazione criminale si è così perfettamente inserita nel mercato legale e nel sistema economico e politico, lo si deve principalmente a quei suoi attori, mi riferisco innanzitutto ai cittadini, ma soprattutto a quei cosiddetti imprenditori affiliati a cui si somma la complicità di tutti quei professionisti esterni di cui si avvalgono ogni qualvolta le circostanze lo richiedono…

D’altronde vorrei ricordare come quei soggetti criminali, mancano di fatto delle capacità e delle competenze tecniche e/o informatiche necessarie per muoversi in quei business, gli stessi che utilizzano finanziamenti pubblici e fondi dell’Ue, che sono per l’appunto quelli che oggi garantiscono alla mafia i maggiori profitti!!!

Difatti in questi anni, la nuova “Mafia 2.0” è riuscita a riciclare gran parte del denaro proveniente dalle classiche attività  di business, come il traffico di droga, l’usura, il racket, la prostituzione, la tratta dei migranti, in attività legali, le stesse che ora garantiscono crescita finanziaria e permette altresì un controllo capillare del territorio, già… attraverso nuovi legami politici e soprattutto l’elargizione di posti di lavoro.   

Ecco… è questo il legame che bisogna interrompere, sapere di poter fare a meno di quei favori, rompendo qualsivoglia collaborazione anche indiretta e soprattutto evitare di girarsi dall’altro lato, evidenziando omertà, complicità, omissioni e silenzi!!!

In questi giorni passeggiando per la mia città, Catania, ho modo di ascoltare molti miei concittadini, gli stessi che manifestano atteggiamenti di disgusto su quanto sta accadendo nella nostra politica regionale, sì… tutte forme di corruzione e di potere che mettono in risalto una politica collusa con certi ambienti mafiosi, politici che con i fatti dimostrano – ad esclusione di qualche eccezione – una mancata coerenza, già… nel voler combattere quell’infezione!!! 

Siciliani, è tempo quindi di fare valere chi siete e cosa siete, iniziando ad esempio dalla cabina elettorale nelle prossime elezioni europee!!! 

Basta quindi con i ricatti, dite “ALT” allo scambio di voto in cambio di 50 euro, non barattate il vostro diritto per una busta alimentare, perché è venuto il tempo di rompere con tutta questa politica marcia e soprattutto con quei suoi referenti “immorali“, ma non solo, allontanate da voi quei procacciatori di voto che come sappiamo sono legati alla criminalità organizzata, è quindi giunto il tempo di rompere il silenzio, ma per farlo non dovete parlare come abitualmente accade e cioè a vanvera, ma far seguire alle parole finalmente… i fatti!!!

Ed allora, mi rivolgo a chi urla ogni giorno dichiarando di essere “SICILIANO”: sì… è venuto il tempo di dimostrarlo, altrimenti siete eguali a tutti quei personaggi che vedo atteggiarsi nei vari social, già… veri e propri “pisciabriodi”!!!   

Stamani??? Le solite notizie di cronaca che riguardano ahimè la nostra Sicilia!!!

Ho acceso stamani il cellulare e spostando il dito per aprire la finestra laterale di sinistra, ho iniziato a leggere le notizie in elenco riportate, molte delle quali facevano riferimento ad alcune note testate giornalistiche: “LASICILIA”, “LIVE SICILIA”, etc…

Beh, come solitamente avviene la cronaca occupa la parte predominante di quegli articoli, in particolare sono quelli che fanno riferimento alla criminalità organizzata ad occupare quelle pagine che trattano le confidenze intercettate dalle forze dell’ordine dei suoi affiliati, le dichiarazioni dei pentiti, i libri mastri ritrovati, le procedure d’ingresso nell’isola di droga, armi, denaro, ma anche quei metodi estorsivi posti in atto per raccogliere denaro da destinare ai detenuti, agli ex detenuti e a tutti gli affiliati in difficoltà, una cassa utilizzata come fosse un’ammortizzatore sociale…

Ci sono poi i colletti bianchi, i dipendenti pubblici infedeli, i professionisti legati a doppia maglia con quel sistema corruttivo e clientelare, ma non solo, anche tutte quelle società utilizzate per il riciclo dei proventi illeciti dei vari clan, parliamo di società meglio conosciute come “cartiere” che sappiamo da tempo, come foraggino quel sistema illegale…

Ora, leggendo questi articoli di cronaca mi chiedo se soltanto il sottoscritto comprenda quanto accade quotidianamente nella nostra regione, perché sono anni che se ne parla, ma alla fine non cambia nulla, a dimostrazione quindi che quel contrasto tanto celebrato costantemente dagli uomini delle nostre istituzioni, sia soltanto una presa per il cul…

Non dico che non si faccia parecchio per osteggiare quei meccanismi illegali, ma certamente se i risultati che si ottengono o che si sono ottenuti nel corso di questi anni, sono questi, se si osservano quanto essi siano di fatto sterili per non dire inutili, valutando infatti le modalità con cui quell’associazione delinquenziale proceda, si comprende il perché essa proceda in maniera agevole e senza alcun ostacolo…

Difatti, ad un affiliato arrestato ne subentra un altro, a una società sequestrata ne subentra un’altra e via discorrendo… quindi di cosa parliamo, se continua a restare questa la modalità di contrasto e quindi di contrapposizione, beh… lo Stato perderà sempre!!!

Ma d’altronde va detto, se chi dovrebbe porre in atto quelle necessarie misure è poi il primo che non le concretizza, ditemi: ma come si può sperare di cambiare questo stato di fatto???

Sì… leggendo ogni giorno quelle notizie, ripenso ad una frase detta dallo scrittore Antonio Amurri: “La lotta alla criminalità organizzata è molto difficile, perché la criminalità è organizzata, ma noi no”!!!

Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!

Ho letto in questi giorni le dichiarazioni di un pentito che ha svelato come quotidianamente dalla Calabria giungano in Sicilia – in maniera banale – una montagna di cocaina, senza che nessuno tra le forze dell’ordine, riesca ad intercettarla… 

Comprenderete quindi come emerga in modo palese quel mancato controllo del territorio che ripeto in maniera assidua (già… ci fosse almeno qualcuno che ascoltasse le mie parole in maniera seria); uno strumento fondamentale non solo per contrastare la criminalità organizzata, ma soprattutto per limitare tutte quelle forme che determinano un enorme business finanziario che danno il via in nuove attività illegali attraverso  nuove “legali” cartiere!!!

Non entro in questa sede sul diritto alla sicurezza che quei mancati controllo determinano; basti osservare i fatti gravi a cui stiamo assistendo in queste ore, con l’uccisione ad esempio di un quattordicenne di origine romena, morto a causa di una sparatoria nel parcheggio della stazione Monte Compatri-Pantano, capolinea della metropolitana di Roma…

Già… viene da chiedersi: ma com’è che nessuno ha finora effettuato quegli opportuni controlli, in particolare su quei soggetti già segnalati che ora secondo le indagini, dovrebbero essere gli esecutori materiali di quell’omicidio???   

Peraltro non comprendo come sia possibile che una regione come la nostra, venga invasa ogni giorno dalla droga, armi e quant’altro, sapendo tra l’altro – permettetemi di aggiungere da ignorante – quanto pochi siano i passaggi per giungere sulla nostra isola e tutti – vorrei precisare – a mezzo di imbarcazioni!!!

Ed allora, volendo considerare quegli unici ingressi quasi fossero una demarcata frontiera, in questa personale idea di controllo del territorio vorrei altresì far presente come le nostre forze dell’ordine hanno la possibilità di avvalersi di nuove tecnologie informatiche e di video-sorveglianza, ma non solo, hanno la possibilità di verificare quelle schedature operative messe in atto in tanti anni di servizio di bocco stradale: auspico che quantomeno da quegli accertamenti documentali, il sistema ne abbia realizzato un database per verificare tutti quei possibili collegamenti tra i soggetti fermati e gli affiliati di quella criminalità organizzata, tra parenti e/o familiari e amici…

Ed allora, facendo le funzioni di docente, riprendo nuovamente quella scienza nota come “geografia“, nell’ottica di focalizzare il territorio siciliano e quindi i suoi principali porti d’ingresso, la regola vale anche per gli ingressi minori, ma ritengo che il Porto di Messina prima e quello di Palermo dopo, possono esser considerati quelli che dovrebbero ricevere da parte delle forze dell’ordine la massima attenzione!!!

Ed allora faccio un esempio banale ed auspico che qualche sagace figura istituzionale, posta all’interno di quei nostri bei palazzi storici, solitamente seduti in quelle comode poltrone, comprenda una volta e per tutte – visto che finora i fatti dimostrano di non averlo fatto – quanto sia semplice effettuare quei  controlli, senza bisogno di intervenire o mettere in campo un esercito, ma facendo uso semplicemente di cinque pattuglie (composta da almeno due unità…) dalle partenze della Calabria agli arrivi in Sicilia!!!

Difatti, per chi non abbia mai attraversato lo stretto con una imbarcazione (pubblica o privata), deve sapere che prima di imbarcarsi ed effettuato il dovuto biglietto d’ingresso, ci si mette in fila in attesa del traghetto; durante quella sosta, solitamente, un addetto di quelle compagnie si avvicina agli automezzi, per obliterare la ricevuta di viaggio. Ecco durante questa fase di controllo, basterebbe semplicemente abbinare due pattuglie per eseguire quei controlli; sì… come riportavo sopra,  basta semplicemente un’unità cinofila, formata da un cane (addestrato alla ricerca di droghe e armi da fuoco, attraverso alcuni odori diversi correlati ad essi…) e dal suo conduttore, insieme ad un altra pattuglia armata a protezione di questa unità per verificare ciascuna auto e soprattutto contribuire a far arrestare rapidamente eventuali sospettati e quindi a porre sotto verifica l’auto in questione…

Il sottoscritto preferirebbe altresì che non si attendesse l’uscita delle auto dalle navi sul suolo siciliano, sarebbe difatti più proficuo effettuare ulteriori controlli minuziosi direttamente a bordo delle navi; d’altronde tutti noi sappiamo del divieto a bordo di restare sugli automezzi e quindi di recarsi nei ponti passeggeri; per cui quale maggior serenità per le forze dell’ordine impegnate a ispezionare quegli automezzi, senza che vi sia nessuno che possa interrompere quegli accertamenti: infine… le altre pattuglie in attesa sulla terraferma, possono ora indirizzare (durante l’uscita dalla nave) l’eventuale mezzo segnalato, bloccarlo e farlo verificare da un’ulteriore pattuglia…

Quanto sopra ovviamente, può esser ripetuto in maniera identica per chi si dirige verso la Calabria e quindi la penisola; d’altronde si tratta di mettere in campo altre tre unità che ritengo possono venir  serenamente recuperate dalle migliaia di forze dell’ordine presenti in questo momento nelle due regione siciliana e calabrese!!! 

 Minch… ma accussi semplici ié??? Ma comu po’ ghiessiri ca nuddu cia pinsatu prima???  

Già come può essere o forse dovrei sospettare che forse qualcuno sicuramente ci ha pensato, ma come sempre accade in questa terra “infetta”, si è preferito girarsi dall’altro lato, sì… non prendere alcuna iniziativa che potrebbe condurre a possibili ripercussioni non solo personali e/o familiari, ma anche nella carriera, e quindi, si preferisce chiudere gli occhi e fottersene completamente d’ascoltare le istanze di sicurezza sempre crescenti richieste dalla collettività!!!

E difatti… ma quali piani coordinati di controllo del territorio parliamo??? Ma di quale lotta alla criminalità organizzata, ingresso di droga, armi e riciclaggio di denaro sporco discutono??? 

Ma sì… consentiamo a tutte quelle attività illegali di prosperare nella nostra “bedda Sicilia”; d’altronde, di una cosa negli anni mi son convinto: sono troppi… numerosi, coloro che mensilmente beneficiano di quel business (e non mi riferisco ai soli delinquenti…), già… gli stessi che evidenziano con le loro “sterili” azioni, di non voler rinunciare a quei benefici!!! 

Sono commercialisti e uomini di affari coloro che in giro per il mondo hanno riciclato i proventi della droga!!!

E’ quanto emerso dall’inchiesta del pm Maurizio De Marco, un magistrato che sta indagando sulle fortune di un broker del narcotraffico, lo stesso tra l’altro, possedeva in casa due quadri di Van Gogh spariti nel 2002!!!

Dagli atti dell’inchiesta emergono i nomi di commercialisti e uomini di affari che in giro per il mondo, hanno messo a frutto i proventi della droga….
In che modo? Semplice, investendo in oro e trasformando quella carta moneta, in qualcosa di digitale, come ad esempio i “Bitcoin”.
Un lavoro lungo e meticoloso che è stato portato alla luce grazie alla rivelazione di pentiti, ma soprattutto attraverso i riscontri bancari e le intercettazioni ambientali e telefoniche!!!
Li chiamano “cambisti” e secondo la DEA (“Drug Enforcement Administration” – l’agenzia federale antidroga statunitense), il gruppo ha soci in tutto il mondo, Italia compresa, ed ha finora movimentato oltre 20 miliardi di dollari per aprire nuove società e/o investire nel mondo della finanza.
Non bisogna dimenticare che ai soggetti di cui sopra, si sommano coloro che offrono da semplici cittadini la propria identità, ponendola a disposizione di quel sistema criminale, non solo per aprire conti correnti e/o carte di credito (sulle quali vengono accreditate le somme provenienti da quei traffici illeciti, ma per anche effettuare con il denaro ricevuto, operazioni finanziarie, il tutto trattenendo per se il 4% della cifra ricvuta…
Ovviamente sono tutti sistemi semplici ma perfettamente collaudati e permettono non solo di spostare quel denaro, ma di riciclarlo attraverso società cartiere (società che vendono servizi inesistenti con fatture, invece, reali. La società cosiddetta sana riceve la fattura e la paga con un bonifico…) e così guadagnano tutti…
Difatti, la cartiera trattiene una percentuale (generalmente si viaggia intorno al 10%) e restituisce il denaro cash, a questo punto entra in gioco la criminalità organizzata che si ritrova denaro liquido da riciclare e fornisce i contanti alla cartiera che li paga con un bonifico su un conto estero; l’imprenditore ha così evaso le tasse e si è creato una riserva di denaro in nero, la cartiera ha ottenuto la percentuale sulla transazione e risparmiato l’Iva che non verserà mai allo Stato (essendo destinata a sparire) e il narcotrafficante ha spostato il denaro all’estero incassando anche una percentuale….
Ho scritto in questo mese numerosi post sui metodi di riciclaggio e ritengo che sia ormai evidente a tutti come ogni qualvolta si provi a limitare quel sistema illegale, i suoi opposti interlocutori criminali trovino nuovi escamotage – come quelli per l’appunto sopra descritti – che fanno sì da eludere tutti i controlli posti in atto, grazie ad una rete di professionisti collusi che evidenzia con le proprie azioni, il disprezzo per le regole e per i principi di legalità, pur di poter ottenere per se, qualche euro in più in tasca!!!

L’Italia??? Un Paese sorretto dal denaro sporco!!! Seconda parte.

Di una cosa sono convinto: nel nostro paese c’è una grossa fetta d’individui, che vive esclusivamente grazie al riciclaggio!!!

Ovviamente non sono coloro che controllano e gestiscono quell’enormi somme incassate quotidianamente, ma certamente nel loro piccolo, rientrano a pieno titolo come riciclatori seriali, d’altronde essi vivono per incassare puntualmente quel denaro sporco, già… sono lì ogni mese ad attendere quella loro bustarella, denaro immeritato facile da incassare, perché non sudato!!!

Peraltro vorrei ricordare a quei miserabili soggetti, che quei denaro proviene da attività illegali come estorsione, pizzo, usura, prostituzione, gioco d’azzardo, contraffazione, traffico di armi, contrabbando, ma soprattutto droga e quindi riciclaggio!!!

Per cui, nell’accettare quelle somme, ciascuno di questi individui meschini si rende complice, sì.. di quei crimini e di tutte quelle attività illegali di cui sopra, senza mai chiedersi se attraverso quel denaro irregolarmente incassato, essi stessi, ma ancor più i loro figli, possano abusarne e quindi diventare clienti prima e dipendenti dopo, di quelle sostanze quali stupefacenti, alcol, cannabis, etc… le stesse che hanno per l’appunto consentito di ricevere ora quelle mazzette!!!

Poi ahimè nei casi più tragici, li vediamo a piangere i propri cari, divenute ormai vittime di quello stesso denaro criminale nel tempo ricevuto!!!

Ma bisognava pensarci prima, fare in modo di rifiutarle quelle mazzette, troppo semplice versare ora lacrime da coccodrilli, dopo aver adorato quel denaro, consumato, speso in maniera frivola, vivere per esso, ma non solo, riciclarlo attraverso quei passaggi illegali…

In questo mio disquisire, ciò che maggiormente da fastidio non è il puntare il dito contro il semplice delinquente o il capo di quell’area legata a quell’associazione criminale, no… loro risponderanno per quei reati direttamente alle forze dell’ordine, viceversa ciò che condanno, sono i soggetti celati, quei colletti “grigi” che potrebbero fare a meno di svendersi, poiché hanno avuto dalla loro la fortuna (sicuramente non per meriti, già… basterebbe una semplice verifica per dimostrarne la fondatezza…), sì… di ottenere un posto di lavoro, lo stesso che ha permesso e garantito una vita serena, certamente moderata, ma sicuramente irreprensibile e onesta!!!

 I delinquenti quindi sono loro, i loro familiari, quest’ultimi sanno e tacciono, perché fa comodo avere dell’entrate da poter utilizzare per sfoggiare quei loro lussuosi “gadget”: già… tra essere e avere vinse l’apparire!!!

Fine seconda parte

Il conflitto in Ucraina? E’ una tavola imbandita dove non manca nulla: armi, edilizia, traffico di esseri umani, mercato nero e fondi europei!!!

Quella guerra è diventata ormai un vero e proprio business!!!

Già… come avevo riportato a suo tempo per quanto concerneva la pandemia, oggi la guerra in corso in Ucraina, è divenuta una nuova opportunità di business. 

In particolare le organizzazioni criminali mondiali sempre più connesse tra loro, guardano in maniera attiva su quanto accade al di fuori dei loro confini prima locali e poi nazionali…

L’interesse è dove vi sono guerre, siano esse nel vecchio continente che in Africa o sud America…

Non vi sono confini che tengano… l’importante è essere presenti,  investendo in quei conflitti per restare collegati a quei traffici di droga e di armi, ma non solo, vi è anche lo sfruttamento di quei poveri migranti che tentano di scappare da quelle terre violenti, cui si sommano ahimè il sequestro di moltissime ragazzine destinate alla prostituzione…

Ma le mafie non si limitano solo a quello, investono in quei paesi corrotti nello smaltimento di rifiuti tossici, nell’utilizzo di manodopera anche di bambini per la realizzazione di prodotti contraffatti, ed ancora, al ricorso e l traffico di risorse finanziarie come le cripto valute…

Ed infine la circostanza per cui le nostre mafie sono specializzate: il riciclaggio di denaro sporco, che viene reinvestito nel nostro paese, attraverso attività commerciali, imprese di costruzioni, ristorazione, supermercati, alberghi e villaggi turistici, perché dietro quelle mafie vi sono veri e propri professionisti dediti al malaffare, soggetti capaci di infiltrarsi all’interno di quel mondo politico e istituzionale, sfruttando le debolezze umane di quegli individui compiacenti e utilizzando per i loro scopi, amministratori “prestanome” dal pedigree limpido, legati al mondo della finanza e dell’imprenditoria. 

Le mafie sono come un virus, diffondono quella loro pandemia in tutti quegli organismi statali e non adattandosi ai cambiamenti sociali, senza l’uso di dover incidere con atti violenti palesi, ma integrandosi nella società e sfruttando tutte le possibilità che gli vengono offerte, già… in tutti i paese del mondo in cui essa si trovi ad operare!!!

Ma se anche le forze dell’ordine e istituzionali si prestano al malaffare, ditemi… come dobbiamo andari avanti???

Sono 34 i provvedimenti cautelari emessi e tra quei soggetti vi sono comprovati rapporti corruttivi tra ex parlamentari e uomini appartenenti alle Forze di Polizia, Gdf, funzionari prefettizi ed alcuni vertici dell’Agenzia delle Dogane!!!

M’interessa poco parlare di quei soggetti e dell’ipotesi accusatoria compiuta dalla procura di Forlì, per un appalto milionario che vede coinvolta l’Azienda Usl Romagna per la fornitura di mascherine, nonostante non esistesse alcuna specifica attitudine aziendale e lucrando così su quanto accaduto durante quel periodo pandemico del 2020.

Ovviamente la lista è lunga e tra gli indagati troviamo un ex direttore dell’Agenzia delle dogane, un collega tecnico con delega alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, cui segue un economista professore universitario e nell’inchiesta sono altresì coinvolti anche esponenti del mondo imprenditoriale romagnolo con importanti trascorsi istituzionali di livello nazionale nonché altri soggetti appartenenti alle istituzioni, asserviti ad interessi economici estranei e contrastanti con il fine pubblico, la trasparenza e la legalità della pubblica amministrazione!!!

Le indagini hanno preso spunto da un’inchiesta legata al mondo della droga, più precisamente un imprenditore emiliano si giovava d’importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o per l’acquisto di immobili; viceversa, l’altro soggetto coinvolto, sfruttando le conoscenze di alto livello maturate grazie all’incarico istituzionale ricoperto in seno al Parlamento, era riuscito a garantirsi la presenza di persone a lui asservite all’interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali, quest’ultime infatti, a richiesta dell’ex parlamentare, garantivano la cura dei suoi interessi dall’interno dell’Amministrazione di appartenenza. 

L’arresto in frontiera da parte delle Autorità italiane, le perquisizioni eseguite da parte delle forze dell’ordine, ed i flussi finanziari delle disponibilità man mano emerse nel corso delle investigazioni a cui si è sommata l’analisi del contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati come pc e smartphone, hanno permesso di ricostruire dettagliatamente i rapporti tra l’ex parlamentare e gli appartenenti alle istituzioni per ottenerne uno stabile asservimento delle loro pubbliche funzioni ad interessi economici e imprenditoriali prettamente personali.

Per fortuna che il marcio ahimè all’interno delle nostre forze dell’ordine e istituzionale rappresenta soltanto un’eccezione di quel sistema criminale e per come è stato possibile evidenziare dall’inchiesta appena condotta, possiamo soltanto congratularci con quella parte onesta che tra mille difficoltà, compie fino in fondo il proprio dovere… 

Un plauso quindi al coordinamento della Procura della Repubblica di Forlì, della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, delle Questure di Forlì-Cesena e di Modena, in collaborazione con le forze dell’ordine del Belgio e della Germania, un lavoro che attesta l’impegno costante delle Istituzioni nella lotta alla criminalità e ai fenomeni corruttivi che si dimostrano essere costantemente presenti, non solo nel nostro territorio, ma anche in quello transnazionale…

Finalmente giunge la conferma ufficiale: la relazione della Dia riporta che non si sta contrastando le mafie per come si dovrebbe!!!

Almeno in questo paese c’è chi ha il coraggio di dire la verità e non continua a nascondersi dietro il dito!!! 

“La relazione della Dia è una conferma e vuol dire che noi non stiamo contrastando come potremmo e come dovremmo. Soprattutto dovremmo fare di più e avere nuove regole, strumenti normativi più incisivi, adeguati e proporzionati alla realtà criminale”. 

A dirlo è il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, durante un incontro in un liceo classico di Cosenza, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti: “Se si allargano le maglie dei controlli e moltiplicano i subappalti le mafie hanno più possibilità di inserirsi. Questa direttiva europea che non limita i subappalti sarà una grande ingenuità che sarà pagata a caro prezzo”.

“Invito quindi gli insegnanti, i dirigenti scolastici, a portare i ragazzi nelle comunità di recupero e far sentire loro, dalla diretta voce dei tossicodipendenti, se sono favorevoli o meno alla legalizzazione delle droghe. Chi soffre vi dirà che la droga è una schiavitù, il resto sono chiacchiere”!!!

Vorrei aggiungere come sia incredibile che ancora oggi, nel 2023, la droga rappresenti per quelle associazioni criminali, il maggior business…

Le entrate milionarie mensili, fanno comprendere come in questo paese la droga sia fortemente richiesta, in particolare proprio la cocaina; debbo quindi prendere atto che che una grossa fetta dei miei connazionali fa uso quotidiano di stupefacenti, per le ragioni certamente più disperate, le quali permettono non solo di far ingrossare i portafogli a quei criminali affiliati, ma alimentano e ampliano il giro di tutti coloro che finiscono per diventare dipendenti… 

Bisogna fare in modo che tutti indistintamente passino – come avviene già per la sicurezza sui luoghi di lavoro, durante la visita preventiva, per tutti quegli operai autisti o addetti a mansioni pericolose, attraverso controlli medici delle urine e del sangue!!!

Tutti coloro che vengono scoperti d’aver abusato di droghe devono essere sospesi alle loro attività e i loro nomi e cognomi, posti in un registro pubblico, affinché chiunque decidesse di assumerli, possa sapere in anticipo con chi debba avere a che fare…

Certo, comprendo bene come questa metodologia rappresenti per lo stato una ver e propria forzata, d’altronde chissà quanti di loro sono disposti a farsi controllare, sapendo che potrebbero emergere situazioni che finora sono state celate…

D’altronde, come il pesce marcio inizia a puzzare dalla testa, così le cause di un comportamento sbagliato di un subordinato vanno ricercate su chi ricopre posizioni di maggior rilievo, ed ecco quindi i motivi per cui quando il cattivo esempio viene dall’alto è prprio perché gli errori maggiori vengono commessi dai cosiddetti “capi”!!!

Combattere la droga???  Prevenire e contrastare il diffuso fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti??? Ma quando mai, fintanto che chi ne fa uso, appartiene a quello sistema che dovrebbe contrastarne la vendita, non cambierà mai nulla!!!

Combattere la Mafia: "Sì… un gradino alla volta"!!!

La mafia va combattuta un gradino alla volta… 
Già… bisogna studiarla per comprendere come debellarla, perché solo cosi, approfondendo i suoi particolari interessi e quelle sue infiltrazioni sociali, si potrà un giorno sconfiggerla…
D’altronde -come ripeto sempre- quell’associazione criminale, con il passare degli anni, si va espandendo… cambia i suoi programmi, investe in nuovi settori, penetra in quei settori attivi e legali dell’economia sana, infiltra i suoi uomini nella politica e corrompe gli uomini delle istituzioni…
In questi ultimi anni, avendo compreso che in questa terra (ma non solo, potrei dire in tutto il meridione) le potenzialità finanziarie sono ridotte ai minimi termini, ecco che ci si è trasferiti verso realtà ben più produttive a iniziare dal noto “Nord-Est”… 
A dimostrazione di quanto sopra vedasi l’ultima inchiesta della Dda di Venezia che ha portato all’arresto di oltre 50 persone, sospettate di aver permesso di gettare le basi nel litorale di Jesolo, a due passi da Venezia, occupando di fatto un’interesse che un tempo era di dominio della “Mala del Brenta“, di Felice Maniero.
La mafia ha compreso che a differenza dei nostri territori “poveri” il nord Italia possiede tutte quelle caratteristiche di “lavatrice“, per ripulire i suoi capitali di provenienza illecita…
Ecco quindi procedere con l’acquisizione di quelle attività che incassano ogni giorno contanti…
Ristoranti, bar, supermercati, esercizi commerciali, per passare quindi con l’acquisizione di cave, terreni e quant’altro, a cui seguono imprese “limpide” di nuova costituzione “attestate“, dedite in particolare agli appalti pubblici, quali movimenti terra, ripristini idrogeologici, costruzioni d’infrastrutture, lavori stradali e gestione rifiuti…
Ovviamente non poteva mancare oltre a ciò, il il traffico sempre fiorente di droga e prostituzione… 
Ma non solo, ho letto che in taluni casi, si è passati anche al business del “turismo”, grazie alle migliaia di ospiti che ogni giorno giungono sulla città lagunare in pullman, a cui vengono offerti servizi, quali ad esempio i vaporetti per le isole… 
Non esistono più confini e difatti il nord Italia (insieme ad altre realtà internazionali), è diventata (per queste associazioni criminali), nuova terra di conquista e futura residenza per i propri associati e familiari…
Un territorio esteso con cui fare affari, ma soprattutto nel quale investire, anche personalmente, favorendo cioè a seconda delle circostanze (ma soprattutto grazie a quel loro potere economico e finanziario), quei candidati politici ben conosciuti in quel loro territorio e che adesso son divenuti loro amici…  
La mafia ha messo le mani ovunque, acquistando terreni, industrie, società di costruzioni, attività commerciali ed anche proprietà immobiliari, ma soprattutto sta fornendo quel supporto elettorale a chi lo chiede… e sono gli stessi referenti di quei partiti del nord, che ora – vedrete a breve cosa accadrà – puntano a conquistare il Sud!!!

Quanti sono gli extracomunitari a disposizione della criminalità organizzata???

Sembra che a nessuno importi…
Avevo in precedenza evidenziato del problema, di tutti quegli extracomunitari posti ai semafori, a chiedere l’elemosina…
Ma in questi mesi ho potuto comprendere come non si tratti più di un caso singolo o sporadico, bensì di un sistema messo in pratica da chi ne ha organizzano il business…
Sì… pensateci, ad ogni incrocio a cui sostate, trovate non meno di 4 ragazzi per lato… troppi se pensate che già uno avrebbe difficoltà a raccogliere in una giornata quanto necessario per il proprio sostentamento… eppure loro sono lì, dalla mattina fino alla sera, con le mani giunte, a chiedere l’elemosina, dopo di che, finita la serata, ecco che alcuni di essi, si trasferiscono verso il centro per trasformarsi a posteggiatori abusivi degli spazi rimasti “liberi”, non segnalati cioè, dalle strisce blu a pagamento…
Mentre il resto di loro, è (come si dice ormai da noi) a “disposizione”!!!
Di chi… ovviamente della criminalità organizzata!!!
D’altronde, si tratta di manodopera a basso costo a disposizione di quella struttura malavitosa… sono ragazzi che vengono usati per qualsivoglia attività illecita…
C’è chi viene assegnato a confezionare dosi di stupefacenti e chi si dedica allo spaccio, c’è poi chi ha l’onere di verificare il territorio, in particolare di segnalare una eventuale presenza, delle forze dell’ordine…
Altri gruppi hanno il controllo della prostituzione ed altri ancora, sono responsabili del contrabbando di tabacchi, della contraffazione e della vendita di questi prodotti…
Poi ci sono coloro che vanno indirizzati quali braccianti temporanei, verso la raccolta dei prodotti agricoli, attraverso ben noti sistemi di caporalato, mentre altri più violenti, vengono dirottati a compiere raid punitivi, verso chi non effettua regolari pagamenti o non vuole sottostare alle loro condizioni…
Ognuno di essi… o quantomeno molti di loro, a differenza di alcuni anni fa, sono regolarmente muniti di un provvisorio permesso di soggiorno e quindi di fatto, autorizzati a vivere nel nostro paese… in quali modi, ecco quella è tutta un’altra storia…
Non dimentichiamo… quanto veniva espresso telefonicamente (per fortuna intercettato dalle forze dell’ordine…) alcuni mesi fa, dal maggiore esponente di “mafia capitale”, che per l’appunto riteneva l’immigrazione un business superiore a quello dato della stessa droga…
Possiamo quindi dedurre che oggi, sono questi i gruppi stranieri che collaborano direttamente con la nostra mafia ed il fenomeno purtroppo, è sempre più in aumento, con possibili rischi, dei quali nessuno è in condizione oggi, d’individuarne l’eventuali ripercussioni…
Dopotutto, “se mangiano loro… mangiano tutti” ed ecco quindi che anche “cosa nostra” ha compreso come, grazie a loro, si può giungere ad avere vantaggi, senza la necessita di doversi esporre in prima persona…
Difatti mentre in altre realtà siciliane, si è giunti a feroci scontri tra bande siciliane che detengono il predominio e quelle extracomunitarie che cercano d’imporre con la ferocia la propria ascesa, nel mezzo di quella lotta per il potere ci sono tutti quei cittadini, che vedono ormai quei loro quartieri, sempre più coinvolti in violenze, furti e crimini di ogni genere, di contro, nella città etnea, sembra essersi configurata una forma di pax,  tra la criminalità locale e quella extracomunitaria, che di suo altresì porta i proventi di differenti ma propri business, tra cui il traffico dei migranti o la vendita di auto di lusso, mezzi d’opera, ovviamente rubati e trasferiti (non si comprende come…) in quei loro paesi d’origine… 
Ovviamente questa situazione, permette alla nostra mafia, di liberarsi di alcune incombenze e dedicarsi in maniera più incisiva a quel mondo redditizio dei cosiddetti “appalti”, costringendo con questa strategia, le forze dell’ordine, a impegnarsi con investigazioni continue, nei confronti di quelle comunità criminali straniere, a prevenzione anche, di eventuali legami di quest’ultimi con quei gruppi di terrorismo internazionale…
Ormai è certo… hanno tutti paura, anche solo di parlarne, la gente si barrica a casa e non esce neppure nel balcone… per sentire quanto accade fuori…
La verità è che ormai siamo invasi!!!
Non parlo esclusivamente delle comunità africane o di quelle provenienti dai territori nei quali sono attualmente presenti dei conflitti, ma anche di tutte le altre presenti nei nostri territori, come ad esempio rumeni, georgiani, albanesi, cinesi, bengalesi (quest’ultimi dedicati nella vendita di oggettistica, accendini, cianfrusaglie, giocattoli, ma soprattutto rose…), che costituiscono un intero mercato a nero!!!

Miliardi di euro che producono evasione nel nostro paese, raccolta di denaro in contante che settimanalmente viene reinvestito in attività illecite o dirottato verso quei loro paesi d’origine, senza che nessuno –in particolare il nostro governo– dimostra d’essere capace di fermare o quantomeno limitare questo flusso costante di immigrati e di denaro sporco!!! 

Certamente, non si deve fare di tutta un’erba un fascio…
Già, fuori da quel contesto criminale… vi sono tante persone extracomunitarie perbene e oneste, grandi lavoratori che insieme alle loro famiglie, rispettano le nostre leggi e i nostri costumi, partecipano socialmente e non danno alcun modo di parlare di se…
Ecco, sono queste le persone che vogliamo e che siamo disposti ad accogliere, mentre per gli altri, per quanti cioè sono qui esclusivamente per creare problemi al nostro paese, ecco per quest’ultimi vi è una sola strada: dovranno essere in tempi celeri espulsi dal nostro paese!!!  

La follia di vedere esclusivamente la nostra mafia e non la loro: Italiani… non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, è la mafia!!!

Dopo la vignetta sui morti del terremoto, il mensile “satirico” (a loro modo…) francese Charlie Hebdo ha risposto pubblicando un altra vignetta su Facebook, dove nel disegno si vede una persona coperta di sangue fra le macerie e si legge: Italiani… non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, è la mafia…
La “MAFIA” sempre e ovunque in ogni circostanza… anche quando non c’entra un cazzo!!!
E’ dire che proprio i francesi per mafia sono tra i numeri uno!!!
Come dimenticare per esempio… quella marsigliese, che da sempre controlla il traffico del tabacco e di conseguenza la droga… o la cosiddetta mafia corsa (milieu corso), chiamata così perché nata in Corsica, ha esteso a Marsiglia, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nord Africa, Antille e in America del Sud, la propria influenza…
Hanno già dimenticato quegli anni settanta in cui, i suoi clan, costituivano la “French Connection”, una società criminale organizzata, che controllava tutto il traffico dei narcotici verso gli USA destinati per lo più alla mafia americana…???
La “mafia francese” opera un giro di affari di 2 miliardi di euro, attraverso il solo commercio della droga, con una lista di quasi 30 mila reati registrati annualmente, tra violenze, traffico di stupefacenti, rapine a mano armata e vari regolamenti di conti…
Una serie di episodi criminali che vedono protagonisti gli eredi di quelle bande di cui sopra, che ora hanno diversificato e investito in nuove attività commerciali, quel loro denaro sporco…
I forzieri sono pieni… li hanno depositati presso le banche del vicino principato di Montecarlo, utilizzano per riciclare quei loro casinò e fanno import/export, grazie al porto di Marsiglia…
Hanno trasformato la Cote d’Azur in un loro possedimento… negozi, ristoranti, alberghi, auto di lusso, tutto serve per detenere il potere e secondo il rapporto della polizia giudiziaria, starebbero in questi anni cercando, d’instaurare nuovi partnership stabili con altre criminalità nel mondo… 
E’ vero la mafia esiste… è guarda caso, si trova proprio in Francia…
Ah… certo c’è ancora chi, come “Charlie Hebdo”, continua a sostenere che la mafia da loro non esiste!!!

2° puntata dei "Cento potenti di Sicilia": Gianfranco Miccichè

E’ stato definito “Mister 61:0”!!!

Fu chiamato così… perché riusci nel 2001 da Coordinatore in Sicilia di Forza Italia, a far vincere il suo partito in tutti i collegi uninominali, che precisamente erano proprio 61… (per fortuna parliamo di tempi passati…)!!!
L’hanno anche definito il grande “traditore”… perché prima portò avanti quale candidato del Pdl (al palazzo della regione) Nello Musumeci e poi all’improvviso decise di candidare se stesso… stringendo un patto con quel Movimento per l’Autonomia dell’ex governatore Lombardo…
La famosa classifica lo poneva lo scorso anno al 87′ posto… certamente lontano da quel podio che nel 2010… lo vedeva terzo!!!

Il cavaliere… ormai in Sicilia con quel suo “partitino” conta “meno del 2 di coppe quando la giocata è a oro…”, ed ora prova quale ultimo tentativo, ad affidare le redini del carro siciliano… a quel suo ex “amico”… sperando in un qualche sorta di miracolo, che dai risultati delle ultime elezioni regionali… si è visto come non esserci stato!!!

Ho letto sul web (LiveSicilia) un’interessante articolo di Pietrangelo Buttafuoco, s’intitola: ” Riecco la congrega dei “traditori”, Alfano e Micciché ancora insieme“!!!
Già il titolo non fa presagire nulla di buono… ed è strano che riparlando di “traditori”, torni nuovamente alla ribalta il nome di “Mister 61“!!!
Mi chiedo… ma veramente c’è ancora qualcuno che pensa che noi siciliani siano così stupidi, da seguire chi finora li ha totalmente delusi???
Mi riferisco proprio a quel 61 a zero… a quando cioè la Sicilia era nelle mani del centro-destra e cosa fece per essa… nulla, l’ha completamente abbandonata a se stessa o meglio, l’ha lasciata nelle mani di quei politici corrotti e dei loro amici mafiosi…
Perché in fin dei conti di questo si è trattato: di un vero e proprio scambio di favori, tra chi raccoglieva voti e chi si aggiudicava gli appalti!!!
Che poi sono le stesse imprese che in questi anni, sono state colpite da provvedimenti giudiziari, che hanno saputo fare emergere, collusioni, malaffare ed i soliti giochi di potere…
Si… ciò che nessuno però (tra questi partiti) vuole dire è che tacitamente, si stanno cercando i voti della mafia…
Sì… proprio di quella associazione che da sempre –certamente qui da noi in Sicilia– ha indirizzato in maniera sostanziale le preferenze elettorali… 
Oggi però (non bisogna essere degli investigatori per capirlo) quella associazione criminale… dimostra (dalle intercettazioni…) che non ha ancora deciso con chi schierarsi, o meglio, trovandosi quali interlocutori, inconcludenti picciotti a modello “pisciabrori”, preferisce stare immobili… ed osservare gli eventi!!!

Dopotutto… il Pd di Crocetta ha completamente deluso… sul M5Stelle non si può contare quello si sa… è per la legalità, sul partito del Ministro di Giustizia, Angelino Alfano, neppure…
Abbiamo visto come in questi anni abbia portato avanti una lotta ferrea alla mafia e come proprio attraverso le riforme sulla giustizia, si sia ancor più inasprito il carcere duro cagionando un grave colpo a quell’associazione del malaffare…
D’altronde, egli stesso da sempre ha riportato: la lotta alla mafia è un credo ideologico del mio agire politico, bisogna sin da subito dimostrare ai giovani, che lo Stato è vincente ed i boss perdenti!!!

Io comunque mi immagino i dialoghi di quegli esponenti mafiosi che staranno dicendo: a chistu… nenti voti!!! 
Matu a scusari… (continua a parlare il boss…), vulissi riri na cosa… pi’ ora, iè megghu ca aspittamu, ie pi’ fauri… non ni parramu chiù!!! 
Ma comu…; “boss”… cinnè ancora unu, comu cu arristau… u signor Miccichè!!!    
Ma picchi quannu mangiamu… iammu a parrari di pulitica…??? 
Ie poi… quanti voti vaia diri ca “u pisci a bruoru” mi piaci sulu a duminica, mentr n’da l’autr’iorna, mi piaci fattu ‘ndo folcularu???
Ma… scusate, chistu… non è chi chiddu ca fumava e pigghiava ddroga quann’era carusu… minchia… pi’ faureddu, vu ricu nautra vota… assicutatulu!!!!!
Molto probabilmente il “boss” si rifà ad una intervista ascoltata su Radio24 nel programma “La zanzara” nella quale l’allora deputato, si lasciò andare ad alcune confidenze sulla sua gioventù: “da giovane ho fumato qualche canna, ma una volta mi andò via la testa a tal punto da spaventarmi quindi dissi basta; da allora fumo solo sigarette, ma sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere“… al che, il conduttore si spinse un po’ più in là: “Ma lei ha mai provato droghe pesanti?“. Risposta di Miccichè: “Da giovane sì, mentre quella storia che uscì fuori quando ero al ministero (fu accusato di farsi recapitare periodicamente della cocaina presso gli uffici del ministero delle Finanze, in cui all’epoca ricopriva il ruolo di viceministro, ndr ) risultò completamente falsa… 
Parliamo della stessa persona che solo pochi giorni fa, intervistato, ha dichiarato: Crocetta è colpa della mafia, i siciliani lo hanno votato solo per paura di Cosa nostra, ed ecco il risultato. Non prendo il kalashnikov perché non sono un terrorista…
Meno male, con tutti i terroristi che ci sono in giro ci mancava soltanto lui… ma a proposito, spero che qualcuno (viste le sue parole) sia andato in casa sua a controllare che non possedesse realmente qualche arma… anche perché dalla sua frase, non è esclusa la possibilità che l’avesse!!!
Non vi dimenticate inoltre anche di quell’altra intervista sul cavaliere (il quale l’aveva escluso con il suo partito “Grande sud” da qualsivoglia intesa elettorale, proprio a causa di quel tradimento…) disse: “Io non ci sono mai andato ad escort, Berlusconi invece qualche volta credo di sì”!!!  
Un amore conflittuale quello con il “cavaliere”, quasi fosse un elastico… ci si allontana e ci si riprende a seconda delle circostanze e soprattutto delle convenienze… ma forse l’ex presidente del consiglio (ed è la sua terza volta…) crede che grazie a lui, possano confluire “alcuni” voti… 
Comunque nel 2009 era 13′,  11′ nel 2011, 16′ nel 2012 e 91 nel 2013 e fuori dai cento più potenti nel 2014!!!
In questi giorni mi chiedevo… con quali criteri o con quali meriti, è stata stilata questa particolare classifica…
Anche perché… se prendo i nomi che dal 2009 ad oggi sono stati elencati, questi sono stati in questi anni, inquisiti, arrestati, posti ai domiciliari o ancora sotto processo in vari gradi di giudizio…
Sì… di quei cento nominativi, più volte ripetuti negli anni (dal 2009 ad 2015), di onesti e perbene… chissà forse se ne contano a stento… una ventina!!!
Non auguro a nessuno entrare in una speciale classifica come quella pubblicata, piena di persone di ……..
Al sottoscritto per esempio basta alimentare quella fiaccola di speranza, augurandomi un giorno di poter vedere questa mia Sicilia svincolata da questi suoi figli “indegni”, provando finalmente a respirare in modo libero… un’aria completamente rinnovata!!!
Come ripeto sempre: chi nel corso della propria vita ha acceso anche soltanto una luce… nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”!!!

La mafia… ha conquistato Londra!!!

Roberto Saviano è intervento al Parlamento britannico su invito del parlamentare laburista David Lammy, ex ministro dell’Università…
Quanto segue, rappresenta il proprio intervento:
Se si chiede quale sia il Paese più corrotto al mondo, la risposta più immediata è dettata dal grado di corruzione percepita. 
Magari si penserà al Messico, ai Paesi latinoamericani, a quelli africani, al Medio Oriente, all’Italia. 
E invece il più corrotto è l’Inghilterra, ma non di una corruzione che riguarda gli amministratori pubblici, i poliziotti, i sindaci, ma di una corruzione che è consustanziale al sistema economico. 
Il sistema economico inglese si alimenta di corruzione. 
E in tutto questo il governo e i cittadini britannici non si sono davvero resi conto dell’emergenza che sta attraversando il Paese.
Nel 2015 la National Crime Agency pubblicò un report i cui dati sono estremamente importanti. Il report spiegava che “ogni anno centinaia di miliardi di dollari di provenienza criminale quasi sicuramente continuano ad essere riciclati attraverso le banche del Regno Unito e le loro filiali”. 
E aggiungeva che “l’entità del riciclaggio dei proventi criminali è quindi una minaccia per l’economia e la reputazione del Regno Unito”. 
Di lì a poco anche il primo ministro David Cameron avrebbe espresso il suo impegno dichiarando: “Il Regno Unito non deve assolutamente diventare un paradiso fiscale per soldi sporchi di tutto il mondo”. 
Eppure non è andata così.
In un documento molto interessante pubblicato da Transparency Uk a marzo del 2015 sul mercato immobiliare londinese come rifugio di capitali segreti e soldi sporchi, si parlava di soldi provenienti dalla corruzione, ma non veniva mai citata la parola mafia, né mai si è parlato di organizzazioni criminali. 
Il motivo è semplice: tranne che per rarissimi casi, in Inghilterra la mafia non si vede e non si sente. 
Non ci sono cadaveri sulle strade né sparatorie. In Messico o in Italia tra cadaveri, sangue e sequestri di droga non è possibile pensare che la mafia non esista. 
A Londra esiste ma è silenziosa, agisce nell’ombra… e soprattutto non ha l’odore acre del sangue, ma quello rassicurante dei soldi.
Senza il riciclaggio, il denaro delle mafie sarebbe un ricavato inerte. 
È necessario, invece, che rientri in circolo: il problema delle organizzazioni criminali non è fare soldi, ma riciclarli. 
E nel Regno Unito, secondo le stime di associazioni non-governative, vengono riciclati 57 miliardi di sterline (ovvero 74 miliardi di euro). 
Proventi illeciti che, dopo essere stati opportunamente ripuliti, vengono rimessi in circolo. In silenzio, i capitali criminali si muovono e minano la nostra economia e le nostre democrazie. In silenzio.
La City di Londra, insieme a Wall Street, è la più grande lavanderia al mondo di denaro sporco del narcotraffico. 
Londra è un sistema finanziario internazionale da cui passano transazioni da tutto il mondo per il valore di bilioni di sterline ogni anno e offre i servizi finanziari più ricercati. 
Ma non è tutto, perché oltre a questo, la capitale inglese si trova al centro del più importante sistema offshore del mondo.
Molti capitali internazionali che passano attraverso le dipendenze della Corona Britannica (come Jersey) e i territori d’Oltremare (come le Isole Cayman) – paradisi fiscali per eccellenza – vengono poi incanalate verso le banche della City e quando arrivano a Londra sono già stati ripuliti anche se originariamente erano sporchi. Come rivelò nel 2013 uno studio basato su inchieste di Transcrime (il Centro di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano) tutte le principali mafie italiane sono presenti nel Regno Unito con i loro affari. 
Uno studio di Transparency International del 2015 ha contato 36.342 immobili in un’area di 6 km quadrati a Londra di proprietà di società di copertura. 
Mentre il 75% degli immobili attualmente sotto indagine nel Regno Unito per reati legati alla corruzione sono registrati in paradisi fiscali. 
A Londra il 90% degli immobili di proprietà di società straniere sono di società registrate in paradisi fiscali.
È così che interi quartieri di Londra si stanno svuotando, diventando luoghi di investimento. Entrano i soldi, escono le persone.
Finalmente la stampa inglese si è accorta di questa vera e propria occupazione finanziaria della propria città: qualche giorno fa ha fatto rumore l’inchiesta del Guardian sul grattacielo residenziale più alto di Londra: St George Wharf Tower, un grissino di cemento di 50 piani dove i 214 appartamenti di lusso sono perlopiù intestati a magnati stranieri quando non posseduti da società offshore. 
Una torre con tutti gli optional che rimane vuota per la gran parte dell’anno, mentre la maggior parte dei londinesi non riesce nemmeno più a trovare un affitto accettabile: le case non servono per essere abitate, ma per fungere da casseforti di cemento, che custodiscono denaro, spesso riciclato.
Tra un mese la Gran Bretagna sarà chiamata a votare al referendum sulla cosiddetta Brexit, per esprimere la propria opinione sull’uscita o meno dall’Europa.
È fondamentale tenere presente che ci sono ambiti – come la sicurezza e la giustizia – in cui non si può agire isolati. 
Quando si parla di criminalità organizzata, di terrorismo, di narcotraffico, non esistono confini. Saremmo degli illusi a pensarlo.
Come si può pensare di affrontare qualcosa che è per definizione internazionale con strumenti nazionali?
Il Regno Unito non può più fare finta di nulla. 
Ora ha i dati, i risultati delle inchieste, gli avvertimenti degli esperti e delle autorità. 
Ora è il momento di muoversi, di fare qualcosa contro il denaro criminale, prima che il denaro criminale si compri tutta la Gran Bretagna.

EXPO: nuovo business per Escort

L’Expo Milano 2015 sta per aprire… 

Il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, verrà a giorni presentato presso l’Esposizione Universale che dal I° Maggio al 31 ottobre 2015 accoglierà circa 20 milioni di persone…
Ed ecco quindi, giungere da tutti i paesi europei e non, migliaia e migliaia di ragazze, che, in cerca di un monolocale/bilocale, vicinissimo alla struttura milanese, precisamente a Rho, iniziano a contrattare gli appartamenti ancora liberi, attraverso quegli annunci ancora presenti in riviste e quotidiani.
E’ proprio vero… dove circola denaro c’è il mercato della prostituzione, che a seconda dei gusti e soprattutto del portafoglio, metteranno a disposizione dei loro clienti, le loro capacità amatorie…
I clienti troveranno un’ampia scelta, da quelle di lusso ( da centinaia e/o migliaia di euro ) a quelle di strada… ( qui basteranno pochi euro ) ma certamente in molti resteranno ( a loro dire… ) soddisfatti…
Ormai le chiamano “sex-worker” cioè lavoratrici del sesso e se consideriamo che in Italia, il sesso è ancora visto come qualcosa da imitare e dove il nudo e certi personaggi ( attori porno ), si ritrovano ad essere ospitati in trasmissioni televisive, soltanto per aumentare lo share, ecco che allora, non dobbiamo meravigliarci se i problemi “profondi” sessuali con cui in tanti giornalmente si confrontano, esplodono poi con le violenze e l’aggressione che ormai andiamo assistendo dai media in particolare in ambito familiare…
L’altra sera, stavo passeggiando al centro di Catania, quando adiacente Via Umberto, c’erano tantissimi giovani ( in particolare ragazzine ), messi li in fila, ad attendere l’ingresso al cinema per il film: cinquanta sfumature di grigio…
Ora, per quanti hanno potuto leggere questo libro così “banale”, c’è da sorprendersi quanto, nel 2016, certe manifestazioni, attirino ancora, in particolare i nostri giovani, così inesperti e sempre in cerca di novità…
Ricordo ai miei tempi, il film scandalo di “Nove settimane e 1/2” che – ad esclusione dei due attori protagonisti e della canzone interpretata da Joe Cocker – presentava per il resto una scenografia noiosa e veramente scialba…
Io – senza alcuna presunzione – ( ma troverei certamente appoggio in quante… hanno avuto modo di “conoscermi”) viaggiavo già a quei tempi in maniera molto differente rispetto ai miei coetanei e sicuramente su livelli non “standard“, tanto… da non avere tempo, neanche, per condividere le classiche partite e/o uscite con gli amici…
Ovviamente questa ricerca di sesso tocca ormai tutti e non parlo solo per quelle persone “comuni” che ricercano un’avventura o le fantasie sessuali che non riescono ad avere dalla propria compagna… ma di tutti coloro che, per loro stessa natura, aggiungerei “deviata”, vanno ricercando situazioni al limite e certamente estreme…
Ecco quindi che tra i clienti delle escort e degli omosessuali, ci sono, una serie di soggetti, a cui non basta più l’emozione del rapporto etero o bisex… ma si spingono a trasgredire scoprendo la propria sessualità ( o diversità ) attraverso nuove situazioni particolari ( vedasi travestimenti, sadomaso, ecc… ) ma vanno sempre più…, alla ricerca dei cosiddetti “trans” per eccedere in quel sesso perverso che dovrebbe dare loro, ricercate e nuove, esperienze sessuali…
Ovviamente, dalla sopraddetta lista, escludo tutti quei “malati” che indirizzano i propri comportamenti nei confronti di minori: ecco questi, andrebbero buttati (come fa l’ISIS) dai tetti dei palazzi!!!
Infine, non bisogna dimenticare che nell’andare con le prostitute, si contribuisce non soltanto ad aumentare i rischi di malattie sessuali, ma soprattutto s’incrementa a schiavizzare quelle ragazze/i ed a far crescere finanziariamente quelle organizzazioni criminali… perché dove c’è prostituzione… c’è sempre criminalità e droga!!!
Un giro d’affari per milioni di euro, a cui nessuno malvivente vorrà sicuramente mancare.., con il rischio così di vedere questo nostro Expo ricordato, non per aver promosso, innovazioni alimentari e nutrizionali per un futuro sostenibile, ma soltanto per aver dato nuovo impulso di crescita alle violenze ed agli abusi, in questo nostro già abbastanza “insanguinato” territorio!!!  

La fortuna arriva dal cielo…

Quando si dice che la fortuna arriva dal cielo… è proprio il caso singolare di quanto accaduto sulle coste del Ecuador, vicino un piccolo villaggio di poveri pescatori, chiamato Taichè…  
Durante un volo, certamente per effettuare un trasporto per conto dei narcotrafficanti, un piccolo aereo, sembra un modello Cesna è precipitato a mare…
Sembra che sull’areo ci fossero circa 5 milioni di dollari e che ora qualcuno ne abbia preso una parte, infatti durante i soccorsi, oltre ad aver trovato i cadaveri dei due occupanti… ( ovviamente risultavano schedati ), all’interno è stata rinvenuta una valigetta con soltanto 1 milione e mezzo di dollari…
Si è scoperto che l’aereo non possedeva un piano di volo e adesso si cerca di capire se il volo che di solito effettuava, come tanti, voli costanti tra il Messico e/o la California ed i paesi del Sud America, stesse rientrando con i contanti dopo avere fatto una consegna di droga… 
Gli investigatori ( DEA ) stanno cercando di capire cosa è successo, soprattutto stanno accertando per come sembra, che oltre quanto rinvenuto, mancano almeno 3,5 milioni di euro… ed allora tutti a chiedersi dove sono finiti quei soldi…
Si pensa che la gente del luogo, giunta nell’aereo subito dopo l’incidente, si sia impadronita di una parte dei dollari, lasciandone una parte all’interno, volendo depistare ed ingannare, sia i criminali che gli investigatori…
Certo chi li ha presi, ora deve stare attento…, credere che coloro che li abbiano persi, possano soprassedere e alquanto da escludere…, vedrete che quando le acque si saranno calmate, tenteranno in ogni modo di recuperarli quei soldi, con tutti i mezzi possibili ed a loro disposizione e possiamo immaginare che non saranno cortesi nel farlo…
Io conservo la speranza… che coloro che li hanno presi, possano essere scappati e riescano a far perdere le loro tracce…, vivendo finalmente in maniera agiata e spendendo quanto il cielo ha voluto finalmente loro donare…!!!  

C’era una volta la scuola…

”Addolorati e sconcertati per l’arresto del collega ……, manifestiamo il nostro apprezzamento per la sua professionalità, correttezza e disponibilita’ in ambito lavorativo. Fiduciosi nel corso della giustizia per un sollecito chiarimento della posizione del collega, che ha diritto, comunque, alla presunzione di innocenza fino a prova contraria, sottolineano, sconfessando le affermazioni di molte testate giornalistiche, – e’ detto in un testo dei docenti – la comprovata serietà e correttezza di tutto il corpo docente e personale della scuola, da sempre attento alla crescita culturale, professionale e civica dei propri studenti”.
I colleghi docenti, si sono mobilitati per difendere l’arresto del professor G.F. loro collega, accusato di possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e certamente ognuno di noi, spera, che quanto accaduto sia frutto di un errore e che quindi il prof. incriminato risulti non colpevolezza della circostanza…
Ciò che non capisco è come ciò possa essere successo…, quello che voglio dire e che oggi tutti i dipendenti sono soggetti a sorveglianza sanitaria, tra cui è possibile richiedere, al medico competente un controllo per eventuale uso di stupefacenti…
Allora mi chiedo… perché non eseguire questi controlli a tutti coloro che operano nell’ambito della scuola,  iniziando dagli alunni, continuando con i prof. ed inserendo pure i collaboratori scolastici…
Trovare delle sostanze stupefacenti in una macchina, non dimostra niente… è stato eseguito un test sul prof.??? come è risultato??? se l’esito era positivo è stata controllata l’abitazione??? ed ancora erano presenti le impronte su quanto trovato nella macchina… corrispondevano oppure appartengono a qualcun’altro e a chi precisamente…
Se alla fine di questi semplici controlli, tutto risultasse negativo, potrei iniziare a pensare che qualcuno abbia di proposito messo della droga nella macchina del prof… non vi sembra??? Infatti la polizia non ha ricevuto una chiamata anonima… e chi poteva farla se non uno che conoscesse bene le sue abitudini e/o che voleva incriminarlo…
Non c’e bisogno di leggere Jeffery Deaver, Agatha Christie, Micheal Connelly, per diventare un piccolo esperto di thriller e non volendo sostituirsi a Sherlock Holmes, credo che comunque sarebbe sempre meglio vagliare da parte delle autorità le notizie, prima di darle in pasto ai giornali… e mettere in croce il primo che capiti a tiro…
Ora tutti a discutere sui principi che la scuola dovrebbe trasmettere, quell’educazione ai principi e ai doveri di buon cittadino, e certamente non all’uso di droga, ci troviamo invece con una macchina con cocaina e marijuana (per essere precisi, 5 grammi di cocaina, già divisi in confezioni da un grammo, e 45 grammi di marijuana) che secondo gli investigatori, intendeva spacciare a scuola…
Certamente siamo al paradosso, tutto il contrario che avrebbe dovuto svolgere nella sua funzione d’insegnante, ma la vera verità che nessuno vuole dire e che sono in tanti ( gli insegnanti ) che ne fanno uso e abuso e di cui nessuno si preoccupa, con ovvie ripercussioni nell’insegnamento ed in quei valori che vengono così messi in discussione…  
Chissà forse bastava soltanto iniziare a controllare con quale reddito il prof. si era potuto permettere l’acquisto di una  Bmw, ma ormai in Italia tutti possiedono auto di lusso da 35.000 in su con buste paghe da morti di fame…,  già come fa uno stipendiato pubblico con un reddito di 1.500,00 euro al mese a comprarsi una simile macchina??? Se fosse così bravo da mettere da parte 500,00 euro al mese ci vorrebbero almeno 6 anni de suo stipendio… e poi i costi di gestione ( assicurazione, bollo, tagliandi, manutenzione riparazioni, ecc…) con quali altri soldi li pagherebbe sempre con quei 1000,00 rimasti…???
Se in Italia i controlli, venissero svolti in maniera rapida, corretta, incrociando i reali redditi dichiarati con quanto posseduto, non avremmo certamente bisogno di dover attendere, eventuali telefonate anonime…
Certo quanto accaduto dimostra che bisogna sin da subito iniziare un monitoraggio selettivo, perché non possa mai ripetersi, quanto in questi giorni sentito e soprattutto per salvaguardare tutte quelle generazioni di ragazzi/e che dovranno ancora attraversare le nostre purtroppo già mediocri scuole…

Morire nell’indifferenza generale…

Recanati ( Giardini Naxos ) – 15 Agosto 2011

Di tutto avrei voluto scrivere, soprattutto quando si trascorre una bella giornata come quella di Ferragosto…

Purtroppo invece mi ritrovo a dover raccontare quanto accaduto durante la notte dei falò, delle tende, della musica e di tutti quei ragazzi che nel voler cercare emozioni perdono la vita… 
Quando tanti anni fa, ero io ad organizzare insieme ai miei cugini la festa per il Villaggio, andare in cerca della legna, raccoglierla il giorno prima in tutti quei casolari diroccati, procurarci il necessario perché quanto fatto portasse ad una festa bellissima, fare in modo che il nostro fuoco potesse essere visto anche da lontano, raccogliere i soldi per acquistare carne, salsiccia e bevande per tutti… birra e ammetto anche qualche bottiglia di whisky… anche se io ero totalmente astemio, serviva ovviamente a fare scena…

Ecco che noi uomini duri, vissuti, cercavamo di impressionare le nostre coetanee, illuderle di avere a che fare con ragazzi tosti…mi sentivo un po’ come John Travolta nel film ” Greease “, e poi la musica con quello ” Stereo” così si chiamava, mezzo scassato e la chitarra che non mancava mai per suonare le canzoni del gruppo dei REM e di quelle un po’ passate di Baglioni e Battisti…

E poi, c’era il momento di tenerezza, si cercava di trovare un posto, bastava anche soltanto appartarsi dietro un ombrellone, per scambiarsi effusioni e baci, sentirsi drogati… si era l’ormone dell’adrenalina nel corpo che cominciava a farsi sentire, ti sentivi inebriato ed eccitato senza aver avuto bisogno di far uso di ulteriori sostanze…, bastavi tu e la tua personalità per rendere tutto così incredibilmente bello, ed ancora il bagno dopo mezzanotte, tutti in costume a giocare, scherzare, abbracciarsi e a volte approfittare di quel buio per l’amore…, ecco che alla fine giungeva l’alba e un po’ distrutti rientravamo al residence, nei propri appartamenti, e addormentandoci pensavamo a quanto avremmo ritrovato l’indomani…un nuovo amore!!!
Ecco che quanto sopra succedeva tanti anni fa…, oggi invece i ragazzi arrivano nelle spiagge e cercano nel  festeggiare una serata, di trovare un modo per dimostrare a se stessi e chissà forse agli amici, quanto si è bravi a sballare… e quindi giù con alcol, con pasticche, con droghe leggere e pesanti, l’importante è andare fuori di testa…

Che l’alcol e le droghe creino dipendenza con gravi ripercussioni irreversibili con il tempo sia al sistema celebrale che agli organi interni è ormai risaputo, ma che i processi d’incoraggiamento vanno fortemente combattuti sul nascere, questo è un problema che non può essere sottovalutato…
Tutti debbono unirsi in questa lotta senza fine…le famiglie per prime, le scuole, le associazioni, le forze d’ordine, debbono verificare e contrastare quanto invece realizzato da coloro che tentano in tutti i modi d’incoraggiare alla strada della droga…
Ora che un ragazzo di soli 25 anni, Fabrizio F., debba morire la scorsa notte sulla spiaggia di Giardini, in località Rocce Nere è una vergogna…; festeggiare il Ferragosto in questo modo, è un crimine per tutti noi!!! Ovviamente quando è giunto il 118 era già morto e poi subito dopo sono giunti i militari dell’Arma…
Ora vorrei dire, per tutta la serata almeno fino alle due di notte non si è vista l’ombra della polizia, ne in strada dove le macchine avevano creato due file interminabili, che nella spiaggia adiacente…
A tal proposito vorrei aggiungere, sappiamo cosa succede in tutta Italia a proposito dei Rave Party e questo che in un qualche modo, ne è copia non viene neanche preso a verifica e controllo…
Ed ancora, vorrei saper, coloro che hanno lavorato sin dal pomeriggio, per montare una struttura con amplificazioni e effetti video speciali, con generatori di corrente diesel, con spari a mezzanotte di fuochi d’artificio, organizzazione che non incassa denaro per la partecipazione, non vende panini, salsiccia o bibite, ma allora…mi viene un dubbio, perché lo fa??? Sarebbe bastato un semplice controllo, con alcuni cani antidroga e state tranquilli che forse non avremmo trovato i colpevoli spacciatori ma certamente avremmo salvato una vita…
Ma ciò che nessuno vuole dire è che durante il tentativo di rianimazione, attraverso un massaggio cardiaco, prima da parte degli amici e quindi dagli operatori del 118, i bambini che stavano transitando insieme ai genitori per rientrare nel nostro villaggio, hanno dovuto assistere in diretta a quella tragica circostanza e mi è stato raccontato l’indomani da amici e parenti che molti di loro hanno avuto paura a dormire la notte…
Ma non pensiate che quanto sopra possa raffigurare qualcosa di spiacevole, il peggio doveva ancora arrivare, infatti di lì a poco, alcuni ospiti della spiaggia, si erano spostati per acquistare da un venditore ambulante, tagli di pizze e cornetti caldi… e quindi nell’indifferenza generale, accanto ad un ragazzo morto, qualcuno si accalcava e gridava ” per favore, un cornetto alla Nutella grazie…”!!!
E la festa in spiaggia, pensate che si è conclusa…??? NO…è continuata come niente fosse successo…
Adesso la procura ha aperto un fascicolo ( uno… tra quelle migliaia già aperti )  e ha ordinato l’autopsia, l’esame infatti dovrà stabilire se il giovane avesse consumato alcolici o stupefacenti o se sia stato, invece, stroncato da un malore… 
A questo punto comunque a poca importanza, tanto egli è morto, ucciso due volte.
Si… la seconda volta lo ha ucciso l’indifferenza generale…