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Più controlli sugli appalti del Pnrr!!!

Per la Corte dei Conti la Regione Siciliana deve incrementare considerevolmente gli atti oggetto di controllo successivo di regolarità amministrativa con particolare riferimento alla fase di attuazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) in cui assume una rilevanza strategica il controllo di legalità sulle aree ad alto rischio corruzione, quale quella sugli appalti pubblici!!! 

Il monito è contenuto nella delibera con cui la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha approvato la relazione della Regione nell’ambito del contraddittorio sul rendiconto per il 2021 accertando “la parziale adeguatezza del sistema integrato dei controlli interni della Regione”

La delibera, a firma del presidente Salvatore Pilato è stata trasmessa nei giorni scorsi al presidente della Regione, al presidente dell’Ars e al presidente del Collegio dei revisori dei conti della Regione.

Sul fronte della lotta alla corruzione, la Corte dei Conti invita la Regione a concludere la mappatura delle aree di rischio per i diversi processi dell’attività amministrativa, al fine di non pregiudicare in tal modo l’effettiva attività di prevenzione dei rischi di corruzione, ad incrementare le risorse umane e informatiche, per garantire la completa ed efficace attuazione delle disposizioni normative connesse alla prevenzione dei rischi corruttivi e alla trasparenza dell’azione amministrativa e a procedere a una complessiva e riepilogativa rilevazione dei risultati realizzati sulle misure di prevenzione, che metta, puntualmente, in evidenza il collegamento di esiti e strutture coinvolte alle fasi di attuazione e agli strumenti di rilevazione contenute nelle tabelle di programmazione del Ptpc, al fine di garantire l’esatta rispondenza tra programmi di prevenzione e risultati conseguiti.

Per quanto riguarda il controllo sugli organismi partecipati, i giudici suggeriscono di valutare la costituzione di un presidio organizzativo centralizzato, avente funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di riordino, riorganizzazione e controllo degli enti dipendenti e delle società partecipate in modo totalitario dalla Regione.

A tal riguardo – si legge nella delibera – è auspicabile la costituzione di un’unica cabina di regia per il monitoraggio dei contratti di servizio sottoscritti dalle varie articolazioni dell’amministrazione e dai suoi organismi partecipati, al fine di contenere i costi complessivamente posti a carico del bilancio regionale, anche in relazione ai costi di funzionamento di enti e società. 

Creare inoltre un sistema informativo che consenta di rilevare i rapporti finanziari, economici e patrimoniali tra la Regione e le sue società partecipate, ed emanare specifici atti di indirizzo per la verifica della riconciliazione dei reciproci rapporti creditori e debitori.

In riferimento alle performance e alla valutazione dei dirigenti regionali, per i giudici contabili sarebbe necessario creare un adeguato collegamento alla programmazione definita con il Defr, sia dal punto di vista qualitativo (obiettivi da raggiungere) che in riferimento alla capacità di utilizzo delle risorse assegnate; evidenziare, distintamente, le correlazioni di obiettivi e indicatori con i requisiti previsti dalle disposizioni normative di riferimento e richiamati nel documento che disciplina il Smvp; estendere il vigente sistema di misurazione e valutazione della performance dell’amministrazione regionale alle agenzie strumentali regionali; differenziare, adeguatamente, la valutazione del management dell’ente. 

La Corte dei Conti suggerisce alla Regione Siciliana di individuare un responsabile/referente unico per l’attuazione dei progetti finanziati da fondi Pnrr che garantisca alle amministrazioni centrali, titolari degli interventi a regia, l’invio, nei tempi previsti, delle informazioni sullo stato di avanzamento procedurale, finanziario e fisico degli interventi del Pnrr, ai fini del monitoraggio da parte dell’Unità centrale di Audit presso il Mef, e della rendicontazione semestrale all’Ue e a prevedere specifici reports, indirizzati agli organi direzionali, al fine di monitorare, nel corso della gestione, il grado di conseguimento delle misure previste dal Pnrr, e il rispetto dei tempi programmati.

In merito ai controlli sull’attuazione dei progetti del Pnrr, la Corte, nel documento, invita inoltre l’amministrazione regionale «a prevedere una omogenea metodologia, prevedendo una forma di intervento sostitutivo, nel caso di ritardo e/o inadempimento dei dipartimenti nell’attivazione dei controlli, nonché delle forme di verifica sull’adeguatezza del sistema di controllo adottato a livello di ciascun dipartimento ed a prevedere l’operatività e l’interscambiabilità del sistema informativo regionale con la piattaforma nazionale, stante che i sistemi informativi non integrano, tempestivamente, i flussi informativi a supporto della funzione strategica e di quella gestionale, al fine di verificare in corso d’opera, il conseguimento degli obiettivi del Pnrr nei tempi programmati, oppure di consentire la rapida adozione degli interventi correttivi.

Chiedono il superbonus e si ritrovano ad avere le proprie abitazioni ipotecate!!!

Credere che lo Stato regali qualcosa è da folli e infatti, ecco l’ennesima bufala creata per tutti quei condomini a cui è stata offerta  la possibilità di farsi i lavori gratis, senza dover sborsare un euro….

Molti infatti non sapevano che durate quelle assemblee – appositamente convocate da quei loro amministratori ( qui dovrei aprire una nuova pagina nel mio blog, ma non basterebbe per descrivere quanto accade dietro quelle “particolari” inizative…) veniva omesso di indicare molte di quelle informazioni fondamentali, necessarie per essere in linea con i requisiti richiesti, vedasi ad esempio tutti quegli aspetti di natura catastale, fiscale, tributaria, strutturali, energetici, urbanistici, civilistici e chi più ne ha più ne metta, gli stessi che se fossero accertati prima di una votazione della delibera lavori, influenzerebbero diversamente le decisione dei proprietari.

Ma così non accade, perché l’interesse di quegli amministratori è tutt’altro, ed ecco quindi che senza quelle essenziali informazioni, molti condòmini vengono indotti a dare parere favorevole alla realizzazione di quegli interventi.

Con quale risultato, quello che a lavori iniziati e mai finiti. con spese sostenute e mai recuperate, l’Agenzia delle Entrate inizia i propri accertamenti, in particolare sulla eventuale mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che davano diritto alla detrazione d’imposta…

L’Agenzia delle entrate quindi provvede al recupero dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante, in particolare quando sono stati commessi errori su base tecnica, che possono generare crediti d’imposta “inesistenti” oppure “non spettanti”!!!

Ecco quindi che all’improvviso ci si accorge come nel deliberare quei lavori, si è generata una vera e propria ipoteca sulla propria abitazione in favore dell’Agenzia delle Entrate, certo non un’ipoteca in senso stretto, ma intesa come legittimazione del fisco a poter agire per il recupero delle somme!!!

E sì perché durante quella convocazione, si ometteva di comunicare ai proprietari che nel caso in cui il condominio non fosse stato in regola con il pagamento delle spese condominiali riferibili ai lavori non avrebbe maturato alcun diritto alla detrazione fiscale, eguale condizione per gli eredi di immobili locati a terzi che non hanno diritto ad ereditare il 110 ed ancora, l’impresa per applicare lo sconto in fattura o accettare la cessione del credito, avrebbe comunque dovuto trattenere una somma dall’importo dei lavori per la cessione del credito ad un soggetto diverso dall’impresa e  comunque, bisognava prima pagare le fatture a quest’ultima. 

Va detto altresì che nel caso di utilizzo in compensazione di crediti inesistenti (s’intende il pagamento delle somme dovute, a cui viene  applicata una sanzione dal cento al duecento per cento della misura dei crediti stessi.) il credito in relazione al quale manca, in tutto o in parte, il presupposto costitutivo e la cui inesistenza non sia riscontrabile mediante controlli.

Ecco perché, nel caso in cui il credito fiscale risultasse inesistente, la sanzione applicata al contribuente infedele (o presunto tale), andrebbe da un minimo del 100 a un massimo del 200% del credito fiscale portato in detrazione. 

Comprenderete la batosta, a cui devono aggiungersi oltre alla restituzione del capitale anche gli interessi; in pratica, se foste proprietari di una abitazione utilizzata ad esempio per la sola villeggiatura estiva e avete richiesto di effettuare lavori per circa 90.000 euro (l’importo potrebbe rappresentare il valore della proprietà), e se dai controlli eseguiti dall’Agenzia delle Entrate, ci si ritrovasse in assenza dei requisiti, ecco che si sarebbe costretti a restituirne all’incirca 270.000, comprendendo in quest’ultimi gli interessi che, a distanza di anni, saranno tutt’altro che trascurabili…

Consiglio quindi, prima di procedere a qualsivoglia decisione, di farsi assistere da professionisti corretti e soprattutto competenti di questa materia, alquanto complessa, per non doversi ritrovare improvvisamente debitori nei confronti dello Stato e rovinando così tutti i sacrifici fatti nel corso della vita, soltanto perché si era provato a godere d’una propria abitazione…