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Ingroia accusa Pignatone: “Era in rapporti con i boss della mafia”!!!

Ormai non mi soprende più nulla…

Già… anche leggere notizie come quella pubblicata dal quotidiano “Il Giornale” non suscità nel sottoscritto alcun disappunto…

Sì… perché in un qualche modo, quanto sta andando in questo epriodo emergendo, rappresenta ciò che da sempre il sottoscritto ha riportato in questo blog, in particolare quando ho raccontato su collusioni e insabbiamenti, vergognosamente compiuti da uno Stato indegno, attraverso quei suoi referenti, gli stessi che hanno permesso di fatto che quelle circostanze abiette potessero compiersi e la situazione assurda che molti di essi, ahimè ancora seduti lì, già in quelle poltrone istituzionali!!!

Ed allora leggiamo cosa racconta l’ex procuratore Antonio Ingroia: «Giovanni Brusca mi disse che il dottor Pignatone era in rapporti con uomini di mafia di peso, che era disponibile verso Cosa Nostra. Disse che lo aveva saputo da Totò Riina. Trasmettemmo i verbali alla procura di Caltanissetta dove vennero archiviati».

Se c’erano ancora dei dubbi sulla virulenza dell’uragano che sta scuotendo la magistratura intorno al «caso Pignatone», a fugarli arrivano le dichiarazioni di un ex pubblico ministero che è stato anche lui un’icona dell’Antimafia, fino allo sfortunato sbarco in politica. 

Ingroia era in Procura a Palermo, era con Paolo Borsellino a Marsala. Conosce bene sia Pignatone che il suo vice Gioacchino Natoli, magistrati di punta dell’antimafia a Palermo. E che entrambi siano sotto inchiesta per favoreggiamento alla mafia sembra non stupirlo affatto. Soprattutto per quanto riguarda Pignatone, «che come magistrato era l’antitesi di Giovanni Falcone, che lo osteggiò in ogni modo, e che paradossalmente è stato raccontato per decenni dai giornaloni come l’erede di Falcone».

Pignatone – che da Palermo è approdato prima a Reggio Calabria e poi a Roma, e che oggi presiede il tribunale del Vaticano – è indagato per avere aiutato Cosa Nostra e il gruppo Ferruzzi, quello di Raul Gardini, a insabbiare l’indagine dei carabinieri del Ros su «Mafia Appalti», quella che svelava i rapporti dei clan corleonesi con la grande azienda del nord. Fu quella inchiesta il movente della morte di Paolo Borsellino, che avrebbe voluto portarla avanti. E a voler affossare l’inchiesta a tutti costi fu il procuratore di Palermo, Pietro Giammanco, di cui nel 1992 Pignatone era il collaboratore più fidato.

Non fu, dice Ingroia, un semplice errore di valutazione. Il problema è che Giuseppe Pignatone di quella indagine non avrebbe dovuto occuparsi perché toccava direttamente la sua famiglia. «L’indagine – spiega Ingroia – riguardava imprenditori mafiosi che avevano avuto a che fare direttamente con suo padre. Il padre di Pignatone era un ras della politica siciliana, un uomo vicino a Salvo Lima e quindi alla corrente andreottiana. Nelle carte che mandammo senza risultato a Caltanissetta c’era anche la storia degli appartamenti che i costruttori mafiosi oggetto dell’inchiesta Mafia-Appalti avevano venduto a prezzi ridottissimi, sostanzialmente regalati, alla famiglia Pignatone. Tra questi c’era quello di cui godeva il dottor Pignatone e dove credo abiti tuttora».

È lì, in questo incredibile coacervo di interessi mafiosi, imprenditoriali e giudiziari che ora – con la fatica dei trent’anni trascorsi – i nuovi capi della procura di Caltanissetta cercano la spiegazione della strage di via d’Amelio. Ingroia, va ricordato, la spiegazione l’aveva cercata da tutt’altra parte, nella inesistente trattativa tra Stato e Mafia, indagando Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e i carabinieri del Ros. E nonostante le assoluzioni in massa dei suoi indagati non demorde, «può darsi che ci sia stata una convergenza di moventi» nell’uccisione di Borsellino. Ma che il vero segreto custodito da Falcone portasse verso Raul Gardini e non a Berlusconi, ora ne è certo anche lui: «Quando Giovanni disse adesso la mafia investe in Borsa” parlava del gruppo Ferruzzi».

Anche Ingroia trova sconcertante che Pignatone, convocato dai pm di Caltanissetta, si sia rifiutato di rispondere, e ancora più sconcertante che continui a presiedere il tribunale vaticano, «si sono dimessi ministri per molto meno». Ma è contento che la congiura del silenzio stia schiantandosi.

E che magari si trovi un perché ad altri misteri di quegli anni: «Quando arrivò una segnalazione che sarebbero stati uccisi Antonio Di Pietro e Paolo Borsellino, Di Pietro venne prelevato dai servizi e portato al sicuro in Costarica. Borsellino invece non venne nemmeno avvisato, e lo lasciarono a Palermo in pasto ai suoi carnefici. Perché?».

Piersanti Mattarella: luci e ombre su quell’omicidio!!!

Oggi, 6 gennaio ricordiamo Piersanti Mattarella.

Fu dichiarato nel processo che ad assassinarlo era stata “cosa nostra“, ma forse rileggendo quei documenti processuali si comprenderà come la mafia centri poco in questo delitto, forse nulla…

Già, ci si dimentica o si prova in tutti i modi a far dimenticare alle nuove generazioni, come a quei tempi gli interessi della Dc (Democrazia Cristiana) fossero convergenti con gli affari di quella associazione criminale, per cui non ritengo fosse ragionevole colpire un uomo di quel partito con cui in quel momento si facevano affari!!! 

Va ricordato inoltre che, proprio durante il processo, la moglie di Mattarella (testimone oculare dell’omicidio) dichiarò di riconoscere l’esecutore materiale, sì… nella persona di Giuseppe Valerio Fioravanti, tuttavia per questo crimine, l’ex terrorista italiano esponente del gruppo eversivo “Nuclei Armati Rivoluzionari” d’ispirazione neofascista, verrà assolto in quanto la testimonianza della Sig.ra Mattarella e di altre testimonianze (tra cui quella del pluriomicida Angelo Izzo) non furono ritenute attendibili.

Peraltro, va altresì riportato come in quella circostanza non si tenne conto delle dichiarazioni dello stesso Fioravanti, che fece intendere come l’ordine di uccidere l’ex Presidente della regione siciliana, provenisse direttamente dall’ambiente massonico, affaristico e politico di matrice democristiana…

Esso difatti andrebbe inserito in quei cosiddetti delitti “politici”, iniziati l’anno prima con il segretario provinciale della Dc a Palermo, Michele Reina, proseguito poi con l’uccisione di Mattarella e infine completato con il segretario regionale del Pci, Pio La Torre…

La storia degi omicidi eccellenti come abbiamo potuto assistere, proseguì successivamente con l’assassinio dell’eurodeputato Salvo Lima, assassinato il 12 marzo del 1992 che secondo il killer Angelo Izzo, sarebbe stato il “suggeritore” del pentito catanese Giuseppe Pellegriti il quale indicò in Salvo Lima, il mandante del delitto Mattarella!!! 

Non dimentichiamo che quello era un periodo nel quale i procuratori della Repubblica passavano “informazioni” ai cugini Salvo (due imprenditori esponenti politici aderenti alla Democrazia Cristiana, fedelissimi a Salvo lima e Andreotti, legati a cosa nostra), i giornalisti di quel tempo mostravano essere vicini ai boss dell’epoca, ed anche taluni funzionari di polizia evidenziavano di fatto esser corrotti. 

Andrebbero sommati poi alcuni Ministri che erano sempre “a disposizione“, seguiti da tutta una serie di personaggi collusi tra cui noti avvocati, consulenti, medici, docenti universitari e i cosiddetti vecchi “nobili”, tutti ovviamente al servizio dei mafiosi. 

Ecco questa era la Sicilia di allora raccontata dai pentiti e chi decise di non piegarsi a quel sistema collusivo/clientelare come ad esempio il giornalista Mario Francese, venne tragicamente ucciso!!!

In quella lista di persone perbene, vanno ricordati anche i giudici Scaglione, Costa e Terranova, anch’essi ahimè barbaramente uccisi!!!

Come abbiamo visto, per molti di quei delitti, lo “stato” (quello con la “s” minuscola) ha preferito attribuire a quella nota associazione criminale tutte le responsabilità dell’omicidio, in questo modo ha potuto continuare indisturbata per un altro ventennio, ampliando quelle necessarie infiltrazioni che le hanno permesso di crescere fino ad oggi all’interno degli apparati statali, collusioni di cui molti sapevano ed ancora oggi sanno, ma che per l’appunto hanno fatto finta d’ignorare…

Bisogna aggiungere comunque, che negli anni seguenti (grazie al sacrificio di uomini e donne che hanno dato la loro vita per questo loro Paese) quel sistema illegale è stato in parte limitato, anche se restano attivi tutti quei legami a suo tempo predisposti, ciascuno intrecciato tra essi nei tentacoli della società civile, difficile – con le metodologie “delicate” finora adottate da una legislazione effimera basata sulle “interpretazioni” –  da essere ahimè ancora oggi debellata!!!

Mi piace ricordare una frase di Carlo Alberto Dalla Chiesa: Quando c’è un delitto di mafia, la prima corona che arriva è quella del mandante!!!

Vota DCxan…

Alcuni giorni fa avevo parlato del ritorno del partito Democrazia Cristiana, http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/la-dc-e-tornata-torna-anche-tu.html, sì di quella famosa DC che per più di mezzo secolo ha condizionato, attraverso i suo uomini questo nostro Paese…  
Non entro nel merito di quei nomi, d’altronde li conoscete tutti e bene, come sapete perfettamente che molti di quei suoi parlamentari erano direttamente collegati a cosa nostra, mentre altri beneficiavano di quel sistema clientelare, massonico e colluso, che ha permesso loro e molti loro familiari negli anni seguenti di vivere alle spalle di noi cittadini e di territorio disastrato…
D’altronde ditemi, parlo da siciliano, sono passati tutti questi anni e siamo peggio degli anni 60, con una totale mancanza d’infrastrutture, con migliaia di giovani che scappano da questa terra per trovare il proprio futuro, nessuna meritocrazia ma soltanto ovunque raccomandazione, la maggior parte delle imprese e delle attività sono in mano alla mafia, tutti lo sanno e tutti fanno finta di non saperlo, continuando con quella totale omertà, la stessa che vi era per l’appunto 60 anni fa…

Per fortuna che tra tanta ipocrisia, c’è ancora qualcuno che come il sottoscritto ha il coraggio di scriverlo, di raccontarlo anche con forme nuove, vedasi ad esempio quanto accaduto in questi giorni a Palermo, dove alcuni ragazzi, sono scesi per le strade di notte per pubblicare dei manifesti contro la mafia, alcuni suoi referenti – tra l’altro condannati –  e quella DC che tanto vorrebbero far ritornare…

Premesso che non mi frega minimamente di esprimere pareri negativi su taluni partiti e viceversa parlare favorevoli di altri, chi non ha ancora compreso che la politica è torbida e che chiunque sieda in quelle poltrone si imprime di quel “fango” non ha capito nulla…
Sono tutti lì a non far nulla, il Paese è nuovamente in totale recessione e loro non fanno altro che sottostare alle decisione di un Premier che nessuno ha votato, pur di salvaguardare fino alla fine del loro mandato quella poltrona rossa, già… macchiata del nostro sangue, eppure basta osservarli per scoprire come a ciascuno di loro vada bene così!!!

Ora per ultimo si sono inventati un referendum affinché si possa precludere qualsivoglia potere di noi cittadini e/o modificare quel po’ di libertà che ancora possiede una parte delle nostre istituzioni, ma questa è un’altra storia sulla quale tra qualche giorno esprimerò tutto il mio dissenso!!!

Un plauso quindi a quei coraggiosi siciliani, pochi, sì… ancora troppo pochi per cambiare questa terra infetta, basti vedere quanti ancora manifestano a favore di taluni partiti che hanno distrutto questa nostra meravigliosa terra, eppure sono lì, tutti genuflessi a raccogliere qualche briciola gettata e auspicano, già che quel loro politico e “uomo d’onore” possa nuovamente ritornare, sì perché mantenga da “onorevole” quella promessa di ricambiare a momento debito, il favore ricevuto.
Perché si sa, da noi la politica è un “dare/avere”, tutto il resto non ha alcuna importanza!!!   

La DC è tornata, torna anche tu!!!

La politica nel nostro Paese ha veramente un qualcosa di paradossale.

Già, son bastati alcuni anni e ci si è dimenticati di quanto è accaduto o forse debbo credere che qualcuno sta tentando di alterare gli eventi storici che hanno colpito quel partito, lo stesso che  per oltre cinquant’anni aveva dominato la nazione e che poneva il potere e il suo mantenimento, dinnanzi ad ogni altro fine!!! 

Qualcuno però ora ha pensato di voler ritornare a quel partito, sì quella nota Democrazia Cristiana ed allora forse è giusto ricordare le inchieste che l’hanno vista coinvolta, insieme a quei suoi indegni referenti, un partito che venne definitivamente sciolto nel 1994, lasciando però molti di quei suoi referenti continuare all’interno di nuove formazioni politiche, costituitesi in maniera celere in tanti piccoli gruppi politici che hanno nel corso dei successivi anni di prenderne (in vario modo) l’eredità.

Tralascio i motivi che portarono alla crisi politica del partito a iniziarsi dalla costituzione della Lega che determinò un deciso cambiamento di rotta del tradizionale elettorato democristiano nelle regioni del nord Italia, in particolare Lombardia, Piemonte e Veneto, comportando la perdita di milioni di voti a favore del nuovo partito a tinte “separatiste” guidato da Umberto Bossi…

Seguì se ricordate il movimento referendario di Mariotto Segni e poi le famose “picconate” del Presidente Francesco Cossiga, ma ciò che determino in maniera decisiva la fine del partito fu l’indagine “Mani pulite” che scoperchiò un sistema di corruzione e di finanziamento illecito di tutti quei partiti di governo, determinando uno sfacelo politico nel quale per l’appunto molti leader e dirigenti di quel partito furono arrestati e condannati, è dire che, fino a pochi mesi prima, erano ancora lì a discutere della elezione al Quirinale o dell’incarico a Palazzo Chigi… 

Quanto sopra, in particolare l’inchiesta giudiziaria, allontanò definitivamente gli elettori di quel partito e da quei suoi referenti, che nel frattempo si erano mimetizzati all’interno di nuovi partiti come il Partito Popolare, cui seguì la scissione con CDU e Popolari, ed ancora, Udeur, Cristiani Democratici, Rinascita, Unione dei democratici, Rifondazione Dc e via discorrendo… 

Come si dice, gira e rigira la sostanza non cambia, ma il sottoscritto preferisce quel detto che dice: alla fin fine, gira e rigira, finisce sempre che ci rimetto io!

Comprendo perfettamente l’uso forviante che si sta compiendo provando a resuscitare quel vecchio partito; sperano questi suoi “candidati” – vista l’attuale confusione che in questo momento pervade la nostra politica – di convincere nuovamente i cittadini che soltanto attraverso un ritorno al passato e in particolare a quel partito, si potrà beneficiare dei vantaggi “clientelari” che nel passato si era riusciti ad ottenere ed è su quest’ultima considerazione che essi proveranno a far presa… 

D’altronde i miei connazionali ed in particolare i miei conterranei sono portati solitamente a scusare gli errori commessi dai nostri politici attraverso quattro modalità: minimizzandoli, considerandoli ahimè come inevitabili, concentrandosi sulle cause che li hanno determinati, ma la circostanza peggiore è che cercano nuovamente di trovarne i lati positivi per poter tornare a ripeterli!!!

Ricordate: l’unico vero errore è quello da cui non impariamo nulla. 

“Il mio sangue ricadrà su di voi": le verità nascoste sull’omicidio Aldo Moro!!!

Quanto accaduto 44 anni fa dimostra come questo Paese con il passare di tutti questi anni, non sia riuscito a far emergere quanto veramente accaduto prima, durante e dopo quei giorni di sequestro, a cui il presidente Moro è stato sottoposto prima di venir barbaramente ucciso da quei “manovrati” brigatisti rossi.

Ci si dimentica o meglio si è fatto in modo di non ricordare quanto fosse già accaduto alcuni anni prima contro un esponente dello Stato, mi riferisco al rapimento del sostituto procuratore Mario Sossi, avvenuto a Genova il 18 aprile del 1974. 

Il Pubblico ministero noto per il processo contro il gruppo armato genovese “XXII Ottobre“, venne rapito e sottoposto ad un “processo” sommario da parte di quei brigatisti per venir quindi giudicato e condannato a morte: lo slogan in voga all’epoca era “Sossi  fascista, sei il primo della lista”.

I brigatisti decisero comunque di offrire allo Stato un’opportunità in cambio della sua liberazione, veniva chiesta la scarcerazione di alcuni membri di quell’organizzazione criminale, garantiti da un salvacondotto per alcuni Stati quali Cuba, Corea del Nord o l’Algeria. 

Durante la trattativa, Sossi manifestava un crescente risentimento verso il governo ed i suoi superiori, vedendo come in molti si opponevano fermamente a ogni cedimento, mentre taluni politici si schieravano per la sua libertà… 

Il 18 maggio le BR diedero un ultimatum di 48 ore, scaduto il quale, Sossi sarebbe stato ucciso, accade comunque due giorni dopo qualcosa di incredibile…

Già… la Corte d’appello di Genova concesse la libertà provvisoria agli otto detenuti, ordinando la scarcerazione; mentre il Ministro dell’Interno diede l’ordine di circondare il carcere di Marassi per impedire la messa in libertà dei detenuti; a quel punto il procuratore generale impugnò l’ordinanza ricorrendo in Cassazione e i detenuti non poterono essere rimessi in libertà prima della decisione della Suprema Corte, a quel punto le BR decisero di rilasciare Sossi, senza ottenere alcuna una contropartita:, il magistrato venne liberato a Milano il 23 maggio 1974 tornando a Genova in treno..

Quindi, l’esperienza c’era stata, si era già passati per una vicenda analoga e quindi tanto si poteva fare per salvare la vita del presidente Moro, ma forse altri, colleghi vicino ad egli, sì… uomini di quel suo partito democristiano, volevano diversamente… 

Tra l’altro mi vengono in mente tutte quelle inquietanti vicende che si sono interconnesse con quel sequestro: dalla morte di Mino Pecorelli, agli accordi tra Mafia e Governo, ed ancora Andreotti e i suoi rapporti con Sindona, Gladio e quel memoriale del presidente Moro prima scomparso e poi ritrovato in Via Montenevoso dal colonnello Umberto Bonaventura, lo stesso che aveva coordinato il blitz del 1978 e che, dopo aver materialmente fotocopiato quel documento, aveva provveduto a riconsegnare quei fogli scritti ai propri superiori (di cui molti fogli risultarono successivamente essere spariti), ma stranamente venne ritrovato morto nel suo appartamento, ed infine come tralasciare lo scandalo della massoneria denominata “P2”.

Il mio sangue ricadrà su di voi” è la frase che Aldo Moro scrisse in una delle quattro lettere intercettate dal Viminale mai recapitate ai destinatari in cui il Presidente rifletteva sui tradimenti che stava subendo da parte dei suoi colleghi, da Cossiga a Zaccagnini e soprattutto Andreotti a cui rivolge in modo sprezzante queste parole: “Tornando a lei, onorevole Andreotti per nostra disgrazia e per disgrazia del paese…lei ha potuto navigare tra Zaccagnini e Fanfani, imitando un De Gasperi inimitabile e che è milioni di anni luce lontano da lei…passerà alla triste cronaca che le si addice…”!!!

Da quanto sopra si comprende come fossero in tanti a non voler libero il Presidente Moro, dagli USA che non desideravano veder l’attuazione un “compromesso storico”, passando alla DC in quel suo peggior periodo e cosa dire del tentativo di colpo di Stato ideato nel 1964 dall’allora comandante dell’Arma dei Carabinieri Giovanni de Lorenzo, per passare alla strage di Piazza Fontana, “Gladio” e l’affare “Lockeed”, la società che nel 1976 ammise di aver pagato tangenti ad alcuni nostri ministri, politici e militari per vendere i propri aerei militari…

Già…. troppe verità sarebbero state scoperchiate se il Presidente Moro fosse tornato libero e soprattutto erano troppi i politici che avrebbero pagato le conseguenze di quel suo ritorno; ecco quindi l’estrema decisione di sacrificare la sua vita.

Ma d’altronde il nostro Stato è bravo in questo, nel celare verità scomode o documenti pericolosi, ecco quindi che diventa fondamentale proteggere, realizzare omissioni ed applicare tutta una serie d’inerzie, affinché quegli intrecci non abbiano ad emergere.. 

Sono tutti legati tra essi, esponenti politici, criminali, massoni, uomini delle istituzioni, industriali e soprattutto servizi segreti e militari appartenenti al SISMI ed alla CIA, perché gli affari vengono prima di tutto…

Non parliamo poi della prigione di Moro in Via Montalcini – , stranamente molti di quegli appartamenti erano intestati a un noto immobiliarista, si socprì successivamente che nel Consiglio d’Amministrazione di quella sua azienda erano presenti parecchi esponenti della P2 e fiduciari dei Servizi Segreti, peraltro nella stessa palazzina abitava un’informatrice del SISDE che informò il commissario di Pubblica Sicurezza su una presunta trasmissione in alfabeto Morse dall’interno 11, ma stranamente non si procedette nelle verifiche: si scopri successivamente che anche il commissario era iscritto a quella loggia massonica… 

Analoga circostanza accade per il garage di Via Gradoli, dove era stata istallata un’antenna collegata ad un ponte radio che consentiva le comunicazioni con le colonne delle BR del nord Italia, ma se pur l’informazione venne riportata al capo dell’ SISDE, beh… anche in questo caso non fu preso alcun provvedimenti e si scopri successivamente che anche quest’ultimo risultò essere esponente di quella P2!!!

Non parliamo poi delle indagini gestite da un gruppo di militari dell’anti-terrorismo, tra cui un direttore dei servizi segreti, un generale, un commissario e tutti i collaboratori di Cossiga: risultarono iscritti alla P2, ma soprattutto furono determinanti dei fallimenti delle nostre forze dell’ordine, collezionando insuccessi ed errori, sia durante i giorni del sequestro che dopo.

Da quanto sopra riportato si può comprendere come quanto successo in quel periodo e soprattutto le circostanze ambigue messe in atto, abbiano evidenziato come lo scopo principale fosse quello di evitare la liberazione del presidente Moro, affinché l’obiettivo primario venisse realizzato e cioè distruggere il Partito Comunista nel momento in cui stava raggiungendo il suo massimo apice e ciò per molti non doveva accadere.  

Quanto ci hanno detto, ci hanno fatto leggere nei libri di storia, quelle commemorazioni che ogni anno ci vengono riproposte sono esclusivamente una farsa, sì… una commedia, continuano a recitare una parte, quello in cui lo Stato si vorrebbe dimostrare indignato, quando ciascuno di essi sa bene cosa sia successo in quei giorni ed oggi, a 44 anni di distanza, non si ha il coraggio di prendere le distanze e fare emergere finalmente quell’unica verità.

I nostri attuali politici pensano di essere esonerati da quelle colpe, già… forse si sentono sollevati moralmente, d’altronde cosa dire, loro se pur presenti durante quegli avvenimenti, non erano artefici di quanto accaduto, bensì furono altri colleghi che avrebbero dovuto pagare e che viceversa sono rimasti impuniti,: ma forse si è ancora in tempo, grazie al ruolo ora ricoperto, possono provare a fare di più facendo conoscere a ciascuno di noi quanto realmente accaduto, altrimenti ancora una volta, il sangue di quell’innocente ricadrà su di loro!!!

Ci distraggono con vaccinazioni, talebani, perduta libertà delle donne in Afganistan, profughi… ma il reale problema è tutt’altro!!!

Già… fateci caso, ma quanto riportato nel titolo del post sembrano essere per i nostri media gli argomenti principale!!!

D’altronde essi sono pagati per far ciò, difatti, si soffermano ogni giorno su quanto i loro editori decidono che ordinano ai propri direttori di quelle testate – previa consultazione degli amici politici – di riportare queste notizie… ed allora ecco che veniamo spiazzati e condotti su problemi che, non voglio dire che non siano importanti, ma che sono certamente marginali con quanto il nostro paese deve principalmente affrontare!!!

Già… perché ciò che nessun vuole dire è che la nostra economia non sta crescendo per come ci era stato promesso ( anche dai precedenti governi…) anzi tutt’altro… difatti questo semestre sembra aver perso quel vigore annunciato causa certamente di politiche di governo errate, dell’aumento dei prezzi dei beni primari, di quella mancata promozione verso i settori di produzione e soprattutto della lenta conversione di quelle industrie che continuano ancora oggi ad inquinare e a determinare ahimè una crescita di mortalità nei cittadini di quelle aree adiacenti …

Se poi si aggiunge il freno alle attività commerciali, causate dalla recente riacutizzazione dell’emergenza sanitaria Covid-19 che ha portato a bloccare gli investimenti a cui va sommata la preoccupazione di molti coraggiosi imprenditori che vedono in questo stato di fatto, incertezza e soprattutto nessuna sicurezza di riuscire a proseguire con le proprie attività…

Anche il settore immobiliare è frenato e le restrizioni alla mobilità determinano uno stallo e soprattutto i giovani senza un contratto di lavoro, stabile e sicuro, non rischiano certamente investimenti che poi non possono essere rispettati!!!  

Non parliamo infine delle vendite al dettaglio, delle esportazioni, d’altronde si è visto, la politica in questi mesi non ha fatto altro che lapidare denaro in futili elemosine che hanno quale scopo quello di tenere a bada i cittadini, ma nel frattempo, sono in molti a dover pagare un numero consistente di tasse, molte delle quali aumentate, a cui è seguite un intensa attività di repressione, il giungere di cartelle esattoriali, multe e quant’altro, si pensa esclusivamente ad incassare e nel frattempo ci si dimentica di operare principalmente sul benessere sociale e la riduzione delle disuguaglianze…

Per cui a differenza di quanto nessuno dice, il 2022 non porterà ad alcuna espansione del PIL e mancheranno vedrete nel nostro paese quegli investimenti esteri tanto ricercati, in quanto le politiche di governo finora attuate, in particolare quelle sulle detassazione, deludono nei fatti la maggior parte degli investitori esteri, le cui aspettative quindi si rivolgono verso altre nazioni europee che dimostrano di offrire maggiori aspettative di crescita…

Sono passati sei mesi da quando il Presidente Draghi, con l’appoggio di tutti i partiti ( ad esclusione di quello della Meloni…) si è insediato e pur disponendo della promessa dell’Ue di sostenerci finanziariamente, questo governo non è riuscito a cambiare rotta, anzi l’impressione che ricevo, osservando ahimè quanto sta accadendo, è quello di rivedere nuovi arrivisti che esplicano con le loro collusioni tutti quegli odiosi meccanismi corruttivi e clientelari, un tempo compiuti da quella vergognosa coalizione di governo con a capo quel partito di regime noto con il nome di “Democrazia Cristiana”, ed oggi, ciascuno di quei partiti a sostegno di questo governo, dimostra di essere non molto diverso da quei predecessori, anzi… a vederli in quel loro agire,  penso siano perfino peggio!!!

Poveri noi…

Forza Italia: un partito nato dalla trattativa Stato-mafia!!!

A dirlo fu Massimo Ciancimino, figlio di Vito Alfio Ciancimino, politico e mafioso siciliano, appartenente alla Democrazia Cristiana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e corruzione…
“Mio padre – a parlare è Massimo Ciancimino – mi diceva che il partito di Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti quegli accordi”. 
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Ingroia, il figlio dell’ex sindaco ha ripercorso il contenuto di un pizzino consegnato ai magistrati di Palermo.
Pochi sanno che Massimo Ciancimino nel 1994 riceve un incarico dallo sconosciuto Ing. Lo Verde (ben più famoso con il nome di Bernardo Provenzano, capo mafia insieme all’amico Totò Riina), il quale gli consegna una lettera destinata… indovinate a chi…??? A Dell’Utri e Berlusconi!!! 
Immediatamente Ciancimino Jr. la portò al padre che all’epoca soggiornava presso lo Stato o meglio in un suo penitenziario… e nel leggere quella lettera comprese che si voleva richiamare Berlusconi e Dell’Utri, perché ritornassero nei ranghi…. d’altronde quel partito… “Forza Italia”, era nato proprio grazie alla trattativa Stato-mafia e che il Cavaliere, era parte attiva di quell’accordo…
Purtroppo di quella lettera… è rimasta soltanto una parte (almeno questo è quanto riportato), eppure, prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa di Ciancimino Jr. (nell’ambito di un’altra indagine), il documento era intero… cosa sia successo dopo… non si sa!!!
Sembra rivivere quanto accaduto dopo l’arresto di Toto Riina, con il mistero della perquisizione effettuata dopo 18 giorni: difatti, dal 15 gennaio al 2 febbraio del ’93, i suoi uomini “d’onore”, ripulirono la villa di Via Bernini… ed ebbero persino il tempo… d’imbiancare le pareti!!!
Se osservate bene, tra le righe del documento qui allegato, potrete leggere: “… posizione politica intendo portare il mio contributo (che come potremmo vedere successivamente, vista l’ascesa politica del “Cavaliere” non sarà certamente di poco conto…) perché questo triste evento non abbia a verificarsi. 
Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive”. 
Si comprende come il cosiddetto “triste evento” faceva riferimento ad un atto intimidatorio nei confronti del figlio di Silvio Berlusconi… 
Ciancimino Jr. ha spiegato che: “Provenzano voleva una sorta di consulenza da parte di mio padre: questo concetto di mettere a disposizione le reti televisive l’aveva suggerito proprio lui a Provenzano, qualche tempo prima. Mio padre si ricordava di quando Berlusconi aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Repubblica. Diceva che se un suo amico fosse sceso in politica lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti”!!! 
La lettera di Provenzano, fu poi rielaborata da Ciancimino (Padre) e indirizzata a Marcello Dell’Utri (Co-fondatore di Forza Italia) e per conoscenza fu consegnata all’allora Presidente del consiglio Silvio Berlusconi… il figlio Massimo nel frattempo… venne incaricato di riportarla al boss Bernarso Provenzano… che fine poi abbia fatto quella lettera e se venne consegnata, non si sa… 
Vi starete chiedendo in quali modi la trattativa fra Stato e mafia, durante le stragi del 1992 avrebbe coinvolto il cavaliere e il suo partito….???
Bene… quella cosiddetta trattativa, avrebbe avuto una “terza fase” – a dirlo è il figlio dell’ex sindaco di Palermo: “A Vito Ciancimino difatti nei rapporti con Cosa nostra, si sarebbe sostituito Marcello Dell’Utri”, aggiungendo “Mio padre mi disse che fra il 2001 e il 2002 Provenzano aveva riparlato con Dell’Utri”!!! 
Nella cosiddetta “bozza” di Ciancimino Jr. c’è un passaggio importante mai emerso… rispetto al documento sequestrato nel 2005 e fatto sparire!!! 
Vi è scritto nella parte finale: “Se passa molto tempo e non sarò indiziato del reato di ingiuria sarò costretto ad uscire dal mio riserbo che dura da anni e convocherò finalmente una conferenza stampa“. 
Ed allora il Pm Nino Di Matteo intervenendo chiede: “Ma cosa mai… sua padre minacciava di svelare???”. 
Ciancimino Jr.: “L’origine della coalizione che aveva portato in politica Silvio Berlusconi” e che risaliva al 1994-1995″.
Comprenderete come qualcosa in quell’indagine non sia andata per come si doveva… e forse una parte dei nostri servizi segreti (certamente “deviati”…) hanno soffocato tutta la vicenda, che potremmo dire ha inizio con le stragi di Falcone e Borsellino… con i documenti del giudice lasciati all’interno degli scatoloni e abbandonati nei piani interrati di qualche archivio o come quell’agenda rossa improvvisamente scomparsa!!!
Lo stesso Cianciminino Jr. dichiarò di essere stato personalmente contattato da uno di loro, che lo invitò caldamente a tacere e a non parlare più di certe vicende, perché tanto non sarebbe stato mai  coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre… circostanza che effettivamente avvenne, visto che negli anni successivi e fino al 2008, dal momento in cui aveva deciso di collaborare con i magistrati, nessuno lo interrogò più…
Analoga circostanza accadde durante gli arresti domiciliari, nei quali Massimo Ciancimino avrebbe ricevuto una visita “particolare”: Già… un capitano dei carabinieri che lo invitò a non parlare più della trattativa e soprattutto dei rapporti con il Silvio Berlusconi!!!
D’altronde se durante la perquisizione del 2005 nella sua villa di Mondello, nessuno dei carabinieri presenti, chiese ad egli di aprire la cassaforte ben visibile nella stanza del proprio figlio… fa intuire come qualcosa di strano ci fosse in quella investigazione… e dire che proprio lì dentro, era ben conservato il famoso “papello” ed altri documenti riservati, che avrebbero messo a repentaglio la democrazia di questo nostro paese…
Infatti.. di lì a poco… Ciacimino Jr. ricevette una intimidazioni ben visibile sul parabrezza della sua auto, nella quale era riportata la frase: “neanche i magistrati di Palermo ti potranno salvare”.
Ora, da quanto sopra espresso, qualcuno tra voi potrebbe pensare che il sottoscritto ha un unico intento, quello di mettere in cattiva luce questo partito “Forza Italia” e soprattutto i suoi principali esponenti… tra cui per l’appunto il “Cavaliere”… 
Ma se andate a ritroso nel mio blog, potrete vedere come il sottoscritto, un tempo, aveva dato fiducia a quel leader e ne sosteneva con il proprio voto “libero” quel suo partito… senza essersi mai iscritto o andare ad una loro manifestazione, senza mai richiederne la tessera, evitando di andare ad ogni loro invito a quei convegni o in quelle apposite segreterie… libero ero allora… e libero sono rimasto oggi!!!
Purtroppo in quel periodo fui preso come molti alla sprovvista… 
L’Italia dopo il fallimento di “Mani Pulite” andava ricostruita ed il “Cavaliere” sembrava… già sembrava… la persona giusta a cui poterci affidare!!!
Mai scelta fu così infausta per il nostro Paese!!!
E quindi oggi, dopo aver compreso attraverso la pubblicazione di “documenti ufficiali” e non per come molti suoi “lacchè” vorrebbero farci passare, indicandoli come “fake news“, beh… ho finalmente compreso, chi fosse in realtà quel mio interlocutore… lo stesso che per l’ennesima volta si presenta a noi tutti, quasi fosse il “salvatore della nazione“!!!
Quindi non mi chiedete di far finta di nulla… anche se siete in molti a desiderare una sua vittoria alla prossime competizioni elettorali del 4 Marzo, un partito di cui sono certo, raggiungerà una soglia percentuale molto alta, che permetterà ad egli di essere convocato dal Presidente Mattarella, per far nascere –in collaborazione di molti suoi amici del centro-sinistra– il nostro prossimo governo nazionale!!!
Ma ciò non toglie comunque che egli… è quel suo partito, resteranno agli occhi del sottoscritto, una macchia indelebile di questo nostro paese che non potrà mai essere cancellata!!!
Chissà forse fra trent’anni, i miei nipoti avranno la possibilità di conoscere un’altra storia, quella vera, certamente diversa da questa finora proposta!!!    

Nuovi nomi per l’elezioni nazionali"??? No… sempre i soliti candidati: Indagati e condannati!!!

Tralasciando gli scontri in atto tra le coalizioni o anche all’interno di quei vari partiti, ciò che emerge, sono le assurde regole di questo paese corrotto, dove i suoi esponenti, rinviati a giudizio (per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio), imputati, indagati e/o condannati, sono stati incredibilmente posti, all’interno di quelle liste!!!
Vi sono soggetti (in cui nomi trovate facilmente in questi giorni nel web), che sono stati per di più condannati, anche in via definitiva (per abuso d’ufficio), mentre altri sono stati indagati per voto di scambio, ma comunque, senza alcun ritegno morale, hanno deciso di ricandidarsi per un posto al Senato…
C’è anche chi peraltro, è stato condannato a 11 anni di reclusione… e chi di contro, si è salvato grazie alla riforma della legge, sul voto di scambio…
Di certo… non si salva nessuno, dal centrodestra al centrosinistra, passando anche per quella nuova “Democrazia cristiana” celata ora sotto la definizione di “quarta gamba”.
Ma altro che “gamba”… qui una pedata in culo non ce la toglie nessuno!!!
E poi… avete letto i nomi dei deputati da portare al Parlamento…
Come al solito, troviamo gli abituali indagati per corruzione, processati e/o assolti per concorso esterno, a cui si aggiungono ora nuovi parenti di quei condannati in appello (per voto di scambio o corruzione elettorale), che senza alcuna dignità morale prendono il posto di quei loro onesti consanguinei …
Infine c’è anche chi è stato riconosciuto colpevole di voto di scambio politico/mafioso… avendo stretto accordi con alcuni esponenti di Cosa nostra…
Ma come molti sanno… è stata approvata una nuova legge sul voto di scambio, sì… una riforma, che ha introdotto un nuovo elemento costitutivo della fattispecie “incriminatrice” che rende, rispetto alla versione precedente, “penalmente irrilevanti condotte pregresse consistenti in pattuizioni politico-mafiose che non abbiano espressamente contemplato concrete modalità mafiose di procacciamento voti”. 
Quindi… per essere condannati, occorre la piena consapevolezza “di aver concluso uno scambio politico elettorale implicante l’impiego da parte del sodalizio mafioso della sua forza di intimidazione e costrizione della volontà degli elettori”. 
Per cui, da quanto sopra, non basta ottenere voti dalle cosche per essere colpevoli!!!
E così… l’accusa di voto di scambio, torna a essere corruzione elettorale, nel frattempo molti di quei politici indagati, grazie alla prescrizione, sono riusciti nuovamente a rientrare in tempo per potersi ripresentare…
E d’altronde, come dargli torto…
Con tutti quei nomi riprovevoli presentati da tutti i partiti, diventa legittimo per ciascuno di essi… pensare di essere nel posto giusto!!!