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Un sistema che scricchiola: il lungo grido sommerso del popolo iraniano.

Mentre i telegiornali mostrano famiglie iraniane in fuga, attribuendo la loro decisione alla pa1ura di bombe e missili, c’è qualcosa di più profondo che emerge tra le righe. 

Quello che vediamo non è solo una reazione al conflitto, ma l’occasione per molti di lasciarsi alle spalle un regime che per 45 anni ha soffocato libertà e diritti. Le frontiere aperte in questo momento di caos offrono una via di fuga a chi, da tempo, sogna una vita lontana dall’oppressione.

Le donne iraniane, più di tutte, portano il peso di quasi mezzo secolo di privazioni. Dalla caduta dello Scià, le loro vite sono state segnate da imposizioni crudeli, da divieti che hanno spento sogni e spezzato destini. Migliaia di giovani donne hanno pagato con la vita il coraggio di alzare la voce, e oggi, forse, intravedono nella crisi attuale una possibilità di cambiamento. Per loro, questo non è solo un conflitto tra stati, ma lo scricchiolare di un sistema che potrebbe finalmente crollare.

E mentre la gente comune cerca una via d’uscita, i vertici del potere sembrano muoversi nell’ombra. Le voci su un possibile “lasciapassare” richiesto da Khamenei e dalla dirigenza militare alla Russia suonano come un déjà vu. 

È lo stesso copione visto con Assad, lo stesso terrore che ha travolto Saddam Hussein e i suoi fedelissimi quando il loro regime è caduto. La paura di essere braccati, di finire come quei dittatori i cui ritratti sono stati bruciati nelle piazze, è un fantasma che ora perseguita anche Teheran.

La storia si ripete, e i regimi autoritari sembrano condannati allo stesso epilogo: la fuga, la caduta, la resa dei conti. In Iraq, in Siria, e forse presto in Iran, la fine del potere assoluto ha portato con sé un’ondata di violenza, ma anche una flebile speranza di rinascita. Dietro le bombe e le retoriche di guerra, c’è un popolo che sogna da decenni una vita normale, libera dalle catene di un governo che ha imposto le sue regole con il pugno di ferro.

Ma accanto a questa tensione interna si staglia un pericolo ancora più vasto, capace di coinvolgere l’intera regione e ben oltre. Il programma nucleare iraniano, mai interrotto nonostante gli accordi e le promesse, rappresenta una minaccia concreta non solo per Israele, ma per tutta l’area mediorientale e non solo. 

La costruzione di una bomba atomica da parte della Repubblica Islamica non sarebbe soltanto un salto tecnologico, bensì un mutamento radicale degli equilibri geopolitici. Un singolo test nucleare potrebbe innescare una corsa agli armamenti senza precedenti, trascinando Paesi vicini come Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi verso un baratro impossibile da controllare.

Questo scenario rende il conflitto ancora più fragile e imprevedibile, perché ogni azione militare, ogni dichiarazione, assume il peso di una potenziale escalation globale. La prospettiva di un’arma nucleare in mano a un regime che nega l’esistenza dello Stato di Israele e sostiene gruppi terroristici in tutto il Medio Oriente non è una semplice ipotesi: è un rischio tangibile, che richiede l’attenzione costante della comunità internazionale.

Forse, in questo momento di fragilità, si nasconde l’opportunità che molti aspettavano. Non è solo una guerra tra nazioni, ma uno scontro tra chi vuole mantenere il controllo e chi, finalmente, intravede la possibilità di riprendersi la propria libertà. 

Sì… la vera posta in gioco non è solo il conflitto, ma il futuro di un intero popolo che ha atteso troppo a lungo.

"Donne che odiano le donne"!

Ero rimasto ai romanzi della serie Millennium dello scomparso Stieg Larsson, in particolare a quel suo primo, potente titolo: “Uomini che odiano le donne”.

Eppure, incredibilmente, la realtà che osservo oggi è capovolta. Perché ciò che accade non è solo assurdo, ma tragicamente emblematico: il sesso femminile, invece di proteggere il proprio genere, spesso lo ostacola. Sì, avete letto bene. E la politica, quella siciliana in particolare, ne è la prova più grottesca.

Non è un caso isolato. I numeri parlano chiaro, e ciò che dicono è spietato. Prendiamo il tema della rappresentanza di genere: la Commissione Affari Istituzionali ha inserito norme che impongono il 40% di presenza femminile nelle Giunte delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi. Una misura lodevole, in teoria. Ma quando si scava nei dati, emerge una verità scomoda: le donne non votano le donne.

Prendiamo come esempio le ultime Elezioni provinciali di Catania, svoltesi con un sistema di voto riservato ai consiglieri comunali e ai sindaci. Nonostante un’elevata partecipazione femminile tra gli elettori – il corpo elettorale era composto da 760 unità, pari al 94,64% degli aventi diritto – il risultato è stato sorprendentemente squilibrato: su 18 eletti, solo 3 sono donne.

Questo dato evidenzia una clamorosa discrepanza tra la rappresentanza femminile nell’elettorato attivo e quella negli eletti, sollevando interrogativi sulle dinamiche che hanno portato a questo esito.

Ma d’altronde, come dimenticare le elezioni regionali siciliane di qualche anno fa? Su 4.606.564 elettori – con una maggioranza femminile di oltre 132.000 unità, solo 15 donne sono riuscite a farsi eleggere in Consiglio Regionale. Gli uomini? Ben 55…. e la disparità non si ferma lì: sindaci, assessori, consiglieri, dirigenti di partito… le donne sono una goccia in un oceano di potere maschile.

La colpa? Certamente del sistema, di quella casta politica che da generazioni si tramanda le poltrone come eredità di famiglia, lasciando poco spazio a chi cerca di entrarci, figuriamoci se è una donna.

Hanno provato a correggere la rotta con il voto di trascinamento, un meccanismo che dovrebbe favorire le candidate. Ma è solo un palliativo, un trucco per far credere che qualcosa cambi. Intanto, il vero problema rimane: un sistema elettorale marcio, che svuota di senso il voto dei cittadini. Non è un caso se l’astensionismo cresce.

E a chi sta seduto su quelle poltrone da decenni, cosa importa? Nulla. Assolutamente nulla. Lo dimostrano ogni giorno, gestendo questo Paese con lo stesso vecchio copione: clientelismo, malaffare, corruzione, voto di scambio. Abusi di potere che distruggono ogni fiducia nella politica.

E le donne? Purtroppo, molte di loro, invece di rompere questo circolo vizioso, lo alimentano. E il paradosso diventa tragedia.

Tratta di esseri umani: un crimine inaccettabile, soprattutto nel 2025!

La tratta di esseri umani priva le vittime di dignità, libertà e diritti fondamentali. In Europa si contano almeno 15.000 vittime, ma il numero reale è probabilmente molto più alto. 

Le donne e le ragazze sono le più colpite dallo sfruttamento sessuale, mentre gli uomini subiscono principalmente il lavoro forzato. I minori, soprattutto migranti non accompagnati, e persone vulnerabili come individui LGBTIQ, con disabilità o appartenenti a minoranze etniche, sono particolarmente esposti a questo crimine.

I trafficanti approfittano delle disuguaglianze sociali e della povertà, aggravate dalla pandemia. Per contrastarli, la strategia dell’UE punta su prevenzione, protezione delle vittime e pene più severe. 

Tra le misure previste: criminalizzazione dell’uso dei servizi offerti dalle vittime, contrasto allo sfruttamento lavorativo e campagne informative. Fondamentale è anche il supporto psicologico e sociale per il reinserimento delle vittime.

Serve un’adeguata formazione per forze dell’ordine, operatori sanitari e pubblici ufficiali, affinché le vittime possano denunciare senza paura. 

Inoltre, la cooperazione con i Paesi di origine e transito delle vittime è cruciale per garantire protezione e assistenza.

Perchè fermare la tratta di esseri umani non è solo un dovere morale, ma una battaglia per la giustizia e i diritti umani.

La fine di un’era: il destino del governo iraniano è forse segnato?

Gli eventi recenti in Medio Oriente, dalla Siria al Libano, passando per Gaza, mostrano una realtà sempre più complessa e instabile.

Anche in Iran, la tensione è palpabile: il movimento “Donna, Vita, Libertà“, nato dopo la tragica morte di Mahsa Amini nel 2022, continua a risuonare nei cuori di milioni di persone.

Un grido di giustizia, un appello per la libertà, una richiesta di cambiamento che il regime non può più ignorare. Un suggerimento chiaro per i suoi governanti: agire ora, per evitare la stessa fine dell’ex presidente Assad.

La Guida Suprema Ali Khamenei, nel suo ultimo discorso, ha esortato le donne a resistere a quella che definisce una “guerra morbida” orchestrata dai nemici dell’Iran. Tuttavia, il rinvio della controversa legge sull’hijab e la castità mostra che la pressione, sia interna sia internazionale, sta raggiungendo un punto critico.

Questo rinvio appare come una concessione strategica, ma rivela la crescente fragilità di un sistema incapace di rispondere alle richieste del suo popolo.

L’ipocrisia del regime è evidente: da un lato reprime con violenza ogni forma di dissenso, dall’altro accusa il movimento femminile di essere una marionetta nelle mani di potenze straniere. Ma queste accuse non possono oscurare la realtà: le donne iraniane, con il loro coraggio, stanno sfidando un’intera struttura di potere.

Non possiamo dimenticare le similitudini con altri regimi repressivi caduti sotto il peso della volontà popolare. 

Continuare a lodare la resistenza armata di gruppi come Hezbollah, Hamas e Huthi serve ormai a poco!!!

Il vero fronte da affrontare è quello interno: un popolo esasperato dalla corruzione, dalla repressione e dalla mancanza di libertà.

Il tempo del cambiamento sembra essere arrivato. È possibile che il regime iraniano si trovi presto di fronte al suo momento decisivo, forse attraverso una guerra civile o un’ondata di proteste su scala nazionale.

Tuttavia, a differenza delle democrazie instabili emerse da altre rivoluzioni, il popolo iraniano appare pronto a costruire un futuro diverso, fondato su libertà, uguaglianza e soprattutto sul rispetto dei diritti umani.

Il governo in carica sta facendo di tutto per posticipare l’inevitabile. Ma la storia ci insegna che, quando la voce della libertà si alza, nessun regime può spegnerla più.

25 Novembre: la violenza fa male all’amore…

La città di Gravina di Catania, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha organizzato un evento simbolico presso la Sala delle Arti “Emilio Greco”, dove cittadini, professionisti e istituzioni si sono riuniti per riflettere sul drammatico problema della violenza di genere. 
La serata, moderata dal giornalista Marco Lombardo, è stata arricchita da testimonianze come quella di Vera Squadrito, madre di Giordana Di Stefano, vittima di femminicidio, che ha portato un messaggio di dolore e speranza per un futuro senza violenza. 
Anche l’ex ispettore Salvo Troina e la dott.ssa Roberta Di Natale hanno contribuito a illustrare l’importanza della prevenzione e del sostegno alle donne vulnerabili, mentre i cantautori Miriam e Nino Di Mauro, insieme alla cantante e attrice Francesca Steli, hanno interpretato performance toccanti per sensibilizzare il pubblico.
Il femminicidio e la violenza di genere sono piaghe che richiedono una presa di coscienza collettiva e un impegno costante da parte di tutti: istituzioni, famiglie, scuole e comunità devono unirsi per promuovere la cultura del rispetto e della parità.
La violenza non è un fatto privato ma una questione sociale che riguarda ciascuno di noi: ogni vittima è una sconfitta per la comunità intera ed è solo attraverso un’azione congiunta che possiamo sperare di arginare questa emergenza. 
Ecco perché eventi come questi sono fondamentali per tenere viva la memoria delle vittime, sostenere le sopravvissute e ricordare che solo attraverso l’educazione e la prevenzione possiamo sperare di arginare questa emergenza e costruire un futuro senza violenza.
Un plauso quindi all’amministrazione comunale di Gravina di Catania e al suo sindaco Massimiliano Giammusso, ed ancora, al vicesindaco con delega ai Servizi sociali Claudio Nicolosi e all’assessore alle Pari opportunità Federica Ingaglio, che hanno confermato il proprio impegno, annunciando peraltro un prossimo appuntamento, il 27 febbraio, dedicato per l’appunto alla prevenzione e alla difesa delle donne. 
Ogni iniziativa in questa direzione rappresenta un passo importante verso una società in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita e la propria libertà.
“Ogni donna strappata alla vita dalla violenza è una sconfitta per l’umanità intera; ricordare il suo nome è il primo passo per costruire un mondo in cui nessuna debba più temere di essere dimenticata”!!!

IRAN: Accident or murder? That is the question!!!

L’elezioni in Iran (convocate per sostituire il presidente morto Ebrahim Raisi) sono teminate con il ballottaggio tra il riformista Pezeshkian e il fondamentalista Jalili…

L’affluenza al voto ha registrato una partecipazione di appena il 40%, ma forse ora con il ballottaggio, saranno molti tra coloro che non hanno votato, in particolare la stramaggioranza delle donne, a provare a ribaltare le elezioni provando a far vincere il riformista Massud Pezeshkian a scapito del candidato appoggiato dal governo o per meglio dire dal Consiglio dei Guardiani!!!

Vedremo a giorni come andrà a finire, sempre che non verranno denunciati brogli ellettorali…

Certmanete queste nuove elezioni a causa della morte del presidente Raisi ha lasciato sul sottoscritto alcuni dubbi…

Già… incidente o omicidio? Questo è il problema!!! 

Sappiamo da quanto abbiamo ascoltato che non è stata una bomba a far precipitare l’elicottero del presidente Iraniano, !!!

Come d’altronde non è stato un missile a colpire quell’aeromobile e difatti le notizia iraniane hanno subito riportato che si è trattato di un incidente…

Ora… sono certo che l’informazione data sia vera, d’altronde non sono stati trovati segni d’esplosivo nei rottami recuperati e quindi possiamo dire per certo che nessun attentato dinamitardo o missile è stato fatto esplodere su quel mezzo… 

Ma viceversa, se dietro quella sciagura vi fosse dell’altro, abbiamo potuto leggere come nessuno di quei periti è stato posto nelle condizioni di suffragare un eventuale intervento militare mirato.

Vi starete chiedendo dove voglio arrivare….

Semplice…

Mettiamo il caso che ci fosse stato un modo per far precipitare quell’elicottero senza l’uso di armamenti attualmente a conoscienza della maggior parte delle forze armate, ovviamente chiunque analizzasse quel veicolo non troverebbe nulla per suffragare l’eventuale ipotesi d’intervento esterno e difatti anche le comunicazioni tra il pilota e la base, non hanno evidenziato un problema tecnico…

E qundi siamo tutti concorsi che quell’elicottero è caduto improvvisamente, già… senza comunicare a terra eventuali anomalie, disfunzioni, guasti, etc…

Cosa fare quindi se non certificare che si è trattato di una vera e propria disgrazia!!!

Ma come dice il detto: “a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina”!!!

Ed allora provo ad instillare in ciascuno di voi un dubbio che mi assilla…

Mettiamo il caso che esiste un arma capace a distanza di colpire un qualsiasi mezzo meccanico, in particolare un veicolo aereo; questo sistema innovativo, sconosciuto a tutti, è capace di mandare in tilt l’intero impianto elettrico e di conseguenza bloccare le parti meccaniche, come motori, pale, etc…

A quel punto quindi, se il mezzo è in volo, si blocca totalmente, già… su se stesso, d’altronde non funziona più nulla e quindi non può far altro che precipitare…

“Mayday, mayday” tuonerà certamente il radiofonista ed allora un segnale internazionale di aiuto viene lanciato dal velivolo, sì perché nel frattempo che proverà a salvare quanti a bordo, cercherà prima di precipitare d’avvisare la base, indicando quantomeno la posizione e quindi l’eventuale punto d’impatto…

Sì… una richiesta immediata di aiuto che però non troverà alcun ascoltatore, perché come ho riportato sopra, tutto l’impianto elettrico è fuori uso e quindi quel messaggio non verrà dal sistema trasmesso…

E difatti, le stesse squadre di ricerca iraniane hanno perso ore per comprendere dove il veicolo fosse caduto, a dimostrazione che nessun messaggio di avaria era “stranamente” stato inviato dal pilota…

E come avrebbe potuto fare quell’oraganizzazione militare (diciamo avversa…) ad abbattere quel veicolo aereo???

Ah… finalmente ora che avete iniziato ad intuire cosa potrebbe essere accaduto… mi permetto di dare una risposta!!!

Si è trattato di un raggio laser, non so dirvi se inviato da terra o da una nave militare posta al largo delle coste iraniane oppure da uno di quei droni dotati di grande autonomia in grado di compiere missioni di sorveglianza ad alta quota ed in questo caso capace di mirare e far bloccare tutti i sistemi di un veicolo attravero raggi laser modificati per l’occasione…

Penso che si tratti di una arma miliate ancora in fase sperimentale, già come taluni cannoni laser che proprio in questi giorni abbiamo letto esser messi alla prova, mi riferisco al  nuovo e potentissimo laser portatile anti drone in possesso dell’esercito australiano.

Avrebbe un raggio d’azione piuttosto ampio e una precisione davvero elevata e si ha la totale certezza di riuscire a centrare l’obiettivo e quindi di accecare tsenza troppe difficoltà, capace di bloccare qualsovoglia strumento in movimento e con la garanzia di colpire il bersaglio prescelto praticamente in modo assicurato e difatti il suo raggio può essere utilizzato non solo per lanciare segnali di avvertimento, ma anche per accecare tuttti i sensori elettrici, danneggiando completamente la funzionalità dei veicoli nemici in movimento. 

Quindi, mettendo – per ipotesi – che si sia trattato di un attentato, resta da chiarirne il movente e soprattutto chi poteva avere interessi – non solo all’estero, ma anche nel proprio Paese.- che egli, in quanto Presidente, venisse a mancare…

Iran: verso le elezioni presidenziali…

Il Consiglio dei Guardiani ha finalmente deciso i nomi dei candidati, dando così il via alle elezioni presidenziali in una democrazia che non esiste essendo il Paese sottomesso alle decisioni di una dirigenza ultraconservatrice!!!
 
Difatti, sono stati approvati soltanto 6 candidati su 80, ovviamente tutti conservatori e con forti posizioni contro l’occidente. 
Tra quei sei candidati comunque ci sarebbe un candidato “riformista”, già… il parlamentare Masoud Pezeshkian, l’unico a promuovere legami più stretti con l’Occidente e che spinge affinchè si possano superari i dissidi attualmente in atto dalla comunità internazionale  e fare in modo di revocare le sanzioni che come ben sappiamo soffocano l’economia iraniana!!! 
Tra coloro che non sono stati designati dal Consiglio vi sono  anche l’ex presidente conservatore Mahmud Ahmadinejad e l’ex presidente del Parlamento Ali Larijani, considerato dai “guardiani” troppo moderati…

Masoud Pezeshkian si definisce – a causa dei lutti familiari che lo hanno colpito – “marito, padre e nonno” e finalmente, dopo che si era già presentato alle votazioni del 2021 – a cui il Consiglio dei Guardiani aveva respinto la sua candidatura – ecco che finalmente il medico è stato autorizzato a potersi candidarsi a queste elezioni presidenziali, accelerate come ben sappiamo dalla morte in elicottero del presidente Ebrahim Raisi (incdente del quale ho avuto sin da subito forti dubbi e di cui parlerò a giorni in un mio prossimo post…).

Comunque… sono le donne le prime a voler votare per Pezeshkian, molte di loro infatti non si sarebbero neppure recate alle urne senza questa candidatura, anche se va detto che è egli rappresenta lo “specchietto delle allodole“, in quanto sappiamo bene che a decidere su tutti quei candidati sara sempre il “Consiglio dei Guardiani” e quindi, alla maggior parte degli iraniani, non resterà altro che subire ancora per molto quel totalitarismo, lo stesso che ha determinato in questi lunghi anni una grave inflazione, accompagnata da crisi economica e da una elevata disoccupazione, fattori negativi che hanno portato all’attuale recessione e al deprezzamento della valuta nazionale!!!

Ovviamente il malcontento è palpabile e se non fosse che tutte le manifestazioni pubbliche finora compiute sono state represse militarmente, quel governo fortemente autoritario e attualmente in carica, non durerebbe un giorno in più… 

Comunque una cosa è certa, queste votazioni sono considerate da molti come un qualcosa di artificioso, già… di falso, truccato, servono a ingannare il popolo e soprattutto a tenerlo a bada, ma quantomeno potrebbero rappresentare la svolta ad un cambiamento …

Le previsioni degli esperti prevedono però che ci sarà una bassa affluenza, già… inferiore al 50%, considerata anche l’opera di boigottaggio posta in atto da coloro che non hanno potuto partecipare a questa competizione, definendola in una parola “illegale”!!!

Ecco perché non credo che un uomo da solo potrà mutare questo stato di fatto, perchè ritengo che fino a quando questa dirigenza resterà al governo, nulla di buono potrà mai accadere e difatti, l’eventuali richieste formulate oggi dalla popolazione in particolare da quelle donne coraggiose, di poter godere di una maggire democrazia, vedrete… ahimè verranno – per come finora fatto – soppresse con l’uso della forza!!!

Ma la storia insegna ed il motivo per cui non bisogna arrendersi!!!

D’altrinde è solo questione di tempo: perchè si sa: un’ingiustizia fatta all’individuo è una minaccia fatta a tutta la società!!!

Mahmoud Ahmadinejad si candida alle presidenziali per battere Khamenei!!!

Le donne iraniane, se potranno votare liberamente, sono certo che preferiranno l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad ad un uomo scelto dalla guida suprema Khamenei…
D’altronde, l’incidente del Presidente Raisi causato da un malfunzionamente dell’elicottero su cui viaggiava, ha stravolto tutti i programmi e certamente queste elezioni stanno creando non pochi problemi al regime iraniano…
Infatti, sono in molti a prevedere che la corsa di Ahmadinejad potrebbe finire ancor prima d’iniziare, perché il Consiglio dei Guardiani – l’organo a cui è demandato il vaglio dei candidati e che entro l’11 giugno dovrà pubblicare la lista dei candidati ufficialmente ammessi – farà in modo di bloccare quella candidatura!!!
D’altronde non bisogna dimenticare come già una volta quel suo tentativo di candidarsi è stato bloccato, mi riferisco al 2021, quando Ahmadinejad era in carica e sfidò apertamente la guida religiosa.
Già… serve a poco essere stato leader del Paese o membro dell’élite delle Guardie rivoluzionarie, in quanto a decidere su tutti sarà Ali Khamenei!!!!
Difatti, sono molti i suoi oppositori  – attualmente esiliati – ad aver dichiarato che, in queste ore, si stanno compiendo le prove per consacrare il “prescielto“, già… l’uomo indicato come l’eminenza grigia che muove le fila del regime…
Ed allora, per chi non lo sapesse, questo è il nome del secondo genito della guida suprema, già… Mojtaba Khamenei!!!

Addio 2023: ben venga il 2024!!!

Non è stato un anno felice quello appena trascorso, non parlo personalmente, ma per quanto ho dovuto assistere…

Ho deciso allora di ricordare cosa non sia andato bene e ahimè sono troppe le circostanze che dovrò riportare…

Partendo dall’ultimo periodo, dal 7 ottobre 2023 l’organizzazione estremista palestinese Hamas ha deciso di attaccare Israele, uccidendo e prendendo in ostaggio centinaia di civili; come sappiamo ciò ha scatenato l’offensiva militare ancora in corso da parte di Israele che ha portato alla totale distruzione della striscia di Gaza, con oltre 20.000 morti e milioni di palestinesi espulsi dal territorio…

Poco prima, precisamente il 19 settembre 2023, lo Stato dell’Azerbaigian ha dato il via ad un’operazione militare contro il Nagorno-Karabakh, lo stato separatista situato in territorio azero, ma abitato per la maggior parte da persone di etnia armena; un conflitto di cui poco si è parlato nei media e che si è concluso con un bilancio di circa 30mila morti…

Vanno ricordate anche le migliaia di profughi che stanno scappando dai paesi africani, molti dei quali attualmente coinvolti in guerre civili, difatti il 30 agosto in Gabon i militari hanno estromesso il presidente rieletto, Ali Bongo Ondimba, il 31 luglio in Sierra Leone la polizia ha arrestato un gruppo di alti ufficiali dell’esercito che stavano per rovesciare il presidente Maada Bio e il 27 luglio un gruppo di militari hanno preso il potere in Niger…
 
Vanno altresì richiamati alla memoria tutti i profughi dell’Ucraina, un territorio dove si sta ancora combattendo una guerra e che ha segnato un evento particolare e cioè la morte del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin; a quanto sopra si sommano gli esuli asiatici, ma non solo, anche quelli del centro e sud America, molti dei quali durante quei viaggi della speranza hanno perso la vita…
Non dimentichiamoci poi del clima, del riscaldamento globale, della deforestazione in Brasile, dell’iceberg più grande del mondo distaccatosi dall’Antartide, ed ancora, lo sversamento nell’oceano Pacifico di un milione di tonnellate di acqua contaminata da materiale radioattivo contenute nella centrale nucleare di Fukushima e gli incendi che nel periodo estivo che hanno provocato migliaia di incendi giganteschi che hanno bruciato milioni di ettari e il decesso di migliaia di civili.
Il 2023 è stato anche un anno segnato da diverse catastrofi naturali, in particolare il 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7.8 registrato in Turchia e in Siria ha provocato oltre 50mila vittime!!!
Abbiamo osservato come anche da noi si sia pagato il prezzo del cambiamento climatico con alluvioni, siccità, roghi, etc…
Ed infine, un pensiero particolare su quanto accaduto in questo nostro “civile” Paese, che ha contato nel 2023 ben 103 donne uccise; una serie costante di omicidi di donne da parte di partner, familiari, ma anche di persona conosciute e/o sconosciuta, tutti omicidi legati a un contesto con motivazione di genere…
A proposito di donne, il 2023 è stato anche un anno segnato dalle proteste delle donne in Iran, un Paese che punisce chi non indossa il velo e che non permette loro di accedere al proprio posto di lavoro, come a scuola o in ospedale.  Una protesta che nonostante i pericoli e le restrizioni non si è mai assopita e continua a destabilizzare il regime, in particolare grazie alla sfida delle giovani generazioni, ragazzi e ragazze che chiedono a gran voce la piena libertà per tutte le donne iraniane, molte delle quali ancora barbaramente uccise…
Da quanto sopra avrete compreso come il 2023 non sia stato in fondo un anno di cui andare fieri, ben venga quindi questo 2024; auspico quindi che questo nuovo anno possa essere qualcosa di diverso e soprattutto migliore, già… quantomeno di cui andare fieri.
Concludo prendendo spunto da una frase che ho letto in queste ore sul web da parte di Greta Volpi: “E’ difficile non lasciarsi prendere dallo sconforto e pensare di essere troppo piccoli per cambiare un mondo così complesso. Nonostante questo, però, dobbiamo ricordarci che non siamo soli e soprattutto che non siamo solo individui, ma siamo una comunità ed è proprio la collettività che può portare un potente cambiamento. Io auguro a tutte e tutti di sentirsi parte di qualcosa di grande, come degli ingranaggi fondamentali di un sistema che porterà a migliorare il mondo, di aprire il proprio cuore alla consapevolezza e al dialogo, alla curiosità e alla profondità, rallentando un po’ i ritmi frenetici delle nostre vite e riconnettendosi a sé stessi, agli altri e alla natura.”

Per cui, Buon 2024 a tutti…

25 Novembre – Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.

Avevo già scritto un post su questa data così importante – https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/11/25-novembre-una-data-importante.html ed oggi, dopo quanto accaduto nuovamente in quest’anno 2023 a tutte le vittime di femminicidio, riscrivo con l’auspicio che – una volta e per tutte – non si ripetano più quegli atti di violenza finora ahimè riproposti.
Permettetemi tra l’altro di avvisare su una manifestazione organizzata stasera da alcuni amici del Comune di Gravina di Catania, proprio su questo argomento, alle ore 18.00 presso il Parco Borsellino.
Ora, a pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni sequestrata e uccisa dall’ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione, il Senato ha approvato (finalmente) all’unanimità il nuovo decreto legge contro la violenza sulle donne che aumenta quelle necessarie tutele a rafforzamento della prevenzione secondaria ossia la prevenzione della violenza dopo che la vittima ha denunciato attraverso il potenziamento delle misure cautelari e l’anticipazione della soglia della tutela penale.

Il nuovo Ddl Rocella “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica “è composto da 19 articoli, che vanno dalla stretta sui “reati spia”, alla verifica del braccialetto elettronico, all’arresto in flagranza differita ed anche alla formazione di operatori e magistrati.

Si parte innanzitutto dalla necessità di velocizzare le misure cautelari e preventive che il giudice dovrà stabilire entro 30 giorni; per quanto concerne i cosiddetti “reati spia” e cioè tutti quei reati perpetrati in ambito familiare/affettivo ai danni delle donne, con lo scopo di controllarle, impaurirle o ancor peggio limitarne la libertà personale.
In presenza di questi illeciti penali, che vanno dallo stalking al “revenge porn”, dalla costrizione o induzione al matrimonio, alla violenza privata, dalla minaccia aggravata, allo sfregio della vittima con sostanze chimiche o quant’altro, la vittima può chiedere al questore l’ammonimento, che ha una durata minima di 3 anni!!!

Ed ancora, nel caso di manomissione del braccialetto, la durata della sorveglianza speciale si estende a quattro anni e se l’uomo violento rifiuta di indossare il braccialetto elettronico, la misura non può essere inferiore ai tre anni.

Inoltre, inoltre il divieto di avvicinamento alla vittima, che si estende a 500 metri dall’abitazione della donna e dai luoghi da lei abitualmente frequentati e nel caso di prove come foto e riprese video che testimoniano la sua vicinanza al luogo della donna o anche un eventuale reato commesso da quell’uomo violento, è previsto l’arresto in flagranza differita, che può scattare entro 48 ore.

Ed infine, la formazione, a cominciare dalla famiglie che debbono dimostrare al loro interno di possedere quell’educazione “emotivo-sentimentale”, per poi passare alle scuole medie e superiori, attraverso convegni e uso di ore extra-curriculari, il tutto previo accordo con le famiglie degli studenti.

L’invito è quello di non voltarsi mai dall’altra parte, in particolare se si è testimoni di un episodio di violenza, bisogna sempre intervenire e denunciare alle forze dell’ordine, le quali, dovranno – sempre e soprattutto celermente – inviare una pattuglia per verificare quanto accaduto (su questa ultima affermazione, mi riprometto di realizzare tra qualche giorno un ulteriore approfondimento…) e procedere per come ora previsto dal ddl!!!

Da Giulia Donato a Giulia Cecchettin: tutte le vittime di femminicidio nel 2023 in Italia

Almeno è qualcosa, un piccolo passo, una presa di posizione”!!!

“Un provvedimento inutile, sbagliato, che non tiene conto della realtà”. 

Da giorni il dibattito sul decreto presentato come la panacea contro il femminicidio anima la rete tra favorevoli e contrari (quasi sempre sono commenti di donne o associazioni che lottano contro la violenza) anche se, a riproporne l’urgenza e al tempo stesso i limiti, sono arrivati, quasi nelle stesse ore, altri due delitti. 

Altre due vittime innocenti che hanno perso la vita solo per aver osato un “no, non voglio più” all’uomo che aveva giurato di amarle e che le voleva a qualunque costo. Senza contare una donna ustionata con l’acido a Genova e altri episodi di violenza che nemmeno trovano spazio sui giornali, piccoli stalker fermati, almeno per il momento. E questo continua a far pensare che ci sia una scollatura profonda tra chi siede in Parlamento e chi tutti i giorni si scontra con questo dramma, siano esse donne alla ricerca di una via d’uscita dalla violenza quotidiana, operatrici, associazioni, esperte, persino poliziotte o persone impegnate tra le forze dell’ordine.

Entrando nel sito del governo per leggere i dodici punti in questione si ha la prima sorpresa (www.interno.gov.it) perché si parla di “decreto sicurezza” e non certo di donne o di femminicidio, come se il complesso rapporto tra i sessi che stiamo vivendo non meritasse una nota a se stante, una presa di posizione precisa, un desiderio reale di cambiamento, ma venga visto solo come una questione di ordine pubblico, da sconfiggere con l’inasprimento delle pene, passando con disinvoltura, nello stesso decreto, dagli stalker ai ladri di rame, dalle truffe on line ai supporter violenti negli stadi. 

Il che riporta alla memoria altri tentativi analoghi di repressione come ad esempio l’idea di sconfiggere il terrorismo negli anni di piombo con la Legge Reale, con i risultati che abbiamo visto nella nostra storia recente. Perché è di un cambiamento morale che le donne hanno bisogno, di un’educazione permanente che parta dai bambini e dalle bambine, dalla scuola, dalla costruzione di una rete di appoggio e solidarietà, dalla consapevolezza reale, insita nella coscienza collettiva, che un delitto contro le donne non è un delitto di “serie b”, non può liquidarsi con un “se l’è cercata”, non può essere confinato in un “piano sicurezza”, non può dimenticare le associazioni e i centri anti violenza che hanno il polso del problema e il contatto quotidiano con le donne in fuga e nemmeno ignorare la necessità di nominare un nuovo ministro per le Pari Opportunità, dopo le dimissioni di Josefa Idem. Così il primo pensiero che viene a chi scrive è che, come al solito, si cerchi di speculare sulla pelle delle donne, ottenendo facili consensi e titoloni sui giornali, come spesso avviene quando si parla di questa realtà.

Certo, cercare di dare risposte alla strage cui assistiamo, alle vite negate dalla tortura delle percosse e degli stalker, è un passo avanti che deve far sperare, ma questo cammino non può basarsi sulla sola, a volte inutile, repressione e va compiuto insieme, come aveva tentato di fare l’ex ministro Idem, convocando le associazioni per capire davvero, da dentro, il problema. L’avvocato vicentino che ha vagabondato con il corpo della sua donna in macchina, convinto di aver agito perché a sua volta ucciso moralmente dalla compagna che lo aveva “sedotto e abbandonato” si sarebbe fermato se avesse saputo questo? No, non lo avrebbe mai fatto, le leggi le conosce benissimo, così come il gommista siciliano che si è ucciso dopo aver sparato alla moglie, che pure lo aveva denunciato e si era rifugiata nella casa dei genitori. Le loro vite erano già al macero, come quasi sempre accade in casi simili. Gli uomini che uccidono la loro ex non cercano fuga, non si sottraggono all’arresto, confessano, si uccidono, piangono. 

Addossano la colpa a lei. Li ha costretti con il suo comportamento, aveva un amante, era sfuggente, voleva lasciarlo, se ne era andata di casa e via dicendo. Non sono criminali mafiosi, non sono abituati, nella vita quotidiana, a delinquere. Sono persone con un problema psichico, malate della sindrome del possesso, incapaci di gestire un abbandono, di veder messa in dubbio la loro presunta superiorità maschile. Così come chi picchia la propria donna, magari davanti ai bambini (nel caso in cui la famiglia viva ancora sotto lo stesso tetto) o chi la tortura inseguendola fino a rendere la vita di tutti un inferno (nel caso in cui lei stia tentando di ricostruirsi una vita altrove). Questi uomini non guariranno con la bacchetta magica, chi è stato violento una volta lo sarà ancora e non basterà nemmeno il carcere preventivo o l’arresto in fragranza di reato, perché dopo usciranno di galera e ricominceranno. Questi uomini dovrebbero essere allontanati davvero dalle loro vittime, e soprattutto aiutati, curati con una terapia di sostegno, rieducati a vivere. Dovrebbero vedere negli occhi di chi li circonda la riprovazione mentre torturano la ex, sentire che sono dalla parte del torto e che non possiedono il corpo e i pensieri altrui. Una rivoluzione culturale che non può passare certo per l’inasprimento delle pene. Di cui non c’è traccia nel decreto. Dei centri per uomini maltrattanti (una dozzina o poco più in Italia) non c’è parola. Eppure sono loro, gli uomini, che uccidono.

L’altro punto dolente del “piano sicurezza” (segnalato a più voci) è in quell’irrevocabilità della querela che invece viene presentata come un punto di forza, dando per scontato che la donna è un soggetto fragile, incapace di intendere e volere, che va tutelata dal legislatore ma anche e soprattutto da se stessa. Già è gravissima l’idea che si decida contro il suo volere, d’ufficio, ma qualcuno si è chiesto, veramente, perché una donna ritira una denuncia? Non sempre lo fa perché vuole dare una seconda possibilità al suo aguzzino e non riesce a spezzare il legame affettivo che la lega a quest’uomo, l’autonomia emotiva è un percorso complesso, come sappiamo. E di sicuro non torna sui suoi passi perché è una minorata psichica, come sembra pensare il legislatore, la soluzione è molto più complessa, variegata. La ritira anche perché non trova nessuno pronto a sostenerla nella vita quotidiana, nemmeno tra le forze dell’ordine che ancora non sono preparate ad aiutarla concretamente o nelle aule dei Tribunali dove spesso non viene creduta e la violenza pericolosa viene confusa con conflittualità di coppia- se e quando la sua causa viene portata in dibattimento – oppure non ha una casa dove andare o soldi per affrontare l’emergenza, figli a carico cui deve garantire una vita normale. Certo potrebbe anche essere stata minacciata, costretta a questo passo indietro per evitare nuove violenze, come suggerisce il decreto. Ma allora dovrebbe risuonare l’ulteriore campanello d’allarme, prima della prossima domanda. Chi la aiuterà in concreto dopo, quando non potrà ritirare la denuncia ? Dove troverà rifugio? Dove andrà a dormire? Come ricostruirà la sua vita? Le associazioni femminili che da anni conoscono questa realtà andrebbero ascoltate e potenziate, così come i centri antiviolenza, troppo pochi in Italia, con pochi posti letto e ormai quasi senza finanziamenti. Nel decreto a queste strutture c’è solo un vago accenno, così come alla formazione degli operatori, il problema culturale e anche quello emotivo rimangono al limite del testo. Inesistenti.

L’altro passaggio che colpisce è quello sulla “delazione”, ovvero l’ammonimento del Questore, chiamato a prevenire un possibile delitto, privando il presunto aggressore di armi e patente, misura che “può essere applicata anche a seguito dell’intervento delle forze di polizia, senza che ne faccia richiesta la parte lesa, con specifica forma di tutela della riservatezza dell’identità dei soggetti che hanno segnalato i fatti”. Un passaggio pericoloso per molti versi, sia per l’intromissione nelle scelte della donna – e sappiamo quanto è difficile il cammino verso la consapevolezza e l’autonomia- sia per le reazioni che potrebbe avere il presunto maltrattante se e quando tornerà a casa o cercherà la sua compagna. Sarà sempre lei ai suoi occhi la colpevole di essersi confidata con chi poi lo ha denunciato. Sembra quasi di essere tornati ai tempi del proibizionismo, della caccia alle streghe.

Un’altra nota dolente riguarda l’inasprimento della pena per chi commette violenza sessuale su donne in stato di gravidanza o su mogli e compagne. Cosa rende le donne diverse davanti al legislatore? Certo, abusare o picchiare una donna incinta è un reato disgustoso, come lo è nei confronti di una persona con cui si ha un vincolo che dovrebbe essere sancito da un progetto di vita, ma è meno grave violentare una donna appena conosciuta? Questo passaggio rimarca , ancora una volta, una differenza culturale tra individui e avvalla lo stereotipo secondo cui una donna non esiste mai come persona di per sé, ma solo in “funzione di”, di essere incinta, di essere sposata, di avere un compagno.

C’è da aggiungere che alcuni punti del “piano sicurezza” rappresentano un tentativo interessante di andare oltre, per esempio per quanto riguarda i minori vittime a loro volta di violenza assistita, con l’inasprimento delle pene nei confronti del padre carnefice, o delle donne straniere, tutelate anche se prive del permesso di soggiorno che a quel punto otterrebbero e ancora dell’arresto in flagranza di reato del persecutore o della corsia preferenziale del processo e del patrocinio gratuito per persone in difficoltà economica. Ma ancora una volta bisogna ricordare che si tratta di misure repressive che porteranno solo a una sospensione momentanea del pericolo. Chi aiuterà i bambini e la donna, ad esempio, una volta che è stato allontanato il papà, chi li seguirà per permettere loro di ricostruire una base affettiva e una vita serena? Cosa succederà quando l’aggressore, una volta scarcerato, tornerà in libertà, magari con il desiderio ingigantito dalla prigionia di vendicarsi? Il problema della violenza contro le donne, non ci stancheremo di ripeterlo, non è un problema di ordine pubblico ma culturale, richiede uno sforzo e un impegno congiunto, di tutti, per educare, sensibilizzare, cambiare la mentalità e di conseguenza i comportamenti. 

Leggere ancora oggi di una donna costretta da più di sette anni sulla sedia a rotelle per colpa dell’ex (www.https://www.repubblica.it/cronaca/2013/08/14/news/femminicidio_intervista_filomena_de_gennaro-64742614/?ref=HREC1-10) con il paese che attribuisce a lei la colpa di averlo mandato in carcere non fa davvero ben sperare. 

Ma è anche da questo che si deve partire o se preferite dalle 84 donne uccise dall’inizio dell’anno in Italia e da tutte quelle che sono in fuga dal loro ex, senza sapere bene cosa accadrà loro domani.

L’articolo è stato ripreso dal sito della psicologa Dott.ssa Roberta Bruzzone: https://robertabruzzone.com/segnaliamo-e-riproduciamo-integralmente-larticolo-relativo-al-decreto-sul-femminicidio-del-telefono-rosa/

Purtroppo dalla pubblicazione di questo post, abbiamo in queste ore letto e ascoltato altre tragiche notizia su vittime di femminicidio, in particolare quella di Giulia Cecchettin, uccisa in maniera disumana, da quel suo ex fidanzato…

Come avevo riportano nel mio precedente post, scrivendo su Castelfiorentino https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/09/castelfiorentino-una-cittadina-che.html, quanto per l’ennesima volta accaduto, dimostra “il fallimento di uno Stato e delle sue Istituzioni che per l’appunto non hanno saputo dettare e quindi obbligare, al rispetto delle regole di civile convivenza”!!!

Auspico quindi che – dopo queste ultime vittime – s’intervenga da quel Parlamento in maniera seria e soprattutto concreta, affinché si ponga la parola fine a questa continua tragedia!!!

Basta corteggiamenti nei Tribunali!!!

Ho letto un post interessante dove il presidente di un Tribunale è intervenuto dichiarando: “Questo è un luogo di lavoro e non di corteggiamento, né tantomeno di condotte discriminatorie o lesive!!!

D’altronde come tutti i luoghi di lavoro anche all’interno di quei palazzi vengono a compiersi tutta una serie di atteggiamenti più o meno amorosi, di conquista o chissà anche di gentilezza… 

Peraltro, i palazzi di giustizia offrono a quel numero di soggetti che ogni giorno frequenta quegli uffici grandi possibilità; ed allora ecco che tra quegli amministrativi, avvocati, giudici, magistrati ma anche personale addetto alle manutenzioni, alle pulizie o quant’altro legato a seguito di rapporti contrattuali, di appalto e/o di collaborazione…

Ecco quindi che si è deciso di intervenire obbligando tutti a un nuovo codice di comportamento al quale tutti dovranno attenersi..

Per cui basta con amoreggiamenti negli orari di lavoro, basta con pause caffe senza limiti d’orario, basta con telefonate ( che allungano la vita….) tra colleghi e soprattutto basta con tutti quegli apprezzamenti – solitamente compiuti nei confronti del genere femminile – il più delle volte espressi in maniera volgare, in particolare se questi vengono dal classico branco maschile abituato a far commenti sessuali o apprezzamenti verbali sul corpo di quella loro collega… 

La circostanza più esilarante è che ciò che essi immaginano, non corrisponde minimamente a ciò di cui essi sono formalmente capaci; peraltro… posso assicurarvi che proprio molte di quelle fantasie erotiche costantemente riportate ai vari colleghi, corrispondono in maniera identica, se non a volte in modo superiore, a quanto di fatto compiono – durante quelle loro assenze quotidiane per motivi di lavoro – i loro rispettivi partner… 

Già… perché mentre loro sparano cazz…, le proprie compagne si divertono e chissà forse proprio con quel loro collega casualmente… “assente”!!!    

D’altronde come dice quella famosa battuta del mio collega Giovanni Scordo: sapete qual è la differenza tra l’auto e la moglie??? Che se l”auto te la fottono lo sai subito, la moglie no…

Ecco quindi la decisione di bloccare ancor prima di nascere quegli atteggiamenti, quelle avance, quei complimenti dalle proposte indecenti, quegli sguardi persistenti, quelle frasi a doppio senso o ancora peggio quelle allusioni ad avanzamenti di carriere, facilmente espliciti e chiare da decifrare…

Anche perché va detto. molte di quelle donne presenti professionalmente in quell’apparato istituzionale, non hanno bisogno di sentirsi lusingate, anzi quanto accade quotidianamente li infastidisce e viene subito come fosse una molestia alla propria privacy… 

Ecco perché il Presidente di un tribunale in un’intervista ha dichiarato:

Chi lavora qui dentro ha il diritto di svolgere le sue funzioni in un ambiente che garantisca il rispetto della dignità di ciascuno, evitando ogni tipo di comportamento inopportuno e/o indesiderato!!!

Chissà se ora finalmente qualcuno di quei cosiddetti pseudo “casanova”, comprenda finalmente che è tempo di dedicare all’interno di quegli uffici le proprie attenzioni al lavoro e non ad esprimere quotidianamente le proprie smancerie…

Il mio consiglio??? 

Semplice… è quello di dedicare in casa propria quelle proprie attenzioni, perché forse non si è accorto che nel voler manifestare ad altri la propria indole da “conquistatore“, da quel suo appartamento qualcuno sta preparando già le valigie, sì… per andarsene definitivamente!!!  

Cercasi lavoro dignitoso!!!

Certo sarebbe bello riuscire a fare il lavoro che maggiormente desideriamo… 
Purtroppo come sempre… ciò che vorremmo, si viene a scontrare con l’esigenze prioritarie della nostra vita e rappresentano il motivo per cui, la maggior parte degli uomini e delle donne, vivono una realtà professionale non sempre soddisfacente…
Il sottoscritto ad esempio, ha sempre ricercato nel lavoro un’aspetto importante… non l’aspetto economico, ma la libertà!!!
Quantomeno quella morale… 
Sapere di avere in ogni momento la consapevolezza di poter mandare a fanculo chiunque… anche l’eventuale datore di lavoro!!!
Ah… non c’è prezzo, sapere di possedere quella forza personale e creativa, che dopotutto fa si, nella maggior parte dei casi, di venire con il tempo apprezzati e diventando pian piano… indispensabili!!!
Ma oggi questa peculiarità viene messa in discussione… a causa della grave crisi occupazionale.
In particolare quanto sopra è diventato un vero problema, in particolare per i giovani…
Se si guardano infatti i dati Istat, si scopre come la maggior parte di essi, sia senza lavoro… anche se i dati ufficiali pubblicati vanno filtrati, da tutto quel mondo sommerso…
Esiste, lo sanno tutti…
Lo sanno i nostri governanti, gli imprenditori ed anche gli organi ispettivi… ma tutto procede in eguale maniera, come nulla fosse…
Ovviamente si tratta di lavoro illegale, pagato a nero, parliamo di vero e proprio sfruttamento, compiuto ai livelli più estremi da veri e propri gruppi criminali, vedasi ad esempio quanto accade quotidianamente con le agro-mafie…
Si sa… la mancanza di lavoro determina un potere contrattuale fortemente limitato… e d’altronde se non si accetta ciò che viene proposto… si sarà rimpiazzati da altri… ad un costo inferiore del vostro…!!!
Oltre a ciò, la mancanza di lavoro determina un aumento della povertà, ed infatti l’incidenza di questa piaga negli ultimi anni è aumentata a dismisura… in particolare nel mezzogiorno, dove è più alto il tasso di disoccupazione.
Non parliamo poi della disoccupazione femminile, questa rappresenta quasi il 15% sul totale nazionale, ma soprattutto la partecipazione al mercato del lavoro, resta di fatto limitata…
Va aggiunto inoltre che il problema occupazionale condiziona anche la vita società… 
Sono sempre meno infatti i giovani che tentano di costituirsi una famiglia, che provano ad avere figli, (il nostro paese è oggi tra quelli con la percentuale più bassa per figli pro capite), che pensano di acquistare casa e via discorrendo…
La paura d’incertezza è tanta, e questi ultimi nostri governi non hanno minimamente rassicurato gli italiani attraverso politiche lungimiranti, ma hanno evidenziato, grazie a quelle leggi approvate, evidenti incapacità di programmazione e crescita…
Il divario infatti con altre nazioni a noi vicino, si è in questi anni accorciato e molte di quelle ci hanno per di più sopravanzato…
Il “sistema Italia”… è condizionato da una politica inconcludente e impreparata, a cui va sommata una burocrazia lenta e macchinosa, con un evidente situazioni legislativa, che mostra ogni giorno tutte le proprie lacune a cui fanno seguito una serie di procedimenti giudiziari, che alimentano e garantiscono un continuo business corruttivo e clientelare!!!
Infine, si osservi quell’includenti discussioni che quotidianamente si svolgono in quei palazzi istituzionali… dimostrano non solo la mancanza d’idee, ma soprattutto soffoca qualsivoglia capacità creativa dei suoi cittadini, favorendo di fatto, una vera e propria mancanza di sviluppo e libera concorrenza…
Un paese che in questi anni non ha saputo compiere proposte innovative, che non è riuscito a creare soluzioni alternative, ma soprattutto, che non è stato capace di realizzare quanto necessario affinché tutti potessero avere un lavoro dignitoso, ma permettendo che si determinassero quelle disuguaglianze sociali oggi tanto presenti…
Ecco, un paese così, non merita di andare avanti, ma deve soltanto fallire e chissà se forse dalle sue ceneri… nascerà qualcosa di buono!!! 

Il lavoro in Sicilia… resta un’utopia!!!

A dirlo è il rapporto di BankItalia…

Come avevo io stesso riportato alcuni anni fa… “vedrete che finito l’incentivo “ingannevole” compiuto dal programma del governo del Presidente Renzi… i dati dell’occupazione, mostreranno il loro vero volto“…
Difatti… è quanto sta accadendo, dopo il buon andamento degli anni scorsi, dal 2016 la crescita del numero di occupati si è arrestata, pur aumentando le ore lavorate di ciascun addetto… 
Non si assume, ma si pretende che i lavoratori, facciano 12 ore al giorno… integrando – quando ciò avviene – con una concessa miseria d’incentivo… a “nero”, che fa in modo di concedere  -con denaro contante – quella parte di stipendio definito di regola “straordinario”, ovviamente in una forma sottopagata e inferiore, ma soprattutto non documentata, senza prevedere eventuali supplementi previsti, quali notturni, ecc… 

Tutti sanno di quanto accade nel mondo lavorativo… dai sindacati, agli organi di controllo, dalle associazioni di categoria, alle imprese, fino agli stessi addetti… ma denunciare non porta a nulla, anzi si rischia di perdere il proprio posto di lavoro!!!  

Ho letto che a risentirne maggiormente del calo dell’occupazione sono gli uomini, che rappresentano la categoria più colpita dagli effetti della crisi, mentre le donne, dal 2014 hanno contribuito al buon andamento del mercato del lavoro, in particolare quello regionale, con una crescita degli addetti nel settore dei servizi… 
La Sicilia, rispetto alla media nazionale, ha fatto più ricorso a quelle strane forme flessibili di lavoro, utilizzando “voucher” per remunerare le prestazioni di lavoro richieste…
Dai dati riportati, si evidenzia che nel 2016 sono stati venduti 3,4 milioni di voucher… per una occupazione più a tempo pieno, che a tempo parziale… e con un 2017 iniziato con oltre 30 mila disoccupati senza sostegno al reddito…
La speranza di essere assunti entro l’anno è solo un’utopia, non ci sono “imprese” che possono definirsi tali, le altre ancora in vita e non legate al “sistema” mafioso… non hanno dove andare, mentre quelle colluse e “affiliate”, stanno pian piano “crollando” sotto i colpi inferti da parte della magistratura…
Le uniche che operano nel nostro territorio sono le cosiddette “general contractor”, che come ben sappiamo, usufruiscono di quelle limitate imprese definite “limpide”… almeno questo è quanto viene verificato sulla carta da quei cosiddetti “protocolli di legalità”, fintanto che ci si accorge… quasi sempre alla fine dei lavori, di aver subappaltato una grossa fetta di quegli appalti, ad una impresa stranamente “affiliata”… alla faccia della legalità e di quei controlli dell’Anti-corruzione!!!
Le loro imprese come ben sappiamo, usufruiscono soltanto di personale già da tempo “inquadrato”, contropartita di un altro sistema altrettanto mafioso, ma meglio conosciuto come politico/clientelare… ma ovviamente tutti, fanno finta di non saperlo!!! 
Si sta vivendo un dramma sociale… aggiungerei “esplosivo” dai pericoli imprevisti e che vede la nostra isola in una situazione allarmante, con una disoccupazione ai livelli più alti di tutto il Paese e senza aver a tutt’oggi definito un programma mirato al reinserimento di tutti quei lavoratori over 50, che vedono ormai il lavoro come una chimera.
Il fallimento della politica e dei nostri imprenditori è evidente a tutti… il sistema d’altronde in questi anni ha soltanto generato clientelismo ed una mancata meritocrazia…
Da un paese che ha investito soltanto su quanti appartengono a quel mondo ristretto,  cosa ci si vuole aspettare???
E’ evidente a tutti che, con questi tipologia di cittadini “miserabili” disposti a mediare per salvaguardare se stessi (o i propri familiari), i tentacoli di quella associazione mafiosa, con queste condizioni favorevoli… non potranno che continuare a vincere sempre!!! 
Il resto dopotutto proseguirà come sempre… con tante belle parole!!! 

CATANIA: LA CITTA’ PIU’ FEDELE D’ITALIA!!!

Avevo letto alcuni anni fa che, secondo una classifica stilata da Inrix (società americana specializzata nelle rilevazioni di traffico nelle città), Catania rappresentava la decima città più congestionata d’Italia… dalla quale per l’appunto, sembrava che noi catanesi, trascorrevamo bloccati nel traffico circa 16 ore in un anno… 

Io, debbo dire, avrei aggiunto almeno qualche ora in più, in particolare quando ci si trova a guidare nel mezzo di quei classici lavori stradali di manutenzione…
Comunque la nostra città si è piazzata al 489 posto nel mondo e 288 in Europa… per come diceva nel film a Palermo lo zio di Jonny Stecchino, per uno dei tre gravi problemi della Sicilia… in quel caso il “TRAFFICO“…
Comunque a differenza di quanto si possa pensare, con riferimento alle posizioni occupate dalla nostra città su tutta una serie di classifiche, che la vede quasi sempre tra le ultime o certamente tra le peggiori posizioni, ecco come all’improvviso, ho potuto leggere che la nostra città nel 2017 è risultata “PRIMA“, mi permetto di sottolinearlo e di scriverlo a grassetto, perché non capita mai di raggiungere quella meta… per una particolare condizione!!!
Vi starete chiedendo di cosa si tratta… vero???
Bene la classifica tiene conto dei paesi più infedeli al mondo e proprio l’Italia risulta essere la 5° Nazione più infedele d’Europa dopo Spagna, Francia, Olanda e Gran Bretagna…
Mentre tra le città più infedeli in Italia il primo posto è occupato da Milano, segue Roma, Torino, Bologna e come dicevo sopra ultima, per infedeltà… proprio Catania!!!
Sì… siamo i meno infedeli al mondo o meglio siamo i più fedeli!!!
Certo qualcuno storcerà il naso dicendo “siamo certi che tra gli intervistati non vi siano più bugiardi mentre gli altri nel mondo, hanno dimostrato d’essere più corretti nell’esprimere se stessi o meglio, quanto compiuto”, anche perché la risposta mendace, modifica di gran lunga un fattore determinante, che farebbe abbassare o aumentare, quell’eventuale giudizio…
Per ora quindi, prendiamo per buona quella indagine e crediamo a quanto da essa riportato…
D’altronde, si sa che da noi il romanticismo e la fedeltà coniugale son due fattori basilari, soprattutto conoscendo i rischi a cui s’incorre nei cosiddetti casi di “alta infedeltà”…
Già… mariti gelosi che sparano agli amanti, mogli violente che accoltellano le conviventi dei propri mariti e via discorrendo, chissà quindi se forse, non sia proprio questo il motivo che costituisce quel valido deterrente al tradimento… Comunque, tra uomini e donne il rapporto è quasi in parità: l’uomo tradisce per il 56%, mentre per il 44% è la donna la tentatrice del rapporto altrui… 
In particolare è stato dimostrato come coloro che predispongono l’altrui sesso al tradimento, sono maggiormente quanti sono usciti da una relazione coniugale o hanno dovuto subire scelte non condivise dai propri partner, con la logica conseguenza ora, di essere più portati ad abbordare quanti risultano allo stato civile…  “coniugati”!!! 
La scelta per le donne è quella di avere un uomo di bella presenza sui 40/50 anni, di buona cultura, se laureato o diplomato è meglio, che abbia una condizione economica sicura, con una professione importante o una attività imprenditoriale ben avviata, ma soprattutto che esprima in quel rapporto molta generosità e non parlo soltanto di quella sentimentale… 
Gli uomini di contro cercano una donna di età tra i 25 e i 45 anni, molto disinibita, preferibilmente bionda… ma castana chiara, va altrettanto bene… che abbia una sua indipendenza economica, sono difatti preferibili le bancarie o le impiegate in particolari quelle che operano nei negozi, mentre di contro attirano poco, le insegnanti per quella loro impostazione alle regole, ma soprattutto per quel superiore livello culturale che spinge solitamente la coppia a frequenti scontri d’opinioni; sono da evitare le casalinghe disilluse, in cerca non d’opportunità fedifraghe, ma di nuove opportunità che conducano ad un legame stabile…
Cosa si può aggiungere… se non la domanda: “siamo veramente “primi” per fedeltà”???
A voi la risposta!!!

La festa delle donne…

Perché parlare di festa per le donne solo l’8 Marzo e non cercare con i nostri gesti, di festeggiarle sempre???…
Noi uomini sappiamo quanto importante sia nella nostra vita la figura femminile… comincia con la madre, passa ai primi amori… per proseguire con la moglie (o la compagna…) e concludersi… con le figlie e chissà forse con le nipotine!
Diciamoci la verità… le donne ci accompagnano da sempre… c’è chi ne avute tante e chi poche, ma l’importante è che queste hanno rappresentato quello stimolo emotivo necessario, che in un qualche modo, ci ha fatto crescere…
Parlare oggi di “Festa della Donna” mi sembra fortemente riduttivo e se pur comprendo le motivazioni “consumistiche” che spingono a realizzare questa festa, mi sembra che si sia persa quella motivazione che l’aveva ispirata…
Capisco i gestori dei locali che tentano in questa circostanza di sfruttare per esigenze finanziarie la serata e i commerciante di fiori che sperano con la vendita della mimosa d’accrescere le loro entrate; i negozianti che fanno pacchetti colorati includendo quel rametto giallo/verde che quando regalato, dovrebbe conquistare il cuore di una donna… ecco comprendo quanto sopra, ma nel far ciò, ci si dimentica dei veri problemi d’affrontare e di quanto fondamentale sia il loro ruolo nell’attuale società…
Penso difatti a quelle donne “perbene” che hanno compiti di Magistrato, a quanti operano presso le forze dell’ordine o in strutture militari, alle insegnanti di ogni ordine e classe, alle impiegate e operaie delle fabbriche, alle donne di quelle strutture alberghiere o di ristorazione e a quante si dedicano alla nostra salute o a quella dei nostri cari, mi riferisco alle Dott.sse/infermiere, fino alle stesse badanti… 
Ed infine, di eguale importanza… ci sono loro, le più numerose… le casalinghe… quelle che con la loro passione fanno sì che la famiglia resti salda, che si dedicano a tempo pieno al proprio partner, alla crescita morale e culturale dei figli, per concludere la propria dedizione attraverso i lavori quotidiani di casa… pulizie che vanno sempre più aumentando… a causa delle nuove esigenze familiari. 
Ma non tutte le donne sono felici… 
Ci sono alcune e sono in molte che celate –da felici esteriori modelli familiari– vengono sfruttate o subiscono violenze…
Inoltre, non sono pochi i contesti nei quali primeggia la piaga del lavoro nero e a cui molte donne sono costrette…
E’ cosa dire di quella vergognosa piaga chiamata prostituzione, in cui giovani donne vengono avviate dalla criminalità organizzata… una condizione infamante, considerato che il più delle volte a prostituirsi sono delle ragazze minorenni…
Ed ancora, come si fa a festeggiare quando esistono paesi nel mondo, dove la donna è considerata al pari di un’animale, anzi peggio… 
Donne a cui vengono limitate ogni forma di espressione e di libertà di pensiero e dove le violenze fisiche e morali sono quotidiane e non esiste per quei torti subiti, alcuna tutela giuridica!!!
Mentre nei paesi civili, anche da noi, come contrastare il “mobbing”, già, quel comportamento meschino che fa si che, alcuni soggetti, sfruttando la propria posizione di comando, perseguono, intimidiscono e umiliano, una loro collega o subalterna, a piegarsi alle proprie volontà, con richieste e imposizioni psicologiche, che giungono ad esprimere la propria violenza, attraverso anche la richiesta d’avance sessuali…
Ed infine, come dimenticare il problema della disoccupazione… dove proprio quella femminile ne costituisce nel contesto generale, la più alta in percentuale… e dire che la normativa vigente,  prevede pari opportunità… ma queste restano solo sulla carta…
La vita è certamente difficile per tutti, anche per noi uomini ed in particolare in questo periodo storico… ma per le donne lo sono ancor di più, in quanto fortemente penalizzate da un mondo che esprime quella imposta influenza maschile!!!
Certo… è passato più di un secolo da quando le donne avrebbero voluto questa festa… erano donne a cui mancava tutto… in particolare necessitavano di quel principio di libertà e giustizia, che esprimeva rispetto e uguaglianza…
Oggi di contro le donne hanno conquistato quei diritti… ed allora hanno spento quella fiaccola d’intensità, di pura e vera motivazione…
Sono donne che non hanno più voglia d’ispirarsi… e preferiscono continuare quella loro esistenza, sottostando alle richieste di uomini e divagando così… tra quella reale indifferenza ai problemi quotidiani ed un fantasioso bisogno di vita inespressa, rappresentata ora in quel virtuale contesto social, ultimo silenzioso grido d’aiuto… postato in rete!!!

Uomini che odiano le donne…

Uomini che odiano le donne è il primo libro di una trilogia che ha venduto oltre 8 milioni di copie in tutto il mondo, dell’autore Stieg Larsson, che purtroppo, essendo morto nel 2004 subito dopo aver consegnato il proprio manoscritto ad un editore svedese, non è riuscito malauguratamente a godere del successo che il proprio lavoro aveva ottenuto…
Da questo successo ne sono stati tratti tre film, con il nome di “Trilogia Millennium”, che pur non riproducendo perfettamente i libri, sono stati comunque ben diretti e interpretati…
Ora, mentre quella violenza riprodotta descriveva una opera di fantasia, quella a cui stiamo assistendo giornalmente è purtroppo reale!!!
Ogni giorno più di una donna viene abusata, ferita, violentata ed ogni due giorni un’altra viene uccisa…
Ed i loro assassini, non sono quei serial killer che soffrono di malattie psichiche di natura compulsiva e che uccidono persone a lui totalmente estranee e quasi sempre prive di movente, ma legate a traumi della sfera emotiva e/o sessuale e non sono neppure terroristi, che esaltati da motivi religiosi e rivoluzionari, indotti il più delle volte da fini ideologici e politici, uccidono per le ragioni più disperate… 
Oggi invece le vittime femminili di questi omicidi, sono i propri coniugi, partner, fidanzati, e non esiste un limite d’età nel realizzare questi crimini…, anzi sono sempre più in aumento quelli realizzati dai minori!!!   
Non dimentichiamoci inoltre, che molte di queste violenze, perpetrate all’interno della propria abitazione,  non vengono neanche denunciate, in quanto si ritiene ( nelle famiglie a basso profilo sociologico-culturale ) che la violenza familiare non è da considerarsi un reato.
Inoltre a questi, dobbiamo aggiungere i cosiddetti “Stalker”, cioè quei responsabili di comportamenti deliranti alla base dello stalking e cioè di quei comportamenti paranoici, di quelle forme estreme emotive, di chi vive nella paura di vedersi sottratta la persona amata, operando così poco alla volta, quei comportamenti di controllo, diffidenza, possessione, meglio conosciute come sindrome di Otello, dal protagonista Shakespeariano, uxoricida per gelosia!!!
Da non crederci che il nostro paese, che da tutti viene considerato come un paese moderno, dove la libertà è la base della comunicazione e delle convivenza, debba essere condannato dalle Nazioni Unite, per il mancato rispetto di diritti umani, in particolare per quelli meglio conosciuti come “femminicidio”. 
Donne, ragazze e purtroppo e soprattutto adolescenti uccise, dopo essere state torturate da ragazzi che non sanno confrontarsi con proprie debolezze…
“Uomini” se così possiamo ancora definirli, per non voler offendere le bestie, che soffrono di proprie paure, di quel confronto naturale nei riguardi del proprio partner, di quanti li hanno preceduti, di chi potrebbe sostituirli, superarli e con il tempo farli anche dimenticare per sempre…
Uomini che odiano le donne, perché hanno paura delle donne…, hanno paura di ciò che rappresentano, ma principalmente di ciò che loro stessi non sanno essere!!!
Sentono su di loro il confronto, non vedono il rapporto di coppia come una crescita e neanche come un completamento, ma questo viene vissuto come una sfida, in particolare se le donne con cui si confrontano sono più intelligenti di loro, possiedono una spiccata autorevolezza, sono decise nel loro percorso e assumono quelle responsabilità che loro non riescono a mettere in pratica…
Se a queste qualità si aggiungono poi, la bellezza e la sensualità, ecco che la paura prevale sulla razionalità, sul buon senso, sul quel rispetto reciproco su cui è principalmente basato un rapporto di coppia e quindi ecco sfociare l’impeto, l’ira, quella furia cieca sottomessa, che adesso si impone con la forza di dominare attraverso il proprio vigore ed impeto, la grazia e la delicatezza del proprio partner…
E’ saltata ormai ogni forma d’amore, di educazione e di rispetto!!!
Sono purtroppo in molti gli uomini a non sapere che una donna che viene colpita nell’animo, prima di essere colpita sul proprio corpo è già una donna persa!!!
Un uomo che colpisce una donna non è degno di stare in questa nostra comunità…; non si può più   permettere a nessuno di giustificarne i gesti o a perdonarne le azioni commesse.
Adesso basta è venuto il momento che lo Stato si attivi, che trasporti all’interno di una struttura di igiene mentale ( preferibilmente in qualche isola… ben controllata ), questi soggetti malati, certamente per curarli, ma lasciati alla loro più completa solitudine, per poter riflettere così, sui propri crimini commessi!!!   

Femminicidio…

Per fortuna il volantino è stato ritirato ed anche lo pseudo sacerdote risulta sparito nel nulla e speriamo che non torni più a celebrare messa in altre parrocchie…
La pazzia dell’uomo si manifesta in molte vesti e tra queste c’è anche quella talare, in particolare ciò è quanto successo al parroco della chiesa di San Terenzo a Lerici, che riprendendo una lettera pastorale ” Mulieres dignitatem ” muove dubbi sul “femminicidio”, accusando proprio le donne, che attraverso il loro modo di vivere, di mostrarsi, nei manifestati comportamenti, si sono allontanate dalla virtù e dalla famiglia…
Già la colpa delle donne è quella di provocare, generando attraverso particolari usi e costumi, una forma di violenza estrema, generata questa, sia nel pubblico che nel privato, con maltrattamenti fisici e psicologici, sessuali e familiari, ponendo gli aggressori, il più delle volte impuniti, da regole maschiliste e da Istituzioni disinteressate, accompagnando così la donna violentata e indifesa, a trovare e giustificare, quale unica soluzione a quella ricercata libertà… il suicidio!!!
Ed è così che Pietro Corsi ( chiamarlo ” Don ” mi fa venire il volta stomaco… ) pubblica nella propria bacheca, quanto egli considera corretto, cioè che il comportamento delle donne, debba passare attraverso una autocritica…, dove le responsabilità di quanto possa avvenire all’interno delle case, delle famiglie, sia da imputare ad entrambi le parti ed in particolare alle donne…
Questa autonomia, tanto ricercata da parte delle donne, questa voluta autosufficienza, questo modo libero di vivere i rapporti, questa libertà sessuale manifestata, provoca tensione ed in alcuni soggetti manifestazione di forza, che non sapendosi esprimere, attraverso le parole ed il dialogo, sfocia in reazioni che conducono alla violenza…
E’ quindi, di chi è la colpa se come scrive nel suo volantino, le ragazze o le signore mature, circolano per strada, con quei vestiti provocanti e succinti… e quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre o nei cinema? 
Potrebbero farne a meno…, già costoro provocano negli uomini istinti animaleschi, provocando quando non facilmente percorribile, violenze o abusi sessuali…, quindi alla fine care donne… la colpa è vostra perché ve la siete cercate!!!
Ora quello che disgusta non è credere che una persona, con forti problemi psichici, possa giungere a condividere una qualunque lettera, che nasconde al suo interno un messaggio subliminale, pericoloso e perverso…, ma sapere che coloro che si sentono predestinati a dover trasmettere messaggi d’amore e di pace, manifestano e giustificano, atti criminali che vanno sempre condannati e dove coloro che li commettono, debbono ricevere misure restrittive esemplari, potendo stravolgere le attuali regole carcerarie, ponendo così questi criminali, in Istituti penitenziari a conduzione femminile…
Tollerare ancora, da parte di preti, manifestazioni del genere, palesano logiche di una inespressa mascolinità, trovando conferme in quelle soffocate inibizione per l’altrui sesso e dove passate e represse umiliazioni, nascondono oggi gli effetti della propria omosessualità…  
Preferisco quindi l’amore decantato da padre Vito Lombardo, parroco della chiesa di San Lorenzo, che durante l’omelia, ha dichiarato ai propri fedeli presenti, il proprio amore per un ragazza di Marsala,  che entro quattro mesi gli darà un figlio…
Ecco almeno un uomo, prima ancora che prete…, ha deciso di provare e trasmettere con un gesto, quell’intima manifestazione gratuita d’amore, verso un altro simile…, già, lo stesso messaggio d’amore che c’è stato trasmesso per millenni, dove attraverso l’unione si giunge alla fiducia, alla consapevolezza ed alla responsabilità, non soltanto per noi stessi, ma soprattutto nei riguardi del  nostro partner…

Caro presidente… lettera a Berlusconi…

Caro Presidente,
ma veramente pensava di riuscire ad ottenere sempre, a qualunque situazione il nostro ed in particolare il mio consenso…???
Vede chi le scrive, rappresenta uno di quei pochi italiani, ancora liberi…, già perchè non è mai stato legato a nessun partito, non ha vincoli con politici, non deve ringraziare nessuno e non ha obblighi di riconoscenza, per avere ottenuto benefici durante la propria vita, ne lavorativi e/o personale, per se o per qualche persona a me cara…
Ovviamente, lungi da me possedere tessere di Partito…; libero quindi, di pensare, di esprimersi, di valutare le cose per come sono e non per come gli vengono raccontate; libero anche di poter sbagliare, attraverso proprie scelte e non perchè condizionato da quelle altrui…
Vede caro Presidente, non tutto è in vendita…!!! capisco che forse Lei, si è abituato a dover sempre pagare per ottenere… ( qualcuno scrive delle ” Sue donne “…; io mi auguro che ciò non sia vero, in quanto credo, che non esista umiliazione più grande per un uomo, di doversi, egli prostituire, attraverso il proprio denaro, per ottenere in cambio… del ” sesso” , scemando nell’atto più ignobile ed umiliante, cui un uomo possa degradare… ed inoltre essere circondato, corrompendoli, dai cosiddetti “amici”…); Trovo impossibile credere, che alla fine, tutto sia riconducibile ad un spregevole e abietto, ” dare e ricevere ” …
I rapporti umani, cui Lei vorrebbe ispirarsi ed illudere noi, con quella Sua familiarità, quella ricercata celebrazione nel metterli in scena, e ostentarli autentici e sinceri, quella onestà d’animo sempre premurosa da manifestare, quasi fosse un genitore con i propri figli… ecco credo che questa parvenza di lealtà…, questa Sua esibizione, oggi, se la può risparmiare…
Vede a me non importa se Lei è ancora capace di governare, di ottenere i voti attraverso tutti quei meccanismi fuorvianti e quelle complicità che ormai si è creato, vede Lei potrebbe restare fino a quando la salute glielo permetterà…, ma sappia sin d’ora, che il mio voto, quello di una persona corretta, non l’avrà più…
Lei ha avuto la possibilità e soprattutto il grande onore, attraverso questo semplice voto, di rappresentare il nostro popolo, di dare concretezza alle aspettative dei Suoi cittadini, di rappresentare quanto di più onorevole un uomo possa raggiungere, ma… ” mi consenta “, Lei, nel compiere questa missione, ad ogni proposito  fallito e non realizzato, riassume, espandendolo quel  ” cancro politico “, che da ormai quarant’anni ci attanaglia!!!
Vede, una persona può perdere tutto, ma quello che non potrà mai perdere, oltre che la propria cultura è la ” Stima ” che nel corso della propria vita, le persone ci riconoscono e mi creda, non c’è cosa peggiore di perderla… questa stima!!! 
Ecco per me, dopo averle sempre concesso il mio voto, disapprovando le critiche sterili provenienti dalle opposizioni, difendendo i Suoi programmi politici e televisivi, acconsentendo anche a quei profitti ed interessi finanziari, a volte anche fin troppo personali, disapprovando gli attacchi che una parte della Magistratura le infliggeva…, ecco dopo tutto questo e altro ancora, Lei quella stima l’ha persa… ed ormai, non c’è più tempo per riguadagnarla…
Non cerchi alibi alle vittorie di Pisapia e di De Magistris, non c’è ne sono; le persone cambiano… non dimentichi mai, l’esperienze passate…, la rapidità con cui gli Italiani, in particolare tutti quei “voltafaccia”, che appena si accorgeranno che il carro sta cambiando, l’abbandoneranno… e salteranno su quello che sta per diventare vincente…
Dopotutto, se Lei si è sempre circondato non d’idealisti, ma di persone vendute, non può mica sperare che questi alla fine, non si vendano al migliore offerente!!!
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Un’elettore tradito…