Archivi categoria: degrado

Dal procuratore Zuccaro a Trantino: sei anni per capire che a Catania serve l’esercito

Già… sono passati ben sei anni da quel lontano 21 aprile 2019, quando riportavo in questo blog un post intitolato: Un’intervista “stranamente” passata in sordina: “A Catania… serve l’esercito”! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/unintervista-stranamente-passata-in.html. 

Allora, il procuratore Carmelo Zuccaro denunciava una situazione drammatica: quartieri degradati, spaccio controllato dalla mafia, reclutamento di giovani come pusher, e un sistema di videosorveglianza gravemente inefficiente. 

La sua proposta? L’impiego dell’esercito in supporto alle forze dell’ordine, un intervento necessario per riprendere il controllo di strade ormai in balia della criminalità.

Eppure, per anni, solo silenzio. Quell’appello cadde nel vuoto, soffocato dall’indifferenza e dalla miopia politica.

Fino ad oggi, già… fino a quando, con sei anni di ritardo, il sindaco Trantino ha riscoperto quell’urgenza che altri avevano già gridato.

Nel suo recente incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha presentato un dossier in cui chiede proprio questo: un rafforzamento dell’operazione “Strade Sicure“, con militari schierati nelle aree più critiche della città. 

Una richiesta che, se accolta, potrebbe segnare una svolta, ma che arriva con sei anni di ritardo rispetto a quell’allarme lanciato dal procuratore Zuccaro e da me ripreso con insistenza.

Trantino ha parlato anche di altre emergenze, come l’abbandono dei rifiuti e la necessità di misure più severe, ma il cuore della questione resta la sicurezza. La premier, a suo dire, si è mostrata attenta e disponibile. 

Bene… meglio tardi che mai. Peccato, però, che ci sia voluto così tanto per arrivare a questa consapevolezza.

Come scrivevo già lo scorso anno: In Sicilia, ma non solo, c’è bisogno dell’esercito nelle strade!!!https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/in-sicilia-ma-non-solo-ce-bisogno.html, la situazione richiedeva da tempo interventi decisi. 0

Ora che anche il primo cittadino lo riconosce, non resta che sperare che le parole si traducano in fatti, senza ulteriori ritardi. 

Perché Catania, e i suoi cittadini, non possono più aspettare.

La criminalità organizzata: una piaga che distrugge il territorio e tradisce i suoi concittadini!

La criminalità organizzata è una piaga che impoverisce tutti, in quanto non porta alcun beneficio nemmeno al proprio territorio d’origine e ancor meno ai propri conterranei!!!
Ed allora viene spontaneo porsi una domanda: che fine fanno i patrimoni illeciti provenienti dalle attività criminali e perché tutto quel denaro accumulato non produce benessere e occupazione nelle proprie regioni?

La risposta è desolante e soprattutto chiara!!! 

I proventi delle attività criminose, spesso frutto di traffici illeciti e racket, vengono di norma trasferiti verso Paesi e mercati offshore, al riparo da controlli e vincoli normativi. Si pensi, ad esempio, alle Antille olandesi, o alle grandi operazioni di riciclaggio che coinvolgono le piazze finanziarie internazionali. Non è un caso che Caracas, un tempo dominio di potenti boss siciliani, sia stata recentemente teatro di un’inchiesta che ha portato alla luce un cartello di cosche calabresi impegnate nel traffico di stupefacenti verso l’Europa. 

Questo spostamento dei capitali determina un impoverimento strutturale delle regioni d’origine, come Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, aggravando una già critica condizione economica e sociale.

Il meccanismo è doppiamente distruttivo. Da un lato, le risorse accumulate illegalmente non vengono reinvestite nel territorio, ma esportate verso mercati più sicuri, innescando un ciclo di depauperamento economico, dall’altro, l’azione delle mafie sul territorio – attraverso il pizzo e altre forme di estorsione – soffoca l’imprenditoria locale, alimentando evasione fiscale e scoraggiando nuovi investimenti. 

Questo doppio colpo porta a una progressiva desertificazione economica, con alti tassi di disoccupazione e una stagnazione dei redditi.

Da quanto sopra si comprende come la criminalità non apporta nulla al territorio e ai suoi conterranei; al contrario, lascia dietro di sé una condizione infetta e corrotta, certamente peggiore di quanto non fosse prima. 

L’illusione che l’accumulo di grandi ricchezze da parte delle organizzazioni mafiose possa generare un ritorno positivo è smentita dai fatti: la loro attività distrugge la fiducia, soffoca il potenziale produttivo e annienta le prospettive di crescita.

A tutto ciò si aggiunge un elemento globale: la libertà dei movimenti di capitali, uno dei dogmi della globalizzazione liberale, facilita il riciclaggio del denaro sporco. 

I paradisi fiscali, veri e propri architravi di un sistema finanziario senza leggi, offrono rifugio a immense ricchezze illegali. 

Ecco perché la lotta contro questi meccanismi è oggi più che mai una priorità, come dimostrano le azioni promosse da organizzazioni come ATTAC (Associazione per la Tassazione delle Transazioni Finanziarie per l’Aiuto ai Cittadini), impegnate a contrastare la dittatura di un mercato globale che favorisce diseguaglianze e ingiustizie.

Per combattere efficacemente questo fenomeno è necessario un approccio integrato che includa il rafforzamento delle leggi contro il riciclaggio, un controllo più stringente sui flussi di capitali e, soprattutto, un’azione culturale che punti a scardinare il consenso sociale di cui spesso le mafie godono nei territori in cui operano. 

Solo così sarà possibile invertire la rotta e restituire speranza e dignità alle comunità colpite dalla criminalità organizzata. Il resto sono soltanto chiacchiere che non faranno certamente cambiare questo stato di cose!

Un’intervista "stranamente" passata in sordina: "A Catania… serve l’esercito"!!!

Così il Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ha iniziato il dialogo in esclusiva con il Corriere della Sera – link: https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_16/a-catania-quartieri-rischio-serve-anche-l-esercito-campo-9af421cc-607d-11e9-b055-81271c93d411.shtml?refresh_ce-cp, che mi permetto di condividere in quanto l’intervista è incentrata sulla nostra città etnea e su temi di stringente attualità come la sicurezza e la lotta alla mafia… 
Catania è una delle metropoli più importanti del Sud d’Italia. Una città che con tutte le sue contraddizioni, le sue ombre e luci, è una metafora del Meridione. Nel colloquio il procuratore Zuccaro parlando delle grandi indagini di mafia sottolinea: «La legge è uguale per tutti, anche per i potenti, anche a Catania».
Qual è la situazione sul piano della sicurezza a Catania?
«Vi sono quartieri della città intensamente popolati e degradati, non solo periferici ma anche nel centro storico, in cui proliferano piazze di spaccio controllate da gruppi direttamente o indirettamente collegati con sodalizi mafiosi, che gestiscono sulle pubbliche strade i loro traffici di sostanze stupefacenti condizionando la vita e le abitudini di quei quartieri e reclutando a man bassa manovalanza anche tra la popolazione più giovane per l’attività di pusher o di vedetta».
Dopo i diversi casi di violenza che hanno avuto risonanza nazionale avvenuti nella zona della movida lei ha lanciato la richiesta di un impiego dell’esercito in sinergia con le forze dell’ordine e la polizia locale. Perché?
«L’opinione pubblica percepisce un livello di sicurezza piuttosto basso e purtroppo tale percezione corrisponde alla situazione effettiva, come recenti gravi episodi di cronaca nera confermano. Per quanto concerne la carenza di mezzi, basti pensare che il sistema di videosorveglianza pubblica a Catania è gravemente inefficiente e nonostante il previsto stanziamento di rilevanti risorse finanziarie si tarda ancora a concretizzare un piano efficiente di messa in opera di tale sistema. 
Attualmente a Catania, come in altre città italiane, sono presenti contingenti di militari dell’Esercito impegnati a presidio di obiettivi sensibili contro gli attacchi terroristici. 
Nelle riunioni di Comitato in Prefettura si è contemplata la possibilità del loro impiego anche in funzione di controllo dinamico del territorio, ovviamente ad integrazione e supporto del personale di Polizia, atteso che solo a quest’ultimo compete comunque la decisione e gestione dell’intervento che dovesse rendersi necessario. 
Fondamentale mi sembra però anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria e dei cittadini dei quartieri interessati in una strategia partecipata di messa in sicurezza dei quartieri».
Lei è alla guida di una delle procure in prima linea nelle grandi indagini di mafia che vedono coinvolti anche potenti esponenti del mondo imprenditoriale, economico e finanziario. Qual è stato il ruolo di Catania nelle dinamiche di collegamento fra la mafia militare e pezzi potenti dell’economia e della politica?
«Catania costituisce uno degli esempi più significativi di come Cosa Nostra possa operare per decenni in una delle città più attive nel settore commerciale, astenendosi dal compiere azioni eclatanti — tranne in rari casi — e mirando prevalentemente “agli affari”, che per la mafia significa sia l’accaparramento delle risorse economiche pubbliche e private disponibili sul territorio grazie alla rete di collusioni su cui può contare sia il reinvestimento in attività formalmente lecite dei proventi dei traffici illeciti. 
Come Procura siamo impegnati nello smantellare questa vasta rete di appoggi esterni, individuando gli esponenti delle istituzioni pubbliche, del mondo delle professioni e dell’economia contigui a Cosa Nostra. E nel contempo siamo concentrati nel lavoro di confisca del vasto patrimonio immobiliare e mobiliare di questo sodalizio mafioso. 
I risultati sinora conseguiti sono senz’altro positivi e incoraggianti ma siamo ben lontani dal traguardo finale e soprattutto l’impegno che ancora si richiede è assai forte ed esige un sempre maggiore coinvolgimento attivo della società civile e l’impiego di risorse investigative qualificate nel contrasto alla criminalità dei “colletti bianchi” di cui in alcune forze di Polizia si avverte a Catania ancora la mancanza, nonostante le sollecitazioni da me più rivolte ai vertici amministrativi. Senza tale impegno, e limitandosi solo a una miope politica di contenimento di Cosa Nostra il virtuoso processo innescato sarà reversibile perché il cancro mafioso che corrode il tessuto sociale sano finirà per prevalere».
In un dibattito ha condiviso una frase del suo predecessore Giovanni Salvi: «La legge è uguale per tutti, anche per i potenti, anche a Catania». Quanto è importante questo messaggio?
«È fondamentale. Non vi sono “intoccabili”, la legge è uguale per tutti. Questo è uno dei principi cardine del sistema giudiziario e la sua violazione non solo inciderebbe sull’efficacia del contrasto alla mafia per le ragioni già dette, ma minerebbe anche la credibilità dell’istituzione giudiziaria e la fiducia dei cittadini, la cui attività di denuncia dell’illegalità costituisce un elemento irrinunciabile».
E’ dire che il sottoscritto alcuni anni fa aveva descritto le medesime circostanze ora sopra riportate dal Procuratore; si vede che dopotutto… non ero quindi così lontano dalla realtà!!!

Si definiscono tutti "moralisti"… ma quanto poi lo siano davvero, è ahimè tutto da dimostrarsi!!!

Di una cosa ormai sono certo…
Il degrado morale che stiamo vivendo ha colpito ogni genere d’individuo, da quello istituzionale, a quello politico, da quello pubblico a quello privato, da quello sociale a quello familiare…
Ormai tutti puntano a se stessi… ad ottenere il massimo con il minimo sforzo e l’importante come sempre, è riuscire a fare in modo che quel proprio orticello resti “innaffiato“!!!
A sentir parlare in giro di morale, non posso che ridere… 
Già se solo potessi metterli alla prova, sì… se riuscissi a promettergli qualcosa in cambio di un favore personale oppure se solo potessi consegnargli una bustarella con all’interno una bella mazzetta piena di banconote, ecco, sono certo che vedrei all’istante, quanto coeso sia, quel proprio concetto di moralità…
Ma scommettere sulla debolezza umana o su quella rilassatezza morale, credetemi sulla parola, non mi darebbe alcuna soddisfazione personale, perché come dicevo sopra, di una cosa sono da tempo convinto: E’ tutto tempo perso tentare attraverso le parole o questi miei scritti, di modificare quel basso concetto morale di rettitudine, che i miei connazionali dimostrano in ogni occasione di possedere...
Ed allora, non essendo il sottoscritto un evangelista o un predicatore per come è Papa Francesco, che proprio ad esempio nella giornata di ieri aveva dichiarato, “Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un nuovo slancio evangelizzatore. Siamo chiamati a essere un popolo che vive e condivide la gioia del Vangelo, che loda il Signore e serve i fratelli, con l’animo che arde dal desiderio di dischiudere orizzonti di bontà e di bellezza inauditi a chi non ha ancora avuto la grazia di conoscere veramente Gesù. Sono convinto che, se aumenterà la spinta missionaria, aumenterà anche l’unità fra noi”, provo lo stesso – se pur comprendo quanto difficile sia – a fare in modo, che qualcosa possa mutare… 
D’altronde la maggior parte di coloro che si ergono a buoni “cristiani” e la domenica vanno a messa, che si confessano, che prendono la comunione, sono gli stessi che dall’inizio della settimana, riprendono a compiere quelle loro azioni, basate non certo su principi morali, ma soprattutto per evitare ad essi un danno o per avere un qualche vantaggio personale… 
Diceva Martin Lutero: “Non è morale fare il bene per paura dell’Inferno o per desiderio del Paradiso”…
Difatti, un’azione ha valore morale solo se non viene compiuta in vista di qualche interesse o per paura di una punizione, perché la persona morale dovrebbe agire in base al puro senso di responsabilità e non ha bisogno di sapere cosa riporta l’ottavo comandamento “non rubare”, oppure che vi siano norme esterne che limitano il proprio comportamento, come ad esempio l’eventuale giudizio di una autorità istituzionale esterna. qual’è può essere quella della giustizia…
Bisogna essere sempre moralmente onesti, ogni qualvolta che si compie un’azione, qualsiasi essa sia, anche quella che si ritiene giustificabile, perché non realizza nulla d’illecito, ma garantisce la pur semplice agevolazione alla risoluzione di un problema…
Cosa cambia quindi se si agevola un amico, se per quel favore concesso si riceva in cambio qualche regalia, un favore, qualche bustarella, se quella stessa mazzetta viene poi divisa con qualche collega… sì… cosa cambia se alla fine non si rispetta qualche regola, d’altronde non “lo fanno tutti” in questo paese???
Ed invece no… perché cambia tutto!!! 
Già cambia quella differenza sostanziale che c’è tra morale e moralismo: la morale non dà diritti, ma solo doveri e responsabilità, perché essa non ammette – nel modo più assoluto – scuse come quelle riportate sopra…
La morale non conosce il compromesso, non cede alle lusinghe, la morale non impone nulla agli altri, ma impone soltanto doveri!!!
Serve a poco quindi dichiarasi moralisti, quando poi si è tra i primi a non rispettare quella morale…
Questo è ciò che accade ovunque, vedo difatti molte persone intorno a me evidenziare una moralità ipocrita, soggetti che si atteggiano a moralizzatori integerrimi e poi fanno quello che vogliono, a secondo le circostanze. 
Vedete non è facile scrivere parole così dure, se non fossi certo di poterlo fare; è questo infatti il problema di molti, riuscire a gridare ad alta voce “io sono moralmente onesto” e poi sperar che non vi sia nessuno in ascolto, che possa successivamente evidenziare la falsità di quelle parole, dimostrando comportamenti sleali e/o illeciti, compiuti in un periodo determinato della loro vita…
E come nella parabola del Vangelo: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?  O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo?  Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”.

Ecco quindi perché siamo circondati da falsi moralisti, da gente che predica la morale ma non la mette in pratica, che condanna, s’indigna, che chiede giustizia e pene esemplari, ma sempre per gli altri e mai per se stessi o per quanto da essi commesso!!!

Già, si definiscono “moralisti“… ma quanto poi lo siano davvero, è ahimè tutto da dimostrarsi!!!

Cataniopoli…

Ho appena finito di leggere l’articolo di Anthony Distefano sul “Sistema Catania” pubblicato su Live Sicilia Catania e vorrei riprendere alcuni commenti pubblicati che riassumono in maniera perfetta l’imprenditoria catanese, che va dagli anni dei “cavalieri” crollati con tangentopoli, fino a giungere ai giorni nostri…
Ed allora… i nostri imprenditori possono definirsi tali???
Sono dei soggetti brillanti che decidono d’investire i propri capitali dando vita ad iniziative create da proprie intuizioni oppure sono personaggi “sfruttatori” delle nostre risorse (e quindi del denaro pubblico a disposizione…), soggetti collusi con quel sistema criminale ben presente nel nostro territorio???
Se analizziamo infatti, possiamo scoprire che non vi è in essi, nelle loro iniziative alcuna innovazione, nessuna geniale idea tecnologica e neanche novità di ammodernamento legate a nuove opportunità, quali per esempio quelle ambientali…
Si tratta quasi sempre d’investire quei propri capitali (sempre e quando ne sono i legittimi titolari… perché il più delle volte sono parte di quell’elenco di prestanome… factotum addetti a “lavatrici” della criminalità organizzata…) per iniziative legate ad attività che presentano bassi rischi di capitali… dedicandosi principalmente verso quei finanziamenti pubblici europei o su quei contratti con la P.A., quest’ultimi favoriti da un sistema clientelare, basato su meccanismo perversi nei quali, le imprese vengono mascherate attraverso apparenti “consorzi”…
Oppure quando le stesse, altrimenti in concorrenza, si alleano segretamente per indirizzare la media verso una loro impresa o anche quando s’incontrano per aumentare il prezzo o diminuire la qualità di beni/servizi, destinati a committenti che desiderano acquistarli attraverso una procedura di gara… 
Una turbativa d’asta creata in maniera efficace perché difficile da individuare e che mina i benefici di un mercato concorrenziale…
E cosa dire dei bandi di gara d’appalto integrato, dove è previsto l’affidamento a seguito di presentazione di una progetto esecutivo… e dai quali è emerso (Consiglio di Stato) che il più delle volte, i professionisti incaricati della progettazione, mancavano di quei requisiti di affidabilità e moralità professionale… infatti lo stesso CdS si è allineato al parere espresso dalla Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (oggi A.N.A.C. meglio conosciuta come… Anticorruzione) secondo la quale, anche se il progettista non assume né il ruolo di concorrente (perché lo è l’impresa), né di titolare del rapporto contrattuale con l’Amministrazione dopo l’aggiudicazione, deve comunque rilasciare una dichiarazione sul possesso dei requisiti generali, tecnico organizzativi ed economico finanziari…
Comunque gli appalti vengono alla fine affidati (fateci caso… a turno sempre alle stesse imprese) ed essendo questi affidamenti d’importi irrisori (da uno a cinque milioni di euro…), non vengono mai presi seriamente in considerazione da quanti dovrebbero di fatto verificarne in modo attento l’eventuale aggiudicazioni…
Progetti ed appalti che verranno successivamente alle solite imprese affidati e dove (il più delle volte) queste aggiudicazioni… permetteranno quel giro di tangenti e bustarelle concordate, che continueranno a circolare, anche durante i lavori, coinvolgendo quanti dovranno con i loro incarichi controllare…
Poi quando gli appalti sono in fase di completamento, ecco che, dopo aver firmati i vari protocolli di legalità, effettuati le cosiddette verifiche e controlli, ci si accorge come all’improvviso, su quelle stesse imprese…  cade la mannaia della magistratura… e ahimè da quelle indagini, intercettazioni, rivelazioni delle procure, ecc… ecco che s’interviene (come dice il commentatore “Vulcano Etna”) quando ormai il bubbone è scoppiato!!!
Ma perché non intervenire prima…  prevenire non è meglio che curare???
Dove sta la Politica (quella con la P maiuscola) e dove stanno gli intellettuali o la borghesia illuminata?
Zero assoluto… il niente… non esiste nulla!!!
Le industrie sparite, i magazzini commerciali hanno chiuso i battenti, i locali sono stati ceduti ai nuovi imprenditori cinesi, i negozianti tentano di sopravvivere, i centri commerciali stanno implodendo… e soprattutto in una terra che manca di meritocrazia… anche le nostre giovani e brillanti menti… vanno via!!!
Ormai, sono scappati tutti… dopotutto a cosa serve restare dove trionfano disorganizzazione, incuria, degrado e complicità e collusioni con il malaffare???
Altro che sviluppo… altro che imprenditori… come ho scritto alcuni giorni fa… questi sono scassapagghiari!!!
Non ne usciamo più… se non diciamo una volta e per tutte BASTA… restiamo avvinghiati a questo modo inetto d’operare…
E’ tempo di liberarci di questo cancro, da quanti sono parte attiva di questo sistema e di quanti… quali semplici cittadini, continuano a restare sudditi di quei modi collusivi e corruttivi…
Dice bene “Vulcano Etna”… ci dobbiamo liberare di tutti… nessuno escluso!!!

Un giro d’affari da 100 miliardi di euro…

Ho appena finito di leggere un libro… s’intitola: la fiera della sanità di Daniela Minerva. 

Un’inchiesta precisa e dettagliata tra le mille contraddizioni di questo nostro strano Paese, dove tra il degrado assoluto, esistono piccole isole di eccellenza scientifica e di buona medicina…
Nel libro, si passa dalle “furbate” del Policlinico di Roma a quelle della Santa Rita di Milano, dalle lottizzazioni in Campania, all’ignavia delle università,
Non viene tralasciata nemmeno la criminalità organizzata e le sue associazioni mafiose in Campania, Sicilia e Calabria… fino ai legami ed alle connivenze corruttive politiche…
Non tutto è però perso…, tra tanta corruzione e malaffare. ecco che qualcosa si salva…, esistono delle isole felici, delle eccellenze medico-scientifiche, portate avanti da quei tanti ricercatori e medici perbene…che si dedicano con passione alla salvaguardia di quanti hanno oggi bisogno delle loro cure…
Poi, c’è pure spazio per quella sanità corrotta, senza valori, dove i giochi di potere, non lasciano spazia alla meritocrazia, ma vengono gestiti dai soliti furbi, che ne hanno fatto di quel sistema il loro fortino… fatto dalle solite meschinità umane, che avvicendano a quei continui interessi privati, i clientelismi per giungere agli abusi ed agli  sperperi…

E poi loro, sempre gli stessi, quell’enorme numero di personaggi che non si riesce – come la peste a debellare – politici venduti, medici truffaldini, imprenditori rapaci, burocrati a servizio del malaffare, forze dell’ordine corrotti, mafiosi e delinquenti per un un giro d’affari da 100 miliardi di euro, tra abusi, truffe e disservizi, ecco chi mette in pericolo la salute degli italiani!!!

Un fenomeno radicato e sviluppato che dura da troppo tempo, uno spazio temporale di quarant’anni che ormai non trova più una giusta collocazione per continuare a dover esistere…
E’ giunto il tempo di troncare questa dilapidazione, prima di pervenire ad un sicuro dissesto economico e finanziario, irreparabile… se gestito con queste metodologie e soprattutto ancora con questi uomini…
Una inevitabile dichiarazione anticipata di fallimento, per un paese che non trova – a differenza di tutte le parole dette in questi anni dai nostri presidenti del consiglio – una corretta soluzione per uscire da questa grave crisi, che ci attanaglia tutti e che non lascia alcuna possibilità per i nostri figli… (o meglio soltanto per quelli di loro… legati in maniera diretta a quel sistema “clientelare”, a cui proprio i loro padri si erano affidati… ed oggi cercano di tramandare ai propri figli “incompetenti”… ).
Verrà a breve il momento in cui questo nostro paese, dovrà dare conto all’Europa prima ed al mondo dopo…
In questa vergognosa declassata classifica BBB+, ormai prossimi per paragone… alla lega eccellenza o per meglio dire a quella dei dilettanti aggiungerei “allo sbaraglio”, con un debito pubblico vicino al 130% ed una contrazione del Pil italiano dell’1,8%… non vedo come, il nostro governo o chi dovesse prenderne il posto,  possa risolvere in breve tempo queste problematiche, continuando a non aver minimamente modificato quei parametri di legalità, di privilegi e di costi della funzione pubblica e di quelli “esosi” pensionistici, che oggi non consentono minimamente, di poter modificare questo stato di cose…